RELAZIONE sull'efficacia degli aiuti e sulla corruzione nei paesi in via di sviluppo

27.2.2006 - (2005/2141(INI))

Commissione per lo sviluppo
Relatore: Margrietus van den Berg


Procedura : 2005/2141(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A6-0048/2006

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sull'efficacia degli aiuti e sulla corruzione nei paesi in via di sviluppo

(2005/2141(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la dichiarazione congiunta del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri in seno al Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione, intitolata "Il consenso europeo sullo sviluppo",

–   vista la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione del 31 ottobre 2003,

–   vista la dichiarazione delle Nazioni Unite contro la corruzione nelle transazioni commerciali internazionali del 16 dicembre 1996,

–   vista la Convenzione dell'OCSE sulla lotta contro la corruzione di funzionari statali stranieri nelle transazioni commerciali internazionali del 21 novembre 1997,

–   vista la dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite dell'8 settembre 2000 che stabilisce gli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) definiti di concerto con la Comunità internazionale per l'eliminazione della povertà,

–   vista la dichiarazione di Parigi sull'efficacia dell'aiuto del 2 marzo 2005,

–   vista la Quarta Relazione di valutazione degli ecosistemi per il Millennio del 12 luglio 2005 dal titolo "Ecosistemi e benessere umano: opportunità e Sfide per il commercio e le imprese",

–   visti gli articoli 8, 9 e 97 dell'Accordo di partenariato di Cotonou,

–   vista la Dichiarazione fatta il 2 giugno 2003 dal Vertice del G8 a Evian denominata "Lotta alla corruzione migliorando la trasparenza, del 2 giugno 2003",

–   vista la relazione della Commissione per l'Africa dell'11 marzo 2005 denominata "Nostro comune interesse",

–   vista la strategia dell'UE per la lotta contro l'accumulo e il traffico illecito di armi leggere e di piccolo calibro (SALW) e relative munizioni, adottata dal Consiglio europeo il 15-16 dicembre 2005,

–   vista la sua risoluzione del 15 maggio 2003 sulla creazione di capacità nei paesi in via di sviluppo [1],

–   vista la sua risoluzione del 31 marzo 2004 sulla governance nella politica di sviluppo dell'Unione europea[2],

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per lo sviluppo (A6‑0048/2005),

A. considerando che la corruzione colpisce in modo sproporzionato i poveri limitando il loro accesso ai beni pubblici e abbassando la qualità dei servizi di base, il che rende più difficile la loro uscita dalla spirale della povertà,

B.  considerando che la corruzione influisce negativamente sul clima imprenditoriale, nonché sull'efficacia dei servizi pubblici e sulla fiducia del cittadino nell'autorità,

C. considerando che la corruzione ostacola l'efficacia dell'aiuto e quindi pregiudica gli obiettivi di sviluppo dell'Unione europea, rallentando il ritmo di sviluppo nei paesi partner dell'UE,

D. considerando che la Banca Mondiale ritiene che oltre 1 miliardo di dollari statunitensi sono versati per tangenti in tutto il mondo e che l'Unione africana ritiene che la corruzione costi alle economie africane oltre il 25% del PIL annuo dell'Africa,

E.  considerando che la corruzione è un problema che riguarda la società nel suo insieme, che riveste molte forme e a cui non si può applicare una strategia di "taglia unica" e che potrà essere arginata in modo durevole soltanto mediante un approccio di ampia portata,

F.  considerando che numerosi protagonisti, in particolare i politici, i funzionari governativi, la società civile, i mezzi di informazione, le multinazionali e i donatori internazionali, possono svolgere un ruolo nella lotta contro la corruzione,

G. considerando che la corruzione rientra sia tra le cause che tra le conseguenze delle situazioni di conflitto,

H. considerando che la corruzione rappresenta una minaccia per le necessità fondamentali dell'uomo come l'accesso alla sanità e all'istruzione,

I.   considerando che la corruzione deriva da una debole governance inestricabilmente connessa con il ruolo dello Stato e che dovrebbe quindi essere combattuta da strategie che promuovano la buona governance,

J.   considerando che la trasparenza e la responsabilità sono principi fondamentali della lotta contro la corruzione,

K. considerando che va prestata la dovuta attenzione al legame esistente tra la fabbricazione, il trasferimento e la circolazione illecita di armi leggere e di piccolo calibro e le pratiche di corruzione nei paesi in via di sviluppo e nei paesi sviluppati,

L.  considerando che la riduzione della corruzione è impossibile senza la presa di coscienza e la partecipazione della società civile e che l'accesso a tutte le informazioni svolge un ruolo determinante in questo processo,

M. considerando che la Convenzione del 2003 delle Nazioni Unite contro la corruzione è il primo strumento giuridico internazionale che consente di riconoscere la necessità per tutti gli Stati di impegnarsi a rimpatriare i beni e considerando che gli unici Stati membri dell'UE che hanno ratificato questa Convenzione sono l'Ungheria e la Francia,

N. considerando che, per quanto concerne gli Stati membri dell'UE, la Convenzione del 1997 dell'OCSE relativa alla lotta contro la corruzione degli agenti pubblici stranieri nelle transazioni commerciali internazionali non è stata ratificata da Malta, dalla Lituania o dalla Lettonia e che questi Stati membri sono caldamente invitati a ratificare quanto prima questo testo,

1.  chiede alla Commissione di concentrarsi in modo più specifico, nel definire i suoi programmi di sviluppo, sulle questioni di responsabilità e di trasparenza, visto che meccanismi di gestione carenti tendono ad agevolare la corruzione;

2.  sottolinea che occorre dare maggiore attenzione al ruolo della società civile promuovendo la buona governance e il controllo volontario della corruzione;

3.  ricorda che, ai sensi dell'accordo di partenariato di Cotonou modificato, i casi gravi di corruzione possono portare a consultazioni in conformità degli articoli 96 e 97 dell'accordo;

4.  sottolinea la necessità di sostenere i parlamenti nazionali nei paesi in via di sviluppo nella loro attività in quanto autorità di bilancio attraverso il dialogo, la condivisione di informazioni e la creazione di capacità;

5.  sottolinea l'importante ruolo che mezzi d'informazione liberi e indipendenti possono svolgere nella lotta contro la corruzione e chiede un maggiore sostegno dell'UE ai progetti volti a sostenere o a rafforzare tali mezzi d'informazione nei paesi partner;

6.  sottolinea la necessità di lavorare per la costruzione e il rafforzamento del sistema giuridico in tali paesi;

7.  sottolinea l'importante ruolo svolto dalle donne anche nella lotta contro la corruzione e sottolinea quindi la necessità di una migliore e maggiore istruzione delle donne e delle ragazze e di promuovere la partecipazione delle donne alla politica;

8.  sostiene la campagna "Pubblicate quello che pagate", che chiede alle multinazionali di rivelare le informazioni concernenti i finanziamenti concessi ai governi;

9.  ricorda l'importanza che rivestono gli investimenti a favore dei paesi in via di sviluppo e incoraggia la Commissione e gli Stati membri a rafforzarne il flusso;

10. sottolinea l'importanza che la società civile definisca circuiti di sorveglianza nei paesi in via di sviluppo chiedendo al loro governo un sistema di verifica e di bilancio; chiede alla Commissione di sostenere questo processo riservando una percentuale adeguata dell'aiuto di bilancio concesso ai circuiti di sorveglianza degli scambi della società civile;

11. ritiene che spesso, per poter affrontare il problema della corruzione, sia necessario modificare l'organizzazione interna e sottolinea la necessità di creare capacità nelle istituzioni centrali e locali per lottare contro la corruzione, in particolare alla luce della crescita dell'aiuto concesso sotto forma di aiuto di bilancio;

12. sottolinea che l'ottenimento di un aiuto di bilancio deve sempre essere accuratamente preceduto da valutazioni fiduciarie dei rischi caso per caso;

13. sottolinea che l'aiuto di bilancio dovrebbe sempre essere destinato a un settore specifico;

14. sottolinea che qualsiasi aiuto di bilancio fornito deve essere accompagnato da un dialogo politico volto a migliorare la gestione delle finanze pubbliche (GFP), riducendo il rischio di corruzione o di cattiva gestione dei fondi;

15. chiede una maggiore trasparenza nei programmi di aiuto di bilancio erogati dall'Unione europea, in particolare la pubblicazione delle pertinenti informazioni concernenti l'aiuto speso nel paese destinatario coinvolgendo i protagonisti parlamentari e civili;

16. chiede di sostenere la ricerca di un bilancio efficace attraverso la valutazione dei progressi compiuti in materia di spesa pubblica (VPSP) dalla società civile e dai parlamenti nazionali che misuri con chiarezza gli apporti in relazione ai risultati, in base ai criteri fissati dal Comitato per l'aiuto allo sviluppo dell'OCSE;

17. ritiene che occorra creare indicatori sociali specifici per ottenere dati più precisi sulla qualità della governance realizzata dai paesi in causa e chiede che la società civile partecipi in modo più ampio a questo processo;

18. invita l'Unione europea, in quanto copresidente del programma l'esame della spesa pubblica e della rendicontabilità finanziaria (TESR) e che fornisce un quadro armonizzato che consente di valutare il rischio fiduciario nei paesi destinatari, di inserire indicatori specifici destinati a misurare il livello di corruzione;

19. chiede alla Commissione di utilizzare tali indicatori della corruzione per compensare il buon governo e penalizzare i regimi corrotti;

20. esorta la Commissione a prevedere decisioni intese ad alleggerire il debito estero dei paesi in via di sviluppo;

21. sottolinea la necessità che i donatori internazionali coordinino di concerto le loro attività nel settore dell'aiuto di bilancio per aumentare la trasparenza e la rendicontabilità nel paese destinatario;

22. invita immediatamente tutti gli Stati membri dell'Unione europea nonché tutti i paesi firmatari a ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite del 2003 contro la corruzione nonché la Convenzione OCSE del 1997 sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali;

23. ricorda il ruolo importante svolto dalle iniziative regionali per lottare contro la corruzione e promuovere la buona governance, come il meccanismo africano di valutazione paritetico (MAVP); sottolinea la necessità per i paesi africani di dare attuazione a tali iniziative e per la Commissione e gli Stati membri di fornire un'assistenza tecnica e finanziaria a tal fine;

24. invita gli Stati membri a promuovere quanto prima possibile uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sull'individuazione e la marcatura delle armi leggere e di piccolo calibro nonché sul sostegno da dare alle iniziative regionali per la lotta contro il traffico illecito di tali armi e delle relative munizioni nei paesi in via di sviluppo;

25. chiede il proseguimento dell'attuazione e dell'impegno verso "L'iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive" in modo da garantire la diffusione di informazioni concernenti i pagamenti fra i governi dei paesi in via di sviluppo e la multinazionali;

26. chiede agli Stati membri che posseggono centri finanziari di adottare tutte le misure giuridiche e amministrative necessarie per garantire che i fondi acquisiti illegalmente possano essere rimpatriati nello Stato d'origine; sottolinea inoltre la necessità di una costruzione di capacità, concentrando l'azione sulla prevenzione del frutto di risorse, dell'abuso e della malversazione di fondi pubblici;

27. invita immediatamente la Commissione e gli Stati membri a stabilire un sistema internazionale di liste nere per impedire alle banche di prestare ingenti somme di denaro destinate a corrompere i regimi o i singoli rappresentanti di un governo;

28. invita la Commissione e gli Stati membri a vietare contratti pubblici di acquisto o di appalto con società i cui dipendenti siano stati coinvolti in attività di corruzione di ministri o funzionari governativi o in qualsiasi altra attività di corruzione in paesi in via di sviluppo, qualora tali dipendenti non siano soggetti a procedimenti disciplinari; chiede inoltre agli Stati membri di deferire tali casi alle autorità competenti, affinché tali persone, se del caso, siano sottoposte a indagini e portate in giudizio;

29. sottolinea che nelle procedure di appalti pubblici esistono seri rischi di corruzione e che di conseguenza vanno promosse, quali priorità fondamentali, norme e procedure trasparenti in materia di appalti;

30. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

Traduzione esterna

  • [1]  GU C 67 E del 17.3.2004, pag. 206-255.
  • [2]  GU C 103 E del 29.4.2004, pag. 449-550.

MOTIVAZIONE

La corruzione è un fenomeno diffuso che può manifestarsi in vari modi e a tutti i livelli della società, dal versamento di tangenti ad impiegati civili al furto di beni pubblici, alla frode e al nepotismo. La corruzione comporta ingenti spese che gravano sui paesi, sulle istituzioni e sui comuni cittadini. Ostacola la crescita e crea un serio rischio di emarginazione dall'economia globale per i paesi maggiormente colpiti dal problema. La Banca mondiale stima che ogni anno la corruzione muova cifre pari a oltre mille miliardi di dollari in tutto il mondo. Stando a valutazioni dell'Unione africana, i costi annuali della corruzione per le economie del continente ammontano a oltre 148 miliardi di dollari, ossia il 25% del PIL africano.

Gli effetti della corruzione si ripercuotono in modo sproporzionato sui poveri, il gruppo più vulnerabile che risente maggiormente dell'accesso ristretto ai beni pubblici e della scarsa qualità dei servizi di base. La corruzione ostacola pertanto lo sviluppo nei paesi del terzo mondo. È chiaro che il fenomeno può influenzare direttamente ed indirettamente il conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio, poiché le risorse di bilancio nei loro settori principali si assottigliano. Inoltre gli aiuti ai paesi colpiti dalla corruzione sono meno efficaci, in quanto una porzione considerevole dei finanziamenti scompare.

Dal momento che la corruzione riduce l'efficacia degli aiuti, i donatori internazionali sono naturalmente interessati a contenerne gli effetti nei paesi che beneficiano delle loro risorse. La UE dovrebbe mettere al centro della propria politica di sviluppo la lotta alla corruzione, concentrandosi su tematiche quali il buongoverno, le competenze dello Stato e la gestione del settore pubblico. Tale approccio deve anche contemplare un'efficiente gestione del rischio sul versante dell'offerta, garantendo che gli aiuti non vengano concessi a regimi di governo deboli che disperdano i finanziamenti nella corruzione.

I donatori dovrebbero poi riporre la loro fiducia soprattutto nei paesi maggiormente afflitti dal problema, concedendo loro il tempo di ottenere dei risultati. In mancanza di un regolare afflusso di fondi e della capacità di usufruire degli aiuti allo sviluppo per spese correnti come i salari, i governi procederanno con cautela all'assunzione di insegnanti e personale sanitario, ostacolando lo sviluppo.

Promozione del buongoverno

La corruzione è il risultato di una governance debole. Poiché il fenomeno riveste spesso un ruolo significativo per lo Stato, esso è talvolta definito come l'abuso di poteri pubblici a fini di guadagno privato. Amministrazione ed istituzioni fragili e con responsabilità limitata spesso consentono l'uso improprio dei beni pubblici da parte di politici o funzionari. Secondo quanto dimostrato da alcune ricerche, i paesi che migliorano il controllo sulla corruzione e sullo Stato di diritto possono aspettarsi che a lungo termine il reddito pro capite aumenti di quattro volte. Pertanto il contenimento della corruzione è e deve rimanere un importante obiettivo delle politiche che perseguono il buongoverno nei paesi in via di sviluppo. La UE ha riconosciuto il buongoverno quale parte integrante della propria strategia di sviluppo a lungo termine.

I cardini del buongoverno sono la responsabilità e la trasparenza. Per responsabilità si intende l'applicazione di norme, procedure e meccanismi di controllo che permettono di monitorare l'utilizzo del denaro pubblico da parte del governo. Tale processo deve coinvolgere attori sia statali che non statali.

La trasparenza è una componente essenziale della responsabilità. Se le dotazioni finanziarie sono verificabili, è più difficile che il denaro finisca in mani corrotte. L'accesso all'informazione è vitale ai fini di un solido coinvolgimento democratico della popolazione nella vita pubblica. Esso si basa sul diritto fondamentale dei cittadini a ricevere informazioni e contribuisce ad istituire efficaci strutture di monitoraggio da parte delle organizzazioni della società civile.

Controllo del bilancio

La trasparenza del bilancio è uno dei fattori cruciali che consentono di promuovere il buongoverno attraverso un migliore accesso all'informazione. I cittadini hanno il diritto di conoscere le modalità di utilizzo del bilancio soprattutto nel caso di entrate consistenti, come ad esempio le somme versate dai donatori internazionali sottoforma di sostegni di bilancio.

Spesso la sorveglianza a livello pubblico e legislativo non è molto efficiente a causa della carenza di informazioni. È importante che gli obiettivi e le priorità politiche prestabiliti siano riflessi nei bilanci annuali. La trasparenza del bilancio è necessaria per controllare i settori oggetto di stanziamenti. In alcuni paesi solo alcune sezioni del bilancio sono pubbliche, mentre altre parti, come quella relativa alle spese militari, non vengono divulgate. Queste situazioni non dovrebbero mai prodursi: l'intero bilancio dovrebbe sempre essere consultabile da donatori, parlamenti nazionali e società civile.

Il controllo del bilancio può e dovrebbe essere effettuato sia dai parlamenti nazionali che dalla società civile. Uno strumento specifico spesso utilizzato per esaminare il flusso di fondi e materiali assegnati dai governi a beneficiari quali scuole ed istituti sanitari è il Controllo delle spese pubbliche (Public Expenditure Tracking Surveys - PETS). Il sistema aiuta ad identificare potenziali fenomeni di corruzione, a monitorare la lotta alla corruzione e ad attribuire responsabilità alle parti coinvolte. La UE dovrebbe sostenere lo sviluppo del PETS e la formazione dei suoi utenti.

Ruolo dei parlamenti

I parlamenti occupano una posizione di primo piano nella lotta alla corruzione, in quanto esercitano le funzioni previste dalle costituzioni nazionali, sorvegliano il governo e rappresentano i cittadini. Essi svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere riforme della gestione delle finanze pubbliche, ma in molti paesi la scarsa qualità della formazione dei legislatori non permette loro di operare in modo efficiente. Poiché i parlamenti nazionali occupano sovente una posizione marginale nei programmi di buongoverno, meritano un'attenzione maggiore da parte dei donatori internazionali.

In particolare, lo sviluppo delle capacità dei parlamenti nazionali dovrebbe prevedere:

a) sostegno ai parlamenti nazionali per istituire o consolidare meccanismi interni al fine di indurre i governi a rendere conto delle loro attività;

b) assistenza alla trasmissione di conoscenze in materia di bilancio, sviluppando competenze per esaminare e valutare adeguatamente il bilancio nel corso del suo ciclo;

c) aiuti ai parlamenti nazionali per sensibilizzare i cittadini tramite l'introduzione dell'educazione civica nei programmi scolastici e l'organizzazione di campagne di sensibilizzazione.

È stato provato che il livello di corruzione è inversamente proporzionale al numero di seggi parlamentari occupati da donne. Colmare il divario di genere costituisce pertanto un altro strumento per combattere la corruzione. I paesi che adottano misure specifiche per sviluppare le competenze delle donne e proteggere i loro diritti sono in una posizione più vantaggiosa. Secondo la Banca mondiale, l'accesso delle donne a risorse ed istruzione comporta una diminuzione della corruzione ed un'accelerazione della crescita economica. La UE dovrebbe quindi promuovere il coinvolgimento di un numero superiore di donne in politica.

Sorveglianza da parte della società civile

Per combattere la corruzione risultano fondamentali la pressione della società ed una generale intolleranza del fenomeno da parte della popolazione. Le opinioni dei cittadini, strutturate attraverso la società civile, possono costituire un potente mezzo per incentivare la ricettività e la responsabilità dei servizi sociali. Affinché la società civile possa svolgere questa funzione è essenziale sensibilizzare i cittadini, istruirli e garantire l'esistenza di strutture che permettano a questi organismi di sorveglianza di svolgere effettivamente la propria attività. Molte organizzazioni in tutto il mondo stanno già monitorando con successo i propri governi, cercando di indurli a rendere conto del loro operato. La campagna Publish What You Pay, che coinvolge centinaia di ONG, sollecita le multinazionali dell'industria estrattiva a rendere pubblici i versamenti effettuati a beneficio dei governi. Le politiche di buongoverno e soprattutto quelle volte a riformare la gestione delle finanze pubbliche dovrebbero sostenere lo sviluppo ed il consolidamento di tali organizzazioni.

Sostegni di bilancio

L'Unione europea tende sempre più ad offrire ai paesi in via di sviluppo sostegni di bilancio, ossia denaro versato direttamente nelle casse nazionali dei paesi beneficiari, anziché investire in molteplici progetti di sviluppo di minore portata. I sostegni di bilancio della UE, passati dal 14% nel 2001 a circa il 30% nel 2004, sono ritenuti un'utile modalità di supporto nell'ambito di una strategia volta a migliorare la gestione delle finanze pubbliche per l'intero bilancio.

Tuttavia i sostegni di bilancio comportano gravi rischi a causa della mancanza di trasparenza e del possibile manifestarsi di fenomeni di corruzione. Essi si rivelano molto efficaci in presenza di istituzioni valide, ma la corruzione attenua il loro impatto sulla crescita e sulla povertà. Pertanto, prima di concedere questo tipo di aiuto, viene effettuata un'analisi della situazione macroeconomica e finanziaria. Il miglioramento della qualità e dell'efficienza della spesa pubblica costituisce uno dei criteri principali per la decisione di concedere sostegni di bilancio. Questi ultimi dovrebbero essere accordati unicamente a governi che dimostrano di potenziare la propria gestione delle finanze pubbliche.

Anche se le istituzioni operano in modo adeguato, lo stanziamento diretto di aiuti a favore dei bilanci nazionali dovrebbe essere effettuato con prudenza. La Corte dei conti ha recentemente concluso che gli attuali programmi di sostegno di bilancio della Commissione europea non tengono debitamente conto dei problemi legati alla corruzione[1]. Quest'ultima dovrebbe essere esaminata per ogni valutazione del rischio fiduciario e la Commissione europea dovrebbe continuare ad impegnarsi nell'attuazione dei sostegni di bilancio effettuando controlli e audit preventivi o ex post. Per limitare ulteriormente i rischi, i sostegni di bilancio dovrebbero sempre essere concessi sottoforma di aiuti destinati a settori specifici, in modo che le risorse vengano impiegate in un ambito particolare.

L'efficacia dei sostegni di bilancio viene misurata utilizzando indicatori di performance che spesso si concentrano sulla corretta gestione dei finanziamenti pubblici e non prestano sufficiente attenzione ai risultati in termini di vantaggi per gli indigenti. Dal punto di vista dello sviluppo è più opportuno fare riferimento ad obiettivi legati alla povertà che, ad esempio, valutano direttamente gli effetti delle politiche nei settori dell'istruzione e della sanità, obbligando i governi a focalizzare l'interesse sul risultato di una politica anziché su entrate e uscite di bilancio. L'applicazione di indicatori di questo tipo dovrebbe comprendere per ognuno di loro dettagli sulle motivazioni, definizione, metodo di calcolo e fonti di informazione.

Come già ricordato, nell'ambito del processo di sostegno di bilancio il monitoraggio da parte della società civile è fondamentale. Questi gruppi necessitano di accedere alle fonti di informazione e ad una conoscenza più approfondita dei meccanismi macroeconomici. È quindi indispensabile che una percentuale pari allo 0,5% del sostegno di bilancio concesso sia riservata esclusivamente agli organismi di sorveglianza della società civile.

Cosa può fare la comunità internazionale

Le due principali convenzioni sulla lotta contro la corruzione sono la convenzione dell'OCSE sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle transazioni commerciali internazionali (1999) e la convenzione dell'ONU contro la corruzione (2003). La convenzione dell'OCSE è stata ratificata dalla maggior parte degli Stati membri della UE ad eccezione di Malta, Lituania e Lettonia, che dovrebbero essere sollecitate a sottoscriverla. Al momento della redazione del presente documento la convenzione dell'ONU è stata firmata solo da Ungheria e Francia. Anche gli altri Stati membri della UE dovrebbero ratificarla quanto prima. La comunità internazionale in generale e la UE in particolare dovrebbero poi adoperarsi per una migliore applicazione di queste convenzioni.

Altrettanto importante risulta la trasparenza della cooperazione con altri donatori quali la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale. Ne è un esempio il partenariato Spese pubbliche e responsabilità finanziaria (Public Expenditure and Financial Accountability Programme - PEFA), il cui comitato direttivo è presieduto congiuntamente dalla UE e dalla Banca mondiale. Il PEFA fornisce un contesto armonizzato per la valutazione del rischio fiduciario tramite una serie di indicatori comuni. Tuttavia il sistema attuale appare inadeguato per valutare la corruzione, in quanto non contempla un indicatore specifico sul fenomeno. In futuro sarà necessario supplire a tale mancanza.

L'Iniziativa trasparenza delle industrie estrattive (Extractive Industries Transparency Iniziative - EITI) è un accordo multilaterale secondo cui le aziende petrolifere, minerarie e del gas accettano di rendere pubblici tutti i pagamenti a favore dei governi dei paesi in via di sviluppo, mentre i governi provvedono a diffondere i dati relativi alle risorse ricevute. La comunità internazionale dovrebbe dare una forte risonanza politica e finanziaria ad iniziative di questo tipo, in modo da incrementare la trasparenza. Inoltre la UE dovrebbe sostenere misure a livello locale per combattere la corruzione, come il Meccanismo africano di revisione tra pari (African Peer Review Mechanism - APRM), che costituisce forse l'aspetto più innovativo del New Partnership for Africa's Development (NEPAD).

Furto di beni

Un serio problema che colpisce molti paesi in via di sviluppo è l'acquisizione illecita da parte di ex dittatori o presidenti di fondi e beni pubblici che vengono depositati in conti bancari stranieri. I paesi con grandi poli finanziari che ospitano tali fondi dovrebbero intraprendere tutte le azioni giuridiche ed amministrative necessarie a garantire che i fondi statali illegalmente acquisiti possano essere congelati e confiscati e che il denaro venga poi restituito ai governi dei paesi a cui era stato sottratto. Questo sistema è attualmente inefficiente, dal momento che i beni possono essere congelati solo ad uno stadio avanzato delle indagini, dando quindi il tempo agli ex dittatori di spostare le somme depositate in precedenza.

Poiché i sistemi giudiziari dei paesi colpiti spesso non soddisfano i requisiti necessari alla presentazione di richieste di recupero e di rimpatrio di fondi illeciti, i donatori dovrebbero adoperarsi per sviluppare specificamente tale capacità. Inoltre è importante concentrare l'assistenza tecnica sulla prevenzione del furto di beni. Nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo non esistono leggi adeguate e valide istituzioni finanziarie in grado di identificare fondi illeciti prima che questi lascino il paese. Gli aiuti comunitari allo sviluppo dovrebbero impegnarsi a potenziare tali abilità tramite servizi di consulenza, corsi di formazione e tutoraggio.

Infine, un'altra misura volta a prevenire problemi finanziari consiste nel vietare a banche e ad altri istituti di credito di concedere in prestito ingenti somme di denaro a dittatori o a regimi corrotti. Molti ex dittatori, non più al potere da molti anni, hanno lasciato i loro paesi fortemente indebitati, creando seri ostacoli allo sviluppo. I criteri per la concessione di prestiti potrebbero anche comprendere la democraticità delle elezioni di un governo. Seguendo questo parametro la comunità internazionale, ad esempio il Club di Parigi, potrebbe stilare una lista nera di regimi. La cancellazione di un paese dall'elenco potrebbe avvenire in presenza di un cambiamento di regime a seguito di elezioni democratiche o in caso di altro miglioramento della governance democratica.

  • [1]  Relazione speciale n. 2/2005 sugli aiuti al bilancio a titolo del FES a favore dei paesi ACP: la gestione del piano "riforma delle finanze pubbliche" da parte della Commissione.

PROCEDURA

Titolo

Efficacia degli aiuti e sulla corruzione nei paesi in via di sviluppo

 

Numero di procedura

(2005/2141(INI))

Base regolamentare

art. 45

Commissione competente per il merito
  Annuncio in Aula dell'autorizzazione

DEVE
8.9.2005

Commissione(i) competente(i) per parere
  Annuncio in Aula

INTA
8.9.2005

 

 

 

 

Pareri non espressi
  Decisione

INTA
29.8.2005

 

 

 

 

Cooperazione rafforzata
  Annuncio in Aula

No

 

 

 

 

Proposta di risoluzione inserita nella relazione

-

 

 

 

 

Relatore(i)
  Nomina

Margrietus van den Berg
24.5.2005

 

Relatore(i) sostituito(i)

 

 

Esame in commissione

29.8.2005

4.10.2005

1.12.2005

 

 

Approvazione

20.2.2006

Esito della votazione finale

+ :

– :

0 :

22

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Margrete Auken, Thierry Cornillet, Alexandra Dobolyi, Michael Gahler, Filip Andrzej Kaczmarek, Glenys Kinnock, Ģirts Valdis Kristovskis, Maria Martens, Miguel Angel Martínez Martínez, Jürgen Schröder, Feleknas Uca, María Elena Valenciano Martínez-Orozco, Anna Záborská

Supplenti presenti al momento della votazione finale

John Bowis, Milan Gaľa, Ana Maria Gomes, Fiona Hall, Manolis Mavrommatis, Zbigniew Zaleski, Gabriele Zimmer

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Emine Bozkurt, Robert Evans

Deposito - A6

27.2.2006

A6-0048/2006