Proposta di risoluzione comune - RC-B8-0832/2015Proposta di risoluzione comune
RC-B8-0832/2015

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla migrazione e i rifugiati in Europa

9.9.2015 - (2015/2833(RSP))

presentata a norma dell'articolo 123, paragrafi 2 e 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
PPE (B8‑0832/2015)
ALDE (B8‑0834/2015)
Verts/ALE (B8‑0837/2015)
S&D (B8‑0842/2015)

Monika Hohlmeier, Roberta Metsola, Esteban González Pons, Elissavet Vozemberg, Ivo Belet, Carlos Coelho, Jeroen Lenaers, Milan Zver, Mariya Gabriel, Frank Engel, Anna Maria Corazza Bildt, Michał Boni, Danuta Maria Hübner, Róża Gräfin von Thun und Hohenstein, Emil Radev, Alessandra Mussolini, Barbara Matera, Agustín Díaz de Mera García Consuegra a nome del gruppo PPE
Gianni Pittella, Enrique Guerrero Salom, Birgit Sippel, Richard Howitt, Knut Fleckenstein, Josef Weidenholzer a nome del gruppo S&D
Guy Verhofstadt, Cecilia Wikström, Angelika Mlinar, Gérard Deprez, Filiz Hyusmenova, Louis Michel, Frédérique Ries, Ramon Tremosa i Balcells, Marielle de Sarnez, Hilde Vautmans, Marian Harkin, Ivan Jakovčić a nome del gruppo ALDE
Judith Sargentini, Ska Keller, Jean Lambert, Ulrike Lunacek, Bodil Valero, Philippe Lamberts, Benedek Jávor, Bart Staes, Margrete Auken, Barbara Lochbihler, Heidi Hautala a nome del gruppo Verts/ALE
Ignazio Corrao, Laura Ferrara


Procedura : 2015/2833(RSP)
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Ciclo del documento :  
RC-B8-0832/2015
Testi presentati :
RC-B8-0832/2015
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Risoluzione del Parlamento europeo sulla migrazione e i rifugiati in Europa

(2015/2833(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–   vista la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali,

–   vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–   vista la Convenzione relativa allo status dei rifugiati del 1951 e il suo protocollo aggiuntivo,

–   vista la sua risoluzione del 9 ottobre 2013 sulle misure dell'UE e degli Stati membri per affrontare il flusso di rifugiati a seguito del conflitto in Siria[1],

–   vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2013 sui flussi migratori nel Mediterraneo, con particolare attenzione ai tragici eventi al largo di Lampedusa[2],

–   vista la sua risoluzione del 17 dicembre 2014 sulla situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio globale dell'UE alle migrazioni[3],

–   vista la sua risoluzione del 30 aprile 2015 sulle recenti tragedie nel Mediterraneo e sulle politiche dell'UE in materia di migrazione e asilo[4],

–   vista l'Agenda europea sulla migrazione presentata dalla Commissione il 13 maggio 2015 (COM(2015)0240),

–   visto il piano d'azione in dieci punti sulla migrazione adottato nella sessione congiunta del Consiglio "Affari esteri" e "Affari interni" del 20 aprile 2015,

–   viste le conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 23 aprile 2015 sulla crisi dei rifugiati nel Mediterraneo,

–   vista la relazione elaborata nell'aprile 2012 dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) dal titolo "Perdita di vite umane nel Mediterraneo",

–   viste le conclusioni del Consiglio del 20 luglio 2015,

–   vista l'iniziativa UE-Corno d'Africa in materia di rotte migratorie, o "processo di Khartoum", adottata il 28 novembre 2014 dall'Unione africana e dagli Stati membri e dalle istituzioni dell'UE,

–   viste le relazioni del relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani dei migranti, in particolare quella intitolata "Banking on mobility over a generation: follow-up to the regional study on the management of the external borders of the European Union and its impact on the human rights of migrants", ("Contare sulla mobilità per tutta una generazione: follow-up dello studio regionale sulla gestione delle frontiere esterne dell'Unione europea e il suo impatto sui diritti umani dei migranti"), pubblicata a maggio 2015,

–   vista la relazione annuale dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) sulla situazione dell'asilo nell'Unione europea nel 2014,

–   visto il dibattito sulla migrazione e i rifugiati in Europa tenuto in Aula il 9 settembre 2015,

–   visto l'articolo 123, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A. considerando che, a causa dei persistenti conflitti, dell'instabilità regionale e delle violazioni dei diritti umani, un numero senza precedenti di persone cerca protezione nell'UE; che, dallo scorso anno, il numero delle domande di asilo che interessano i minori ha registrato un aumento del 75%; che il periodo estivo ha dimostrato, ancora una volta, che la migrazione non è un problema temporaneo e che il forte aumento del numero di rifugiati sembra destinato a continuare, ponendo nuovamente in evidenza la necessità urgente di adottare tutte le misure possibili per salvare la vita delle persone che fuggono dal proprio paese e si trovano in pericolo, nonché la necessità di garantire che gli Stati membri rispettino gli obblighi internazionali loro incombenti, compreso l'obbligo di soccorso in mare;

B.  considerando che, secondo i dati dell'UNHCR, 2 800 tra donne, uomini e bambini risultano morti o dispersi nel 2015 nel tentativo di raggiungere un luogo sicuro in Europa; che rifugiati e migranti perdono la vita anche nei loro spostamenti via terra in Europa;

C. considerando che i passatori e i trafficanti di esseri umani sfruttano la migrazione irregolare e mettono a repentaglio le vite dei migranti per il proprio tornaconto economico, sono responsabili di migliaia di morti e rappresentano una seria minaccia per l'Unione europea e gli Stati membri; che le attività criminali dei trafficanti generano profitti per 20 miliardi di EUR l'anno; che, secondo Europol, i gruppi di criminalità organizzata che facilitano attivamente il trasporto di migranti irregolari nel Mediterraneo sono collegati al traffico di esseri umani, droga e armi da fuoco, nonché al terrorismo;

D. considerando che, secondo i dati di Frontex, i principali paesi di origine dei richiedenti asilo nel 2015 sono la Siria, l'Afghanistan, l'Eritrea e l'Iraq; che, in base ai dati di Eurostat, alla stragrande maggioranza delle persone in fuga da questi paesi verso l'Europa viene concessa la protezione;

E.  considerando che l'instabilità e i conflitti regionali, così come la crescente presenza dell'IS/Da'ish nelle vicine aree di conflitto, stanno avendo un impatto sull'afflusso massiccio di migranti e sui flussi di sfollati e, quindi, sul numero di persone che tentano di raggiungere l'UE;

F.  considerando che l'ultima riunione del Consiglio europeo, tenutasi il 25 e 26 giugno 2015, e la successiva riunione del Consiglio "Giustizia e affari interni" del 20 luglio 2015 non hanno prodotto un accordo su un meccanismo di distribuzione vincolante per la ricollocazione e il reinsediamento delle persone, e si sono invece limitate a stabilire un meccanismo volontario; che gli Stati membri non sono riusciti a raggiungere un accordo per la ricollocazione di 40 000 rifugiati provenienti da Grecia e Italia e si sono invece impegnati a ricollocare soltanto 32 256 persone;

G. considerando che il 3 settembre 2015 il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha chiesto la ridistribuzione di almeno 100 000 rifugiati;

H. considerando che, anziché continuare a prendere decisioni ad hoc, è necessario adottare un approccio orientato al più lungo periodo in materia di asilo e migrazione;

I.   considerando che molti cittadini stanno dando prova di un livello senza precedenti di solidarietà con i rifugiati, accogliendoli in modo caloroso e fornendo uno straordinario livello di aiuto; che in tal modo i cittadini europei stanno dimostrando che la protezione di coloro che ne hanno bisogno e l'empatia continuano a essere valori autenticamente europei;

J.   considerando che l'attuale situazione ha messo in evidenza una deplorevole mancanza di solidarietà da parte di alcuni governi nei confronti dei richiedenti asilo e un'azione non sufficientemente coordinata e coerente; che ciò sta determinando una situazione caotica e provoca violazioni dei diritti umani; che la diversità delle posizioni assunte dai singoli Stati membri continua a evidenziare il fatto che l'UE ha 28 politiche migratorie frammentate; che la mancanza di procedure e norme unificate in materia di asilo negli Stati membri fa sì che esistano livelli diversi di protezione e che addirittura, in alcuni casi, i richiedenti asilo non ricevano garanzie adeguate;

K. considerando che alcuni Stati membri e i loro dirigenti hanno adottato un approccio proattivo e hanno dimostrato di essere pronti e disponibili ad accogliere rifugiati e a istituire un meccanismo permanente e obbligatorio per la ricollocazione dei rifugiati tra tutti gli Stati membri; che gli altri Stati membri dovrebbero seguire questo buon esempio;

L.  considerando che la relazione strategica su un approccio globale in materia di immigrazione della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni affronterà il tema della politica di immigrazione e di asilo dell'UE in tutti i suoi elementi;

M. considerando che, ai sensi della Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati (Convenzione di Ginevra), le persone possono chiedere asilo indipendentemente dal loro paese di origine qualora nutrano un timore fondato di essere perseguitate per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o opinione politica;

1.  esprime profondo rammarico e cordoglio per la tragica perdita di vite umane tra coloro che cercano asilo nell'UE; esorta l'Unione e gli Stati membri a compiere ogni sforzo possibile per scongiurare ulteriori perdite di vite umane in mare o sulla terraferma;

2.  esprime solidarietà nei confronti dei numerosi rifugiati e migranti che sono vittima di conflitti, gravi violazioni dei diritti umani, palesi errori di governance e repressioni brutali;

3.  si compiace degli sforzi profusi dai gruppi della società civile e dalle singole persone in tutta Europa, che si stanno mobilitando in gran numero per dare accoglienza e aiuto a rifugiati e migranti; incoraggia i cittadini europei a proseguire il loro impegno e il loro sostegno a favore di una risposta umanitaria alla crisi dei rifugiati; ritiene che tali azioni diano prova di vera adesione ai valori europei e siano un segno di speranza per il futuro dell'Europa;

4.  reitera il proprio sostegno alla sua risoluzione del 30 aprile 2015 sulle recenti tragedie nel Mediterraneo e le politiche UE in materia di migrazione e asilo; ribadisce la necessità di garantire che l'UE basi la propria risposta immediata all'attuale crisi dei rifugiati sulla solidarietà e su un'equa condivisione della responsabilità, come sancito dall'articolo 80 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), e che essa adotti un approccio globale che tenga conto della migrazione sicura e legale e del pieno rispetto dei diritti e dei valori fondamentali;

5.  ribadisce il proprio impegno ad aprire le frontiere all'interno dello spazio Schengen, garantendo nel contempo una gestione efficace delle frontiere esterne;   sottolinea che la libera circolazione delle persone all'interno dello spazio Schengen costituisce una delle più grandi conquiste dell'integrazione europea;

6.  accoglie con favore le iniziative della Commissione in materia di ricollocazione e reinsediamento, compresa la nuova proposta concernente la ricollocazione di emergenza di un numero più elevato di richiedenti asilo bisognosi di protezione internazionale, riguardante la Grecia, l'Italia e l'Ungheria; appoggia l'annuncio della Commissione relativo a un meccanismo permanente di ricollocazione, da attivare in situazioni di emergenza tenendo conto del numero di rifugiati presenti nello Stato membro, sulla base dell'articolo 78, paragrafo 2, TFUE; è pronto a esaminare il nuovo meccanismo di ricollocazione di emergenza ricorrendo a una procedura accelerata e dichiara la propria intenzione di portare avanti tutte le altre misure proposte dalla Commissione in parallelo, in modo da garantire che gli Stati membri applichino senza ritardi il meccanismo permanente di ricollocazione; ricorda al Consiglio che il Parlamento è fortemente a favore di un meccanismo di ricollocazione vincolante che, nei limiti del possibile, tenga conto delle preferenze dei rifugiati;

7.  si compiace del supporto operativo che la Commissione fornirà agli Stati membri in prima linea, quali la Grecia, l'Italia e l'Ungheria, tramite il sistema dei "punti di crisi" (hotspot) e il ricorso alle competenze delle agenzie dell'Unione europea, come Frontex, EASO ed Europol, per assistere gli Stati membri nella registrazione delle persone in arrivo; ricorda agli Stati membri che la buona riuscita del lavoro di tali centri di registrazione dipende dalla loro disponibilità a ricollocare i rifugiati dai "punti di crisi" verso i rispettivi territori; ritiene che un simile approccio debba prevedere con chiarezza meccanismi efficaci per identificare le persone con esigenze particolari e indirizzarle verso i servizi competenti;

8.  prende atto della proposta della Commissione di rafforzare la disposizione sul "paese d'origine sicuro" della direttiva sulle procedure di asilo stilando un elenco comune dell'UE dei paesi d'origine sicuri; riconosce che tale approccio potrebbe limitare i diritti procedurali dei cittadini di tali paesi; ricorda che il tasso di accettazione delle domande di asilo varia notevolmente da uno Stato membro all'altro, anche per quanto riguarda determinati paesi di origine; chiede che siano adottate misure per garantire che tale approccio non comprometta il principio di non respingimento e il diritto individuale all'asilo, in particolare quello delle persone appartenenti a gruppi vulnerabili;

9.  reitera i propri appelli alla Commissione affinché modifichi il vigente regolamento di Dublino per includervi un meccanismo permanente e vincolante di distribuzione dei richiedenti asilo tra i 28 Stati membri, secondo una chiave di ripartizione equa e obbligatoria, tenendo conto nel contempo delle prospettive di integrazione, delle esigenze e delle situazioni specifiche dei richiedenti asilo stessi;

10. invita la Commissione e gli Stati membri a prevedere un margine e una disponibilità di bilancio sostanziali nell'ambito del bilancio 2016 e delle disposizioni del quadro finanziario pluriennale (QFP), in modo da poter fornire un sostegno più rapido e consistente all'EASO e agli Stati membri per quanto riguarda le loro azioni di accoglienza e integrazione dei rifugiati, anche nel quadro dei regimi di ricollocazione e reinsediamento;

11. chiede che il Sistema europeo comune di asilo sia recepito in modo rapido e completo e sia attuato in modo efficace da tutti gli Stati membri partecipanti; esorta la Commissione ad accertarsi che tutti gli Stati membri attuino adeguatamente la legislazione dell'UE allo scopo di garantire l'applicazione di norme comuni, efficaci, coerenti e umane in tutta l'UE;

12. ritiene che l'attuazione della direttiva sui rimpatri debba andare di pari passo con il rispetto delle procedure e delle norme che consentono all'Europa di assicurare un trattamento umano e dignitoso dei rimpatriati, in linea con il principio di non respingimento; ricorda che i ritorni volontari dovrebbero avere la priorità sui rimpatri forzati;

13. sottolinea che una maggiore attenzione dovrebbe essere rivolta alle iniziative della Commissione già avviate per fornire ulteriori strumenti per la protezione dei richiedenti asilo; è del parere che l'UE e gli Stati membri debbano vagliare, oltre a un programma vincolante di reinsediamento, altre misure che consentano un accesso sicuro e legale, come ad esempio i visti umanitari; invita gli Stati membri a valutare la possibilità di consentire a quanti necessitano di protezione di presentare domanda di asilo presso le loro ambasciate o i loro uffici consolari nei paesi terzi;

14. ricorda che gli Stati membri dovrebbero fissare severe sanzioni penali contro il traffico e la tratta di esseri umani, sia verso l'UE che al suo interno; invita gli Stati membri a combattere le reti criminali di passatori, ma a non penalizzare nel contempo coloro che aiutano volontariamente i migranti per motivi umanitari, compresi i trasportatori, e chiede alla Commissione di considerare la possibilità di rivedere la direttiva 2001/51/CE del Consiglio; prende atto dell'operazione Eunavfor Med contro i passatori e i trafficanti nel Mediterraneo;

15. deplora che i leader di alcuni Stati membri e i partiti di estrema destra sfruttino l'attuale situazione per alimentare sentimenti anti-migratori addossando nel contempo all'UE la responsabilità della crisi, e che ciò sia all'origine di episodi di violenza sempre più numerosi nei confronti dei migranti; invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare provvedimenti urgenti contro le azioni violente e l'incitamento all'odio nei confronti dei migranti; invita inoltre i leader dell'UE e degli Stati membri ad assumere una posizione chiara a favore della solidarietà europea e del rispetto della dignità umana;

16. ricorda che la migrazione è un fenomeno globale e complesso che richiede anche l'adozione di un approccio a lungo termine per affrontarne le cause profonde, come la povertà, le disuguaglianze, l'ingiustizia, i cambiamenti climatici, la corruzione, il malgoverno e i conflitti armati; esorta la Commissione e il Consiglio a incentrare il vertice che si terrà a novembre a La Valletta su tali cause profonde; sottolinea la necessità di un approccio globale dell'UE che rafforzi la coerenza delle sue politiche interne ed esterne, in particolare della sua politica estera e di sicurezza comune, della politica di sviluppo e di quella migratoria; si interroga sull'intenzione di vincolare gli aiuti allo sviluppo a maggiori controlli alle frontiere o ad accordi di riammissione da parte di paesi terzi;

17. chiede all'Unione europea, ai suoi Stati membri e agli altri donatori internazionali di adempiere con urgenza agli impegni assunti alla Conferenza sul finanziamento per lo sviluppo che si è tenuta ad Addis Abeba nel luglio 2015 e sottolinea la necessità di riorientare la politica di sviluppo verso la creazione di società pacifiche, la lotta alla corruzione e la promozione del buon governo, come indicato nell'obiettivo di sviluppo sostenibile n. 16 del quadro di sviluppo globale post 2015;

18. esorta l'UE, gli Stati membri e la comunità internazionale a rafforzare il proprio ruolo nella risoluzione dei conflitti e, in particolare, a contribuire alla ricerca di soluzioni politiche sostenibili nelle regioni in situazione di conflitto, quali l'Iraq, la Siria, la Libia e il Medio Oriente, nonché a intensificare il dialogo politico, anche con le organizzazioni regionali, integrandovi tutte le componenti dei diritti umani, con l'obiettivo di sostenere istituzioni inclusive e democratiche e lo Stato di diritto, di potenziare la capacità di resilienza delle comunità locali e di promuovere lo sviluppo sociale e democratico nei paesi di origine e tra le rispettive popolazioni; chiede, in tale contesto, una maggiore cooperazione con i paesi della regione che appartengono alla Lega araba e all'Unione africana allo scopo di gestire e reinsediare le persone bisognose di protezione e di concedere loro asilo;

19. invita la Commissione e il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/HR) a convocare una conferenza internazionale sulla crisi dei rifugiati a cui partecipino, tra gli altri, l'UE, i suoi Stati membri, le pertinenti agenzie delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti, le pertinenti ONG internazionali e gli Stati arabi, con l'obiettivo di mettere a punto una strategia di aiuto umanitario comune e globale;

20. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.