Proposta di risoluzione - B8-0842/2015Proposta di risoluzione
B8-0842/2015

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla migrazione e la situazione dei rifugiati

7.9.2015 - (2015/2833(RSP))

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento

Richard Howitt, Birgit Sippel, Claude Moraes, Sylvie Guillaume, Vincent Peillon, Josef Weidenholzer, Juan Fernando López Aguilar, Miriam Dalli, Patrizia Toia, Silvia Costa, Marlene Mizzi, Luigi Morgano, Kashetu Kyenge, Christine Revault D’Allonnes Bonnefoy, Tonino Picula, Miltiadis Kyrkos, Elly Schlein, Flavio Zanonato, Daniele Viotti, Evelyne Gebhardt, José Blanco López, Eric Andrieu, Tanja Fajon, Marju Lauristin, Mercedes Bresso, Enrico Gasbarra, Udo Bullmann, Ana Gomes, Inmaculada Rodríguez-Piñero Fernández, Afzal Khan, Simona Bonafè, Nikos Androulakis, Brando Benifei, Maria Arena, Pedro Silva Pereira, Pervenche Berès, Derek Vaughan, Andi Cristea, Maria Noichl, Liliana Rodrigues, Jonás Fernández, Hugues Bayet, Péter Niedermüller, Roberto Gualtieri, Sergio Gutiérrez Prieto, Demetris Papadakis, Pier Antonio Panzeri, István Ujhelyi, Michela Giuffrida, Tibor Szanyi, Isabelle Thomas, Elena Valenciano, Iris Hoffmann, Momchil Nekov, Kati Piri, Doru-Claudian Frunzulică, Claudia Tapardel, Theresa Griffin, Viorica Dăncilă, Elena Gentile, Matthias Groote, Goffredo Maria Bettini, Isabella De Monte, Gabriele Preuß, Susanne Melior, Sylvia-Yvonne Kaufmann, Massimo Paolucci, Andrea Cozzolino, Renata Briano, Jutta Steinruck, Nicola Danti, Ricardo Serrão Santos, Caterina Chinnici, Jo Leinen, Lucy Anderson, Miapetra Kumpula-Natri, Arne Lietz, Damiano Zoffoli, Victor Negrescu, Nicola Caputo, Liisa Jaakonsaari, Knut Fleckenstein, Marita Ulvskog, Olle Ludvigsson, Anna Hedh, Jytte Guteland, Iliana Iotova, Javi López, Martina Werner, Neena Gill, Carlos Zorrinhoa nome del gruppo S&D

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B8-0832/2015

Procedura : 2015/2833(RSP)
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B8-0842/2015
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B8-0842/2015
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B8‑0842/2015

Risoluzione del Parlamento europeo sulla migrazione e la situazione dei rifugiati

(2015/2833(RSP))

Il Parlamento europeo,

–       vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–       vista la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali,

–       vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–       visti la Convenzione di Ginevra del 1951 e il relativo protocollo aggiuntivo,

–       vista la Convenzione europea sui diritti dell'uomo del 1950,

–       viste le conclusioni del Consiglio del 12 dicembre 2014 sulla migrazione nel contesto della cooperazione allo sviluppo dell'UE e del 26 maggio 2015 su un nuovo partenariato mondiale per l'eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile dopo il 2015,

–       vista l'iniziativa UE-Corno d'Africa in materia di rotte migratorie, o "processo di Khartoum", approvata il 28 novembre 2014 dall'Unione africana e dagli Stati membri e dalle istituzioni dell'UE,

–       vista l'Agenda europea sulla migrazione presentata dalla Commissione il 13 maggio 2015,

–       vista la sua risoluzione del 29 aprile 2015 sulle recenti tragedie nel Mediterraneo e sulle politiche UE in materia di migrazione e asilo[1],

–       viste le conclusioni del Consiglio europeo del 23 aprile 2015,

–       vista la sua risoluzione del 17 dicembre 2014[2] sulla situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio globale dell'UE alle migrazioni,

–       visto il discorso pronunciato dal Presidente del Parlamento europeo nel corso della sua visita a Lampedusa il 2 e 3 ottobre 2014 in occasione dell'anniversario della tragedia del 3 ottobre 2013,

–       viste le relazioni della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni concernenti le visite effettuate dalle sue delegazioni a Lampedusa nel novembre 2011, in Giordania nel febbraio 2013, per valutare la situazione dei rifugiati siriani, e in Bulgaria nel gennaio 2014, per valutare la situazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati provenienti in particolare dalla Siria,

–       vista la sua discussione in Aula del 9 ottobre 2013 in merito alle politiche migratorie dell'UE nel Mediterraneo, con particolare attenzione ai tragici eventi verificatisi al largo di Lampedusa,

–       viste le discussioni svoltesi in seno alla sua commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni dall'inizio dell'attuale legislatura, in particolare quella del 22 luglio 2014 sull'attuazione della comunicazione relativa all'attività della Task Force "Mediterraneo", del 4 settembre 2014 sulle attività di Frontex nel Mediterraneo e sulla Task Force "Mediterraneo" e del 24 settembre 2014 in merito alla quinta relazione annuale sull'immigrazione e l'asilo (2013) (COM(2014)0288) e alla relazione annuale dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) sulla situazione dell'asilo nell'Unione europea (2013),

–       vista la comunicazione della Commissione del 4 dicembre 2013 sull'attività della Task Force "Mediterraneo" (COM(2013)0869),

–       viste le conclusioni del Consiglio europeo del 20 dicembre 2013,

–       visto il documento di lavoro della Commissione del 22 maggio 2014 in merito all'attuazione della comunicazione sull'attività della Task Force "Mediterraneo" (SWD(2014)0173),

–       viste le conclusioni adottate dal Consiglio europeo nella sua riunione del 26 e 27 giugno 2014, in cui ha definito gli orientamenti strategici della pianificazione legislativa e operativa nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia per gli anni a venire,

–       visti gli orientamenti politici della prossima Commissione, presentati il 15 luglio 2014 dal Presidente della Commissione Juncker durante la seduta plenaria del Parlamento,

–       visto il parere del Comitato economico e sociale europeo dell'11 settembre 2014 sulle politiche europee di immigrazione,

–       visti gli impegni assunti dal commissario responsabile per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, Dimitris Avramopoulos, durante la sua audizione del 30 settembre 2014 dinanzi alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni,

–       viste le conclusioni del Consiglio del 10 ottobre 2014 sul tema "Adoperarsi per una migliore gestione dei flussi migratori",

–       vista la relazione elaborata nell'aprile 2012 dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) dal titolo "Perdita di vite umane nel Mediterraneo: chi è responsabile?",

–       viste le relazioni annuali del relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani dei migranti, in particolare quella dell'aprile 2013 sulla gestione delle frontiere esterne dell'UE e il relativo impatto sui diritti umani dei migranti e quella dell'aprile 2014 sullo sfruttamento lavorativo dei migranti,

–       vista la relazione annuale dell'EASO sulla situazione dell'asilo nell'UE (2014),

–       visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.     considerando che il periodo estivo ha dimostrato, ancora una volta, che la migrazione non è un problema temporaneo e che l'aumento del numero di rifugiati sembra destinato a continuare, in ragione dell'instabilità sempre crescente alle frontiere dell'Europa a causa dei conflitti in Medio Oriente e nell'Africa subsahariana, unitamente alle manifeste violazioni dei diritti umani, alla netta intensificazione dei fenomeni di violenza e terrorismo e alle conseguenze devastanti del cambiamento climatico, il che indica ancora una volta la necessità urgente di adottare tutte le misure possibili per salvare la vita delle persone che fuggono dal proprio paese e sono in pericolo, nonché la necessità che gli Stati membri rispettino gli obblighi internazionali, compreso l'obbligo di soccorso in mare;

B.     considerando che la Siria, l'Afghanistan, l'Eritrea e l'Iraq erano fra i principali paesi di origine dei richiedenti asilo nel febbraio 2015 e che oltre due terzi di tali richiedenti asilo hanno diritto all'asilo o alla protezione sussidiaria;

C.     ricordando l'ultimo Consiglio europeo del 25 e 26 giugno 2015 e la successiva riunione del Consiglio "Giustizia e affari interni", svoltasi il 20 luglio 2015 a Bruxelles, in cui i leader dell'UE non sono riusciti a trovare un accordo su un meccanismo di ricollocazione e di reinsediamento, optando invece per un meccanismo su base volontaria;

D.     considerando che il 3 settembre 2015 il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha chiesto la ricollocazione di almeno 100 000 rifugiati;

E.     considerando che, anziché continuare a prendere decisioni ad hoc, è necessario adottare un approccio alle operazioni che sia a più lungo termine;

F.     considerando che la diversità delle posizioni assunte dai vari Stati membri dell'UE continua a evidenziare il fatto che l'UE ha 28 politiche migratorie frammentate, le quali comprendono alcune posizioni discutibili che occorre affrontare quanto prima;

G.     considerando che l'attuale situazione nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, nella Repubblica serba e in Ungheria mette in luce un'imbarazzante mancanza di solidarietà nei confronti dei richiedenti asilo, un coordinamento insufficiente e l'assenza di un'azione coerente; che tale situazione è fonte di caos e di perduranti violazioni dei diritti umani;

H.     considerando che i leader di alcuni Stati membri e i partiti di estrema destra utilizzano l'attuale situazione per alimentare sentimenti anti-migratori addossando nel contempo all'UE la responsabilità della crisi, il che è all'origine di episodi di violenza sempre più numerosi nei confronti dei migranti;

I.      considerando che la mancanza di procedure e norme unificate in materia di asilo negli Stati membri fa sì che esistano livelli variabili di protezione e che addirittura, in alcuni casi, i richiedenti asilo non ricevano garanzie sufficienti;

1.      esprime profondo dolore e profonda sofferenza per la crisi umanitaria in atto;

2.      esprime solidarietà nei confronti dei numerosi rifugiati e migranti che subiscono un conflitto senza fine, gravi violazioni dei diritti umani, palesi errori di governance e repressioni brutali;

3.      sollecita tutti gli Stati membri e tutte le istituzioni e le agenzie dell'UE ad adottare provvedimenti immediati in risposta alla crisi nel Mediterraneo e alle frontiere dell'UE, provvedimenti che dovrebbero basarsi sulla solidarietà e sull'equa ripartizione delle responsabilità di cui all'articolo 80 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) nonché su un approccio globale che tenga conto di tutti gli aspetti, tra cui una migrazione sicura e legale, il pieno rispetto dei diritti e dei valori fondamentali, la cooperazione con i paesi terzi (non appartenenti all'UE) e un rimpatrio compatibile con i diritti fondamentali e con il principio di non respingimento, mediante il coordinamento fra le politiche interne ed esterne dell'UE, segnatamente fra la sua politica estera e di sicurezza comune e la sua politica commerciale e di sviluppo;

4.      chiede che il Sistema europeo comune di asilo sia recepito in modo rapido e completo e sia attuato in modo efficace da tutti gli Stati membri partecipanti, in modo da garantire norme comuni europee nel quadro della legislazione vigente;

5.      deplora il fatto che il Consiglio europeo non sia riuscito a dare attuazione alle iniziative proposte dalla Commissione nella sua Agenda sulla migrazione del 13 maggio 2015, istituendo un meccanismo di solidarietà credibile e vincolante a livello dell'UE, che comprendesse un sistema di reinsediamento obbligatorio, unitamente alle ricollocazioni di emergenza fra gli Stati membri; considera essenziale nel lungo termine, a tale proposito, procedere a un riesame e quindi a una riforma radicale del regolamento Dublino mediante l'istituzione di un meccanismo di ricollocazione vincolante, permanente e obbligatorio a livello dell'UE unitamente a un sistema equo di ridistribuzione; sollecita gli Stati membri, nel frattempo, ad avvalersi pienamente dei criteri previsti dal regolamento Dublino III, quali ad esempio le disposizioni relative ai minori non accompagnati e al ricongiungimento familiare e le clausole discrezionali, garantendo così norme comuni europee nel quadro della legislazione vigente;

6.      sottolinea che nel 2014 quasi metà dei richiedenti asilo giunti in Europa avevano diritto all'asilo o alla protezione sussidiaria, oppure erano autorizzati a rimanere per motivi umanitari; pone in evidenza, pertanto, la necessità di accrescere il ricorso alle vie d'accesso sicure e legali e di rafforzare la disposizione relativa ai visti umanitari, all'interno del codice dei visti, chiedendo agli Stati membri di avvalersi in misura maggiore di tali visti umanitari;

7.      sottolinea che gli Stati membri, tenendo conto del fatto che, in molti casi, non dispongono delle risorse umane necessarie, dovrebbero stabilire di mettere a disposizione, oltre a un solido programma di reinsediamento, anche altri canali legali, come il ricongiungimento familiare in senso più ampio, programmi di patrocinio privato e accordi flessibili in materia di visti, anche a fini di studio e lavoro;

8.      rammenta che l'asilo costituisce un diritto umano fondamentale garantito dalle leggi e dagli obblighi internazionali che vincolano tutti gli Stati membri; sottolinea pertanto che questi ultimi dovrebbero avvalersi in misura maggiore delle procedure a loro disposizione per il trattamento delle richieste urgenti di protezione, sfruttando di più il quadro normativo esistente, compreso l'esame delle richieste di asilo presentate presso i loro consolati nei paesi terzi;

9.      ricorda che la migrazione è un fenomeno globale e complesso che richiede anche l'adozione di un approccio a lungo termine per affrontarne le cause profonde, come la povertà, le disuguaglianze, l'ingiustizia e i conflitti armati; esorta l'UE, i suoi Stati membri e la comunità internazionale a potenziare il proprio ruolo nella risoluzione dei conflitti e, in particolare, a contribuire alla ricerca di soluzioni politiche sostenibili nei paesi in situazione di conflitto, come i paesi mediorientali, la Siria e la Libia, nonché a rafforzare il dialogo politico (anche con le organizzazioni regionali) integrandovi tutte le componenti dei diritti umani, con l'obiettivo di sostenere istituzioni inclusive e democratiche, potenziare la capacità di resilienza delle comunità locali e promuovere lo sviluppo sociale e democratico nei paesi di origine e tra le rispettive popolazioni; esorta la Commissione, in tale contesto, ad assumere un ruolo guida e a riunire allo stesso tavolo i leader mondiali per affrontare la questione come problema prioritario per la comunità internazionale in senso lato; attende con interesse la conferenza di La Valletta sulla migrazione quale opportunità di dialogo costruttivo tra l'UE, l'Unione africana e i paesi chiave che, insieme, possono intraprendere azioni decisive per risolvere adeguatamente la situazione migratoria;

10.    chiede la creazione di corridoi umanitari attraverso i paesi di transito per i rifugiati (sia nel Mediterraneo che nei Balcani occidentali), con l'obiettivo di fornire assistenza umanitaria e garantire che le necessità più basilari dei rifugiati siano soddisfatte e i loro diritti umani rispettati; sottolinea che la risposta umanitaria alla crisi dei rifugiati dovrebbe inserirsi in un piano a più lungo termine che preveda la fornitura di aiuti umanitari ai paesi limitrofi a quelli da cui provengono i rifugiati, rafforzi le loro capacità di protezione e di ripresa rapida, potenzi il ruolo delle Agenzie delle Nazioni Unite e migliori la situazione dei diritti politici, sociali e umani, come pure la situazione economica nei paesi in via di sviluppo di origine e di transito;

11.    chiede alla Commissione di garantire la centralità di un nuovo approccio alla migrazione nell'ambito del nuovo quadro di sviluppo e degli obiettivi di Sviluppo sostenibile, che saranno adottati al vertice delle Nazioni Unite in programma a New York nel settembre 2015;

12.    invita la Commissione e il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica dei sicurezza (VP/HR) a convocare una conferenza internazionale sulla crisi dei rifugiati a cui partecipino, tra gli altri, l'UE, i suoi Stati membri, le pertinenti Agenzie delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti, le pertinenti ONG internazionali e gli Stati arabi, con l'obiettivo di mettere a punto una strategia di aiuto umanitario comune e globale;

13.    invita gli Stati membri a ratificare la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie;

14.    prende atto dell'avvio dell'operazione Eunavfor Med, che mira a contrastare i passatori e i trafficanti nel Mediterraneo nel quadro degli sforzi più ampi intesi a far fronte alla crisi e salvare vite in mare, nonché della proposta avanzata dal VP/HR in occasione della riunione informale dei ministri della Difesa, tenutasi il 3 settembre 2015, volta a potenziare la capacità dell'operazione di intervenire in mare aperto, al fine di fermare e mettere fuori uso le imbarcazioni utilizzate e contribuire all'arresto dei trafficanti;

15.    invita la Commissione a prevedere un margine e una disponibilità di bilancio sostanziali nell'ambito del bilancio 2016 e delle disposizioni del Quadro finanziario pluriennale, in modo da poter fornire un sostegno più rapido e consistente agli Stati membri che registrano la maggior parte degli arrivi, unitamente a un sostegno a favore degli Stati membri per l'accoglienza e l'integrazione dei rifugiati;

16.    esorta gli Stati membri e la Commissione ad aumentare il livello dei finanziamenti e dei mezzi destinati alle azioni volte a rispondere alle crisi umanitarie all'interno e all'esterno dell'UE;

17.    invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare provvedimenti urgenti per combattere le azioni violente e l'incitazione all'odio nei confronti dei migranti; invita inoltre i leader dell'UE e dei suoi Stati membri ad assumere una posizione chiara a favore della solidarietà europea, del rispetto della dignità umana e dei diritti dei richiedenti asilo;

18.    riconosce il valore dell'approccio basato sulle zone critiche (hot spot), annunciato nell'Agenda sulla migrazione, in termini di rafforzamento del sostegno operativo al momento dell'arrivo dei richiedenti (anche per la registrazione e il trattamento iniziale delle domande), purché tale risposta affronti anche la questione delle modalità di distribuzione dei richiedenti asilo tra gli Stati membri e stabilisca con chiarezza meccanismi efficaci e sensibili alle specificità di genere per identificare le persone con esigenze particolari e indirizzarle verso i servizi competenti;

19.    esorta il Consiglio e gli Stati membri ad agire senza indugio e ricorda che lo scopo della presente risoluzione è quello di dare attuazione alle iniziative già annunciate dalla Commissione, al fine di accrescere la solidarietà e la condivisione di responsabilità tra gli Stati membri, inclusa la nuova proposta relativa a un meccanismo permanente di ricollocazione sulla base dell'articolo 78, paragrafo 2, TFUE, e che un ulteriore aumento del numero dei posti disponibili per la ricollocazione costituisce un primo passo nella giusta direzione, tenendo conto inoltre che la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni sta attualmente elaborando una relazione che rifletterà gli orientamenti strategici del Parlamento a medio e lungo termine in materia di immigrazione; sottolinea la necessità di attribuire una priorità urgente alla situazione dei rifugiati che, se non gestita, farà proseguire e aumentare il fenomeno degli attraversamenti illegali e potenzialmente fatali verso l'UE;

20.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.