PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE
17 dicembre 2003
- –Michael Gahler, Philippe Morillon, Georg Jarzembowski, Charles Tannock e Thomas Mann, a nome del gruppo PPE-DE
- –Magrietus J. van den Berg, a nome del gruppo PSE
- –Ole Andreasen, a nome del gruppo ELDR
- –Daniel Marc Cohn-Bendit e Per Gahrton, a nome del gruppo Verts/ALE
- –ELDR (B5‑0548/2003/2003),
- –PPE-DE (B5‑0549/2003),
- –Verts/ALE (B5‑0552/2003),
- –PSE (B5‑0553/2003),
Risoluzione del Parlamento europeo sulle vendite di armi alla Cina
Il Parlamento europeo,
– vista la dichiarazione sulla Cina resa dal Consiglio europeo di Madrid il 26 giugno 1989 a seguito della brutale repressione esercitata in tale paese all'epoca, dichiarazione che introduce un embargo sul commercio delle armi con la Cina, la cui portata è stata lasciata all'interpretazione nazionale,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 12-13 dicembre 2003,
– viste le conclusioni del sesto vertice Cina-Unione europea, tenutosi a Beijing il 30 ottobre 2003,
– vista la recente pubblicazione da parte sia dell'UE che della Cina di documenti programmatici sulle relazioni UE-Cina, che aprono la strada allo sviluppo delle relazioni negli anni a venire,
– visto il Codice di condotta dell'Unione europea per le esportazioni di armi, con riferimento ai paesi o regioni in cui persistono gravi tensioni,
- visto l'articolo 37, paragrafo 4 del suo regolamento
A. considerando che nella risoluzione del 23 ottobre 2003 sulla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sugli effetti principali e le scelte di base della PESC il Parlamento europeo ha insistito su una risoluzione pacifica della questione di Taiwan mediante il dialogo tra le due sponde dello Stretto di Formosa e ha esortato la Cina a ritirare i suoi missili posizionati nelle province costiere che si affacciano sullo Stretto,
B. considerando che la politica nei confronti della Cina deve necessariamente tenere conto di tre fattori chiave: lo sviluppo dei diritti dell'uomo e dello Stato di diritto, il ruolo della Cina sulla scena politica mondiale e gli interessi economici dell'Unione,
C. considerando che la Cina e l'UE attribuiscono grande importanza all'approccio multilaterale, alla non proliferazione, al controllo degli armamenti e al disarmo,
D. considerando che la situazione dei diritti dell'uomo nella Repubblica popolare cinese, seppur migliorata negli anni, resta insoddisfacente, in quanto le violazioni delle libertà fondamentali continuano, così come continuano le torture, i maltrattamenti – anche nei confronti dei malati di HIV-AIDS – e le detenzioni arbitrarie, cui si aggiungono l'elevato numero di sentenze capitali registrato ogni anno e la mancanza di rispetto e tutela dei diritti delle minoranze,
E. sottolineando che dall'inizio si sono compiuti ben pochi progressi concreti per quanto concerne il dialogo UE-Cina sui diritti umani,
F. prendendo atto della proposta di alcuni Stati membri dell'Unione di revocare il divieto di vendita di armi alla Cina,
1. è fermamente convinto che la Cina debba dimostrare di aver compiuto progressi significativi nel campo dei diritti umani prima che l'Unione possa prendere in considerazione una revoca del divieto;
2. ritiene che, tenuto conto delle minacce cinesi nei confronti di Taiwan, non sia questo il momento di aprire la strada a una revoca dell'embargo sulle vendite di armi europee;
3. invita il Consiglio e gli Stati membri attuali nonché gli Stati di prossima adesione e gli Stati candidati a mantenere l'embargo UE sul commercio di armi con la Repubblica popolare cinese e a non allentare le restrizioni nazionali vigenti per quanto concerne queste vendite di armi;
4. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, agli Stati membri, agli Stati di prossima adesione e agli Stati candidati nonché al governo della Repubblica popolare cinese.