RELAZIONE sulla relazione 2007 relativa ai progressi compiuti dalla Turchia

25.4.2008 - (2007/2269(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatrice: Ria Oomen-Ruijten

Procedura : 2007/2269(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A6-0168/2008

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla relazione 2007 relativa ai progressi compiuti dalla Turchia

(2007/2269(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la relazione 2007 sui progressi compiuti dalla Turchia, elaborata dalla Commissione (SEC(2007)1436),

–   viste le sue precedenti risoluzioni del 27 settembre 2006 sui progressi compiuti dalla Turchia in vista dell'adesione[1] e del 24 ottobre 2007 sulle relazioni UE-Turchia[2],

–   visto il quadro negoziale per la Turchia del 3 ottobre 2005,

–   viste la decisione 2008/158/CE del Consiglio, del 18 febbraio 2008, relativa ai principi, alle priorità e alle condizioni contenuti nel partenariato per l'adesione con la Turchia[3] ("partenariato per l'adesione"), nonché le precedenti decisioni del Consiglio, del 2001, 2003 e 2006, sul partenariato per l'adesione,

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A6-0168/2008),

A. considerando che i negoziati di adesione con la Turchia sono stati avviati il 3 ottobre 2005, dopo l'approvazione del quadro negoziale, da parte del Consiglio, e che l'apertura di tali negoziati costituisce il punto di partenza di un processo di lunga durata e senza limiti di tempo,

B.  considerando che la Turchia si è impegnata a intraprendere riforme, ad intrattenere relazioni di buon vicinato e ad allinearsi progressivamente con le posizioni dell'Unione europea, e che tali sforzi andrebbero considerati come un'opportunità di ulteriore modernizzazione per la Turchia stessa,

C. considerando che la piena osservanza di tutti i criteri di Copenaghen, al pari della capacità di integrazione all'Unione, rimangono la base per l'adesione all'UE, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2006, e che l'Unione deve rimanere una comunità fondata su valori condivisi,

D. considerando che, nella relazione 2007 sui progressi compiuti, la Commissione ha concluso che in Turchia "nel 2007 si sono registrati progressi limitati nel campo delle riforme politiche"[4],

E.  considerando che in Turchia, nel 2007, la democrazia si è consolidata, è stato eletto un nuovo parlamento rappresentativo delle diverse forze politiche del paese ed è stato formato un governo con un mandato forte,

F.  considerando che la Turchia non ha ancora applicato le disposizioni contenute nell'accordo di associazione e nel protocollo aggiuntivo,

G. considerando l'apertura di cinque nuovi capitoli negoziali nel 2007,

Riforme per l'instaurazione di una società democratica e prospera

1.  si compiace dell'impegno assunto dal primo ministro Erdogan affinché il 2008 sia l'anno delle riforme ed esorta il governo turco a mantenere le sue promesse, approfittando dell'ampia maggioranza di cui gode in parlamento, per proseguire con fermezza lungo la strada delle riforme, essenziali per trasformare la Turchia in una democrazia moderna e prospera, basata su uno Stato laico e una società pluralista;

2.  sottolinea che tale modernizzazione rientra innanzitutto nell'interesse della Turchia stessa e riconosce l'importanza strategica per l'UE di una Turchia stabile, democratica e prospera; ribadisce che l'osservanza, da parte della Turchia, degli impegni assunti con il partenariato per l'adesione è d'importanza cruciale per il paese e per le sue relazioni future con l'UE;

3.  ribadisce la convinzione che soltanto una società guidata dal rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, fondata sui principi di democrazia e dello Stato di diritto e con un'economia di mercato attenta alle problematiche sociali, può evolvere in una società pacifica, stabile e prospera;

4.  prende atto della recente revisione del partenariato per l'adesione ed è consapevole che questa revisione, la terza dal 2001, rappresenta una proroga per molti degli obiettivi prioritari non ancora raggiunti in molti ambiti; esorta il governo turco a trasformare le priorità indicate nel partenariato in piani di riforma secondo i tempi stabiliti, tenendo presente che ulteriori ritardi influiranno negativamente sul progresso dei negoziati;

5.  si compiace del fatto che nel 2007 la democrazia abbia prevalso sui tentativi di ingerenza dell'esercito nel processo politico; invita il governo turco a compiere ulteriori sforzi sistematici per assicurare che la leadership politica, democraticamente eletta, si assuma la piena responsabilità per l'elaborazione di politiche in materia di affari interni, esteri e di sicurezza, comprese le politiche nei confronti di Cipro, e che le forze armate rispettino tale responsabilità riconoscendo pienamente e senza ambiguità il controllo civile; sottolinea in particolare la necessità di instaurare un pieno controllo parlamentare sull'esercito, sulla politica di difesa e sulle relative spese;

6. è preoccupato per le conseguenze della dissoluzione dell'AKP; chiede alla Corte istituzionale turca di rispettare i principi dello stato di diritto, le norme europee e gli orientamenti della Commissione di Venezia sul divieto dei partiti politici;

7.  invita il governo turco a rispettare, nel contesto delle riforme, il pluralismo e la diversità in una Turchia laica e democratica ed esorta il governo e tutti i partiti politici ad agire in modo costruttivo, alla ricerca del consenso per importanti misure di modernizzazione del paese;

8.  esorta il governo e il parlamento turchi a elaborare urgentemente la riforma dell'articolo 301 del codice penale, proposta dal governo e dal parlamento quale primo passo verso una riforma radicale di questo e di altri articoli del codice penale, affinché nessuno di essi possa essere ancora usato per porre restrizioni arbitrarie alla libertà di espressione; si rammarica che non siano stati compiuti progressi per quanto riguarda la libertà di espressione e che il numero di persone sottoposte a procedimento penale, a norma di disposizioni giuridiche che consentono la restrizione arbitraria dell'espressione di opinioni non violente, sia ulteriormente aumentato nel 2007[5]; sottolinea che, una volta modificato l'articolo 301, saranno necessarie ulteriori iniziative legislative e attuative per assicurare che la Turchia tuteli pienamente la libertà di espressione e di stampa, conformemente alle disposizioni della Convenzione europea sui diritti umani (CEDU);

9.  plaude alla recente adozione, da parte del parlamento turco, della legge sulle fondazioni; accoglie con favore l'intenzione della Commissione di esaminare il nuovo testo e sottolinea che il parlamento dovrebbe verificare che la legge affronti tutte le problematiche riguardanti le comunità religiose non musulmane, concernenti il diritto di possedere e acquistare proprietà, ivi incluse le proprietà confiscate vendute a terzi; invita le autorità turche ad assicurare che la legge venga applicata, conformemente alla CEDU e alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo;

10. invita il governo turco, sulla scorta dell'iniziativa positiva intrapresa con l'adozione della legge sulle fondazioni, a rispettare i propri impegni in tema di libertà di religione, definendo, in linea con la CEDU e la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, un quadro legislativo che consenta a tutte le comunità religiose di agire senza costrizioni indebite, in particolare per quanto riguarda il loro status giuridico, la formazione del clero, l'elezione della gerarchia ecclesiastica, l'istruzione religiosa e la costruzione di luoghi di culto; chiede la tutela del patrimonio religioso e culturale; reitera l'invito a riaprire immediatamente il seminario greco-ortodosso di Halki e ad utilizzare in pubblico il titolo ecclesiastico di Patriarca ecumenico; condivide la preoccupazione espressa dal Consiglio il 24 luglio 2007 in merito alla recente decisione adottata dalla Corte di cassazione turca sul Patriarcato ecumenico e si attende che detta decisione non continui ad impedire al Patriarcato e ad altre comunità religiose non musulmane l'esercizio dei diritti garantiti dalla CEDU;

11. esorta il governo turco ad avviare, in via prioritaria, un'iniziativa politica che favorisca una soluzione duratura della questione curda, basata su miglioramenti concreti delle opportunità della vita sociale, economica e culturale, disponibili per i cittadini di origine curda, ivi inclusa la possibilità reale di imparare il curdo nelle scuole pubbliche e private e di utilizzarlo nelle trasmissioni radiotelevisive, nella vita pubblica e per l'accesso ai servizi pubblici; reputa che un eventuale divieto nei confronti del Partito della società democratica (DTP) sarebbe controproducente ai fini di una soluzione politica;

12. invita il DTP, i suoi deputati al parlamento e i suoi sindaci a prendere chiaramente le distanze dal partito dei laburisti del Kurdistan (PKK) e ad agire in modo costruttivo per cercare una soluzione alla questione curda, nel quadro di uno Stato turco democratico; invita altresì tutti gli altri partiti politici turchi ad agire in modo costruttivo al fine di raggiungere il medesimo obiettivo;

13. deplora i numerosi processi intentati nei confronti di sindaci eletti e di altri politici che avevano usato la lingua curda o avevano espresso la propria opinione sulla questione curda, come le azioni che hanno recentemente condotto alla condanna di Leyla Zana e di 53 sindaci del DTP;

14. rinnova gli inviti precedenti rivolti al governo turco a presentare un piano quadro globale inteso a favorire lo sviluppo socioeconomico e culturale della Turchia sudorientale, dove oltre la metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà; ritiene che detto piano quadro dovrebbe affrontare i problemi sociali, ecologici, culturali e geopolitici suscitati dal progetto dell'Anatolia sudorientale; chiede alla Commissione di collegare la componente regionale dell'assistenza concessa a titolo dello strumento di assistenza preadesione (IPA) con una rapida elaborazione di tale strategia;

15. esorta il governo turco a presentare una strategia generale nazionale, nella prospettiva di risolvere la questione degli sfollati, strategia che porrebbe rimedio alle carenze giuridiche e pratiche attuali e fornirebbe l'aiuto finanziario e quant'altro necessario per risolvere adeguatamente il problema dei rientri e dell'indennizzo delle persone interessate;

16. prende atto del processo in corso per la redazione di una nuova costituzione laica; ritiene che esso rappresenti un'opportunità chiave per porre la tutela dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali al centro della costituzione; ribadisce la necessità di creare un sistema di verifiche e di equilibrio, a garanzia della democrazia, dello stato di diritto, della coesione sociale e della separazione fra religione e Stato; sottolinea altresì che la nuova costituzione deve garantire la parità fra i generi, evitare l'uso di criteri vaghi, come quello della "moralità generale", astenersi dal considerare le donne in primo luogo come membri della famiglia o della comunità e riaffermare i diritti umani delle donne come loro diritti individuali;

17. evidenzia la necessità che la società civile partecipi ampiamente a tale processo costituzionale, onde giungere a un consenso sul futuro costituzionale della Turchia che riunisca i partiti politici, le minoranze etniche e religiose e le parti sociali; constata che una parte della popolazione è delusa e preoccupata a seguito della sospensione del divieto di portare il fazzoletto nelle scuole e nelle università turche non sia parte di un insieme più ampio di riforme, basato su una larga consultazione della società civile; rammenta la propria raccomandazione precedente concernete la soglia elettorale, formulata nella succitata risoluzione del 27 settembre 2006;

18. prende atto dei progressi compiuti relativamente all'efficienza del sistema giudiziario; accoglie con favore l'intenzione del governo turco di attuare una strategia di riforme volte a rafforzare l'indipendenza e l'imparzialità della magistratura e ad aumentare la fiducia dell'opinione pubblica nei suoi confronti; nota che tale strategia non può essere realizzata senza un ambizioso programma di riqualificazione professionale per i componenti dell'apparato giudiziario; ritiene che questa strategia debba, in via prioritaria, assicurare che l'interpretazione della legislazione sui diritti dell'uomo e le libertà fondamentali sia conforme alle disposizioni della CEDU; constata che, senza un ambizioso programma di riciclaggio del personale giudiziario, tale strategia non sarà coronata dal successo; è preoccupato a seguito dell'atteggiamento negativo di taluni elementi del corpo giudiziario nei confronti degli accordi internazionali nel campo dei diritti e delle libertà fondamentali e delle sentenze pronunciate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo contro la Turchia per violazioni della CEDU;

19. esorta la Corte costituzionale turca ad avanzare verso l'adozione della decisione definitiva in merito alla legge sul difensore civico, al fine di consentire al governo di istituire, senza ulteriori indugi, l'ufficio del difensore civico; raccomanda alla Turchia di cooperare in materia con il Mediatore europeo e i mediatori nazionali degli Stati limitrofi membri dell'UE;

20. è preoccupato a seguito dell'ostilità, manifestata con forza in taluni settori della società, nei confronti delle minoranze e degli atti di violenza motivati da considerazioni politiche e religiose; chiede al governo turco di intervenire nei confronti degli organismi e degli ambienti che fomentano le ostilità, di proteggere quanti sono oggetto di minaccia e temono per la propria vita e di incrementare i propri sforzi per creare un ambiente che contribuisca al pieno rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;

21. invita vivamente le autorità turche a condurre indagini in merito agli omicidi di Hrant Dink e di tre cristiani a Malatya, nonché su altri atti di violenza legati a motivi politici, razziali o religiosi; deplora la lentezza dei relativi processi, i sospetti di parzialità e l'impressione di impunità che se ne deriva, e chiede alle autorità di far piena luce sulle accuse di negligenza da parte delle autorità competenti e assicurando i responsabili alla giustizia;

22. esorta le autorità turche a condurre con risolutezza indagini relative all'organizzazione criminale denominata Ergenekon, nello stretto rispetto del principio di legalità, per identificarne le reti di collegamento con le strutture statali e arrestare i soggetti coinvolti;

23. prende atto della valutazione della Commissione in merito alla continua diminuzione dei casi di tortura e maltrattamento e all'effetto positivo delle iniziative di salvaguardia legislativa; invita nondimeno la Commissione a verificare se la legge antiterrorismo e la legge sui poteri di polizia non minaccino tali risultati positivi; invita il governo turco a rafforzare la lotta contro le torture compiute all'interno e al di fuori dei centri di detenzione e contro l'impunità dei pubblici ufficiali, nonché a ratificare e applicare il Protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura, contribuendo in tal modo a prevenire la tortura e ad assicurare il monitoraggio indipendente dei centri di detenzione;

24. prende atto delle osservazioni del primo ministro Erdogan sull'assimilazione, espresse in occasione della sua recente visita in Germania; ritiene che il governo turco debba intraprendere iniziative affinché i propri cittadini sviluppino la propria identità culturale in seno a uno Stato turco democratico; ricorda, a tal proposito, gli impegni stabiliti nel quadro negoziale in merito al rispetto e alla protezione delle minoranze, al reale accesso all'apprendimento di lingue diverse dal turco, nonché al loro impiego nelle trasmissioni radiotelevisive e nei servizi pubblici;

25. plaude ai progressi compiuti nella protezione delle donne contro la violenza ed elogia il lavoro svolto dalle istituzioni pubbliche e dalle organizzazioni della società civile in questo ambito; invita le autorità turche a proseguire gli sforzi per l'eliminazione della violenza domestica, dei cosiddetti "delitti d'onore" e dei matrimoni forzati, in particolare attraverso la piena applicazione di legislazioni specifiche e con continue campagne di informazione, offrendo più rifugi alle vittime, migliorando la formazione degli organismi preposti all'applicazione della legge e monitorando attentamente le iniziative intraprese; constata con preoccupazione che l'accesso a dati affidabili sulla frequenza delle violenze contro le donne permane un problema e chiede con insistenza al governo di porre rimedio a tale situazione;

26. riconosce che un numero considerevole di donne occupa posizioni di rilievo in ambito economico, politico e accademico e ribadisce che la parità di trattamento, l'accesso all'istruzione e l'acquisizione di potere nel campo politico, economico e sociale, da parte delle donne, sono fondamentali per la crescita e la prosperità economica futura della Turchia; tuttavia, rileva con preoccupazione che il tasso di occupazione totale delle donne in Turchia è pari soltanto al 23,8%[6] e che la partecipazione delle donne alla vita politica è rimasta pressoché immutata; esorta pertanto il governo turco a intraprendere ulteriori azioni concrete per innalzare la presenza delle donne nella forza lavoro, in particolare nelle aree rurali, e a rafforzare la loro inclusione nei sistemi di sicurezza sociale e sanitaria e a mettere a punto strumenti o misure provvisori per aumentare la partecipazione attiva delle donne alla vita politica;

27. dà atto al governo turco per il sostegno dimostrato alla riuscita di progetti di cooperazione tra partner comunitari e turchi, quali ad esempio il progetto di gemellaggio in vista dell'istituzione di un organo indipendente per la parità tra i sessi, e della formazione di 750 funzionari nel campo del mainstreaming di genere; si attende che il suddetto organo sia istituito senza indugio;

28. rispetta e sostiene il lavoro svolto dalle organizzazioni femminili in Turchia, che rafforzano il ruolo delle donne nella società, contribuiscono a proteggerle contro la violenza e intensificano la loro partecipazione alle attività imprenditoriali, fornendo al contempo un esempio positivo di responsabilizzazione delle donne e contribuendo alla parità tra uomini e donne;

29. elogia la Turchia per i progressi compiuti in campo economico; ribadisce la convinzione che soltanto una società socialmente coesa, supportata da una classe media forte, può raggiungere la prosperità; deplora, perciò, il limitato impatto della forte crescita economica sul mercato del lavoro, ancora debole; sottolinea la necessità di affrontare il problema dell'economia sommersa e di garantire la sostenibilità del sistema di sicurezza sociale; ritiene che un ruolo più importante per le piccole e medie imprese potrebbe contribuire ad accelerare la crescita economica;

30. ricorda il contributo che un dialogo sociale efficace può offrire all'instaurazione di relazioni necessarie per il funzionamento di un'economia di mercato attenta ai bisogni sociali; deplora i progressi limitati compiuti nel rafforzamento dei meccanismi di dialogo sociale; esorta il governo turco ad applicare pienamente le convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro e sottolinea la necessità di eliminare le attuali restrizioni alla libertà di associazione, al diritto di sciopero e al diritto di negoziazione collettiva;

31. sottolinea l'importanza dell'accesso all'istruzione come fattore fondamentale per una società socialmente coesa; elogia il governo turco e la società civile per la campagna di sensibilizzazione volta a innalzare il numero di iscrizioni scolastiche tra le bambine; ricorda tuttavia la necessità di vigilare, affinché tutti i neonati siano iscritti all'anagrafe e di migliorare il controllo e l'applicazione dell'obbligo scolastico, in modo da ridurre ulteriormente il numero di bambini che non frequentano la scuola; elogia il governo turco per i risultati positivi ottenuti nella riduzione del lavoro minorile e lo incoraggia a proseguire in questa direzione;

32. esprime preoccupazione per il livello di corruzione; esorta le autorità turche a elaborare una strategia globale volta a combattere efficacemente la corruzione;

33. è preoccupato per le notevoli discrepanze in termini di sviluppo tra le diverse regioni della Turchia e tra le aree rurali e urbane; invita il governo turco a elaborare una strategia globale per far fronte a tali disparità e invita la Commissione a fornire informazioni al Parlamento, entro la fine del 2008, in merito al contributo dell'UE all'elaborazione di tale strategia nell'ambito dello strumento per l'assistenza di preadesione (IPA) per il 2007 e 2008;

34. invita il governo turco ad applicare norme europee nei casi di progetti con conseguenze importanti, come quelli della costruzione delle dighe nella valle del Munzur, della diga di Allianoi, della costruzione della diga di Ilisu e dell'estrazione dell'oro a Bergama e in altre regioni, progetti che minacciano il patrimonio storico e siti naturali unici e di grande valore; invita il governo turco a prendere come riferimento la normativa comunitaria nel quadro dell'elaborazione di progetti di sviluppo regionale;

35. condanna fermamente le violenze perpetrate dal PKK e da altri gruppi terroristi in territorio turco; condanna l'attacco di Diyarbakir, nel gennaio 2008, in cui sei persone sono state uccise e altre 60 sono state ferite, e formula le proprie sentite condoglianze alle famiglie delle vittime di questo crimine; esprime alla Turchia la propria solidarietà nella sua lotta contro il terrorismo e reitera l'appello al PKK, affinché dichiari e rispetti una tregua immediata e incondizionata;

36. ribadisce gli appelli al governo turco ad astenersi dall'effettuare operazioni militari sproporzionate che violino la sovranità territoriale dell'Iraq ed esorta la Turchia a rispettare l'integrità territoriale dell'Iraq, i diritti umani e lo Stato di diritto, e a fare in modo che non vi siano vittime fra i civili; esorta il governo dell'Iraq e il governo regionale curdo dell'Iraq a non consentire che il territorio iracheno venga utilizzato quale base per azioni terroristiche contro la Turchia; si compiace dei contatti tra i governi della Turchia e dell'Iraq e invita a intraprendere azioni che rafforzino la cooperazione con il governo regionale curdo dell'Iraq, in modo da consentire un'efficace prevenzione degli attacchi terroristici sotto la responsabilità dell'Iraq;

Questioni regionali e relazioni esterne

37. rammenta l'impegno assunto dalla Turchia di intrattenere buone relazioni di vicinato e evidenzia che il paese deve pertanto astenersi da qualsiasi minaccia nei confronti dei paesi vicini e risolvere tutte le contese in sospeso in modo pacifico, conformemente alla carta delle Nazioni Unite, ad altre convenzioni internazionali attinenti e agli accordi ed obblighi bilaterali; invita in particolare le autorità turche a rafforzare, in uno spirito di buone relazioni di vicinato, il dialogo con la Grecia (per quanto ad esempio riguarda la delimitazione della piattaforma continentale del Mar Egeo) e con la Bulgaria (per qaunto ad esempio riguarda i diritti di proprietà dei rifugiati bulgari di Tracia), onde regolare tutte le questioni bilaterali in sospeso;

38. sottolinea la necessità di arrivare a una soluzione globale della questione di Cipro; ribadisce l'esortazione rivolta ad ambedue le parti affinché sfruttino l'attuale apertura per trovare, nel quadro dell'ONU, una soluzione globale basata sui principi su cui è fondata l'UE; ricorda a tal riguardo le sue precedenti risoluzioni in cui afferma che il ritiro delle forze turche agevolerebbe la negoziazione di un accordo;

39. si compiace dell'istituzione di uno strumento di sostegno finanziario destinato a promuovere lo sviluppo economico della comunità turco-cipriota; invita nuovamente la Commissione a riferire specificamente in merito all'applicazione e all'efficacia di tale strumento;

40. esprime soddisfazione per la recente visita ufficiale del primo ministro della Repubblica Ellenica Kostas Karamanlis in Turchia, visita che alimenta le speranze di un ulteriore miglioramento delle relazioni bilaterali tra Grecia e Turchia, in particolare per quanto concerne una soluzione pacifica di tutte le questioni indicate nelle precedenti risoluzioni del Parlamento, conformemente al diritto internazionale e agli impegni assunti con il quadro negoziale;

41. invita il governo turco a porre fine ad ogni blocco economico e a riaprire le frontiere con l'Armenia; ribadisce il proprio appello ai governi turco e armeno affinché avviino un processo di riconciliazione concernente il presente e il passato, che consenta una discussione franca sugli eventi passati e invita la Commissione ad agevolare tale processo di riconciliazione;

42. rileva l'importanza del ruolo della Turchia quale partner dell'UE, per il conseguimento degli obiettivi della politica estera dell'UE nella regione del Mar Nero, in quella centroasiatica e in Medio Oriente; invita la Commissione e il Consiglio a utilizzare al meglio i potenziali vantaggi offerti da relazioni più strette con la Turchia in dette regioni;

43. invita la Turchia a firmare lo statuto di Roma del Tribunale penale internazionale dato che quest'ultimo è uno strumento essenziale a livello multilaterale;

44. plaude alla partecipazione della Turchia alle missioni e alle operazioni della politica europea di sicurezza e di difesa in Bosnia-Herzegovina e nella Repubblica democratica del Congo, nonché al suo contributo alle operazioni condotte sotto l'egida delle Nazioni Unite in Kosovo, nel Darfur e in Afghanistan;

45. Deplora, d'altronde, le obiezioni della Turchia all'applicazione della cooperazione strategica fra l'UE e la NATO, sulla base dell'accordo di Berlino Plus e oltre ad esso; è preoccupato per le conseguenze negative di tali obiezioni per la protezione del personale dell'UE impiegato sul posto, in particolare nel quadro della missione di polizia dell'UE in Afghanistan e della missione EULEX in Kosovo, e chiede alla Turchia di ritirare tali obiezioni quanto prima;

Relazioni UE-Turchia

46. esorta il governo turco ad applicare integralmente e senza indugio le disposizioni contenute nell'accordo di associazione CE-Turchia e nel suo protocollo aggiuntivo; ricorda che l'inadempimento da parte della Turchia degli impegni assunti continuerà ad influenzare negativamente il processo negoziale;

47. prende atto delle ambizioni della Turchia di diventare un polo energetico euroasiatico e riconosce il ruolo che il paese potrà svolgere nel garantire la sicurezza energetica dell'Europa; plaude ai progressi compiuti dalla Turchia nel settore dell'energia; ricorda la summenzionata risoluzione del 24 ottobre 2007 a favore dell'apertura di negoziati su questo capitolo; incoraggia la Turchia ad aderire, in qualità di membro a pieno titolo, alla Comunità europea dell'energia, rafforzando così ulteriormente la cooperazione tra l'UE e la Turchia in tale settore, cosa che potrà portare benefici a tutte le parti interessate; invita la Turchia a dare il proprio sostegno al progetto del gasdotto Nabucco, uno dei progetti prioritari dell'Unione europea;

48. invita la Commissione e il governo turco ad avviare negoziati per un accordo UE-Turchia in materia di agevolazioni per i visti;

49. ricorda che una delle principali rotte di immigrazione verso l'Europa dal Medio Oriente e dall'Asia meridionale attraversa il territorio turco; rileva gli scarsi progressi compiuti nell'ambito della gestione dei flussi migratori; invita la Commissione e la Turchia ad intensificare i negoziati per un accordo in materia di riammissione, nel rispetto dei diritti umani fondamentali, al fine di concludere tale accordo senza indugi; esorta il governo turco ad applicare in modo adeguato gli attuali accordi bilaterali in materia di riammissione nonché i protocolli con gli Stati membri dell'UE;

50. si compiace dei progressi compiuti dal governo turco nei campi dell'istruzione, della formazione, dei giovani e della cultura al fine di allinearsi con l'acquis comunitario; ribadisce l'importanza di una stretta collaborazione tra l'UE e la Turchia in questi settori, fondamentali per la modernizzazione a lungo termine della società turca;

51. si compiace che Istanbul sia stata designata Capitale europea della cultura 2010, in quanto ciò rappresenta un'opportunità per rafforzare il dialogo interculturale e la cooperazione fra l'UE e la Turchia;

52. ribadisce il proprio sostegno al dialogo UE-Turchia sulla società civile e chiede alla Commissione di riferire in merito alle attività condotte in tale ambito e all'assistenza offerta alla società civile turca, nel quadro dello strumento per l'assistenza di preadesione (IPA); invita il governo turco a coinvolgere maggiormente la società civile nel processo di riforma;

53. si compiace del fatto che l'IPA preveda un sostegno ad azioni intese a promuovere un dibattito pubblico meglio informato sull'allargamento dell'UE; invita il governo turco, nonché gli attori non governativi turchi e dell'UE, a fare pieno ricorso a questi mezzi per incrementare il sostegno al processo di riforma e per sviluppare ulteriormente le relazioni fra l'UE e la Turchia;

54. si rammarica del fatto che la Commissione non abbia elaborato un seguito allo studio d'impatto presentato nel 2004 e chiede che esso venga presentato senza indugi al Parlamento;

55. invita il governo turco a creare tutte le strutture necessarie per attuare concretamente l'assistenza IPA e a rafforzare la capacità di assorbimento della Turchia; invita la Commissione a riferire, entro la fine del 2008, in merito all'assistenza fornita nell'ambito dello Strumento di assistenza di preadesione, dal 2007;

56. sottolinea l'importanza di programmi di cooperazione transfrontaliera a livello sia bilaterale che trilaterale (Turchia-Grecia-Bulgaria), compreso il programma ENPI/CBC Mar Nero, dato che si tratta di uno strumento adeguato per sostenere contatti sociali, culturali ed economici più intensi, fra partner locali e regioni frontaliere;

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57. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al Segretario generale del Consiglio d'Europa, al presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo, nonché al governo e al parlamento della Repubblica di Turchia.

  • [1]  GU C 306 E del 15.12.06, pag. 284.
  • [2]  Testi approvati, P6_TA(2007)0472.
  • [3]  GU L 51 del 26.2.2008, pag. 4.
  • [4]  Conclusioni sulla Turchia, Relazione 2007 sui progressi compiuti dalla Turchia, elaborata dalla Commissione COM(2007)0663/SEC(2007)1436.
  • [5]  Relazione periodica 2007 della Commissione (COM(2007)0663), p. 14.
  • [6]  Dati statistici allegati alla relazione 2007 sui progressi compiuti dalla Turchia, elaborata dalla Commissione (SEC(2007)1436).

PARERE DELLA COMMISSIONE PER I DIRITTI DELLA DONNA E L'UGUAGLIANZA DI GENERE (15.4.2008)

destinato alla commissione per gli affari esteri

sulla relazione 2007 relativa ai progressi compiuti dalla Turchia
(2007/2269(INI))

Relatrice per parere: Emine Bozkurt

SUGGERIMENTI

La commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

     –   viste le sue risoluzioni del 6 luglio 2005 e del 13 febbraio 2007 sul ruolo delle donne nella vita sociale, economica e politica della Turchia,

     1.  sottolinea che il rispetto dei diritti umani, tra cui quelli delle donne, costituisce una conditio sine qua non per l'adesione all'Unione europea e invita la Commissione a privilegiare i diritti umani, in particolare i diritti delle donne, nell'ambito dei negoziati con la Turchia;

2.  sottolinea l'importanza di combattere tutte le forme di discriminazione ai sensi dell'articolo 13 del trattato CE, che prevede l'uguaglianza per tutti a prescindere dal sesso, dalla razza o l'origine etnica, dalla religione o le convinzioni personali, dagli handicap, dall'età o le tendenze sessuali;

3.  prende atto con inquietudine della dichiarazione della Commissione, secondo cui sarebbe a tutt'oggi problematico disporre di dati affidabili sull'incidenza delle violenze contro le donne e degli omicidi "d'onore"; invita il governo turco a fornire dati specifici e affidabili su tali questioni, nonché sul tasso di analfabetismo femminile, sulla parità di accesso all'istruzione per le donne e sui problemi legati alla presenza femminile sul mercato del lavoro;

4.  esorta il governo turco a intraprendere le riforme intese a conseguire l'effettiva uguaglianza di genere, l'emancipazione femminile, la previdenza sociale, la lotta alla femminilizzazione della povertà e la violenza contro le donne, rafforzando con urgenza la presenza femminile sul mercato del lavoro, nel mondo dell'istruzione, della scienza e dell'economia, nonché nella vita sociale e politica;

5.  invita il governo turco a dare urgentemente attuazione alla "legge sulla parità", come indicato nella circolare del Primo Ministro del 4 luglio 2006;

6.   esprime inquietudine per l'elevato numero, a tutt'oggi, di nascite non registrate, in particolare nelle regioni orientali del paese, e per il fatto che si tratta per lo più di bambine; ritiene che ciò ostacoli la lotta contro i matrimoni coatti e i delitti "d'onore", in quanto le vittime sono sprovviste di un'identità ufficiale; rinnova il proprio appello alle autorità turche affinché continuino ad adottare tutte le misure necessarie a garantire la registrazione alla nascita di tutti i bambini turchi;

7.  plaude alle iniziative e alle misure adottate dal governo turco; sottolinea tuttavia la necessità di compiere ulteriori sforzi per l'adozione di provvedimenti contro qualsiasi forma di violenza sulle donne;

8.  constata con rammarico il peggioramento, nel corso degli ultimi anni, della situazione delle donne sul mercato del lavoro turco e sottolinea la necessità che la Turchia induca un maggior numero di donne a entrare nel mercato del lavoro e garantisca buone condizioni di lavoro in conformità dell'agenda per il lavoro dignitoso promossa dall'Organizzazione internazionale del lavoro e dall'Unione europea;

9.  considera fondamentale che la nuova costituzione assicuri l'uguaglianza di genere e garantisca alle donne maggiori (e non minori) diritti, tra cui il pieno godimento del diritto al lavoro; getti le basi per la parità di rappresentanza a tutti i livelli del processo decisionale ed eviti l'impiego di criteri vaghi quali "moralità generale"; si astenga dal considerare le donne in primo luogo come membri della famiglia o della comunità o come gruppo vulnerabile da proteggere e riaffermi i diritti umani delle donne, tra cui quelli sessuali e riproduttivi, come loro diritti individuali;

10. ribadisce l'importanza delle organizzazioni non governative (ONG) e di altri attori della società civile e invita pertanto il governo turco a garantire un dialogo più strettamente coordinato e istituzionalizzato con la società civile e con le ONG femminili, in particolare in sede di elaborazione della nuova costituzione, assicurando altresì che la società civile sia costantemente coinvolta in tutti gli ambiti del processo decisionale, tra cui la politica in materia di previdenza sociale e i negoziati con l'Unione europea;

11. constata con soddisfazione che è in corso di attuazione la circolare ministeriale intesa a combattere i delitti "d'onore" e le violenze domestiche contro le donne; sottolinea la necessità di svolgere con celerità, riservatezza e umanità i procedimenti giudiziali intentati dalle vittime; esprime tuttavia inquietudine per il fatto che la violenza contro le donne si ancora diffusa e che si verifichino a tutt'oggi i delitti "d'onore" e i matrimoni coatti in giovane età;

12. elogia il governo turco per il sostegno dimostrato alla riuscita di progetti di cooperazione tra partner comunitari e turchi, quali ad esempio il progetto di gemellaggio in vista dell'istituzione di un organo indipendente per l'uguaglianza di genere e nell'ambito del quale si stanno formando 750 funzionari al mainstreaming di genere;si attende che il suddetto organo per l'uguaglianza di genere sia istituito senza indugio;

13. constata con preoccupazione il mancato incremento della presenza femminile nella vita politica; reputa insufficiente l'aumento dal 4,4% al 9% delle deputate al parlamento turco e ritiene che le prossime elezioni amministrative possano offrire l'occasione per ovviare a tale problema, ad esempio attraverso la fissazione di "quote rosa" nelle liste elettorali;

14. rinnova la propria richiesta, reiterata a più riprese, di una commissione permanente per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere dotata di pieni poteri legislativi in seno al parlamento turco; considera una tale commissione uno strumento fondamentale per il miglioramento dei diritti delle donne e del mainstreaming di genere in Turchia;

15. invita le autorità turche ad affrontare con maggiore incisività il problema del divario di genere nell'istruzione primaria e ad assicurare un migliore monitoraggio del fenomeno dell'abbandono della scuola, soprattutto da parte delle fanciulle.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

14.4.2008

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

20

0

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Emine Bozkurt, Maria Carlshamre, Zita Gurmai, Lívia Járóka, Piia-Noora Kauppi, Astrid Lulling, Siiri Oviir, Doris Pack, Zita Pleštinská, Karin Resetarits, Teresa Riera Madurell, Eva-Britt Svensson, Anne Van Lancker, Anna Záborská

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Gabriela Creţu, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, Donata Gottardi, Anna Hedh, Marusya Ivanova Lyubcheva

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Manolis Mavrommatis, Miroslav Mikolášik

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

21.4.2008

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

53

2

4

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Vittorio Agnoletto, Bastiaan Belder, André Brie, Elmar Brok, Marco Cappato, Philip Claeys, Véronique De Keyser, Giorgos Dimitrakopoulos, Michael Gahler, Georgios Georgiou, Bronisław Geremek, Ana Maria Gomes, Jana Hybášková, Jelko Kacin, Ioannis Kasoulides, Metin Kazak, Maria Eleni Koppa, Johannes Lebech, Willy Meyer Pleite, Francisco José Millán Mon, Philippe Morillon, Pasqualina Napoletano, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Baroness Nicholson of Winterbourne, Raimon Obiols i Germà, Ria Oomen-Ruijten, Ioan Mircea Paşcu, Alojz Peterle, Bernd Posselt, Christian Rovsing, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Jacek Saryusz-Wolski, György Schöpflin, Hannes Swoboda, Antonio Tajani, Charles Tannock, Geoffrey Van Orden, Kristian Vigenin, Jan Marinus Wiersma, Josef Zieleniec

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Irena Belohorská, Giulietto Chiesa, Andrew Duff, Milan Horáček, Marie Anne Isler Béguin, Evgeni Kirilov, Marios Matsakis, Nickolay Mladenov, Doris Pack, Inger Segelström, Karl von Wogau

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Emine Bozkurt, Panayiotis Demetriou, Florencio Luque Aguilar, Juan Andrés Naranjo Escobar, José Ribeiro e Castro, Salvador Domingo Sanz Palacio, José Albino Silva Peneda, Bart Staes