PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sui casi dei leader tatari di Crimea Akhtem Chiygoz e Ilmi Umerov e del giornalista Mykola Semena
4.10.2017 - (2017/2869(RSP))
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
Verts/ALE (B8-0545/2017)
ALDE (B8-0548/2017)
S&D (B8-0552/2017)
PPE (B8-0557/2017)
ECR (B8-0559/2017)
Cristian Dan Preda, Michael Gahler, Sandra Kalniete, Elmar Brok, Dubravka Šuica, Sven Schulze, Tunne Kelam, Lefteris Christoforou, Ivan Štefanec, Laima Liucija Andrikienė, Agnieszka Kozłowska-Rajewicz, Mairead McGuinness, David McAllister, Marijana Petir, Pavel Svoboda, Bogdan Andrzej Zdrojewski, Bogdan Brunon Wenta, Tomáš Zdechovský, Claude Rolin, Jaromír Štětina, Michaela Šojdrová, Milan Zver, Csaba Sógor, József Nagy, Brian Hayes, Adam Szejnfeld, Luděk Niedermayer, Patricija Šulin, Anna Záborská, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Seán Kelly, Deirdre Clune, Andrey Kovatchev, Roberta Metsola, Stanislav Polčák, Anna Maria Corazza Bildt, Ivana Maletić, Željana Zovko, Dariusz Rosati, László Tőkés, Jiří Pospíšil, Inese Vaidere a nome del gruppo PPE
Elena Valenciano, Victor Boştinaru, Soraya Post, Tibor Szanyi a nome del gruppo S&D
Charles Tannock, Anna Elżbieta Fotyga, Tomasz Piotr Poręba, Roberts Zīle, Ryszard Antoni Legutko, Ryszard Czarnecki, Karol Karski, Zdzisław Krasnodębski, Urszula Krupa, Branislav Škripek, Monica Macovei, Ruža Tomašić, Jana Žitňanská, Zbigniew Kuźmiuk a nome del gruppo ECR
Johannes Cornelis van Baalen, Ilhan Kyuchyuk, Javier Nart, Petras Auštrevičius, Marietje Schaake, Urmas Paet, Pavel Telička, Louis Michel, Frédérique Ries, Nathalie Griesbeck, Jasenko Selimovic, Gérard Deprez, Maite Pagazaurtundúa Ruiz, Marian Harkin, Dita Charanzová, Cecilia Wikström, Ivan Jakovčić, Beatriz Becerra Basterrechea, Robert Rochefort, Martina Dlabajová, Valentinas Mazuronis, Norica Nicolai, Carolina Punset, Jozo Radoš a nome del gruppo ALDE
Rebecca Harms, Heidi Hautala, Bronis Ropė, Igor Šoltes, Davor Škrlec, Michel Reimon, Sven Giegold, Bodil Valero, Jordi Solé, Bart Staes a nome del gruppo Verts/ALE
Risoluzione del Parlamento europeo sui casi dei leader tatari di Crimea Akhtem Chiygoz e Ilmi Umerov e del giornalista Mykola Semena
Il Parlamento europeo,
– visto l'accordo di associazione / zona di libero scambio globale e approfondita tra l'Unione europea e l'Ucraina,
– viste le sue precedenti risoluzioni sull'Ucraina e la Crimea, sulla politica europea di vicinato e sul partenariato orientale, in particolare le risoluzioni del 21 gennaio 2016 sugli accordi di associazione / le zone di libero scambio globali e approfondite con la Georgia, la Moldova e l'Ucraina[1], del 4 febbraio 2016 sulla situazione dei diritti umani in Crimea, in particolare dei tatari di Crimea[2], del 12 maggio 2016 sui tatari di Crimea[3] e del 16 marzo 2017 sui detenuti politici ucraini in Russia e la situazione in Crimea[4],
– vista la relazione dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani del 25 settembre 2017 sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica autonoma di Crimea, temporaneamente occupata, e nella città di Sebastopoli (Ucraina),
– viste le risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite n. 68/262, del 27 marzo 2014, sull'integrità territoriale dell'Ucraina, e n. 71/205, del 19 dicembre 2016, sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica autonoma di Crimea e nella città di Sebastopoli (Ucraina),
– viste le decisioni del Consiglio che prevedono il mantenimento delle sanzioni imposte alla Federazione russa a seguito dell'annessione illegale della penisola di Crimea,
– visto il diritto internazionale umanitario, in particolare le disposizioni concernenti i territori occupati nonché il trattamento e la protezione dei civili,
– visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che esiste un numero significativo di relazioni attendibili, tra cui il documento più recente dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, che dimostrano le crescenti violazioni dei diritti umani perpetrate in Crimea nei confronti di rappresentanti dei tatari di Crimea, giornalisti, collaboratori dei mezzi di comunicazione, blogger e persone comuni che contestano pubblicamente l'occupazione russa o che semplicemente tentano di documentare le atrocità commesse dalle autorità de facto;
B. considerando che la relazione dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani del 25 settembre 2017 sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica autonoma di Crimea, temporaneamente occupata, e nella città di Sebastopoli (Ucraina), riporta che sono state constatate gravi violazioni dei diritti umani, quali detenzioni e arresti arbitrari, sparizioni forzate, maltrattamenti e tortura, e almeno un caso di esecuzione extragiudiziale;
C. considerando che Ilmi Umerov, leader tataro di Crimea e vicepresidente del Mejlis, è stato condannato a un periodo di reclusione di due anni per aver espresso il proprio dissenso in merito all'annessione illegale della penisola di Crimea, in forza dell'articolo 280, paragrafo 1, del codice penale russo, concernente l'incitamento pubblico ad agire al fine di violare l'integrità territoriale della Russia;
D. considerando che il 26 febbraio 2014 Akhtem Chiygoz, vicepresidente del Mejlis, è stato condannato a otto anni di reclusione con l'accusa di "organizzazione di agitazioni di massa";
E. considerando che il giornalista Mykola Semena è stato condannato con sospensione in via condizionale a una pena detentiva di due anni e mezzo nonché al divieto di esercitare l'attività di giornalista per tre anni, sulla base dell'articolo 280, paragrafo 1, del codice penale russo, concernente l'incitamento pubblico ad agire al fine di violare l'integrità territoriale della Russia;
F. considerando che le recenti decisioni giudiziarie dimostrano che è in corso una strumentalizzazione della magistratura, che viene utilizzata come arma politica per reprimere chi si oppone all'annessione della penisola di Crimea da parte della Russia;
G. considerando che sono stati denunciati diversi casi di sequestri, sparizioni forzate nonché di ricorso alla tortura e trattamenti crudeli e degradanti nei centri di detenzione; che è stato fatto ricorso alla tortura per ottenere false prove di colpevolezza; che finora tali accuse non sono state oggetto di indagini adeguate;
H. considerando che in Crimea sono stati eseguiti espropri su larga scala di proprietà pubbliche e private senza alcuna compensazione né alcun rispetto per le disposizioni del diritto internazionale umanitario volte a impedire la confisca o la demolizione di proprietà;
I. considerando che in Crimea lo spazio di manovra della società civile è stato sensibilmente ridotto a seguito della chiusura forzata di alcuni organi di informazione, provocando ripercussioni sproporzionate sulla comunità tatara di Crimea, sul suo diritto all'informazione e sul suo diritto a conservare la propria cultura e la propria identità;
J. considerando che l'annessione della Crimea da parte della Federazione russa è illegale e costituisce una violazione del diritto internazionale e degli accordi europei firmati sia dalla Federazione russa che dall'Ucraina, segnatamente la Carta delle Nazioni Unite, l'Atto finale di Helsinki, il Memorandum di Budapest del 1994 e il Trattato di amicizia, cooperazione e partenariato tra la Federazione russa e l'Ucraina del 1997;
K. considerando che, per tutto il periodo dell'annessione, la protezione della popolazione e dei cittadini di Crimea spetta alla Federazione russa, mediante le autorità de facto presenti nella regione;
1. condanna la sentenza pronunciata nei confronti di Ilmi Umerov, leader tataro di Crimea e vicepresidente del Mejlis, di Akhtem Chiygoz, vicepresidente del Mejlis, e del giornalista Mykola Semena; chiede l'annullamento di tali condanne, il rilascio immediato e incondizionato di Ilmi Umerov e Akhtem Chiygoz così come il ritiro immediato e incondizionato di tutte le accuse a carico di Mykola Semena;
2. condanna con fermezza le sentenze emesse nei confronti di leader della comunità tatara di Crimea e di altri oppositori dell'annessione russa, tra cui Uzair Abdullaev, Teymur Abdullaev, Zevri Abseutov, Rustem Abiltarov, Muslim Aliyev, Refat Alimov, Ali Asanov, Volodymyr Balukh, Enver Bekirov, Oleksiy Bessarabov, Hlib Shabliy, Oleksiy Chirniy, Mustafa Degermenji, Emil Dzhemadenov, Arsen Dzheparov, Volodymyr Dudka, Pavlo Gryb, Rustem Ismailov, Mykola Karpyuk, Stanislav Klykh, Andriy Kolomiyets, Oleksandr Kolchenko, Oleksandr Kostenko, Emir-Usein Kuku, Sergey Litvinov, Enver Mamutov, Remzi Memethov, Yevhen Panov, Yuri Primov, Volodymyr Prisich, Ferat Sayfullayev, Eider Saledinov, Oleg Sentsov, Vadym Siruk, Oleksiy Stogniy, Redvan Suleymanov, Roman Sushchenko, Mykola Shiptur, Dmytro Shtyblikov, Viktor Shchur, Rustem Vaitov, Valentyn Vygovsky, Andriy Zakhtey e Ruslan Zeytullaev, avvenute a seguito di procedimenti giudiziari farseschi e sulla base di accuse opinabili; chiede la revoca delle decisioni giudiziarie adottate nei loro confronti e l'immediato rilascio delle persone detenute;
3. condanna le politiche discriminatorie imposte dalle cosiddette autorità in particolare nei confronti della comunità autoctona dei tatari di Crimea, la violazione dei loro diritti di proprietà, le crescenti intimidazioni attuate nella vita politica, sociale ed economica di questa comunità e di tutti coloro che si oppongono all'annessione russa;
4. ritiene che i diritti dei tatari di Crimea siano stati gravemente violati il 26 aprile 2016 con la messa al bando delle attività del Mejlis, dichiarato organizzazione estremistica, nonché con il divieto imposto ai leader dei tatari di Crimea di rientrare nella penisola; ribadisce con forza il suo appello per l'annullamento delle decisioni giudiziarie connesse e dei relativi effetti e per il rispetto dell'ordinanza della Corte internazionale di giustizia relativa a misure temporanee nei procedimenti avviato dall'Ucraina contro la Federazione russa, emessa il 19 aprile 2017, nella quale si conclude che la Federazione russa deve astenersi dal mantenere in vigore o dall'imporre limitazioni alla possibilità della comunità tatara di Crimea di preservare le proprie istituzioni rappresentative, compreso il Mejlis;
5. ricorda che la realtà della repressione e l'applicazione di provvedimenti legislativi in materia di estremismo, terrorismo e separatismo hanno determinato un grave peggioramento della situazione dei diritti umani nella penisola di Crimea e la violazione diffusa della libertà di parola e di associazione; ricorda inoltre che l'imposizione forzata della cittadinanza russa è divenuta una prassi sistematica e che le libertà fondamentali non sono garantite nella penisola di Crimea; chiede l'abrogazione delle norme discriminatorie e sottolinea la necessità urgente di attribuire le responsabilità connesse alle violazioni dei diritti umani e agli abusi compiuti nella penisola;
6. condanna fortemente la prassi generalizzata di trasferire le persone detenute in regioni remote della Russia, in quanto ciò ostacola gravemente i loro contatti con familiari e amici e la possibilità per le organizzazioni per i diritti umani di verificare il loro stato di salute; sottolinea che tale prassi costituisce una violazione della normativa russa vigente, in particolare dell'articolo 73 del codice penale, in base al quale la pena deve essere scontata nella regione in cui risiede il condannato o in cui è stata pronunciata la sentenza;
7. invita il SEAE e la delegazione dell'UE in Russia a seguire da vicino i processi in corso e a prestare attenzione al trattamento delle persone detenute; esprime particolare preoccupazione per le segnalazioni concernenti il ricorso a trattamenti psichiatrici punitivi; si attende che la delegazione dell'UE, il SEAE e le ambasciate degli Stati membri monitorino attentamente tali procedimenti e si adoperino per entrare in contatto con le persone detenute prima dei processi a loro carico, così come durante e dopo gli stessi;
8. invita la Corte europea dei diritti dell'uomo a prendere in considerazione tutte le domande di ricorso provenienti dalla Crimea con la massima priorità possibile, dal momento che il sistema giudiziario nazionale russo non può fornire e non fornisce mezzi di ricorso in questi casi;
9. condanna la repressione dei mezzi di comunicazione indipendenti che rappresentano le comunità minoritarie ed esorta le autorità russe ad astenersi dal porre ostacoli giuridici e amministrativi alle loro attività;
10. chiede che gli osservatori internazionali dei diritti umani, comprese le strutture specializzate delle Nazioni Unite, dell'OSCE e del Consiglio d'Europa, abbiano libero accesso alla penisola di Crimea al fine di indagare sulla situazione nella penisola e che siano istituiti meccanismi di monitoraggio indipendenti; appoggia le iniziative promosse dall'Ucraina al fine di affrontare tali questioni in seno al Consiglio dei diritti umani e all'Assemblea generale; invita il SEAE e il rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani a prestare costante attenzione alla situazione dei diritti umani nella penisola di Crimea e a tenere informato il Parlamento;
11. invita la Commissione a sostenere i progetti e gli scambi volti a migliorare i contatti interpersonali, nonché quelli che promuovono la costruzione della pace, la risoluzione dei conflitti, la riconciliazione e il dialogo interculturale, anche all'interno della Crimea; esorta ad evitare ostacoli burocratici e incoraggia approcci più flessibili che consentano un accesso più agevole alla penisola da parte degli osservatori internazionali, compresi i parlamentari, con il consenso di Kiev e senza che ciò sia interpretato come un riconoscimento dell'annessione;
12. sottolinea che dovrebbero essere imposte misure restrittive nei confronti di tutte le persone responsabili di gravi violazioni dei diritti umani, compresi i funzionari della Crimea e della Russia direttamente responsabili di aver accusato e condannato Akhtem Chiygoz, Mykola Semena e Ilmi Umerov, e che tali misure dovrebbero comprendere il congelamento dei beni presso le banche dell'UE e il divieto di viaggio; ribadisce il proprio sostegno alla decisione dell'UE di vietare le importazioni dalla Crimea e l'esportazione di determinati beni e tecnologie, nonché investimenti, scambi commerciali e servizi in Crimea;
13. deplora la tragica situazione dei bambini della Crimea che crescono senza i loro padri, illegalmente privati della libertà in quanto prigionieri politici de facto, compresi quelli trasferiti in regioni remote della Federazione russa; ritiene che ciò costituisca una palese violazione dei diritti umani internazionali, dei diritti dei minori e degli obblighi internazionali che incombono alla Federazione russa, quali la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo; invita le autorità russe e le autorità de facto della Crimea a consentire alle persone suddette di mantenere contatti regolari con i loro familiari, in particolare i minori;
14. ricorda alle autorità russe che, in qualità di potenza occupante de facto che esercita un controllo effettivo sulla Crimea, sono pienamente responsabili della protezione dei cittadini della Crimea da misure giudiziarie o amministrative arbitrarie e, allo stesso titolo, sono vincolate dal diritto internazionale umanitario a garantire la tutela dei diritti umani nella penisola;
15. sostiene la sovranità, l'indipendenza, l'unità e l'integrità territoriale dell'Ucraina all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale e ribadisce la sua condanna dell'annessione illegale della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli da parte della Federazione russa; sostiene la politica dell'UE e dei suoi Stati membri di non riconoscere l'annessione illegale della penisola di Crimea e di imporre misure restrittive al riguardo; esprime profonda preoccupazione per la militarizzazione su vasta scala in corso nella penisola di Crimea ad opera della Russia, che minaccia la sicurezza regionale e paneuropea;
16. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, agli Stati membri, al Presidente dell'Ucraina, ai governi e ai parlamenti dell'Ucraina e della Federazione russa, alle assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, al Mejlis dei tatari di Crimea e al Segretario generale delle Nazioni Unite.
- [1] Testi approvati, P8_TA(2016)0018.
- [2] Testi approvati, P8_TA(2016)0043.
- [3] Testi approvati, P8_TA(2016)0218.
- [4] Testi approvati, P8_TA(2017)0087.