RELAZIONE sulla dimensione culturale delle azioni esterne dell'Unione europea

31.3.2011 - (2010/2161(INI))

Commissione per la cultura e l'istruzione
Relatore: Marietje Schaake

Procedura : 2010/2161(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A7-0112/2011
Testi presentati :
A7-0112/2011
Testi approvati :

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla dimensione culturale delle azioni esterne dell'Unione europea

(2010/2161(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visto l'articolo 167 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–   visto l'articolo 27, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea,

–   visto l'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–   vista la Convenzione UNESCO del 2005 sulla protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali (Convenzione UNESCO),

–   vista la decisione del Consiglio del 26 luglio 2010 che fissa l'organizzazione e il funzionamento del servizio europeo per l'azione esterna (2010/427/EU)[1],

–   vista la direttiva 2010/13/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 marzo 2010, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati Membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (direttiva sui servizi di media audiovisivi)[2],

–   vista la decisione n. 1041/2009/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009 che istituisce un programma di cooperazione nel settore audiovisivo con i paesi terzi (MEDIA Mundus 2011–2013)[3],

–   vista la decisione n. 1983/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa all'anno europeo del dialogo interculturale (2008)[4],

–   vista l'Agenda europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione (COM (2007) 0242),

–   vista la quinta relazione della Commissione sull'attuazione dell’Agenda per la cultura (COM(2010)0390),

–   vista la propria risoluzione del 5 maggio 2010 su ”Europeana – prossimi passi”[5],

–   viste le conclusioni del Consiglio del 18 e 19 novembre 2010 sul piano di lavoro per la cultura 2011–2014 (2010/C 325/01)[6],

–   viste le conclusioni del Consiglio del 20 novembre 2008 sulla promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale nelle relazioni esterne dell'Unione e dei suoi Stati membri (2008/C 320/04)[7],

–   vista la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite (2000), in particolare gli articoli sui diritti umani, la democrazia e la buona governance,

–   vista la risoluzione delle Nazioni Unite dal titolo "Mantenere le promesse: uniti per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del Millennio", del 22 settembre 2010,

–   vista la risoluzione delle Nazioni Unite dal titolo "Cultura e sviluppo" del 20 dicembre 2010,

–   visto l'accordo di partenariato ACP-CE firmato a Cotonou il 23 giugno 2000[8], modificato una prima volta a Lussemburgo il 25 giugno 2005[9] e successivamente a Ouagadougou il 22 giugno 2010[10],

–   visto il protocollo sulla cooperazione culturale, allegato all'accordo modello di libero scambio,

–   visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per la cultura e l'istruzione (A7-0112/2011),

A. considerando che l'Unione europea è una comunità di valori culturalmente plurima, il cui motto – Unita nella diversità – trova espressione in una varietà di modi,

B.  considerando che i successivi allargamenti dell'Unione europea, la mobilità dei cittadini nello spazio comune europeo, i flussi migratori vecchi e nuovi e gli scambi di ogni genere con il resto del mondo contribuiscono a promuovere tale diversità culturale,

C. considerando che la cultura ha valore intrinseco, arricchisce la vita delle persone e promuove la comprensione e il rispetto reciproci,

D. considerando che l'Agenda europea per la cultura stabilisce l'obiettivo strategico di promuovere la cultura quale elemento essenziale delle relazioni internazionali dell'Unione;

E.  considerando che la cultura può e deve essere un facilitatore di sviluppo, integrazione, innovazione, democrazia, diritti umani, educazione, prevenzione dei conflitti e riconciliazione, comprensione reciproca, tolleranza e creatività,

F.  considerando che l'Unione e i suoi Stati membri, i cittadini, le imprese e la società civile, sia nell'UE che nei paesi terzi, sono attori chiave nelle relazioni culturali,

G. considerando che i beni culturali, tra cui lo sport, contribuiscono, soprattutto mediante le industrie culturali e il turismo, allo sviluppo non materiale e l'economia dell'Unione europea, promuovendo la creazione di una società fondata sul sapere,

H. considerando che gli artisti fungono di fatto da diplomatici culturali, scambiando e confrontando valori estetici, politici, morali e sociali diversi,

I.   considerando che i nuovi media e le nuove tecnologie della comunicazione, quali ad esempio Internet, possono essere strumenti di libertà di espressione, pluralismo, scambio di informazioni, diritti umani, sviluppo, libertà di riunione, democrazia e integrazione, nonché per agevolare l'accesso ai contenuti culturali e all'istruzione,

J.   considerando che la cooperazione culturale e il dialogo fra culture, che sono gli elementi costitutivi della diplomazia culturale, possono fungere da strumenti di pace e stabilità a livello mondiale,

Cultura e valori europei

1.  sottolinea il carattere trasversale e l'importanza della cultura in tutti gli aspetti della vita e ritiene che essa vada presa in considerazione in tutte le politiche esterne dell'Unione, ai sensi dell'articolo 167, paragrafo 4 del TFUE;

2.  sottolinea la necessità che tutte le istituzioni dell'Unione europea riconoscano maggiormente il valore della cultura quale mezzo di promozione della tolleranza e della comprensione e quale strumento di crescita e per società più inclusive;

3.  invita alla cooperazione con le regioni di tutti gli Stati membri per quanto concerne l'elaborazione, l'attuazione e la promozione delle politiche culturali;

4.  sottolinea che le libertà democratiche e fondamentali, come la libertà di espressione e di stampa, la libertà dal bisogno, dalla paura, dall'intolleranza e dall'odio, la libertà di accesso alle informazioni scritte e digitali, nonché il diritto di connettersi e comunicare –online e offline – costituiscono premesse necessarie per l'espressione culturale, gli scambi culturali e il pluralismo culturale;

5.  ricorda l'importanza dei protocolli sulla cooperazione culturale e del loro valore aggiunto nell'ambito degli accordi bilaterali su sviluppo e commercio; esorta la Commissione a presentare la propria strategia sui futuri protocolli in materia di cooperazione culturale e a consultare il Parlamento europeo e la società civile in merito a detta strategia;

6.  ribadisce che la cultura svolge un ruolo negli accordi bilaterali in materia di sviluppo e scambi commerciali, tramite misure quali gli strumenti europei per la cooperazione allo sviluppo, la stabilità, la democrazia e i diritti umani, gli strumenti di preadesione, la politica europea di vicinato (PEV), il Partenariato orientale, l'Unione per il Mediterraneo e lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), che hanno tutti risorse destinate a programmi culturali;

7.  sottolinea che la cooperazione transatlantica e la cooperazione con i paesi europei limitrofi sono importanti per far avanzare interessi e valori comuni;

8.  riconosce alla cooperazione pubblico-privato un importante ruolo per la società civile, tra cui le ONG e le reti culturali europee, nel trattare gli aspetti culturali delle azioni esterne dell'Unione europea;

Programmi dell'Unione

9.  esprime preoccupazione per la frammentazione della politica e dei progetti culturali dell'Unione europea, che intralcia l'uso strategico ed efficace delle risorse culturali e la definizione di una strategia comune dell'Unione europea – che sia visibile – inerente agli aspetti culturali delle azioni esterne dell'UE;

10. sollecita la razionalizzazione del funzionamento interno alla Commissione fra le diverse DG che si occupano delle relazioni esterne (politica estera, allargamento, commercio, sviluppo), dell'istruzione e della cultura, nonché dell'agenda digitale;

11. afferma che gli scambi e la cooperazione culturale e educativa possono potenzialmente rafforzare la società civile, generare democratizzazione e buongoverno, incoraggiare lo sviluppo di competenze, promuovere i diritti umani e le libertà fondamentali e fornire gli elementi costitutivi di una cooperazione duratura;

12. è favorevole al crescente coinvolgimento dei paesi terzi nei programmi dell'Unione in materia di cultura, mobilità, gioventù, istruzione e formazione e chiede di agevolare l'accesso a tali programmi per le persone (i giovani) di paesi terzi, quali i paesi europei limitrofi;

13. chiede strategie coerenti che promuovano la mobilità dei professionisti del settore culturale, degli artisti e dei creatori, lo sviluppo culturale ed educativo (compresa l'alfabetizzazione mediatica e informatica), l'accesso all'espressione artistica in tutte le sue varietà; incoraggia, pertanto, le sinergie tra programmi culturali, sportivi, educativi, mediatici, sul multilinguismo e la gioventù;

14. incoraggia la cooperazione con operatori, organizzazioni di mediazione e la società civile, sia negli Stati membri che nei paesi terzi, nell'elaborazione ed nell'attuazione delle politiche culturali esterne, come pure nella promozione di eventi e scambi culturali, che migliorano la comprensione reciproca senza nel contempo trascurare la diversità culturale e linguistica dell'Europa;

15. chiede l'introduzione di un visto culturale per i cittadini, gli artisti e gli altri professionisti del settore culturale provenienti dai paesi terzi, sulla falsariga dell'attuale programma di visti scientifici, in vigore dal 2005; invita inoltre la Commissione a proporre un'iniziativa sui visti a breve termine, allo scopo di rimuovere gli ostacoli alla mobilità nel settore culturale;

Media e nuove tecnologie dell'informazione

16. sottolinea l'importanza dell'azione dell'Unione europea in tutto il mondo a favore del rispetto della libertà di espressione, della libertà di stampa e del libero accesso ai media audiovisivi e alle nuove tecnologie dell'informazione, in maniera conforme alla normativa sul diritto d'autore;

17. condanna il crescente ricorso alla censura e al controllo di Internet da parte dei regimi repressivi ed esorta la Commissione e gli Stati membri di promuovere la libertà di Internet a livello mondiale;

18. ribadisce il principio della neutralità della rete, il quale è inteso a garantire che Internet resti una tecnologia libera e aperta, promuovendo la comunicazione democratica;

19. rileva il ruolo di Internet quale strumento di promozione della cultura europea e invita gli Stati membri ad aumentare gli investimenti nella banda larga in tutta l'Unione europea;

20. evidenzia l'importanza dei nuovi media, e soprattutto di Internet, in quanto piattaforme di comunicazione e d'informazione libere, facilmente accessibili e fruibili, da usare attivamente, all'interno e all'esterno dell'Unione europea, quali componenti del dialogo interculturale; sottolinea inoltre l'importanza dei nuovi media per l'accesso ai beni e ai contenuti culturali e per una migliore conoscenza del patrimonio culturale e della storia dell'Europa, sia all'interno dell'Unione che al di fuori di essa, come evidenziato da progetti fondamentali come Europeana;

21. invita la Commissione a creare un portale Internet che offra informazioni sugli attuali programmi di sostegno dell'Unione nell'ambito delle relazioni esterne con una componente culturale, nonché sulla programmazione e organizzazione di eventi culturali di portata paneuropea da parte delle rappresentanze estere dell'Unione e offra altresì una piattaforma centrale di informazione, che agevoli la costituzione di reti tra professionisti della cultura, istituzioni e rappresentanti della società civile, e che al contempo rimandi tramite link ad altri progetti patrocinati dall'Unione, quali ad esempio, Europeana;

Diplomazia culturale e cooperazione culturale

22. rileva l'importanza della diplomazia culturale e della cooperazione culturale nel promuovere e divulgare in tutto il mondo gli interessi dell'Unione europea e dei suoi Stati membri e dei valori che costituiscono la cultura europea; sottolinea la necessità che l'Unione agisca da attore (mondiale) con una prospettiva e una responsabilità globali;

23. è del parere che le azioni esterne dell'Unione europea debbano essenzialmente concentrarsi sulla promozione della pace e della riconciliazione, dei diritti umani, degli scambi commerciali e dello sviluppo economico internazionali, senza trascurare gli aspetti culturali della diplomazia;

24. sottolinea la necessità di elaborare strategie efficaci per i negoziati interculturali e ritiene che un approccio multiculturale possa agevolare la conclusione di accordi vantaggiosi, ponendo l'Unione europea e i paesi terzi partner su un piano di parità;

25. raccomanda che una persona presso ciascuna rappresentanza esterna dell'Unione europea sia addetta al coordinamento delle relazioni culturali e all'interazione tra l'Unione e i paesi, nonché alla promozione della cultura europea, in stretta collaborazione con operatori culturali e organizzazioni in rete, quali ad esempio la rete europea degli istituti nazionali di cultura (EUNIC);

26. rileva la necessità di adottare un approccio globale alla mediazione e agli scambi culturali ed esalta il ruolo della cultura nel favorire la democratizzazione, i diritti umani, la prevenzione dei conflitti e la costruzione della pace;

27. incoraggia l'avvio di dialoghi politici sulla cultura per rafforzare, come quello instaurato di recente, ad esempio, tra l'Unione europea e l'India, allo scopo di rafforzare i contatti diretti tra le persone;

28. incoraggia la definizione delle priorità direttamente connesse alla dimensione culturale nell'ambito dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani, tra cui il potenziamento dello Stato di diritto, la gestione e prevenzione dei conflitti, la cooperazione con la società civile e il ruolo delle nuove tecnologie per la libertà di espressione, la partecipazione democratica e i diritti umani;

Relazioni esterne dell'UE e servizio europeo per l'azione esterna (SEAE)

29. si attende che la bozza di organigramma del SEAE preveda appositi impieghi per gli aspetti culturali e propone a tal fine la creazione di un'unità di coordinamento;

30. invita il SEAE e la Commissione a coordinare l'attuazione strategica degli aspetti culturali della politica esterna, che incorpori la cultura in modo coerente e sistematico nelle relazioni esterne dell'Unione e contribuisca alla complementarietà con le politiche culturali esterne degli Stati membri;

31. chiede che il personale del SEAE benefici di opportuni corsi di formazione e di aggiornamento sugli aspetti culturali e digitali della politica esterna, affinché sia in grado di garantire il coordinamento in tale ambito presso le legazioni dell'Unione; chiede inoltre di prevedere a livello europeo corsi comuni di formazione per gli esperti nazionali e il personale degli istituti di cultura, nonché centri di formazione aperti alla partecipazione su scala mondiale;

32. chiede l'inclusione di una DG Diplomazia culturale e digitale nell'organizzazione del SEAE;

33. incoraggia il SEAE, nello sviluppo di risorse e competenze in ambito culturale, a cooperare con reti come EUNIC, onde attingere dalle loro esperienze in qualità di organi di collegamento autonomi fra gli Stati membri e le organizzazioni di mediazione culturale, oltre che per creare e sfruttare sinergie;

34. incoraggia il SEAE a tenere conto del marchio del patrimonio europeo dell'UE, istituito di recente, quale strumento da utilizzare nelle relazioni con i paesi terzi allo scopo di migliorare la conoscenza e la diffusione della cultura e della storia dei popoli europei;

35. invita la Commissione a istituire una task force interistituzionale per la cultura nell'ambito delle relazioni esterne dell'Unione europea, allo scopo di sviluppare e ampliare il coordinamento, la razionalizzazione, le strategie e la condivisione di prassi eccellenti e, a tale proposito, tener conto delle attività e delle iniziative del Consiglio d'Europa, nonché a riferire al Parlamento in merito ai lavori della task force;

36. propone che la Commissione presenti al Parlamento relazioni periodiche sull'attuazione della presente risoluzione concernente il ruolo della cultura nelle relazioni esterne dell'Unione europea;

37. propone la creazione di sistemi d'informazione specifici per promuovere la mobilità degli artisti e degli altri professionisti del settore culturale, come ipotizzato nello studio dal titolo "Information systems to support the mobility of artists and other professionals in the culture field: a feasibility study"[11];

38. esorta la Commissione a proporre e ad adottare nel 2011 un Libro verde su una strategia per la cultura e la cooperazione culturale nell'ambito delle azioni esterne dell'Unione europea, cui dovrebbe far seguito una comunicazione;

39. incoraggia l'adozione di provvedimenti concreti per promuovere la costituzione di capacità mediante il coinvolgimento della società civile e il finanziamento di iniziative indipendenti;

Convenzione dell'UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali

40. invita il SEAE a incoraggiare i paesi terzi a definire politiche culturali e a chiedere sistematicamente ai paesi terzi di ratificare e applicare la convenzione dell'UNESCO;

41. rammenta agli Stati membri l'importanza degli impegni che si sono assunti ratificando la convenzione dell'UNESCO, giacché la protezione della diversità culturale nel mondo impone una politica ponderata ed equilibrata in ambito digitale;

42. invita la Commissione a tenere adeguatamente conto della duplice natura dei beni e dei servizi culturali in sede di negoziazione di accordi commerciali bilaterali e multilaterali e della conclusione di protocolli culturali e a concedere un trattamento preferenziale ai paesi in via di sviluppo ai sensi dell'articolo 16 della Convenzione dell'UNESCO;

43. accoglie con favore la recente firma di un accordo fra l'Unione europea e l'UNESCO per una struttura di consulenza del valore di un milione di euro, volta a sostenere la governance del settore culturale e consentire ai governi dei paesi in via di sviluppo di usufruire della competenza di specialisti per approntare politiche culturali efficaci e sostenibili;

44. incoraggia gli Stati membri e la Commissione a intensificare i loro sforzi di cooperazione al fine di favorire il miglioramento dei quadri giuridici nazionali e le politiche di tutela e conservazione del patrimonio e dei beni culturali, in conformità della legislazione nazionale e dei quadri normativi internazionali, tra cui le misure per contrastare il traffico illecito di beni culturali e in relazione alla proprietà intellettuale; li incoraggia altresì ostacolare l'appropriazione indebita di beni e prodotti dell'attività culturale, riconoscendo al contempo l'importanza dei diritti d'autore e della proprietà intellettuale nel sostenere le persone attive nel settore della creazione culturale;

45. chiede una strategia coerente dell'Unione europea per la promozione internazionale delle attività e dei programmi culturali europei, basata sulla tutela della diversità e della duplice natura dei beni e delle attività culturali, che comporti tra l'altro un migliore coordinamento degli attuali programmi di politica esterna dell'Unione in materia di cultura nonché la loro attuazione nell'ambito degli accordi con i paesi terzi; chiede altresì coerenza con le clausole di compatibilità culturale previste dai trattati europei, il principio di sussidiarietà e la convenzione dell'UNESCO;

46. chiede una strategia coerente, sia tangibile che intangibile, per la protezione e la promozione del patrimonio culturale e naturale e la cooperazione internazionale nelle zone di conflitto, ad esempio attraverso Blue Shield, che riconosce un ruolo alla cultura nella prevenzione dei conflitti e nel ripristino della pace;

47. chiede che il personale destinato a zone di conflitto e post conflitto riceva una formazione sugli aspetti culturali degli interventi mirati a preservare il patrimonio culturale e promuovere la riconciliazione, la democrazia e i diritti umani;

48. desidera garantire che, nel quadro degli attuali strumenti finanziari, i programmi operativi siano incentrati sulla semplificazione, l'efficienza e il coordinamento delle politiche dell'Unione;

49. incoraggia la promozione del ruolo della cultura nell'ambito dell'EIDHR, all'interno delle sue attività per il potenziamento dello stato di diritto, la gestione e prevenzione dei conflitti, la cooperazione con la società civile e il ruolo delle nuove tecnologie per la libertà di espressione, la partecipazione democratica e i diritti umani;

50. riconosce la necessità di rispettare tutti i diritti umani, come sancito nella Dichiarazione universale dei diritti umani e nel Patto internazionale sui diritti economici sociali e culturali e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, e riconosce pertanto il nesso tra diritti culturali, diversità e diritti umani e si oppone all'uso di argomenti culturali per giustificare le violazioni dei diritti umani;

51. propone di includere un capitolo sulla cultura nella revisione annuale sui diritti umani e di integrare la cultura nelle attività delle delegazioni interparlamentari;

52. insiste sulla necessità di non utilizzare lo sviluppo delle attività culturali come pretesto per limitare la libera circolazione degli operatori culturali fra l'Unione europea e i paesi terzi;

53. incoraggia l'avvio di relazioni culturali con i paesi con cui non esiste nessun'altra forma di partenariato, quale primo passo per lo sviluppo di ulteriori relazioni;

o

o   o

54. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

  • [1]  GU L 201 del 3.8.2010, pag. 30.
  • [2]  GU L 95 del 15.04.10, pag. 1.
  • [3]  GU L 288 del 04.11.09, pag. 10.
  • [4]  GU L 412 del 30.12.06, pag. 44.
  • [5]  GU C 81 E del 15.3.2011, pag. 16.
  • [6]  GU C 325 del 2.12.2010, pag. 1.
  • [7]  GU L 320 del 16.12.08, pag. 10.
  • [8]  GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3.
  • [9]  GU L 209 dell'11.8.2005, pag. 27.
  • [10]  GU L 287 del 04.11.2010, pag. 3.
  • [11]  DG Istruzione e cultura, Commissione europea, marzo 2009.

MOTIVAZIONE

"Culturalmente parlando il rock and roll è stato un elemento decisivo nella disgregazione delle società comuniste, avvicinandole a un mondo di libertà."

(Andras Simonyi, ex Ambasciatore dell'Ungheria negli Stati Uniti dal 2002 al 2007, nato a Budapest nel 1952.)

L'Europa è una comunità di libertà, responsabilità e valori democratici. La cultura, l'identità, i valori e la posizione dell'Unione europea sulla scena mondiale sono strettamente correlati. Si servono gli interessi europei quando gli aspetti culturali si attivano in modo strategico attraverso la cooperazione e il partenariato, sia tramite programmi culturali sia quando gli aspetti culturali sono parte integrante delle politiche economiche, estere, di sicurezza e per lo sviluppo.

La condivisione del patrimonio letterario, cinematografico, musicale e artistico apre le porte della comprensione e getta ponti tra le persone. L'identità europea, nella sua pluralità di forme, e i valori europei si manifestano attraverso queste espressioni culturali. Per giunta l'Unione europea ha esperienze importanti da condividere quando si tratta di superare i conflitti e costruire la stabilità attraverso gli interessi condivisi e la comprensione reciproca.

Fin dall'entrata in vigore del trattato di Lisbona, l'Unione europea sta sviluppando una politica estera e di sicurezza comune attuata dal Servizio europeo per l'azione esterna sotto la guida dall'Alto rappresentante Catherine Ashton. Nello sviluppo del SEAE è importante esplorare e ancorare il ruolo che la cultura ha e deve avere nelle azioni esterne dell'Unione europea. L'integrazione della cultura può portare alla comprensione reciproca, alla cooperazione pacifica e alla stabilità nonché a vantaggi economici.

La diplomazia culturale è una pietra miliare per costruire la fiducia e relazioni durature con i cittadini nei paesi terzi. La cultura dovrebbe essere un elemento vitale e trasversalmente integrato nell'ampio spettro delle politiche esterne che compongono la politica estera dell'Unione europea, dalle relazioni commerciali dell'UE alla sua politica di allargamento e vicinato, fino alla politica di cooperazione allo sviluppo e alla politica estera e di sicurezza comune. La cultura ha anche un valore economico: le industrie culturali presenti in Europa contribuiscono all'imprenditorialità, all'innovazione e alle attività economiche europee e la varietà paesaggistica e di culture dell'UE ne fa la destinazione turistica più attraente al mondo. Un vibrante clima culturale rende attraente la vita nell'Unione europea per attività economiche e persone.

Attualmente nelle azioni esterne dell'Unione europea non esiste una strategia coerente e coordinata per la cultura ed è necessario svilupparla. Non è un lusso ma una necessità sostenere e generare l'attrattiva dell'Europa in un contesto globalmente interconnesso e competitivo.

Aspetti culturali dell'Unione europea

La cultura ha un valore intrinseco nelle democrazie liberali: arricchisce la vita delle persone. L'Unione europea è nota per la molteplicità di forme della sua cultura e nel contempo costituisce una comunità di valori che si applicano ugualmente a ciascun cittadino. I valori europei, quali il rispetto dei diritti umani, la democrazia e le libertà fondamentali sono veicolati anche dai nostri prodotti culturali. Questi valori fanno da contrafforti alla "cultura europea" e la rappresentano, facendola valere molto più della somma delle singole culture degli Stati membri. La varietà culturale che si manifesta nei valori europei ambisce a garantire all'individuo la più ampia gamma di scelte e libertà.

I contatti tra le persone, offline o online, generano scambi di buone pratiche e conoscenze e sviluppano le abilità internazionali dei cittadini, elementi sempre più necessari nel nostro mondo sempre più globalizzato. Le conoscenze e le qualifiche internazionali sono fondamentali per l'istruzione e l'occupazione, come indicato nella strategia UE 2020. Il multilinguismo, le competenze informatiche e le conoscenze culturali sono competenze assolutamente necessarie per cogliere le opportunità e sviluppare il talento in un mercato del lavoro globale. Ma la cultura può essere considerata anche un ingrediente che genera democratizzazione, libertà di espressione, inclusione, sviluppo, educazione, riconciliazione e molto altro. La diplomazia culturale, nella forma di una costruttiva interazione interculturale, è strumento di pace e stabilità globali. La maggior parte delle costituzioni degli Stati membri dell'UE contempla lo sviluppo del diritto internazionale. Il diritto internazionale è fondato sui valori europei.

L'ampia varietà di aspetti delle relazioni culturali con i paesi terzi ha portato alla frammentazione delle politiche che deve trasformarsi in una strategia europea più coordinata e coerente. La relatrice ha deciso di porre l'accento sui quadri organizzativi e strategici necessari per il coordinamento ottimale della cultura nelle azioni esterne dell'UE. Ritiene che riempirli di contenuti non debba dipendere eccessivamente da decisioni e regole dall'alto. La relazione offre spunti concreti per coinvolgere società civile, artisti, educatori, studenti e imprenditori nella definizione del contenuto delle relazioni culturali. Sottolinea inoltre la necessità di integrare e semplificare la cultura nelle azioni esterne dell'UE all'interno delle istituzioni dell'Unione.

Protagonista globale

I cittadini europei sarebbero i primi a beneficiare del ruolo di attore globale e di leader sulla scena globale dell'UE. Ciò richiede un uso più efficiente dei fondi e che la competitività dell'Europa per turismo, talenti, artisti, attività economiche e studenti sia considerata strategica. Gli interessi europei sono meglio serviti quando si parla con una voce sola. La concorrenza sarà sempre più accanita, con la Cina che ha già istituito 300 Centri Confucio (ne sono previsti 1000 entro il 2020) per praticare la diplomazia culturale e l'ascesa di potenze emergenti come l'India. Gli Stati Uniti hanno avuto storicamente una forte presenza culturale nel mondo che attualmente sta leggermente declinando ma rimane poderosa. Sono ora necessarie politiche coraggiose e ambiziose.

L'UE offre numerose buone pratiche a livello di Stati membri. La Francia, ad esempio, è il paese con la maggiore spesa pro capite destinata alla promozione culturale e linguistica nel resto del mondo attraverso l'Alliance Française. Il Regno Unito ha privilegiato un modello in cui il British Council ha un ruolo quasi autonomo dal governo nello sviluppo di politiche culturali e formative e nell'organizzazione di scambi culturali.

Necessità di una strategia

Molti programmi già esistono e non è necessario ripartire da zero, ma è possiamo imparare gli uni dagli altri. Il coordinamento aiuterà a garantire un uso più efficace delle risorse che è particolarmente benvenuto in un periodo di tagli di bilancio, specialmente nei settori culturali. La rete degli Istituti nazionali di cultura dell'Unione europea (EUNIC) dovrebbe essere un partner importante, i cui membri hanno maturato una notevole esperienza non solo con il lavoro sul terreno ma anche nell'organizzazione di attività culturali a distanza di sicurezza dai governi, il che è cruciale in questo settore. Il coordinamento può procedere parallelamente alla diplomazia culturale degli Stati membri. Molti paesi terzi tuttavia cercano esplicitamente di rivolgersi all'Unione europea e non solo ai diversi Stati membri.

Frammentazioni e dispersioni si riscontrano tra gli Stati membri, ma anche tra i vari servizi e le istituzioni dell'Unione europea. Tale frammentazione, priva di una strategia comune, impedisce l'uso esaustivo ed efficiente delle risorse e delle dotazioni di bilancio per la cultura.

La presente risoluzione invita a una valutazione dei programmi esistenti nonché di un libro verde e di una comunicazione della Commissione che definiscono le politiche concrete per il ruolo della cultura nelle azioni esterne dell'UE. Si consiglia alla Commissione di potenziare l'ottimizzazione interna tra le varie DG, assumendosi nel contempo responsabilità chiare. La proposta di individuare una persona di contatto per ciascuna rappresentanza dell'UE nei paesi terzi mira a favorire la diffusione delle informazioni, a coordinare i rapporti tra gli attori della società civile e a garantire l'efficienza.

Nuovi media

Le nuove tecnologie svolgono un ruolo sempre più rilevante sia nella cultura sia nelle relazioni internazionali. Le persone dipendono da Internet per accedere alle informazioni e possono esprimersi liberamente solo quando tali informazioni e le proprie comunicazioni non sono censurate. Il diritto allo sviluppo culturale e altri diritti fondamentali sono sempre più facilitati dalle nuove tecnologie.

La frontiera della lotta per i diritti umani si sposta online. I blogger sono arrestati e cadono i tabù, tutto grazie a Internet. Le nuove tecnologie offrono inoltre enormi opportunità di partecipazione civica, libertà d'espressione e accesso alle informazioni. Con il World Wide Web che connette le persone in tutto il globo, è necessario che l'UE agisca da attore mondiale e sviluppi strategie concrete per generare e tutelare la libertà di Internet. I regimi repressivi comprendono fin troppo bene come i nuovi media possono essere utilizzati per far avanzare le libertà e cercano di reprimere le persone che utilizzano le stesse tecnologie.

Anche l'accesso ai contenuti culturali avviene attraverso i nuovi mezzi di comunicazione. Le opportunità di una connettività globale attorno ai prodotti e ai contenuti culturali europei vanno apprezzate e agevolate, ad esempio attraverso Europeana, o siti Internet di musei e festival, l'industria della musica e dell'intrattenimento online.

L'esistenza di programmi culturali e le garanzie dei diritti fondamentali devono essere rafforzate attraverso lo sviluppo di politiche UE sulla libertà di Internet e l'inserimento della diplomazia digitale nella diplomazia culturale.

Il potenziale economico dell'UE quale attore digitale globale è meglio servito da una riforma della normativa sui diritti di proprietà intellettuale e dal completamento del mercato digitale europeo. Solo così si può garantire che la ricchezza della nostra varietà culturale (digitalizzata) sia accessibile e commerciabile in tutto il mondo.

Fasi successive

Molte relazioni culturali si sviluppano in modo totalmente indipendente dalla pianificazione o dalla regolamentazione dei governi. Questa rete di individui che si sviluppa in modo organico va agevolata. Per questo è necessario definire strategie.

E ultimo, ma non meno importante, le istituzioni europee possono contribuire molto a rendere più accessibile ai cittadini di tutto il mondo la cultura politica europea e il suo processo decisionale. Con i dati aperti si incrementano ulteriormente la trasparenza e l'accesso alle informazioni.

Le basi politiche sono già definite nel trattato sul funzionamento dell'Unione europea e dalla ratifica della Convenzione UNESCO che chiedono l'integrazione della cultura in tutte le politiche dell'Unione. Si tratta ora di scendere alle implicazioni pratiche di detti accordi. Nel progetto di organigramma del Servizio per l'azione esterna non sono ancora previste posizioni per gli aspetti culturali. La presente relazione invita il Servizio per l'azione esterna a considerare gli aspetti culturali come un obiettivo politico portante e a provvedere alla formazione adeguata del personale del SEAE sugli aspetti culturali e digitali.

Per la nuova generazione di cittadini europei è necessaria una strategia coerente per la mobilità giovanile, onde favorirne lo sviluppo culturale e formativo, compresa l'alfabetizzazione informatica e sui nuovi media nonché l'accesso alle espressioni artistiche, in tutta la loro varietà.

Gli elementi culturali esistenti in programmi quali lo Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani vanno messi a fuoco in ordine di priorità, come rafforzare lo Stato di diritto, sviluppare la diplomazia culturale quale strumento di gestione e prevenzione dei conflitti, creare meccanismi per la cooperazione, il dialogo e lo scambio all'interno della società civile e inserire il ruolo delle nuove tecnologie in relazione a libertà d'espressione, partecipazione democratica e diritti umani.

Il Parlamento europeo dovrebbe impegnarsi a inserire la cultura nelle attività delle proprie delegazioni con gli altri parlamenti del mondo e vigilerà da vicino sui progressi e le misure concrete messe in atto per concepire una strategia UE coordinata e coerente in materia di cultura nelle relazioni esterne. Una relazione annuale proposta dovrebbe garantire affidabilità e continuità. Inoltre, la relazione annuale sui diritti umani dovrebbe concentrarsi esplicitamente e nello specifico sulla cultura.

Lo sviluppo del "marchio Europa" in un contesto di concorrenza globale per talento, turismo e valori deve basarsi sulla collaborazione; la presente relazione serve da punto di partenza per uno sforzo duraturo e fruttuoso teso a coinvolgere il maggior numero possibile di alleati per conseguirlo.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

17.3.2011

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

26

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Maria Badia i Cutchet, Zoltán Bagó, Malika Benarab-Attou, Lothar Bisky, Piotr Borys, Jean-Marie Cavada, Silvia Costa, Santiago Fisas Ayxela, Mary Honeyball, Cătălin Sorin Ivan, Morten Løkkegaard, Emma McClarkin, Marek Henryk Migalski, Doris Pack, Marie-Thérèse Sanchez-Schmid, Marietje Schaake, Timo Soini, Emil Stoyanov, Hannu Takkula, Marie-Christine Vergiat, Sabine Verheyen, Milan Zver

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Nessa Childers, Oriol Junqueras Vies, Ramona Nicole Mănescu, Iosif Matula, Francisco José Millán Mon, Monika Smolková