Proposta di risoluzione - B6-0083/2007Proposta di risoluzione
B6-0083/2007

PROPOSTA DI RISOLUZIONE

7.3.2007

presentata a seguito dell'interrogazione orale B6-0009/07
a norma dell'articolo 108, paragrafo 5, del regolamento
da Jean-Marie Le Pen, Petre Popeangă, Dimitar Stoyanov, Luca Romagnoli e Lydia Schenardi
a nome del gruppo ITS
sull'eventuale riforma degli strumenti di politica commerciale dell'Unione europea

B6-0083/2007

Risoluzione del Parlamento europeo sull'eventuale riforma degli strumenti di politica commerciale dell'Unione europea

Il Parlamento europeo,

–  visto il Libro verde della Commissione europea, con le 32 domande che esso solleva, adottato il 6 dicembre 2006 e la consultazione pubblica lanciata in tale occasione,

–  visto l'articolo 108, paragrafo 5, del suo regolamento,

A  ritenendo che i principali strumenti di difesa commerciale dell'Unione europea (misure antidumping, misure antisovvenzioni, clausole di salvaguardia) siano insufficienti o poco rispondenti alla globalizzazione e alla politica commerciale aggressiva di taluni Stati,

B.  ricordando che le delocalizzazioni di imprese sono una realtà quotidiana che inizia a interessare i paesi dell'Europa centrale e orientale con il diminuire dei loro vantaggi comparativi,

C.  ricordando che l'Unione europea è il primo importatore di prodotti agricoli (il 70% delle importazioni comunitarie proviene dai paesi in via di sviluppo) e che importa da tali paesi più prodotti agricoli di quanti ne importino insieme Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda,

D.  reputando che gli importatori e i distributori non debbano imporre la propria logica economica né agli Stati membri né ai produttori, né tanto meno ai consumatori che, spesso, fanno calcoli a breve termine,

1.  ritiene che l'Unione europea debba praticare una qualche forma di protezionismo, come la maggior parte dei suoi concorrenti, per impedire la scomparsa o la delocalizzazione della sua agricoltura, delle sue industrie e, in futuro, dei suoi servizi;

2.  reputa sorprendente che la Commissione europea abbia pubblicato il suo Libro verde alcuni mesi prima della scadenza del mandato negoziale americano ("fast track") a fine giugno, affidato dal Congresso al Presidente;

3.  ricorda che i negoziati in seno all'OMC devono essere globali e che un accordo non può essere conseguito senza alcune concessioni da parte dei paesi emergenti sui prodotti industriali e manufatti (NAMA);

4.  mette in guardia il commissario responsabile del Commercio estero Mandelson dal fare qualsiasi concessione unilaterale in ambito agricolo che superi il mandato negoziale affidatogli dagli Stati membri il 28 ottobre 2005;

5.  ritiene che l'istituzione a livello mondiale di dazi doganali rimborsabili, deducibili e modulabili costituisca l'unica soluzione al problema della globalizzazione e della differenza dei costi di produzione;

6.  reputa che spetti agli Stati Uniti presentare proposte costruttive, specie in ambito agricolo, concernenti la riduzione delle loro sovvenzioni e la trasparenza nella concessione di aiuti di vario tipo;

7.  ricorda che la "preferenza comunitaria" è alla base della PAC e deve essere difesa da parte sia della Commissione europea sia degli Stati membri;

8.  deplora la politica ultraliberale della Commissione europea che, mediante la soppressione dei dazi doganali e di altre tasse con effetto equivalente, condanna i produttori, le imprese e i servizi europei a subire un dumping salariale, sociale, fiscale e ambientale, inaccettabile e intollerabile;

9.  ricorda che il principio di reciprocità in materia di concessioni tariffarie e non tariffarie deve costituire una delle regole alla base del funzionamento dell'OMC;

10.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione europea, al Consiglio e agli Stati membri.