RELAZIONE sulle prossime fasi della gestione delle frontiere nell’Unione europea ed esperienze analoghe in paesi terzi

17.2.2009 - (2008/2181(INI))

Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni
Relatore: Jeanine Hennis-Plasschaert

Procedura : 2008/2181(INI)
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A6-0061/2009
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulle prossime fasi della gestione delle frontiere nell’Unione europea ed esperienze analoghe in paesi terzi

(2008/2181(INI))

Il Parlamento europeo,

 vista la comunicazione della Commissione del 13 febbraio 2008 dal titolo “Preparare le prossime fasi della gestione delle frontiere nell’Unione europea” (COM(2008)0069),

 vista la comunicazione della Commissione del 13 febbraio 2008 dal titolo “Relazione sulla valutazione e sullo sviluppo futuro dell’Agenzia FRONTEX” (COM(2008)0067),

 vista la comunicazione della Commissione del 13 febbraio 2008 dal titolo “Esame della creazione di un sistema europeo di sorveglianza delle frontiere (EUROSUR)” (COM(2008)0068),

 viste le osservazioni preliminari del garante europeo della protezione dei dati del 3 marzo 2008 e le osservazioni congiunte del gruppo di lavoro sulla protezione dei dati “Articolo 29” e del gruppo di lavoro sulla polizia e la giustizia del 29 aprile 2008 in merito alle tre summenzionate comunicazioni,

 viste le conclusioni del Consiglio sulla gestione delle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea,

 visto il regolamento (CE) n. 562/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2006, che istituisce un codice comunitario relativo al regime di attraversamento delle frontiere da parte delle persone (codice frontiere Schengen)[1],

 visto il regolamento (CE) n. 767/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008, concernente il sistema di informazione visti (VIS) e lo scambio di dati tra Stati membri sui visti per soggiorni di breve durata (regolamento VIS)[2],

 visto il regolamento (CE) n. 1104/2008 del Consiglio, del 24 ottobre 2008, sulla migrazione dal sistema d’informazione Schengen (SIS 1+) al sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (SIS II)[3] e vista la decisione 2008/839/GAI del Consiglio, del 24 ottobre 2008, sulla migrazione dal sistema d’informazione Schengen (SIS 1+) al sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (SIS II)[4],

 vista la comunicazione della Commissione del 24 novembre 2005 concernente il miglioramento dell’efficienza e l’incremento dell’interoperabilità e delle sinergie tra le banche dati europee nel settore della giustizia e degli affari interni (COM(2005)0597),

 vista la sua risoluzione del 18 dicembre 2008 sulla valutazione e sullo sviluppo futuro dell’Agenzia FRONTEX e del sistema europeo di sorveglianza delle frontiere EUROSUR[5],

 visto l'articolo 45 del suo regolamento,

 vista la relazione della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (A6-0061/2009),

A. considerando che l’abolizione dei controlli alle frontiere interne dell’UE è uno dei principali risultati dell’integrazione europea,

B.  considerando che uno spazio senza frontiere interne non può funzionare se non condivide con senso di responsabilità e solidarietà la gestione delle sue frontiere esterne,

C. considerando che la cooperazione con le autorità dei paesi terzi preposte alla sicurezza alle frontiere dovrebbe ricevere la dovuta attenzione conformemente alla politica esterna generale dell'UE,

D. considerando che le frontiere esterne dell'UE sono attraversate ogni anno rispettivamente da 160 milioni di cittadini comunitari, da 60 milioni di cittadini di paesi terzi che sono esenti dall'obbligo di visto e da 80 milioni di cittadini con obbligo di visto,

E.  considerando che le misure intese a rafforzare la sicurezza alle frontiere devono proseguire di pari passo con l'agevolazione dei flussi di viaggiatori e con la promozione della mobilità in un mondo sempre più globalizzato,

F.  considerando che all’interno del quadro della gestione integrata delle frontiere dell’UE vari strumenti e programmi sono già stati istituiti, sono in corso di preparazione o in una fase di sviluppo politico,

G. considerando che la Commissione ha annunciato di essere disposta a presentare nel 2009-2010 proposte legislative volte all’introduzione di un sistema di ingresso/uscita, di un programma per viaggiatori registrati (RTP) e di un sistema elettronico di autorizzazione di viaggio (ESTA),

H. considerando che sistemi analoghi esistono in Australia e che vengono attuati negli USA in quanto parte del programma US-VISIT,

I.   considerando che mancano un piano generale esaustivo che definisca l’architettura globale della strategia dell’UE in materia di frontiere nonché un’analisi e una valutazione approfondite dei sistemi esistenti e di quelli in corso di preparazione,

Sistema di ingresso/uscita

1.  è consapevole che i cosiddetti “fuoritermine”, elementi centrali della proposta relativa a un sistema di ingresso/uscita, dovrebbero rappresentare di gran lunga la principale categoria di immigrati irregolari nell’UE; richiede, tuttavia, maggiori informazioni sui dati acquisiti da un contraente esterno contenenti la stima che “nel 2006 sono entrati nell’UE a 25 fino a 8 milioni di immigrati irregolari”[6]; insiste inoltre sulla necessità di una definizione chiara di “soggiorno fuori termine”, incluse le possibili esenzioni in determinate circostanze, nonché di un'analisi qualitativa e quantitativa più rigorosa delle minacce/rischi/costi che ne derivano per la società europea;

2.  sottolinea che, sebbene il sistema e la segnalazione proposti potrebbero dissuadere i cittadini di paesi terzi dal soggiorno fuoritermine, nonché fornire dati e informazioni sulle caratteristiche del soggiorno illegale, sono necessari altri incontri con le agenzie di applicazione della legge per arrestare le persone che soggiornano oltre il periodo di tempo autorizzato e pertanto ritiene che il sistema proposto non fermerà il fenomeno del soggiorno “fuoritermine” in quanto tale;

3.  non dispone di informazioni sufficienti in merito al modo in cui tale sistema sarà integrato e interagirà con il quadro esistente, alle eventuali modifiche che potrebbe essere necessario apportare ai sistemi esistenti nonché ai costi effettivi da esso generati; ritiene pertanto che sussista ancora incertezza sul fatto che l'attuazione di detto sistema costituisca un’assoluta necessità;

4.  ricorda che il corretto funzionamento del sistema di ingresso/uscita dipenderà, sia materialmente che operativamente, dal successo del VIS e del SIS; sottolinea tuttavia che questi due strumenti non sono ancora pienamente operativi e che non è stato pertanto possibile valutarli in maniera adeguata; evidenzia inoltre che l'operabilità e l'affidabilità del SIS II sono messe in discussione;

5.  rileva che, senza adito a dubbi e sulla scia delle lezioni apprese negli Stati Uniti, è senza dubbio più difficile attuare la capacità di uscita rispetto a quella di ingresso, in particolare relativamente all’uscita dalle frontiere marittime e terrestri; nutre pertanto, a seguito delle lezioni apprese, notevoli preoccupazioni rispetto al rapporto costo-efficacia di un siffatto sistema; esorta pertanto la Commissione a fornire informazioni aggiuntive sugli effettivi investimenti generati da un sistema di questo genere;

Programma “viaggiatori registrati” (RTP)

6.  è favorevole in linea di principio al concetto di un programma di viaggiatori registrati per i cittadini di paesi terzi, a prescindere che siano soggetti o meno all’obbligo del visto, che contribuirebbe ad accelerare il flusso di viaggiatori e a prevenire eventuali congestioni ai punti di ingresso e di uscita, e dell’eventuale uso da parte dei cittadini dell’UE di porte automatiche, poiché il diritto comunitario non consente attualmente controlli semplificati alle frontiere ad eccezione del caso dei cittadini di paesi terzi residenti nelle regioni di frontiera;

7.  critica, tuttavia, la terminologia usata nella comunicazione dal titolo “Preparare le prossime fasi della gestione delle frontiere nell’Unione europea” (viaggiatori “a basso rischio”/“in buona fede”), dal momento che ciò implicherebbe che la maggior parte dei viaggiatori sia considerata a priori ad “alto rischio” o in “cattiva fede”, e raccomanda il termine "viaggiatori frequenti";

8.  sottolinea che vari Stati membri hanno già istituito o stanno elaborando un programma di viaggiatori registrati per i cittadini di paesi terzi, ed evidenzia il rischio di trovarsi con una varietà di ventisette sistemi basati su criteri diversi, tra cui quelli sulla protezione dei dati e sugli oneri; è consapevole del fatto che i Paesi Bassi, insieme alla Germania, al Regno Unito e a FRONTEX, sono impegnati nella promozione del programma "International Expedited Traveller" quale possibile orientamento per altri Stati membri;

9.  sostiene un approccio armonizzato ed esorta pertanto la Commissione ad accelerare il processo sulla base delle migliori prassi degli Stati membri, nonché a garantire che gli Stati membri continuino ad agire in conformità al diritto comunitario;

10. osserva che i programmi di viaggiatori registrati per i cittadini di paesi terzi differiscono dai programmi di viaggiatori registrati per i cittadini comunitari; sottolinea pertanto l'esigenza di operare sempre una netta distinzione fra i due concetti;

Sistema elettronico di autorizzazione di viaggio (Electronic System for Travel Authorisation, ESTA)

11. riconosce che sarebbe poco saggio concentrare l’attenzione in termini di misure di sicurezza solo sui cittadini di paesi terzi che entrano nell’UE da paesi per i quali sussiste l’obbligo di visto; si chiede, tuttavia, se il sistema proposto sia assolutamente necessario e vorrebbe una spiegazione approfondita dell’idea che ne sta alla base; è convinto che una stretta collaborazione tra i servizi di intelligence, in particolare, sia la giusta strada da seguire e non una massiccia acquisizione di dati, in generale;

12. desidera essere informato riguardo al calendario e ai dettagli esatti dello studio stabiliti dalla Commissione;

Preoccupazioni relative alla protezione dei dati e ai dati biometrici

13. ritiene inaccettabile che la Commissione non abbia consultato né il garante europeo della protezione dei dati (GEPD), il quale aveva tuttavia sollevato numerose preoccupazioni, né il gruppo di lavoro “Articolo 29” prima di adottare la comunicazione dal titolo “Preparare le prossime fasi della gestione delle frontiere nell’Unione europea”; chiede pertanto alla Commissione di procedere a una loro consultazione prima di intraprendere qualunque azione prevista da predetta comunicazione, dal momento che gli elementi basilari proposti implicano l’elaborazione di enormi quantità di dati personali;

14. è consapevole del fatto che i dati biometrici costituiscono, in teoria, identificatori personali efficaci, poiché si ritiene che le caratteristiche misurate siano tratti distintivi di ogni persona; sottolinea, tuttavia, che l’affidabilità dei dati biometrici non è mai assoluta e/o che i dati biometrici non sono sempre accurati; evidenzia pertanto che dovrebbero sempre essere previste soluzioni di ripiego e auspica una migliore elaborazione dei profili di rischio;

15. insiste sull’introduzione di un protocollo standard per l’utilizzo e lo scambio di informazioni biometriche nonché di accordi in merito al controllo delle interfacce che descrivano come verrà utilizzato il protocollo; è inoltre dell’avviso che l’impiego di dati biometrici dovrebbe essere soggetto a una norma di qualità onde evitare divergenze riguardo all’accettazione tra i diversi sistemi utilizzati dagli Stati membri;

16. ritiene che un approccio basato sul concetto "privacy by design" sia un elemento essenziale di qualsiasi sviluppo che rischia di compromettere le informazioni personali degli interessati nonché la fiducia dell’opinione pubblica nei confronti di coloro che detengono tali informazioni personali;

Conclusioni

17. ritiene legittimo l’obiettivo di una gestione realmente integrata delle frontiere dell’UE e conviene sull’importanza di continuare a sviluppare e rafforzare la politica comune dell’UE in materia di gestione delle frontiere;

18. è, tuttavia, dell’avviso che, nel quadro della gestione delle frontiere e dell’immigrazione, proposte di ampia portata si stiano accumulando a un ritmo impressionante; chiede pertanto alla Commissione di riflettere in merito alla necessità e ai costi della logistica alle frontiere;

19 deplora inoltre il concetto secondo cui la politica di gestione delle frontiere dell'UE si fonda sull'idea che ogni viaggiatore sia potenzialmente sospetto e debba quindi dimostrare la sua buona fede;

20. critica l’assenza di un piano generale esaustivo, che definisca gli obiettivi e l’architettura globale della strategia dell’UE in materia di gestione delle frontiere, nonché la mancanza di dettagli che dimostrino come tutti i programmi e i meccanismi correlati (già attivi, in fase di preparazione oppure in fase di definizione) dovrebbero funzionare di concerto e le modalità con cui il rapporto tra detti programmi possa essere ottimizzato; sottolinea che, in fase di analisi dell'architettura della strategia comunitaria di gestione delle frontiere, la Commissione dovrebbe prima di tutto valutare l'efficacia dei sistemi di gestione delle frontiere esistenti negli Stati membri al fine di creare sinergie ottimali fra gli stessi.

21. sottolinea la necessità di operare, in via prioritaria, una valutazione dei sistemi esistenti e di quelli in fase di preparazione ed evidenzia che la capacità dell’UE di conseguire i suoi obiettivi strategici dipende in larga misura dal successo nel gestire le interdipendenze tra programmi correlati, in quanto le duplicazioni e le incongruenze nei programmi avranno un effetto negativo sulle prestazioni organizzative e, di conseguenza, sui risultati; è del parere che fintantoché non sarà garantita una piena operatività, sicurezza e affidabilità degli strumenti esistenti non debbano essere lanciati nuovi strumenti o sistemi;

22. è dell’avviso che, prima di effettuare qualsiasi investimento, sia di fondamentale importanza definire con chiarezza il contesto operativo per allineare tutte le misure e le iniziative che stanno emergendo; sottolinea inoltre che dovrebbe essere assolutamente chiaro quali modifiche sono necessarie per assicurare che la tecnologia e i processi funzionino armoniosamente, ed evidenzia che tutti gli investimenti dovrebbero essere giustificati da un punto di vista economico;

23. esprime dubbi in merito alla necessità e alla proporzionalità delle misure proposte, in ragione dell'entità dei costi e dei potenziali rischi che comportano in materia di protezione dei dati; ritiene pertanto che dette misure dovrebbero essere valutate in funzione di questi criteri prima di procedere a una proposta formale;

24. riconosce che il conseguimento di un equilibrio tra garantire la libera circolazione di un numero sempre più elevato di persone alle frontiere e assicurare ai cittadini europei maggiore sicurezza costituisce un compito arduo e non nega che l’utilizzo dei dati offra vantaggi evidenti; al contempo è del parere che la fiducia dell’opinione pubblica nelle azioni del governo può essere preservata soltanto se nel settore della protezione dei dati vengono forniti sufficienti garanzie, meccanismi di vigilanza e mezzi di ricorso;

o

o o

25. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al garante europeo della protezione dei dati e all’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea (FRONTEX).

  • [1]  GU L 105 del 13.4.2006, pag. 1.
  • [2]  GU L 218 del 13.8.2008, pag. 60.
  • [3]  GU L 299 del 8.11.2008, pag. 1.
  • [4]  GU L 299 del 8.11.2008, pag. 43.
  • [5]  Testi approvati, P6_TA(2008)0633.
  • [6]  SEC(2008)0153.

MOTIVAZIONE

Introduzione

La creazione dello spazio Schengen ha comportato una nuova riflessione sul concetto di “gestione integrata delle frontiere”, avanzato dal Consiglio europeo di Laeken del dicembre 2001 e ripreso in una comunicazione della Commissione del 2002[1] nonché nel programma dell’Aia in termini di istituzione di un “sistema di gestione integrata per le frontiere esterne”. Nella comunicazione del 2002 sono state evidenziate cinque componenti, che appaiono collegate le une alle altre quali base di una politica comune in materia di gestione integrata delle frontiere esterne: (1) un corpus legislativo comune, (2) un meccanismo comune di concertazione e di cooperazione operativa, (3) una valutazione comune e integrata dei rischi, (4) personale formato alla dimensione europea e attrezzature interoperative, (5) una ripartizione degli oneri fra gli Stati membri nella prospettiva di un Corpo europeo di guardie di frontiera.

La Commissione, ritenendo che il programma definito nel 2002 sia ormai realizzato[2] (nonostante alcune iniziative e/o sistemi legislativi debbano ancora essere approvati e/o attuati) e che “ulteriori passi potrebbero essere compiuti per ottenere una gestione delle frontiere davvero integrata per realizzare il duplice obiettivo di migliorare la sicurezza e facilitare le procedure di viaggio per i cittadini di paesi terzi”, ha pubblicato a tal fine una comunicazione nel febbraio 2008. La comunicazione evidenzia tre elementi costitutivi che si applicherebbero ai cittadini di paesi terzi che si recano in uno Stato membro che partecipa alla cooperazione Schengen o in un paese associato a quella cooperazione: (1) creazione di un sistema di registrazione degli ingressi/uscite, (2) facilitazione dell’attraversamento delle frontiere per i viaggiatori in buona fede e (3) introduzione di un sistema elettronico di autorizzazione di viaggio (ESTA). La Commissione intende presentare le proposte legislative entro il 2009-2010, al fine di poter attuare le nuove misure tra il 2012 e il 2015.

La relatrice ritiene che il Parlamento europeo debba fornire il proprio parere in merito a questo nuovo insieme di misure previsto dalla Commissione, benché sia ancora nella fase di definizione della politica, in quanto è verosimile che apportino cambiamenti sostanziali nel modo di concepire la gestione delle frontiere e possano avere un enorme impatto in termini di protezione dei dati.

La relazione si basa sulla tavola rotonda del 30 giugno 2008 “Parlamento europeo-parlamenti nazionali: Libertà e sicurezza nella gestione integrata delle frontiere dell’UE”, su riunioni della commissione LIBE in materia nonché su contatti con rappresentanti della Commissione, con il garante europeo della protezione dei dati, con rappresentanti degli Stati membri e con il dipartimento statunitense per la sicurezza nazionale.

Posizione della relatrice

Strutturare il futuro osservando con attenzione il presente

Sin da subito la relatrice desidera richiamare l’attenzione su un elemento chiave al fine di valutare le nuove misure proposte: nella sua valutazione d’impatto la Commissione, dopo aver riesaminato varie alternative politiche (tra cui lo status quo), ha privilegiato un’opzione. Quest’ultima consisterebbe in una combinazione tra un sistema di ingresso/uscita per tutti i cittadini di paesi terzi, un programma per viaggiatori registrati (RTP) aperto ai cittadini di paesi terzi e un quadro per lo sviluppo di regimi “locali” per viaggiatori registrati e controlli di frontiera automatizzati.

Con riferimento al quadro di valutazione comparativa, la valutazione d’impatto sottolinea che “[l]a situazione di partenza rispetto alla quale sono effettuate le valutazioni presuppone la buona attuazione dello status quo”[3].

Occorre sottolineare tale aspetto in quanto attualmente nell’area della gestione delle frontiere vari strumenti non sono ancora operativi e pertanto non è possibile formulare alcuna osservazione in merito alle loro prestazioni [4].

La relatrice ritiene anche che sia assolutamente necessario procedere a una chiara valutazione delle misure esistenti prima di elaborare qualsiasi nuova proposta in tale campo.

Le misure specifiche, gli esempi esteri e la via da seguire

Poiché nei documenti di lavoro della relatrice sono già stati formulati commenti specifici, la relatrice desidera a) sintetizzare brevemente i suoi punti di vista in merito alle misure proposte, b) rammentare le esperienze di altri paesi in questo settore e c) sottolineare alcune delle azioni da incoraggiare in tale ambito.

Ingresso/uscita, RTP, ESTA e sviluppi altrove

Da una prospettiva globale la relatrice ritiene che sia da accogliere con favore lo sviluppo di un modello europeo di gestione integrata delle frontiere esterne dell’Unione europea. Tuttavia, il ritmo cui sono state presentate misure specifiche (che contribuiscono alla vigilanza degli spostamenti dei viaggiatori) è aumentato costantemente. In assenza di un piano generale esaustivo, che spieghi gli obiettivi, le prestazioni e le sinergie necessarie da parte dei programmi e dei sistemi già attivi, in fase di preparazione oppure in fase di definizione, è piuttosto difficile valutare correttamente l’assoluta necessità di nuovi sistemi, in particolare di uno come il sistema di ingresso/uscita proposto. Inoltre, occorre fornire una chiara definizione del concetto di “soggiornante fuoritermine” nonché dati affidabili a sostegno di tale sistema.

La relatrice sostiene in linea di principio il concetto relativo all’RTP, ma richiama l’attenzione sulla terminologia usata nella comunicazione e sulla necessità di fornire precisi criteri e motivi per la registrazione/revoca (tra cui possibilità di ricorso). Infine, è a favore di un approccio armonizzato.

Riguardo all’ultima misura inclusa nel pacchetto di febbraio 2008 in materia di frontiere, l’ESTA, la relatrice ritiene che i tempi non siano maturi per pronunciarsi in merito alla sua utilità o al suo valore aggiunto. La relatrice resta in attesa dello studio politico, seguito da uno studio tecnico della Commissione che analizzerà la fattibilità, le implicazioni pratiche e l’impatto di un tale sistema. Solo allora sarà possibile elaborare ulteriormente la misura in questione.

La relatrice è dell’avviso che nel contesto di queste misure si debba procedere a un’approfondita riflessione riguardo all’impatto sui diritti di riservatezza dei soggetti in parallelo a consultazioni tecniche che esplorino anche tecnologie meno invasive e in grado di ridurre al minimo il trattamento dei dati personali. È altresì opportuno rammentare che si dovrebbe osservare con attenzione il ricorso massiccio a dati biometrici previsto da queste nuove misure.

Quando si esaminano esempi all’estero in cui sono state introdotte misure analoghe a quelle proposte nella comunicazione, in particolare il programma US-VISIT (United States Visitor and Immigrant Status Indicator Technology), si deve adottare un approccio prudente. Il programma US-VISIT ha lo scopo di rafforzare la sicurezza dei cittadini statunitensi e di coloro che si recano negli USA, facilitare gli spostamenti legittimi e il commercio, garantire l’integrità del sistema di immigrazione statunitense e proteggere la privacy dei visitatori. A seguito di un’esperienza teorica e “sul terreno” a Washington CD, la relatrice perviene alla conclusione che un programma come US-VIST possa funzionare davvero da un punto di vista tecnico e che il programma in quanto tale non sia un ostacolo per definizione a flussi regolari di viaggiatori. Tuttavia, occorre anche rammentare che il GAO statunitense (Government Accountability Office, Ufficio per la responsabilità governativa)[5] solleva molti interrogativi riguardo all’efficacia in termini di costo del sistema[6].

Prospettive per il futuro

Come sottolineato in precedenza, la relatrice ritiene che un primo passo necessario dovrebbe consistere nella valutazione critica e approfondita del funzionamento e dell’efficacia dei sistemi esistenti e delle rispettive interazioni al fine di discutere ulteriormente la necessità di adottare nuove misure.

Al tempo stesso il quadro globale relativo a tutte le misure esistenti e alle iniziative proposte dovrebbe essere chiaramente definito insieme alle questioni sulla protezione dei dati e alle necessarie garanzie da fornire quanto prima nell’ambito del processo.

La relatrice prende atto del questionario inviato dalla Presidenza alle delegazioni degli Stati membri dell’UE nonché di Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera riguardo al proposto sistema di ingresso/uscita, comprese le relative risposte.

La relatrice è dell’avviso che si dovrebbe sviluppare una discussione più approfondita sulle tre misure in oggetto con tutti gli attori pertinenti, e sottolinea la necessità di dibattiti pubblici a livello nazionale ed europeo.

  • [1]  COM(2002)0233. Verso una gestione integrata delle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea.
  • [2]  Quadro giuridico consolidato, norme semplificate per il traffico frontaliero locale (regolamento (CE) n. 1931/2006), creazione dell’agenzia FRONTEX per la gestione della dimensione operativa, istituzione del Fondo per le frontiere esterne per il sostegno finanziario agli Stati membri con responsabilità di tratti lunghi e difficili delle frontiere esterne e per aiutare gli Stati membri ad affrontare un improvviso e imprevisto aumento degli immigranti.
  • [3]  SEC (2008) 0153, pagg. 45-46.
  • [4]  Ha giustamente sottolineato anche che “il fatto che il sistema VIS non riesca a effettuare controlli alle frontiere esterne nonché a operare in modo efficiente e a tutti i valichi di frontiera limiterebbe i vantaggi dell’opzione prescelta.”, SEC (2008)0154, pag. 52.
  • [5]  GAO, testimonianza di fronte alla sottocommissione per il controterrorismo alle frontiere, marittimo e globale, commissione per la sicurezza nazionale, Camera dei rappresentanti, 28 giugno 2007, Prospects For Biometric US-VISIT Exit Capability Remain Unclear, GAO-07-1044T.
  • [6]  La questione dell’efficacia in termini di costi di tali sistemi è stata sollevata nelle osservazioni preliminari del GEPD in merito alla comunicazione COM(2008)0069 def. del 3 marzo 2008, pag. 4, cfr. anche (n. 1).

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

10.2.2009

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

37

4

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Alexander Alvaro, Catherine Boursier, Emine Bozkurt, Philip Bradbourn, Mihael Brejc, Kathalijne Maria Buitenweg, Maddalena Calia, Michael Cashman, Giusto Catania, Carlos Coelho, Panayiotis Demetriou, Gérard Deprez, Armando França, Urszula Gacek, Patrick Gaubert, Roland Gewalt, Jeanine Hennis-Plasschaert, Wolfgang Kreissl-Dörfler, Henrik Lax, Roselyne Lefrançois, Baroness Sarah Ludford, Claude Moraes, Javier Moreno Sánchez, Sebastiano Sanzarello, Csaba Sógor, Vladimir Urutchev, Ioannis Varvitsiotis, Renate Weber

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Edit Bauer, Simon Busuttil, Marco Cappato, Charlotte Cederschiöld, Elisabetta Gardini, Sophia in ‘t Veld, Sylvia-Yvonne Kaufmann, Jean Lambert, Marian-Jean Marinescu, Antonio Masip Hidalgo, Bill Newton Dunn, Hubert Pirker, Eva-Britt Svensson, Rainer Wieland

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Gabriele Zimmer