Proposta di risoluzione - B7-0221/2014Proposta di risoluzione
B7-0221/2014

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sull'Ucraina

25.2.2014 - (2014/2595(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Helmut Scholz, Nikola Vuljanić, Patrick Le Hyaric, Younous Omarjee, Jaromír Kohlíček a nome del gruppo GUE/NGL

Procedura : 2014/2595(RSP)
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B7-0221/2014
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B7‑0221/2014

Risoluzione del Parlamento europeo sull'Ucraina

(2014/2595(RSP))

Il Parlamento europeo,

–       visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.     considerando che dal mese di novembre 2013, scatenate dal rifiuto del governo ucraino di firmare un accordo di associazione con l'UE, le proteste contro la politica del governo continuano e sono divenute sempre più violente su entrambi i lati, con gruppi nazionalisti estremisti che si sono uniti alle proteste; che il mancato compromesso tra le forze politiche, sia di governo che d'opposizione, ha portato a una violenta escalation della situazione, con decine di morti e centinaia di feriti di entrambe le parti;

B.     considerando che, dopo essere iniziate come manifestazioni a favore dell'UE, le proteste si sono orientate verso questioni più interne e si sono diffuse da Kiev in altre città; che i manifestanti hanno chiesto le dimissioni del governo e l'organizzazione di nuove elezioni legislative e presidenziali;

C.     considerando che i ministri degli Affari esteri di Francia, Germania e Polonia hanno negoziato un accordo per una risoluzione della crisi, firmato dal presidente dell'Ucraina, Viktor Janukovyč, e dai rappresentanti dell'opposizione Vitalij Klyčko (UDAR), Oleh Tjahnybok (Svoboda) e Arsenij Jacenjuk (Batkivščyna);

D.     considerando che i manifestanti nelle strade di Kiev non hanno accettato tale compromesso e che gli accordi volti a risolvere la crisi politica e dello Stato negoziati dai ministri degli Affari esteri di alcuni Stati membri dell'UE sono stati violati dall'opposizione;

E.     considerando che Viktor Janukovyč ha lasciato Kiev per una destinazione sconosciuta senza aver rassegnato ufficialmente le proprie dimissioni;

F.     considerando che il parlamento ucraino (Verkhovna Rada) ha deciso di propria iniziativa di:

–       mettere sotto accusa il presidente Janukovyč;

–       tenere elezioni presidenziali il 25 maggio 2014;

–       nominare un presidente ad interim che sia anche il presidente del parlamento e il coordinatore del governo;

–       ripristinare la costituzione del 2004, secondo cui la forma di governo dell'Ucraina è una repubblica parlamentare-presidenziale;

–       liberare l'ex primo ministro Julija Tymošenko;

–       nominare un procuratore generale ad interim e diversi ministri;

G.     considerando che, come risposta diretta al cambio di potere a Kiev, il leader del partito di estrema destra Svoboda, Oleh Tjahnybok, ha auspicato l'eliminazione del pluralismo politico e democratico in Ucraina, la pulizia etnica in tutto il paese e il ripristino dello status di potenza nucleare dell'Ucraina;

H.     considerando che la sede del partito comunista ucraino è stato distrutta da forze della destra radicale e che in alcune regioni dell'Ucraina il partito comunista è stato vietato; che sono stati distrutti il monumento alla seconda guerra mondiale e altri monumenti commemorativi;

I.      considerando che a Kiev stanno aumentando rapidamente gli attacchi antisemiti contro cittadini ebrei e che il rabbino di Kiev ha consigliato ai cittadini ebrei di lasciare la capitale; che la sinagoga di Zaporižžja è stata attaccata e danneggiata;

J.      considerando che 3 477 deputati di consigli locali dell'Ucraina sudorientale e della regione di Sebastopoli nella Repubblica autonoma di Crimea si sono riuniti a Charkiv, hanno criticato le decisioni della Verkhovna Rada e hanno adottato alcune misure che ritengono debbano essere adottate dalle autorità locali in risposta agli eventi di Kiev;

K.     considerando che non vi è ancora unanimità tra la popolazione ucraina in merito alla valutazione di tali eventi e al futuro del paese; che i problemi politici dell'Ucraina possono essere risolti solo mediante il dibattito nazionale e un processo decisionale democratico e trasparente sul futuro del paese, riforme costituzionali e di altro tipo e relazioni con i partner internazionali;

1.      deplora fortemente il fatto che la crisi politica in Ucraina non sia stata risolta in tempo per evitare la perdita di vite di cittadini ucraini; esprime il suo cordoglio e sostegno alle famiglie dei morti e dei feriti; invita l'UE e gli Stati membri ad estendere il campo di applicazione dell'assistenza medica a tutte le vittime di violenza in Ucraina;

2.      chiede indagini indipendenti e trasparenti su tutti i recenti atti di violenza e tutte le violazioni dei diritti umani che hanno avuto luogo dall'inizio delle manifestazioni e l'avvio di procedimenti penali a carico dei responsabili di tutte le parti;

3.      prende nota delle decisioni ad ampio raggio prese dalla Verkhovna Rada ma esprime preoccupazione per il fatto che non fossero presenti tutti i deputati al parlamento, dal momento che la presenza di tutti i deputati avrebbe conferito a tali decisioni una maggiore legittimità democratica; osserva che a Kiev continuano le proteste e che i manifestanti chiedono che siano adottate misure per evitare che gli oligarchi, i responsabili delle violazioni dei diritti umani e chi è coinvolto in casi di corruzione possano diventare membri del governo;

4.      prende atto del fatto che il parlamento ucraino ha infine deciso di aprire la strada alle elezioni anticipate; invita la Verkhovna Rada ad adottare, in tempo per le elezioni, una nuova legge elettorale che sia conforme ai principi dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e della Commissione di Venezia, nonché ad assicurare lo svolgimento giusto ed equo delle elezioni; si aspetta che, durante il periodo di transizione che precede le elezioni, tutti i partiti e le istituzioni politiche pubblichino i rispettivi programmi tesi al conseguimento di una soluzione duratura alla profonda crisi sociale ed economica; sottolinea che questo è un elemento essenziale del dibattito democratico concernente lo sviluppo futuro dell'Ucraina;

5.      sottolinea che spetta ai cittadini ucraini, e solo a loro, decidere, senza interferenze esterne, circa il loro futuro, l'orientamento geopolitico del loro paese, gli accordi e le comunità internazionali ai quali l'Ucraina dovrebbe aderire; chiede fermamente all'Unione europea, agli Stati Uniti e alla Russia di astenersi dall'interferire in qualsiasi modo negli affari interni dell'Ucraina e dall'esercitare qualsiasi forma di pressione finanziaria, economica o politica;

6.      esorta tutte le forze politiche a impedire il ricorso ulteriore alla violenza; esprime profonda preoccupazione per la proliferazione di armi e munizioni nel paese; invita tutte le forze politiche ad assicurare la consegna di tutte le armi e munizioni illegali al ministero dell'Interno;

7.      invita tutte le forze politiche presenti in Ucraina e tutti gli attori internazionali coinvolti ad impegnarsi per contribuire all'integrità territoriale e all'unità nazionale del paese, tenendo conto della sua composizione culturale e linguistica e della sua storia;

8.      ribadisce le proprie preoccupazioni riguardo alla corruzione nel paese; chiede la trasparenza per quanto concerne i beni, compresi tutti i flussi internazionali di capitale in entrata e in uscita dall'Ucraina appartenenti ad alcuni esponenti politici dell'attuale amministrazione, a ex personaggi politici sottoposti a indagine, nonché a tutti i partiti politici e alle relative figure di spicco; evidenzia che gli stretti legami fra amministrazione, istituzioni politiche e oligarchi hanno rappresentato uno degli ostacoli principali al processo di democratizzazione del paese per buona parte dell'ultimo ventennio; invita l'UE e i suoi Stati membri ad aumentare gli sforzi volti a combattere il riciclaggio di denaro e l'evasione fiscale delle imprese e degli imprenditori ucraini presso le banche europee;

9.      chiede all'UE di garantire all'Ucraina l'assistenza finanziaria di cui ha urgentemente bisogno per superare l'attuale crisi economica e sociale; sottolinea che tale assistenza non deve essere subordinata a misure di austerità;

10.    esprime profonda preoccupazione per la cooperazione tra le forze democratiche e quelle apertamente nazionalistiche e antisemite, che, secondo quanto riferito, riceverebbero sostegno politico e finanziario diretto dall'esterno, anche da partner all'interno degli Stati membri dell'UE; chiede, pertanto, con urgenza a tutte le forze politiche e alla società civile di respingere programmi di stampo nazionalistico e antisemita;

11.    condanna gli attacchi sferrati contro il partito comunista ucraino e i tentativi di metterlo al bando; invita le autorità ad interim a garantire i diritti e le libertà democratici a tutte le forze politiche democratiche e a impedire eventuali attacchi;

12.    condanna fermamente ed esprime profonda preoccupazione per le azioni antisemite delle forze di estrema destra;

13.    chiede con urgenza alle istituzioni di transizione dell'Ucraina di osservare gli obblighi internazionali assunti dal paese, in particolare in quanto firmatario del trattato di non proliferazione delle armi nucleari e membro del Consiglio d'Europa, e di garantire il rispetto assoluto dei diritti e delle libertà democratici, dei diritti umani, della tutela delle minoranze, della libertà di stampa e di quella di riunione e di parola; invita tutte le istituzioni dell'Unione e gli Stati membri, nonché tutti gli altri attori politici esteri non solo a rivolgere appelli in proposito, ma anche a subordinare qualsiasi sostegno finanziario all'Ucraina al rispetto di detti principi e obblighi;

14.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché al parlamento e al governo dell'Ucraina e alle assemblee parlamentari dell'OSCE e del Consiglio d'Europa.