Attuazione della direttiva sull'ordine di protezione europeo (discussione)
Lara Comi (PPE). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio anch'io fortemente sia Soraya sia Teresa, le nostre relatrici. Penso che questo sia per me oggi un discorso complicato e difficile, perché non parlo da parlamentare ma parlo da donna, donna che ha subito una violenza psicologica, perché parliamo di violenza non solo fisica, ma anche psicologica. E io stessa parlo a nome di tante donne che hanno beneficiato di un provvedimento di non avvicinamento della persona, la cui validità è però circoscritta al solo paese di residenza.
Allora l'ordine di protezione europeo dovrebbe essere automatico: perché bisogna fare una richiesta aggiuntiva? Nel momento in cui uno Stato – Italiano, Francia, Germania – effettua un provvedimento di non avvicinamento, questo deve valere in tutta Europa automaticamente; perché si devono fare ulteriori richieste?
In secondo luogo, le donne devono continuare a denunciare. Perché questo è il problema: le donne non denunciano e non riconoscono quella che è effettivamente una violenza, perché lasciano passare. Quindi io sono convinta che sia necessario un approccio di comunicazione e di conoscenza ancora più forte.
Qui a livello europeo lo possiamo fare, come dobbiamo farlo in ogni Stato membro e concludo dicendo che sì, esiste il mercato interno, esiste la libera circolazione delle persone ma dobbiamo anche attivarci sull'ordine di protezione europeo.