Proposta di risoluzione comune - RC-B7-0496/2011Proposta di risoluzione comune
RC-B7-0496/2011

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla Bielorussia: l'arresto del difensore dei diritti umani Ales Bialatski

14.9.2011

presentata a norma dell'articolo 122, paragrafo 5, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi
Verts/ALE (B7‑0496/2011)
ECR (B7‑0497/2011)
S&D (B7‑0498/2011)
ALDE (B7‑0499/2011)
PPE (B7‑0500/2011)

Elmar Brok, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Jacek Protasiewicz, Michael Gahler, Mario Mauro, Cristian Dan Preda, Filip Kaczmarek, Lena Kolarska-Bobińska, Eduard Kukan, Csaba Sógor, Bernd Posselt, Monica Luisa Macovei, Elena Băsescu, Eija-Riitta Korhola, Tunne Kelam, Krzysztof Lisek, Zuzana Roithová, Sari Essayah, Róża Gräfin von Thun und Hohenstein, Laima Liucija Andrikienė, Sergio Paolo Francesco Silvestris, Vytautas Landsbergis, Bogusław Sonik, Gabriele Albertini a nome del gruppo PPE
Véronique De Keyser, Justas Vincas Paleckis, Kristian Vigenin, Marek Siwiec a nome del gruppo S&D
Leonidas Donskis, Marielle De Sarnez, Kristiina Ojuland, Izaskun Bilbao Barandica, Marietje Schaake, Sonia Alfano, Ramon Tremosa i Balcells, Anneli Jäätteenmäki a nome del gruppo ALDE
Elisabeth Schroedter, Werner Schulz, Raül Romeva i Rueda a nome del gruppo Verts/ALE
Charles Tannock, Ryszard Antoni Legutko, Tomasz Piotr Poręba, Michał Tomasz Kamiński, Adam Bielan, Ryszard Czarnecki, Marek Henryk Migalski, Konrad Szymański, Valdemar Tomaševski, Geoffrey Van Orden, Jacek Olgierd Kurski, Roberts Zīle, Paweł Robert Kowal a nome del gruppo ECR
Marie-Christine Vergiat a nome del gruppo GUE/NGL

Procedura : 2011/2805(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B7-0496/2011
Testi presentati :
RC-B7-0496/2011
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sulla Bielorussia: l'arresto del difensore dei diritti umani Ales Bialatski

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sulla Bielorussia, in particolare quelle del 12 maggio 2011, 10 marzo 2011, 20 gennaio 2011 e 17 dicembre 2009,

–   viste le conclusioni del Consiglio sulla Bielorussia adottate durante la 3101a riunione del Consiglio Affari esteri tenutasi il 20 giugno 2011,

–   vista la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 e la dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani del dicembre 1998,

–   vista la risoluzione sulla libertà di associazione nella Repubblica di Bielorussia, adottata dalla Conferenza delle organizzazioni internazionali non governative del Consiglio d'Europa il 22 giugno 2011,

–   vista la risoluzione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite del 17 Giugno 2011, che condanna le violazioni dei diritti umani prima, durante e dopo le elezioni presidenziali in Bielorussia e chiede al governo bielorusso di porre fine alla "persecuzione" dei leader dell'opposizione,

–   vista la dichiarazione sull'arresto di Ales Bialatski in Bielorussia, rilasciata il 5 agosto 2011 dalla vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton,

–   visto l'articolo 122, paragrafo 5, del suo regolamento,

A. considerando che la Bielorussia è vincolata in virtù di impegni internazionali all'osservanza dei principi del diritto internazionale e dei valori fondamentali, segnatamente la democrazia, lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali;

B.  considerando che il difensore dei diritti umani Ales Bialatski, presidente del Centro per i diritti umani "Viasna" e vicepresidente della Federazione internazionale per i diritti umani (FIDH), dopo essere stato trattenuto presso il centro di detenzione del Ministero dell'interno bielorusso è stato arrestato a Minsk il 4 agosto 2011 con l'accusa formale di evasione fiscale su larga scala ("occultamento di profitti su scala particolarmente vasta") e incriminato il 12 agosto 2011 ai sensi della parte II dell'articolo 243 del codice penale bielorusso; considerando che Ales Bialatski rischia una pena consistente nella limitazione della libertà per un periodo fino a cinque anni o nella reclusione da tre a sette anni nonché la confisca dei beni, tra cui i locali della sede amministrativa dell'organizzazione "Viasna";

C. considerando che i beni privati di Ales Bialatski a Minsk, la sua casa a Rakov e l'ufficio del "Viasna" a Minsk sono stati perquisiti dagli agenti del Comitato per la sicurezza dello Stato (KGB) e della Direzione investigativa finanziaria del Comitato statale di controllo, e che i suoi computer e altro materiale sono stati confiscati;

D. considerando che il 16 agosto 2011 un giudice distrettuale di Minsk ha respinto la richiesta presentata dall'avvocato di Ales Bialatski ai fini del rilascio del suo assistito su garanzia personale e che all'inizio di quella stessa settimana il periodo di carcerazione preventiva di Ales Bialatski era stato esteso a due mesi;

E.  considerando che l'arresto è legato alla comunicazione di dati relativi ai conti bancari di Ales Bialatski alle autorità bielorusse da parte di alcuni Stati membri dell'UE; che nel cercare queste informazioni le autorità bielorusse hanno approfittato della cooperazione internazionale nel quadro di un accordo bilaterale di assistenza giuridica, sfruttando il sistema delle procedure e degli accordi internazionali sui trasferimenti finanziari – destinato a essere utilizzato per rintracciare terroristi e criminali – al fine di esercitare pieno controllo sulle organizzazioni non governative della società civile e sull'opposizione democratica bielorussa e di screditare l'assistenza dell'Unione europea alla società civile bielorussa;

F.  considerando che le autorità fiscali bielorusse hanno interpretato le somme presenti nei conti di Ales Bialatski come suo reddito personale e lo hanno accusato di occultamento delle stesse;

G. considerando che le autorità bielorusse hanno rifiutato sistematicamente di registrare a livello nazionale quasi tutte le organizzazioni per i diritti umani del paese (al "Viasna" è stata negata la registrazione per ben tre volte negli ultimi anni); che, di conseguenza, dato che gli aiuti stranieri alle organizzazioni non governative in Bielorussia (nel caso del "Viasna" si tratta di fondi destinati a consentire all'organizzazione di fornire assistenza alle vittime della repressione di massa attuata dal regime bielorusso dopo le elezioni presidenziali del dicembre 2010) devono essere autorizzati dalle autorità bielorusse, i difensori dei diritti umani sono costretti ad aprire conti in paesi vicini per fornire un aiuto efficace ai rappresentanti della società civile indipendente;

H. considerando che le vessazioni nei confronti dei difensori e degli attivisti dei diritti umani sono sistematiche e diffuse; che di recente sono emerse informazioni riguardanti la persecuzione di difensori dei diritti umani, giornalisti e attivisti impegnati nella campagna per il rilascio di Ales Bialatski, con arresti, detenzioni, interrogatori, l'imposizione di ammende o la confisca di materiale stampato; che una delle persone interessate, Viktar Sazonau, è attualmente in attesa di giudizio;

I.   considerando che il caso di Ales Bialatski rientra in un più ampio scenario di vessazioni perduranti da lungo tempo ai danni della società civile e dei difensori dei diritti umani a seguito delle elezioni presidenziali nel dicembre 2010, il che è sfociato in un drammatico deterioramento dei diritti umani e delle libertà civili e politiche in Bielorussia;

J.   considerando che un gran numero di attivisti dell'opposizione, tra cui ex candidati presidenziali, giornalisti e difensori dei diritti umani, sono stati arrestati sulla base della loro partecipazione alla pacifica manifestazione post-elettorale del 19 dicembre 2010 a Minsk, accusati di "organizzazione di disordini di massa" e condannati ingiustamente a dure pene ammontanti fino a sette anni di detenzione in un carcere di alta o media sicurezza; considerando che, secondo quanto riportato, alcuni di loro sono stati sottoposti a torture fisiche e psicologiche, non hanno beneficiato di adeguata assistenza legale e medica o sono stati rimandati in prigione dopo un importante intervento chirurgico senza corretta riabilitazione medica;

1.  esprime profonda preoccupazione per il deteriorarsi della situazione dei difensori dei diritti umani in Bielorussia; condanna fermamente il recente arresto e le accuse mosse a carico di Ales Bialatski, presidente del Centro per i diritti umani "Viasna", e il mancato rispetto da parte delle autorità bielorusse dei diritti fondamentali di libertà di riunione e di espressione;

2.  deplora il fatto che le autorità bielorusse continuino a rifiutare di concedere status legale alle organizzazioni indipendenti per i diritti umani nel paese, impossibilitandole ad operare mediante l'introduzione di leggi repressive intese a far tacere le attività della società civile, e ricorrano alla minaccia di sanzioni penali per intimidire i difensori dei diritti umani;

3.  ritiene, in questo contesto, e data la repressione senza precedenti della società civile in Bielorussia dopo le elezioni presidenziali del dicembre 2010, che il procedimento penale contro Ales Bialatski sia di matrice politica ​​e miri a ostacolare la sua legittima attività di difensore dei diritti umani;

4.  chiede che Ales Bialatski sia posto immediatamente e incondizionatamente in libertà e sia prosciolto dalle indagini e da tutte le accuse a suo carico;     

5.  condanna l'azione intrapresa contro il Centro per i diritti umani "Viasna" e sollecita le autorità bielorusse a porre fine a tutte le forme di vessazione ai danni di Ales Bialatski, del "Viasna" e del suo personale, di tutti gli altri difensori dei diritti umani e delle organizzazioni della società civile nel paese e a rispettare lo stato di diritto;

6.  invita le autorità bielorusse ad abrogare l'articolo 193, paragrafo 1, del codice penale bielorusso, che vieta l'organizzazione di attività di associazioni pubbliche non registrate o la partecipazione alle stesse, in quanto tale disposizione è in contrasto con le norme internazionali in materia di libertà di associazione e costituisce una violazione da parte della Bielorussia dei suoi obblighi in quanto membro dell'OSCE e dell'ONU;

7.  sottolinea che l'assistenza giuridica tra gli Stati membri dell'UE e la Bielorussia non dovrebbe diventare uno strumento di persecuzione politica e repressione;

8.  deplora il fatto che le autorità bielorusse abbiano intenzionalmente usato in modo improprio e sfruttato la legge bielorussa e meccanismi bilaterali e internazionali;

9.  invita le autorità bielorusse a osservare tutte le disposizioni della dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani e ad assicurare che i principi democratici, i diritti umani e le libertà fondamentali siano rispettati in ogni circostanza, in conformità con la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e con gli strumenti internazionali e regionali in materia di diritti umani ratificati dalla Bielorussia;

10. esorta le autorità bielorusse a rivedere la legislazione bielorussa, in particolare in materia di libertà di associazione e di espressione, a renderla conforme alle norme internazionali e, nel contempo, ad astenersi da ogni ulteriore abuso della legge;

11. invita il Consiglio, la Commissione e l'alto rappresentante a intensificare la pressione esercitata sulle autorità bielorusse, ampliando ulteriormente il divieto di visto e l'elenco sul congelamento dei beni per includervi quanti sono implicati nell'arresto di Ales Bialatski e nell'azione penale nei suoi confronti;

12. sottolinea che, alla luce dell'incessante repressione senza precedenti dell'opposizione e della società civile in Bielorussia, l'UE deve sostenere la costruzione della democrazia nel paese e trovare nuove modalità per aiutare la società civile bielorussa e i mezzi di comunicazione indipendenti a sensibilizzare l'opinione pubblica;

13. invita il vertice per il partenariato orientale, che si terrà a Varsavia il 28 e 29 settembre 2011, a rafforzare l'assistenza a favore dell'opposizione democratica bielorussa e delle organizzazioni della società civile e a collaborare attivamente con esse al fine di incoraggiare e rafforzare i loro sforzi per garantire la democrazia;

14. invita le autorità bielorusse a garantire un'adeguata assistenza legale e medica per tutti i prigionieri politici e a rilasciarli immediatamente e senza condizioni, prosciogliendoli da ogni accusa e ripristinando integralmente i loro diritti civili;

15. sottolinea che il potenziale impegno dell'UE con la Bielorussia dovrebbe essere soggetto a condizioni rigorose e subordinato a un impegno da parte di tale paese a rispettare gli standard democratici, i diritti umani e lo stato di diritto, come affermato nella dichiarazione congiunta del vertice di Praga per il partenariato orientale del 7 maggio 2009, che è stata cofirmata dal governo bielorusso;

16. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, alle Assemblee parlamentari dell'OSCE e del Consiglio d'Europa e al governo e al parlamento della Bielorussia.