Proposta di risoluzione - B7-0389/2010Proposta di risoluzione
B7-0389/2010

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sull’operazione militare israeliana contro la flottiglia umanitaria e il blocco di Gaza

14.6.2010

presentata a seguito di una dichiarazione del Consiglio
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Kyriacos Triantaphyllides, Patrick Le Hyaric, Willy Meyer, Marisa Matias, Eva-Britt Svensson, Nikolaos Chountis, Ilda Figueiredo a nome del gruppo GUE/NGL

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0345/2010

Procedura : 2010/2735(RSP)
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B7-0389/2010
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B7-0389/2010
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B7‑0389/2010

Risoluzione del Parlamento europeo sull'operazione militare di Israele contro la flottiglia umanitaria e il blocco di Gaza

Il Parlamento europeo,

–   vista la Carta delle Nazioni Unite,

–   viste le risoluzioni ONU sul Medio Oriente,

–   vista la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS),

–   vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–   vista la Convenzione di Ginevra del 1949,

–   viste le precedenti dichiarazioni sul Medio Oriente del Quartetto, in particolare quelle del 19 Marzo 2010 che riaffermano i principi fondamentali enunciati a Trieste il 26 giugno 2009 e quelle dell'11 maggio 2010 per il rinnovo dei negoziati di prossimità tra israeliani e palestinesi,

–   viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1860 dell'8 gennaio 2009 (S/RES/1860 (2009) e 1850 del 16 dicembre 2008 (S/RES/1850 (2008),

–   vista la dichiarazione dell'Alto Rappresentante/Vicepresidente della Commissione, Catherine Ashton, a nome dell'Unione europea relativa all'operazione militare israeliana contro la flottiglia rilasciata il 31 maggio 2010,

–   vista la dichiarazione presidenziale del Consiglio di sicurezza dell'ONU (S/9940) del 31 maggio 2010,

–   vista la dichiarazione del Segretario generale dell'ONU Ban Ki Moon dell'1 giugno,

–   vista la risoluzione approvata dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sui gravi attacchi, da parte delle forze israeliane contro il convoglio navale umanitario del 2 giugno 2010

–   vista la risoluzione adottata dall'Assemblea generale dell'OMC il 18 maggio 2010,

–   vista la relazione del Programma alimentare mondiale e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), pubblicata nel novembre 2009 sulla situazione a Gaza,

–   vista la relazione Goldstone sui diritti umani in Palestina e altri territori arabi occupati: Rapporto della missione conoscitiva delle Nazioni Unite sul conflitto di Gaza,

–   viste le conclusioni del Consiglio sul processo di pace in Medio Oriente adottate l'8 dicembre 2009,

–   visto l'Accordo di associazione UE-Israele, in particolare l'articolo 2 dell'accordo,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del proprio regolamento,

A. considerando che l'operazione militare illegale di Israele, in acque internazionali, il 31 maggio 2010 contro una flottiglia di aiuti umanitari diretti a Gaza ha provocato la morte di nove civili e il ferimento di 38 civili,

B.  considerando che con tale atto Israele ha chiaramente violato il diritto internazionale,

C. considerando che il governo israeliano ha arrestato e imprigionato l'equipaggio e i passeggeri delle navi e li ha rilasciati solo l'1 giugno, e considerando che vi sono denunce di maltrattamenti,

D. considerando che il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite il 2 giugno ha deciso di inviare una missione d'inchiesta indipendente per indagare sull'attacco israeliano contro la flottiglia umanitaria,

E.  considerando che Israele rifiuta di un'inchiesta internazionale indipendente sul suo attacco alla flottiglia umanitaria,

F.  considerando che i valichi di frontiera da e verso Gaza sono chiusi dal giugno 2007 e il blocco della circolazione di persone e merci ha aumentato la povertà, paralizzato la ricostruzione e decimato l'economia della Striscia di Gaza,

G. considerando che, secondo precedenti dichiarazioni di organi delle Nazioni Unite, il blocco della Striscia di Gaza che è stata trasformata in una 'prigione a cielo aperto' rappresenta una punizione collettiva in violazione del diritto umanitario internazionale,

H. considerando che Lady Ashton definisce la situazione umanitaria a Gaza una fonte di grave preoccupazione e afferma che l'UE non accetta il protrarsi della politica di chiusura e chiede una apertura sostenuta e incondizionata dei valichi per il flusso di aiuti umanitari, merci e persone da e per Gaza,

I.   considerando che il blocco della Striscia di Gaza è tutt'ora in atto e che impedisce agli sforzi internazionali di fornire assistenza per la ricostruzione di Gaza, tra cui i progetti infrastrutturali finanziati dall'UE distrutti dall'esercito israeliano; considerando che, a un anno dalla guerra, la situazione umanitaria è catastrofica,

J.   considerando che la comunità internazionale non ha preso le misure necessarie ad esercitare pressioni su Israele perché ponga fine all'assedio di Gaza, il che equivale all'impunità,

K. considerando che, il 27 dicembre 2008, Israele ha lanciato un'offensiva militare su larga scala contro la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza, durata fino al 18 gennaio 2009, il cui bersaglio sono anche state la popolazione civile e parte delle infrastrutture civili, compresi i progetti finanziati dall'Unione europea; che non si tratta del primo caso di violazioni del diritto internazionale in materia di diritti umani e del diritto umanitario internazionale commesse da Israele contro la popolazione palestinese, che più di 1400 palestinesi e 13 israeliani sono stati uccisi, e che ha portato alla notevole distruzione di infrastrutture civili,

L.  considerando che il 29 settembre 2009 Justice Richard Goldstone, Capo della missione d'inchiesta dell'ONU sul conflitto di Gaza, ha presentato il rapporto della missione al Consiglio Diritti umani, affermando che, a Gaza, Israele ha commesso violazioni del diritto internazionale in materia di diritti umani e del diritto umanitario internazionale ed è venuto meno agli obblighi assunti a norma della Quarta Convenzione di Ginevra, ossia atti equivalenti a crimini che dovrebbero essere portati dinanzi alla Corte penale internazionale,

M. considerando che Israele occupa i territori palestinesi dal 1967; che, secondo la Quarta Convenzione di Ginevra, Israele è responsabile della protezione umanitaria di tutta la popolazione civile sotto occupazione,

N. considerando che lo Stato di Israele ha l'obbligo di porre fine alle violazioni del diritto internazionale (secondo la decisione della Corte internazionale di giustizia),

O. considerando che l'articolo 2 dell'Accordo di associazione UE-Israele recita chiaramente che: le relazioni tra le parti, così come tutte le disposizioni del presente accordo, si fondano sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici, cui si ispira la loro politica interna e internazionale e che costituisce elemento essenziale dell'accordo,

P.  considerando che l'80% della popolazione di Gaza dipende dagli aiuti alimentari, oltre il 60% sono soggetti a insicurezza alimentare, la disoccupazione è intorno al 50% e le condizioni sanitarie e ambientali sono fortemente degradate,

Q. considerando che solo 3 600 camion di aiuti alimentari sono entrati a Gaza nei primi tre mesi di quest'anno, rispetto a 36 000 nel corso dei primi tre mesi del 2007 e che solo per 81 prodotti è autorizzato l'ingresso a Gaza, mentre l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e per i rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) stima che 6 000 prodotti sono necessari a soddisfare i bisogni umanitari di base,

R.  considerando che i territori palestinesi sono il terzo maggiore beneficiario di fondi dell’UE e che questo sostegno ha svolto un ruolo importante nel tentativo di contrastare il disastro umanitario nella Striscia di Gaza; e che l'UE continua a fornire assistenza umanitaria essenziale nella Striscia di Gaza , anche attraverso l'UNRWA,

S.  considerando che la soluzione dei due Stati rimane la base essenziale per una pace duratura tra israeliani e palestinesi; considerando altresì che i colloqui di prossimità in corso possono portare alla ripresa dei negoziati di pace diretti al fine di costituire uno Stato palestinese sostenibile che viva accanto allo Stato di Israele in condizioni di pace e di sicurezza;

1.  condanna energicamente l'attacco di Israele contro la flottiglia di aiuti umanitari in acque internazionali, che è una violazione del diritto internazionale;

2.  estende le sue condoglianze ed esprime solidarietà alle famiglie e agli amici delle vittime di questo brutale attacco;

3.  chiede un'indagine internazionale e imparziale pronta su questo attacco e insiste affinché siano accolti i principi di responsabilità e di affidabilità ed esorta gli Stati membri dell'UE ad agire per garantire che si effettuino tutti i passi atti a rendere effettiva questa domanda;

4.  chiede che Israele tolga immediatamente il blocco illegale di Gaza e invita tutti gli Stati membri dell'Unione europea a sollevare questa richiesta;

5.  chiede la sospensione dell'Accordo di associazione UE-Israele, in considerazione delle continue violazioni dei diritti umani contro il popolo palestinese commesse da Israele, e ribadisce la sua posizione contro qualsiasi rafforzamento delle relazioni UE-Israele;

6.  esorta gli Stati membri dell'UE ad effettuare passi onde garantire l'apertura sostenibile di tutti i valichi verso e da Gaza, tra cui il porto di Gaza, per consentire il libero afflusso delle merci destinate a scopi umanitari e commerciali che sono necessarie per la ricostruzione e per un'economia autonoma, nonché il flusso di valuta e la libera circolazione delle persone;

7.  si compiace per l’attività dell’UNRWA e consapevole delle carenze finanziarie cui andrà incontro entro la fine dell’anno, invita la comunità internazionale di donatori a onorare i suoi impegni e ad accrescere ulteriormente i suoi contributi;

8.  accoglie con favore la recente apertura provvisoria del valico di Rafah da parte delle autorità egiziane;

9.  denuncia la distruzione da parte dell'esercito israeliano di infrastrutture a Gaza, in particolare per infrastrutture connesse alla produzione e all'approvvigionamento alimentare, la salute e l'istruzione, comprese le infrastrutture finanziate dall'UE; richiede il risarcimento e l'indennizzo per queste distruzioni intenzionali;

10. invita Israele a rispettare il diritto internazionale e la piena attuazione e il rispetto delle risoluzioni dell'ONU 338, 194, 242 e invita la comunità internazionale a non più accettare l'impunità di Israele;

11. esorta Hamas ad accettare le pertinenti conclusioni del rapporto Goldstone e ad adempiere alle sue responsabilità e ad avviare un dialogo politico globale;

12. esprime il proprio sostegno ai colloqui di prossimità tra Israele e l'Autorità palestinese e sottolinea la necessità di una sua continuazione in vista della ripresa dei negoziati diretti;

13. chiede a Israele di congelare tutte le attività di insediamento e la costruzione del muro, al fine di facilitare i colloqui di prossimità;

14. chiede il rilascio dei prigionieri palestinesi e la liberazione del sergente israeliano Gilad Shalit, che potrebbe contribuire ad alleviare le tensioni;

15.  chiede a Israele di fermare la persecuzione politica dei deputati araboisraeliani della Knesset, e proteggere pienamente i loro diritti in quanto rappresentanti eletti; sottolinea in particolare le recenti minacce contro MK Hanin Zuabi dopo che ha partecipato alla flottiglia di aiuti destinati a Gaza;

16. invita gli Stati membri dell'UE interessati a fermare tutte le esportazioni di armi verso Israele;

17. invita gli Stati membri dell'UE interessati a fermare ogni cooperazione militare con Israele;

18. esprime il proprio sostegno alle forze pacifiste in Israele che lavorano per la fine delle politiche militari di Israele e a favore di una soluzione pacifica;

19. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Presidente e al governo di Israele e alla Knesset, al Presidente e al governo palestinese, nonché al Consiglio legislativo palestinese.