RELAZIONE recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio sulla prevenzione, preparazione e risposta agli attentati terroristici

26.5.2005 - (2005/2043(INI))

Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni
Relatore: Jaime Mayor Oreja


Procedura : 2005/2043(INI)
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A6-0166/2005
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A6-0166/2005
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PROPOSTA DI RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO DESTINATA AL CONSIGLIO

sulla prevenzione, preparazione e risposta agli attentati terroristici

(2005/2043(INI))

Il Parlamento europeo,

- vista la proposta di raccomandazione destinata al Consiglio presentata da Alexander Nuno Alvaro, a nome del gruppo ALDE, sulla strategia integrata dell'Unione europea per prevenire, prepararsi e rispondere ad ogni genere di attentato terroristico e affrontarne le conseguenze (B6‑0081/2005),

- visto il titolo V del trattato UE,

- visto il titolo VI del trattato UE e in particolare gli articoli 29, 30, 31, 32, 34, 39 e 42,

- visto il trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa e in particolare gli articoli I-43 e III-284,

- viste le dodici Convenzioni delle Nazioni Unite per lottare contro il terrorismo,

- visto lo Statuto di Roma del Tribunale penale internazionale, approvato il 17 luglio 1998 dalla conferenza diplomatica dei plenipotenziari delle Nazioni Unite,

- visto il Piano d'azione per la lotta contro il terrorismo adottato dal Consiglio europeo straordinario di Bruxelles del 21 settembre 2001,

- viste le dichiarazioni della riunione informale dei capi di Stato e di governo di Gand del 19 ottobre 2001,

- viste le conclusioni del Consiglio europeo di Laeken del 14 e 15 dicembre 2001,

- vista la decisione del Consiglio del 28 febbraio 2002 con cui viene creato Eurojust per rafforzare la lotta contro le gravi forme di criminalità[1],

- vista la decisione quadro del Consiglio del 13 giugno 2002 relativa al mandato d'arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri[2],

- vista la decisione quadro del Consiglio del 13 giugno 2002 sulla lotta contro il terrorismo[3],

- vista la decisione quadro del Consiglio del 13 giugno 2002 relativa alla creazione di squadre investigative comuni[4] in materia penale tra due o più Stati membri,

- vista la decisione quadro del Consiglio 2003/577/JAI del 22 luglio 2003, relativa all'esecuzione nell'Unione europea dei provvedimenti di blocco dei beni o di sequestro probatorio [5],

- viste le conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles del 25 e 26 marzo 2004,

- vista la dichiarazione del Consiglio europeo del 25 marzo 2004 sulla lotta contro il terrorismo,

- viste le conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles del 17 e 18 giugno 2004,

- visto il piano d'azione/piano di lavoro rivisto dell'Unione europea per la lotta contro il terrorismo adottato dal Consiglio europeo nella riunione del 17 e 18 giugno 2004,

- viste le conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles del 4 e 5 novembre 2004,

- visto il Programma dell'Aia: consolidamento della libertà, della sicurezza e della giustizia nell'Unione europea[6], adottato dal Consiglio europeo di Bruxelles del 4 e 5 novembre 2004,

- viste le conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles del 16 e 17 dicembre 2004,

- viste le comunicazioni della Commissione: "Prevenire e combattere il finanziamento del terrorismo, attraverso misure per migliorare lo scambio di informazioni, per rafforzare la trasparenza e per aumentare la tracciabilità delle operazioni finanziarie" (COM(2004) 700), "Preparazione e gestione delle conseguenze nella lotta al terrorismo" (COM(2004) 701), e "La protezione delle infrastrutture critiche nella lotta contro il terrorismo" (COM(2004) 702),

- vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo relativa a talune azioni da intraprendere nel settore della lotta contro il terrorismo e altre forme gravi di criminalità, in particolare per migliorare gli scambi di informazioni (COM(2004) 221),

- visto il progetto di decisione quadro del Consiglio concernente la semplificazione dello scambio di informazioni ed intelligence tra le autorità degli Stati membri dell'Unione europea incaricate dell'applicazione della legge, in particolare con riguardo ai reati gravi, compresi gli atti terroristici (10215/04),

- visti l'articolo 114, paragrafo 3, e l'articolo 94 del suo regolamento,

- vista la relazione della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (A6‑0166/2005),

A.  considerando che la priorità principale per l’Unione europea rispetto alla preparazione e alla risposta agli attentati terroristici è rappresentata dalla capacità delle istituzioni comunitarie e degli Stati membri di prevenire gli attentati terroristici,

B.   considerando che, da un punto di vista politico, il rischio principale che le Istituzioni dell'Unione europea corrono di fronte al terrorismo è che i cittadini europei si sentano indifesi di fronte agli atti terroristici, in particolar modo nel momento in cui si verifica un attentato,

C.  considerando che per affrontare il terrorismo non basta stilare un elenco interminabile e generico di proposte d'azione,

D.  considerando che la lotta contro il terrorismo, che sia in risposta o meno ad atti terroristici, deve sempre implicare la tutela dei diritti umani e il rispetto delle libertà fondamentali, quale elemento essenziale e simbolo di identità delle nostre Istituzioni; sottolineando che qualsiasi legislazione di emergenza deve essere conforme al rispetto dei diritti umani, e delle libertà fondamentali nonché ai requisiti in materia di protezione dei dati,

E.   considerando che la lotta contro il terrorismo richiede strategie specifiche nei confronti di ciascuna delle organizzazioni terroristiche, per cui, al momento di definire nuovi strumenti, si deve tener conto della struttura sociale e della strategia loro proprie,

F.   considerando che il carattere diffuso e imprevedibile delle organizzazioni terroristiche gioca sempre in loro favore poiché nessuno sa con certezza qual è l'ambito preciso della loro attività o la misura del sostegno di cui godono e che è necessario, per combatterle efficacemente, capire tali organizzazioni e il contesto sociale che le nutre e le sostiene,

G.  considerando che tali organizzazioni operano al di là dei confini e di specifiche aree geografiche, sfruttano spesso la mancanza di trasparenza negli Stati "falliti e in via di fallimento" e possono produrre effetti devastanti in diversi paesi nello stesso momento,

H.  considerando che, nel quadro della valutazione delle minacce per l'Unione europea, il terrorismo in tutte le sue articolazioni costituisce un fenomeno emergente ancora insufficientemente compreso in termini di struttura operativa e di scelta dei tempi per gli attentati,

I.    considerando che non vi è contraddizione tra il portare rispetto all'Islam e mettere in chiaro che il terrorismo da parte di gruppi islamici fondamentalisti costituisce la più grave minaccia alla stabilità che le Istituzioni dell'UE dovranno fronteggiare negli anni a venire; sottolineando l'esigenza di assicurare che i mussulmani non siano oggetto di discriminazione in ragione della loro fede e ribadendo che in nessun caso l'Islam dovrebbe essere equiparato al terrorismo,

J.    considerando che una presa di posizione forte a favore del pluralismo, della diversità, dei diritti umani e del dialogo pacifico costituisce la prevenzione e il rimedio migliori contro la radicalizzazione e una polarizzazione sociale nociva, che sono spesso parte e conseguenza del fenomeno del terrorismo,

K.  considerando che la prevenzione dovrebbe basarsi sull'informazione, su di un dibattito pubblico continuo riguardo alla minaccia terroristica, su di un rifiuto collettivo del terrorismo in quanto strategia politica, su di un'analisi delle ragioni addotte da alcuni per giustificare il rifiuto di respingere tale forma di lotta, tenendo presente che vi è sempre l'esigenza di evitare allarmi indebiti e una rappresentazione erronea della reale natura della minaccia,

L.   considerando che il Parlamento europeo rappresenta la principale sede europea di dialogo con la società e tra le varie Istituzioni dell'Unione europea, e dovrebbe quindi essere in grado di condividere le informazioni concernenti le organizzazioni terroristiche e il loro modus operandi, nonché gli sforzi dell'Unione per contrastarle,

M.  considerando che la prevenzione necessita che sia valutata in anticipo la gravità del rischio di modo che l'opinione pubblica possa rendersi conto che tutti gli sforzi possibili, umani e politici, sono stati compiuti per impedire attacchi; considerando che una politica di prevenzione decisa e sostenuta deve assicurare , nei casi in cui l'attacco non può essere evitato, che non vi sia una crisi di fiducia nel progetto politico delle Istituzioni europee scaturente dalla sensazione che esse hanno fallito,

N.  considerando che, per far fronte a questa forma specifica di terrorismo, l'UE ha bisogno di formulare e porre in essere un progetto politico che possa essere facilmente identificato dai cittadini europei e che promuova la sicurezza interna ed esterna e non unicamente un elenco di misure generali,

O.  considerando che una risposta politica può esistere soltanto se è accompagnata dalla prevenzione, in caso contrario la reazione a livello europeo potrà essere soltanto inadeguata e disorganizzata,

P.   considerando che le politiche dell'UE in materia di sicurezza interna ed esterna dovrebbero essere coerenti e che ciò dovrebbe riflettersi nel funzionamento delle sue istituzioni,

1.  rivolge al Consiglio le seguenti raccomandazioni:

A) per quanto concerne la prevenzione, fa appello al Consiglio affinché:

(a)  converta l'elenco attuale di iniziative anti-terrorismo, dettagliate e generali, in un progetto politico europeo globale e coerente di lotta contro il terrorismo e le sue cause, sia all'interno che all'esterno dell'Unione,

(b)  sostenga pienamente gli attuali sforzi e, laddove necessario e opportuno, crei nuovi strumenti e piattaforme per consentire e promuovere l'analisi e lo scambio di informazioni relative a organizzazioni terroristiche e al loro modus operandi tra forze di polizia e servizi di intelligence, rispettando i principi relativi alla protezione dei dati,

(c)  vigili sul ruolo delle istituzioni finanziarie nel trasferimento di denaro al fine di evitare che flussi finanziari sospetti siano destinati al finanziamento di attività terroristiche,

(d)  sviluppi tutti gli strumenti necessari per lo scambio di informazioni concernenti terroristi sospetti e le loro organizzazioni con paesi terzi e organizzazioni internazionali, garantendo nel contempo il rispetto della privacy e dei principi relativi alla protezione dei dati,

(e)  crei una sede idonea allo scambio di informazioni tra tutte le Istituzioni europee, sulla base di riunioni semestrali finalizzate ad approfondire lo scambio, in questo caso non di informazioni operative, ma di dati riguardanti la strategia e il modus operandi delle organizzazioni terroristiche e lo sforzo dell'Unione per combattere tali organizzazioni,

(f)   conduca un'azione preventiva di largo raggio basata sul dialogo tra culture e religioni al fine di favorire la conoscenza e la comprensione reciproche, e limitare ogni tentativo di propaganda fondamentalista che miri al reclutamento di terroristi,

(g)  appoggi specificatamente il progetto pilota presentato dal Parlamento europeo al fine di agevolare lo scambio di informazioni tra forze di polizia, tenendo conto della legislazione comunitaria in materia di protezione dei dati,

(h)  incoraggi la crescente specializzazione di Europol e Eurojust nella lotta contro tale forma di terrorismo, rafforzi il loro ruolo nella diagnosi e nell'attivazione dei meccanismi europei per lo scambio di informazioni tra le autorità di polizia dell'Unione europea e degli Stati membri e promuova la fiducia reciproca dei meccanismi europei di scambio di informazioni tra le autorità di polizia dell'Unione europea e degli Stati membri,

(i)   garantisca che i corsi di formazione e specializzazione dell'Accademia europea di polizia (AEP) tengano debitamente conto di tutte le forme di terrorismo, viste le sue gravi implicazioni per il futuro dell'Unione europea,

(j)   inviti rappresentanti del Parlamento europeo, affinché siano resi partecipi delle informazioni non operative, alle riunioni semestrali dei direttori di SCIFA, CATS, EUROPOL, EUROJUST, EBA, CPTF e SitCen,

(k)  promuova una normativa europea che controlli, con il massimo di garanzie, la deviazione e l'immagazzinamento di precursori chimici che possono essere utilizzati per la fabbricazione di esplosivi,

B) per quanto concerne la risposta, fa appello al Consiglio affinché:

(a)  sviluppi ulteriormente i protocolli e le misure che devono essere applicate automaticamente dopo un attentato,

(b)  doti l'ufficio del Coordinatore europeo per la lotta contro il terrorismo delle risorse necessarie per definire e coordinare la risposta ad un attentato terroristico, garantendo così che sarà il più possibile unitaria ed efficace,

       la risposta dovrà prevedere la sensibilizzazione e la promozione della mobilitazione sociale in tutti i paesi dell'Unione e non solo in quello in cui si è verificato l'attentato,

       essa terrà altresì nella massima considerazione le vittime e le loro famiglie,

(c)  dia il suo appoggio alle seguenti misure di assistenza per le vittime del terrorismo:

  creazione un Ufficio europeo di assistenza alle vittime del terrorismo presso la Commissione, che costituisca un punto di riferimento e di contatto con le Istituzioni europee,

  elaborazione di un progetto di convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle vittime del terrorismo,

  sostegno all'iniziativa della Commissione volta a consentire l'impiego del Fondo di solidarietà in caso di attentati terroristici, con la possibilità di utilizzarlo come strumento per gli indennizzi,

  consolidamento del progetto pilota di aiuto alle vittime del terrorismo mediante la creazione di una voce di bilancio permanente,

  sostegno all'armonizzazione della definizione del reato consistente in minacce contro singoli individui, comprese le vittime del terrorismo e le corrispondenti sanzioni,

(d)  sostenga i programmi comunitari che offrono protezione alle vittime che abbiano assistito ad atti di terrorismo,

2.   Incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio europeo, al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti nazionali degli Stati membri, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione delle Nazioni Unite e alle sue agenzie specializzate.

  • [1]  GU L 63 del 6.3.2002, pag. 1.
  • [2]  GU L 190 del 18.7.2002, pag. 1.
  • [3]  GU L 164 del 22.6.2002, pag. 3.
  • [4]  GU L 162 del 20.6.2002, pag. 1.
  • [5]  GU L 196 del 2.8.2003, pag. 45.
  • [6]  GU C 53 del 3.3.2005, pag. 1.

MOTIVAZIONE

Prevenzione:

Oggi il rischio maggiore per la democrazia e la convivenza in Europa è rappresentato dal terrorismo promosso da gruppi radicali islamici.

Il ruolo delle Istituzioni europee nell'ambito della prevenzione si può riassumere in due obiettivi prioritari, volti ad evitare gli attentati terroristici.

Gli obiettivi prioritari delle Istituzioni europee nell'ambito della prevenzione del terrorismo dovrebbero essere i seguenti:

A.- compiere ogni sforzo possibile per prevenire gli attentati, attraverso un progetto europeo finalizzato a migliorare il flusso di informazioni tra le varie forze e autorità di polizia;

B.- garantire che lo sforzo compiuto dalle Istituzioni europee venga replicato nella società.

Laddove non sia possibile evitare un attentato, è fondamentale che nel frattempo si mostri di aver compiuto tutti gli sforzi necessari, poiché soltanto in questo modo sarà possibile prevenire la crisi generalizzata della fiducia che deriva da un attentato terroristico.

È necessario mantenere vivo lo sforzo politico, sviluppando e pubblicizzando costantemente l'analisi compiuta dalle Istituzioni europee in merito al terrorismo, che dovrebbe essere regolarmente oggetto di dibattito al Parlamento europeo, laddove le circostanze lo richiedano.

Attualmente il documento di valutazione della minaccia terroristica, elaborato con cadenza semestrale dalla Presidenza del Consiglio, ha carattere riservato, mentre sarebbe preferibile che il suo contenuto fosse illustrato, nei limiti del possibile, in seno al Parlamento.

Il rischio maggiore, nelle attuali circostanze, è che la sensazione di paralisi, di inazione, di confusione si diffonda al di là delle Istituzioni europee e che sentimenti di questo genere da parte della popolazione europea nei confronti delle Istituzioni dell'Unione divengano prevalenti nel momento stesso in cui si potrebbe verificare un attentato.

Per far fronte a tale fenomeno emergente non basta redigere un elenco interminabile di azioni, molte delle quali generiche.

Dobbiamo definire le priorità, comprendere chiaramente che genere di organizzazione/i ci troviamo ad affrontare e quindi comunicare i nostri sforzi.

Occorre un doppio sforzo di comunicazione: innanzi tutto è necessario ribadire la gravità della minaccia, comprendendola appieno senza lasciarsi prendere dall'isterismo, e in secondo luogo si deve comunicare l'idea alla base degli sforzi compiuti e del progetto politico europeo volto a contrastare il fenomeno del terrorismo.

La reazione da sola non basta più

Il terribile attentato dell'11 settembre 2001 a New York è stato all'origine di una serie di iniziative da parte dell'Unione europea, tra le quali, in particolare, il mandato d'arresto europeo. Dopo il tragico attentato di Madrid dell'11 marzo 2004 è stato realizzato un piano d'azione anti-terrorismo.

Oggi all'Unione europea si chiede un'azione ancora più incisiva, che metta in evidenza la sua capacità di azione nell'ambito della prevenzione.

Con il trascorrere del tempo, dall'ultimo tragico attentato di Madrid ad oggi, si è assistito ad una perdita crescente di dinamismo politico attorno al fenomeno. Si tratta di un grave errore.

La forma migliore di prevenzione consiste nel predisporre un progetto politico a livello europeo, a cui partecipino il Consiglio, la Commissione e il Parlamento,

una piattaforma europea per lo scambio di informazioni e dati su un fenomeno emergente e particolarmente diffuso e sconosciuto come quello delle attività dei gruppi islamici radicali.

Non sappiamo abbastanza di come e quando tali gruppi agiscano. È quindi essenziale, in questo momento, investire sulle analisi e le informazioni che riguardano tale problema.

Manca ancora la consapevolezza della minaccia terroristica, in particolare in alcuni Stati membri che, fortunatamente per loro, non hanno sofferto le conseguenze di attentati. Sosteniamo pertanto le iniziative del segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan a favore della realizzazione di una campagna mondiale di sensibilizzazione contro il terrorismo. Dal canto suo, l'Unione europea dovrà essere protagonista della campagna di sensibilizzazione sulla gravità del problema.

Attualmente, la prevenzione delle azioni terroristiche rientra nella sfera di competenza delle forze di sicurezza degli Stati membri. Tale situazione non cambierà nel prossimo decennio. Ciononostante, Europol e Eurojust potranno svolgere un ruolo essenziale nell'ambito di tale lotta.

Entrambe le organizzazioni potranno fornire un aiuto, in particolare, nel quadro di quanto segue:

A.       approfondimento dell'analisi delle organizzazioni terroristiche che dobbiamo affrontare;

B.        dinamizzazione dello scambio di informazioni tra forze di polizia nazionali e servizi di intelligence degli Stati membri.

Occorre ribadire ancora una volta che più saranno articolati i mezzi e le piattaforme europee per lo scambio delle informazioni, maggiore sarà la loro efficacia.

È altrettanto importante promuovere tutte le misure atte ad agevolare lo scambio di informazioni tra Unione europea e Stati Uniti d'America.

Per favorire lo scambio di informazioni è indispensabile individuare e definire il tipo di organizzazioni contro cui si combatte, poiché questo è l'unico modo per incrementare il flusso di informazioni necessarie.

Di fronte ad un fenomeno emergente come quello dei gruppi islamici radicali, si deve cercare innanzi tutto di ottenere informazioni sulla loro struttura e di compiere un'analisi preventiva delle loro azioni. Ora più che mai le informazioni svolgono un ruolo decisivo.

Nell'ambito della prevenzione, è opportuno mettere in evidenza anche le seguenti priorità:

A.       promuovere il dialogo tra settore privato e pubblico in materia di sicurezza, con i rappresentanti delle associazioni europee nazionali e settoriali; sviluppare le innovazioni tecnologiche e la partecipazione del settore privato all'elaborazione delle norme, delle prassi e delle procedure volte a migliorare la sicurezza dei beni e dei servizi; definire un piano di sicurezza per le infrastrutture di base dell'Unione. Tutti questi aspetti richiedono dialogo e sforzi comuni;

B.        potenziare i controlli sulle armi e gli esplosivi.

Il Parlamento europeo sostiene appieno tutti gli sforzi compiuti in questa direzione dalla Commissione, su richiesta del Consiglio, e sollecita la Commissione e il Consiglio a presentare proposte idonee, basate sull'esigenza di esercitare controlli severi in quest'ambito.

Preparazione e risposta:

In caso di attentato, è essenziale attivare tutte le misure che mirano a promuovere la solidarietà europea.

Un attentato terroristico contro uno Stato membro dovrebbe essere considerato un attentato contro l'intera Unione europea e lo scenario adottato dovrebbe tenere in considerazione tale aspetto.

In questo senso, siamo decisamente favorevoli alla proposta della Commissione di creare un nuovo strumento di preparazione e risposta rapida in caso di crisi gravi, tra cui gli attentati terroristici.

Non possiamo conoscere i criteri in base ai quali i terroristi decidono di attaccare un determinato paese, ma siamo certi che la loro strategia d'azione sarà sempre all'insegna del divide et impera.

I terroristi lasceranno sempre intendere che l'attentato organizzato in un dato paese è dipeso da determinate politiche adottate da quel paese, dando così agli altri Stati l'impressione di non essere direttamente minacciati.

In tal caso, la nostra risposta agli attentati terroristi dovrà soddisfare le tre condizioni seguenti:

A.       dovrà essere il più unitaria e solidale possibile, con le Istituzioni dell'Unione in prima linea;

B.        la mobilitazione sociale dovrà avvenire nella maniera più unitaria e solidale possibile: l'opinione pubblica dovrà far sentire la propria partecipazione in tutti gli Stati membri, non soltanto nel paese in cui è avvenuta la tragedia;

C.       le vittime e le loro famiglie dovranno svolgere un ruolo centrale, poiché è da loro che la risposta trae la forza morale essenziale.

Per tutti questi motivi è fondamentale che l'Unione europea si doti di una serie di protocolli e misure da applicare automaticamente, evitando in tal modo di dare l'impressione di improvvisare di fronte agli eventi.

L'esperienza degli attentati recenti a Madrid, l'11 marzo 2004, o in Australia prima delle elezioni, o della diffusione dei video di Bin Laden due giorni prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, obbliga l'Unione europea e gli Stati membri ad una riflessione in merito alla posizione da assumere qualora si ripetano circostanze simili.

Le Istituzioni dell'Unione devono valutare con particolare attenzione la risposta da dare in simili eventualità.

Dobbiamo opporre, a chi afferma che l'analisi preventiva delle possibili iniziative crea allarmismi e addirittura favorisce gli attentati terroristici, il ragionamento che il panico sociale si produce soltanto se si improvvisa dinanzi alle risposte e alle azioni richieste .

Sia l'ambito della prevenzione, sia quello della risposta meritano un'attenzione particolare.

1. Le vittime del terrorismo

Come afferma giustamente la Commissione l'11 marzo, giornata europea delle vittime del terrorismo in ricordo delle 192 vittime dell'attentato dell'11 marzo 2004 a Madrid, dovrebbe trasformarsi, in futuro, nella giornata del dibattito civico e democratico sui mezzi idonei a garantire la libertà.

Sarebbe opportuno istituire immediatamente l'Ufficio europeo di assistenza alle vittime del terrorismo, sollecitato dal Parlamento nella raccomandazione A6-0010/2004. Tale ufficio assumerebbe la forma di un'unità amministrativa della Commissione, senza grosse esigenze in termini di strutture e personale: il suo ruolo sarà, molto semplicemente, quello di fornire un punto d'informazione e di riferimento a livello amministrativo dove le vittime del terrorismo possano conoscere i loro diritti e possano recarsi se avessero bisogno d'aiuto; allo stesso tempo, potranno ottenere informazioni sulle associazioni delle vittime esistenti nei vari Stati membri.

Il rispetto che dobbiamo alle vittime richiede, da parte nostra, l'armonizzazione delle definizioni e delle pene per il reato di minacce contro le persone che sono state vittime del terrorismo.

2 I mezzi di comunicazione

In caso di attentato, la risposta dei mezzi di comunicazione è essenziale.

Nel momento in cui si verifica un attentato, le iniziative del governo centrale non sono idonee. Possiamo solo riporre la nostra speranza nella maturità e nelle convinzioni solide e democratiche dei mezzi di comunicazione. I mass media, però, risponderanno in modo positivo e inequivoco se avranno partecipato alle riunioni dei leader politici riguardanti il terrorismo e se ne avranno condiviso le idee.

La soluzione non si può trovare nell'azione centralizzata o nel controllo del governo, né in una legge che limiti la libertà di stampa.

Se vogliamo elaborare criteri comuni in merito alle forme necessarie ed essenziali di risposta che i mass media devono attivare, è fondamentale organizzare riunioni e seminari durante i quali politici e giornalisti possano scambiarsi punti di vista sulla questione.

Un progetto politico europeo

-          Un lungo elenco di misure da applicare non costituisce un progetto politico.

-          Un progetto politico esige uno sforzo di sintesi e la definizione delle priorità e delle direzioni da seguire.

-          Oggi, per definire un progetto politico europeo in grado di rispondere al problema emergente dei gruppi islamici radicali occorre porre l'accento principalmente sull'informazione.

-          Occorrono analisi, chiarezza e migliore conoscenza.

-          Il Parlamento europeo deve svolgere un ruolo in questo progetto politico europeo.

Il ruolo del Parlamento europeo

Il Parlamento non può limitarsi a formulare raccomandazioni per il Consiglio e la Commissione.

Il Parlamento europeo è l'Istituzione più vicina e più rappresentativa dei cittadini d'Europa. I parlamentari europei sono eletti direttamente dai cittadini degli Stati membri e di conseguenza hanno l'obbligo di mantenere un legame particolarmente stretto con loro. Al pari di qualunque altro parlamento, il PE ha il dovere di formare l'opinione pubblica - in questo caso l'opinione pubblica europea - vale a dire un'opinione comune condivisa da tutte le società europee interessate.

Il suo primo compito è sensibilizzare l'opinione pubblica in merito alla gravità della minaccia.

Il Parlamento europeo non deve limitarsi a adottare misure di carattere tecnico-politico, ma concentrarsi prevalentemente sull'ambito politico, a cominciare dall'azione di sensibilizzazione.

Compito del Parlamento è anche quello di svolgere il proprio ruolo di sede idonea al dialogo con la società, di luogo d'incontro per un dibattito che non si limiti ai soli parlamentari europei. La responsabilità principale del Parlamento europeo è favorire, nell'opinione pubblica, la riflessione sul lavoro e sugli sforzi compiuti dai suoi parlamentari da un lato, e dalle Istituzioni europee dall'altro.

Il Parlamento è la sede del dialogo per eccellenza nei seguenti contesti:

A.-      sensibilizzazione in merito alle iniziative del Consiglio e della Commissione;

B.-      scambio di punti di vista con gli agenti sociali interessati e con i responsabili dei mezzi di comunicazione.

21.1.2005

PROPOSTA DI RACCOMANDAZIONE DESTINATA AL CONSIGLIOB6-0081/2005

presentata a norma dell'articolo 114, paragrafo 1 del regolamento

da Alexander Nuno Alvaro, a nome del gruppo ALDE

sulla strategia integrata dell'Unione europea per prevenire, prepararsi e rispondere ad ogni genere di attentato terroristico e affrontarne le conseguenze

Il Parlamento europeo,

–   vista la dichiarazione sulla lotta contro il terrorismo, adottata nella riunione del Consiglio europeo del 24 e 25 marzo 2004,

–   visto il piano d'azione rivisto dell'Unione europea per lottare contro il terrorismo, adottato nella riunione del Consiglio europeo del 17 e 18 giugno 2004,

–   visto il pacchetto di misure di prevenzione e lotta al terrorismo contenuto nel Programma dell'Aia, adottato nella riunione del Consiglio europeo del 4 e 5 novembre 2004, integrato dalle conclusioni della Presidenza della riunione del Consiglio europeo del 16 e 17 dicembre 2004, con particolare riferimento alle misure relative al terrorismo,

–   visto l'articolo 114, paragrafo 1 del suo regolamento,

A. considerando che le misure contenute nel Programma dell'Aia che hanno attinenza con la lotta al terrorismo andrebbero attuate rapidamente al fine di rafforzare la libertà, la sicurezza e la giustizia nell'UE,

B.  considerando che, per prevenire e combattere efficacemente gli attentati terroristici rispettando, allo stesso tempo, i diritti dell'uomo e le libertà fondamentali, gli Stati membri non dovrebbero limitare le proprie attività al mantenimento della sicurezza interna, bensì indirizzare tali attività anche alla tutela della sicurezza dell'Unione europea nel suo complesso,

C. considerando che è assodato che, per combattere la persistente minaccia terroristica, uno degli elementi essenziali della politica dell'Unione europea deve essere il miglioramento della leale collaborazione tra le Istituzioni europee,

D. considerando che è importante cogliere l'opportunità di promuovere il rafforzamento e lo sviluppo delle capacità dell'UE con riferimento alla prevenzione, preparazione e capacità di risposta in caso di attentati terroristici,

1.  formula le seguenti raccomandazioni destinate al Consiglio:

a)  che la lotta alla minaccia terrorista passi attraverso il rafforzamento della collaborazione sia su un piano interno, sia a livello internazionale,

b)  che vengano attuate senza indugio le misure contenute nel Programma dell'Aia, intitolato: "Rafforzare la libertà, la sicurezza e la giustizia nell'Unione europea", e in particolare quelle che abbiano attinenza con la lotta la terrorismo, nel rispetto dei diritti fondamentali,

c)  che si chieda agli Stati membri di mettere in comune le informazioni fornite dai rispettivi servizi di intelligence e di sicurezza, non soltanto per prepararsi ad affrontare le minacce contro la loro stessa sicurezza, ma anche per tutelare, ove necessario, la sicurezza interna degli altri Stati membri,

d)  che vengano adottate, nel minor tempo possibile, tutte le misure necessarie a istituire un quadro coerente ed efficace a livello dell'intera Unione europea, sia per prevenire qualunque genere di attentato terroristico, sia per affrontarne le conseguenze, incluse le misure atte a garantire una collaborazione continua tra forze e organi di sicurezza e servizi di cooperazione esterna, allo scopo di garantire il controllo democratico e la tutela dei diritti fondamentali,

e)  che siano garantite protezione e assistenza adeguate alle vittime del terrorismo e alle loro famiglie, con l'assegnazione degli stanziamenti necessari attraverso il bilancio annuale dell'Unione europea;

2.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio e, per informazione, al Consiglio europeo e alla Commissione.

PROCEDURA

Titolo

Proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio sulla prevenzione, preparazione e risposta agli attentati terroristici

Numero di procedura

2005/2043(INI)

Proposta(e) di raccomandazione di base

B6-0081/2005

 

 

Base regolamentare

art. 114, par. 3, e art. 94

Commissione competente per il merito

         Annuncio in Aula

LIBE

28.4.2005

Decisione di elaborare una relazione

25.11.2004

Commissione competente per parere

        Annuncio in Aula

AFET

28.4.2005

 

 

 

 

Pareri non espressi

        Decisione

AFET

0.0.0000

 

 

 

 

Cooperazione rafforzata

        Annuncio in Aula


Altra(e) proposta(e) di raccomandazione inclusa(e) nella relazione

B6-0081/2005

 

 

Relatore(i)

        Nomina

Jaime Mayor Oreja

25.11.2004

 

Relatore(i) sostituito(i)

 

 

Esame in commissione

12.4.2005

28.4.2005

24.5.2005

 

 

Approvazione

24.5.2005

Esito della votazione finale

favorevoli:

contrari:

astensioni:

41

1

3

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Edit Bauer, Mihael Brejc, Giusto Catania, Michael Cashman, Charlotte Cederschiöld, Carlos Coelho, Fausto Correia, Agustín Díaz de Mera García Consuegra, Rosa Díez González, Antoine Duquesne, Kinga Gál, Lívia Járóka, Magda Kósáné Kovács, Wolfgang Kreissl-Dörfler, Barbara Kudrycka, Henrik Lax, Edith Mastenbroek, Jaime Mayor Oreja, Claude Moraes, Martine Roure, Inger Segelström, Ioannis Varvitsiotis, Stefano Zappalà, Tatjana Ždanoka

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Frederika Brepoels, Gérard Deprez, Ignasi Guardans Cambó, Luis Francisco Herrero-Tejedor, Carlos José Iturgaiz Angulo, Sylvia-Yvonne Kaufmann, Jeanine Hennis-Plasschaert, Jean Lambert, Mary Lou McDonald, Antonio Masip Hidalgo, Javier Moreno Sánchez, Bill Newton Dunn, Cem Özdemir, Siiri Oviir, Marie-Line Reynaud, Antonio Tajani

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

María del Pilar Ayuso González, Cristina Gutiérrez-Cortines, María Esther Herranz García, Antonio López-Istúriz White, Antolín Sánchez Presedo.

Deposito – A[6]

26.5.2005

A6‑0166/2005

Osservazioni

...

PROPOSTA(E) DI RACCOMANDAZIONE DI BASE

Numero B[6]

Autore(i)

Titolo

 

Commissione competente per il merito

Commissione(i) competente(i) per parere

Annuncio in Aula

B6-0081/2005

Alexander Nuno Alvaro a nome del gruppo ALDE

Strategia integrata dell'Unione europea per prevenire, prepararsi e rispondere ad ogni genere di attentato terroristico e affrontarne le conseguenze

LIBE

AFET

26.1.2005