PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla crisi nel settore dell'allevamento dell'Unione europea
3.11.2010
a norma dell'articolo 115, paragrafo 5, del regolamento
George Lyon, Liam Aylward a nome del gruppo ALDE
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0605/2010
B7‑0612/2010
Risoluzione del Parlamento europeo sulla crisi nel settore dell'allevamento dell'Unione europea
Il Parlamento europeo,
– vista la sua risoluzione dell'8 luglio 2010 sul futuro della politica agricola comune dopo il 2013[1],
– vista la sua risoluzione del 7 settembre 2010 sulle entrate eque per gli agricoltori: migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa[2],
– vista la sua risoluzione del 5 maggio 2010 sulla valutazione e la verifica del programma d'azione per il benessere degli animali 2006-2010[3],
– visti l'articolo 115, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che i produttori europei devono attenersi alle normative più rigorose del mondo in materia di sicurezza e qualità degli alimenti, ambiente e salute e benessere degli animali,
B. considerando che la crisi di cui risente attualmente il settore dell'allevamento può portare a una notevole riduzione della produzione di carne in tutta l'Unione europea, la quale avrà gravi conseguenze, non solo sui prezzi ma anche sulla sicurezza dell'approvvigionamento alimentare nell'UE, e comporterà una maggiore dipendenza dalle importazioni,
C. considerando che il reddito agricolo dell'Unione europea è inferiore del 50% rispetto al reddito medio dell'Unione e che i redditi degli allevatori sono i più bassi del settore agricolo; considerando che tale situazione è stata ulteriormente aggravata dalle attuali difficoltà economiche,
D. considerando che le importazioni provenienti da paesi terzi stanno conquistando quote di mercato nell'Unione europea ed esercitando ulteriori pressioni sui prezzi di mercato dei prodotti di origine animale,
E. considerando che i produttori europei sono svantaggiati nella concorrenza con i produttori di paesi terzi in quanto i loro costi di produzione sono più elevati, il che deriva in larga misura dall'esigenza di attenersi a standard molto elevati in termini di salute e benessere degli animali, sicurezza alimentare e protezione ambientale,
F. considerando che l'Unione europea è estremamente dipendente dalle importazioni di fagioli di soia e mais da paesi terzi e che qualsiasi interruzione della fornitura di tali prodotti dovuta a un'esigua presenza di OGM non autorizzati ha un impatto altamente dispendioso sull'industria europea dei mangimi e per gli allevatori europei (dell'ordine di 1 miliardo di EUR per un'interruzione di sei mesi),
G. considerando che il reddito agricolo nei settori delle carni bovine e ovine e dei prodotti lattiero-caseari dipendono ampiamente dai pagamenti diretti,
H. considerando che in alcuni nuovi Stati membri sono pochissimi gli agricoltori nel settore dell'allevamento ad aver beneficiato di pagamenti diretti e che pertanto essi hanno incontrato maggiori difficoltà nell'attenersi alle rigorose norme europee che richiedono ingenti investimenti,
I. considerando che i settori suinicolo e avicolo non ricevono alcun sostegno diretto dalla PAC, non hanno alcuna rete di sicurezza che ammortizzi l'impatto della volatilità del mercato e sono tenuti a osservare le più rigorose normative dell'UE per quanto concerne l'ambiente e il benessere animale,
J. considerando che è urgente che l'UE adotti misure atte a porre un freno all'estrema volatilità dei prezzi e a contrastare l'eccessiva speculazione di mercato, che è stata una delle principali cause del recente aumento dei prezzi dei cereali,
K. considerando che la domanda mondiale di carne e altri prodotti di origine animale aumenterà nei prossimi decenni, mentre ci si attende un rapido aumento della popolazione mondiale e un considerevole aumento del potere d'acquisto, il che porterà a una "occidentalizzazione" della dieta nei paesi in via di sviluppo,
L. considerando che all'Unione europea mancano gli strumenti che le consentirebbero di anticipare l'evoluzione dei prezzi di mercato mondiali ed è eccessivamente dipendente dalle previsioni fornite da paesi terzi quali gli Stati Uniti,
M. considerando che il divario tra i prezzi pagati dai consumatori e quelli incassati dai produttori si è notevolmente ampliato,
N. considerando che la maggior parte degli allevatori sta ora affrontando aumenti sostanziali dei prezzi dei fattori di produzione, specialmente di mangimi e fertilizzanti,
O. considerando che il settore dell'allevamento nell'Unione europea è indissolubilmente legato all'economia delle aree rurali europee, molte delle quali sono meno favorite e non dispongono di alternative produttive praticabili,
P. considerando che una produzione vegetale competitiva è strettamente legata a un settore zootecnico dinamico,
Q. considerando che la situazione del mercato delle carni bovine è strettamente legata all'andamento del settore lattiero-caseario, dato che il 70% delle carni rosse prodotte nell'UE proviene da vacche da latte,
R. considerando che il settore lattiero-caseario dell'UE deve far fronte a un'estrema volatilità del mercato sin dal 2007, con effetti deleteri sui redditi dei produttori lattieri e sulla loro capacità di produrre in modo sostenibile alimenti di qualità per i consumatori europei,
S. considerando che i dati della Commissione europea sul funzionamento della filiera alimentare dimostrano l'esigenza di una maggiore trasparenza e di maggiori informazioni riguardo alla produzione e all'andamento dei mercati,
T. considerando che è in atto un'intensa attività di consolidamento e di fusione nel settore delle imprese fornitrici di fertilizzanti, che per la maggior parte sono in mano a un numero relativamente ristretto di soggetti,
1. invita la Commissione e il Consiglio a garantire che la PAC post 2013 disponga di una dotazione finanziaria sufficiente ad assicurare la sopravvivenza di tutti gli agricoltori dell'Unione europea, compresi gli allevatori; sottolinea, in tale contesto, che si deve garantire una concorrenza leale tra gli agricoltori nei diversi Stati membri;
2. invita la Commissione europea a introdurre, se del caso, misure efficaci e flessibili onde limitare gli effetti dell'estrema volatilità dei prezzi;
3. chiede alla Commissione di adottare i passi necessari per contrastare gli eccessi della speculazione di mercato nel settore delle materie prime; sottolinea che tali passi dovrebbero rientrare nell'ambito degli sforzi messi in atto per una regolamentazione dei marcati finanziari a livello mondiale e di Unione europea;
4. invita la Commissione europea a introdurre cautamente scorte d'intervento di cereali sul mercato per assistere i produttori zootecnici che hanno risentito duramente del brusco aumento dei prezzi dei cereali e dei mangimi;
5. rileva che i prezzi dei cereali sono aumentati dopo aver raggiunto un minimo storico, il che significa che quest'anno la Commissione europea non dovrà intervenire in modo rilevante sul mercato, realizzando così economie di bilancio;
6. reputa che le restituzioni all'esportazione debbano essere progressivamente eliminate nell'Unione europea, secondo il programma, entro il 2013;
7. è favorevole all'introduzione, che reputa urgente, di un piano proteico per l'Unione europea che promuova la coltivazione di proteaginose e leguminose, il che potrebbe peraltro contribuire notevolmente alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;
8. chiede alla Commissione di garantire certezza giuridica per le importazioni di soia e di mais provenienti da paesi terzi mediante l'introduzione di una soglia pragmatica per la presenza accidentale di OGM non ancora autorizzati nell'Unione europea ma oggetto di esami scientifici;
9. chiede alla Commissione europea di procedere a un riesame dell'attuale divieto riguardante le farine a base di carne e ossa per animali non ruminanti e di valutare la possibilità di revocare le restrizioni nelle situazioni che garantirebbero un livello elevato di sicurezza alimentare;
10. esprime seria preoccupazione riguardo al consolidamento di imprese recentemente verificatosi nel mercato dei fertilizzanti, che ha determinato in numerosi mercati nazionali una situazione tale per cui esiste effettivamente un solo fornitore che non deve più misurarsi con la concorrenza; invita pertanto la Commissione a chiedere alle autorità competenti per la concorrenza di indagare e di adottare i provvedimenti necessari a prevenire la fissazione dei prezzi e l'abuso di posizione dominante;
11. chiede alla Commissione di vigilare, nel contesto di un accresciuto consolidamento, affinché operi un mercato liberamente funzionante nel settore delle materie prime, compresi i fertilizzanti, poiché l'energia e i fertilizzanti sono beni essenziali per la coltivazione di prodotti che contribuiscono enormemente all'approvvigionamento alimentare;
12. reputa che i produttori primari siano "schiacciati" tra i prezzi elevati dei fattori di produzione e i prezzi bassi al consumo a causa della posizione di forza di cui godono nella filiera alimentare le industrie di trasformazione, i dettaglianti e le società che forniscono materie prime, e che essi non possano pertanto beneficiare pienamente dell'aumento dei prezzi alla produzione;
13. invita la Commissione a proporre un rafforzamento delle organizzazioni di produttori in tutti i settori dell'allevamento, onde consentire loro di negoziare prezzi migliori per i loro prodotti tenendo conto dei costi di produzione;
14. invita la Commissione a tener conto, nel quadro della prossima riforma della PAC, della particolare vulnerabilità di determinati comparti zootecnici, segnatamente la produzione di carni bovine da animali da pascolo;
15. invita la Commissione europea a esaminare misure specifiche, nell'ambito della prossima riforma della PAC, per evitare che gli allevatori intensivi che applicano metodi produttivi sostenibili subiscano gravi perdite di sostegno da parte dell'Unione europea;
16. invita la Commissione europea a potenziare le misure di sostegno al settore zootecnico nelle aree meno favorite;
17. chiede alla Commissione europea e agli Stati membri di tener conto dei costi elevati generati dal rispetto della legislazione in materia di benessere degli animali, in particolare visto che tali costi non si ripercuotono sui prezzi di vendita; invita pertanto la Commissione a garantire che le importazioni provenienti da paesi terzi rispettino le norme dell'Unione europea per quanto riguarda il benessere degli animali, al fine di evitare una concorrenza sleale; sottolinea che nei prossimi anni i settori suinicolo e avicolo dovranno conformarsi a requisiti ancor più rigorosi, senza alcun sostegno finanziario da parte dell'Unione europea;
18. invita la Commissione a valutare l'impatto economico dell'introduzione di nuove norme sul benessere degli animali e a sospendere qualsiasi nuovo progetto fino alla completa attuazione della legislazione in vigore;
19. chiede alla Commissione di garantire che le azioni che intraprende in ambito commerciale e agricolo non siano in conflitto tra loro e di riconoscere la necessità di un insieme equilibrato di obiettivi che garantiscano progressi negli scambi commerciali assicurando nel contempo un futuro sostenibile per il comparto zootecnico europeo;
20. invita la Commissione a tutelare pienamente gli interessi dei produttori europei nei negoziati bilaterali con il Mercosur e altri paesi terzi evitando concessioni che possano mettere a rischio la produzione zootecnica nell'Unione europea;
21. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.
- [1] Testi approvati, P7_TA-PROV(2010)0286.
- [2] Testi approvati, P7_TA-PROV(2010)0302.
- [3] Testi approvati, P7_TA-PROV(2010)0130.