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Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 18 gennaio 2018 - Strasburgo Edizione rivista

Attuazione della direttiva sulle qualifiche professionali e necessità di riforma dei servizi professionali (discussione)
MPphoto
 

  Nicola Danti, relatore. – Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, oggi in Europa si contano più di 5 500 professioni regolamentate, a cui vanno aggiunte molte altre non oggetto di regolamentazione. Si tratta di un quadro che varia moltissimo da paese a paese – si va dalle 76 professioni regolamentate in Lituania fino alle 543 dell'Ungheria – e che coinvolge il 22 % della forza lavoro europea.

Con la relazione che presentiamo oggi per la discussione e il voto in quest'Aula, il Parlamento intende rispondere alla comunicazione della Commissione europea relativa alle raccomandazioni di riforme nei servizi professionali. Questa iniziativa va accolta con favore, avendo il merito di fornire una valutazione complessiva dello stato di attuazione di tale direttiva e una panoramica delle norme che nei differenti Stati membri si applicano ad architetti, ingegneri civili, contabili, avvocati, consulenti di proprietà industriale, agenti immobiliari e guide turistiche.

Dalla comunicazione emerge anzitutto l'esigenza di dare una piena attuazione alle disposizioni della direttiva. Nel mondo delle professioni c'è bisogno di maggiore mobilità e maggiore concorrenza e dal documento della Commissione emergono innegabilmente spazi di manovra rilevanti nella normativa degli Stati membri.

D'altra parte ritengo che qualsiasi valutazione sull'efficacia e la proporzionalità delle normative nazionali debba essere assunta tenendo in considerazione non solo fattori di carattere economico e quantitativo, come troppo spesso avviene ed emerge dalla lettura dei documenti della Commissione europea. Il legame diretto individuato tra riforme e crescita economica, tra deregulation e creazione di nuova occupazione, non può e non deve costituire l'unica stella polare per i decisori politici.

È importante ribadire invece che la qualità dei servizi professionali rappresenta uno dei fattori chiave per preservare il nostro modello sociale ed economico e per garantire la competitività della nostra economia. Per questo motivo occorre promuovere regole che, da una parte, sostengano l'accesso dei giovani al mondo del lavoro, la crescita e l'innovazione ma che, al contempo, tutelino la qualità dei servizi erogati, gli obiettivi di pubblico interesse e i consumatori. Al fine di valutare la regolamentazione delle professioni è necessaria dunque una combinazione di considerazioni economiche e di valutazioni politiche a difesa degli obiettivi pubblici generali, nel rispetto della non discriminazione e della proporzionalità previste nei trattati.

Per preservare un'alta qualità dei servizi professionali abbiamo tuttavia bisogno non solamente di un quadro normativo efficace e proporzionato a livello dell'Unione europea ma anche di politiche attive a sostegno delle professioni, soprattutto in relazione alle sfide poste dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione. Il libero professionista va considerato in una doppia dimensione: quella di professionista in senso stretto e quella di piccolo imprenditore. Occorrono dunque formazione permanente, servizi per favorire una maggiore mobilità intraeuropea e una maggiore propensione all'internazionalizzazione, una riduzione degli oneri burocratici e un più semplice accesso ai finanziamenti.

In particolare, va posta una forte attenzione all'impatto della digitalizzazione sui servizi professionali. Da una parte si possono certamente sottolineare le opportunità, dall'altra andranno attentamente valutati i risvolti in termini di occupazione e di qualità dei servizi erogati.

Cari colleghi, la competitività dell'Europa e la preservazione del nostro modello sociale, economico e culturale passano anche attraverso la tutela della qualità dei servizi professionali a beneficio di cittadini, imprese e autorità.

 
Last updated: 15 May 2019Legal notice - Privacy policy