Proposta di risoluzione - B7-0229/2011Proposta di risoluzione
B7-0229/2011

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla Quarta conferenza delle Nazioni Unite sui paesi meno sviluppati (9‑13 maggio 2011)

30.3.2011

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Eleni Theocharous, Filip Kaczmarek, Gay Mitchell, Michèle Striffler, Maurice Ponga, Alf Svensson a nome del gruppo PPE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0228/2011

Procedura : 2011/2599(RSP)
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B7-0229/2011
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B7-0229/2011
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B7‑0229/2011

Risoluzione del Parlamento europeo sulla Quarta conferenza delle Nazioni Unite sui paesi meno sviluppati (9-13 maggio 2011)

Il Parlamento europeo,

–   visti i criteri definiti dal comitato delle Nazioni Unite per la politica di sviluppo per identificare i paesi meno sviluppati (PMS),

–   vista la dichiarazione di Parigi sui paesi meno sviluppati del settembre 1990,

–   visto il rapporto della Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (UNCTAD) dal titolo "I paesi meno sviluppati – Rapporto 2002 – Sfuggire alla trappola della povertà",

–   visto il programma d'azione di Bruxelles a favore dei paesi meno sviluppati, adottato nel corso della Terza conferenza delle Nazioni Unite sui PMS nel maggio 2001,

–   visto il rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite sull'attuazione del programma d'azione a favore dei paesi meno sviluppati per il decennio 2001-2010 (A/65/80),

–   vista la risoluzione 63/227 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 2009, sull'attuazione del programma d'azione a favore dei paesi meno sviluppati per il decennio 2001-2010,

–   vista la risoluzione 64/213 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 2010, sulla Quarta conferenza dell'ONU sui paesi meno sviluppati,

–   vista l'iniziativa dell'Unione europea "Tutto fuorché le armi",

–   visti i risultati della riunione di alto livello delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) 2010,

–   visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 16 febbraio 2011 sulla posizione dell'Unione europea in vista della Quarta conferenza delle Nazioni Unite sui PMS,

–   visti l'accordo di Cotonou e i relativi protocolli commerciali,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che, nel 1971, le Nazioni Unite hanno riconosciuto i paesi meno sviluppati quali "il segmento più indigente e fragile" della comunità internazionale; che il numero di paesi meno sviluppati è quasi raddoppiato, passando da 25 a 49, sin dalla creazione di tale categoria di paesi,

B.  considerando che la comunità internazionale ha pubblicato, dal 1981, tre programmi d'azione intesi a mobilitare il sostegno internazionale per lo sviluppo socioeconomico dei PMS,

C. considerando che la Terza conferenza delle Nazioni Unite sui paesi meno sviluppati si è conclusa con l'adozione di un programma decennale, in cui si definiscono le misure che devono attuare i PMS e i loro partner nello sviluppo al fine di ridurre la povertà estrema e la fame cronica mediante interventi mirati su settori interconnessi,

D. considerando che, vista la prossima scadenza del programma di Bruxelles, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha convocato la Quarta conferenza dell'ONU sui paesi meno sviluppati a Istanbul, onde condividere prassi eccellenti e insegnamenti tratti dall'esperienza, individuare le politiche e le sfide che saranno chiamati ad affrontare i PMS nel corso dei prossimi dieci anni, nonché gli interventi richiesti;

E.  considerando che, nel corso dell'ultimo decennio, soltanto tre paesi – Botswana, Capo Verde e Maldive – sono usciti dalla categoria di PMS,

F.  considerando che, nonostante alcune riforme politiche di vasta portata, i paesi meno sviluppati non sono stati in grado di far fronte alla subita mancanza di risorse amministrative e finanziarie,

G. considerando che la crisi finanziaria ed economica, come pure la crisi della sicurezza dell'approvvigionamento alimentare e la crisi energetica, hanno messo a nudo l'estrema vulnerabilità dei paesi meno sviluppati agli shock esogeni, alterandone ulteriormente lo sviluppo umano,

H. considerando che la metà della popolazione dei PMS – ossia oltre 800 milioni di persone – non riesce a godere dei propri diritti fondamentali né a soddisfare i propri bisogni di base in termini di sicurezza dell'approvvigionamento alimentare e di autosufficienza; che nei PMS sono presenti numerosi fattori di povertà, tra cui la mancanza di infrastrutture per l'istruzione, sanitarie e sociali, nonché un'elevata vulnerabilità alle calamità naturali,

I.   considerando che l'indice medio di sviluppo umano è cresciuto di appena 0,05 (passando dallo 0,34 allo 0,39) tra il 2000 e 2010 e che la media dei paesi meno sviluppati è in regola soltanto per quanto riguarda due dei sette indicatori OSM,

J.   considerando che, nonostante la crescita degli aiuti pubblici allo sviluppo (APS), tali aiuti si mantengono ben al di sotto dell'obiettivo dello 0,2% fissato dal programma d'azione di Bruxelles e che molti paesi meno sviluppati versano a tutt'oggi in condizioni di estrema povertà, mancanza di capacità produttiva e crescente disoccupazione,

K. considerando che la stagnazione economica è imputabile per lo più all'instabilità politica, ai disordini civili, al malgoverno e alla corruzione e che circa un terzo dei paesi meno sviluppati sono o sono stati afflitti da conflitti violenti,

L.  considerando che le disposizioni del trattato di Lisbona, unitamente alla decisione approvata dal Consiglio nel maggio 2005, comportano una politica coerente che abbracci i settori del commercio e della cooperazione allo sviluppo, del cambiamento climatico, dei trasporti, dell'energia, della sicurezza dell'approvvigionamento alimentare, delle migrazioni nonché le sue politiche agricola e della pesca comuni,

M. considerando che il sostegno allo sviluppo sostenibile implica il sostegno alla salute, all'istruzione e alla formazione, alla promozione della democrazia e dello Stato di diritto, nonché al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, che sono componenti fondamentali della politica di sviluppo dell'Unione europea,

1.  plaude alla decisione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite di organizzare la Quarta conferenza sui paesi meno sviluppati nel maggio 2011 quale occasione per la comunità internazionale di ribadire l'impegno generale di affrontare le necessità dei PMS e di adottare misure supplementari a loro favore;

2.  chiede una valutazione esaustiva del programma d'azione di Bruxelles e ritiene che il nuovo programma debba tradursi in risultati tangibili, dotati di chiari obiettivi e indicatori, sulla base di meccanismi di monitoraggio e di controllo efficienti e trasparenti;

3.  sottolinea che, in linea di principio, gli aiuti allo sviluppo dell'Unione europea dovrebbero essere disponibili per tutti i paesi in via di sviluppo ma che occorre prestare particolare attenzione ai PMS giacché l'eradicazione della povertà resta l'obiettivo principale;

4.  rammenta l'obiettivo di uscire dalla categoria di PMS, rilevando le modalità definite durante il vertice sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio del settembre 2010 per accelerare la lotta alla povertà, generare una crescita economica sostenibile e inclusiva, garantire buongoverno e sviluppo di capacità;

5.  ribadisce l'importanza di realizzare l'obiettivo APS dello 0,15-0,20% del RNL a favore dei paesi meno sviluppati, attivando a tal fine risorse nazionali e, come misura di complemento, meccanismi di finanziamento innovativi;

6.  ritiene che l'Unione europea, quale maggiore fornitore al mondo di aiuti allo sviluppo, debba continuare ad essere in prima fila nel sostenere i paesi meno sviluppati attraverso l'adozione di una posizione comune e il miglioramento dei meccanismi di cooperazione con i suoi partner PMS, in modo tale da incoraggiare una responsabilità reciproca e reciproci obblighi;

7.  rammenta la necessità che l'obiettivo a lungo termine della cooperazione allo sviluppo consista nella creazione delle condizioni idonee per uno sviluppo economico sostenibile; sottolinea pertanto la necessità di determinare bisogni e strategie, diversificare e preparare la liberalizzazione mediante il rafforzamento delle capacità di produzione, approvvigionamento e commercio e il potenziamento della capacità dei paesi meno sviluppati di attrarre investimenti;

8.  sottolinea che spetta ai governi dei PMS provvedere alla transizione verso una produzione più diversificata; invita l'Unione europea ad aiutare i partner a sviluppare la loro capacità di portare avanti un processo coerente di gestione dello sviluppo, in quanto è indispensabile garantire che i PMS siano responsabili del loro stesso processo di sviluppo;

9.  rileva la necessità di nuove misure intese a integrare i paesi meno sviluppati nell'economia mondiale e a migliorarne l'accesso ai mercati dell'Unione; invita la Commissione a potenziare l'assistenza commerciale volta ad aiutare i paesi più poveri a far fronte alla concorrenza derivante dalla liberalizzazione del mercato;

10. ribadisce che l'iniziativa dell'Unione europea "Tutto fuorché le armi" debba continuare ad essere la pietra angolare dei rapporti dell'Unione con i paesi meno sviluppati, che offra un accesso libero e non contingentato per i prodotti di tali paesi; rileva che il sistema è stato ultimato con l'introduzione di nuove norme di origine più semplici e più favorevoli allo sviluppo nell'ambito del Sistema delle preferenze generalizzate dell'Unione europea, che dovrebbe agevolare gli scambi commerciali con i paesi meno sviluppati;

11. è del parere che tutti gli paesi sviluppati e la maggior parte di quelli emergenti debbano aprire i loro mercati ai prodotti dei paesi meno sviluppati mediante iniziative analoghe;

12. è consapevole che l'iniziativa "Tutto fuorché le armi" non abbia interamente raggiunto i suoi obiettivi originari, ragion per cui la qualità e il volume degli scambi commerciali dai paesi meno sviluppati verso il mercato dell'Unione europea non soddisfano a tutt'oggi le loro aspettative, segnatamente in ragione della mancanza di idonee infrastrutture commerciali e portuali; auspica lo sviluppo di tali infrastrutture, che si confermano l'elemento fondamentale per potenziare le capacità commerciali;

13. sottolinea l'importanza del commercio regionale e dell'integrazione regionale quali fattori chiave per ampliare le prospettive e le dimensioni dei mercati dei PMS; rileva, in tale contesto, che accordi di partenariato economico equilibrati e globali possono contribuire in maniera particolare a promuovere la crescita e a migliorare le capacità commerciali;

14. sottolinea l'importanza della cooperazione regionale e di un maggiore coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, tra cui gli attori nazionali e regionali, i parlamenti nazionali, la società civile e il settore privato;

15. chiede che il settore agricolo dei PMS dia priorità alla sicurezza dell'approvvigionamento alimentare e alla capacità produttiva, mediante interventi efficaci sulla volatilità dei prezzi, la regolamentazione dei prezzi delle materie prime, nonché la tutela e la gestione della vulnerabilità di tale categoria di paesi;

16. rammenta che la pace e la sicurezza sono elementi indispensabili per la riuscita delle politiche di sviluppo e che l'Unione europea dovrebbe adottare un approccio più coordinato al fine di affrontare i problemi di stabilità nei PMS e sostenere gli sforzi volti ad acquisire capacità per costruire stati pacifici, democratici e inclusivi;

17. esorta l'Unione europea e i suoi partner PMS a rafforzare la cooperazione nel promuovere il buongoverno, la democrazia, i diritti umani e la parità di genere;

18. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.