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Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 24 ottobre 2017 - Strasburgo Edizione rivista

Protezione dei giornalisti e difesa della libertà dei mezzi di comunicazione a Malta: il caso di Daphne Caruana Galizia (discussione)
MPphoto
 

  Gianni Pittella, a nome del gruppo S&D. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'uccisione di Daphne Caruana Galizia è un attacco alla democrazia europea. Ha detto bene Frans Timmermans: uccidere una giornalista per il suo lavoro vuol dire attaccare la libertà di informazione e di pensiero, che è un valore fondamentale dell'Unione europea. Chiunque abbia ordinato ed eseguito quest'attentato è un nemico dell'Europa. Dobbiamo prendere i responsabili il prima possibile: l'Europa e gli Stati membri mettano a disposizione degli inquirenti maltesi i migliori investigatori, lo hanno chiesto il primo ministro e il governo maltese.

Ma oltre alle verità giudiziarie c'è una risposta politica che interpella tutti noi. Quando, una settimana fa, ho visto le scene dell'attentato ho subito pensato al mio paese, all'Italia, alle bombe della mafia che uccisero i giudici Falcone e Borsellino. Quelle bombe segnarono un punto di svolta nella lotta contro la mafia siciliana e lo Stato italiano vinse la sua battaglia perché si dimostrò spietato e unito. Oggi c'è bisogno di essere uniti, tra di noi. Tutti coloro che amano la libertà di pensiero e la democrazia siano uniti in questa lotta.

E non è vero che il Parlamento europeo è stato silente su questi temi. Il Parlamento europeo ha istituito un anno fa una commissione d'inchiesta sui Panama leaks, che nel corso dei suoi lavori aveva incontrato Daphne. La scorsa settimana sono state approvate le prime conclusioni dell'inchiesta: battaglia contro la mafia internazionale, lotta contro il riciclaggio per stanare i flussi illegali (siamo uniti su questo!), black list dei paradisi fiscali e sanzioni per chi è complice di questi. Sono queste le cose che la commissione speciale ha chiesto e che l'Europa deve fare ora.

Dobbiamo difendere meglio la libertà di chi fa informazione, io condivido questo imperativo e questa preoccupazione. Il giornalismo, soprattutto quello di inchiesta, sarà sempre scomodo, deve essere scomodo, perché è contropotere e senza quel contropotere la democrazia e lo Stato di diritto sono più deboli. Abbiamo bisogno di poteri e contropoteri, questa è la democrazia.

Bisogna quindi creare le condizioni perché i giornalisti lavorino in tutta Europa e nel mondo – e nel mondo! Anche i giornalisti russi, ovunque – in condizioni di sicurezza, perché le loro fonti siano protette. Giusto stamattina abbiamo votato una risoluzione in cui chiediamo alla Commissione europea di presentare una proposta sugli informatori, sulla protezione degli informatori, che sono una fonte importante per scoprire i colpevoli.

Andiamo avanti su questa strada, e anch'io voglio salutare e dare il pensiero del mio gruppo politico, e anche mio personale, ai familiari di Daphne e ribadire che è un dovere morale, prima che politico, fare in modo che questa perdita così dolorosa e così efferata nel suo svolgimento non sia vana.

 
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