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 Indice 
 Testo integrale 
Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 6 aprile 2017 - Strasburgo Edizione rivista

Interpellanze principali (articolo 130 ter del regolamento)
MPphoto
 

  Pina Picierno (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio anch'io ringraziare il commissario e i colleghi: il collega Pedicini, i colleghi che con la loro interpellanza ci offrono quest'occasione importante di discutere anche qui, oggi, in merito a questa questione seria, annosa, grave che è la questione "Terra dei fuochi". È una questione ormai nota, colleghi, lo avete detto, ma non è per questo meno seria, non è per questo meno dolorosa.

Come avete già detto e come voglio ricordare, questa questione ha il volto delle centinaia e centinaia di persone, di donne, di bambini che in questi lunghi anni si sono ammalati a causa dello sversamento di rifiuti, che è stato operato in maniera illegale dai clan camorristici, certamente, ma anche da una certa economia sommersa, di cui dovremmo altresì discutere.

È una questione seria e dolorosa, come dicevo, perché esiste una correlazione evidente e riconosciuta tra lo sversamento illegale dei rifiuti e queste patologie tumorali: non citerò qui tutta la letteratura scientifica che ci ricorda questa correlazione – l'abbiamo sostenuto tutti, lo avete detto prima di me – e quindi mi limito soltanto a richiamarla. Dicevo, è una questione nota perché – colleghi, presidente, commissario – di questa questione noi discutiamo ormai da vent'anni.

L'operazione "Adelphi", che accertò per la prima volta il ruolo del clan Bidognetti attraverso Gaetano Cerci, attraverso la figura controversa, pericolosissima, di Cipriano Chianese, è del 1991. Nel 1995, durante il dibattimento del procedimento penale Avolio +19, fu ascoltato il pentito Schiavone, per la prima volta, che indicò, in quel dibattimento, i luoghi –lo ricorderete – dove dovevano essere interrati dei rifiuti che lui disse radioattivi. Ci fu poi un'azione, dopo quelle dichiarazioni, come conseguenza di quelle dichiarazioni, ci fu un'iniziativa della Criminalpol di Roma su delega della Procura napoletana, che avviò una serie di ispezioni, una serie di sopralluoghi nei siti indicati da Schiavone. Ma i rifiuti radioattivi non sono stati mai trovati, non sono stati mai identificati, come ha ribadito a più riprese Federico Cafiero De Raho, che al tempo, lo voglio ricordare, era il capo della DDA di Napoli.

Venti anni, dunque. In questi venti anni sono state dette tante cose, forse non tutte a proposito: abbiamo ascoltato molte cose approssimative, fino ad assistere a una specie di corto circuito pernicioso, a un certo punto – ho ricordato il caso dei rifiuti radioattivi mai identificati. Un corto circuito pernicioso, che a un certo punto sembrava inseguire più una richiesta di sensazionalismo a tutti i costi che non la ricostruzione reale, precisa, doverosa dei fatti. E in alcuni casi, colleghi, siamo arrivati addirittura al parossismo – io lo voglio ricordare – con camorristi pentiti che accusavano magistrati di dire bugie. Anche questo è accaduto.

E allora, colleghi, ci dobbiamo imporre, in questa discussione, perché sia veramente utile, perché sia costruttiva, intanto il rispetto dei fatti, la ricostruzione precisa, puntigliosa, doverosa della verità. E la verità ci impone di dire che la questione è molto seria e molto grave, la più grande mattanza di vittime innocenti che si sia mai verificata in quell'area del paese, certamente.

Ma non possiamo non dire che i passi in avanti sono tali e tanti, insomma dobbiamo riconoscere che finalmente, dopo anni di silenzi colpevoli, dopo anni di incapacità di azione, il governo italiano, le autorità locali, mi piace dire "lo Stato italiano" stanno lavorando bene, anche in collaborazione con la Commissione europea. Voglio ricordare le cose più importanti. La legge 68 del 2015, che ha introdotto nel codice penale un nuovo titolo dedicato ai delitti contro l'ambiente, sta funzionando, sta funzionando perché i dati elaborati dalla commissione ecomafie ci dicono che funziona. Così come possiamo riconoscere che il territorio è presidiato, che si sta lavorando in maniera seria alle bonifiche, a partire dalle zone più delicate.

Insomma, tanto si sta facendo e tanto bisogna continuare a fare, come stiamo facendo, lasciandoci alle spalle questi venti anni di incapacità e di silenzi e continuando sulla strada che abbiamo intrapreso e che io credo ci porterà finalmente alla risoluzione di questo problema serissimo per l'Italia e per l'Europa.

 
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