Fabio Massimo Castaldo (EFDD). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, lo scorso 10 settembre è stato liberato su cauzione Kem Sokha, leader dell'opposizione cambogiana, arrestato con l'accusa di tradimento nonostante godesse dell'immunità parlamentare, e detenuto senza processo in maniera arbitraria per più di un anno. Come lui, tanti altri oppositori politici, attivisti e giornalisti sono finiti nel mirino di Hun Sen, il Primo ministro sempre più determinato a prolungare i suoi 33 anni al potere.
In un clima solo apparentemente democratico, il regime cleptocratico di Hun Sen ha censurato la rete e imbavagliato la stampa, assestando un duro colpo all'ultima parvenza di democraticità con la farsa delle ultime elezioni.
Quello che noi dobbiamo fare, cari colleghi, è sospendere immediatamente ogni forma di aiuto che non sia garantita dalle organizzazioni internazionali, e prendere finalmente la decisione di avere un atteggiamento consono nei confronti di questi regimi che ancora oggi intrattengono con noi rapporti commerciali, anche a tassi vantaggiosi, senza lasciare che le egoistiche ambizioni di un uomo rovinino il sogno e il bisogno di democrazia dei cittadini cambogiani che ancora escono e sanano le ferite del terribile periodo dei Khmer rossi.