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Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 4 ottobre 2017 - Strasburgo Edizione rivista

Preparazione della riunione del Consiglio europeo (19 e 20 ottobre) (discussione)
MPphoto
 

  Elisabetta Gardini (PPE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi consenta una piccola premessa: è entrato in modo violento e strumentale un dibattito che dovrebbe essere tenuto oggi pomeriggio. Io trovo scandaloso che ci sia quella parte di estrema sinistra che strumentalizza, in modo ideologico, una vera sofferenza, un dramma. Noi dobbiamo essere facilitatori di dialogo. Vergognatevi! Siete una parte ideologica e antidemocratica. Noi dobbiamo favorire il dialogo a favore di tutto un popolo, quello spagnolo. Noi tutti vogliamo offrire solidarietà a questo grande popolo, che troverà sicuramente la strada e l'uscita nel dialogo, nella concordia, nella pace, nella democrazia, nel rispetto dei diritti umani e nel rispetto dallo stato di diritto. Vergogna!

E torniamo adesso invece al Consiglio. Allora, noi dobbiamo lavorare per un'Europa più forte, più democratica, come ha detto Lei, caro Vicepresidente, siamo d'accordo, siamo tutti qui, abbiamo questo compito. Ci sono tanti segnali, anche positivi: dobbiamo rafforzarli e lavorare su quelli.

Non c'è dubbio che la prima delle condizioni è la sicurezza. Ed è proprio per questo che noi siamo sempre stati, come parte politica, a favore di una comune difesa europea. Solo se l'Europa avrà una sua politica estera, una sua politica comune, non solo potrà meglio difendere i propri cittadini, ma finalmente potrà avere un ruolo geopolitico quale ci aspetta, seduta tra i grandi della terra, e non come oggi, che siamo un po' – tante volte, non sempre –al seguito, a ricasco, a rimorchio o a reagire. No: noi siamo una grande storia, una grande civiltà! Con i nostri valori dobbiamo prenderci il posto che ci spetta nel mondo.

Abbiamo ancora una ferita aperta, come ha detto Weber, ossia l'immigrazione. Voglio anch'io ringraziare quanto fatto da tutto il Parlamento, con l'onorevole Cicu, nel mettere in campo queste regole antidumping, perché abbiamo bisogno di una comune politica industriale per risolvere il problema della disoccupazione, specialmente giovanile.

 
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