Proposta di risoluzione - B7-0491/2011Proposta di risoluzione
B7-0491/2011

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla carestia nell'Africa orientale

12.9.2011

presentata a seguito di una dichiarazione della Commissione
presentata a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Véronique De Keyser, Ana Gomes, Michael Cashman, Udo Bullmann, Arlene McCarthy, Thijs Berman, Ricardo Cortés Lastra, Harlem Désir, Vincent Peillon, Corina Creţu, Pino Arlacchi a nome del gruppo S&D

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0490/2011

Procedura : 2011/2814(RSP)
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B7-0491/2011
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B7-0491/2011
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B7‑0491/2011

Risoluzione del Parlamento europeo sulla carestia nell'Africa orientale

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sul Corno d'Africa,

–   vista la dichiarazione dell'alto rappresentante Catherine Ashton, del 24 agosto 2011, sulla risposta dell'UE alla carestia nel Corno d'Africa,

–   visto l'esito della Conferenza dei donatori svoltasi ad Addis Abeba il 25 agosto 2011,

–   visti gli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite,

–   vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite,

–   vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia,

–   vista la sua risoluzione del 17 febbraio 2011 sulle speculazioni sui prezzi degli alimenti,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che decine di migliaia di persone hanno perso la vita, che 750 000 rischiano a breve di morire di fame e che 12 milioni di persone in Somalia, Etiopia, Kenya e Gibuti hanno urgente bisogno di aiuti alimentari in quanto colpiti dalla più grave carestia degli ultimi 60 anni che, secondo le stime delle Nazioni Unite, si starebbe espandendo ulteriormente nel Corno d'Africa;

B.  considerando che la carestia nella ragione è aggravata da fattori quali conflitti, penuria di risorse, cambiamento climatico, sensibile crescita demografica, distorsione degli scambi commerciali ed elevati prezzi dei generi alimentari;

C. considerando che la Somalia è il paese più colpito, in cui oltre la metà della popolazione dipende dagli aiuti alimentari, il tasso di malnutrizione infantile tocca il 58% nella parte centro-meridionale del paese e 1,4 milioni di persone sono sfollati interni;

D. considerando che la situazione umanitaria in Somalia è inasprita dal conflitto in atto tra i ribelli e le truppe governative; che il gruppo militante al Shabab controlla numerose zone nelle quali è stata dichiarata la carestia e ha costretto alcune organizzazioni umanitarie occidentali ad abbandonare la regione, ostacolando in tal modo gravemente le attività di aiuto;

E.  considerando che oltre 860 000 profughi hanno abbandonato la Somalia per rifugiarsi nei paesi vicini, in particolare in Kenya e in Etiopia, in cerca di sicurezza, cibo e acqua, e che il sovraffollato campo profughi di Dadaab, in Kenya, accoglie oltre 420 000 persone;

F.  considerando che i profughi sono per l'80% donne e bambini, molti dei quali hanno subito violenze sessuali e intimidazioni sia durante il tragitto verso i campi profughi che all'interno dei campi stessi;

G. considerando che la mancanza di ordine pubblico e i violenti conflitti nella regione hanno scoraggiato i programmi di investimento e di sviluppo a lungo termine, inasprendo altresì il fenomeno della pirateria nell'Oceano Indiano e perturbando gravemente l'approvvigionamento da e verso la regione;

H. considerando che nel 2011 l'Unione europea ha promesso 158 milioni di euro in aiuti umanitari, accanto ai 440 milioni di euro degli Stati membri, che si aggiungono agli oltre 680 milioni di euro destinati alla regione a titolo di aiuti a lungo termine, di qui al 2013, per il settore dell'agricoltura, dello sviluppo rurale e della sicurezza alimentare;

I.   considerando che i leader dell'Unione africana (UA) si sono impegnati a destinare oltre 350 milioni di dollari statunitensi a favore di interventi umanitari;

J.   considerando che l'accresciuta privatizzazione delle terre nel Corno d'Africa (per lo più da parte di investitori stranieri) ha reso ancora più vulnerabile il precario sistema agroalimentare della regione e non stata in grado di concretare i vantaggi promessi in termini di occupazione, cibo e sviluppo economico;

K. considerando che l'incidenza del cambiamento climatico ha avuto pesanti ripercussioni sulla resa dei raccolti il che, unito alla recessione economica mondiale e al rincaro dei prodotti agricoli e dei combustibili, ha rallentato la lotta alla povertà e il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio;

L.  considerando che, secondo il rapporto della Banca Mondiale sull'andamento dei prezzi alimentari dell'agosto 2011, il livello elevato e la volatilità dei prezzi mondiali dei generi alimentari stanno mettendo a rischio le fasce più povere nei paesi in via di sviluppo e aggravando l'emergenza nel Corno d'Africa, in cui un serie sempre più ampia di strumenti finanziari basati sui mercati delle materie prime agroalimentari rappresenta uno dei fattori principali dell'impennata dei prezzi alimentari a livello mondiale;

M. considerando che gli strumenti derivati basati sui mercati delle materie prime agroalimentari sono ormai alquanto popolari e facilmente accessibili per gli investitori di tutto il mondo e non sono più strumenti di nicchia per investitori professionali né strumenti di copertura per gli operatori dei mercati a pronti;

N. considerando che l'accresciuta liquidità e accessibilità di siffatti strumenti è legata all'elevato livello dei prezzi e all'estrema volatilità dei mercati a pronti sottostanti e che risulta più difficile per le autorità di regolamentazione disporre di un quadro completo di tali mercati dal momento che la maggior parte di tali operazioni avviene fuori borsa;

O. considerando che è possibile affrontare tali problemi tramite una maggiore trasparenza e attraverso misure volte a garantire che i mercati delle materie prime agroalimentari siano accessibili soltanto agli operatori di mercato che abbiano l'effettiva necessità di tutelarsi dai rischi;

1.  esprime profondo cordoglio per la perdita di vite umane e le sofferenze nella regione; chiede una maggiore mobilitazione degli aiuti dell'Unione a favore delle zone più colpite dalla carestia, al fine di fornire aiuti alimentari, assistenza medica, acqua potabile e servizi igienico-sanitari ai soggetti più vulnerabili;

2.  invita tutte le autorità e le fazioni della regione a permettere alle organizzazioni umanitarie di raggiungere in ogni momento le persone bisognose, così come previsto dal diritto umanitario internazionale e dalle norme internazionali sui diritti umani;

3.  chiede a tutte le parti in causa di porre immediatamente fine alle violenze contro i civili, in particolare le donne e i bambini, di garantire che i responsabili rispondano dei propri atti e di assicurare l'accesso agli aiuti e la libera circolazione di tutti coloro che fuggono dal conflitto e dalla siccità; ricorda a tutti i paesi della regione la necessità di fornire assistenza e protezione ai profughi, a norma del diritto internazionale;

4.  invita la Commissione a migliorare con urgenza la transizione tra aiuti umanitari e aiuti allo sviluppo dell'Unione, in quanto la crisi dalla siccità nel Corno d'Africa dimostra che agli anni di aiuti di emergenza alle vittime della siccità non hanno fatto seguito efficaci politiche di sviluppo a lungo termine; invita la Commissione e gli Stati membri dell'Unione europea a sostenere i progetti dei paesi dell'Africa orientale in materia di capacità di prevenzione e di sistemi di allerta precoce in caso di carestia e siccità;

5.  deplora la tardiva mobilitazione della comunità internazionale, dal momento che le prime avvisaglie della siccità nella regione risalgono al dicembre 2010 e che un intervento più tempestivo avrebbe contribuito a limitare la catastrofe in corso;

6.  chiede un miglior coordinamento tra le agenzie di aiuti umanitari e un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni esperte già presenti nelle zone di conflitto, nonché dei leader delle comunità locali;

7.  accoglie con favore gli impegni assunti dall'Unione africana in relazione all'intervento umanitario, tra cui la missione di pace AMISOM, pur deplorando che siano stati finora dispiegati in Somalia appena 9 000 dei 20 000 uomini del contingente promesso dall'Unione africana per il mantenimento della pace;

8.  plaude agli impegni assunti dall'Unione europea e dagli Stati membri; ricorda tuttavia che, a fronte dell'appello urgente lanciato dalle Nazioni Unite, manca ancora un miliardo di dollari statunitensi rispetto a quanto necessario; esorta la comunità internazionale a tener fede ai propri impegni e a garantire quanto prima risultati concreti sul terreno;

9.  chiede di destinare una quota più rilevante dell'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) dell'Unione alla produzione agricola e al sostegno alla pastorizia nei paesi in via di sviluppo al fine di rafforzare la sicurezza alimentare; esorta in tale contesto gli Stati membri dell'Unione europea e la comunità internazionale a rispettare l'impegno assunto in occasione del vertice tenutosi a L'Aquila nel 2009, di destinare 22 miliardi di dollari statunitensi allo sviluppo agricolo (di cui è stato versato finora appena un quinto);

10. chiede che le istituzioni finanziarie attive sui mercati delle materie prime agroalimentari interrompano quelle attività speculative responsabili dell'aumento e della volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari e di anteporre la lotta alla povertà e alla sofferenza umana nel Corno d'Africa e nel resto dei paesi in via di sviluppo al profitto e agli utili derivanti dalla speculazione sui prezzi dei prodotti alimentari;

11. esorta le suddette istituzioni a prendere sul serio la loro responsabilità sociale e a porre in essere norme interne volte a mettere le loro attività sui mercati delle materie prime agroalimentari esclusivamente al servizio delle imprese dell'economia reale che devono tutelarsi dai rischi;

12. invita il G20 a intensificare le iniziative volte ad adottare una normativa internazionale per prevenire le speculazioni illecite e coordinare la messa a punto di meccanismi di prevenzione contro l'eccessiva fluttuazione dei prezzi alimentari mondiali; sottolinea la necessità che il G20 coinvolga anche i paesi non vi fanno parte onde garantire una convergenza globale;

13. invita la Commissione a presentare proposte di modifica della direttiva sul mercato degli strumenti finanziari e la direttiva sugli abusi di mercato, onde evitare speculazioni illecite e garantire che le negoziazioni di strumenti derivati sulle materie prime alimentari siano limitate esclusivamente agli operatori di mercato che abbiano l'effettiva necessità di tutelarsi dai rischi;

14. rileva la necessità che l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) svolga un ruolo chiave nella vigilanza sui mercati delle materie prime; afferma che l'ESMA dovrebbe vigilare sull'applicazione degli strumenti normativi onde evitare manipolazioni e abusi sui mercati delle materie prime agroalimentari;

15. invita la Commissione ad aggiornare i suoi orientamenti di politica fondiaria per quanto riguarda l'accaparramento di terreni, per garantirne la conformità con gli orientamenti volontari, proposti dal CFS, per una governance responsabile in materia di proprietà fondiaria, pesca e foreste e annettervi una maggiore importanza attraverso i suoi programmi di cooperazione allo sviluppo, le sue politiche commerciali e il suo coinvolgimento nelle istituzioni finanziarie multilaterali, quali la Banca mondiale e il FMI;

16. chiede alla Commissione di proporre apposite misure intese a migliorare la segnalazione e il controllo delle acquisizioni fondiarie su vasta scala in cui partecipino investitori europei e di aiutare i paesi in via di sviluppo ad adottare decisioni in materia di investimenti, rafforzando nel contempo il ruolo dei diritti umani – ad esempio, il diritto all'alimentazione – nell'ambito del diritto internazionale degli investimenti;

17. chiede un impegno significativo ai fini di una migliore integrazione dell'adeguamento al cambiamento climatico nelle politiche di sviluppo dell'Unione europea; invita quest'ultima ad accrescere sostanzialmente l'entità di tali fondi e a garantire che siano in aggiunta agli APS; invita inoltre l'Unione europea a dare prova di vera leadership in occasione della prossima COP 17 per quanto riguarda una migliore attuazione delle politiche di adeguamento al cambiamento climatico e a rafforzare la governance internazionale delle politiche di sviluppo sostenibile;

18. esprime inquietudine per le recenti segnalazioni di uso improprio degli APS ai fini dell'oppressione politica in Etiopia; invita l'Unione europea e gli Stati membri ad accertarsi che gli aiuti siano utilizzati esclusivamente per la riduzione della povertà in maniera responsabile e trasparente, avvalendosi appieno delle clausola sui diritti umani dell'accordo di Cotonou;

19. invita la Commissione a una migliore integrazione dei pastori tradizionali nella politica di sviluppo dell'Unione; è del parere che sia urgente intavolare un dialogo con le autorità locali al fine di garantirne la protezione e i relativi costumi nell'intera regione;

20. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione, al Consiglio di sicurezza e al Segretario generale delle Nazioni Unite, alle istituzioni dell'Unione africana, ai governi e ai parlamenti dei paesi dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD), al parlamento panafricano, all'Assemblea parlamentare ACP-UE, alla Presidenza del G20 e ai governi degli Stati membri.