Proposta di risoluzione comune - RC-B7-0436/2014Proposta di risoluzione comune
RC-B7-0436/2014

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla pressione esercitata dalla Russia sui paesi del Partenariato orientale, in particolare la destabilizzazione dell'Ucraina orientale

16.4.2014 - (2014/2699(RSP)).

presentata a norma dell'articolo 110, paragrafi 2 e 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
ECR (B7‑0436/2014)
ALDE (B7‑0437/2014)
Verts/ALE (B7‑0441/2014)
PPE (B7‑0444/2014)

José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Elmar Brok, Mairead McGuinness, Jacek Saryusz-Wolski, Laima Liucija Andrikienė, Roberta Angelilli, Elena Băsescu, Anna Maria Corazza Bildt, Jerzy Buzek, Arnaud Danjean, Mário David, Mariya Gabriel, Michael Gahler, Paweł Zalewski, Gunnar Hökmark, Anna Ibrisagic, Tunne Kelam, Andrey Kovatchev, Jan Kozłowski, Krzysztof Lisek, Eduard Kukan, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, Monica Luisa Macovei, Nadezhda Neynsky, Ria Oomen-Ruijten, Alojz Peterle, Andrej Plenković, Bernd Posselt, Cristian Dan Preda, György Schöpflin, Salvador Sedó i Alabart, Alf Svensson, Inese Vaidere, Sophie Auconie, Joanna Katarzyna Skrzydlewska, Algirdas Saudargas, Philippe Juvin, Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė a nome del gruppo PPE
Guy Verhofstadt, Johannes Cornelis van Baalen, Annemie Neyts‑Uyttebroeck, Graham Watson, Louis Michel, Sarah Ludford, Kristiina Ojuland, Leonidas Donskis, Gerben-Jan Gerbrandy, Hannu Takkula, Marietje Schaake, Jelko Kacin, Marielle de Sarnez, Robert Rochefort, Alexander Graf Lambsdorff, Adina-Ioana Vălean a nome del gruppo ALDE
Rebecca Harms, Daniel Cohn-Bendit, Ulrike Lunacek, Tarja Cronberg, Werner Schulz a nome del gruppo Verts/ALE
Charles Tannock, Paweł Robert Kowal, Ryszard Antoni Legutko, Ryszard Czarnecki, Marek Henryk Migalski, Valdemar Tomaševski, Tomasz Piotr Poręba, Ruža Tomašić, Roberts Zīle, Adam Bielan a nome del gruppo ECR


Procedura : 2014/2699(RSP)
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Ciclo del documento :  
RC-B7-0436/2014
Testi presentati :
RC-B7-0436/2014
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Risoluzione del Parlamento europeo sulla pressione esercitata dalla Russia sui paesi del Partenariato orientale, in particolare la destabilizzazione dell'Ucraina orientale

(2014/2699(RSP)).

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sulla politica europea di vicinato, sul partenariato orientale (PO) e sull'Ucraina, con particolare riferimento a quelle del 27 febbraio 2014 sulla situazione in Ucraina[1] e del 13 marzo 2014 sull'invasione dell'Ucraina da parte della Russia[2],

–   vista la sua posizione adottata in prima lettura il 3 aprile 2014 in vista dell'adozione del regolamento (UE) n. …/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la riduzione o la soppressione dei dazi doganali sulle merci originarie dell'Ucraina[3],

–   viste le conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio Affari esteri del 3 marzo 2014 sull'Ucraina e le conclusioni delle riunioni del Consiglio Affari esteri del 17 marzo 2014 e del 14 aprile 2014,

–   vista la dichiarazione resa dai capi di Stato e di governo sull'Ucraina durante il Consiglio europeo del 6 marzo 2014,

–   viste le conclusioni del Consiglio europeo sull'Ucraina del 20 marzo 2014,

–   viste le conclusioni del vertice di Vilnius del 28 e 29 novembre 2013,

–   vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, del 9 aprile 2014, sui recenti sviluppi in Ucraina: minacce al funzionamento delle istituzioni democratiche,

–   vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 27 marzo 2014, sull'integrità territoriale dell'Ucraina[4],

–   vista la dichiarazione comune dei leader del G7 in occasione del vertice dell'Aia del 24 marzo 2014,

–   visto l'articolo 110, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A. considerando che il 16 marzo 2014 è stato indetto un referendum illegale e illegittimo nella Repubblica autonoma di Crimea e nella città di Sebastopoli, condotto sotto il controllo delle truppe russe; che, nonostante la condanna del referendum a livello internazionale, le autorità russe e i legislatori hanno proceduto rapidamente all'annessione della penisola ucraina, contravvenendo al diritto internazionale;

B.  considerando che, negli ultimi giorni, l'Ucraina orientale e meridionale è stata teatro di un numero limitato di manifestazioni pro-russe; che i separatisti filorussi, guidati nella maggior parte dei casi da forze speciali russe, hanno espugnato gli edifici amministrativi locali di Charkiv, Luhans'k e Donec'k; che tali soggetti, sotto la guida di un gruppo denominato "Settore russo", hanno occupato l'edificio del governo locale di Donec'k, proclamando la creazione di una "Repubblica popolare di Donec'k" sovrana, indipendente da Kiev, e hanno annunciato che entro l'11 maggio 2014 si terrà un referendum sulla secessione della regione;

C. considerando che, tra il 12 e il 13 aprile 2014, le stazioni di polizia e gli edifici governativi di ​​Slovjans'k, Kramators'k, Krasnyi Liman, Mariupol, Yenakiieve e di altre città della regione di Donec'k sono stati attaccati e sequestrati da uomini armati, non identificati e a volto coperto, che pare fossero guidati dalle forze speciali russe, in una serie di raid coordinati; che, durante gli scontri, almeno un ufficiale ha perso la vita e diversi altri sono rimasti feriti;

D. considerando che l'ulteriore intensificarsi della destabilizzazione violenta nell'Ucraina orientale e meridionale potrebbe essere utilizzato dalla Russia come falso pretesto per una nuova aggressione militare, per impedire lo svolgimento di elezioni presidenziali e per imporre la federalizzazione dell'Ucraina, quale preludio alla sua divisione;

E.  considerando che, nonostante le promesse di ritiro dei militari in un'ottica di allentamento delle tensioni, sono tuttora presenti lungo le frontiere tra Russia e Ucraina folte truppe in assetto da combattimento; che sussiste il rischio reale che la Russia possa tentare di replicare lo "scenario della Crimea";

F.  considerando che la Russia continua a violare gli obblighi internazionali che le incombono, ad esempio, in forza della Carta delle Nazioni Unite, dell'Atto finale di Helsinki, dello Statuto del Consiglio d'Europa e, in particolare, del memorandum di Budapest del 1994 sulle garanzie in materia di sicurezza per l'Ucraina;

G. considerando che l'UE ha adottato un pacchetto economico a sostegno dell'Ucraina, che comprende anche l'assistenza macrofinanziaria e misure commerciali autonome; che l'Ucraina è in procinto di concludere un accordo con il Fondo monetario internazionale su un piano di aiuti; che le condizioni di questo accordo sono state finora mantenute riservate;

H. considerando che la situazione socioeconomica del paese si sta ulteriormente deteriorando, anche a causa della destabilizzazione russa e delle restrizioni commerciali; che la povertà diffusa continua a rappresentare uno dei problemi socioeconomici più gravi in Ucraina; che, secondo una recente relazione delle Nazioni Unite, il tasso di povertà in Ucraina si attesta attualmente attorno al 25% e che 11 milioni di persone guadagnano meno dei locali standard sociali;

I.   considerando che il 21 marzo 2014 l'Unione europea e l'Ucraina hanno sottoscritto le disposizioni politiche dell'accordo di associazione (AA), con l'impegno di procedere quanto prima alla firma del resto dell'accordo, che comprende la zona di libero scambio globale e approfondita (DCFTA);

J.   considerando che sono necessari un'azione diplomatica internazionale incisiva a tutti i livelli e un processo negoziale per alleviare la situazione, allentare le tensioni, impedire che la crisi si amplifichi sfuggendo al controllo e garantire un esito pacifico; che l'Unione europea deve fornire una risposta efficace, in modo da permettere all'Ucraina e a tutti gli altri paesi limitrofi orientali di esercitare pienamente la propria sovranità e di beneficiare dell'integrità territoriale, senza indebite pressioni esterne;

K. considerando che, subito dopo l'annessione della Crimea, il Soviet supremo della regione separatista della Transnistria in Moldova ha inviato una richiesta ufficiale alla Federazione russa affinché prendesse in considerazione l'annessione della Transnistria;

L.  considerando che la Russia sta ancora occupando le regioni georgiane dell'Abkhazia e di Tskhinvali/Ossezia meridionale, in violazione delle norme e dei principi fondamentali del diritto internazionale; che si sono verificati fenomeni di pulizia etnica e cambiamenti demografici forzati nelle zone effettivamente controllate dalle forze occupanti che hanno la responsabilità delle violazioni dei diritti umani commesse in tali zone;

M. considerando che dal 1° aprile 2014 la Russia ha aumentato i prezzi del gas per l'Ucraina da 268 USD a 486 USD per mille metri cubi, ponendo fine unilateralmente allo sconto di cui l'Ucraina ha potuto beneficiare in virtù degli accordi di Kharkiv relativi all'affitto della base navale di Sebastopoli e che, negli ultimi giorni, ha vietato l'ingresso dei prodotti lattiero-caseari ucraini sul territorio russo; che la Federazione russa ha anche arbitrariamente applicato restrizioni commerciali unilaterali sui prodotti provenienti dalla Georgia e dalla Moldova;

N. considerando che l'annessione della penisola di Crimea da parte della Russia costituisce indubbiamente una grave violazione del diritto internazionale che compromette la fiducia negli strumenti internazionali, compresi gli accordi in materia di disarmo e di non proliferazione delle armi nucleari; che una nuova corsa agli armamenti potrebbe aggravare ulteriormente la situazione; che è essenziale evitare tale pericolo, poiché la situazione potrebbe facilmente sfuggire al controllo;

1.  condanna con assoluta fermezza l'intensificarsi della destabilizzazione e delle provocazioni nell'Ucraina orientale e meridionale; rifiuta qualsiasi organizzazione di referendum illegali analoghi a quello della Crimea; avverte che la crescente destabilizzazione e il sabotaggio ad opera di separatisti filorussi armati, addestrati e ben coordinati, guidati da forze speciali russe, potrebbero essere utilizzati dalla Russia come falso pretesto per giustificare un intervento armato, impedire lo svolgimento di elezioni presidenziali e imporre la federalizzazione come preludio alla divisione dell'Ucraina;

2.  esprime grave preoccupazione per il rapido deterioramento della situazione e lo spargimento di sangue nell'Ucraina orientale e meridionale; esorta la Russia a ritirarsi immediatamente e a cessare il sostegno fornito ai separatisti violenti e alle milizie armate che hanno occupato edifici governativi a Slovjans'k, Donec'k e in altre città, a porre fine a tutte le azioni provocatorie destinate a causare disordini e a destabilizzare ulteriormente la situazione, ad allontanare le truppe dal confine orientale dell'Ucraina e ad adoperarsi al fine di raggiungere una soluzione pacifica della crisi attraverso mezzi politici e diplomatici; esprime il suo pieno sostegno e la sua solidarietà al governo dell'Ucraina nei tentativi di quest'ultimo di ristabilire l'autorità nelle città occupate; si compiace del modo misurato e controllato con cui il governo ucraino sta gestendo la fase attuale della crisi e rammenta che le autorità ucraine hanno il pieno diritto di avvalersi di tutte le misure necessarie, compreso il diritto all'autodifesa definito all'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite; mette in guardia la Russia dall'utilizzare il legittimo diritto dell'Ucraina di difendere la propria integrità territoriale quale pretesto per lanciare un'invasione militare ad ampio raggio;

3.  ribadisce fermamente il suo sostegno alla sovranità, all'integrità territoriale e all'indipendenza politica dell'Ucraina e di tutti i paesi del partenariato orientale; reputa gli atti di aggressione della Russia una grave violazione del diritto internazionale e degli obblighi internazionali che le incombono in forza della Carta delle Nazioni Unite, dell'Atto finale di Helsinki, dello Statuto del Consiglio d'Europa e del memorandum di Budapest del 1994 sulle garanzie in materia di sicurezza, nonché degli obblighi bilaterali derivanti dal trattato bilaterale di amicizia, cooperazione e partenariato del 1997;

4.  sottolinea che, di recente, non sono stati riportati attacchi, intimidazioni o discriminazioni di sorta nei confronti di cittadini russi o di etnia russa o di altre minoranze in Ucraina, come confermato da osservatori internazionali credibili quali le Nazioni Unite, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e il Consiglio d'Europa;

5.  è convinto che la rivendicazione russa del diritto di ricorrere a qualsiasi mezzo per proteggere le minoranze russe nei paesi terzi, proclamata dal presidente Putin nel suo discorso del 18 marzo 2014, non sia corroborata dal diritto internazionale, violi i principi fondamentali del codice di condotta internazionale del XXI secolo e rischi di compromettere l'ordine europeo postbellico; invita il Consiglio federale a ritirare immediatamente il mandato che autorizza l'uso della forza sul territorio ucraino;

6.  ribadisce la necessità che l'Unione europea e gli Stati membri si rivolgano alla Russia con una sola voce; ritiene che la situazione attuale richieda che il Consiglio rafforzi la seconda fase di sanzioni e sia pronto per la terza fase (sanzioni economiche), che deve essere applicata immediatamente; ribadisce inoltre il suo invito al Consiglio ad applicare in tempi rapidi un embargo sulle armi e sulle tecnologie a duplice uso;

7.  chiede l'adozione di misure nei confronti delle imprese russe e delle loro controllate, in particolare nel settore dell'energia, e degli investimenti e dei beni russi nell'UE, nonché la revisione di tutti gli accordi con la Russia in vista di una loro possibile sospensione;

8.  esorta l'Unione ad appoggiare l'Ucraina in seno agli organismi internazionali e, in particolare, dinanzi agli organi giudiziari internazionali, nel caso in cui il paese decida di avviare procedimenti contro la Russia per la violazione della sua sovranità e della sua integrità territoriale;

9.  sottolinea l'urgente necessità che la Russia si impegni in un dialogo costruttivo con l'attuale legittimo governo ucraino e sostiene l'attivo coinvolgimento dell'UE nelle azioni diplomatiche volte ad allentare la tensione; attende con interesse la riunione quadripartita tra l'alto rappresentante dell'UE, il segretario di Stato statunitense e i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina e si augura che possa contribuire a ridurre la tensione e aprire la via a una soluzione diplomatica globale e duratura della crisi; sottolinea, tuttavia, che le future scelte dell'Ucraina possono essere effettuate soltanto dallo stesso popolo ucraino attraverso un processo democratico, inclusivo e trasparente;

10. sottolinea che la sospensione del diritto di voto della delegazione russa da parte dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, così come la risoluzione adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite che condanna la Russia per l'annessione della Crimea, rappresentano segni inequivocabili del crescente isolamento della Federazione russa a livello internazionale, di cui le autorità russe dovrebbero tenere debitamente conto se vogliono che il loro paese continui ad essere un interlocutore credibile sulla scena internazionale;

11. chiede l'introduzione di restrizioni economiche, commerciali e finanziarie nei confronti della Crimea e dei suoi leader separatisti; è del parere che tali restrizioni dovrebbero essere applicate in tempi brevi sulla base dell'analisi condotta dalla Commissione sulle conseguenze giuridiche dell'annessione della Crimea;

12. ribadisce la propria preoccupazione per il destino della comunità tatara in Crimea nonché per la sicurezza e l'accesso ai diritti delle persone appartenenti alla comunità di lingua ucraina; sottolinea la responsabilità della Federazione russa, a norma della quarta Convenzione di Ginevra, di proteggere tutti i civili nei territori occupati;

13. accoglie favorevolmente lo spiegamento della missione di monitoraggio speciale OSCE, incaricata di raccogliere informazioni in merito ad attività militari atipiche e azioni provocatorie finalizzate a destabilizzare la situazione, nonché di monitorare la situazione dei diritti umani e dei diritti delle minoranze in Ucraina, e ne auspica l'espansione; si rammarica tuttavia del fatto che la missione non abbia avuto un accesso sicuro alla Crimea, dove si sono verificate diverse violazioni dei diritti umani, compresi casi di violenze nei confronti di giornalisti e delle loro famiglie; deplora che siano ora segnalati attacchi a giornalisti anche nell'Ucraina orientale;

14. chiede inoltre una missione di osservazione elettorale approfondita dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (OSCE/ODHIR) nonché del Parlamento e dell'UE, per monitorare a fondo le elezioni; chiede che il 25 maggio 2014 le elezioni presidenziali si svolgano nel pieno rispetto delle norme internazionali; rifiuta ogni pressione esterna per il rinvio di tali elezioni;

15. accoglie con favore l'intenzione del governo ucraino di svolgere elezioni parlamentari anticipate;

16. approva sostanzialmente l'idea di tenere un referendum a livello nazionale sul futuro status e assetto territoriale dell'Ucraina, come proposto dal presidente ad interim Oleksandr Turčynov nel suo messaggio televisivo del 14 aprile 2014;

17. plaude alla recente risoluzione del parlamento ucraino che sollecita il disarmo immediato di tutte le forze di autodifesa illegali e ne attende con interesse la rapida attuazione;

18. plaude alla disponibilità del Consiglio ad assistere l'Ucraina nell'ambito della riforma del settore della sicurezza civile, a sostenere la polizia e lo Stato di diritto, a esaminare tutte le opzioni, compresa un'eventuale missione nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune, nonché la possibilità di una missione di monitoraggio dell'UE;

19. esprime forte sostegno all'Ucraina e al suo popolo in questo difficile momento; si compiace della firma dei capitoli politici dell'AA e della successiva adozione delle misure commerciali unilaterali; invita a procedere alla firma dell'intero AA/DCFTA nei tempi più brevi possibili e prima che le misure commerciali unilaterali giungano a scadenza;

20. si compiace dell'ambizioso programma di riforme socioeconomiche annunciato dal governo ucraino e pone in evidenza l'importanza fondamentale di una sua rapida attuazione per stabilizzare e superare la critica situazione finanziaria del paese; accoglie con favore la decisione delle istituzioni finanziare internazionali e dell'UE di fornire all'Ucraina ingenti aiuti finanziari a breve e a lungo termine; ricorda la necessità di organizzare e coordinare una conferenza internazionale dei donatori, indetta dalla Commissione, da tenersi quanto prima;

21. approva la condizionalità stabilita dall'Unione per quanto concerne le tanto necessarie riforme strutturali che contribuiranno a creare condizioni più favorevoli per una crescita economica sostenibile, a migliorare la gestione delle finanze pubbliche, a sviluppare la rete di sicurezza sociale e a contrastare la corruzione; chiede trasparenza nell'utilizzo dei fondi dell'Unione e un monitoraggio efficace da parte della Commissione;

22. richiama l'attenzione sulla grave situazione economica e sociale del paese; invita ad adottare misure di accompagnamento alle riforme strutturali intese ad alleviare l'attuale situazione per quanto riguarda, in particolare, le fasce più vulnerabili della popolazione;

23. incoraggia l'Ucraina a continuare il cammino delle riforme politiche e, in particolare, della riforma costituzionale, che dovrebbe essere oggetto di un'ampia e approfondita discussione tra tutte le componenti della società ucraina; si compiace della volontà del governo ucraino di attuare i propri impegni per garantire il carattere rappresentativo delle strutture governative rispecchiando le diversità regionali, assicurare la piena tutela dei diritti delle persone appartenenti alle minoranze nazionali, allineare la legislazione antidiscriminazione del paese alle norme dell'Unione, condurre indagini su tutte le violazioni dei diritti umani e gli atti di violenza e combattere l'estremismo;

24. plaude alla decisione della Commissione di creare un gruppo di sostegno per l'Ucraina, incaricato dell'attuazione del "programma europeo di riforma";

25. sostiene gli sforzi del governo ucraino, in stretta cooperazione con l'OSCE e il Consiglio d'Europa, volti a garantire il debito rispetto dei diritti legittimi della popolazione russofona e delle altre minoranze culturali, nazionali e linguistiche, conformemente alle disposizioni della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie e della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali;

26. ribadisce la richiesta di istituire una commissione indipendente per indagare sugli scontri a fuoco a Kiev e sui tragici eventi di piazza Maidan, che sia caratterizzata da una forte partecipazione internazionale e sotto la supervisione del panel consultivo internazionale del Consiglio d'Europa; accoglie con favore la nomina di una terza parte di tale panel nonché lo svolgimento della sua prima riunione il 9 aprile 2014;

27. si compiace della firma delle disposizioni politiche dell'AA e si attende la celere attuazione delle preferenze commerciali autonome adottate dall'Unione come misure transitorie in attesa della firma della parte restante dell'accordo, che include una DCFTA;

28. accoglie con soddisfazione le misure iniziali adottate dalla Commissione per consentire all'Ucraina di far fronte a una crisi energetica qualora la Russia interrompesse le forniture di gas al paese ed esorta il Consiglio e la Commissione a coadiuvare e a sostenere Kiev nei suoi sforzi per risolvere l'annosa disputa sul gas con Mosca; sottolinea l'urgente necessità di disporre di una solida politica di sicurezza energetica comune (Unione dell'energia) che miri a ridurre la dipendenza dell'Unione dal petrolio e dal gas russi e che includa la diversificazione dell'approvvigionamento energetico, la piena attuazione del terzo pacchetto UE sull'energia e la possibilità di sospendere le importazioni di gas, ove necessario; ritiene che il gasdotto South Stream non dovrebbe essere costruito e che sia opportuno mettere a disposizione altre fonti di approvvigionamento; è convinto che l'assistenza fornita dall'UE all'Ucraina per garantire l'approvvigionamento a flusso inverso, aumentando la diversificazione e l'efficienza energetica e stabilendo interconnessioni efficaci con l'UE, consentirà all'Ucraina di reagire con maggiore forza alle pressioni politiche ed economiche; rammenta, in questo contesto, il ruolo strategico svolto dalla Comunità dell'energia, di cui l'Ucraina detiene la presidenza nel 2014;

29. invita il Consiglio ad autorizzare immediatamente la Commissione ad accelerare la liberalizzazione dei visti con l'Ucraina, in modo da compiere passi avanti verso l'introduzione di un regime di esenzione dal visto, seguendo l'esempio della Moldova; chiede nel frattempo l'introduzione immediata di procedure di concessione del visto temporanee, molto semplici e a basso costo a livello dell'UE e degli Stati membri;

30. sottolinea la necessità che le preoccupazioni della Russia riguardo al processo di associazione tra l'UE, l'Ucraina e gli altri paesi del vicinato orientale siano adeguatamente affrontate e spiegate, in modo da dissipare i timori relativi alla formazione di nuovi blocchi geopolitici divisi nel continente europeo; precisa che ogni paese è pienamente legittimato a effettuare le proprie scelte politiche, ma che l'impegno dell'UE nei confronti dei partner orientali è volto a diffondere la prosperità e ad accrescere la stabilità politica, aspetti di cui, in ultima istanza, anche la Federazione russa beneficerà;

31. ribadisce che l'AA con l'Ucraina e gli altri paesi del partenariato orientale non costituisce l'obiettivo finale delle relazioni di tali paesi con l'UE; sottolinea, a tale proposito, che, ai sensi dell'articolo 49 del trattato sull'Unione europea, la Georgia, la Moldova e l'Ucraina, come qualsiasi altro Stato europeo, hanno una prospettiva europea e possono presentare domanda di adesione all'Unione purché si attengano ai principi democratici, rispettino le libertà fondamentali e i diritti umani e delle minoranze e garantiscano lo Stato di diritto;

32. invita il Consiglio a firmare gli AA/DCFTA tra l'Unione e i suoi Stati membri, da un lato, e la Moldova e la Georgia, dall'altro; esprime approvazione per la proposta di decisione del Consiglio concernente l'applicazione provvisoria degli AA UE-Moldova e UE-Georgia immediatamente al momento della firma; esorta il Segretariato generale del Consiglio dell'Unione europea a ridurre le procedure di notifica successive alla firma degli AA, affinché suddetta applicazione provvisoria possa prendere effetto nei tempi più brevi possibili in seguito alla firma; dichiara che, nel caso in cui siano soddisfatti tutti i requisiti, e una volta firmati gli AA, intende procedere alla completa ratifica degli AA UE-Moldova e UE-Georgia nei tempi più brevi possibili, e prima della conclusione dell'attuale mandato della Commissione; chiede la concessione a tali paesi dell'assistenza finanziaria aggiuntiva necessaria; chiede inoltre un dialogo schietto e aperto con la Federazione russa al fine di compiere ogni sforzo possibile per creare sinergie a vantaggio dei paesi del partenariato orientale;

33. esprime particolare preoccupazione per la rinnovata instabilità nella regione separatista della Transnistria in Moldova; ritiene che la recente richiesta di diventare parte della Russia avanzata il 18 marzo 2014 dalle autorità autoproclamate a Tiraspol rappresenti un'azione pericolosa e irresponsabile; ribadisce il suo pieno sostegno all'integrità territoriale della Moldova e invita urgentemente tutte le parti a riprendere il dialogo nel formato 5+2, con un rafforzamento dello status dell'UE, ai fini di una soluzione pacifica e sostenibile della questione;

34. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, ai presidenti, ai governi e ai parlamenti dell'Ucraina, della Georgia e della Moldova, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa nonché al presidente, al governo e al parlamento della Federazione russa.