PROPOSTA DI RISOLUZIONE su una soluzione politica alla pirateria al largo delle coste della Somalia
23.11.2009
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento
Sabine Lösing, Willy Meyer, Ilda Figueiredo a nome del gruppo GUE/NGL
B7‑0162/2009
Risoluzione del Parlamento europeo su una soluzione politica alla pirateria al largo delle coste della Somalia
Il Parlamento europeo,
– vista la risoluzione n. 1816 del Consiglio di sicurezza dell'ONU, del 2 giugno 1968,
– viste le conclusioni del Consiglio del dicembre 2008 e del luglio 2009,
– vista la Conferenza internazionale a sostegno delle istituzioni di sicurezza somale e della missione dell'Unione africana in Somalia (AMISOM), svoltasi il 23 aprile 2009 a Bruxelles,
– viste le relazioni dell'Ufficio marittimo internazionale della Camera di commercio internazionale concernenti la pirateria e le rapine a mano armata contro le navi pubblicate nel 2009,
– viste le conclusioni del Consiglio "Affari generali e relazioni esterne" del 17 novembre 2009,
– visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che la situazione politica, sociale, economica e umanitaria in Somalia esige una speciale e ininterrotta attenzione da parte della comunità internazionale, al fine di sostenere il processo di pace, la ripresa e la ricostruzione del paese,
B. considerando che 1,5 milioni di persone dipendono dal Programma alimentare mondiale per il loro fabbisogno quotidiano;
C. considerando che in occasione della Conferenza svoltasi nell'aprile 2009 a Bruxelles erano stati promessi quasi 213 milioni di dollari per sostenere il nuovo Governo federale transitorio della Somalia nel processo verso la pace e la stabilità, dei quali soltanto 40 milioni sono stati erogati,
D. considerando che la risoluzione n. 1816 del Consiglio di sicurezza dell'ONU permette l'accesso alle acque territoriali della Somalia agli Stati che cooperano con il governo transitorio del paese, allo scopo di reprimere gli atti di pirateria e di rapina a mano armata in mare, conformemente alle pertinenti disposizioni del diritto internazionale,
E. considerando che l'operazione ATALANTA/EUNAVFOR è stata lanciata l'8 dicembre 2008 ed è divenuta pienamente operativa nel febbraio 2009, con l'incarico di contribuire a proteggere le navi del Programma alimentare mondiale che forniscono aiuti alimentari agli sfollati in Somalia, proteggere le imbarcazioni indifese che fanno rotta nel golfo di Aden e al largo delle coste somale nonché prevenire e reprimere gli atti di pirateria e di rapina a mano armata al largo delle coste somale,
F. considerando che la missione dell'Unione africana in Somalia (AMISOM) è principalmente finanziata dallo Strumento per la pace in Africa, a sua volta finanziato da risorse provenienti dalla dotazione del nono Fondo europeo di sviluppo dedicato allo sviluppo a lungo termine,
G. considerando che, data la grave situazione in Somalia, i ministri della Difesa dell'Unione europea riuniti a Göteborg alla fine di settembre 2009 hanno deciso di inviare una missione UE incaricata di attuare una riforma del settore della sicurezza nel paese; che il 17 novembre 2009 hanno approvato un piano di gestione della crisi per una eventuale missione nell'ambito della Politica europea di sicurezza e di difesa (PESD) volta a contribuire all'addestramento delle forze di sicurezza del Governo federale transitorio e hanno richiesto una maggiore pianificazione, fatte salve le decisioni successive su un'eventuale azione nell'ambito della PESD,
H. considerando che da quando è stata avviata l'operazione ATALANTA/EUNAVFOR gli attacchi nelle acque territoriali della Somalia si sono quintuplicati e interessano un'area marittima molto più ampia,
I. considerando che, stando alle relazioni dell'Ufficio marittimo internazionale, gli attacchi sono aumentati passando da 19, nel primo semestre 2008, a 100, nel primo semestre 2009,
J. considerando che il governo della Somalia ha dovuto rinunciare alla guardia costiera per mancanza di risorse finanziarie a causa della crisi internazionale del debito; che questo ha creato un vuoto di cui ha beneficiato la pesca illegale nelle acque territoriali somale e costituisce una delle ragioni principali per cui i pescatori somali hanno perso la loro fonte di sussistenza,
1. afferma che non vi può essere soluzione militare alla crisi in Somalia;
2. chiede a tutti i paesi vicini di astenersi dall'intervenire in Somalia;
3. chiede alla Commissione e al Consiglio di incoraggiare il processo di riconciliazione tra le parti coinvolte nella guerra civile in atto in Somalia; esorta la Commissione e il Consiglio ad assicurare il loro supporto tecnico e finanziario a tale processo di riconciliazione e alla mediazione tra le parti in lotta;
4. chiede alla Commissione e al Consiglio di rivedere la propria strategia politica nei confronti della Somalia e l'operazione ATALANTA/EUNAVFOR, poiché questa non può essere considerata un successo, a giudicare dall'intensificarsi e inasprirsi degli attacchi;
5. esorta la Commissione e il Consiglio a guardare alla situazione nel paese nel suo insieme e, cosa della massima importanza, a considerare la necessità di affrontare la situazione umanitaria in loco e di eliminare le vere cause della situazione disastrosa che infligge sofferenze a milioni di somali;
6. esprime il suo disaccordo sulla missione UE incaricata di attuare una riforma del settore della sicurezza nel paese e su eventuali missioni PESD in Somalia o nella regione;
7. sottolinea che le risorse destinate agli aiuti allo sviluppo, quale il Fondo europeo di sviluppo (FES), non devono essere utilizzate a scopi militari; si oppone con fermezza all'utilizzo del FES per l'addestramento di forze militari nell'ambito della riforma del settore della sicurezza in Somalia; ribadisce che il FES deve tassativamente rimanere uno strumento finanziario per sostenere la lotta contro la povertà e la fame nei paesi in via di sviluppo;
8. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al Presidente, al Governo federale transitorio e al Parlamento federale transitorio della Somalia.