Riforma della politica dell'UE in materia di asilo e migrazione alla luce della perdurante crisi umanitaria nel Mediterraneo e in Africa (discussione)
Elly Schlein (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, mi sarei aspettata che il Consiglio iniziasse l'intervento chiedendo scusa alle 49 persone e agli equipaggi di Sea Watch e Sea Eye, che avete tenuto ostaggio di un braccio di ferro tra Stati per venti giorni.
E invece non li ha nominati e ha fatto il solito bollettino di quanto siano diminuiti i flussi, ma se solo questo è il vostro obiettivo, qual è il prossimo passo? Sparare direttamente sui barconi? È vergognoso che né il governo maltese, né quello italiano, né nessun altro abbiano concesso un porto sicuro per venti giorni, violando il diritto internazionale.
E chi ci assicura che non succeda di nuovo domani? Invece di andare avanti sembra di tornare indietro: nel 2015 i governi si erano impegnati a fare 160 000 ricollocamenti, in due anni ne hanno fatti poco più di 30 000 e oggi ci sono voluti venti giorni per decidere su 49 persone.
Serve una soluzione strutturale e ci sarebbe già: è la riforma di Dublino votata a maggioranza di due terzi da questo Parlamento, che condivide in modo equo le responsabilità, obbligando ogni Stato membro a fare la propria parte sull'accoglienza e valorizzando i legami significativi dei richiedenti con i vari paesi.
Governi, fate il vostro lavoro e approvate questa riforma, altrimenti spiegherete voi ai cittadini europei perché la vostra inerzia e il vostro egoismo rischiano di farla finire in un cassetto. E agli ipocriti, come il collega Borghezio, chiedo con che faccia oggi si lamenti dei mancati ricollocamenti, visto che in quest'Aula avete votato contro e che sulla riforma di Dublino vi siete astenuti.
(Proteste fuori microfono da parte di Mario Borghezio)