Proposta di risoluzione comune - RC-B5-0297/2000/REV1Proposta di risoluzione comune
RC-B5-0297/2000/REV1

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE

23 marzo 2000

presentata a norma dell'articolo 42 del regolamento
dagli onn.
Fiori, Galeote, Cocilovo, Giannakou-Koutsikou, Tajani e Sarnez, a nome del gruppo PPE-DE
Napoletano, Sakellariou, Nair e Obiols i Germa, a nome del gruppo PSE
Rutelli, Gasoliba, Costa e Ducarme, a nome del gruppo ELDR
Cohn-Bendit e Bautista, a nome del gruppo Verts/ALE
Muscardini, a nome del gruppo UEN
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai seguenti gruppi:
sulla politica mediterranea

Procedura : 2000/2542(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B5-0297/2000
Testi presentati :
RC-B5-0297/2000
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Testi approvati :

Il Parlamento europeo,

-  visti gli articoli 17, 18, 21 e 22 del trattato UE,

-  vista la sua risoluzione dell'11 novembre 1995 sulla politica mediterranea dell'Unione europea in vista della Conferenza di Barcellona[1],

-  vista la sua risoluzione del 14 dicembre 1995 sulla Conferenza euromediterranea di Barcellona[2],

-  vista la sua risoluzione del 13 marzo 1997 sulla relazione comune della Presidenza del Consiglio e della Commissione relativa alla politica mediterranea: prolungamento della Conferenza di Barcellona[3],

-  vista la sua risoluzione dell'11 marzo 1999 sulla comunicazione della Commissione intitolata "il ruolo dell'Unione europea sul processo di pace e la futura assistenza nel Medio Oriente"[4] e la sua raccomandazione al Consiglio sulla politica mediterranea dell'Unione[5] (A4-0095/99),

-  vista la dichiarazione di Barcellona e il programma di lavoro del 28 novembre 1995 approvato in occasione di tale Conferenza,

-  viste le conclusioni della Conferenza di Malta del 15 e 16 aprile 1997,

-  viste le conclusioni della Conferenza di Palermo del 3 e 4 giugno 1998,

-  viste le conclusioni della Conferenza di Stoccarda del 15 e 16 aprile 1999,

-  viste le conclusioni dei Forum civili di Malta, Napoli e Stoccarda,

A.  considerando l’importanza strategica che riveste il Mediterraneo per l’Unione europea, e di conseguenza, la necessità di una politica mediterranea autentica per sostenere la stabilità nella pace e lo sviluppo economico e sociale,

B.  considerando che il processo di Barcellona tarda a dare i suoi frutti, ritardo che non è soltanto di ordine tecnico (lungaggine delle procedure amministrative e delle modalità di applicazione del programma), ma anche politico (difficoltà del processo di pace nel Medio Oriente, crisi dei Balcani e crisi delle istituzioni europee);considerando inoltre che la costruzione di uno spazio euromediterraneo non può limitarsi soltanto alla realizzazione di uno spazio di libero scambio,

C.  considerando che la terza Conferenza ministeriale di Stoccarda ha consolidato i risultati conseguiti nella Conferenza di Palermo ed ha definito un programma concreto di metodi di lavoro mettendo l’accento soprattutto sulla necessità di un progetto di Carta di stabilità, attualmente in fase di elaborazione,

D.  riconoscendo i successi precedentemente registrati con la firma di cinque accordi di associazione, ma preoccupato per la lunghezza dei termini di ratifica di tali accordi da parte degli Stati membri che ne ritarda l'entrata in vigore, nonché per le difficoltà sorte nell'ambito dei negoziati concernenti gli altri accordi e per l'assenza di flessibilità nel mandato di negoziato che il Consiglio ha conferito alla Commissione,

E.  prendendo atto che l’approccio bilaterale degli accordi di associazione rischia di modellare sempre più le economie dei PTM in funzione dei loro scambi commerciali con l’Unione europea, ostacolando lo sviluppo degli scambi Sud/Sud, specie a livello subregionale,

F.  stupito per il fatto che la Commissione non abbia ancora sottoposto a discussione alcun modello di accordo multilaterale,

G.  considerando che gli accordi di associazione favoriscono l’avvio di un dialogo politico basato sulla comprensione e il mutuo rispetto, inteso ad incoraggiare la democrazia, il rispetto dei diritti dell’uomo, lo stato di diritto e la buona gestione degli affari pubblici,

H.  considerando l’importanza delle società civili euromediterranee per la realizzazione degli obiettivi enunciati nella Dichiarazione di Barcellona; rallegrandosi parimenti per l'atteggiamento costruttivo del Forum delle organizzazioni non governative, che si riunisce regolarmente a margine delle riunioni interministeriali ufficiali,

I.  considerando il ruolo effettivo che svolge l’Unione europea nel processo di pace nel Medio Oriente e nel suo programma di accompagnamento economico e sottolineando il dovere politico di assicurare la massima visibilità a tale contributo europeo alla pace e alla stabilità in questa zona contigua,

J.  riconoscendo il diritto di tutti i paesi terzi mediterranei di partecipare al processo di Barcellona, a condizione che si impegnino a rispettare i principi sui quali si basa tale processo, la Carta delle Nazioni Unite e la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, nonché gli altri obblighi risultanti dal diritto internazionale, in particolare quelli derivanti dagli strumenti regionali e internazionali di cui fanno parte,

K.  sottolineando che gli aspetti del processo di Barcellona concernenti i diritti dell’uomo sono tuttora deplorevolmente insoddisfacenti e che la situazione in molti paesi non mostra alcun segno di miglioramento,

L.  considerando inoltre che i cambiamenti politici avvenuti in vari paesi del Maghreb offrono condizioni favorevoli al processo di Barcellona,

M.  considerando la necessità che l’Unione europea presti attenzione ai conflitti che si svolgono nella regione e dichiari la sua disponibilità a sostenere eventuali sforzi di mediazione,

N.  rilevando l’esiguità degli investimenti nel Mediterraneo, soprattutto i flussi di investimenti privati mentre la regione presenta, secondo l’opinione generale, forti potenzialità,

O.  considerando la necessità di un sostanziale sostegno comunitario che accompagni gli sforzi condotti da ciascuno dei PTM per assicurare la loro transizione economica ed attenuare l’impatto sociale dell’apertura dei mercati e per favorire le integrazioni regionali e subregionali nel Mediterraneo,

P.  considerando altresì che in tale prospettiva il debito esterno dovrebbe essere reinvestito in via prioritaria in politiche di cosviluppo con i PTM,

Q.  considerando che nella regione euromediterranea lo sviluppo dello spazio economico e sociale deve essere accompagnato da una politica di assetto del territorio per conseguire l’obiettivo di uno sviluppo spaziale equilibrato, sostenibile e integrato del territorio euromediterraneo,

R.  fermamente convinto del fatto che il secondo Forum parlamentare euromediterraneo dovrebbe aver luogo nei prossimi mesi per rilanciare e sviluppare il partenariato euromediterraneo,

1.  invita il Consiglio e la Commissione a rilanciare il progetto concernente la partnership euromediterranea deciso a Barcellona nel novembre 1995; ritiene che la mancanza di progressi rappresenta un fattore potenziale di crisi per la regione e pregiudica il ruolo politico della UE nell'ambito degli sforzi volti a raggiungere la stabilità nella zona;

2.  invita le parti interessate ad accelerare i negoziati della Carta per la stabilità e la sicurezza ed è convinto che la cooperazione in materia di sicurezza non possa essere separata dagli sviluppi in campo economico e commerciale; esorta tutte le parti interessate, in questo contesto, a prestare particolare attenzione alle politiche di prevenzione dei conflitti e agli strumenti non militari di gestione delle crisi;

3.  chiede al Consiglio e alla Commissione di assicurare un finanziamento alla politica mediterranea dell’Unione europea che possa ristabilire la proporzione tra i fondi destinati ai paesi dell’Europa centrale ed orientale e quelli destinati ai PTM, come deciso dal Consiglio europeo di Cannes (proporzione di 5 a 3);

4.  chiede al Consiglio e alla Commissione di riprendere l’impostazione globale definita a Barcellona, tenendo conto di talune priorità trascurate finora – a vantaggio della transizione economica e dell’adeguamento strutturale:

  • -il sostegno all’investimento;
  • -il sostegno alla cooperazione decentrata;
  • -il sostegno a una politica di gestione comune dei flussi migratori;
  • -il sostegno all’occupazione;

5.  chiede al Consiglio e alla Commissione di rafforzare il sostegno politico, economico e finanziario a favore dell’integrazione delle zone subregionali, cominciando dal Maghreb e dal Medio Oriente, tramite l’elaborazione di accordi di associazione subregionali assicurando la dotazione finanziaria dei programmi regionali attuati nell’ambito del partenariato euro-mediterraneo, in maniera più significativa di quella concessa attualmente dal programma MEDA;

6.  chiede al Consiglio e alla Commissione di istituire, nel contesto del partenariato euro-mediterraneo, un programma di cooperazione interregionale e transnazionale, destinato alla complementarità e all’integrazione economica e sociale e realizzato mediante sinergie finanziarie efficaci e una coordinazione tra i programmi INTERREG e MEDA;

7.  reitera la richiesta al Consiglio, agli Stati membri e alla Commissione di agire tempestivamente in seno alle organizzazioni internazionali competenti per adottare misure efficaci di riduzione/riconversione del debito esterno dei PTM;

8.  chiede al Consiglio e alla Commissione di creare un ambiente interessante per gli investitori, fornendo un’assistenza tecnica in vista dell’armonizzazione delle legislazioni mediterranee in materia di investimenti e analoga a quella offerta ai PECO;

9.  chiede al Consiglio e alla Commissione di assicurare l’attuazione della cooperazione decentrata, che permetta agli attori della società civile delle due rive del Mediterraneo di incontrarsi per elaborare insieme progetti, sostenendo i nuovi programmi, in particolare quelli di MEDA e di potenziare i programmi MEDA Democrazia, Euromed Heritage, Euromed Audiovisuel nonché i programmi subregionali di formazione di giornalisti;

10.  chiede alla Commissione che venga accordata, per l’anno in corso, priorità ai progetti che riguardano i diritti della donna e le pari opportunità nell’attuazione del programma MEDA-Democrazia;

11.  chiede al Consiglio e alla Commissione di appoggiare le iniziative che permettano agli immigrati negli Stati membri di favorire il cosviluppo, cioè il sostegno ai microprogetti, alla formazione e agli investimenti nei paesi di origine;

12.  deplora che la clausola sui diritti dell'uomo prevista dai nuovi accordi euromediterranei non venga rispettata e invita la Commissione ad assumersi le proprie responsabilità per quanto riguarda il rispetto di tale clausola e a sollevare il problema del rispetto dei diritti dell'uomo tanto nei negoziati multilaterali quanto in quelli bilaterali;

13.  invita il Consiglio e la Commissione a presentare una relazione annuale sulla situazione dei diritti dell’uomo nei paesi partecipanti al processo di Barcellona, sulla quale basare un ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali;

14.  chiede alla Commissione di sostenere lo svolgimento dei Foreum civili che riuniscono le organizzazioni non governative e i partner socioeconomici al fine di favorire la partecipazione attiva della società civile dei paesi interessati al processo di Barcellona;

15.  invita il Consiglio e la Commissione a rilanciare il partenariato euromediterraneo, tra l'altro definendo una nuova generazione di programmi allo scopo di evitare l'attuale frammentazione e dispersione di garantire un migliore coordinamento politico ed una più efficace utilizzazione delle risorse;

16.  chiede al Consiglio e alla Commissione di avviare, nel contesto del partenariato euromediterraneo, una riflessione comune in vista di una coordinazione delle politiche agricole mediterranee, tenendo conto riforma della PAC e della dimensione multifunzionale del settore agricolo;

17.  chiede al Consiglio e alla Commissione di promuovere un programma regionale sullo spazio sociale euromediterraneo e di favorire una cooperazione intensificata nel settore dell’ambiente, del turismo, e dello sport, specie con la valorizzazione del patrimonio culturale connessa con lo sviluppo locale e con il dialogo tra le varie culture e confessioni;

18.  si compiace per la decisione di organizzare a Lisbona la sconda riunione del Forum parlamentare euromediterraneo;

19.  si compiace per la decisione della presidenza francese di organizzare una nuova Conferenza euromediterranea il 14 novembre 2000;

20.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione a al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché a quelli dei paesi PTM firmatari della Dichiarazione di Barcellona.