RELAZIONE sul Libro bianco della Commissione dal titolo "L'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo"

23.3.2010 - (2009/2152(INI))

Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
Relatore: Vittorio Prodi


Procedura : 2009/2152(INI)
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A7-0057/2010
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul Libro bianco della Commissione dal titolo "L'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo"

(2009/2152(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visto il Libro Bianco della Commissione dal titolo "L'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo" (COM(2009)0147),

–   vista la sua risoluzione del 10 aprile 2008 sul Libro verde della Commissione "L'adattamento ai cambiamenti climatici in Europa – Quali possibilità di intervento per l'UE"[1],

–    vista la sua risoluzione del 4 febbraio 2009 su "2050: il futuro inizia oggi – Raccomandazioni per una futura politica integrata dell'Unione europea sul cambiamento climatico"[2],

–   vista la sua risoluzione del 16 settembre 2009 sugli incendi boschivi dell'estate 2009[3],

–   vista la sua risoluzione del 25 novembre 2009 sulla strategia dell'UE per la Conferenza di Copenaghen sul cambiamento climatico (COP 15)[4],

–   vista la sua risoluzione del 10 febbraio 2010 sull'esito della Conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici (COP15)[5],

–   visti la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), il protocollo di Kyoto relativo all'UNFCCC e l'esito della quindicesima conferenza delle parti aderenti all'UNFCCC svoltasi a Copenaghen[6],

–   vista la direttiva 2009/29/CE del 23 aprile 2009 che modifica la direttiva 2003/87/CE al fine di perfezionare ed estendere il sistema comunitario per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra[7],

–   visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e i pareri della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, della commissione per i trasporti e il turismo, della commissione per lo sviluppo regionale e della commissione per la pesca (A7‑0057/2010),

A. considerando che il riscaldamento globale e il cambiamento climatico sono considerate delle minacce molto serie,

B.  considerando che gli effetti del cambiamento climatico avranno una notevole incidenza ambientale, economica e sociale,

C. considerando che, perfino nell'eventualità che a livello mondiale si riuscisse a limitare e a ridurre le emissioni di gas serra, sarebbero comunque richiesti ingenti sforzi di adattamento per gestirne le inevitabili conseguenze,

D. considerando che l'obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro i 2°C continuerebbe a significare per l’Europa uno scenario di riscaldamento, caratterizzato da estreme variazioni climatiche regionali e che gli attuali impegni notificati all'UNFCCC, se attuati, contribuirebbero a un riscaldamento di +3,5-4°C,

E.  considerando che le conseguenze del cambiamento climatico colpiranno le regioni europee in diversi modi, con diversi livelli di gravità e in periodi differenti,

F.  considerando, come sottolineato nel Libro bianco della Commissione, che l'adattamento richiederà la solidarietà degli Stati membri verso le regioni svantaggiate e le regioni maggiormente colpite dal cambiamento climatico,

G. considerando che l'Europa meridionale e il bacino del Mediterraneo sono due aree dell'Europa particolarmente vulnerabili, le quali affrontano già fenomeni quali la scarsità delle risorse idriche, la siccità e gli incendi boschivi e che secondo recenti ricerche è prevista una diminuzione fino al 25% della produzione cerealicola entro il 2080 nell'Europa meridionale[8],

H. considerando che, secondo la Società respiratoria europea, per ogni aumento della temperatura pari a una grado Celsius al di sopra di una specifica soglia urbana, si verifica un aumento del 6% della mortalità delle persone con problemi respiratori,

I.   considerando l'importanza della sezione del Libro bianco intitolata "La dimensione esterna e le attività in corso nell'ambito dell'UNFCCC" e la necessità che l'UE si esprima con una sola voce al fine di riprendere un ruolo guida nella lotta contro il cambiamento climatico, contribuendo alla creazione di una nuova "diplomazia del clima", così come auspicato dal Parlamento europeo nella risoluzione del 10 febbraio 2010 sui risultati della Conferenza di Copenaghen,

J.   considerando che gli effetti del cambiamento climatico sull'economia, la società e l'ambiente in senso più ampio saranno percepiti ancora più gravemente in modo indiretto, attraverso il deterioramento delle funzioni degli ecosistemi, che sono fondamentali per il benessere degli esseri umani e che a tal fine la protezione degli ecosistemi deve costituire la base di una strategia di adattamento dell'UE,

K. considerando che l'aumento delle temperature medie comporta una riduzione della domanda di petrolio e di gas per il riscaldamento, ma che nel contempo il numero di giorni in cui è necessario il raffreddamento aumenta, il che può determinare un aumento della domanda di elettricità,

L.  considerando che la normativa europea in vigore che disciplina direttamente le questioni ambientali dovrebbe fornire una base coerente per rafforzare la capacità dell'UE di far fronte agli impatti dei cambiamenti climatici,

M. considerando che l'azione perseguita a livello europeo dovrebbe fissare e soddisfare gli standard più elevati in termini di rispetto per l'ambiente, sia a breve che a lungo termine (compreso l'adattamento ai cambiamenti climatici),

1.  esprime apprezzamento per il succitato Libro bianco;

2.  condivide l'obiettivo del quadro di adattamento proposto dall'Unione europea, che consiste nell'aumentare la capacità di risposta dell'UE all'impatto del cambiamento climatico;

3.  accoglie con particolare favore l'enfasi posta dal Libro bianco sull'aumento della resilienza di tutti gli ecosistemi, in quanto costituisce una difesa fondamentale contro gli effetti più estremi dei cambiamenti climatici; sottolinea ancora una volta che gli ecosistemi naturali sono i principali pozzi di assorbimento del carbonio della terra, poiché catturano il 50% delle emissioni annue globali di gas a effetto serra e contribuiscono alla mitigazione e all'adattamento;

4.  evidenzia che è importante stabilire piani nazionali di adattamento basati su un quadro europeo comune che permetta agli Stati membri di pianificare e comunicare i loro sforzi di adattamento; è del parere che tali piani dovrebbero includere mappe del rischio indicanti le infrastrutture e gli impianti che, in caso di eventi meteorologici avversi, potrebbero comportare un rischio per l'ambiente o la salute pubblica; chiede che tali informazioni siano messe a disposizione del pubblico e degli altri Stati membri;

5.  sottolinea l'importanza di integrare la dimensione dell'adattamento in tutte le politiche dell'Unione europea – in particolare la politica agricola comune, la politica comune della pesca, la politica forestale e la politica di coesione – nonché nella legislazione concernente la valutazione di impatto ambientale, la licenza edilizia e le norme relativa all'edilizia e di garantire la coerenza di tali misure mediante un approccio trasversale e intersettoriale basato sulla resilienza degli ecosistemi;

6.  sottolinea che le principali aree di azione identificate nel Libro bianco dovrebbero essere ulteriormente classificate per ordine di priorità in funzione del periodo in cui si prevede che si verifichino le diverse conseguenze in Europa, al fine di incanalare in modo più efficace le risorse disponibili;

Creazione della base di conoscenze

7.  concorda con la Commissione sulla necessità di maggiori conoscenze sugli impatti del cambiamento climatico, al fine di assicurare la maggiore diffusione possibile delle informazioni provenienti dalla ricerca scientifica e quindi poter predisporre le misure di adattamento opportune;

8.  invita la Commissione non solo a sviluppare una base di conoscenze sull'impatto del cambiamento climatico con particolare riferimento all'Unione europea, ma anche a trasferire tali conoscenze ai paesi in via di sviluppo e ai paesi industrializzati affinché possano utilizzarle per elaborare le proprie risposte al problema del cambiamento climatico e fare un uso efficace dei finanziamenti destinati alle misure di protezione del clima;

9.  sottolinea la necessità di intensificare l'impegno nella ricerca, nell'ambito dell'attuale settimo programma quadro e dei futuri programmi quadro di ricerca, al fine di colmare le attuali lacune del sapere in relazione ai rischi (catastrofi correlate al clima passate e prevedibili in futuro) e ad altri fattori naturali rilevanti quali gli sviluppi socioeconomici (distribuzione geografica attuale e futura dei beni a rischio) e di approntare modalità e tecniche per valutare i costi e i benefici delle misure di adattamento agli impatti del cambiamento climatico e il loro contributo al fine di ridurre l'esposizione o la vulnerabilità ai rischi climatici; ritiene che la priorità debba essere attribuita alla ricerca e al finanziamento dello sviluppo tecnico negli Stati in cui l'adozione di misure di adattamento comporta costi elevati;

10. evidenzia la necessità di elaborare con urgenza indicatori di vulnerabilità, alla luce della diversità degli scenari climatici nel territorio della Comunità e sottolinea l'esigenza di approfondire le ricerche tese all'elaborazione di modelli a livello nazionale, regionale e locale, come pure la necessità di definire la capacità di adattamento in tutto il territorio dell'UE; sollecita pertanto l'Agenzia europea dell'ambiente (AEA) a elaborare relazioni che analizzino i rischi che il cambiamento climatico rappresenta per le regioni più vulnerabili dell'Europa, identificando le necessità, i vincoli, le scadenze, le opportunità, i livelli politici e le opzioni di adattamento, al fine di definire orientamenti per le prassi di adattamento e assistere le parti regionali e locali interessate nello sviluppo di strategie di adeguamento efficaci;

11. ricorda tuttavia che l'incertezza relativa alle conseguenze del cambiamento climatico è parte integrante del problema e che le decisioni in materia devono talvolta essere prese senza aspettare certezze scientifiche, conformemente a un approccio precauzionale;

12. è del parere che sia necessario destinare fondi alla ricerca sul clima, che può essere fatta in modo più efficace a livello europeo e fornirà una solida base per elaborare politiche di adeguamento al cambiamento climatico;

13. sollecita la Commissione a garantire un facile accesso ai dati dettagliati (inclusi i metadati che descrivono le metodologie per gli insiemi di dati) a tutte le parti interessate pubbliche e private; è del parere che i dati sul cambiamento climatico debbano essere considerati un bene pubblico e che pertanto, in linea con l'articolo 14 della direttiva INSPIRE, debbano essere messi a disposizione del pubblico gratuitamente o a un prezzo che copra la manutenzione degli insiemi di dati e i corrispondenti servizi di dati;

14. sottolinea la necessità di sviluppare una rete di iniziative di adattamento al cambiamento climatico a livello locale e regionale e di scambiare esperienze a livello europeo; evidenzia che l'individuazione delle migliori prassi può apportare un valore aggiunto alla strategia europea;

15. sottolinea la validità dei metodi di ricerca partecipativa, quali auspicati in seno al programma "Scienza nella società" del settimo programma quadro di ricerca dell'UE, che permettono una costruzione comune delle conoscenze con le comunità e le autorità locali, al fine di determinare le migliori strategie di adeguamento a livello regionale e locale e garantire una migliore diffusione delle conoscenze;

16. plaude all'iniziativa del Libro bianco di istituire un meccanismo di scambio di informazioni; auspica che esso sia operativo entro il 2011, così come la messa a punto di modelli e strumenti di previsione;

17. ritiene che la Commissione debba verificare che il Meccanismo di scambio di informazioni sia sviluppato come un portale che integri altri sistemi esistenti quali il Sistema comune di informazioni ambientali (SEIS) e il Monitoraggio globale di osservazione per l'ambiente e la sicurezza (GMES), e debba altresì fornire un valore aggiunto creando le condizioni affinché l'UE, gli Stati membri e le parti private interessate possano pianificare, finanziare e attuare i programmi di adattamento opportuni;

18. sottolinea l'importanza che i servizi via satellite rivestono per le attività di soccorso in caso di catastrofe naturale; invita tutti gli attori interessati a rendere quanto prima il GMES pienamente operativo;

Integrazione dell'adattamento nelle politiche dell'UE

Principio generale

19. sottolinea la necessità di adottare un approccio trasversale basato sulla resilienza degli ecosistemi, sulla protezione degli ecosistemi e degli habitat e sui servizi forniti dagli ecosistemi e di garantire la sinergia e la coerenza tra le misure da adottare a livello di tutte le politiche settoriali interessate;

Acque

20. esprime particolare preoccupazione per le risorse idriche, che rappresentano una delle principali risorse presenti sul nostro pianeta, in quanto il cambiamento climatico avrà un notevole impatto sulla quantità e qualità dell'acqua, soprattutto dell'acqua potabile;

21. sottolinea che l'UE deve gestire le sue risorse idriche in modo più efficace mediante un approccio sostenibile bidimensionale, migliorando il potenziale delle risorse e riducendo attivamente la domanda e gli sprechi a livello della popolazione e delle attività socioeconomiche;

22. sottolinea l'importanza di integrare completamente la dimensione dell'adattamento all'interno dei piani di gestione dei bacini idrografici, conformemente agli orientamenti pubblicati il 30 novembre 2009;

23. sottolinea l'importanza di garantire un'attuazione concreta della direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE)[9] e l'efficacia dei piani di gestione dei bacini idrografici, in particolare nel caso dei bacini transfrontalieri e nelle regioni in cui la pressione sulle risorse idriche può raggiungere livelli critici e/o in cui la frequenza delle alluvioni è in aumento;

24. evidenzia l'importanza dell'applicazione della direttiva sulle alluvioni, che istituisce un meccanismo completo per la valutazione e il monitoraggio dei maggiori rischi di alluvioni derivanti dal cambiamento climatico e per l'elaborazione di approcci di adattamento, unitamente ai benefici generati da un ambiente e da ecosistemi resilienti ai fini del controllo e della minimizzazione dell'impatto delle inondazioni;

Agricoltura e silvicoltura

25. pone in rilievo l'esigenza di migliorare la risposta degli ecosistemi agricoli mediante un ricorso più sostenibile alle risorse naturali, in particolare acqua e suolo, scoraggiando attivamente le pratiche non sostenibili e la coltivazione di colture inadatte a motivo del loro consumo di acqua e di fare un maggiore ricorso alla biodiversità intraspecifica e interspecifica a livello di sementi e razze animali;

26. ritiene che la politica agricola comune possa fornire un contributo fondamentale all'adattamento e che debba sviluppare un approccio all'agricoltura maggiormente basato sull'ecosistema, che tuteli e migliori la conservazione della biodiversità e la fornitura di altri servizi ecosistemici, tra cui la conservazione del suolo, la qualità delle acque di esondazione e la connettività ecologica tra paesaggi; ritiene inoltre che l'introduzione di pratiche agricole sostenibili comporterà importanti benefici per la conservazione del suolo, la gestione delle risorse idriche, la conservazione della biodiversità e la resilienza degli ecosistemi;

27. sottolinea che le misure dell'UE a favore delle foreste dovranno comprendere la dimensione dell'adattamento, dal momento che gli ecosistemi forestali saranno profondamente colpiti dal cambiamento climatico e da un maggiore rischio d'incendi;

28. accoglie con favore le proposte della Commissione di aggiornare la strategia forestale dell'UE; esorta la Commissione ad avviare quanto prima possibile un dibattito sulla tutela delle foreste;

29. invita la Commissione e gli Stati membri a introdurre misure agroforestali per il rimboschimento dei paesi del Mediterraneo quale modalità economicamente efficace per fornire servizi ecosistemici di base;

30. esprime preoccupazione per il fatto che in questi ultimi anni l'Europa sia interessata da incendi che distruggono più di 400 000 ettari di foresta all'anno; rileva che, con incendi su questa scala, soprattutto nel sud dell'Europa, le foreste non sono in grado di rigenerasi e ciò comporta gravi conseguenze ecologiche, economiche e sociali; rileva altresì che le eccezionali condizioni climatiche verificatesi nel 2007 hanno comportato il fenomeno dei mega-incendi, che rischiano di divenire più ricorrenti negli anni a venire; rileva inoltre che, almeno nei prossimi 30 anni, il riscaldamento globale aumenterà e interesserà perlopiù determinate regioni particolarmente vulnerabili al cambiamento climatico;

31. sollecita la Commissione a dare priorità, nella sua proposta di un piano d'azione dell'UE per l'adattamento ai mutamenti climatici, alla prevenzione e alla lotta contro la siccità e gli incendi boschivi, con particolare attenzione all'Europa meridionale, come suggerito dal Parlamento europeo nella sua risoluzione sugli incendi boschivi dell'estate 2009[10];

32. invita la Commissione a proporre raccomandazioni concernenti modalità di adeguamento dei sistemi nazionali di protezione civile affinché possano far fronte all'impatto del cambiamento climatico; sollecita in particolare la Commissione ad adottare misure per ampliare la riserva tattica antincendio dell'UE, in termini di risorse e di capacità;

33. raccomanda alla Commissione di elaborare programmi di ricerca per studiare la reazione delle foreste a livelli più elevati di CO2, all'aumento delle temperature e alla siccità;

34. raccomanda alla Commissione di mettere a punto programmi di ricerca al fine di sviluppare nuove tecniche per la gestione delle foreste degli ecosistemi colpiti, tenendo conto delle nuove condizioni generate dal cambiamento climatico;

Pesca

35. invita a prendere in esame sistemi alternativi di gestione della pesca e a ridurre la capacità di taluni segmenti della flotta europea, allo scopo di dar luogo a una pesca sostenibile e a pratiche di acquacoltura;

36. esorta la Commissione ad effettuare studi destinati a valutare il fenomeno delle alghe verdi e il loro impatto sul settore della pesca; chiede altresì che si realizzi uno studio sul fenomeno delle correnti provocato dal riscaldamento globale con riferimento agli spostamenti di talune specie marine;

37. esorta vivamente la Commissione ad assicurare che le raccomandazioni sulla gestione integrata delle zone costiere siano rafforzate ed attuate nel più ampio contesto della politica marittima integrata, riunendo tutte le politiche settoriali relative al mare e agli oceani;

38. esorta la Commissione a garantire che l'adeguamento mediante la resilienza degli ecosistemi sia inserito nella posizione della Comunità, nel contesto dei negoziati internazionali sulla pesca e sull'ambiente marittimo e innanzitutto in quello degli accordi di partenariato nel settore della pesca e delle organizzazioni regionali di pesca;

39. invita la Commissione a prendere parte attiva all'istituzione di un "fondo per il carbonio blu" nell'ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici; sottolinea che un tale fondo dovrebbe esplorare meccanismi finanziari e di coordinamento per la protezione e la gestione degli ecosistemi costieri e marini e del carbonio presente negli oceani, quale parte di una strategia globale di pianificazione marina;

Suoli

40. è dell'avviso che non solo il suolo ha un forte impatto sul cambiamento climatico, ma anche che il cambiamento climatico può portare a sua volta ad un grave degrado o erosione del suolo;

41. riconosce che il degrado del suolo comporta prevalentemente cause e impatti locali e regionali e che, di conseguenza, andrebbe rispettato il principio di sussidiarietà; esorta gli Stati membri privi di una legislazione di tutela del suolo ad assumersi le proprie responsabilità;

Zone costiere e insulari

42. ritiene che le zone costiere e insulari dovrebbero poter beneficiare di misure di adattamento prioritarie, dal momento che sono particolarmente vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico e sono densamente popolate, e che gli interessi economici sono molto elevati;

Politiche sanitarie e sociali

43. sottolinea che le politiche di adattamento al cambiamento climatico dovrebbero essere mirate a diventare il motore di una crescita sostenibile; sottolinea inoltre che tali politiche possono e devono anche avere la capacità di creare posti di lavoro e proteggere la giustizia sociale, contribuendo in tal modo a innalzare i livelli occupazionali e a combattere la povertà e le diseguaglianze sociali;

44. sottolinea che la dimensione sociale e occupazionale delle politiche di adattamento deve essere presa in considerazione nell'ambito della strategia di ripresa dell'UE;

45. osserva che dei piani di adattamento ambiziosi potranno contribuire allo sviluppo di posti di lavoro verdi in Europa, i quali ci condurranno verso un'economia senza carbonio, e invita pertanto la Commissione e gli Stati membri ad intensificare gli sforzi per rendere più sostenibile la crescita economica in tutta l'Europa;

46. sottolinea che le comunità e i gruppi sociali più deboli devono ricevere un adeguato sostegno in considerazione degli elevati costi delle misure di adattamento;

47. valuta positivamente le proposte della Commissione relative all'elaborazione, entro il 2011, di orientamenti e sistemi di sorveglianza sull'impatto del cambiamento climatico in termini di salute; evidenzia il rischio crescente della diffusione di malattie trasmesse da vettori e le gravi ripercussioni sulla salute respiratoria e la necessità di istruire i cittadini europei sulle efficaci misure di prevenzione raccomandate dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo;

48. rileva che saranno probabilmente le comunità più svantaggiate e le popolazioni più povere nonché i gruppi più vulnerabili, quali i bambini, gli anziani e coloro che sono già affetti da malattie a subire le peggiori conseguenze sulla salute degli impatti del cambiamento climatico; ritiene di fondamentale importanza considerare le misure di adattamento nel contesto delle disparità sul piano della salute, e che tali misure incoraggino azioni volte a promuovere i benefici complementari nel campo della salute;

49. sottolinea la necessità di potenziare i sistemi vigenti di sorveglianza e controllo delle zoonosi;

50. riconosce il ruolo che il settore sanitario svolge nell'adattamento; invita l'UE a sostenere le azioni volte a ridurre l'impronta di carbonio del settore, e a garantire un finanziamento adeguato per le misure di adattamento nel settore sanitario;

Infrastrutture

51. sottolinea la necessità di provvedere affinché la legislazione esistente in materia di autorizzazioni industriali e di valutazioni d'impatto ambientale, pur mantenendo una certa capacità di adattamento, richieda a qualsiasi infrastruttura pianificata o attività industriale autorizzata di tenere pienamente conto delle previsioni relative alle condizioni climatiche future; fa presente che in molti casi sarebbe più opportuno rinunciare allo sviluppo urbanistico di aree vulnerabili anziché costruire difese per prepararsi ad effetti climatici avversi;

52. sottolinea la necessità di garantire che, come parte integrante della valutazione dell'impatto ambientale, tutti i permessi edilizi, le licenze per operare, i cambi di destinazione d'uso dei terreni, i piani urbanistici e la pianificazione territoriale in generale tengano conto di diversi scenari di adattamento;

53. chiede alla Commissione di approntare quanto prima metodologie per l'elaborazione di progetti infrastrutturali "a prova di clima", che comprendano un'analisi costi-benefici ed eventuali alternative;

54. propone che la Commissione prenda in considerazione, fra le possibilità che esaminerà in relazione alla valutazione dell'impatto ambientale degli investimenti pubblici e privati, in che modo incentivare un'adeguata pianificazione territoriale (comprendente la mappatura dei rischi e dei pericoli);

55. incoraggia la Commissione a procedere con il suo piano volto a considerare gli effetti del cambiamento climatico nelle norme relative all'edilizia (quali gli Eurocodici), al fine di migliorare la resilienza dei fabbricati situati in aree a rischio;

56. ritiene che, sotto il profilo microclimatico, si debba evitate l’ulteriore impermeabilizzazione dei suoli in zone e città densamente popolate;

Trasporti

57. deplora la mancanza di attenzione al settore dei trasporti nel Libro bianco, benché rappresenti il 27% delle emissioni a effetto serra dell'UE e renda necessarie misure di adeguamento efficaci;

58. sottolinea la necessità che il settore dei trasporti formi parte integrante della strategia europea sul cambiamento climatico ed invita la Commissione a presentare quanto prima un pacchetto per il clima e il trasporto europeo;

59. reputa essenziale sostenere un trasferimento modale come mezzo per perseguire la decarbonizzazione del trasporto;

60. sottolinea che tutte le forme di trasporto devono gradualmente internalizzare i propri costi di adeguamento esterno;

61. è del parere che le conseguenze delle necessarie misure di adeguamento economico, sociale e finanziario nel settore del trasporto, come l'impatto della riorganizzazione del settore (in particolare dovuto a un trasferimento modale) non siano ancora adeguatamente note o anticipate; invita la Commissione a definire indicatori di vulnerabilità e metodi per lo scambio di pratiche migliori per i vari componenti del settore (trasporto ferroviario, stradale, aereo e marittimo);

62. invita la Commissione e gli Stati membri ad elaborare una politica efficace di mobilità urbana che riduca la congestione del traffico e l'inquinamento nei grandi agglomerati urbani grazie allo sviluppo del trasporto pubblico e della plurimodalità e dell'uso di sistemi di trasporto intelligenti;

63. sottolinea inoltre che un adeguato supporto finanziario ai progetti prioritari ferroviari, marittimi e fluviali TEN nel corso della prossima programmazione finanziaria UE 2014-2020, è necessario al fine di promuovere una politica dei trasporti moderna e sostenibile;

64. sottolinea la necessità di proseguire l'iter legislativo della direttiva "Eurovignette" al fine di promuovere il processo di internalizzazione dei costi esterni secondo il principio "chi inquina paga" stabilendo condizioni eque di concorrenza tra modi di trasporto;

Energia

65. sottolinea che il cambiamento climatico produce un forte impatto sull'offerta e sulla domanda di energia negli Stati membri dell'Unione europea;

66. invita la Commissione a effettuare un'analisi approfondita dei futuri scenari in ambito energetico, tenendo in considerazione l'impatto del cambiamento climatico sulle infrastrutture e sulla domanda di energia;

67. invita la Commissione a indagare sulla possibilità che il potenziale produttivo di elettricità da fonti energetiche rinnovabili e da combustibili fossili subisca cambiamenti dovuti al cambiamento climatico e richiama particolarmente l'attenzione sulle limitazioni relative al raffreddamento delle centrali termoelettriche e alle conseguenze che ne derivano;

68. rileva, in riferimento al raffreddamento dei reattori, i particolari rischi che insorgono per la sicurezza degli impianti nucleari durante le ondate di caldo, un problema che può potenzialmente produrre notevoli conseguenze ambientali negative sulle acque circostanti nonché implicazioni per la sicurezza degli approvvigionamenti;

69. rileva che eventi meteorologici estremi come inondazioni e tempeste possono danneggiare o mettere temporaneamente fuori uso centrali, piloni elettici, sottostazioni e cabine elettriche; rileva pertanto la necessità di reti elettriche eterogenee e robuste per far fronte alla maggiore esigenza di flessibilità delle reti e quindi l'esigenza di rafforzare sia le reti locali, sia le reti ad alta tensione internazionali;

70. sottolinea che il cambiamento climatico si tradurrà in un cambiamento dell'utilizzo energetico negli edifici e che la sfida più importante in quest'ambito consiste nell'affrontare la questione del riscaldamento eccessivo degli edifici; fa presente che il raffreddamento naturale e quello meccanico, il rendimento energetico e un assetto territoriale ben ponderato devono svolgere un ruolo importante al riguardo;

71. ritiene che, attraverso politiche energetiche intelligenti che promuovano attivamente, nei rispettivi territori, le fonti energetiche rinnovabili, l'approvvigionamento energetico decentrato e l'efficienza energetica, le regioni possano non solo contribuire a contrastare gli effetti del cambiamento climatico, ma anche dischiudere nuove opportunità e prospettive economiche per i propri cittadini;

72. sottolinea che le misure in materia di approvvigionamento energetico e accesso all'energia devono essere definite in un contesto di solidarietà tra Stati membri e che l'UE dovrebbe contribuire ad un riorientamento globale delle politiche verso l'efficienza energetica e garantire fonti energetiche rinnovabili;

73. invita gli Stati membri a fornire, entro il 30 giugno 2010, piani d'azione nazionale ambiziosi, vasti e realistici in base a modelli e parametri stabiliti dall'UE e fa osservare che il fabbisogno di ciascuno Stato membro in termini di energia da fonti energetiche rinnovabili deve in primo luogo essere soddisfatto mediante la produzione interna, mentre il ricorso al meccanismo dei trasferimenti statistici di energia prodotta da dette fonti fra Stati membri deve avere luogo solo quando lo si ritiene pienamente giustificato;

74. sottolinea che occorre dare priorità assoluta a un'ulteriore promozione della strategia dell'Unione europea finalizzata al raggiungimento dell'obiettivo di un aumento dell'efficienza energetica pari al 20% entro il 2020; ritiene inoltre opportuno, nel quadro della valutazione degli attuali piani d'azione in materia di efficienza energetica, vagliare la possibilità di rendere questo obiettivo giuridicamente vincolante a livello dell'Unione;

Biodiversità

75. chiede, dal momento che Natura 2000 è il pilastro centrale di tutti gli sforzi dell'Unione per preservare gli ecosistemi dal cambiamento delle condizioni climatiche, che i siti di Natura 2000 e gli altri paesaggi interessati siano gestiti attivamente, con adeguati finanziamenti da parte dell'UE e degli Stati membri e sulla base di una stretta cooperazione con le comunità locali e della loro consultazione, e sottolinea inoltre che occorrono orientamenti per garantire la connettività tra le aree naturali; sottolinea che, come affermato nella valutazione d'impatto della Commissione (SEC(2008)2887), allegata alla comunicazione della Commissione "Verso una strategia dell'UE per le specie invasive", c'è ancora molto da imparare sulle proporzioni e i percorsi delle specie invasive, sulle loro conseguenze per gli ecosistemi e su come il cambiamento climatico si ripercuoterà sulle invasioni biologiche;

76. sottolinea che la resilienza degli ecosistemi terrestri come di quelli marini dipende, in ultima analisi, dalla conservazione della biodiversità;

77. sottolinea il fatto che la legislazione dell'UE esistente, quale la direttiva quadro sulle acque[11] e la direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino[12], può contribuire ad affrontare la questione della resilienza degli ecosistemi in Europa, a condizione che nei piani di gestione sia integrato un approccio basato sugli ecosistemi; invita la Commissione e gli Stati membri ad attribuire la massima priorità all'attuazione delle politiche in questione;

78. sottolinea l'importanza di studiare il fenomeno dell'invasione degli ecosistemi europei da parte di specie alloctone (ad esempio, specie marine tropicali nel Mediterraneo) e di elaborare politiche adeguate per contrastare tale fenomeno;

Ambienti urbani

79. sottolinea il fatto che in Europa quasi il 75% della popolazione vive in aree urbane e che il cambiamento climatico costituisce un fattore aggiuntivo che incide sulla qualità della vita nelle città piccole e grandi; esorta il SEE a studiare l'impatto previsto del cambiamento climatico sui microclimi delle aree urbane (tenendo conto, ad esempio, dell'effetto urbano "isola di calore");

Migrazione

80. sottolinea che è probabile che il cambiamento climatico generi una migrazione su vasta scala, indotta dalle condizioni ambientali, dalle regioni che già costituiscono il punto d'origine dei flussi migratori verso l'Europa (Africa, Medio Oriente, Asia meridionale e sudorientale);

81. sottolinea la necessità di tenere conto, in sede di pianificazione a lungo termine della politica di aiuto allo sviluppo, della migrazione indotta da cause ambientali, in modo da rendere possibile l'adozione tempestiva di misure di prevenzione e di rapida risposta umanitaria nel paese di origine;

Patrimonio culturale

82. sottolinea l'importanza di predisporre misure di adattamento che tengano conto di tutti gli aspetti del patrimonio culturale europeo;

Struttura e governance

83. sottolinea la necessità che agli enti locali e regionali sia riconosciuto un ruolo centrale nella lotta contro gli effetti nocivi del cambiamento climatico;

84. rileva l'importanza di predisporre il livello opportuno di intervento, di integrazione intersettoriale e di sostegno alla capacità di recupero ambientale, onde ottimizzare l'efficacia delle misure applicate;

85. chiede alla Commissione e agli Stati membri di favorire un approccio coordinato all'adattamento, onde garantire la coesione territoriale in tutta l'Unione europea;

86. è del parere che occorra nel contempo adottare misure volte a conciliare un intervento economicamente innovativo e sostenibile con la tutela dell'ambiente naturale, in modo da ridurre al minimo i conflitti fra interessi ecologici ed economici;

87. esorta la Commissione a dare seguito alle proposte di introdurre strategie di adattamento nazionali e regionali obbligatorie;

88. invita la Commissione a elaborare un approccio esaustivo riguardo al ruolo del settore assicurativo in relazione alla consapevolezza del rischio e alla sua condivisione;

89. invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare il partenariato pubblico-privato necessario a istituire un quadro solido, efficace e a lungo termine per la gestione del rischio climatico (che copra tutti gli aspetti, dalla consapevolezza alla condivisione del rischio e alla ripresa), prevedendo la partecipazione e un forte ruolo guida delle autorità pubbliche;

90. ritiene che le regioni ultraperiferiche, date la loro situazione particolare, illustrata all'articolo 349 del trattato di Lisbona, e la loro collocazione geografica in zone tropicali, siano sensibili agli effetti del cambiamento climatico e dovrebbero dunque essere oggetto di un'attenzione particolare da parte della Commissione; invita quindi la Commissione a realizzare una valutazione d'impatto e ad elaborare un piano d'azione specifico per le regioni ultraperiferiche, nonché a sostenere gli scambi di informazioni e di buone prassi tra le autorità locali di tali regioni e quelle dei paesi terzi appartenenti allo stesso contesto geografico;

91. chiede alla Commissione di esercitare appieno le nuove prerogative che le vengono conferite dall'articolo 260 del trattato di Lisbona per assolvere alla sua funzione di custode dei trattati;

Finanziamento

92. sottolinea che il bilancio dell'UE non rispecchia attualmente le priorità dell'UE per quanto riguarda le politiche nell'ambito dell'adattamento al cambiamento climatico;

93. esorta la Commissione, nell'ambito della revisione dell'attuale quadro finanziario pluriennale, a concentrare l'attenzione sulla capacità del bilancio dell'UE di far fronte al cambiamento climatico; sottolinea che il prossimo quadro finanziario pluriennale dovrebbe attribuire un'elevata priorità al cambiamento climatico e in particolare alle misure di adattamento, nonché garantire la disponibilità dei fondi necessari;

94. esorta la Commissione, nel contesto della revisione del bilancio UE e al fine di garantire che esso affronti le conseguenze del cambiamento climatico, a proporre una procedura "a prova di clima";

95. chiede che in futuro sia assegnata la priorità al cambiamento climatico, segnatamente tramite l'integrazione della strategia di adattamento all'interno delle politiche dell'Unione europea;

96.invita a controllare scrupolosamente che una valutazione degli effetti del cambiamento climatico sia parte del processo di approvazione delle proposte concernenti progetti in materia di efficienza energetica, gestione dei rifiuti e sviluppo delle infrastrutture finanziati con fondi europei;

97. sottolinea che gli obiettivi della lotta contro il cambiamento climatico e della protezione ambientale devono essere integrati negli obiettivi di riequilibrio e di crescita della politica di coesione dell'UE, senza che essi si sostituiscano tuttavia alle finalità riconosciute della politica strutturale;

98. esorta la Commissione a proporre, in linea con la strategia dell'UE in materia di sviluppo sostenibile[13] e con carattere di urgenza, una tabella di marcia della riforma, settore per settore, delle sovvenzioni che producono un sensibile impatto negativo sull'ambiente, in vista della loro eliminazione graduale; sottolinea inoltre che le risorse finanziarie rese disponibili mediante tale riforma dovrebbero essere destinate agli sforzi per l'adattamento e alla creazione di posti di lavoro "verdi";

99. sottolinea che i fondi resi disponibili a titolo dei vari piani di ripresa economica dovrebbero essere altresì utilizzati per investimenti nell'adattamento e, in ogni caso, essere "a prova di clima";

100.  pone in rilievo il principio della prevenzione nell'adattamento al cambiamento climatico; invita la Commissione a sviluppare approcci volti a garantire che i costi derivanti dalla mancata adozione di misure di adattamento non siano addossati alla collettività;

101.  sostiene la Commissione nell'esortare il Consiglio a ripristinare il processo della revisione del regolamento concernente il Fondo di solidarietà dell'Unione europea, che consentirà di far fronte ai danni causati da catastrofi naturali o provocate dall'uomo in modo più efficace, flessibile e tempestivo;

102.  sottolinea che una parte sostanziale delle entrate derivanti dalla messa all'asta delle quote nell'ambito del sistema comunitario di scambio delle quote di emissione dei gas a effetto serra (EU ETS), compresa la messa all'asta per i trasporti aerei e marittimi, dovrebbe essere destinata a permettere agli Stati membri e ai paesi in via di sviluppo di adattarsi ai cambiamenti climatici; fa inoltre presente che tali provvedimenti dovrebbero supportare in sede europea i modi di trasporto sostenibili come il trasporto ferroviario; chiede che i fondi già destinati dall'EU ETS al servizio di obiettivi di solidarietà e crescita nell'Unione europea (le entrate derivanti dal 10% della quantità totale di quote da mettere all'asta) siano ripartiti tra gli Stati membri con un livello di reddito più basso, in parti uguali tra misure di adattamento e di mitigazione;

103.  chiede che la destinazione dei fondi derivanti dall'ETS e da altre fonti dell'Unione al sostegno degli Stati membri nell'adattamento al cambiamento climatico tenga conto della vulnerabilità di ciascuno Stato membro o di ciascuna regione al cambiamento climatico;

104.  riconosce la responsabilità storica che grava sui paesi industrializzati riguardo all'attuale surriscaldamento globale; ribadisce le dichiarazioni rese nella sua risoluzione del 10 febbraio 2010, compresa quella secondo cui gli impegni dell'UE destinati a sostenere finanziariamente gli sforzi in materia di clima nei paesi in via di sviluppo "devono essere nuovi e supplementari rispetto all'APS, oltre che indipendenti dalle procedure annuali di bilancio degli Stati membri";

Dimensione esterna

105.  ribadisce la necessità di integrare misure di adattamento nell'ambito di tutte le politiche esterne dell'UE, in linea con il punto 8 dell'accordo di Copenaghen;

106.  sottolinea che il valore dei servizi ecosistemici e della resilienza degli ecosistemi è ancor più significativo nei paesi meno sviluppati[14]; rileva che le politiche di adattamento, e specialmente quelle relative alla capacità di risposta degli ecosistemi, devono essere tenute in debita considerazione in tutti i negoziati internazionali, compresi quelli commerciali;

107.  è fermamente convinto della necessità che l’Unione europea mantenga e rafforzi il suo ruolo guida nella lotta internazionale al surriscaldamento globale e ritiene che eventuali ritardi in questa azione accresceranno il rischio di effetti ambientali, economici e sociali negativi nonché di costi maggiori;

108.  sottolinea che un fattore decisivo per la messa in atto positiva del quadro d'azione sull'adattamento al cambiamento climatico sarà l'integrazione di detto piano come parte di un accordo mondiale coeso e ambizioso (con obiettivi giuridicamente vincolanti) in materia di lotta il cambiamento climatico, e che l'UE deve assumere un ruolo da protagonista in questo senso;

109.  invita la Commissione a prendere in considerazione il potenziamento dei fondi pubblici destinati alla cooperazione nel futuro Ottavo programma quadro (FP8):

         a) con i paesi sviluppati, per aumentare la diffusione delle tecnologie rinnovabili;

         b) con i paesi in via di sviluppo, per sostenerli nella loro lotta contro i cambiamenti climatici che interessano le regioni più vulnerabili di tali paesi, sempre nel rispetto delle particolari circostanze di ciascuna regione e in base al criterio dello sviluppo sociale ed economico di quelle regioni nei paesi in via di sviluppo con cui viene avviata una cooperazione internazionale e

         c) con i paesi terzi limitrofi dell'UE in cui gli effetti dei cambiamenti climatici sono simili a quelli osservati nell'UE;

Gruppo direttivo sugli impatti dei cambiamenti climatici e sull’adattamento

110.  sostiene la proposta della Commissione di istituire un gruppo direttivo sugli impatti dei cambiamenti climatici e sull'adattamento; sottolinea che è importante che a tale gruppo prendano parte attori regionali e locali, oltre a rappresentanti statali; chiede alla Commissione di garantire che tale gruppo comprenda rappresentanti del Parlamento in qualità di osservatori nonché parti private interessate in qualità di esperti; invita la Commissione a provvedere affinché tale gruppo direttivo riservi un'attenzione particolare alle conseguenze del cambiamento climatico più gravi per la salute, come l'aumento dei decessi legati alle condizioni atmosferiche e delle malattie trasmesse da vettori;

Relazione della Commissione sui progressi compiuti

111.  invita la Commissione a presentargli, entro il 2012, una relazione sui progressi compiuti nell'applicazione del succitato Libro bianco;

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112.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

  • [1]  GU C 247E del 15.10.2009, pag. 41.
  • [2]  Testi approvati, P6_TA(2009)0042.
  • [3]  Testi approvati, P7_TA(2009)0013.
  • [4]  Testi approvati, P7_TA(2009)0089.
  • [5]  Testi approvati, P7_TA(2010)0019.
  • [6]  UNFCCC Draft decision -/CP.15, Copenhagen Accord, FCCC/CP/2009/L.7.
  • [7]  GU L 140 del 5.6.2009, pag. 63-87.
  • [8]  Centro comune di ricerca – Institute for Prospective Technological Studies: "Impacts of climate change in agriculture in Europe. PESETA-Agriculture study", EUR 24107 EN, 2009.
  • [9]  GU L 327 del 22.12.2000, pag. 1.
  • [10]  Testi approvati, P7_TA(2009)0013.
  • [11]  Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque (GU L 327 del 22.12.2000, pag. 1). Direttiva modificata da ultimo dalla direttiva 2008/32/CE (GU L 81 del 20.3.2008, pag. 60).
  • [12]  Direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 giugno 2008, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino).
  • [13]  Documento del Consiglio 10917/06 "Riesame della strategia dell'UE in materia di sviluppo sostenibile (SSS dell'UE)".
  • [14]  "Convenient solutions to an inconvenient truth: Ecosystem based Approaches to Climate Change", Banca mondiale, Dipartimento per l'ambiente, e "The Natural Fix? The role of ecosystems in climate mitigation", UNEP, 2009.

MOTIVAZIONE

Le principali conseguenze del cambiamento climatico si possono riassumere in meno giorni di pioggia a fronte di precipitazioni più intense, un minore volume delle precipitazioni nevose e un aumento dei periodi di siccità.

Questo incide direttamente sull'assetto geografico del territorio attraverso l'intensificazione dei processi di erosione del suolo e del rischio di alluvioni, mentre la diminuzione delle nevicate limita la capacità delle falde acquifere sotterranee di ricaricarsi autonomamente. Le attuali prassi di gestione idrica dimostrano chiaramente perché dobbiamo adattare il nostro approccio nei confronti dell'attuale gestione delle risorse. L'acqua piovana va conservata il più a lungo possibile nel luogo in cui precipita e i corsi d'acqua andrebbero messi in condizione di sostenere periodi di ritenzione più lunghi, dato il rischio crescente di violente e improvvise inondazioni. Gli alvei dei fiumi necessitano di una gestione adeguata, con relativa creazione di cascate finalizzate alla produzione di energia elettrica. Periodi più lunghi di siccità aumenteranno il rischio di incendi boschivi. Nella fattispecie, l'adattamento consiste nel ridurre il carico d'incendio tramite diradamenti forestali che riducano l'incidenza e la velocità d'innesco degli incendi. In effetti, un importante contributo in termini di capacità di adattamento arriverà dallo sfruttamento dei residui della biomassa forestale e agricola. Le misure di adattamento risultano fondamentali per far fronte alle sfide dinamiche poste dal cambiamento climatico e, nel contempo, migliorare le condizioni di sicurezza e le capacità di servizio dell'Unione europea. Il macro-adattamento, iniziativa della massima importanza, ci consentirebbe di migliorare gli attuali sistemi di gestione delle emergenze combinando i dati delle osservazioni satellitare e terrestre ai fini del nowcasting (previsioni istantanee) di eventi gravi ed è un concetto collegato, ma non identico, alla mitigazione.

Il Libro bianco in esame, tuttavia, è soltanto un lavoro preparatorio inteso a fornire un quadro di riferimento generico per le politiche, dal quale poter sviluppare in seguito i piani e le strategie del caso. In base a questa finalità, la nostra relazione di iniziativa non contiene riferimenti specifici e dettagliati a una serie di politiche, ma piuttosto delinea un approccio strategico generale mirato ad aumentare la capacità di risposta dell'UE agli impatti del cambiamento climatico. Allorché saranno elaborati piani d'azione specifici, vi sarà certamente spazio per un'analisi approfondita, in particolare dell'aspetto finanziario. In effetti, i fondi possono essere definiti soltanto una volta chiarita la finalità che ci si prefigge. Un'ampia e completa strategia di adattamento dovrebbe comprendere i seguenti elementi fondamentali: una speciale attenzione alla comunicazione (raccolta di dati e loro distribuzione alle pertinenti reti nazionali e locali) e una chiara intesa sulle modalità di condivisione degli sforzi in funzione delle capacità di adattamento a livello nazionale, regionale e locale e dell'influenza sul territorio; una particolare attenzione alla governance ai fini di politiche realmente efficaci; l'integrazione della politica di adattamento al clima in tutte le altre politiche dell'Unione europea. La dimensione territoriale dovrebbe valere ai fini operativi e non più come obiettivo, per una politica importante quale l'adattamento; il problema centrale verte pertanto sulla gestione del territorio e su una sua pianificazione coerente. Alcuni dei suggerimenti formulati sul Libro bianco rilevano la necessità di esaminare la relazione tra adattamento al cambiamento climatico e salute umana e animale. Infine si dovrà riesaminare il ruolo del settore assicurativo onde far fronte ai rischi crescenti, elaborando nuove proposte di partenariato pubblico-privato.

PARERE della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (24.2.2010)

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sul Libro bianco della Commissione: “L'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo”
(2009/2152(INI))

Relatrice per parere: Marisa Matias

SUGGERIMENTI

La commissione per l'industria, la ricerca e l'energia invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A.  considerando che il cambiamento climatico è un fenomeno globale, e che i suoi effetti sono distribuiti in modo diseguale tra le regioni del mondo e tra i vari settori; considerando che anche gli aspetti socioeconomici, i costi e i benefici saranno diversi tanto nei paesi in via di sviluppo quanto nei paesi più sviluppati, e che, di conseguenza, le risposte al cambiamento climatico debbono prevedere misure di adattamento come pure strategie volte ad assicurare un iter efficace verso lo sviluppo sostenibile mediante piani d'azione chiari e completi in tutti i settori pertinenti,

B.   considerando che l’attenuazione delle cause del cambiamento climatico, da un lato, e le misure di adattamento per limitarne l'impatto, dall'altro, non sempre possono essere separate, e che le recenti iniziative legislative dell'UE in materia di etichettatura dei pneumatici, etichettatura energetica e rendimento energetico degli edifici, quale parte del pacchetto di efficienza energetica, svolgono un ruolo importante nella riduzione delle emissioni di CO2, e che debbono altresì essere integrate nei futuri interventi per i nuovi modelli energetici a livello dell'UE,

C.  considerando che, conformemente alla direttiva ETS rivista, gli Stati membri dovrebbero destinare almeno il 50% dei proventi dello scambio di quote di emissione a misure sia di mitigazione che di adattamento,

D.  considerando che il cambiamento climatico avrà inevitabilmente un impatto sull'offerta di energia, sulla dimensione esterna della sicurezza energetica dell'UE e sulla domanda energetica, e che le condizioni meteorologiche, quali le forti precipitazioni, l'aumento delle temperature, le ondate di calore, la siccità, le forti tempeste, le inondazioni e gli incendi possono provocare gravi interruzioni dell'approvvigionamento energetico e danni alle relative infrastrutture, con un conseguente impatto diretto sulla produzione, il trasporto e la distribuzione di energia agli utenti finali,

E.   considerando che la diversificazione delle fonti energetiche e dei canali di distribuzione come anche dei fornitori di energia rappresenta uno strumento importante per garantire la parità di accesso e un approvvigionamento energetico adeguato, rispettando al contempo l'obiettivo dell'UE di incrementare il consumo di energia da fonti rinnovabili e ridurre le emissioni di CO2,

F.   considerando che la Commissione e gli Stati membri dovrebbero integrare le misure di adeguamento in sede di attuazione e modifica della legislazione, delle politiche e dei programmi attuali e futuri,

1.   riconosce che i fenomeni climatici estremi, congiuntamente al previsto aumento del livello del mare e alle più marcate variazioni nelle precipitazioni, richiedono nuovi progetti e misure di adattamento per la loro attuazione, in particolare per quanto riguarda l'agricoltura e la gestione dei bacini fluviali e idrografici, anche nell'ambito dei sistemi infrastrutturali esistenti, che genereranno costi operativi elevati ma comunque accessibili in quanto molto più bassi rispetto ai costi di un mancato intervento sul medio-lungo periodo; chiede tuttavia che la base scientifica di tali misure soddisfi i criteri derivanti dalla climatologia, con adeguati processi di revisione inter pares e di valutazione, e un aggiornamento costante dei risultati della ricerca in condizioni di trasparenza; invita la Commissione e gli Stati membri a fornire, nell'ambito di un piano d'azione nazionale ad hoc, informazioni relative a tali costi e alla loro ripartizione;

2.   osserva che la messa a punto di un'infrastruttura interconnessa nel settore dell'energia e una copertura a banda larga a livello europeo agevolerebbero l'adattamento attraverso un rafforzamento delle capacità di adattamento e una maggiore condivisione dei rischi;

3.   invita la Commissione a effettuare una valutazione approfondita degli eventuali rischi collegati al cambiamento climatico per le infrastrutture critiche, quali le reti dell'energia e le reti di telecomunicazione, che sono determinanti per il funzionamento del mercato interno;

4.   condivide il punto di vista secondo cui dovrebbero essere messe a punto quanto prima metodologie per progetti di infrastrutture "a prova di clima";

5.   rileva che, per evitare catastrofi, sono necessarie nuove misure in tutti i settori industriali, come ad esempio un maggior numero di controlli in materia di sicurezza, di consumo o produzione di energia, che estendano le attuali norme armonizzate nel campo della costruzione, quali gli Eurocodici per l’autorizzazione all'utilizzo degli edifici, compresi quelli industriali, che debbono conformarsi alla direttiva 85/337/CEE, modificata dalla direttiva 97/11/CE, e alla direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione dell'impatto ambientale (VIA) e la valutazione ambientale strategica (VAS);

6.   sottolinea che le misure in materia di approvvigionamento energetico e accesso all'energia devono essere definite in un contesto di solidarietà tra Stati membri e che l'UE dovrebbe contribuire a un riorientamento globale delle politiche verso una maggiore efficienza energetica e la promozione delle fonti di energia rinnovabile (RES); evidenzia che l'UE deve garantire fonti di energia rinnovabile, in conformità con il calendario di cui alla direttiva 2009/28/CE; invita gli Stati membri a fornire, entro il 30 giugno 2010, piani d'azione nazionali ambiziosi, vasti e realistici in base ai modelli e parametri stabiliti dall'UE, e fa osservare che il fabbisogno di ciascuno Stato membro in termini di energia da fonti energetiche rinnovabili deve in primo luogo essere soddisfatto mediante la produzione interna, mentre il ricorso al meccanismo dei trasferimenti statistici di energia prodotta da dette fonti fra Stati membri deve avere luogo solo quando lo si ritiene pienamente giustificato;

7.   sottolinea inoltre, a tale riguardo, che occorre dare priorità assoluta ad un'ulteriore promozione della strategia dell'Unione finalizzata al raggiungimento dell'obiettivo di un aumento dell'efficienza energetica pari al 20% entro il 2020; ritiene inoltre opportuno, nel quadro della valutazione degli attuali piani d'azione in materia di efficienza energetica, vagliare la possibilità di rendere questo obiettivo giuridicamente vincolante a livello dell'Unione;

8.   sottolinea che l'UE e gli Stati membri dovrebbero precisare l'importo del loro contributo finanziario alla cooperazione tecnologica con i partner, alla luce degli impegni assunti alla Conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici in termini di utilizzo dei proventi delle aste ETS e dei finanziamenti "di avvio rapido", onde incrementare gli investimenti sia privati che pubblici, in particolare in relazione ai loro prossimi piani d'azione nazionali, in materia di efficienza energetica e di energia rinnovabile, e accoglie con favore la comunicazione della Commissione che si impegna ad aumentare in modo sostanziale i fondi destinati alla ricerca nel settore energetico al fine di sviluppare un'economia energetica sostenibile;

9.   riconosce che il cambiamento climatico in corso ha un impatto notevole sullo sviluppo economico e che potrebbe comportare rischi di gravi interruzioni delle attività economiche e sociali; ritiene che le misure di adattamento economico, ivi compreso il passaggio a una produzione industriale più sostenibile, richiedano al contempo la mobilitazione di fondi sufficienti per le misure di adattamento e di mitigazione, e che tali misure non si debbano limitare all'utilizzo dei proventi del sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (ETS) – ricordando l'obbligo, a norma della pertinente legislazione, di destinare almeno il 50% di tali proventi a misure climatiche, incluso l'adattamento, sia nell'Unione che nei paesi in via di sviluppo – ma che debbano essere finanziate mediante ulteriori fondi innovativi, provenienti da fonti sia pubbliche che private; sottolinea che i fondi resi disponibili a titolo dei vari piani di ripresa economica dovrebbero essere altresì utilizzati per investimenti nell'adattamento ed essere comunque "a prova di clima";

10. ritiene che (anche in relazione alle decisioni in materia di adeguamento) le conseguenze in un settore spesso abbiano ricadute anche in altri ambiti, e invita pertanto la Commissione a tenere conto di tali interazioni nell'attuazione delle misure di adeguamento;

11. sottolinea la necessità di garantire che la vigente legislazione sulle licenze industriali e le valutazioni d'impatto ambientale tenga conto degli effetti del cambiamento climatico sulle infrastrutture e le attività industriali pianificate; rileva altresì che, per quanto riguarda le infrastrutture energetiche, le incidenze del cambiamento climatico dovrebbero essere prese in considerazione sia a livello dei singoli elementi delle infrastrutture sia in relazione ai sistemi energetici nazionali ed europei;

12.  constata che, in numerosi settori, le PMI sono particolarmente vulnerabili al cambiamento climatico e che spesso non sono sufficientemente preparate; invita la Commissione a valutare il livello di preparazione al cambiamento climatico tra le PMI, compresi i regimi di assicurazione disponibili, e a individuare possibili strumenti per contribuire a risolvere tale problema;

13.  evidenzia che è importante stabilire piani nazionali di adattamento basati su un quadro europeo comune, affinché gli Stati membri possano pianificare e comunicare i loro sforzi di adattamento, compresi quelli relativi ai sistemi e alle politiche energetici; è del parere che tali piani dovrebbero includere mappe del rischio indicanti gli impianti energetici e industriali che, in caso di eventi meteorologici avversi, potrebbero comportare un rischio per l'ambiente o la salute pubblica; chiede che tali informazioni siano messe a disposizione del pubblico e degli altri Stati membri;

14.  invita la Commissione a prendere in considerazione il potenziamento dei fondi pubblici destinati alla cooperazione internazionale nel futuro Ottavo programma quadro (FP8)

a.    con i paesi sviluppati, per aumentare la diffusione delle tecnologie rinnovabili,

b.   con i paesi in via di sviluppo, per sostenerli nella loro lotta contro i cambiamenti climatici che interessano le loro regioni più vulnerabili, sempre nel rispetto delle particolari circostanze di ciascuna regione e in base al criterio dello sviluppo sociale ed economico di quelle regioni dei paesi in via di sviluppo con cui viene avviata una cooperazione internazionale e

c.    i paesi terzi limitrofi dell'UE in cui gli effetti dei cambiamenti climatici sono simili a quelli osservati nell'UE;

15.  sottolinea la necessità di incrementare le risorse finanziarie necessarie per la ricerca e lo sviluppo in materia di cambiamento climatico; è del parere che, in particolare in considerazione dell'incertezza scientifica che caratterizza l'orizzonte temporale, la portata del problema, le regioni geografiche specifiche e i settori produttivi che saranno interessati dalle conseguenze del cambiamento climatico in Europa, sia necessario destinare risorse alla ricerca sul clima, che può essere intrapresa più efficacemente a livello europeo e che fornirà una base solida per lo sviluppo di politiche di adattamento al cambiamento climatico; ritiene altresì necessario potenziare le risorse per dare avvio all'iniziativa della Commissione, da stabilire insieme agli Stati membri, in vista della creazione di un sistema d'informazione ambientale integrato e condiviso a livello mondiale al fine di migliorare la disponibilità dei dati sui cambiamenti ambientali, dal momento che occorre tenere conto anche di altre misure, quali il sostanziale rafforzamento del finanziamento a favore della mitigazione e dell'adattamento in relazione a progetti e programmi di ricerca e sviluppo;

16.  si compiace della recente comunicazione della Commissione concernente gli investimenti nello sviluppo di tecnologie a basse emissioni di carbonio (il piano SET), che riconosce in modo chiaro che gli sviluppi tecnologici innovativi necessari per realizzare gli obiettivi della politica dell'UE in materia di energia e di clima presuppongono l'immediata cooperazione tra investitori pubblici e settore privato; sottolinea inoltre che il ruolino di marcia dell'UE relativo agli investimenti in questo tipo di tecnologie deve dare la priorità alle tecnologie RES e garantire il coinvolgimento di tutti gli attori del mercato, segnatamente le PMI, ai programmi in materia di efficienza energetica;

17.  sottolinea l'importanza che i servizi via satellite rivestono per le attività di soccorso in caso di catastrofi naturali; si compiace a tale proposito dell'assistenza rapida che è stata fornita dal sistema GMES alle autorità di protezione civile dopo il drammatico terremoto di Haiti; invita tutti gli interessati a rendere quanto prima il sistema GMES pienamente operativo;

18.  sottolinea, a tale proposito, la notevole importanza delle iniziative a livello locale, quali il rimboschimento e l'imboschimento, ai fini della partecipazione attiva alla lotta contro il cambiamento climatico ed evidenzia il ruolo fondamentale dello scambio di informazioni in materia di buone prassi e di campagne di informazione adeguate, ad esempio sulle modalità di adattamento al cambiamento climatico delle zone montagnose e costiere, delle isole e delle pianure, in coordinamento con le iniziative di più vasta portata prese dalle autorità nazionali e dall'UE, in vista di una messa in atto più efficace della legislazione, delle strategie e dei programmi dell'Unione in questo settore; segnala altresì che le regioni periferiche possono svolgere un ruolo di particolare rilievo attraverso la produzione decentrata di energia, che contribuisce a una maggiore efficienza energetica riducendo le perdite della rete e migliorando la gestione della domanda;

19.  ritiene che, al fine di sviluppare una base di conoscenze adeguata concernente l'adattamento al cambiamento climatico e di incoraggiare lo sviluppo delle tecnologie di adattamento, si dovrebbero sfruttare pienamente tutte le attuali iniziative dell'UE quali la creazione delle Comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI) in materia di mitigazione del clima e di adattamento ad esso, con il patrocinio dell'Istituto europeo per l'innovazione e la tecnologia (IET).

20.  sottolinea che un fattore decisivo per la messa in atto positiva del quadro d'azione europeo sull'adattamento al cambiamento climatico sarà l'integrazione di detto piano come parte di un accordo mondiale coeso e ambizioso (con obiettivi giuridicamente vincolanti) in materia di lotta al cambiamento climatico, e che l'UE deve assumere un ruolo da protagonista in questo senso.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

23.2.2010

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

43

3

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Jean-Pierre Audy, Zigmantas Balčytis, Zoltán Balczó, Ivo Belet, Bendt Bendtsen, Reinhard Bütikofer, Maria Da Graça Carvalho, Giles Chichester, Ioan Enciu, Norbert Glante, Fiona Hall, Romana Jordan Cizelj, Arturs Krišjānis Kariņš, Lena Kolarska-Bobińska, Bogdan Kazimierz Marcinkiewicz, Marisa Matias, Judith A. Merkies, Angelika Niebler, Jaroslav Paška, Anni Podimata, Miloslav Ransdorf, Herbert Reul, Teresa Riera Madurell, Paul Rübig, Amalia Sartori, Francisco Sosa Wagner, Konrad Szymański, Britta Thomsen, Ioannis A. Tsoukalas, Claude Turmes, Niki Tzavela, Vladimir Urutchev, Kathleen Van Brempt, Alejo Vidal-Quadras

Supplenti presenti al momento della votazione finale

António Fernando Correia De Campos, Ilda Figueiredo, Yannick Jadot, Oriol Junqueras Vies, Ivailo Kalfin, Bernd Lange, Werner Langen, Alajos Mészáros, Tiziano Motti, Vladko Todorov Panayotov, Silvia-Adriana Ţicău, Hermann Winkler

PARERE della commissione per i trasporti e il turismo (1.2.2010)

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sul Libro bianco della Commissione europea sull'adeguamento al cambiamento climatico: verso un quadro d'azione europeo
(2009/2152(INI))

Relatrice per parere: Dominique Vlasto

SUGGERIMENTI

La commissione per i trasporti e il turismo invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A.       considerando che il settore dei trasporti rappresenta circa il 27% delle emissioni di gas ad effetto serra nell'UE e questa percentuale è in aumento,

B.        considerando che il Consiglio europeo dell'8 e 9 marzo 2007 ha approvato la fissazione di un obiettivo per l'Unione europea di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2020 del 20 o 30%, in caso di accordo internazionale, rispetto al 1990 e che tale obiettivo non può essere raggiunto senza una strategia ad esso coerente da applicare al settore dei trasporti,

C.       considerando che il cambiamento climatico è una realtà determinata principalmente dall'attività dell'uomo, che la sfida consiste nel far convergere tutti gli attori interessati in uno sforzo globale e duraturo a favore del clima, che combini misure di prevenzione, attenuazione e adeguamento, e che le politiche previste a tal fine devono essere sia settoriali che transettoriali,

1.        deplora la mancanza di attenzione al settore dei trasporti nel Libro bianco della Commissione intitolato "Adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro europeo per l'azione" (COM(2009)0147) e auspica che il prossimo Libro bianco sulla futura politica comune europea dei trasporti fino al 2020 si concentrerà sull'integrazione dell'adattamento ai cambiamenti climatici e la loro mitigazione nella politica dei trasporti;

2.        richiama l'attenzione sul fatto che le risorse di bilancio assegnate per finanziare le misure richieste dal cambiamento climatico sono inadeguate;

3.        invita la Commissione a proporre, nel quadro della sua seconda revisione delle regole finanziarie applicabili ai programmi finanziati dall'Unione europea, nuovi approcci in fatto di finanziamento e di investimento nel settore dei trasporti, come pure strumenti di finanziamento integrati e innovativi relativamente all'adeguamento al cambiamento climatico, indispensabili per la buona riuscita delle politiche dei trasporti dell'Unione;

4.        sottolinea che gli sforzi compiuti dal settore dei trasporti per adeguarsi sarà particolarmente difficile, di fronte al cambiamento climatico e che sono le aziende del settore che attualmente stanno facendo la maggior parte degli sforzi; ritiene, tuttavia, che gli sforzi di adattamento compiuti da questo settore e dalle sue aziende non devono semplicemente essere indipendenti, tenendo presente che è in gioco la competitività di tutta l'economia europea, e che deve essere pienamente preso in considerazione l'approccio strategico per l'adattamento, in particolare proponendo azioni volte ad aumentare la capacità di ripresa del settore dei trasporti;

5.        Ritiene che le conseguenze economiche, sociali e finanziarie dell'attuazione di misure volte a contrastare il cambiamento climatico nel settore dei trasporti, quali gli effetti della riorganizzazione del settore (per esempio, a titolo dell'impatto del riequilibrio modale e delle capacità di trasporto multimodale), non sono ancora sufficientemente note o anticipate; sottolinea che la Commissione dovrebbe sviluppare la raccolta di dati sullo sviluppo di questo settore e definire gli indicatori di vulnerabilità e i metodi per lo scambio di migliori pratiche ed esperienze per i suoi vari componenti (stradale, ferroviario, aereo e marittimo);

6.        ricorda la risoluzione del 22 aprile 2009 relativa al Libro verde sul futuro della politica nel campo delle reti transeuropee dei trasporti (RTE-T), in cui si sottolinea che il cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile dovrebbero essere integrati nella politica europea delle infrastrutture per tutti i modi di trasporto, al fine di raggiungere gli obiettivi UE di riduzione delle emissioni di CO2;

7.        ritiene che la revisione RTE-T dovrebbe tener conto del fatto che i progetti devono poter essere adattati per resistere agli impatti del cambiamento climatico;

8.        sottolinea che la Commissione dovrebbe valutare, nel quadro di un nuovo piano di mobilità urbana sostenibile per le città europee incentrato sull'adeguamento degli agglomerati urbani agli effetti del cambiamento climatico, l'efficacia dei diversi modi di trasporto per la distribuzione delle merci, nonché la maniera di accrescere l'intermodalità fra i diversi tipi di trasporto urbano;

9.        chiede alla Commissione e agli Stati membri di elaborare una politica efficace di mobilità urbana che riduca la congestione del traffico e l'inquinamento nei grandi agglomerati urbani grazie allo sviluppo del trasporto pubblico, e della plurimodalità e dell'uso di sistemi di trasporto intelligenti;

10.      approva le azioni proposte per rafforzare l'elasticità dell'infrastruttura fisica; sottolinea che tale azione deve riguardare non solo la costruzione ma anche la manutenzione delle infrastrutture, comprese le infrastrutture di trasporto, e chiede alla Commissione di introdurre la necessità di rivalutare la sicurezza e i requisiti tecnici alla luce dei nuovi impatti del clima nel programma di lavoro delle agenzie comunitarie che operano nel settore della sicurezza dei trasporti;

11.      ritiene che le zone di montagna dell'Unione saranno particolarmente colpite dai cambiamenti climatici, che in queste regioni vulnerabili hanno una progressione più rapida, con incidenze sull'occupazione, l'accessibilità, lo sfruttamento del suolo, il turismo e le infrastrutture che avrebbero giustificato la previsione, nel Libro bianco, di azioni specifiche volte a "rafforzare la resilienza delle zone di montagna"; suggerisce quindi alla Commissione di redigere, nel contesto di una politica generale sulla pianificazione territoriale dinanzi a questa sfida, orientamenti comunitari sull'adeguamento al cambiamento climatico nelle zone di montagna, in quanto zone geografiche particolarmente sensibili al pari delle zone costiere e marittime;

12.      Invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare misure specifiche per proteggere le zone costiere e l'ambiente marino, in linea con la politica marittima comune, che tenga in debito conto il trasporto marittimo, la tutela dell'ambiente marino e la gestione e lo sviluppo delle zone costiere come parte di un approccio integrato;

13.      Invita la Commissione ad investire in ricerca e innovazione per l'adeguamento dei trasporti e delle loro infrastrutture agli effetti del cambiamento climatico e delle condizioni meteorologiche estreme, soprattutto nelle zone costiere e marittime, nelle regioni montagnose e nelle aree sismiche sensibili congiuntamente alla ricerca per ridurre i fattori che causano il cambiamento climatico, compresi i programmi sulle macchine verdi, sui sistemi di trasporto intelligenti e sui sistemi di gestione del traffico;

14.      invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere e a sostenere una pianificazione integrata a lungo termine delle infrastrutture dei trasporti e dell'energia e della pianificazione territoriale;

15.      chiede alla Commissione di migliorare, con la massima urgenza, la conoscenza e l'osservazione degli impatti climatici attraverso l'Agenzia europea dell'ambiente, il Centro comune di ricerca e l'Osservatorio europeo sulla siccità, ricorrendo ove possibile, alle nuove tecnologie di osservazione via satellite e ai sistemi di trasporto intelligenti;

16.      chiede alla Commissione di essere particolarmente attenta alla mappatura e alla valutazione degli impatti nelle zone di montagna e nelle zone costiere in cui si prevede che l'innalzamento delle temperature e del livello del mare possa avere forti ripercussioni sul settore del turismo da cui tali regioni dipendono ampiamente, e di proporre misure ove necessario;

17.      ritiene che gli strumenti e i finanziamenti previsti dalle azioni proposte nel Libro bianco sono molto vaghi; invita la Commissione a favorire modalità di finanziamento in linea con il principio "chi inquina paga" per tutti i modi di trasporto; invita la Commissione a integrare il finanziamento per l'adattamento ai cambiamenti climatici attraverso la mobilitazione dei fondi strutturali e di alcuni degli stanziamenti del Fondo europeo di ripresa economica, e dando la precedenza alle soluzioni di finanziamento per le sfide del cambiamento climatico nelle prossime prospettive finanziarie per il periodo successivo al 2013, in modo da contribuire a una crescita 'verde' e sostenibile, creare posti di lavoro e sostenere le parti interessate nel settore dei trasporti e del turismo attraverso l'innovazione e la ricerca, sottolinea che tutti i modi di trasporto devono a poco a poco internalizzare i costi esterni dei cambiamenti climatici;

18.      sottolinea che le politiche dei trasporti dovrebbero essere meglio integrate in altri settori politici, in particolare la sicurezza energetica, l'approvvigionamento idrico, la pianificazione territoriale, urbanistica e la salute pubblica, fino ad ottenere un approccio sistemico per l'adattamento ai cambiamenti climatici;

19.      ritiene che il Gruppo direttivo per l'impatto e l'adeguamento dovrebbe disporre la partecipazione di deputati europei delle pertinenti commissioni parlamentari del Parlamento europeo (commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, commissione per i trasporti e il turismo, in particolare).

20.      sottolinea che il trattato di Lisbona permette ormai alla Commissione di prendere misure di sostegno o di coordinamento nel settore del turismo; chiede alla Commissione di proporre misure e azioni che consentano di definire una strategia di adeguamento specifico per il settore del turismo (rafforzamento della conoscenza dei cambiamenti climatici, politica di prevenzione dei rischi e di adeguamento ai cambiamenti che essi determinano, informazioni per i consumatori, ecc.);

21.      insiste sulla necessità di prevedere, per il grande pubblico e gli operatori dei settori dei trasporti e del turismo, un'informazione accessibile, dettagliata ed esaustiva sulle cause e sugli effetti del cambiamento climatico, e i modi in cui potrebbero alterare gli stili di vita e i modi di trasporto, i tipi di viaggio, l'organizzazione dei settori in questione, la costruzione e la manutenzione delle infrastrutture e alle loro tariffe, la pianificazione territoriale o l'approvvigionamento di risorse naturali; sottolinea che l'adeguato finanziamento di tali campagne di informazione è essenziale e si deve tener conto della necessità di adeguare questi messaggi agli Stati membri e alle loro regioni.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

27.1.2010

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

31

0

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Margrete Auken, Georges Bach, Izaskun Bilbao Barandica, Antonio Cancian, Michael Cramer, Luis de Grandes Pascual, Christine De Veyrac, Saïd El Khadraoui, Jacqueline Foster, Mathieu Grosch, Dieter-Lebrecht Koch, Werner Kuhn, Jörg Leichtfried, Bogusław Liberadzki, Eva Lichtenberger, Gesine Meissner, Hella Ranner, Vilja Savisaar, Olga Sehnalová, Brian Simpson, Dirk Sterckx, Silvia-Adriana Ţicău, Giommaria Uggias, Thomas Ulmer, Peter van Dalen, Dominique Vlasto, Artur Zasada, Roberts Zīle

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Philip Bradbourn, Petra Kammerevert, Guido Milana, Dominique Riquet

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Marco Scurria

PARERE della commissione per lo sviluppo regionale (1.2.2010)

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sul Libro Bianco della Commissione “L'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo”
(2009/2152(INI))

Relatore per parere: Salvatore Caronna

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo regionale invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.   ritiene che i cambiamenti climatici costituiscano una sfida decisiva del nostro tempo. Essi comportano delle conseguenze oramai evidenti per l’ambiente, la salute umana e l’assetto territoriale e compromettono la capacità di tutti i paesi di progredire sulla via dello sviluppo sostenibile;

2.   accoglie favorevolmente la pubblicazione del Libro bianco della Commissione intitolato "L'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo”; sottolinea che il cambiamento climatico è una sfida che ha un forte impatto sul territorio e richiede, a livello dell’Unione europea, un approccio coordinato che includa le varie politiche dell’UE e i vari livelli d’intervento, ossia europeo, nazionale, regionale e locale;

3.   considera che gli effetti dei cambiamenti climatici variano a seconda dei diversi settori e delle regioni europee, come dimostrato dallo studio della Commissione “Regioni 2020”[1], secondo il quale le regioni esposte alle maggiori pressioni sotto il profilo del cambiamento climatico sono quelle dell’Europa meridionale e orientale, in particolare le regioni insulari e costiere, le regioni ultraperiferiche e le zone che presentano un elevato rischio di scarsità d’acqua, con il rischio di un ulteriore aumento delle disparità regionali, anche all’interno dei singoli Stati membri;

4.   deplora che nell’attuale periodo di programmazione 2007-2013 gli Stati membri destinino solo il 3 % (ossia 9 miliardi di euro) dei finanziamenti complessivi a misure di promozione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili nel quadro dei programmi operativi, e che gli investimenti nei nuovi Stati membri siano addirittura inferiori al 2,4 %;

5.   riconosce l'urgente necessità di reagire tempestivamente al riscaldamento globale non solo attraverso misure giuridicamente vincolanti che comportino una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, ma anche attraverso piani di adattamento regionali e misure proattive di adattamento a livello europeo, nazionale, regionale e locale, nonché nel quadro della cooperazione transfrontaliera, al fine di limitarne gli effetti dannosi;

6.   è fermamente convinto della necessità che l’Unione europea mantenga e rafforzi il suo ruolo guida nella lotta internazionale al surriscaldamento globale e ritiene che eventuali ritardi in questa azione accresceranno il rischio di effetti ambientali, economici e sociali negativi nonché di costi maggiori;

7.   ritiene che, attraverso politiche energetiche intelligenti che promuovano attivamente, nei rispettivi territori, le fonti energetiche rinnovabili, l'approvvigionamento energetico decentrato e l'efficienza energetica, le regioni possano non solo contribuire a contrastare gli effetti del cambiamento climatico, ma anche dischiudere nuove opportunità e prospettive economiche per i propri cittadini;

8.   osserva che i settori, come quello agricolo, che sono di importanza strategica per le regioni periferiche non dovrebbero essere gravati da oneri eccessivi nel quadro delle misure di adattamento al cambiamento climatico, per non mettere a repentaglio il futuro di comunità rurali sostenibili;

9.   ritiene che solo una stretta cooperazione a tutti i livelli di governance (l’Unione europea, gli Stati membri e le autorità regionali e locali), unita alla cooperazione e al costante scambio di informazioni con i paesi terzi vicini, consentirà all’Unione europea di attuare una strategia di trasformazione verso una società a basse emissioni di carbonio;

10. riconosce la necessità di armonizzare i diversi settori di intervento, da un lato coinvolgendo pienamente gli enti regionali e locali nelle fasi di concezione, elaborazione e attuazione di strategie e piani d'azione nazionali di lotta ai cambiamenti climatici e, dall'altro, ricorrendo allo strumento della pianificazione strategica territoriale e integrando tutti gli aspetti legati ai cambiamenti climatici;

11. riconosce pertanto la necessità di garantire, da un lato, l’integrazione della strategia di adattamento nelle politiche dell’Unione europea, mettendo l’accento in particolare sul coordinamento delle azioni e misure di politica agricola, regionale e ambientale dell’UE, e, dall’altro, la coerenza di queste politiche con la strategia di adattamento; sottolinea il ruolo chiave svolto dalle autorità regionali e locali e l’importanza di utilizzare un’impostazione dal basso verso l’alto che tenga conto delle differenze tra gli habitat naturali europei, nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà; è convinto che le autorità locali saranno maggiormente in grado di trovare risposte politiche alle loro esigenze;

12. plaude all'iniziativa del Libro bianco di istituire un meccanismo di scambio di informazioni; auspica che esso sia operativo entro il 2011, così come la messa a punto di modelli e strumenti di previsione; invita gli Stati membri e le autorità regionali e locali a promuovere e scambiare le loro prassi in tutti gli aspetti relativi alle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici, in particolare per quanto concerne le misure di efficienza energetica, la gestione dei rifiuti e lo sviluppo di infrastrutture di trasporto a basse emissioni;

13. raccomanda l'istituzione e il finanziamento di una piattaforma di sorveglianza dei cambiamenti climatici allo scopo di assistere gli enti regionali e locali nell'acquisizione e nello scambio di conoscenze e buone prassi locali in materia di clima;

14. ritiene che le regioni ultraperiferiche, date la loro situazione particolare, illustrata all'articolo 349 del trattato di Lisbona, e la loro collocazione geografica in zone tropicali, siano sensibili agli effetti del cambiamento climatico e dovrebbero dunque essere oggetto di un'attenzione particolare da parte della Commissione; invita quindi la Commissione a realizzare una valutazione d'impatto e ad elaborare un piano d'azione specifico per le regioni ultraperiferiche, nonché a sostenere gli scambi di informazioni e di buone prassi tra le autorità locali di tali regioni e quelle dei paesi terzi appartenenti allo stesso contesto geografico;

15. considera indispensabile orientarsi, segnatamente a livello regionale e locale, verso politiche capaci di subordinare sia gli investimenti pubblici e privati che alcuni atti amministrativi (ad esempio le licenze edilizie e i piani urbanistici) alla realizzazione di una valutazione dell'impatto climatico, così da incoraggiare gli investimenti comunitari in infrastrutture di qualità elevata sotto il profilo ambientale; invita a controllare scrupolosamente che una valutazione degli effetti del cambiamento climatico sia parte del processo di approvazione delle proposte concernenti progetti in materia di efficienza energetica, gestione dei rifiuti e sviluppo delle infrastrutture finanziati con fondi europei;

16. osserva che le zone geograficamente periferiche, in particolare le regioni costiere, possono offrire un abbondante approvvigionamento di energie rinnovabili che può contribuire al loro adattamento al cambiamento climatico;

17. ritiene che, sotto il profilo microclimatico, si debba evitate l’ulteriore impermeabilizzazione dei suoli in zone e città densamente popolate;

18. sollecita la Commissione a utilizzare la politica di coesione per promuovere lo sviluppo delle risorse rinnovabili, aumentando le sinergie tra il settore della ricerca e dello sviluppo e quello della politica di sviluppo regionale, nonché a eliminare gli ostacoli amministrativi all'utilizzo di tali risorse;

19. plaude all'iniziativa della Commissione di istituire un Gruppo direttivo sugli impatti dei cambiamenti climatici e sull'adattamento (IASG) e sollecita il pieno ed attivo coinvolgimento delle autorità regionali e locali in tale gruppo e nelle sue attività, conformemente al principio di sussidiarietà;

20. ribadisce che le misure volte ad attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici possono costituire un'opportunità per un modello di crescita sostenibile che potrà essere adottato in futuro dai paesi terzi e che la transizione verso un'economia senza emissioni di carbonio può rappresentare un passo in avanti significativo per la creazione di nuovi posti di lavoro;

21. chiede alla Commissione di inserire nelle prossime prospettive finanziarie una dotazione finanziaria adeguata per consentire la realizzazione di efficaci politiche di adattamento ai cambiamenti climatici a tutti i livelli di governance; raccomanda inoltre agli Stati membri e alle regioni di prendere in considerazione la possibilità di utilizzare i meccanismi dei Fondi strutturali per sviluppare progetti sostenibili in una prospettiva a più lungo termine; richiama l'attenzione sul Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE), che permette di rispondere a necessità urgenti e di esprimere la solidarietà dell'UE alle regioni colpite da calamità;

22. sottolinea che gli obiettivi della lotta contro il cambiamento climatico e della protezione ambientale devono essere integrati negli obiettivi di riequilibrio e di crescita della politica di coesione dell'UE, senza che essi si sostituiscano tuttavia alle finalità riconosciute della politica strutturale.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

25.1.2010

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

31

8

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

François Alfonsi, Luís Paulo Alves, Charalampos Angourakis, Jean-Paul Besset, Victor Boştinaru, Sophie Briard Auconie, Zuzana Brzobohatá, John Bufton, Alain Cadec, Salvatore Caronna, Ricardo Cortés Lastra, Tamás Deutsch, Rosa Estaràs Ferragut, Elie Hoarau, Seán Kelly, Evgeni Kirilov, Constanze Angela Krehl, Ramona Nicole Mănescu, Riikka Manner, Iosif Matula, Miroslav Mikolášik, Franz Obermayr, Jan Olbrycht, Wojciech Michał Olejniczak, Markus Pieper, Georgios Stavrakakis, Nuno Teixeira, Michael Theurer, Viktor Uspaskich, Lambert van Nistelrooij, Oldřich Vlasák, Kerstin Westphal, Hermann Winkler, Joachim Zeller

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Vasilica Viorica Dăncilă, Ivars Godmanis, Karin Kadenbach, Veronica Lope Fontagné, Elisabeth Schroedter, Richard Seeber, Sabine Verheyen, Iuliu Winkler

PARERE della commissione per la pesca (05.03.2010)

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sul Libro bianco della Commissione "L'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro di azione europeo"
(2009/2152(INI))

Relatore per parere: Kriton Arsenis

SUGGERIMENTI

La commissione per la pesca invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  accoglie con favore l'enfasi posta dal Libro bianco sull'aumento della resilienza di tutti gli ecosistemi in quanto costituisce una difesa fondamentale contro gli effetti più estremi dei cambiamenti climatici;

2.  ribadisce che i gas ad effetto serra prodotti dalle attività umane hanno un impatto di ampia portata sulle complesse dinamiche dell'ambiente marino e che gli ecosistemi marini, già sottoposti a pressioni a causa dell'inquinamento e della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), risentono anche delle temperature più elevate, dell'innalzamento dei livello dei mari, dei cambiamenti di salinità e di acidificazione nonché di eventuali cambiamenti delle correnti oceaniche come pure della distribuzione spaziale degli organismi acquatici vivi (pesci, molluschi, crostacei ecc.) e della loro dispersione nella colonna d’acqua; ricorda inoltre che i modelli scientifici prevedono un ulteriore aumento della temperatura atmosferica e del livello medio del mare e che il modo più efficace per affrontare i cambiamenti climatici è una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;

3.  ribadisce che nell’ultimo secolo si sono verificati un aumento di 0,6 °C della temperatura atmosferica e un innalzamento del livello medio dei mari di 0,17 m e che, sulla base dei modelli scientifici utilizzati per lo studio di questi fenomeni, si prevede che tali valori continueranno ad aumentare durante il secolo in corso;

4.  rammenta che i potenziali impatti dei cambiamenti climatici potranno ripercuotersi in maniera devastante su alcuni dei mari europei più chiusi, come nel caso del Mar Baltico; rileva che alcuni studi scientifici prevedono una diminuzione compresa tra l’8 e il 50% della salinità dell’acqua e un aumento di 2-4 °C della sua temperatura superficiale, il che potrebbe causare, qualora le previsioni risultino attendibili, l’estinzione di gran parte della fauna e della flora marine;

5.  rileva che il rapido esaurimento di alcuni stock ittici europei a causa della pressione esercitata dall'uomo sull'ambiente sta erodendo le basi ecologiche ed economiche della pesca e sta rendendo gli ecosistemi marini più vulnerabili ai cambiamenti climatici e quindi meno capaci di adattarsi[1]; rileva inoltre che il settore della pesca deve adeguarsi ai cambiamenti climatici, nel rispetto delle dimensioni economica, sociale ed ambientale dello sviluppo sostenibile;

6.  rileva che i cambiamenti climatici, che provocano la rapida riduzione delle dimensioni delle barriere coralline e del numero di animali calciferi, cambiamenti nei cicli riproduttivi delle specie e nei rapporti di genere e l'acidificazione degli oceani, comprometteranno ulteriormente gli stock ittici[2] e ridurranno la capacità di assorbimento di CO2 degli oceani[3], aumentando di conseguenza il tasso di concentrazione di CO2 nell'atmosfera ed accelerando il cambiamento climatico[4];

7.  sottolinea inoltre che i cambiamenti che interessano il livello dei mari pregiudicheranno gravemente gli ecosistemi marini e intertidali, danneggiando zone con un'elevata produzione primaria, zone riproduttive e destinate al reclutamento e al rifugio di molte specie, e di conseguenza danneggeranno le attività di pesca, di mitilicoltura e acquacoltura nonché la biodiversità marina; ricorda altresì che tali ecosistemi sono vulnerabili anche alle variazioni di salinità e temperatura dell'acqua, acuite dai cambiamenti climatici;

8.  ribadisce che la migrazione di diversi organismi marini (pesci, molluschi, crostacei ecc.) da una regione biogeografica a un’altra può causare la scomparsa di alcune specie autoctone e l'invasione, in una determinata regione, di specie alloctone; nota che tali variazioni potranno avere un impatto notevole sul settore ittico, che potrà incontrare difficoltà di adattamento a nuove realtà biologiche ed economiche;

9.  osserva che i cambiamenti climatici avranno conseguenze economiche potenzialmente gravi sul settore europeo della pesca, a livello industriale e artigianale; chiede pertanto che siano presi in considerazione sistemi alternativi di gestione delle attività di pesca e la riduzione di vari segmenti della flotta europea al fine di attuare pratiche sostenibili di pesca e acquacoltura, adeguate alle nuove condizioni climatiche;

10. sottolinea la particolare vulnerabilità dei porti di pesca e degli impianti di acquacoltura all'innalzamento del livello dei mari, in quanto si tratta di infrastrutture situate nella prima linea di costa; sottolinea altresì l'importanza economica e sociale delle stesse; esorta pertanto la Commissione a tenerne specificamente conto nelle misure di adattamento e analisi del rischio e a considerare attentamente i costi economici del mancato adattamento ai cambiamenti climatici per tali infrastrutture;

11. osserva che le piccole flotte costiere, in particolare quelle artigianali, possono contribuire in modo sostanziale al conseguimento della resilienza delle comunità costiere, all'adeguamento ai cambiamenti climatici e alla sicurezza alimentare, purché si adottino pratiche di pesca sostenibili; sottolinea che l'investimento in attrezzature più rispettose dell’ambiente andrebbe incoraggiato per tutti i tipi di flotta; ribadisce altresì l'importanza della pesca per la coerenza sociale e culturale delle comunità costiere;

12. deplora che sia raramente attuata una gestione integrata delle zone costiere giunta ad una fase di sviluppo avanzata e ben funzionante che coinvolga tutti i livelli governativi interessati[5]; rivolge un pressante appello alla Commissione affinché garantisca che le raccomandazioni[6] sulla gestione integrata delle zone costiere siano aggiornate, rafforzate e attuate nel più ampio contesto della Politica marittima integrata, riunendo tutte le politiche settoriali connesse al mare ed agli oceani; sottolinea inoltre la necessità di uno stretto coinvolgimento dei settori della pesca, della mitilicoltura e dell'acquacoltura in tale processo, alla luce dell'importanza che tali attività rivestono nelle zone costiere;

13. esorta vivamente la Commissione a garantire che siano sviluppate e attuate strategie marine, applicando un approccio alla gestione delle attività umane basato sugli ecosistemi, per conseguire un buono stato ambientale dell'ambiente marino come disposto nella direttiva 2008/56/CE;

14. chiede, in tale ottica, alla Commissione di impegnarsi a realizzare studi destinati a valutare il fenomeno delle alghe verdi e il loro impatto sull'industria ittica; chiede altresì che si realizzi uno studio sul fenomeno delle correnti provocato dal riscaldamento globale con riferimento agli spostamenti di talune specie marine;

15. invita la Commissione a condurre attività di ricerca scientifica sulle risorse ittiche dei mari boreali e a promuovere una gestione sostenibile della pesca nella zona in base al principio di precauzione, perorando la causa di una moratoria su tutte le nuove attività di pesca nell’Artico, in attesa di un’adeguata regolamentazione nel quadro delle organizzazioni regionali della pesca (ORP);

16. sottolinea che la soluzione dei gravi problemi climatici ai quali si assiste attualmente deve basarsi in primo luogo sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sulla protezione e l'espansione degli ecosistemi naturali, che sono i pozzi di assorbimento del carbonio più importanti sulla terra, e che la resilienza degli ecosistemi marini e terrestri dipende in ugual misura dalla conservazione della biodiversità e dal mantenimento di popolazioni adeguate e dei loro habitat;

17. esorta la Commissione a garantire che sia previsto un finanziamento adeguato per la protezione degli ecosistemi e per compensare le perdite in termini di reddito sostenute dai pescatori e legate al clima;

18. reputa necessario garantire un adeguato finanziamento della ricerca a monte delle decisioni politiche nel settore dei cambiamenti climatici, della pesca e dell'acquacoltura; sottolinea che la ricerca e le misure conseguenti dovrebbero avere carattere multidisciplinare, affrontando tutte le pressioni esercitate sulla pesca e l'acquacoltura, compresi l'inquinamento delle coste e in mare aperto, gli effluenti industriali ed agricoli, le alterazioni dei corsi dei fiumi, il dragaggio in alto mare, l'attività portuale, il trasporto marittimo ed il turismo, nel contesto di un approccio integrato e basato sull'ecosistema;

19. esorta la Commissione a garantire che l'adattamento, conseguito attraverso la resilienza degli ecosistemi, sia integrato nella posizione comunitaria a livello di negoziati internazionali sulla pesca e l'ambiente marino, in particolare nell'ambito degli accordi di partenariato nel settore della pesca e in seno alle ORP;

20. invita la Commissione a prendere parte attiva all’istituzione di un “fondo per il carbonio blu" nell’ambito della convezione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici; sottolinea che un tale fondo dovrebbe esplorare meccanismi finanziari e di coordinamento per la protezione e la gestione degli ecosistemi costieri e marini e del carbonio presente negli oceani, quale parte di una strategia globale di pianificazione marina;

21. sottolinea che la capacità di adattamento dell'industria della pesca alle variazioni di produttività e reclutamento dipende dai seguenti fattori:

      -   una capacità di pesca adattata alla produttività della risorsa nelle sue fasi meno produttive;

      -   la disponibilità di risorse ittiche alternative;

      -   gli investimenti in tecnologie flessibili come pescherecci "polivalenti" o processi flessibili;

      -   l'esistenza di attività alternative alla pesca nei periodi di bassa produttività[7].

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

23.2.2010

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

15

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Josefa Andrés Barea, Kriton Arsenis, Alain Cadec, João Ferreira, Carmen Fraga Estévez, Carl Haglund, Isabella Lövin, Guido Milana, Maria do Céu Patrão Neves, Crescenzio Rivellini, Ulrike Rodust, Struan Stevenson, Jarosław Leszek Wałęsa

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Ole Christensen, Ioannis A. Tsoukalas

  • [1]  Libro verde sulla riforma della politica comune della pesca (COM(2009)0163).
  • [2]  FAO, Documento tecnico 530 (2009): Impatto dei cambiamenti climatici sulla pesca e l'agricoltura.
  • [3]  La capacità di cattura del carbonio marino è calata del 10% tra il 2000 e il 2007.
  • [4]  "Carbonio blu: Il ruolo di oceani sani nella cattura del carbonio", UNEP, FAO e IOC, 2009.
  • [5]  Comunicazione della Commissione - Relazione al Parlamento europeo e al Consiglio: Valutazione della gestione integrata delle zone costiere (GIZC) in Europa (COM(2007)0308).
  • [6]  Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 maggio 2002 concernente l’attuazione della gestione integrata delle zone costiere in Europa, GU L 148 del 6.6.2002, pag. 24.
  • [7]  FAO (2007): Adattamento ai cambiamenti climatici nei settori dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca: prospettive, contesto e priorità.

PARERE della commissione giuridica (9.3.2010)

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sul Libro bianco della Commissione "L'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo"
(2009/2152(INI))

Relatrice per parere: Eva Lichtenberger

SUGGERIMENTI

La commissione giuridica invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A. considerando che l'adattamento ai cambiamenti climatici potrebbe incidere su tutte le politiche dell'UE, richiedendo dati affidabili sulla portata e sulla dimensione delle modifiche necessarie,

B.  considerando che la normativa europea in vigore che disciplina direttamente le questioni ambientali dovrebbe fornire una base coerente per rafforzare la capacità dell'UE di far fronte agli impatti dei cambiamenti climatici,

C. considerando che l'azione perseguita a livello europeo dovrebbe fissare e soddisfare gli standard più elevati in termini di rispetto per l'ambiente, sia a breve che a lungo termine (compreso l'adattamento ai cambiamenti climatici),

D. considerando che la dimensione globale dei cambiamenti climatici e le loro conseguenze sociali ed economiche dovrebbero obbligare l'Unione europea a sostenere i paesi più vulnerabili e meno sviluppati,

E.  considerando che, all'atto della determinazione dei futuri obblighi, si dovrebbe tener conto dei progressi sinora realizzati da alcuni Stati membri nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra,

1.  sottolinea la necessità di disporre di dati affidabili, facilmente accessibili e comprensibili, relativi ai cambiamenti climatici, ai loro impatti e alle possibili misure di adattamento; sostiene la proposta della Commissione di facilitare lo scambio di informazioni e i risultati delle ricerche mediante un sistema informatico e una banca dati appropriati;

2.  rileva che l'acquis esistente in materia di ambiente (vale a dire la direttiva sugli uccelli[1], la direttiva sugli habitat[2], la direttiva quadro sulle acque[3] e la direttiva sulle alluvioni[4]) deve essere attuato in modo esaustivo e coerente in tutta l'UE; si compiace della volontà della Commissione di formulare rapidamente linee guida volte a integrare le esigenze di adattamento nell'applicazione di tale acquis; chiede alla Commissione di esercitare appieno le nuove prerogative che le vengono conferite dall'articolo 260 del trattato di Lisbona per assolvere alla sua funzione di custode dei trattati;

3.  ritiene che la responsabilità di realizzare investimenti ecocompatibili debba essere condivisa da tutti gli Stati membri e dalle parti interessate; invita la Commissione a considerare la possibilità di presentare proposte adeguate per introdurre l'adattamento ai cambiamenti climatici nelle direttive sulla valutazione dell'impatto ambientale[5] e sulla valutazione ambientale strategica[6]; suggerisce di inserire quanto prima un controllo del clima nei progetti infrastrutturali finanziati dall'UE;

4.  sostiene che sia indispensabile, considerato il relativo fallimento del vertice di Copenaghen sul cambiamento climatico, intensificare gli sforzi volti a garantire il necessario supporto ai paesi in via di sviluppo per soddisfare le loro esigenze di adattamento, al di là dell'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) e dell'obiettivo dello 0,7%;

5.  sottolinea che le entrate derivanti dalla vendita all'asta di quote nell'ambito del Sistema europeo di scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra, comprese le aste per il trasporto aereo e marittimo, dovrebbero essere ripartite secondo il principio di solidarietà per sostenere gli Stati membri nell'adattamento ai cambiamenti climatici;

6.  ritiene che la ricerca e il finanziamento dello sviluppo tecnico negli Stati in cui l'adozione di misure di adattamento comporta costi elevati debbano rientrare fra le priorità dell'attuale settimo Programma quadro di ricerca e dei futuri programmi di ricerca;

7.  sottolinea che le comunità e i gruppi sociali più deboli devono ricevere un adeguato sostegno in considerazione degli elevati costi delle misure di adattamento;

8.  sottolinea che gli investimenti in un'economia a emissioni ridotte e la promozione dell'efficienza energetica e di una produzione ecologica non dovrebbero accentuare le differenze esistenti nello sviluppo dei singoli Stati membri.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

8.3.2010

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

19

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Luigi Berlinguer, Sebastian Valentin Bodu, Françoise Castex, Marielle Gallo, Klaus-Heiner Lehne, Antonio Masip Hidalgo, Jiří Maštálka, Alajos Mészáros, Bernhard Rapkay, Evelyn Regner, Francesco Enrico Speroni, Alexandra Thein, Cecilia Wikström, Tadeusz Zwiefka

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Sergio Gaetano Cofferati, Kurt Lechner, Eva Lichtenberger, Toine Manders, József Szájer

  • [1]  Direttiva 79/409/CEE del Consiglio concernente la conservazione degli uccelli selvatici, GU L 103 del 25.4.1979, pag. 1.
  • [2]  Direttiva 92/43/CEE del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, GU L 206 del 22.7.1992, pag. 7.
  • [3]  Direttiva 2000/60/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque, GU L 327 del 22.12.2000, pag. 1.
  • [4]  Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni, GU L 288 del 6.11.2007, pag. 27.
  • [5]  Direttiva 85/337/CEE del Consiglio concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, GU L 175 del 5.7.1985, pag. 40, come modificata dalle direttive 97/11/CE e 2003/35/CE.
  • [6]  Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, GU L 197 del 21.7.2001, pag. 30.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

16.3.2010

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

49

3

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Elena Oana Antonescu, Kriton Arsenis, Pilar Ayuso, Paolo Bartolozzi, Sergio Berlato, Nessa Childers, Chris Davies, Esther de Lange, Anne Delvaux, Bas Eickhout, Edite Estrela, Jill Evans, Karl-Heinz Florenz, Elisabetta Gardini, Gerben-Jan Gerbrandy, Julie Girling, Nick Griffin, Satu Hassi, Jolanta Emilia Hibner, Dan Jørgensen, Karin Kadenbach, Christa Klaß, Jo Leinen, Corinne Lepage, Peter Liese, Kartika Tamara Liotard, Linda McAvan, Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė, Miroslav Ouzký, Vladko Todorov Panayotov, Antonyia Parvanova, Andres Perello Rodriguez, Pavel Poc, Vittorio Prodi, Anna Rosbach, Daciana Octavia Sârbu, Horst Schnellhardt, Richard Seeber, Theodoros Skylakakis, Bogusław Sonik, Anja Weisgerber, Åsa Westlund, Glenis Willmott, Sabine Wils, Marina Yannakoudakis

Supplenti presenti al momento della votazione finale

João Ferreira, Christofer Fjellner, Matthias Groote, Judith A. Merkies, Michail Tremopoulos, Giommaria Uggias, Anna Záborská

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Dieter-Lebrecht Koch, Markus Pieper