RELAZIONE sulla revisione intermedia del 7° programma quadro dell'Unione europea per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione

15.4.2011 - (2011/2043(INI))

Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia
Relatore: Jean-Pierre Audy

Procedura : 2011/2043(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A7-0160/2011

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla revisione intermedia del 7° programma quadro di ricerca dell'Unione europea per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione

(2011/2043(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visto il trattato sull'Unione europea (trattato UE) e il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (trattato FUE), in particolare gli articoli relativi alla ricerca,

–   vista la decisione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, concernente il 7° programma quadro della Comunità europea (divenuta, dopo il trattato di Lisbona, Unione europea) per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (2007-2013)[1],

–   visto in particolare l'articolo 7 della predetta decisione relativo al monitoraggio, alla valutazione e alla revisione del 7° programma quadro (7° PQ),

–   visto l'articolo 182, paragrafo 2, del trattato FUE relativo all'adattamento del programma quadro in funzione dell'evoluzione della situazione,

–   vista la comunicazione della Commissione del 9 febbraio 2011 dal titolo "Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni concernente la risposta alla relazione del gruppo di esperti sulla valutazione intermedia del Settimo programma quadro per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione e alla relazione del gruppo di esperti sulla valutazione intermedia del meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi" (COM(2011)0052),

–   viste le conclusioni sulla valutazione intermedia del settimo programma quadro per le attività di ricerca (7° PQ), compreso il meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi, del 3074° Consiglio "Competitività" (Mercato interno, Industria, Ricerca e Spazio) del Consiglio dell'Unione europea del 9 marzo 2011,

–   vista la relazione finale del gruppo di esperti "Interim Evaluation of the Seventh Framework Programme" del 12 novembre 2010,

–   vista la sua risoluzione dell'11 novembre 2010 sulla semplificazione dell'attuazione dei programmi quadro di ricerca[2],

–   vista la relazione del gruppo di esperti "Evaluation of the Sixth Framework Programmes for Research and Technological Development 2002-2006" del febbraio 2009,

–   vista la relazione del comitato di esperti "Towards a world class Frontier research Organisation - Review of the European Research Council's Structures and Mechanisms" del 23 luglio 2009,

–   vista la relazione del gruppo di esperti indipendenti "Mid-Term Evaluation of the Risk-Sharing Financial Facility (RSFF)" del 31 luglio 2010,

–   vista la relazione del comitato di esperti "First Interim Evaluation of the Innovative Medicines Initiative Joint Undertaking" del 20 dicembre 2010,

–   vista la relazione del comitato di esperti "First Interim Evaluation of the ARTEMIS and ENIAC Joint Technology Initiatives" del 30 luglio 2010,

–   vista la relazione del comitato di esperti indipendenti "Interim Evaluation of the Ambient Assisted Living Joint Programme" del dicembre 2010,

–   visto il parere del Comitato delle regioni adottato in sessione plenaria il 27 e 28 gennaio 2011 e relativo alla semplificazione dell'attuazione dei programmi quadro di ricerca,

–   vista la sua risoluzione del 20 maggio 2010 sull'attuazione delle sinergie dei fondi destinati alla ricerca e all'innovazione nell'ambito del regolamento (CE) n. 1080/2006 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e del Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo nelle città, nelle regioni, negli Stati membri e nell'Unione[3],

–   vista la relazione speciale della Corte dei conti europea n. 9/2007 del 22 novembre 2007 sulla "valutazione dei programmi quadro comunitari in materia di ricerca e sviluppo tecnologico (RST) – L'approccio della Commissione potrebbe essere migliorato?",

–   vista la relazione speciale della Corte dei conti europea n. 8/2009 relativa alle reti di eccellenza e ai progetti integrati nel quadro della politica comunitaria in materia di ricerca,

–   vista la relazione speciale della Corte dei conti europea n. 2/2010 dal titolo "L'efficacia delle azioni di sostegno «Studi di progettazione» e «Costruzione di nuove infrastrutture» nell'ambito del sesto programma quadro in materia di ricerca",

–   visto il parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla "Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Semplificare l'attuazione dei programmi quadro di ricerca", del 15 settembre 2010,

–   visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e il parere della commissione per i bilanci (A7-0160/2011),

A. considerando che il settimo programma quadro della Comunità europea per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (7° PQ) è il più vasto strumento di sostegno alla ricerca a livello mondiale e costituisce il principale strumento della politica di ricerca dell'Unione europea,

B.  considerando la necessità di tenere conto delle evoluzioni risultanti dalla revisione intermedia del 7° PQ per via dei numerosi cambiamenti intervenuti dalla sua negoziazione e adozione nel 2006 (nuove istituzioni, nuove istanze politiche, crisi economica), come pure dell'entità degli importi finanziari disponibili fino al suo termine,

C. considerando che il trattato di Lisbona introduce la realizzazione dello spazio europeo della ricerca come un mezzo specifico della politica europea,

D. considerando che la strategia Europa 2020 fa della ricerca e dell'innovazione un elemento centrale della crescita intelligente, sostenibile e solidale,

E.  considerando che la ricerca è il processo attraverso cui il potere economico si trasforma in conoscenza mentre l'innovazione è il processo inverso che trasforma la conoscenza in potere economico,

F.  considerando che l'UE e i suoi Stati membri devono darsi i mezzi necessari per fornire una risposta comune alle grandi sfide sociali, economiche, ambientali, demografiche ed etiche a cui sono confrontati i popoli europei, quali l'invecchiamento demografico, la sanità, l'approvvigionamento alimentare, lo sviluppo sostenibile, le grandi sfide ecologiche ecc., e che le risultanti soluzioni devono motivare gli individui ad assumersi una maggiore responsabilità per le loro azioni,

G. considerando che l'investimento nella RSI rappresenta la migliore risposta possibile di lungo termine all'attuale crisi economica e finanziaria, che consente all'UE di trasformarsi in una società della conoscenza competitiva su scala mondiale,

H. considerando che l'Europa compete con potenze economiche come Cina, India, Brasile, Australia, Stati Uniti d'America e Russia, e che la nostra capacità di unire e coordinare i nostri sforzi, in particolare in tema di ricerca, tra Unione europea e Stati membri condiziona in modo assai ampio la nostra competitività economica e quindi la possibilità di finanziare le nostre ambizioni sociali e il rispetto dei nostri impegni in materia di benessere dei cittadini europei e protezione ambientale,

I.   considerando che le spese destinate alla R&S in Europa sono modeste rispetto alle altre potenze mondiali, tra l'altro a causa dell'assenza di condizioni generali favorevoli agli investimenti privati e all'innovazione; che l'attrattiva del 7° PQ per il settore industriale e l'utilizzo della ricerca a vantaggio dell'economia non sono pertanto pienamente dimostrati; considerando altresì che, al di là degli importi, emerge chiaramente la necessità di un miglior coordinamento e cofinanziamento tra l'Unione, gli Stati membri e le regioni, nel pieno rispetto delle specificità e delle scelte etiche degli Stati membri,

J.   considerando che soltanto un livello piuttosto esiguo degli investimenti pubblici nella RSI è oggetto di una collaborazione europea,

K. considerando che migliori rapporti tra i settori accademico, della ricerca e industriale sono indispensabili per consentire una migliore trasformazione dei risultati della ricerca in prodotti e servizi generatori di crescita economica e benefici per la società nel suo insieme,

L.  considerando che il 7° PQ dovrebbe essere ispirato agli stessi principi generali dello Spazio europeo della ricerca (SER),

M. considerando che, dei 54,6 miliardi di EUR del programma, 25,8 sono stati impegnati nei primi quattro anni (dal 2007 al 2010), ossia 6,5 miliardi l'anno in media, e che restano da impegnare 28,8 miliardi per gli ultimi tre anni (dal 2011 al 2013), vale a dire 9,6 miliardi l'anno in media,

N. considerando che gli anni dal 2011 al 2013 sono anni delicati che richiedono un'attenzione particolare e immediata in termini di fattori di competitività e di coesione sociale, di cui la ricerca e l'innovazione sono elementi essenziali,

O. considerando che la complessità della gestione amministrativa, le numerose formalità, la burocrazia, la mancanza di trasparenza, l'inefficienza e i ritardi ingiustificati restano forti handicap del 7° PQ e scoraggiano fortemente i ricercatori, l'industria e le PMI a partecipare al programma, e che pertanto progredire nella semplificazione dovrebbe restare una delle maggiori priorità,

P.  considerando che l'obiettivo di una partecipazione di ricercatrici al 7° PQ pari al 40% è un obiettivo ambizioso e giusto; che, attualmente, la partecipazione di ricercatrici ai progetti di ricerca del 7° PQ è di un deludente 25,5%,

1.  si compiace della qualità delle relazioni di esperti sulla valutazione intermedia del 7° PQ e del meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi, incentrato sulla qualità delle attività, dell'attuazione e dei risultati registrati, malgrado il carattere generico del mandato conferito ai gruppi di esperti; sottolinea tuttavia che la valutazione non ha interessato la globalità delle azioni degli Stati membri e dell'Unione;

2.  non si spiega il ritardo accumulato dalla Commissione, la quale ha pubblicato la sua comunicazione il 9 febbraio 2011, mentre aveva l'obbligo di farlo entro e non oltre il 2010 e deplora la debolezza della comunicazione della Commissione alla luce delle attuali poste in gioco, segnatamente l'attuale situazione di crisi economica, le somme ancora da impegnare nel quadro del 7° PQ, ecc.;

3.  chiede alla Commissione di dare seguito, in particolare, alle dieci raccomandazioni specifiche formulate dal gruppo di esperti;

4.  sottolinea la relatività delle conclusioni tratte dalla valutazione intermedia, visto che la maggior parte dei fondi del 7° PQ non sono ancora stati stanziati, che alcuni progetti avviati sono ancora in corso e che altri progetti finanziati nel quadro del 7° PQ saranno realizzati oltre il suo termine;

Risultati del 7° PQ

5.  ritiene che, nonostante l'Europa continui a essere i ritardo rispetto agli Stati Uniti e stia perdendo il vantaggio che aveva sulle economie emergenti, i risultati raggiunti dal 7° PQ tendono a dimostrare un valore aggiunto europeo in materia di R&S; invita, tuttavia, la Commissione a intensificare gli sforzi per comunicare i risultati conseguiti agli Stati membri, alla comunità scientifica e ai cittadini europei;

6.  deplora l'assenza di un metodo di valutazione dei progressi in materia di conoscenze scientifiche realizzati dai progetti finanziati dal 7° PQ;

7.  chiede alla Commissione e agli Stati membri di intensificare gli sforzi di comunicazione riguardo al 7° PQ (anche attraverso l'uso di nuove tecnologie, come i servizi intelligenti d'informazione sulla ricerca), facilitando l'accesso alle informazioni sulla partecipazione, annunciando le prossime sfide in materia di ricerca e diffondendo i risultati della ricerca; sostiene le iniziative della Commissione che promuovono un accesso aperto ai risultati della ricerca finanziata con fondi pubblici, ove pertinenti e realizzabili rispetto ai diritti di proprietà intellettuale;

8.  si compiace del livello di partecipazione e di eccellenza nella selezione dei progetti; deplora tuttavia che il tasso di successo del programma resta in generale assai debole e dissuasivo soprattutto per le PMI, che svolgono un ruolo particolarmente importante nel trasformare i risultati della ricerca in prodotti e servizi; ritiene che la semplificazione delle regole amministrative e finanziarie, nonché dei progetti e delle procedure che meglio corrispondono alle esigenze delle PMI, potrebbe migliorare questa situazione;

9.  constata che il moltiplicarsi degli obiettivi e dei temi coperti e la diversificazione degli strumenti ha ampliato la portata del 7° PQ e ridotto la sua capacità di servire a un progetto europeo preciso;

10. approva il rafforzamento del programma specifico "Cooperazione", che resta pertinente di fronte alle attuali sfide scientifiche e tecnologiche; sottolinea il suo ruolo nello sviluppo di una massa critica di RSI che non potrà essere pienamente conseguita a livello nazionale/regionale, dimostrando in tal modo il valore aggiunto europeo; ritiene che la ricerca collaborativa transnazionale debba rimanere una priorità; raccomanda l'applicazione dell'azione "tecnologie future ed emergenti" e la generalizzazione delle cosiddette "tabelle di marcia" all'insieme delle tematiche; chiede maggiore flessibilità nella fissazione dei temi di richiamo e delle soglie e dei massimali di finanziamento, distinguendo i grandi progetti da quelli piccoli; sottolinea che l'attuale programma di Cooperazione è troppo limitato e i temi spesso troppo specifici per far fronte alle grandi sfide della società; raccomanda che il prossimo programma quadro preveda inviti a presentare proposte di portata tematica più ampia;

11. sottolinea che saranno altrettanto necessarie prospettive interdisciplinari più ampie per affrontare efficacemente le crescenti sfide della società; rileva che le scienze sociali e umane svolgono un ruolo di primo piano nel rispondere alle grandi sfide che l'Unione europea si trova ad affrontare; deplora il fatto che il carattere estremamente specifico e limitato degli inviti a presentare proposte nel capitolo "Cooperazione" sulle scienze economiche, sociali e umane, renda molto difficile una ricerca nuova e innovativa in tale settore;

12. propone, ai fini del raggiungimento degli obiettivi della strategia UE 2020, di incentrare la ricerca sostenuta dal 7° PQ sulle sfide più urgenti dell'Unione europea nell'ambito dei settori individuati nel capitolo "Cooperazione" del 7°PQ: salute (comprese ricerca clinica e preventiva e tecnologie mediche), prodotti alimentari e biotecnologie (compresa la sicurezza alimentare), tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nanoscienze e nanotecnologie, energia (compresi efficienza energetica, reti intelligenti, energia rinnovabile, cattura e immagazzinamento di CO2, piano SET e utilizzo di biogas), ambiente (compresi cambiamenti climatici, acqua, suolo, boschi e foreste), trasporti sostenibili, scienze socioeconomiche e scienze umanistiche, spazio e sicurezza;

13. propone il rafforzamento della ricerca collaborativa, come le attività finanziate nel programma specifico "Cooperazione"; chiede che sia prevista la possibilità di costituire progetti di dimensioni inferiori e medie, nonché consorzi di partner che, oltre a consolidare l'eccellenza scientifica, consentono un coordinamento efficiente; sottolinea che l'approccio basato sulla ricerca collaborativa deve restare il fulcro del programma quadro;

14. si compiace, per quanto riguarda il capitolo "Idee", dei risultati promettenti ottenuti dal Consiglio europeo della ricerca (CER) e del suo ruolo volto a rafforzare la visibilità e l'attrattiva della ricerca europea; deplora l'assenza di partecipazione e associazione del settore privato al CER; invita la Commissione a incrementare i finanziamenti per il CER (il che aumenterà anche la percentuale di successo) nonché a valutare le opzioni per migliorare ulteriormente le sue strutture e i suoi meccanismi, anche facendo del CER un'entità giuridica indipendente dotata di potere decisionale direttamente responsabile della sua strategia scientifica e della sua gestione amministrativa, che potrebbe altresì essere utilizzata come iniziativa pilota per una maggiore indipendenza delle altre agenzie di finanziamento nel settore RSI; sostiene una maggiore trasparenza nel processo di designazione del Consiglio scientifico e nella composizione dei gruppi di valutazione; raccomanda che il CER continui a sostenere fortemente i singoli scienziati eccellenti; invita tuttavia il CER a prevedere inoltre la possibilità di sostenere progetti di squadra, purché essi siano sempre il risultato di un processo dal basso;

15. sostiene, nell'ambito del capitolo "Persone", le azioni "Marie Curie", che sono preziose per la carriera dei ricercatori, garantiscono una ricerca dal basso individualizzata in una gamma molto ampia di argomenti, pongono fine alla "fuga di cervelli" e rendono le carriere nella ricerca più attraenti per i giovani ricercatori molto promettenti provenienti dall'Europa e dai paesi terzi; raccomanda, dato il numero relativamente elevato di domande, che il programma Marie Curie per la mobilità benefici di maggiori risorse nell'ambito del 7° PQ, al fine di aumentare ulteriormente le possibilità di mobilità per i ricercatori e i dottorandi (anche tra le università e il settore privato o tra gli Stati membri, ad esempio introducendo un sistema di assegni di ricerca grazie al quale i fondi destinati alla ricerca possano seguire i ricercatori); ritiene tuttavia che, nelle azioni "Marie Curie" vi sia anche margine di semplificazione nel numero di azioni; deplora che la maggior parte del lavoro scientifico nell'UE sia ancora svolto in condizioni di lavoro precarie;

16. ritiene che, per incrementare le risorse umane dedicate alla ricerca in Europa, sia necessario migliorare l'attrattiva delle carriere professionali in tale settore, eliminando le barriere amministrative nonché riconoscendo il merito, il tempo dedicato alla formazione e il lavoro svolto presso un eventuale centro di ricerca; incoraggia, a tal fine, la Commissione e gli Stati membri a istituire un sistema comune che valuti l'eccellenza e la carriera dei ricercatori e le prestazioni delle università; ribadisce l'importanza di investire nell'istruzione, nella formazione e nell'acquisizione di competenze, nonché di completare i collegamenti esistenti tra istruzione, ricerca e innovazione;

17. è scettico quanto all'eterogeneità degli obiettivi del capitolo "Capacità" e delle difficoltà che ne derivano, in particolare in materia di cooperazione internazionale e di progressi sulle principali infrastrutture di ricerca (ESFRI); ritiene che vi sia un'evidente necessità di azioni a favore delle PMI e delle PMI innovatrici e invita la Commissione a mantenere almeno tali azioni e il livello di finanziamenti ad esse associato, adottando al contempo delle misure per migliorarne l'attuazione; ritiene che i progetti "infrastrutture" ERA-NET, ERA-NET+ e le iniziative basate sull'articolo 185 adempiano al loro ruolo che è quello di strutturare lo Spazio europeo della ricerca (SER);

18. riconosce che le "iniziative tecnologiche congiunte" (ITC) sono utili alla competitività dell'industria europea; deplora gli ostacoli giuridici e amministrativi (personalità giuridica, norme finanziarie e in taluni casi anche proprietà intellettuale), che potrebbero scoraggiare la partecipazione di un numero consistente di attori chiave della ricerca e di PMI; lamenta altresì l'eterogeneità delle strutture di governance e giuridiche e gli elevati costi di funzionamento derivanti dall'avvio delle ITC; invita gli Stati membri a onorare i loro obblighi una volta accettato di cofinanziare le ITC; invita la Commissione a semplificare le norme e i tassi di finanziamento per simili categorie di partecipanti a tutte le ITC sulla base del modello del 7° PQ, anche per quanto riguarda i cofinanziamenti nazionali; chiede di essere maggiormente associato al controllo politico di tali strumenti, in particolare per garantire un equilibrio adeguato di partecipazione e attività; sottolinea che tali iniziative non dovrebbero portare all'esternalizzazione dei finanziamenti pubblici e dovrebbero restare nei limiti legali concernenti gli aiuti di Stato e la preconcorrenza;

19. chiede alla Commissione di informare il Parlamento in modo chiaro e dettagliato circa il funzionamento delle ITC, indicando per ciascun caso lo status giuridico, i componenti del Consiglio e le azione intraprese;

20. riconosce il ricorso più sistematico a inviti a presentare proposte troppo aperti (approccio ascendente) per assicurare una capacità a lungo termine per la ricerca; sottolinea tuttavia la necessità di mantenere un equilibrio tra i due approcci (ascendente e discendente) che rispondono a esigenze specifiche; sottolinea la necessità di consultare e di operare di concerto con i ricercatori, l'industria e gli attori della società civile al fine di stabilire i programmi di ricerca;

21. osserva che, tenendo conto in particolare della strategia 2020 e dell'obiettivo della "crescita intelligente", occorre individuare aree comuni di ricerca tra quelle più promettenti a livello di applicazioni concrete che consentano la più ampia condivisione sotto il profilo etico; osserva che tali aree potrebbero essere oggetto di una piattaforma comune di ricerca finanziata dall'UE, supportata da una rete comune di scambio di dati, e da considerare rilevante e di interesse preminente;

22. deplora il fatto che il finanziamento della ricerca sia ancora molto frammentato in Europa, con molteplici fonti di finanziamento degli Stati membri e dell'UE che applicano differenti priorità, criteri di valutazione, definizioni e procedure, il che è causa di inutili sovrapposizioni, confusioni, errori e assenza di massa critica; chiede alla Commissione e al Consiglio di porre in primo piano le questioni della cooperazione e del coordinamento tra i vari programmi dell'UE e nazionali; invita la Commissione a effettuare un'analisi per migliorare l'articolazione tra le azioni europee e quelle nazionali, anche mediante un possibile coordinamento nelle fasi di formulazione degli inviti a presentare proposte e di valutazione dei progetti, nonché attraverso l'identificazione delle regole o leggi nazionali che ostacolano o complicano la gestione finanziaria dei progetti internazionali di cooperazione nell'ambito della ricerca; chiede che gli inviti a presentare proposte, compresi quelli di luglio 2011, vengano formulati in concertazione con gli Stati membri senza diventare un doppione o entrare in concorrenza con le iniziative nazionali ma intervenendo a complemento di queste ultime; ritiene a tale riguardo che lo schema ERA-NET dovrebbe essere rafforzato quale strumento per promuovere l'eccellenza e lo sviluppo di criteri per indicatori di qualità che fungano da base per il coordinamento tra programmi o joint-venture; suggerisce che il 7° PQ integri gli sforzi degli attori che gestiscono i programmi nazionali coinvolti nella programmazione congiunta per fare evolvere i PQRS da una logica di gestione del progetto a quella di una gestione del programma, senza tuttavia trascurare la gestione dei progetti minori; ritiene che, affinché la programmazione congiunta abbia successo, i progetti dovrebbero essere selezionati sulla base dell'eccellenza e adattati alle caratteristiche di ciascun settore, il ruolo di coordinamento della Commissione dovrebbe essere rafforzato e gli Stati membri partecipanti dovrebbero onorare i loro impegni finanziari; chiede che gli ultimi tre anni del 7° PQ siano riservati a dare un contributo alla strutturazione dello Spazio europeo della ricerca;

23. esprime riserve circa il fatto che spesso sia possibile finanziare una sola proposta per ogni invito, il che comporta uno spreco delle risorse investite nella preparazione e valutazione di proposte eccellenti e il non finanziamento di alcune eccellenti idee; esorta la Commissione a valutare la possibilità di finanziare proposte eccellenti non selezionate attraverso risorse di bilancio supplementari per la ricerca (cofinanziamento della ricerca) alle quali contribuiranno gli Stati membri, i fondi regionali e strutturali e il settore privato;

24. sottolinea l'importanza delle attività dirette dal Centro comune di ricerca e il loro contributo allo sviluppo sostenibile, alla competitività e alla sicurezza dell'energia nucleare;

25. riconosce l'importanza del progetto di interconnessione del Mar Nero (BSI, Black Sea Interconnection) per la creazione di una rete regionale per la ricerca e l'istruzione in tutta l'area del Mar Nero e per il suo collegamento alla rete GEANT, ed esorta la Commissione a continuare a sostenere progetti di ricerca nella regione del Mar Nero come, per esempio, HP-SEE, SEE-GRID, SCENE, CAREN e BSRN;

26. invita la Commissione a garantire, nel contesto del 7° PQ e del futuro quadro finanziario, un livello adeguato di finanziamenti del settore R&S per le applicazioni e i servizi del sistema globale di navigazione satellitare (GNSS);

27. sottolinea che tutte le ricerche svolte nell'ambito del 7° PQ devono essere condotte nel rispetto dei diritti fondamentali così come enunciati nella Carta europea; esorta pertanto vivamente la Commissione a rendere immediatamente disponibili tutti i documenti relativi a INDECT (un progetto di ricerca finanziato nell'ambito del 7° PQ finalizzato allo sviluppo di un sistema automatico di osservazione in grado di monitorare costantemente siti web, telecamere di sorveglianza e sistemi di computer individuali) e a definire un mandato chiaro e rigoroso per quanto riguarda l'obiettivo di ricerca, l'applicazione e gli utilizzatori finali di INDECT; sottolinea che finché non sarà realizzata un'accurata indagine sui possibili impatti sui diritti fondamentali, INDECT non dovrebbe ricevere finanziamenti dal 7° PQ;

Partecipazione al 7° PQ

28. sottolinea che non sembra che l'industria presenti tassi di partecipazione superiori rispetto ai PQ precedenti, soprattutto nel capitolo "Cooperazione"; chiede pertanto alla Commissione un'analisi dettagliata della capacità del programma di incrementare gli investimenti del settore privato;

29. ritiene che le procedure dei bandi di gara per la ricerca di nuovi partner debbano basarsi sulla premessa fondamentale secondo cui le aziende e i ricercatori coinvolti devono avere una perfetta conoscenza del progetto e di quale sia il partner migliore, e che, piuttosto che costringerli a seguire le graduatorie degli esperti di valutazione, la Commissione dovrebbe valutare una giustificazione scritta della scelta del consorzio;

30. si compiace dei risultati del 7° PQ a beneficio delle PMI per quanto riguarda le misure a sostegno delle PMI nel capitolo "Capacità", il programma "Eurostars" e l'obiettivo del 15% fissato al capitolo "Cooperazione"; per facilitare ulteriormente la partecipazione delle PMI, chiede di pubblicare maggiori inviti a presentare proposte non tematici, ad aprire più spesso inviti a presentare proposte per le attività specifiche delle PMI (o ad avere un invito aperto permanentemente), di semplificare le regole (incluse le regole del programma "Eurostars") e di accorciare i tempi di erogazione delle sovvenzioni; raccomanda che le PMI siano più attivamente coinvolte nel processo di sfruttamento dei risultati ottenuti;

31. è del parere che la partecipazione di giovani scienziati ai gruppi di progetto, nel contesto delle attività di ricerca collaborativa portate avanti dall'industria e dalle organizzazioni scientifiche, dovrebbe essere incentivata; chiede alla Commissione e agli Stati membri di adottare misure specifiche finalizzate a rafforzare la partecipazione dei giovani ricercatori ai programmi quadro; invita la Commissione a servirsi della revisione intermedia del 7° PQ per promuovere l'occupazione di giovani scienziati, elaborando norme e modalità di partecipazione in modo da destinare una quota consistente dei finanziamenti all'assunzione di giovani ricercatori;

32. osserva con preoccupazione la partecipazione relativamente modesta di alcuni Stati membri al 7° PQ, il che non contribuisce alla coesione territoriale e a uno sviluppo equilibrato in Europa; è del parere che un migliore coordinamento e una migliore coerenza e sinergia del 7° PQ con i Fondi strutturali e di coesione, nonché un migliore utilizzo del programma "Persone", potrebbero facilitare la partecipazione degli Stati membri sottorappresentati; ritiene che, utilizzando i Fondi strutturali per rafforzare le infrastrutture di ricerca e promuovere la creazione di capacità di ricerca e innovazione, tutti gli Stati membri possano raggiungere un più alto livello di eccellenza (scala di eccellenza); si compiace pertanto della costituzione del gruppo di esperti sulle sinergie (SEG) al fine di individuare sinergie tra il 7° PQ, i Fondi strutturali e il CIP; sottolinea tuttavia l'assoluta necessità di distinguere tra i criteri del 7° PQ e dei Fondi strutturali, dal momento che il principio di eccellenza (sotto la gestione e il coordinamento unici della Commissione) dovrebbe prevalere nell'assegnazione dei finanziamenti a titolo del 7° PQ per assicurare il massimo valore aggiunto alla RSI in Europa; constata con soddisfazione che per il periodo 2007-2013, all'interno dei fondi di coesione (FESR) 86 miliardi di EUR sono allocati a sostegno dell'innovazione (25% del totale), dei quali 50 miliardi di EUR sono destinati alla ricerca di base e allo sviluppo tecnologico (R&S), equivalenti al bilancio totale del 7° PQ; sottolinea l'importanza della dimensione territoriale della R&S, tenendo conto, nell'elaborazione delle politiche, delle esigenze e delle capacità territoriali specifiche ("specializzazione intelligente"); considera pertanto essenziale la partecipazione delle autorità regionali e locali per promuovere la capacità di ricerca e innovazione della loro regione; raccomanda che i fondi attualmente inutilizzati restino nel bilancio dell'UE fino alla fine del 2013 e che quelli previsti per il periodo 2014-2020 siano più fortemente orientati all'innovazione, alle scienze e alla ricerca in termini di risorse umane, sviluppo e infrastrutture;

33. plaude ai progressi continui benché timidi verso una partecipazione più equilibrata di uomini e donne al 7° PQ, dal momento che la diversità è importante per la creatività e l'innovazione; osserva che le donne ricercatrici tendono a lavorare su progetti e compiti di ricerca minori e di profilo più basso e che un "soffitto di vetro" estremamente problematico sembra gravare sulle donne ricercatrici, comportando la diminuzione della quota di donne ricercatrici ad alti livelli di responsabilità, come indicato anche dal numero esiguo di ricercatrici selezionate per le sovvenzioni del CER per ricercatori esperti; concorda sul fatto che le misure volte a incentivare la partecipazione delle donne dovrebbero essere rafforzate nel corso dei cicli di vita dei progetti (con un'attenzione particolare per gli orari flessibili, migliori servizi di custodia per i bambini, prestazioni di sicurezza sociale e congedo parentale) e che la Commissione dovrebbe rafforzare il suo approccio alla promozione delle carriere scientifiche femminili ed esortare gli Stati membri a risolvere i divari di genere; sottolinea che l'obiettivo del 40% della partecipazione femminile nei comitati di programmazione e consulenza dovrebbe essere perseguito con accortezza; invita la Commissione a creare un comitato trasversale per monitorare e fornire suggerimenti sulla rappresentazione delle ricercatrici e a sviluppare un piano d'azione di genere come raccomandato dalla valutazione ex post del 6° PQ; invita università e istituzioni dell'UE a promuovere la scienza come un settore interessante per entrambi i sessi a partire dai primi livelli d'istruzione, promuovendo le ricercatrici come modelli di riferimento;

34. chiede che sia riconosciuto un ruolo di particolare rilievo nel raccordo tra le PMI innovative del territorio e la Commissione europea su scala regionale alle organizzazioni intermedie (quali le Camere di Commercio, la rete Enterprise Europe Network e le agenzie regionali per l'innovazione);

35.  ritiene che i programmi debbano essere aperti a partner internazionali; evidenzia che il principio fondamentale dovrebbe essere che tutti i programmi devono essere aperti al finanziamento anche di raggruppamenti stranieri (in presenza di competenze specifiche); rifiuta il concetto secondo cui la Commissione sarebbe in una posizione migliore rispetto ai ricercatori per determinare la scelta dei partner con cui cooperare;

36. ritiene che il 7° PQ dovrebbe affermare le sue priorità in materia di cooperazione internazionale; è del parere che la scelta dei paesi e dei soggetti individuati per le azioni di cooperazione internazionale debba essere esercitata in concertazione con gli Stati membri onde assicurare la complementarità di queste azioni con tutte le parti coinvolte; ribadisce, tuttavia, che occorre prestare attenzione alla cooperazione con i paesi in via di sviluppo;

Finanziamento

37. ritiene che il livello di finanziamento del 7° PQ, che è adeguato e necessario, debba come minimo essere mantenuto per far fronte alle grandi sfide sociali; ricorda che l'investimento in RSI è un investimento a lungo termine e costituisce un elemento determinante per il conseguimento degli obiettivi della strategia 2020;

38. ritiene che le spese per il 7° PQ e l'orientamento globale in materia di ricerca dovrebbero essere allineati il più possibile agli obiettivi politici generali della strategia UE 2020; ritiene che il progresso scientifico rispetto alle grandi sfide richieda l'impegno di strumenti di finanziamento a medio e lungo termine che sostengano sia la ricerca fondamentale che la collaborazione con l'industria e altri partner esterni;

39. evidenzia il ruolo cruciale delle infrastrutture di ricerca e sottolinea che il loro sviluppo e finanziamento (sulla base della lista ESFRI e compresa la fornitura di strumenti e attrezzature di laboratorio e la loro manutenzione) dovrebbero fruire di un miglior coordinamento e cofinanziamento tra il 7° PQ, gli strumenti della BEI, i Fondi strutturali e le politiche nazionali e regionali; ritiene che la duplicazione delle infrastrutture di ricerca nei diversi Stati membri debba essere evitata e che occorra promuovere un accesso aperto e basato sull'eccellenza alle infrastrutture di ricerca; chiede sforzi per promuovere il finanziamento delle infrastrutture di ricerca nell'ambito del 7° PQ, specialmente laddove maggiori sono le opportunità per un valore aggiunto a livello di Unione europea;

40. ritiene che i beneficiari dei finanziamenti delle infrastrutture di ricerca debbano giustificare con chiarezza il loro ruolo e il loro utilizzo di attrezzature, laboratori e personale tecnico e di ricerca; ritiene a tal fine che debba essere creato un sistema di monitoraggio e ispezione che verifichi il rispetto degli accordi;

41. invita gli Stati membri e l'UE a rispettare i propri impegni finanziari, inclusi gli impegni relativi alle azioni derivanti dagli articoli 185 e 187, nell'ambito di accordi internazionali in materia di ricerca;

42.  invita la Commissione – in vista dell'obiettivo di stanziare il 3% del PIL a favore della ricerca e dello sviluppo tecnologico entro il 2020 e di riconoscere che la ricerca e l'innovazione costituiscono l'unico percorso sicuro verso la ripresa economica dell'UE – a considerare la possibilità di stabilire un livello temporaneo vincolante di finanziamento per la ricerca e lo sviluppo tecnologico pari a circa l'1% del PIL entro il 2015;

Ruolo dell'innovazione

43. constata un rafforzamento della dimensione di "innovazione" nei futuri programmi di lavoro; è del parere che, se si intende fare in modo che la ricerca e l'innovazione abbiano un chiaro impatto sul mercato e sulla società, sia necessario concepire azioni che permettano lo sfruttamento e la commercializzazione ottimali dei risultati della ricerca, ad esempio affrontando il potenziale di commercializzazione dei risultati della ricerca in inviti specifici o in criteri di valutazione in particolari ambiti; invita la Commissione a cominciare a finanziare progetti dimostrativi, pilota e di dimostrazione della fattibilità prima del termine del 7° PQ e a valutare la possibilità di un sistema di finanziamento che premi i progetti realizzati con successo e sostenga la loro introduzione sul mercato così da integrare il finanziamento iniziale attuale; ritiene inoltre, a tale riguardo, che sia necessario uno stretto coordinamento tra il 7° PQ, il CIP e i Fondi strutturali;

44. osserva che se il 7° PQ è suddiviso in "scienza per la scienza", "scienza per la concorrenza" e "scienza per la società", sussiste il rischio di ignorare il graduale passaggio fra ricerca di base, ricerca applicata e innovazione; sottolinea la necessità di garantire che l'efficace attuazione dei progetti integrati non sia bloccata da strutture prive di flessibilità;

45. ritiene che sia il 7° PQ sia il prossimo 8° PQ dovrebbero contribuire maggiormente allo sviluppo dell'industria in Europa, ed esorta la Commissione e gli Stati membri a stimolare la ricerca applicata;

46. sottolinea l'importanza di elaborare le politiche e i programmi dell'UE in modo tale da sfruttare al massimo le sinergie nell'intera catena del valore della R&S (dalla ricerca e l'istruzione alla creazione di posti di lavoro, passando attraverso l'innovazione), pur riconoscendo che il 7° PQ è principalmente finalizzato alla ricerca e allo sviluppo tecnologico; ritiene che questo sia l'unico modo per raggiungere gli obiettivi fissati nell'"Unione dell'innovazione" e per accelerare la trasformazione dell'Europa in una società basata sulla conoscenza; chiede a tale riguardo, compiacendosi dell'attuale sviluppo di un quadro di valutazione dell'innovazione, una definizione ampia dell'innovazione (inclusa l'innovazione non tecnologica e l'innovazione promossa dai lavoratori) e lo sviluppo di modelli, metodologie e strumenti più efficaci per misurare e promuovere l'innovazione, anche attraverso appalti pubblici, la definizione di norme e l'ingegneria finanziaria;

47. riconosce che le piattaforme tecnologiche europee, le ITC e i PPP contribuiscono a una maggiore partecipazione del settore industriale e che chiede il loro consolidamento nei futuri programmi; sottolinea la necessità di garantire regole adeguate per la partecipazione (incluse le regole in materia di proprietà intellettuale) e i tassi di finanziamento (compresi i tassi di finanziamento per costi indiretti), nonché di adoperarsi per un'ulteriore semplificazione, al fine di attrarre un maggior numero di PMI, istituti pubblici di ricerca e organizzazioni di ricerca minori e assicurare in tal modo un maggiore equilibrio nell'accesso e nella partecipazione dei soggetti interessati alle ITC e ai PPP;

Monitoraggio delle misure di semplificazione

48. è preoccupato per gli eccessivi oneri amministrativi del 7° PQ; sottolinea la necessità di attuare quanto prima le misure di semplificazione che non richiedono una modifica della regolamentazione, nel rispetto dei principi di semplicità, stabilità, coerenza, certezza giuridica, trasparenza, eccellenza e fiducia, e incoraggia la Commissione a studiare nuove misure di semplificazione, compresi i contributi in natura da parte dei candidati, nonché un ulteriore allineamento ai metodi di calcolo e contabili utilizzati nei sistemi di finanziamento nazionali; invita la Commissione ad adottare misure urgenti per accorciare sensibilmente i tempi fra la richiesta e l'erogazione del finanziamento, ridurre le procedure burocratiche per preparare, sottoporre e valutare il progetto (anche attraverso l'utilizzo di un portale europeo per la presentazione delle domande basato sul modello statunitense corrispondente), ridurre il numero di relazioni periodiche sulla situazione finanziaria e i documenti di audit per esercizio e individuare un miglior equilibrio tra rischi di ricerca e controllo; sottolinea che una cultura avversa ai rischi del finanziamento per la ricerca dell'UE impedirebbe il finanziamento di idee di ricerca a elevato rischio che hanno il maggiore potenziale di successo e propone pertanto un approccio basato sulla fiducia con una maggiore tolleranza al rischio e all'insuccesso, contrariamente ad un'impostazione improntata semplicemente ai risultati che potrebbe ostacolare la ricerca innovativa; raccomanda un'interpretazione semplificata e ulteriori chiarimenti sulla definizione di costi ammissibili; sostiene la proposta di revisione del regolamento finanziario per semplificare le procedure e chiede la revisione e/o un'interpretazione allargata dello statuto del personale dell'UE per quanto riguarda la responsabilità personale; chiede regole procedurali più precise, coerenti e trasparenti per gli audit, compreso un minore utilizzo dei campionamenti casuali e criteri più realistici, come l'esperienza dei partecipanti, gli errori pregressi e la conformità;

49. ribadisce l'importanza di introdurre senza indugio misure di semplificazione procedurali, amministrative e finanziarie nella gestione attuale del 7° PQ, ad esempio quelle individuate nella risoluzione del Parlamento dell'11 novembre 2010; si compiace della decisione della Commissione del 24 gennaio 2011 che introduce tre misure di semplificazione, nonché della creazione del sistema unico di iscrizione; chiede alla Commissione di attuare rapidamente tali misure in modo uniforme e di verificare se siano tuttora possibili misure di semplificazione aggiuntive; lamenta i seri problemi di interpretazione e l'incertezza giuridica per i partecipanti al 7° PQ e ribadisce l'auspicio che siano risolte rapidamente le vertenze attualmente in corso tra la Commissione e i beneficiari su tutti i programmi quadro, rispettando il principio di una gestione responsabile del denaro pubblico; chiede alla Commissione di consentire ai beneficiari di consultare il comitato di clearing per la ricerca durante o al termine di un progetto per chiarire questioni relative al calcolo dei costi, alle regole di partecipazione e di revisione contabile, comprese le revisioni ex post; sottolinea la necessità di salvaguardare ciò che funziona bene e di cambiare soltanto le norme che necessitano di essere adeguate;

50. chiede l'adozione di misure per la riduzione dei tempi di erogazione delle sovvenzioni al fine di migliorare di alcuni punti la percentuale delle sovvenzioni firmate in meno di otto mesi per il 2011 e in meno di sei mesi per il rimanente periodo;

51. accoglie positivamente le raccomandazioni di abbreviare i tempi di aggiudicazione e chiede una valutazione degli strumenti esistenti prima della creazione di qualunque nuovo strumento nell'ambito del 7° PQ;

52. propone che la Commissione aiuti gli organismi pubblici a migliorare i loro sistemi di gestione attraverso valutazioni senza conseguenze economiche che incoraggino tali organismi ad adottare una serie di misure per migliorare la gestione dei progetti e attuare questi ultimi in un periodo di tempo determinato inferiore all'anno;

Meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi (RSFF)

53. ritiene che l'RSFF abbia avuto un effetto leva considerevole, sia in termini qualitativi sia quantitativi, per accrescere gli investimenti nella RSI in un momento di crisi in cui il settore bancario non era più in grado di esercitare tale ruolo, generando nei primi anni 8 miliardi di euro di prestiti che hanno prodotto più di 20 miliardi di euro di investimenti;

54. manifesta tuttavia la sua preoccupazione per gli importi derisori assegnati alle infrastrutture di ricerca, alle università e agli organismi di ricerca nonché alle PMI, in particolare a quelle innovatrici, come pure per l'esistenza di uno squilibrio geografico e settoriale notorio nei prestiti concessi; sostiene di conseguenza le raccomandazioni concrete del gruppo di esperti destinate a migliorare la partecipazione di taluni gruppi target sottorappresentati e supporta le conclusioni del Consiglio europeo del 4 febbraio 2011, in particolare laddove si richiede di verificare tutte le possibili azioni per una valorizzazione del diritto di proprietà intellettuale a livello europeo, in particolare per favorire l'accesso delle PMI al mercato della conoscenza;

55. esprime rammarico per il fatto che i progetti RSFF siano in corso solo in 18 Stati membri e due paesi associati e che le PMI, le università/gli istituti di ricerca e le infrastrutture di ricerca siano attualmente sottorappresentati nell'RSFF; invita la Commissione a valutare le motivazioni per cui i nove altri Stati membri non hanno fatto ricorso a questo strumento, che ha dimostrato di contribuire in maniera decisiva all'aumento dei finanziamenti all'RSI, e a garantire la partecipazione di tutti i paesi interessati;

56. invita la Commissione e gli Stati membri a indagare sulla pubblicità relativa alla disponibilità di prestiti RSFF a livello degli Stati membri e ad assicurare che i potenziali partecipanti ricevano informazioni e assistenza adeguate per accedere a tali prestiti, specialmente negli Stati membri la cui valuta non è l'euro;

57. raccomanda che l'applicazione di questo strumento finanziario innovativo sia portata avanti e intensificata nel 7° PQ, come anche in futuro nell'8° PQ, giacché contribuisce a migliorare l'acceso al finanziamento e a incrementare gli investimenti privati; sottolinea la necessità di garantire che tali strumenti finanziari siano adeguati alle PMI;

Conclusione generale e orientamenti futuri

58. chiede che l'utilizzo del 7° PQ tenga conto delle diverse conseguenze in ogni Stato membro della crisi economica per gli anni finali del programma (dal 2011 al 2013), stanti le somme considerevoli (28,8 miliardi di EUR in tre anni) che restano da programmare, gli obiettivi da raggiungere per UE 2020 e la preparazione di uno Spazio europeo della ricerca e dell'Unione dell'innovazione; chiede in particolare l'allineamento degli obiettivi del 7° PQ con le strategie dell'UE in materia di efficienza delle risorse, materie prime e agenda digitale;

59. ritiene che le somme rimanenti non debbano essere distratte dalla ricerca e utilizzate per coprire altri programmi o strumenti che non rientrino nel settore della ricerca e innovazione e negli obiettivi e negli scopi del 7° PQ;

60. sottolinea la necessità di aumentare, stimolare e garantire il finanziamento di ricerca e sviluppo nell'Unione attraverso un significativo incremento della relativa spesa dal 2013 in avanti; è del parere che tale incremento dei finanziamenti – idealmente un raddoppiamento del bilancio – debba promuovere la crescita sostenibile e la concorrenza attraverso l'eccellenza; sottolinea pertanto che tale incremento dei finanziamenti deve essere accompagnato da un approccio più orientato al risultato e al rendimento e da una radicale semplificazione delle procedure di finanziamento; sostiene la prosecuzione della collaborazione e della cooperazione tra diversi programmi di RSI dell'Unione europea, ad esempio sotto il titolo di "quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione"; ritiene che la continuità del futuro programma, una volta attuato, sia importante per tutti gli attori coinvolti;

61. sottolinea che è importante prendere in considerazione la valutazione dei risultati ottenuti in ognuno degli ambiti definiti come priorità politiche per i finanziamenti, oltre alla loro efficacia, al fine di migliorare la valutazione dei programmi futuri;

62. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri.

MOTIVAZIONE

Riconciliare la scienza e il cittadino

"Questo XXI secolo ci offre un curioso paradosso: benché ponga importanti sfide scientifiche e nonostante che i risultati scientifici e tecnici siano onnipresenti nelle nostre vite quotidiane, le scienze non sono mai sembrate così distanti, inaccessibili e inquietanti". Claudie Haigneré, presidente di UNIVERSCIENCE, ex ministro della ricerca (2002 - 2004) ed ex ministro per gli affari europei (2004 - 2005) della Repubblica francese, medico e astronauta.

Il 23 e 24 marzo 2000 il Consiglio europeo riunito a Lisbona ha fissato per l'Unione europea (UE) un obiettivo strategico ambizioso: diventare nel 2010, l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo. In questa strategia è stato riconosciuto il ruolo centrale della ricerca.

Tale obiettivo sembrava alla portata dei 15 Stati componenti l'Unione, alcuni dei quali, nostalgici della scomparsa del loro impero, vedono nell'UE la speranza di una società nuova.

Tale strategia, cosiddetta "strategia di Lisbona", è stata un fallimento senza che l'Unione ne abbia veramente analizzato le cause.

È colpa degli Stati che non rispettano gli impegni che hanno sottoscritto?

È colpa dei popoli che si sentono insufficientemente associati e la faranno pagare cara alle élite?

È colpa delle élite che non hanno capito la sete dei popoli di comprendere il senso di quanto è loro proposto?

È la forza di fatti politici vincolanti che è stata superiore a quella dell'Unione e dei suoi membri?

Gli storici dovranno scoprire quanto è avvenuto in questo delicato decennio 2000-2010 che segna probabilmente la fine di un ciclo di pace, di prosperità e di fraternità tra i popoli europei aperto dalla seconda guerra mondiale e chiuso con la caduta del muro di Berlino e le sue conseguenze.

Questo decennio si apre con l'introduzione dell'euro, grande speranza di stabilità monetaria che si trasforma in un immenso fiasco finanziario in quanto si è dimenticato che non vi può essere unione monetaria senza unione economica e che gli Stati non rispettano il patto di stabilità che essi stessi hanno firmato.

Esso prosegue con il trattato di Nizza entrato in vigore il 1° febbraio 2003, così calamitoso e complesso che i firmatari lanciano senza indugio un "dibattito sul futuro dell'Unione" destinato a condurre a un nuovo testo.

Esso prova un'immensa gioia quando il continente è infine riunificato nel 2004 e nel 2007 con l'adesione di 12 Stati, dieci dei quali postcomunisti, mentre l'arrivo della crisi attizza gli egoismi nazionali che fomentano certe opinioni pubbliche.

Esso è il testimone della disperazione di popoli che nel 2005, con Francia e Paesi Bassi, esprimono la loro sete di comprendere e di non essere dimenticati da una costruzione europea che non capiscono più. Che la Francia e i Paesi Bassi non si sentano colpevoli: se nel 2005 vi fossero stati 25 referendum vi sarebbero stati più di due Stati a votare NO.

Il decennio si conclude con le crisi finanziaria e economica a partire dal 2008.

Termina nel 2009 con nuove istituzioni, una nuova Commissione europea (CE) e un nuovo Parlamento europeo (PE).

Nel frattempo l'Unione si è impegnata in due importanti progetti: GALILEO e ITER, al cuore del cui successo vi sono la scienza e la ricerca e le cui difficoltà illustrano la dura realtà europea.

Come immaginare alla luce di tali eventi politici che si possa sperare di diventare la prima economia della conoscenza più competitiva al mondo?

Nel decennio passato l'UE e gli Stati membri si sono trovati di fronte a una sfida immensa: assicurare ai propri popoli la prosperità e il progresso sociale in un pianeta che va in fretta e diventa sempre più complesso.

Gli Stati hanno impiegato tempo a capire, una volta passata la nostalgia degli imperi, che sono diventati troppo piccoli e che dovevano unirsi.

L'Europa metterà del tempo per comprendere che non è più un grande continente.

L'Europa deve comprendere che i suoi concorrenti sono essi stessi Stati-continente: Cina, Russia, India, Brasile, senza dimenticare Stati Uniti e Australia.

Ma noi non siamo una nazione: siamo un'Unione di Stati.

Dobbiamo unirci per fissare le nostre priorità.

In questo contesto la scienza è probabilmente una materia di unione allorquando è esercitata con coscienza e, naturalmente, con indipendenza rispetto agli interessi estranei all'Unione.

La presente relazione è proposta in tale spirito: esaminare se la revisione del 7° Programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico (7° PQ) sia un'opportunità per consolidare il triangolo d'oro: conoscenza, istruzione, ricerca che è la chiave del destino degli europei.

Perché proporre ciò per la revisione del 7° PQ e non attendere l'8° PQ?

Perché quattro elementi nuovi che impattano sulla scienza e la ricerca sono venuti alla luce dopo il 2006, anno della decisione finale del 7° PQ da parte del PE e del Consiglio:

· con il trattato di Lisbona in vigore dal 1° dicembre 2009 abbiamo nuove istituzioni;

· abbiamo una nuova CE e un nuovo PE;

· abbiamo una nuova strategia UE 2020;

· subiamo una crisi finanziaria ed economica molto acuta che è iniziata dopo la negoziazione del 7° PQ alla fine del 2007/nel corso del 2008 e gli anni di fine programmazione (2011-2013) sono anni fragili per la crescita e l'uscita dalla crisi: nulla deve dunque essere lasciato al caso.

Il 7° PQ è un'occasione per l'UE di porre la sua politica di ricerca all'altezza delle sue ambizioni economiche e sociali consolidando in particolare lo Spazio europeo della ricerca (SER). Dotato di un bilancio dell'ordine di 54 miliardi di euro per il periodo 2007-2013, il 7° PQ è diventato nel corso degli anni uno dei più importanti programmi di sostegno alla ricerca al mondo e costituisce il principale strumento della politica di ricerca dell'UE. Sono stati individuati quattro obiettivi principali che corrispondono a quattro programmi specifici che devono strutturare lo sforzo di ricerca europeo: il programma Cooperazione, il programma Idee, il programma Persone e il programma Capacità. Lo scopo è quello di consentire all'UE di fornire risposte alle grandi sfide della società che riguardano l'insieme degli Stati membri e alle quali non possono rispondere da soli (invecchiamento demografico e sanità, approvvigionamento energetico, idrico o alimentare, sviluppo sostenibile, lotta contro il cambiamento climatico, ecc.) nonché di sviluppare le conoscenze che consentano alle nostre imprese di innovare di più e di rafforzare la loro competitività.

Per assicurarsi che il 7° PQ corrisponda sempre alle esigenze delle politiche europee era stata prevista una valutazione intermedia basata sui dati concreti di cui all'articolo 7, paragrafo 2 della decisione n. 1982/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 entro la fine del 2010.

Il relatore del PE, nonostante il mandato assai ampio che avrebbe meritato un approccio molto più tecnico, si compiace del buon lavoro svolto dal gruppo di esperti sulla valutazione intermedia del 7° PQ e del meccanismo di finanziamento con condivisione dei rischi, e spera quindi che ciò avvenga per i futuri programmi quadro. Ma il vostro relatore deplora il ritardo con cui è stata pubblicata la comunicazione della CE su tale tema, che attesa per la fine del 2010 ha infine visto la luce solo nel febbraio 2011.

Il vostro relatore deplora tuttavia che la valutazione non abbia sufficientemente tenuto conto degli aspetti globali della ricerca tra l'UE e gli Stati membri.

Tale valutazione va messa a paragone con le somme ingenti che restano da programmare: 28,8 miliardi di euro in tre anni (2011 - 2013) rispetto ai 25,8 miliardi programmati per i primi quattro anni del 7° PQ (2007 - 2010) e ai 17 miliardi del 6° PQ (2002 - 2006). Per l'anno 2011 si tratta di più di 8,5 miliardi di euro, per il 2012 di più di 9,5 miliardi di euro e per il 2013 di più di 10,5 miliardi di euro che dovrebbero essere destinati alla ricerca. Simili importi meritano un'analisi concreta volta a favorire la partecipazione degli attori interessati ed evitare finanziamenti a pioggia in programmi che dimostrano disfunzioni o non rispondono alle esigenze. Il relatore per il PE ritiene che una gestione sana del denaro pubblico sia necessaria a prescindere che ci si trovi o meno in periodo di crisi, ma che qualsiasi modificazione o riorientamento dovrà avvenire nel rispetto della stabilità, della coerenza generale e della sicurezza giuridica che sono alla base della fiducia reciproca delle parti.

Sono quattro i grandi orientamenti per questa revisione intermedia:

– la semplificazione: è necessario ritornare su questo aspetto, già trattato nella risoluzione dell'11 novembre 2010 sulla semplificazione dell'attuazione dei programmi quadro di ricerca, per fare il punto delle richieste del PE. Infatti, una delle difficoltà constatate è la complessità e la gravosità delle procedure amministrative, il che ha come conseguenza il fatto che i ricercatori rinunciano a finanziamenti europei a beneficio di finanziamenti nazionali e rendono l'Europa impopolare in materia di ricerca. Questo problema è stato aggravato dalla recente politica di audit finanziari applicata dalla CE. Oggi appare più che necessario risolvere i problemi del passato, in particolare quelli posti dal 6° PQ, e evitare che si ripresentino nel 7° PQ o nei programmi quadro futuri. Condizione essenziale perché la scienza, la ricerca e l'innovazione possano essere trattate su scala europea, soprattutto in vista dei negoziati con gli Stati membri per l'8° PQ, se si vuol europeizzare di più la ricerca e arrivare infine allo Spazio europeo della ricerca, è la composizione delle controversie del passato senza far intervenire la Corte di giustizia e la semplificazione attuale e futura nel rispetto della sana gestione del denaro pubblico;

– la partecipazione delle PMI: spesso considerata come una delle debolezze dei programmi quadro, molto c'è ancora da fare anche se si constata un miglioramento, ad esempio in quanto l'obiettivo del 15% di partecipazione delle PMI nei programma "Cooperazione" è quasi stato raggiunto;

– l'innovazione: attualmente si constata un rafforzamento della dimensione "Innovazione". È quindi importante orientare gli ultimi anni verso questo tipo di progetti. Il vostro relatore tiene tuttavia a sottolineare il rifiuto che emerge in Europa quando si fa un nesso tra ricerca e innovazione e commercializzazione in quanto il potenziale della commercializzazione dovrebbe sempre essere preso in considerazione;

– meccanismo di finanziamento con ripartizione del rischio: l'introduzione di tale meccanismo ha avuto un effetto molto positivo e dovrebbe essere perseguito e intensificato per la fine del 7° PQ e nei programmi futuri.

Il vostro relatore propone che le politiche di ricerca e di sviluppo siano territorializzate attraverso una ripartizione armoniosa della ricerca mettendo in relazione tutte quante le università. Il nesso con l'eccellenza che spesso si trova in ambiente urbano potrebbe verificarsi intensificando le relazioni dematerializzate, ad esempio attraverso videoconferenze permanenti e un'interconnessione intelligente tra i centri di ricerca territorializzati e i centri di eccellenza.

Il vostro relatore propone altresì che l'Unione e gli Stati membri adottino un piano europeo ambizioso di ricerca in materia di tecnologia della difesa a norma dell'articolo 45, comma d) del trattato sull'UE rafforzando la base industriale e tecnologica del settore della difesa e migliorando l'efficacia della spesa pubblica militare. Tale piano dovrebbe porsi l'obiettivo di consolidare l'industria europea della difesa.

Più in generale e per quanto riguarda gli inviti a presentare progetti che restano ancora da lanciare, il vostro relatore propone che servano a consolidare il SER a dimostrazione del fatto che può esistere un valore aggiunto europeo. Il tutto nella prospettiva di negoziare, con gli Stati membri e per le future prospettive finanziarie a partire dal 2014, l'europeizzazione della ricerca.

PARERE della commissione per i bilanci (1.4.2011)

destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

sulla revisione intermedia del settimo programma quadro dell'Unione europea per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione
(2011/2043(INI))

Relatore: Carl Haglund

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SUGGERIMENTI

La commissione per i bilanci invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  deplora il fatto che le comunicazioni della Commissione sul settimo programma quadro e sul meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi siano state adottate troppo tardi, lasciando pochissimo tempo per eventuali adeguamenti;

2.  sottolinea le carenze evidenziate dalla valutazione intermedia e invita la Commissione ad occuparsene approfonditamente e ad accelerare di conseguenza l'attuazione del settimo programma quadro;

3.  sottolinea che la progettazione e la realizzazione dell'attuale settimo programma quadro e dei futuri programmi quadro si devono basare sui principi di semplicità, stabilità, certezza giuridica, coerenza, eccellenza e fiducia;

4.  accoglie con soddisfazione, pur nel pieno rispetto dei diritti delle autorità competenti per il bilancio e il discarico, il meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi e altri strumenti finanziari innovativi che accrescono il peso esercitato dal bilancio dell'Unione; rileva la necessità di mettere a punto meccanismi di attuazione per tali strumenti; invita la Commissione a migliorare l'accesso per i gruppi destinatari prioritari, quali le piccole e medie imprese (PMI) e gli istituti di istruzione superiori;

5.  invita la Commissione a esplorare modalità per rafforzare i legami tra istituti di ricerca e industria, come opportunità per creare posti di lavoro e aumentare la produttività sfruttando tutto il potenziale del finanziamento di R&S;

6.  è convinto che la semplificazione debba essere una delle massime priorità in base alla revisione intermedia del settimo programma quadro; sottolinea la necessità di semplificare le procedure amministrative per favorire la partecipazione e aumentare il numero di domande delle organizzazioni minori e delle PMI;

7.  sottolinea la necessità di compiere ulteriori sforzi nell'ambito delle infrastrutture per la ricerca, di cui beneficino anche le PMI e l'industria;

8.  sottolinea che una cultura refrattaria ai rischi in relazione alla politica della ricerca UE impedirebbe il finanziamento di idee di ricerca a elevato rischio con il maggiore potenziale di penetrazione, e propone pertanto un approccio basato sulla fiducia con una maggiore tolleranza al rischio e all'insuccesso, piuttosto che un'impostazione improntata solamente ai risultati che potrebbe ostacolare la ricerca innovativa;

9.  si compiace delle semplificazioni riguardo all'accettabilità delle spese per il personale e chiede alla Commissione di esaminare ulteriori interventi di semplificazione, anche con riferimento agli apporti in natura dei candidati; ribadisce il proprio impegno a semplificare ulteriormente le norme sull'esecuzione del bilancio dell'Unione europea, in particolare per quanto riguarda le spese per la ricerca; invita la Commissione a semplificare ulteriormente la procedura di presentazione delle domande, anche fornendo ai ricercatori assistenza nella ricerca di partner per il loro progetto; chiede alla Commissione di dare la massima priorità nell'agenda agli scambi e alla cooperazione fra i vari programmi e i programmi degli Stati membri nonché alla trasparenza;

10. raccomanda un'interpretazione semplificata e un ulteriore chiarimento della definizione di costi ammissibili; chiede regole procedurali più precise, coerenti e trasparenti per gli audit;

11. chiede alla Commissione di risolvere rapidamente le situazioni passate derivanti da controlli in corso, agendo con tatto e coerenza con i principi di una sana gestione finanziaria;

12. esorta la Commissione ad allineare ulteriormente il settimo programma quadro agli obiettivi della strategia Europa 2020, mantenendo nel contempo il volume generale dei finanziamenti a favore del settimo programma quadro;

13. ribadisce che qualsiasi miglioramento del settimo programma quadro andrebbe effettuato nell'ottica del prossimo programma quadro.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

31.3.2011

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

24

2

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Marta Andreasen, Francesca Balzani, Reimer Böge, Lajos Bokros, Giovanni Collino, Jean-Luc Dehaene, Göran Färm, José Manuel Fernandes, Carl Haglund, Lucas Hartong, Monika Hohlmeier, Sergej Kozlík, Jan Kozłowski, Alain Lamassoure, Giovanni La Via, Vladimír Maňka, Claudio Morganti, Nadezhda Neynsky, Miguel Portas, László Surján, Angelika Werthmann, Jacek Włosowicz

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Maria Da Graça Carvalho, Jan Olbrycht, Peter Šťastný, Theodor Dumitru Stolojan

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Ivo Vajgl

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

12.4.2011

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

45

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Jean-Pierre Audy, Zigmantas Balčytis, Bendt Bendtsen, Jan Březina, Reinhard Bütikofer, Maria Da Graça Carvalho, Giles Chichester, Pilar del Castillo Vera, Christian Ehler, Lena Ek, Ioan Enciu, Adam Gierek, Robert Goebbels, Fiona Hall, Jacky Hénin, Edit Herczog, Romana Jordan Cizelj, Krišjānis Kariņš, Lena Kolarska-Bobińska, Bogdan Kazimierz Marcinkiewicz, Judith A. Merkies, Jaroslav Paška, Aldo Patriciello, Anni Podimata, Miloslav Ransdorf, Herbert Reul, Amalia Sartori, Francisco Sosa Wagner, Konrad Szymański, Patrizia Toia, Evžen Tošenovský, Ioannis A. Tsoukalas, Claude Turmes, Niki Tzavela, Alejo Vidal-Quadras

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Antonio Cancian, António Fernando Correia De Campos, Francesco De Angelis, Matthias Groote, Andrzej Grzyb, Satu Hassi, Yannick Jadot, Bernd Lange, Mario Pirillo, Catherine Trautmann