Proposta di risoluzione comune - RC-B7-0031/2013Proposta di risoluzione comune
RC-B7-0031/2013

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla situazione nella Repubblica centrafricana

16.1.2013 - (2013/2514(RSP))

presentata a norma dell'articolo 122, paragrafo 5, e dell'articolo 110, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
Verts/ALE (B7‑0031/2013)
ECR (B7‑0032/2013)
GUE/NGL (B7‑0041/2013)
PPE (B7‑0043/2013)
ALDE (B7‑0044/2013)
S&D (B7‑0045/2013)

Cristian Dan Preda, Filip Kaczmarek, Gay Mitchell, Jean Roatta, Bernd Posselt, Roberta Angelilli, Mario Mauro, Philippe Boulland, Eija-Riitta Korhola, Sergio Paolo Francesco Silvestris, Zuzana Roithová, Monica Luisa Macovei, Sari Essayah, Giovanni La Via, Tunne Kelam, Elena Băsescu, Mariya Gabriel, Michèle Striffler, Eduard Kukan, Martin Kastler, Joachim Zeller, Petri Sarvamaa, Anna Záborská a nome del gruppo PPE
Véronique De Keyser, Ana Gomes, Liisa Jaakonsaari, Norbert Neuser, Ricardo Cortés Lastra a nome del gruppo S&D
Louis Michel, Marietje Schaake, Alexander Graf Lambsdorff, Robert Rochefort, Ramon Tremosa i Balcells, Graham Watson, Kristiina Ojuland, Johannes Cornelis van Baalen, Marielle de Sarnez, Izaskun Bilbao Barandica, Sarah Ludford, Nathalie Griesbeck a nome del gruppo ALDE
Judith Sargentini, Barbara Lochbihler, Nicole Kiil-Nielsen, Raül Romeva i Rueda, Jean-Jacob Bicep a nome del gruppo Verts/ALE
Charles Tannock, Jan Zahradil a nome del gruppo ECR
Marie-Christine Vergiat, Patrick Le Hyaric a nome del gruppo GUE/NGL
Jaroslav Paška

Procedura : 2013/2514(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B7-0031/2013
Testi presentati :
RC-B7-0031/2013
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione nella Repubblica centrafricana

(2013/2514(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   viste le dichiarazioni in data 21 dicembre 2012, 1° e 11 gennaio 2013 del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulla situazione nella Repubblica centrafricana,

–   vista la dichiarazione in data 21 dicembre 2012 del commissario UE per gli aiuti umanitari e la protezione civile sugli ultimi scontri scoppiati nella Repubblica centrafricana,

–   visto l'accordo di Cotonou riveduto, firmato nel giugno 2000,

–   visti i comunicati stampa rilasciati dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 27 e 29 dicembre 2012 e il 4 e 11 gennaio 2013 in merito alla Repubblica centrafricana,

–   vista la dichiarazione finale del vertice straordinario dei capi di Stato della Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale (CEEAC), tenutosi il 21 dicembre 2012 a N’Djamena,

–   vista la dichiarazione del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, del 26 dicembre 2012, nella quale condanna gli attacchi dei ribelli ed esorta tutte le parti a rispettare le decisioni assunte dalla CEEAC il 21 dicembre, a N’Djamena,

–   viste le dichiarazioni dell'Unione africana (UA) in data 12, 28 e 31 dicembre 2012 nonché 3 e 12 gennaio 2013 in merito alla Repubblica centrafricana,

–   visto l'accordo politico di Libreville (Gabon), firmato l'11 gennaio 2013 tra il governo della Repubblica centrafricana, il gruppo di ribelli "Seleka" e l'opposizione democratica, sulla risoluzione della crisi,

–   visti l'accordo globale di pace di Libreville del 28 giugno 2008 e i precedenti accordi di pace firmati dal 2007 sui quali si basa,

–   viste la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite S/RES/2031, del 21 dicembre 2011, che estende il mandato dell'Ufficio integrato delle Nazioni Unite per la costruzione della pace nella Repubblica centrafricana (BINUCA) fino al 31 gennaio 2013, e la relazione del Segretario generale delle Nazioni Unite del 29 maggio 2012 sulle attività del BINUCA,

–   viste la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici del 1966, la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna del 1979, la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli del 1981, ratificata dalla Repubblica centrafricana nel 1986, la Convenzione internazionale dei diritti del bambino del 1989, che vieta il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, ratificata dalla Repubblica centrafricana,

–   viste la relazione in data 6 luglio 2011 del gruppo di lavoro del Consiglio di sicurezza, e le relative conclusioni sulla situazione dei bambini e dei conflitti armati nella Repubblica centrafricana,

–   visti l'articolo 122, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

A. considerando che la Repubblica centrafricana (RCA) ha conosciuto decenni di instabilità e di disordini politici da quando ha ottenuto l'indipendenza nel 1960; che, nonostante sia un paese ricco di risorse naturali (legname, oro, diamanti, uranio, ecc.), la RCA occupa soltanto il 179° posto su 187 nella classifica dell'Indice di sviluppo umano e, con circa il 70% della popolazione al di sotto della soglia di povertà, resta uno dei paesi più poveri al mondo;

B.  considerando che il 10 dicembre 2012, "Seleka" (che in sango significa "coalizione"), un'alleanza di diversi movimenti armati di ribelli che provengono prevalentemente dalla zona nord-orientale del paese, ha sferrato un'offensiva armata verso sud a partire dai territori nei pressi della frontiera con il Ciad; che la recente offensiva è stata motivata dalle rivendicazioni dei ribelli che accusano il presidente François Bozizé di non aver onorato gli impegni definiti nel quadro dell'accordo globale di pace, firmato nel 2008 a Libreville, che prevedeva il disarmo di ex ribelli e finanziamenti a favore del loro reinserimento sociale;

C. considerando che la Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale (CEEAC) ha tenuto il 21 dicembre 2012 un vertice straordinario a N’Djamena e ha concordato una tabella di marcia volta a risolvere la crisi, che comprende un cessate il fuoco e negoziati immediati a Libreville sotto l'egida della CEEAC; che il vertice della CEEAC ha altresì deciso di inviare nuove truppe al fine di rafforzare la missione FOMAC/ MICOPAX;

D. considerando che il Sud Africa ha iniziato a inviare circa 400 uomini per contribuire a stabilizzare la RCA; che le truppe del Gabon, del Congo (Brazzaville), del Ciad e del Camerun sono nel paese dal 2008 quale parte della forza multinazionale dell’Africa Centrale (FOMAC/MICOPAX) schierata dalla CEEAC;

E.  considerando che, dopo aver intrattenuto colloqui con il Presidente dell'Unione africana, Thomas Boni Yayi, il Presidente Bozizé si è impegnato a non candidarsi alle elezioni dopo la scadenza nel 2016 del suo mandato attuale e ha proposto di formare un governo di unità nazionale;

F.  considerando che, all'inizio di gennaio, Seleka ha annunciato l'interruzione delle proprie operazioni militari, fermandosi prima della città di Damara (75 km a nord di Bangui) e ha convenuto di prendere parte ai colloqui di pace sotto l'egida della CEEAC;

G. considerando che l'11 gennaio 2013 i colloqui di pace trilaterali fra il governo della Repubblica centrafricana, la coalizione di ribelli Seleka e l'opposizione politica, tenutisi a Libreville (Gabon), hanno portato alla firma di tre accordi: una dichiarazione di principio sulla risoluzione della crisi politica e di sicurezza; un accordo per il cessate il fuoco nonché un accordo sulla situazione politica e della sicurezza che definisce gli accordi di condivisione del potere e il periodo di transizione politica nella RCA;

H. considerando che, il 12 gennaio 2013, il presidente Bozizé ha deposto il primo ministro Faustin Archange Touadera e sciolto il governo, aprendo la strada alla nomina di un governo di unità nazionale in linea con gli accordi di pace firmati a Libreville; che, a norma dell'accordo di pace, le elezioni legislative devono svolgersi entro 12 mesi;

I.   considerando che il presidente Bozizé, dopo essere salito al potere grazie a un colpo di Stato nel 2003, è stato eletto per la prima volta nel 2005 e rieletto nel 2011, ma che le irregolarità nel corso delle ultime elezioni riscontrate dagli osservatori internazionali (ivi compresi quelli dell'UE, che finanziò lo svolgimento delle elezioni) hanno indotto l'opposizione parlamentare a boicottare le elezioni politiche;

J.   considerando che il rispetto dei diritti umani è un valore fondamentale dell'Unione europea e costituisce un elemento essenziale dell'accordo di Cotonou;

K. considerando che gli Stati Uniti d'America, come l'UE, sono favorevoli a una risoluzione pacifica della crisi attraverso il dialogo;

L.  considerando che, secondo le ONG locali, sono state commesse gravi violazioni dei diritti umani, tra le quali un aumento degli episodi di violenza sessuale contro donne e giovani ragazze, da parte sia di Seleka, nelle aree sotto il suo controllo, che delle forze governative a Bangui a danno di persone vicine ai ribelli;

M. considerando che, secondo Médecins sans frontières, la situazione umanitaria rimane terribile e che la crisi interessa decine di migliaia di persone; che centinaia di tonnellate di aiuti alimentari del Programma alimentare mondiale sono stati saccheggiati nelle zone del nord sotto il controllo dei ribelli e che vari servizi umanitari sono stati sospesi o ridotti;

N. considerando che l'UE è impegnata in un dialogo politico regolare con la RCA a titolo dell'accordo di Cotonou ed è il principale donatore del paese, con la Commissione europea che ha versato 8 milioni di euro nel 2012 per assistere 445.000 persone colpite dal conflitto e dagli esodi interni e che la RCA beneficia di un aiuto di 137 milioni di euro nel quadro del 10° FES;

O. considerando che il Camerun ha rafforzato le misure per ospitare i profughi della RCA;

P.  considerando che, anche prima del recente scoppio di violenza, 2.500 bambini facevano già parte dei gruppi armati attivi nella RCA; che l'ufficio UNICEF di Bangui ha annunciato di aver ricevuto informazioni attendibili su un aumento del reclutamento e dell'utilizzo di bambini soldato da parte sia dei gruppi di ribelli che delle milizie pro-governative;

Q. considerando che il mancato perseguimento dei responsabili delle violazioni dei diritti dell'uomo e dei crimini di guerra dinanzi ai tribunali favorisce il clima di impunità e incoraggia ulteriori crimini;

R.  considerando che le forze ribelli si sono impossessate di zone ricche di diamanti come Bria, Sam Ouandja e Bamingui; che il regime di certificazione del processo di Kimberley ha diramato un avviso a tutti i paesi che ne fanno parte in merito alla possibile dispersione di diamanti grezzi dalle zone controllate dai ribelli nella RCA;

S.  considerando che l'aumento della disoccupazione, il degrado delle condizioni sociali e l'impoverimento della popolazione sono fattori determinanti dell'instabilità di cui soffre la regione; che questi problemi richiedono una strategia e un piano di sviluppo;

1.  esprime la propria preoccupazione per la situazione esistente nell'RCA fin da quando è stata sferrata l'offensiva di Seleka il 10 dicembre 2012; deplora che la recente offensiva abbia messo a rischio le vite dei civili minacciando la sicurezza e la stabilità dell'RCA;

2.  accoglie con favore gli accordi di pace siglati l'11 gennaio 2013 a Libreville a seguito di negoziati sotto l'egida della CEEAC; sottolinea la necessità di una rapida attuazione di tali accordi; esorta tutte le parti ad attuarli in buona fede e ad impegnarsi a conseguire una pace duratura nella RCA;

3.  condanna ogni tentativo di conquistare il potere attraverso la forza;

4.  è convinto del fatto che, per ottenere una soluzione pacifica del conflitto e garantire una stabilità duratura, la composizione del governo di unità nazionale deve rappresentare tutte le forze politiche del paese; si compiace al riguardo della firma da parte del presidente Bozizé di un decreto che allontana il Primo ministro del paese, come uno dei passi necessari per un accordo di pace, al fine di formare un governo di unità nazionale che sarà guidato da un Primo ministro scelto dall'opposizione politica;

5.  si compiace della decisione di tenere le elezioni per una nuova assemblea nazionale ed auspica che esse si svolgano sotto monitoraggio internazionale, anche nelle zone oggi occupate dalle forze ribelli al fine di evitare qualsiasi contestazione del risultato;

6.  condanna ogni violazione dei diritti dell'uomo ed è vivamente preoccupato per le gravi violazioni dei diritti dell'uomo registrate nella RCA durante l'offensiva di Seleka; condanna vivamente gli attacchi contro la popolazione civile nelle zone occupate dai ribelli, compresi i casi di violenza fisica e sessuale, saccheggio e sistematico disturbo dei mezzi di comunicazione; esprime profonda preoccupazione per le notizie degli attacchi alle minoranze etniche e religiose nonché per le intimidazioni e gli arresti arbitrari contro gli oppositori politici a Bangui;

 

7.  sottolinea che le autorità dell'RCA dovrebbero prodigarsi per garantire la salute e la sicurezza della popolazione civile; chiede la riforma dell'esercito e che si proceda al disarmo, alla smobilitazione e al reintegro nella società degli ex combattenti, al rimpatrio dei rifugiati, al reinsediamento dei profughi all'interno del loro paese e all'attuazione di programmi di sviluppo sostenibili;

8.  è particolarmente preoccupato per le notizie che segnalano un aumento del reclutamento e dell'utilizzo di bambini soldato; ribadisce la sua ferma opposizione a queste pratiche e invita tutte le parti al conflitto a porvi termine;

9.  invita tutte le parti a rispettare il cessate il fuoco, ad astenersi da atti di violenza contro i civili e a rispettare i diritti dell'uomo; sottolinea che l'incapacità dei precedenti accordi di pace di garantire una stabilità duratura dell'RCA è stata altresì causata da un'insufficiente attenzione ai diritti dell'uomo;

10. rende omaggio a tutte le vittime e ritiene fondamentale indagare in modo imparziale e completo tutti i casi trascorsi e attuali di abusi dei diritti dell'uomo al fine di individuare i responsabili; auspica vivamente che non sia concessa l'impunità ai responsabili dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità e rileva al riguardo che il Tribunale penale internazionale sta tuttora indagando la situazione nell'RCA;

11. si compiace degli sforzi di mediazione delle organizzazioni regionali, come l'Unione africana e la CEEAC, e in particolare dei negoziati tra le parti svoltisi a Libreville; sottolinea l'importanza di istituire il nuovo meccanismo di monitoraggio per garantire la piena attuazione degli accordi raggiunti; invita al riguardo l'UE a sostenere la CEEAC nell'opera di vigilanza dell'attuazione dei recenti accordi; invita la comunità internazionale ad impegnarsi più attivamente nei confronti della RCA, al fine di affrontare gli annosi problemi del paese e conseguire una soluzione politica sostenibile;

12. invita la Commissione ad offrire sostegno tecnico alle autorità dell'RCA ai fini dell'adozione della pertinente normativa per l'organizzazione delle prossime elezioni; ritiene che, per contribuire a elezioni credibili, libere e eque, l'UE dovrebbe esaminare la possibilità di inviare una missione di monitoraggio elettorale nella RCA;

13. invita il VP/AR Catherine Ashton a capitalizzare l'ampio rapporto dell'UE con la RCA onde promuovere attivamente l'attuazione di una strategia globale di consolidamento della pace che promuova la normalizzazione e lo sviluppo sostenibile del paese;

14. è preoccupato per gli effetti della recente crisi sulla situazione umanitaria nel paese; invita tutte le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale e a consentire un accesso sicuro e senza ostacoli delle agenzie umanitarie alle popolazioni interessate; invita la Commissione a rafforzare i propri sforzi di aiuto umanitario nella RCA;

15. ritiene che la diffusa insicurezza in vari paesi confinanti con la RCA, in particolare la Repubblica democratica del Congo, il Sudan, il Sud Sudan e l'Uganda, richieda un'azione concertata della comunità internazionale per affrontare i ricorrenti problemi di frammentazione dello stato, conflitti etnici e ripetute violazioni dei diritti dell'uomo, democrazia e Stato di diritto in senso olistico e regionalizzato;

16. ritiene che l'accesso trasparente alle risorse naturali e il loro controllo nonché un'equa ridistribuzione attraverso il bilancio nazionale delle entrate provenienti dallo sfruttamento di tali risorse siano indispensabili per lo sviluppo sostenibile del paese;

17. ritiene che la trasparenza e il controllo pubblico nel settore minerario siano indispensabili per un'efficiente gestione mineraria, lo sviluppo sostenibile e la lotta alla corruzione; sottolinea che il possibile traffico di diamanti grezzi dalle zone controllate dai ribelli nella RCA potrebbe riaccendere il conflitto e destabilizzare ulteriormente il paese; invita il governo centrafricano a prendere maggiori misure per combattere lo sfruttamento e il commercio illecito di risorse naturali e chiede un opportuno monitoraggio della situazione attraverso il processo di Kimberley;

18. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante Catherine Ashton, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale delle Nazioni Unite, alle istituzioni dell'Unione africana, alla CEEAC, all'Assemblea parlamentare ACP-UE nonché agli Stati membri dell'Unione europea.