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Onsdag den 28. februar 2018 - Bruxelles Revideret udgave

3. Erklæringer fra formanden
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  Presidente. – Da Presidente del Parlamento europeo, da cittadino, da giornalista, esprimo la mia più profonda indignazione e la mia ferma condanna per l'uccisione del giornalista slovacco Ján Kuciak e della sua compagna Martina Kušnírová, avvenuta nei pressi di Bratislava. È un nuovo, inaccettabile attacco alla libertà di stampa, che è un valore fondante della nostra democrazia. Questo omicidio avviene a pochi mesi dal tragico assassinio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia.

Ján Kuciak esercitava con passione e coraggio la sua professione. Nel corso della sua breve ma promettente carriera, stava conducendo inchieste su casi di finanziamenti sospetti ed evasione fiscale. Cercava con determinazione la verità, senza guardare in faccia a nessuno. La polizia ha dichiarato che quasi certamente è stato ucciso per fermare le sue inchieste.

A nome del Parlamento, voglio affermare con forza che abbiamo tutti il dovere di continuare la sua battaglia per la verità. Non è ammissibile oggi che all'interno dell'Unione europea un giornalista venga ucciso perché sta svolgendo la sua professione. Come possiamo condannare chi intimidisce e imprigiona i giornalisti ovunque nel mondo, se non riusciamo a garantire la libertà di stampa e la possibilità di svolgere in sicurezza il proprio lavoro ai giornalisti europei?

Conto sulle autorità slovacche affinché facciano tutto il possibile per arrivare alla verità, anche facendo appello alla cooperazione internazionale tra polizie. A nome del Parlamento europeo, posso assicurare che, come per Daphne Caruana Galizia, non smetteremo di levare la nostra voce, continuando a vigilare affinché tutti i colpevoli vengano assicurati alla giustizia.

Così come è accaduto per ricordare Daphne Caruana Galizia, vi chiedo di unirvi a me in un minuto di silenzio.

(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)

Purtroppo l'ultima settimana è stata densa di notizie negative.

Il gruppo terrorista di Boko Haram ha attaccato di nuovo una scuola nel Nord Est della Nigeria, e a seguito di questo attacco oltre cento ragazze sono scomparse. Si tratta di un rapimento che riporta alla mente il drammatico ricordo delle studentesse rapite nel Chibok, nel 2014.

Il Parlamento europeo condanna fortemente questo attacco e lancia un appello per la liberazione di queste ragazze. A ogni bambino andrebbe garantito il diritto di andare a scuola in un ambiente sicuro e libero. Il presidente Buhari lo ha definito un disastro nazionale, ma non ho timore a definirlo un disastro umanitario mondiale. Questo tragico evento dovrebbe spingerci ad impegnarci più concretamente a livello politico, finanziario e militare con i nostri partner africani nella lotta contro il terrorismo.

Vi devo altresì informare di un incidente che ha visto protagonista la nostra collega Ska Keller, qualche settimana fa in Bulgaria. L'on. Keller è stata oggetto di una dichiarazione del ministro Simeonov con la quale si chiedeva che fosse espulsa dal paese a causa della sua partecipazione a una manifestazione di protesta contro la costruzione di infrastrutture nel parco nazionale Pirin in Bulgaria. Appena informato di questo, sono immediatamente intervenuto presso il governo bulgaro e ho ricevuto assicurazione che le dichiarazioni di Simeonov non rappresentano la posizione del governo. L'incidente si è così risolto.

Voglio ribadire che la libertà di esprimere la propria opinione è un diritto fondamentale per qualsiasi cittadino dell'Unione europea, in particolare per chi, come l'on. Keller, è eletto dal popolo e rappresenta i cittadini. Questa libertà è il fondamento della nostra democrazia e comporta il diritto di dissentire, di manifestare e anche di protestare. Ringrazio il governo bulgaro per aver immediatamente preso le distanze da queste dichiarazioni e mi auguro che nel futuro simili episodi non si ripetano.

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI). – Monsieur le Président, j’apprécie énormément les propos que vous venez de tenir. Je regrette simplement que cette liberté d’expression ne soit pas respectée à l’intérieur même du Parlement. Je déplore, en particulier, que la commission juridique chargée d’examiner ces questions lève systématiquement l’immunité parlementaire des députés de la minorité quand il s’agit de l’expression de leur opinion dissidente, ce qui n’était pas le cas quand je suis entré dans cette institution où il était de règle que l’opinion politique soit exonérée de toute poursuite, dès lors qu’elle était poursuivie par des adversaires politiques et exprimée par le parlementaire.

Aujourd’hui, nous vivons une situation bien différente où, dans l’enceinte même de ce Parlement européen, d’ailleurs, des députés sont sanctionnés, non pas en raison de la perturbation qu’ils apportent aux travaux de l’Institution, mais en raison des propos qu’ils ont tenus, si contestables qu’ils soient, ce qui me paraît tout à fait contraire, précisément, à l’essence même de la vie parlementaire. Je vous remercie de m’avoir entendu, Monsieur le Président.

 
  
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  Cécile Kashetu Kyenge (S&D). – Signor Presidente, La ringrazio per aver riportato in quest'Aula la storia delle ragazze di Boko Haram. Volevo rivolgere un altro appello a questo Parlamento: combattere il terrore. Lo dobbiamo fare investendo di più nell'istruzione e soprattutto nell'educazione. Questo Parlamento si è impegnato tantissimo nella lotta contro Boko Haram, contro il rapimento delle ragazze. Io insisto affinché questo appello non rimanga nel vuoto. Investiamo contro il terrore, con più istruzione ed educazione.

 
  
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  Presidente. – Si sta per aprire il dibattito sul prossimo QFP, quindi credo che il Parlamento farà ascoltare la sua voce anche per quanto riguarda tutte le iniziative importanti che dovremo avviare nel continente africano.

 
  
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  Λευτέρης Χριστοφόρου (PPE). – Κύριε πρόεδρε, είμαι υποχρεωμένος από αυτό το βήμα, το ισχυρό βήμα του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου που εκφράζει τη βούληση και τη θέληση όλων των λαών της Ευρώπης, από το Ευρωκοινοβούλιο που είναι θεματοφύλακας και προασπιστής των ανθρωπίνων δικαιωμάτων θεσμών αρχών και αξιών, να καταγγείλω μία χώρα η οποία θέλει να γίνει και μέλος της Ευρωπαϊκής Ένωσης, μία χώρα που διαρκώς παραβιάζει κάθε αρχή, κάθε κανόνα δικαίου των ανθρωπίνων Δικαιωμάτων, θέσεις και αρχές της Ευρωπαϊκής Ένωσης, που παραβιάζει τα ανθρώπινα δικαιώματα στην ίδια τη χώρα της, που εισβάλλει στο Afrin, που κατέχει εδώ και 43 χρόνια χώρα-μέλος της Ευρωπαϊκής Ένωσης και που αυτές τις μέρες εισέβαλε παράνομα, πειρατικά και τρομοκρατικά στην Κυπριακή Αποκλειστική Οικονομική Ζώνη, παρεμποδίζοντας τις έρευνες για ανεύρεση φυσικού αερίου στα χωρικά ύδατα της Κύπρου και στη δική μας Αποκλειστική Οικονομική Ζώνη, παρεμποδίζοντας το ιταλικών συμφερόντων Saipem 12000 να προχωρήσει στη διερεύνηση των ενεργειακών πόρων στο Οικόπεδο 3, το οποίο είναι αδειοδοτημένο.

Χρησιμοποίησε πολεμικό στόλο και, με πειρατικό τρόπο, έξι πολεμικά πλοία της Τουρκίας μπλόκαραν και παρεμπόδισαν την ΕΝΙ στην άσκηση των νόμιμων δικαιωμάτων της και την Κυπριακή Δημοκρατία στην άσκηση των κυριαρχικών της δικαιωμάτων. Θέλω να εκφράσω καταρχήν τις απεριόριστες ευχαριστίες του κυπριακού λαού για την άμεση παρέμβαση του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου και εσάς για την καταδίκη της Τουρκίας, όμως, εδώ στο Ευρωπαϊκό Κοινοβούλιο, πρέπει να πούμε στην Τουρκία «Ως εδώ και μη παρέκει!» διότι δεν μπορεί με αυτόν τον τρόπο να πλήττει τα συμφέροντα όχι μόνο μιας χώρας μέλους της Ευρωπαϊκής Ένωσης αλλά τα συμφέροντα της ίδιας της Ευρωπαϊκής Ένωσης. Τα ενεργειακά αποθέματα είναι αποθέματα της Ευρωπαϊκής Ένωσης και οφείλει να τα υπερασπιστεί. Οι εταιρείες που δραστηριοποιούνται στην Κύπρο είναι η Τotal και η ΕNI, ευρωπαϊκών συμφερόντων, και οφείλει η Ευρωπαϊκή Ένωση να τα υπερασπιστεί. Η Τουρκία δεν καταλαβαίνει άλλη γλώσσα από τη γλώσσα των κυρώσεων και οφείλουμε όλοι εμείς εδώ να πούμε στην Τουρκία ότι, με τέτοιες πειρατικές ενέργειες, δεν μπορεί να ζητά αναβάθμιση τελωνειακής ένωσης, δεν μπορεί να ζητά την απελευθέρωση των θεωρήσεων και δεν μπορεί να έχει μέλλον μέσα στην Ευρωπαϊκή Ένωση.

 
  
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  Presidente. – Il Parlamento ha sempre fatto sentire forte e alta la sua voce per difendere l'indipendenza di Cipro e per far rispettare il diritto sempre e comunque, anche a un paese candidato quale è la Turchia. Sono intervenuto personalmente e ho chiamato il Presidente della Repubblica di Cipro per esprimergli la mia solidarietà.

 
  
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  Liliana Rodrigues (S&D). – Senhor Presidente, Senhor Comissário, devido à situação que se vive na Venezuela cerca de oito mil cidadãos de origem europeia regressaram a uma região ultraperiférica da Europa, a Região Autónoma da Madeira.

Gostaria de saber, e aproveito estar cá, Sr. Comissário, que apoios e medidas tem a Comissão disponíveis para ajudar esta região, que é tão pequena e que recebe tantos migrantes e que, desde ontem, está a ser fustigada por uma grande tempestade.

 
  
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  Presidente. – Dovremo chiederlo alla Commissione europea, che è già impegnata con una strategia per l'immigrazione, e credo che anche nel prossimo QFP ci sarà un impegno, da parte di tutti noi, per affrontare la questione dell'immigrazione – quella legale, quella illegale, i rifugiati – e anche una particolare attenzione all'Africa.

 
Seneste opdatering: 13. april 2018Juridisk meddelelse - Databeskyttelsespolitik