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Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 4 ottobre 2017 - Strasburgo Edizione rivista

Costituzione, stato di diritto e diritti fondamentali in Spagna alla luce degli avvenimenti in Catalogna (discussione)
MPphoto
 

  Gianni Pittella, a nome del gruppo S&D. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, io penso che questa sia l'ora dell'unità e della responsabilità, non delle divisioni, non delle bandiere, non del tifo, bensì l'ora della prudenza e della saggezza. Dimentichiamo per un attimo le nostre appartenenze: dobbiamo pronunciare una parola sola: "Parad"!, "Fermatevi"!

A volte basta un gesto per cambiare il corso della storia. E quando si è sull'orlo del baratro, basta poco per cadere nel baratro; ma basta anche poco un gesto di raziocinio e di buona volontà perché il dialogo riparta, come ha chiesto il primo vicepresidente Frans Timmermans.

Mi rivolgo, innanzitutto, al governo della Generalitat catalana. E lo dico esplicitamente: una dichiarazione unilaterale di indipendenza sarebbe un'ulteriore provocazione e getterebbe benzina sul fuoco dopo l'inutile referendum di domenica: un plebiscito unilaterale imposto in aperta violazione della Costituzione democratica e dello Stato di diritto. Un governo regionale che rappresenta meno del 50% non può pregiudicare il futuro di un popolo intero.

Il referendum non era legale, lo abbiamo detto in molti e non si tratta di un'arguzia giuridica. Sfidare oggi la legalità internazionale significa contribuire a distruggere quel sistema di regole che ha assicurato la pace in Europa negli ultimi cinquant'anni, sorto proprio per proteggere i popoli più deboli contro l'arbitrio dei più forti.

E dovremmo guardare con meno superficialità al ritorno del nazionalismo in Europa. Quando si sventola la bandiera della secessione, quando le identità tendono cioè ad escludere invece che ad includere, si sa dove si inizia ma non si sa dove si finisce.

Alcuni di voi ricorderanno la frase pronunciata da François Mitterrand nel suo ultimo discorso al Parlamento europeo: "le nationalisme, c'est la guerre". È la guerra! Io non rinuncerò mai all'idea che si possa essere allo stesso tempo catalani, spagnoli ed europei, senza bisogno di creare nuovi Stati, nuove frontiere e c'è un filo indissolubile che lega Catalogna, Spagna, Spagna, Europa: l'Europa è nata per riconciliare i popoli. L'Europa è nata per portare unità e pace.

In questi giorni, mentre in Spagna si discute di secessione, in Germania si celebra l'anniversario della riunificazione tedesca. La riconciliazione: questa è la ragione d'essere dell'Unione europea. Siamo nati per questo ed è per questo che noi europei dobbiamo fare tutto il possibile perché si esca da questa impasse. Noi lo dobbiamo non soltanto perché la Spagna è parte di noi, ma perché noi siamo – o dobbiamo essere – i difensori dell'Europa, dell'essenza dell'Europa, del DNA dell'Europa.

Voglio rivolgermi anche al Primo ministro, Mariano Rajoy, senza voler fare polemica: dico con onestà intellettuale che la gestione di questa crisi poteva essere e doveva essere diversa. I socialisti spagnoli e catalani hanno offerto proposte serie e praticabili, anche contemplando la possibilità di modificare la Costituzione. Si può cambiare ma con gli strumenti propri, non in spregio delle leggi e delle regole comuni: si lavora così in uno Stato di diritto: rispettando le leggi. Possiamo avere opinioni diverse ma nessun democratico può compiacersi delle cariche della polizia e degli scontri di domenica scorsa. E quando c'è un'irruzione delle forze di polizia in modo sproporzionato, c'è sempre il fallimento della politica.

Ora c'è bisogno di uno sforzo di rigenerazione. Serve un nuovo inizio. E io voglio fare un appello alle autorità catalane: non pronuncino questa sera la dichiarazione di indipendenza perché questa pronunzia potrebbe essere foriera di nuovi scontri e di nuovi disastri.

L'appello è congiuntamente rivolto al Primo ministro Rajoy, affinché, insieme alle altre forze politiche spagnole, porti avanti con tutte le loro forze il dialogo, perché la Spagna ha bisogno della sua integrità e dalla sua unità: una Spagna forte, con realtà interne forti e autonome dentro un'Europa ritrovata.

Questa è la nostra missione.

 
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