RELAZIONE sull'iniziativa della Repubblica d'Austria in vista dell'adozione di un atto del Consiglio che modifica lo statuto dell'Europol

15.9.2006 - (5428/2006 – C6‑0073/2006 – 2006/0804(CNS)) - *

Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni
Relatore: Claude Moraes

Procedura : 2006/0804(CNS)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A6-0279/2006
Testi presentati :
A6-0279/2006
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Testi approvati :

PROGETTO DI RISOLUZIONE LEGISLATIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO

sull'iniziativa della Repubblica d'Austria in vista dell'adozione di un atto del Consiglio che modifica lo statuto dell'Europol

(5428/2006 – C6‑0073/2006 – 2006/0804(CNS))

(Procedura di consultazione)

Il Parlamento europeo,

–   vista l'iniziativa della Repubblica d'Austria (5428/2006)[1],

–   visto l'articolo 44 dell'atto del Consiglio, del 3 dicembre 1998, che stabilisce lo statuto del personale applicabile ai dipendenti dell'Europol (in seguito denominato “lo Statuto”),

–   visto l'articolo 39, paragrafo 1, del trattato UE, a norma del quale è stato consultato dal Consiglio (C6‑0072/2006),

–   vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio - Controllo democratico dell'Europol (COM(2002)0095),

–   vista la sua raccomandazione al Consiglio, del 30 maggio 2002, sul futuro sviluppo di Europol e la sua integrazione a pieno titolo nel sistema istituzionale dell'Unione europea[2],

–   vista la sua raccomandazione al Consiglio, del 10 aprile 2003, sullo sviluppo futuro di Europol[3],

–   vista la sua risoluzione del 7 luglio 2005 sull'iniziativa del Granducato di Lussemburgo in vista dell'adozione della decisione del Consiglio che adegua gli stipendi base e le indennità applicabili al personale dell'Europol[4],

–   visti gli articoli 93 e 51 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (A6‑0279/2006),

A. considerando che non è stato consultato, né informato in merito alle misure operative ed organizzative concernenti l'Europol o alle attività in corso e i programmi futuri dell'Europol in risposta alle esigenze dell'UE e degli Stati membri e che tale mancanza d'informazione gli rende impossibile valutare la rilevanza e l'adeguatezza della decisione proposta; considerando che per contribuire a una maggiore trasparenza e a un migliore controllo è indispensabile trasformare l'Europol in un'Agenzia dell'UE e che, con il suo ostruzionismo, il Consiglio si sottrae alle proprie responsabilità,

1.  respinge l'iniziativa della Repubblica d'Austria;

2.  invita la Repubblica d'Austria a ritirare l'iniziativa;

3.  incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione nonché al governo della Repubblica d'Austria.

Traduzione esterna

  • [1]  Non ancora pubblicata in Gazzetta ufficiale.
  • [2]  GU C 187 E del 7.8.2003, pag. 144.
  • [3]  GU C 64 E del 12.3.2004, pag. 588.
  • [4]  GU C 157 E del 6.7.2006, pag. 450.

MOTIVAZIONE

Il Parlamento europeo è stato consultato sull'iniziativa presentata dalla Repubblica d'Austria in vista dell'adozione di un atto del Consiglio che modifica lo statuto del personale Europol.

La proposta austriaca mira a modificare le norme relative alle condizioni contrattuali per tutti i dipendenti. Con questa proposta, che il Consiglio dovrà adottare deliberando all'unanimità, si intende adeguare lo statuto del personale e, in particolare, le relazioni di lavoro dell'ufficio del controllore finanziario e del personale del segretariato del consiglio di amministrazione.

Il Parlamento europeo è consapevole dell'importanza di Europol, elemento centrale dell'apparato di sicurezza della UE. Progressi sono stati compiuti sul fronte della cooperazione e dello scambio di informazioni per quanto concerne l'analisi criminale e il crimine organizzato. Il relatore è dell'avviso che per rafforzare la cooperazione sugli aspetti legati alla sicurezza nella UE, si debbano adottare norme comuni negli Stati membri, obiettivo realizzabile solo se Europol diventerà un'agenzia UE a tutti gli effetti. Lo sviluppo di Europol figura nell'ordine del giorno della Commissione europea[1], la quale potrebbe avanzare una proposta per la trasformazione della presente organizzazione intergovernativa in un organismo della UE nella seconda metà del 2006. La riorganizzazione di Europol sembra costituire inoltre una delle massime priorità nelle riunioni dei ministri della Giustizia e degli Interni della UE. Il gruppo di lavoro in seno al Consiglio sta preparando delle opzioni di riforma che saranno presentate al più tardi durante la riunione dei ministri della Giustizia e degli Interni della UE prevista per il 1° giugno 2006[2]. Il mandato Europol deve essere rivisto, per renderlo più efficace sotto il profilo operativo e migliorare la cooperazione transfrontaliera tra le forze di polizia.

Migliorare e adeguare lo statuto del personale è molto importante, naturalmente, per la stabilità dell'organizzazione, poiché ciò concorrerebbe a creare un ambiente di lavoro più favorevole. Tuttavia, il relatore ritiene che tale proposta debba essere valutata nel contesto più generale degli ultimi sviluppi relativi a Europol. Come accennato sopra, infatti, tale organismo è attualmente oggetto di riforme, dettate da fondate ragioni.

Il Parlamento europeo ha più volte insistito su requisiti quali il controllo democratico, la protezione dei dati, la trasparenza (accesso ai documenti) e la responsabilità di Europol. Finora tali elementi non sono stati affrontati dal Consiglio. Il relatore sosterrà appieno la riforma generale di Europol nella misura in cui essa esaminerà le summenzionate questioni. Ciononostante, per il momento la riforma non appare coerente con le nostre richieste di esprimere un parere sull'iniziativa per la quale il Parlamento è stato consultato.

Occorre maggiore trasparenza per rafforzare il ruolo di Europol quale ufficio UE per la cooperazione di polizia. Qualsiasi proposta sul futuro di Europol dovrà affrontare gli aspetti indicati in appresso. Solo allora il Parlamento europeo potrà esprimere il proprio parere. I seguenti elementi sono cruciali per il Parlamento e possono costituire dei validi spunti di riflessione.

1. I protocolli di modifica della convenzione Europol

È importante ricordare che la convenzione originale, Europol firmata il 26 luglio 1995, è stata modificata da tre protocolli[3], che a tutt'oggi non sono stati ancora ratificati da tutti gli Stati membri e di conseguenza non possono entrare in vigore. Con questi protocolli si intende rafforzare il ruolo di Europol quale organizzazione centrale europea incaricata di far osservare le leggi. I protocolli affrontano gli ostacoli individuati dagli Stati membri nella loro cooperazione quotidiana con Europol e nella cooperazione tra Europol e partner terzi[4]. È sorprendente, quindi, che gli Stati membri – che hanno dato prova della loro determinazione politica a favore del cambiamento nel corso dei negoziati e dell'adozione del protocollo da parte del Consiglio – non siano ora disposti ad avanzare nel processo nazionale di ratifica. Inoltre, in fase di adozione del trattato costituzionale della UE, gli Stati membri hanno lanciato un chiaro segnale per l'ampliamento del ruolo di Europol in futuro, ma attualmente sembrano restii ad adottare le necessarie azioni per attuare i cambiamenti da essi già decisi. Malgrado l'appello lanciato dal Consiglio europeo agli Stati membri in merito alla ratifica di tutti i protocolli entro la fine del 2004, a tutt'oggi non sono stati compiuti progressi[5].

La ratifica dei tre protocolli sembra costituire un'importante priorità, come sottolineato dalla presidenza austriaca nella conferenza di alto livello sul futuro di Europol, perché altrimenti si creerà un divario tra volontà ed attuazione pratica a livello politico. Probabilmente sarebbe il momento giusto per sostituire la Convenzione europea con una decisione del Consiglio[6].

2. Accesso ai documenti Europol

L'architettura di Europol, che risale ai primi anni '90, può essere considerata il prodotto più vecchio della cooperazione UE in materia di attività di polizia. Da diversi anni si riscontrano problemi in relazione all'accesso ai documenti Europol, soprattutto per quanto concerne il principio di disponibilità. Lo scambio reciproco di informazioni rientra già tra i compiti di Europol[7]. Tuttavia, dispiace che nella Convenzione Europol l'obbligo degli Stati membri di fornire informazioni a tale organismo sia solo di carattere morale. Sarebbe più efficace se fosse giuridicamente vincolante[8]. Tale requisito potrebbe essere soddisfatto se Europol diventasse un'agenzia europea, poiché in questo caso si potrebbero applicare delle norme comuni europee.

Affinché Europol diventi un organo responsabile, la sua attività deve essere sottoposta al controllo del Parlamento europeo. Il Parlamento ha chiesto spesso all'organo comune di controllo responsabile per la protezione dei dati di elaborare una relazione annuale delle attività di Europol e una relazione sulla protezione dei dati, ma tali richieste sono state finora disattese[9]. Il protocollo[10] ha affrontato alcuni di questi aspetti, tra cui il riconoscimento del diritto di accesso ai documenti Europol[11], la fornitura di informazioni al Parlamento europeo in base alla procedura di consultazione e la possibilità per il Presidente o un suo rappresentante e il direttore di Europol di comparire dinnanzi al Parlamento europeo per discutere le questioni generali relative a tale organizzazione[12]. Malgrado alcuni elementi di trasparenza inclusi nel protocollo, e nonostante la mancata ratifica a tutt'oggi, è chiaro come l'attuale impossibilità per il Parlamento europeo di partecipare su un piano di parità con il Consiglio al processo di nomina e destituzione del direttore di Europol sia indice di un insufficiente controllo parlamentare sell'organizzazione. L'impegno di Europol a fornire al Parlamento europeo informazioni, la relazione generale sulle attività Europol dell'anno precedente, la relazione sulle attività future di Europol e il piano quinquennale di finanziamento non è stato ancora onorato[13].

Questa situazione appare tutt'altro che soddisfacente. Si potrebbe ribattere che Europol è un servizio europeo di intelligence[14] e che come tale deve dare priorità alla sicurezza anziché alla trasparenza. Tuttavia, dalla dichiarazione della missione di Europol si evince che tale organismo fornisce essenzialmente un sistema di informazioni e analisi senza disporre di poteri esecutivi. Nell'ambito del cosiddetto spazio di libertà, sicurezza e giustizia, un tale squilibrio tra obiettivo di sicurezza e trasparenza non è più accettabile.

Conclusioni

Europol può fornire un prezioso contributo alle autorità degli Stati membri incaricate di far rispettare la legge, nell'ambito delle attività di prevenzione e lotta contro le forme gravi di criminalità organizzata. Tuttavia, per le suddette ragioni, il Parlamento europeo critica la mancanza di un sufficiente controllo democratico, di trasparenza e di responsabilità di tale organismo a livello nazionale ed europeo.

Il relatore è decisamente favorevole ad una riforma dell'organizzazione e dell'apparato operativo di Europol che fornisca al Parlamento europeo i necessari strumenti per monitorare le attività di tale organismo e garantire così il controllo democratico che la nostra istituzione ha il compito di assicurare.

Per tale ragione, e conformemente alla prassi consolidata del Parlamento, il relatore propone di respingere l'iniziativa sulla quale il Parlamento è stato consultato.

  • [1]  Piano d'azione del Consiglio e della Commissione sull'attuazione del programma dell'Aia sul rafforzamento della libertà, della sicurezza e della giustizia nell'Unione europea, Bruxelles, 10 giugno 2005, 9778/2/05 REV 2 JAI 207, pag. 18.
  • [2]  Il futuro di Europol, parere che riflette l'esito delle discussioni sul futuro di Europol tenutesi durante la Presidenza austriaca, maggio 2006.
  • [3]  La Convenzione Europol (art. 43 della Convenzione Europol) deve essere ratificata dagli Stati membri conformemente alle loro rispettive disposizioni costituzionali.
  • [4]  Il secondo protocollo (decisione del Consiglio del 28 novembre 2002), per esempio, conferisce a Europol alcune competenze per partecipare alle squadre investigative comuni degli Stati membri e sottolinea e rafforza il suo ruolo quale organo centrale di coordinamento per le indagini degli Stati membri. Il terzo protocollo ("Protocollo danese", decisione del Consiglio del 27 novembre 2003) semplifica, tra l'altro, le procedure interne che hanno ritardato il lavoro di Europol in passato e lo ritardano tutt'ora, attribuisce ad Europol la possibilità di creare nuove banche dati al fine di facilitare il lavoro di analisi, favorisce la partecipazione di terzi al lavoro analitico di Europol e amplia i diritti del Parlamento europeo.
  • [5]  La lotta contro il terrorismo e il crimine organizzato; la cooperazione di polizia in Europa: il ruolo di Europol, intervento di Jens Henrik Højbjerg, direttore aggiunto di Europol, alla riunione parlamentare paritetica del 18 ottobre 2005, pag. 2.
  • [6]  Sinossi del presidente della Conferenza di alto livello sul futuro di Europol (23-24 febbraio 2006), Europol 20 CATS 63, Bruxelles 29 marzo 2006, 7868/06, pag. 3.
  • [7]  Convenzione Europol, atto del Consiglio del 26 luglio 1995, Titolo II.
  • [8]  Sinossi del presidente della Conferenza di alto livello di Europol (23-24 febbraio 2006), Europol 20 CATS 63, Bruxelles 29 marzo 2006, 7868/06, pagg. 6-7.
  • [9]  Relazione Moraes sull'iniziativa del Granducato di Lussemburgo in vista dell'adozione di una decisione del Consiglio che adegua gli stipendi base e gli emolumenti applicabili al personale di Europol (5429/2005-CC6-0037/2005-2005/0803 (CNS), A6‑0139/2005, pag. 6.
  • [10]  Protocollo Gazzetta ufficiale dell'Unione europea C 002, 06/01/2004 pagg. 0001 - 0012 che modifica la Convenzione che istituisce un Ufficio europeo di polizia (convenzione Europol), atto del Consiglio del 27 novembre 2003.
  • [11]  ibid., art. 32, lettera a), par. 17, pag. 7.
  • [12]  ibid., art. 34, par. 18, pag. 7.
  • [13]  ibid., art. 28, par. 10 e art. 35, par. 4.
  • [14]  Programma di lavoro 2007, Europol, L'Aia, 31 marzo 2006, pag. 3.

PROCEDURA

Titolo

Iniziativa della Repubblica d'Austria in vista dell'adozione di un atto del Consiglio che modifica lo statuto dell'Europol

Riferimenti

5428/2006 – C6‑0073/2006 – 2006/0804(CNS)

Consultazione del PE

28.2.2006

Commissione competente per il merito
  Annuncio in Aula

LIBE
14.3.2006

Commissione(i) competente(i) per parere
  Annuncio in Aula

BUDG
14.3.2006

 

 

 

 

Pareri non espressi
  Decisione

BUDG
5.7.2006

 

 

 

 

Cooperazione rafforzata
  Annuncio in Aula

 

 

 

 

 

Relatore(i)
  Nomina

Claude Moraes
27.4.2006

 

Relatore(i) sostituito(i)

 

 

Esame in commissione

20.6.2006

13.7.2006

 

 

 

Approvazione

13.9.2006

Esito della votazione finale

+ :

– :

0 :

37

1

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Alexander Alvaro, Alfredo Antoniozzi, Mihael Brejc, Michael Cashman, Charlotte Cederschiöld, Carlos Coelho, Fausto Correia, Panayiotis Demetriou, Agustín Díaz de Mera García Consuegra, Kinga Gál, Patrick Gaubert, Lilli Gruber, Timothy Kirkhope, Ewa Klamt, Magda Kósáné Kovács, Wolfgang Kreissl-Dörfler, Barbara Kudrycka, Stavros Lambrinidis, Henrik Lax, Sarah Ludford, Jaime Mayor Oreja, Claude Moraes, Hubert Pirker, Lapo Pistelli, Martine Roure, Ioannis Varvitsiotis, Stefano Zappalà, Tatjana Ždanoka

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Marco Cappato, Bárbara Dührkop Dührkop, Maria da Assunção Esteves, Anne Ferreira, Roland Gewalt, Ignasi Guardans Cambó, Sophia in 't Veld, Antonio Tajani, Kyriacos Triantaphyllides

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Manolis Mavrommatis, Thomas Wise

Deposito 

15.9.2006

 

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

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