Proposta di risoluzione - B7-0159/2009Proposta di risoluzione
B7-0159/2009

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sugli atti di pirateria al largo della Somalia

23.11.2009

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Izaskun Bilbao Barandica, Jeanine Hennis-Plasschaert, Johannes Cornelis van Baalen, Marielle De Sarnez, Ramon Tremosa I Balcells a nome del gruppo ALDE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0158/2009

Procedura : 2009/2780(RSP)
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B7-0159/2009
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B7-0159/2009
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B7‑0159/2009

Risoluzione del Parlamento europeo sugli atti di pirateria al largo della Somalia

Il Parlamento europeo,

–   vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2008 sugli atti di pirateria in mare[1],

–   vista la sua risoluzione del 20 maggio 2008 su una politica marittima integrata per l'Unione europea[2],

–   vista la sua risoluzione del 19 giugno 2008 sulle uccisioni sistematiche di civili in Somalia[3],

–   viste le conclusioni delle riunioni del Consiglio Affari generali del 15 settembre 2008 (13028/2008) e del 15 giugno 2009,

–   viste le conclusioni delle riunioni del Consiglio Relazioni esterne del 26 maggio 2008 (9868/2008) e del 27 luglio 2009,

–   viste l'azione comune 2008/749/PESC del Consiglio, del 19 settembre 2008, relativa all'azione di coordinamento militare dell'Unione europea a sostegno della risoluzione 1816 (2008) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (EU NAVCO)[4] e la risoluzione 1838 (2008) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,

–   viste la risoluzione n. 1846 (2008) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,

–   vista la convenzione delle Nazioni Unite del 1988 per la repressione dei reati contro la sicurezza della navigazione marittima,

–   viste le risoluzioni 1846 (2008) del 15 maggio 2008 e 1816 (2008) del 2 giugno 2008 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite relative alla situazione in Somalia,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che la Somalia, uno Stato in perenne dissesto, è funestata da una delle più gravi crisi umanitarie e di sicurezza, che è stata ulteriormente peggiorata dalla pirateria nella regione; che gli atti di pirateria e rapina a mano armata sono dovuti al continuo conflitto e all'instabilità politica della Somalia,

B.  considerando che la minaccia della pirateria è ancora presente nel Golfo di Aden e al largo delle coste della Somalia, che dal gennaio 2008 sono stati perpetrati 336 attacchi, 225 nel Golfo di Aden e 111 al largo delle coste, che vi è stato un aumento significativo del numero di attacchi riusciti di pirateria nel corso degli ultimi tre anni e quindi della presa di ostaggi e del sequestro di navi,

C. considerando che gli attacchi e i rapimenti hanno interessato numerosi pescherecci battenti bandiera europea, con il sequestro di diverse navi tonniere spagnole a partire dal 2008, l'ultima delle quali è stata la tonniera Alakrana il 2 ottobre 2009,

D. considerando che il 9 giugno 2008 è stato firmato a Gibuti un accordo di condivisione del potere, che mira ad avviare un'ampia riconciliazione nazionale e a creare un'alleanza politica forte e inclusiva in grado di garantire la pace, di riconciliare il paese e di ristabilire un'autorità statale centrale,

E.  considerando che nel codice di condotta adottato a Gibuti il 26 gennaio 2009 da 17 Stati dell'Oceano Indiano occidentale, del Golfo di Aden e di regioni del Mar Rosso, sotto l'autorità dell'OMI, che riconosce la portata del problema della pirateria e delle rapine a mano armata contro le navi nella regione, i firmatari dichiarano la loro intenzione di collaborare, nella massima misura possibile e coerentemente con il diritto internazionale, nella repressione della pirateria e delle rapine a mano armata contro le navi,

F.  considerando che l'Unione europea si è impegnata a destinare oltre 40 milioni di euro a titolo del Fondo europeo di sviluppo per sostenere la polizia somala; che l'Unione si è impegnata a fornire oltre 60 milioni di euro all'AMISOM (missione militare dell'Unione africana in Somalia) a titolo del Fondo per la pace in Africa,

G. considerando che l'8 dicembre 2008 l'Unione europea ha lanciato la sua prima operazione marittima denominata EuNavFor Atalanta, con l'obiettivo di affrontare il problema della pirateria e proteggere i convogli marittimi del PAM e altre navi mercantili che solcano le acque al largo della Somalia,

H. considerando che fino al 2008 gli attacchi dei pirati prendevano di mira non solo le navi mercantili, ma anche i pescherecci, e si sono poi concentrati sulle barche da pesca europee,

I.   considerando che il 17 novembre 2009 il Consiglio ha approvato un "Concetto di gestione delle crisi" su una eventuale missione PESD per contribuire ulteriormente alla formazione del governo federale di transizione (GFT),

1.  sottolinea che la pirateria in alto mare compromette gravemente la situazione della sicurezza e danneggia seriamente la fornitura di aiuti alimentari in una situazione umanitaria già critica;

2.  accoglie con favore l'invio di navi e aerei dell'UE per l'operazione Atalanta volta a combattere la pirateria e la sua efficacia in una ristretta area del Golfo di Aden, ma invita gli Stati membri e la Commissione ad agire nel resto della zona in cui è presente il pericolo, tenendo conto in particolare del fatto che a sud e a est della Somalia viene praticata da pescherecci battenti bandiere della Comunità una pesca legittima e regolamentata, fuori dalle acque della Somalia (200 miglia);

3.  invita gli Stati membri a considerare i pescherecci come imbarcazioni vulnerabili a causa delle loro particolari caratteristiche (reti da pesca che rendono più facile per i pirati salire a bordo) e della loro presenza permanente nella zona delle attività di pirateria, e ad offrire quindi una protezione a titolo dell'operazione Atalanta;

4.  sostiene vivamente il processo di Gibuti per la pace e la riconciliazione; chiede un approccio globale alla situazione in Somalia, che colleghi la sicurezza allo sviluppo, allo stato di diritto e al rispetto dei diritti dell'uomo e del diritto umanitario internazionale;

5.  invita il GFT, guidato dal presidente Sheikh Sharif Sheikh Ahmed, a proseguire i suoi sforzi per migliorare le condizioni di vita della popolazione, in particolare nel settore della sicurezza e della fornitura dei servizi di base;

6.  invita il TFG, in collaborazione con le Nazioni Unite e l'Unione africana, a considerare gli atti di pirateria e le rapine a mano armata compiuti al largo della costa somala contro imbarcazioni che trasportano aiuti umanitari alla stregua di atti criminali i cui responsabili devono essere processati;

7. si compiace del sostegno finanziario dell'UE al settore della sicurezza in Somalia nel campo della formazione della polizia e del rafforzamento delle capacità; sottolinea tuttavia l'importanza dell'adesione e dell'impegno del GFT nella creazione di un settore della sicurezza vitale e sostenibile;

8.  invita la comunità internazionale ad agire con decisione a terra per impedire il lancio delle cosiddette navi madre e di piccole imbarcazioni;

9.  raccomanda vivamente che l'UE sostenga i tentativi del GFT di migliorare le infrastrutture di base per le attività di pesca, la conservazione delle risorse marine e la gestione dei rifiuti, al fine di incoraggiare un'occupazione in grado di ridurre il reclutamento di giovani nelle attività di pirateria e di milizia, nella consapevolezza soprattutto che i pirati sono sempre più organizzati e moltiplicano le loro attività come il traffico di esseri umani, di droga e di armi;

10. chiede il coordinamento di tutte le forze internazionali (UE, NATO, USA, ecc.) per trovare una soluzione che ponga fine alla pirateria,

11. invita gli Stati membri, ispirandosi al modello francese, a studiare attentamente la possibilità di disporre di forze militari a bordo delle navi da carico e delle navi da pesca, soluzione che ha dimostrato efficacia e flessibilità nella sua attuazione; invita inoltre gli Stati membri a costituire una forza militare europea a tale scopo;

12. invita gli Stati membri e la Commissione a rispettare la raccomandazione OMI del 26 giugno 2009 di non autorizzare a bordo società private di sicurezza, e a esaminare le disposizioni di legge nonché le conseguenze giuridiche connesse alla presenza a bordo di dipendenti di tali società;

13. invita la Commissione a esercitare pressione sugli Stati membri perché mettano a punto una soluzione giuridica duratura in materia di processi ai pirati, e a esaminare le varie opportunità di processarli nei in paesi stabili vicino alla Somalia;

14. deplora che il 35-40% delle navi nella zona non siano registrate presso l'organo centrale di coordinamento della sicurezza marittima, per cui queste navi non sono a conoscenza delle minacce specifiche alla sicurezza; chiede pertanto agli Stati membri di garantire che tutte le loro navi siano registrate;

15. invita gli Stati membri e la Commissione a tener conto degli equipaggi europei che lavorano su navi battenti bandiere di comodo;

16. invita gli Stati membri a studiare la possibilità di formare equipaggi e pescatori, così come i media, in caso di presa di ostaggi; chiede un'attività congiunta delle istituzioni al fine di ottenere un cambiamento di mentalità dell'opinione pubblica nei confronti dei pirati somali, che svolgono un'attività criminale assai redditizia;

17. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.