Proposta di risoluzione - B6-0273/2007Proposta di risoluzione
B6-0273/2007

PROPOSTA DI RISOLUZIONE

4.7.2007

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 103, paragrafo 2, del regolamento
da Pasqualina Napoletano, Véronique De Keyser e Hannes Swoboda
a nome del gruppo PSE
sulla situazione in Medio Oriente

Procedura : 2007/2560(RSP)
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B6-0273/2007
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B6-0273/2007
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B6‑0273/2007

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Medio Oriente

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sul Medio Oriente, in particolare quelle del 7 settembre 2006 sulla situazione in Medio Oriente, del 16 novembre 2006 sulla situazione nella Striscia di Gaza e del 21 giugno 2007 sul programma MEDA e l'aiuto finanziario alla Palestina - valutazione, attuazione e controllo,

–  viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU nn. 242 (1967), 338 (1973), 1559 (2004), 1701 (2006) e 1757 (2007),

–  viste le conclusioni adottate dal Consiglio "Relazioni esterne" nella sessione del 18 giugno 2007,

–  vista le dichiarazioni del Quartetto del 16 giugno e 27 giugno 2007,

–  visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che, in concomitanza con il quarantesimo anniversario della guerra che si concluse con l'occupazione da parte di Israele della Striscia di Gaza, della Cisgiordania e delle Alture del Golan, il Medio Oriente è funestato da numerosi conflitti e dalla mancanza di risultati negli sforzi per raggiungere una pace giusta e durevole tra gli israeliani e i palestinesi e tra Israele e i paesi arabi,

B.  considerando che il drammatico deterioramento della situazione economica e sociale nei territori palestinesi occupati ha provocato una crisi umanitaria profonda a Gaza, con gravi conseguenze politiche,

C.  considerando che il governo di unità nazionale palestinese, formato sulla base dell'accordo della Mecca dell'8 febbraio 2007, è stato sciolto dal Presidente Abbas dopo la presa del potere da parte di Hamas a Gaza e che il Presidente Abbas ha dichiarato lo stato di emergenza e insediato un governo d'emergenza guidato dal Primo Ministro Fayyad,

D.  considerando che le restrizioni alla circolazione di merci e di persone, la costruzione del muro di separazione, il blocco sulle entrate fiscali e doganali e la decisione del Quartetto di sospendere gli aiuti diretti all'Autorità nazionale palestinese hanno contribuito ad inasprire la crisi, nonostante il Meccanismo internazionale temporaneo (MIT) e l'aumento degli aiuti a progetto concessi dall'UE,

E.  considerando che il Consiglio ha dichiarato che l'Unione europea riprenderà immediatamente le normali relazioni con l'Autorità palestinese e predisporrà le condizioni per un'assistenza concreta e finanziaria urgente, compreso il sostegno finanziario diretto al governo, il sostegno alla polizia civile palestinese con la ripresa di EUPOL COPPS e il rilancio della missione UE di assistenza alle frontiere a Rafah,

F.  considerando che il rilancio dell'iniziativa di pace araba al Vertice di Riyadh della Lega araba del 29 marzo 2007 ha offerto una nuova opportunità credibile per un assetto globale di pace nella regione dopo decenni di guerre e conflitti tra israeliani e palestinesi e Israele e i paesi arabi,

G.  considerando che esiste il rischio che la situazione in Libano si deteriori ulteriormente a seguito della recente esplosione di violenza, che ha causato la morte di molti civili, dell'attacco contro UNFIL, che ha provocato la morte di sei soldati, e dell'assassinio di Walid Eido,

H.  considerando che la situazione di emergenza mette ancora una volta in evidenza lo stato in cui si trovano i rifugiati palestinesi in Libano,

I.  considerando che il 30 maggio 2007 il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha approvato la risoluzione 1757 che, al capitolo VII, istituisce un tribunale internazionale competente a giudicare coloro che nel 2005 hanno assassinato il Primo Ministro libanese Rafiq al-Hariri e perpetrato una serie di altri omicidi politici in Libano,

1.  esprime la sua profonda preoccupazione per le possibili gravi conseguenze dell'attuale crisi in Medio Oriente, compresi ulteriori attacchi militari e terroristici, e una crescente radicalizzazione, che compromette la fragile situazione politica nella regione;

2.  chiede la ripresa del dialogo politico interno tra i palestinesi in vista della formazione di un nuovo governo, in uno spirito di riconciliazione e di unità nazionale e al fine di impedire la divisione geografica e politica della Cisgiordania e di Gaza;

3.  sottolinea che l'appoggio dato dalla comunità internazionale al Presidente Abbas deve essere accompagnato da un piano politico concreto e realistico che porti ad un accordo su uno status permanente, con la prospettiva di una soluzione globale e duratura, basata sull'esistenza di due Stati sovrani democratici e vitali, che vivano pacificamente l'uno accanto all'altro, all'interno di frontiere sicure e internazionalmente riconosciute, conformemente alle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU;

4.  sottolinea che l'Unione europea e la comunità internazionale dovrebbero impegnarsi al massimo per garantire la messa a disposizione degli aiuti umanitari e d'emergenza alla popolazione di Gaza che non devono abbandonare a se stessa;

5.  invita il Consiglio e la Commissione a coinvolgere le autorità locali nella distribuzione degli aiuti umanitari per potenziarne l'efficienza a beneficio della popolazione;

6.  si compiace del fatto che il Quartetto abbia prorogato fino alla fine di settembre 2007 il Meccanismo internazionale temporaneo nonché della ripresa degli aiuti finanziari diretti all'Autorità nazionale palestinese; chiede un maggior appoggio regionale e internazionale;

7.  prende atto del fatto che il governo israeliano ha deciso di ricominciare a trasferire parzialmente le entrate fiscali e doganali bloccate; chiede il trasferimento pieno e regolare di tali entrate;

8.  sottolinea che israeliani e palestinesi dovrebbero adottare una serie di misure volte a rafforzare la fiducia, con l'assistenza della comunità internazionale, compresa l'immediata liberazione di tutti i ministri, legislatori e sindaci palestinesi incarcerati e del caporale israeliano Gilad Shalit; si compiace della liberazione del giornalista della BBC Alan Johnston che considera un positivo passo avanti;

9.  considera la dimensione e l'approccio regionale il fondamento di tutti gli sforzi volti a trovare una soluzione pacifica durevole nel Medio Oriente, ricordando che né pregiudiziali, né unilateralismo sono d'aiuto in tale contesto; ritiene che il ruolo e il dialogo con la Siria sia uno dei fattori chiave; ribadisce la speranza che tutti gli sforzi intesi a ripristinare il dialogo tra la Siria, i paesi limitrofi e la comunità internazionale abbiano esito positivo;

10.  chiede al Consiglio e alla Commissione di offrire tutti i mezzi necessari a mettere in grado il tribunale internazionale competente a giudicare gli assassini del primo ministro libanese Rafiq al-Hariri e le vittime di una serie di altri omicidi politici in Libano di operare con efficacia ed espletare il proprio mandato; sollecita tutte le parti libanesi ad appoggiare detto tribunale, e la Siria a cooperare pienamente alla sua attività;

11.  apprezza il fatto che, nonostante la recente ondata di violenza provocata da reti terroristiche esterne, il governo libanese e i partiti politici siano riusciti ad evitare un ulteriore inasprimento e l'escalation della crisi politica interna; ribadisce l'importanza del ruolo di UNIFIL;

12.  sottolinea che la stabilità politica in Libano non può essere costruita né sulla violenza, né sugli influssi esterni, ma bensì su un dialogo politico interno che rafforzi il governo; chiede nuovamente il rilancio del dialogo di unità nazionale volto ad appianare le divergenze e a prevenire un vuoto di governo nella fase precedente le elezioni presidenziali previste per l'autunno di quest'anno; accoglie con favore tutte le iniziative mirate ad agevolare detto dialogo;

13.  esorta il governo libanese a compiere ogni sforzo per porre fine a tutte le forme di discriminazione contro i profughi palestinesi; sollecita, a tale riguardo, il Consiglio e la Commissione a fornire la necessaria assistenza nel quadro del piano d'azione;

14.  chiede l'immediata liberazione dei due soldati israeliani rapiti Eldad Regev ed Ehud Goldwasser;

15.  sottolinea l'importanza del piano arabo e dell'opportunità che offre di intensificare la cooperazione fra il Quartetto, la Lega araba e i paesi della regione;

16.  esorta il Consiglio a garantire che l'Unione europea faccia sentire la propria voce, sempre nel quadro del Quartetto, negli sforzi intesi a rilanciare negoziati veri e propri sui vari percorsi del processo di pace nel Medio Oriente; sottolinea che non è necessario affrontare tutti questi percorsi in contemporanea ma che essi sono strettamente collegati tra loro; afferma che, sullo sfondo di questo orizzonte, l'organizzazione di una conferenza internazionale di pace per il Medio Oriente dovrebbe diventare una prospettiva concreta;

17.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all'Alto rappresentante della PESC, al Presidente dell'Autorità palestinese, al Consiglio legislativo palestinese, alla Knesset e al governo israeliano, al Parlamento e al governo del Libano, al Parlamento e al governo della Siria nonché al Segretario generale della Lega degli Stati arabi.