RELAZIONE sulla relazione speciale n. 12/2011 (discarico 2011):"Le misure dell'UE hanno contribuito ad adeguare la capacità delle flotte pescherecce alle possibilità di pesca?"

13.7.2012 - (N7‑0003/2012 –C7‑0018/2012 – 2012/2009(DEC))

Commissione per il controllo dei bilanci
Relatore: Marta Andreasen

PROPOSTA DI DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

recante osservazioni, nel contesto del discarico della Commissione per l'esercizio 2011, riguardo alla relazione speciale n. 12/2011 della Corte dei conti intitolata: "Le misure dell'UE hanno contribuito ad adeguare la capacità delle flotte pescherecce alle possibilità di pesca?"

(N7‑0003/2012 –C7‑0018/2012 – 2012/2009(DEC))

Il Parlamento europeo,

–   visto il bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio finanziario 2011[1],

–   vista la relazione speciale n. 12/2011 della Corte dei conti europea dal titolo: "Le misure dell'UE hanno contribuito ad adeguare la capacità delle flotte pescherecce alle possibilità di pesca?",

–   visto l'articolo 319 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–   visto il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio, del 25 giugno 2002, che stabilisce il regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee[2], in particolare gli articoli 145, 146 e 147,

–   visti gli articoli 76 e 112 e l'allegato VI del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e il parere della commissione per la pesca (A7-0228/2012),

A. considerando che le relazioni speciali della Corte dei conti europea sono oggetto di esame del Parlamento europeo durante la procedura di discarico annuale;

B.  considerando che le relazioni speciali della Corte dei conti forniscono informazioni su questioni d'interesse per l'esecuzione della spesa e rappresentano pertanto uno strumento grazie al quale il Parlamento europeo può esercitare il proprio ruolo di autorità di discarico;

C.  considerando che la politica comune della pesca (PCP) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca dovranno essere esaminati dalle autorità legislative;

1.      accoglie con favore la relazione della Corte e prende atto della sua valutazione negativa delle misure adottate sia dalla Commissione che dagli Stati membri;

2.      sottolinea che la PCP si prefiggerebbe di promuovere una pesca sostenibile, il che implica una sopravvivenza a lungo termine del settore alieutico e un equilibrio tra le risorse ittiche e la capacità della flotta peschereccia onde evitare il sovrasfruttamento degli stock ittici;

3.      osserva che, sebbene la riduzione della sovraccapacità di pesca abbia costituito un tema ricorrente nelle precedenti riforme della PCP e sia stata analizzata nelle relazioni speciali n. 3/1993 e n. 7/2007 della Corte, le onerose misure finora adottate per ridurre la sovraccapacità di pesca adattando la flotta peschereccia alle risorse della pesca non hanno avuto successo;

4.      riconosce che, dal 1995, la tendenza delle catture praticate nell’UE è in calo e che, in base alle indicazioni del Libro verde della Commissione dell’aprile 2009, questo declino è dovuto in gran parte al sovrasfruttamento e si inserisce in un circolo vizioso costituito dalla sovraccapacità di pesca e dalla scarsa redditività economica delle flotte da pesca;

5.      è preoccupato per il fatto che, dall'ultima riforma della PCP nel 2002, le catture sono diminuite di 1 milione di tonnellate[3] e i posti di lavoro nel settore della pesca hanno subito una riduzione da 421.000 a 351.000[4];

6.      osserva che, sebbene non esista una definizione ufficiale di sovraccapacità, la diminuzione delle catture e la perdita di posti di lavoro causate dallo sfruttamento eccessivo degli stock ittici dimostra, di fatto, l'esistenza di una sovraccapacità; invita pertanto la Commissione a definire la sovraccapacità di pesca e a vagliare l'introduzione di misure più pertinenti e rigorose per promuovere azioni intese a conseguire l'equilibrio tra la capacità e le possibilità di pesca;

7.      ritiene indispensabile che la Commissione elabori urgentemente una relazione contenente i dati relativi alla sovraccapacità esistente nell'Unione, suddivisi per attività di pesca e per paese;

8.      è altresì preoccupato che i massimali di capacità della flotta, come misura per limitare le dimensioni della flotta peschereccia, siano divenuti irrilevanti, dal momento che le dimensioni della flotta attuale sono ben al di sotto dei massimali e potrebbero essere aumentate di 200.000 tonnellate, pur restando entro i limiti imposti; sottolinea al tempo stesso che, a causa del progresso tecnologico, la capacità di cattura delle flotte è aumentata in media del 3% all'anno negli ultimi dieci anni;

9.      osserva che la PCP misura la capacità dei pescherecci in termini di potenza motrice (kilowatt) e dimensioni (stazza lorda) e che, tuttavia, tali misure non tengono conto del progresso tecnologico nei metodi di pesca, il che complica il compito di definire obiettivi appropriati ai fini della sua riduzione; rileva che la Commissione intende mantenere questi parametri statici fino alla fine del 2015;

10.    invita la Commissione a far rispettare l'obbligo degli Stati membri di aggiornare correttamente il registro della flotta e a istituire l'obbligo per i medesimi di riferire in merito ai loro sforzi volti a conseguire un equilibrio tra la capacità e le possibilità di pesca.

11.    rileva che, in termini di riduzione delle capacità di pesca, la nuova proposta della Commissione per la PCP si ispira ad un nuovo approccio basato sul mercato (regimi di concessione di diritti di pesca trasferibili), in quanto la Commissione è giunta alla conclusione che questi sistemi svolgono un ruolo positivo nella riduzione della sovraccapacità di pesca;

12.    esprime preoccupazione per le lacune riscontrate nelle norme sulla gestione dei diritti di pesca quando le navi sono demolite beneficiando del sostegno pubblico, e per la mancata definizione di criteri chiari ed efficaci di selezione delle navi; considera che i programmi di demolizione siano stati in parte attuati in modo inadeguato, ad esempio nei casi in cui i fondi pubblici sono stati usati per il disarmo di navi già inattive o, indirettamente, per la costruzione di nuove navi; osserva, tuttavia, che taluni Stati membri hanno attuato programmi di demolizione che hanno raggiunto le loro finalità; rileva pertanto la necessità di prevedere rigorose garanzie quando si ricorre ai programmi di demolizione come mezzo per ridurre la sovraccapacità, al fine di evitare abusi;

13.    deplora che gli investimenti nei pescherecci finanziati dal Fondo europeo per la pesca (FEP) potrebbero contribuire ad aumentare la capacità di cattura dei singoli pescherecci; ritiene insufficiente la nota interpretativa preparata dalla Commissione e inviata agli Stati membri in seguito alla relazione speciale della Corte sulla capacità di cattura delle navi, in cui la Corte aveva invitato le autorità nazionali a procedere a controlli più rigorosi prima di decidere in merito al finanziamento dei progetti d'investimento a bordo;

14.    rileva che, sebbene il paragrafo 36 della relazione speciale indichi che, alla fine del 2010, l'esecuzione del FEP in termini di spesa certificata dagli Stati membri era di 645 milioni di euro, pari al 15 % dell’importo disponibile dal 2007 al 2013, la maggior parte di tale importo è stata dichiarata nel 2010 e che, al 31 dicembre 2010, la Commissione doveva ancora pagare 292 milioni di euro, a motivo dell'approvazione tardiva, da parte del Consiglio, del regolamento (CE) n. 1198/2006, del 27 luglio 2006, relativo al Fondo europeo per la pesca[5] e della complessità della messa in atto iniziale dei sistemi di gestione e controllo da parte degli Stati membri; constata che i pagamenti intermedi certificati inviati dagli Stati membri alla fine di dicembre 2011 ammontavano al 28% (1 188 milioni di euro) della dotazione complessiva del FEP e plaude al fatto che il ritmo di assorbimento del FEP stia attualmente aumentando;

15.    raccomanda agli Stati membri di:

-            adeguare le rispettive flotte alle possibilità di pesca esistenti e a

-            garantire che i criteri di selezione per i programmi di disarmo dei pescherecci siano intesi ad esercitare un impatto positivo sulla sostenibilità degli stock ittici bersaglio, e ad evitare di erogare aiuti pubblici per il disarmo di navi inattive;

16.    invita la Commissione a fissare massimali efficaci per la capacità della flotta peschereccia;

17.    considera necessaria una riforma della PCP che preveda la regionalizzazione della sua attuazione e della gestione dei suoi programmi e delle sue misure;

18.    condivide le raccomandazioni della Corte secondo cui:

-      occorre sviluppare azioni volte a ridurre efficacemente la sovraccapacità della flotta peschereccia e a definire meglio la capacità e la sovraccapacità di pesca, senza al contempo trascurare il fatto che i posti di lavoro rimanenti nel settore della pesca andrebbero mantenuti;

-       occorre rivedere il regime di aiuti per l'ammodernamento delle navi e chiarire la funzione dei regimi di trasferimento dei diritti di pesca;

-       occorre stabilire norme chiare per la selezione dei programmi di disarmo dei pescherecci;

-       gli Stati membri dovrebbero procedere all'esecuzione tempestiva del FEP e gli investimenti pubblici nei pescherecci non dovrebbero avere come conseguenza il potenziamento della capacità di pesca;

-       occorre aggiornare correttamente il registro della flotta peschereccia, e le relazioni degli Stati membri dovrebbero contenere le informazioni richieste ed essere di qualità adeguata;

19.    ritiene, inoltre, che, alla luce delle critiche della Corte dei conti, è chiaro che il FEP e la PCP stanno utilizzando le nostre risorse comuni in maniera inefficiente, e accoglie pertanto con favore il fatto che il regime sarà interamente rivisto in un prossimo futuro; sottolinea che, al momento della ristrutturazione di tali regimi, è importante concentrarsi sui settori della politica della pesca che meglio si prestano a una gestione a livello dell'Unione, come ad esempio gli aspetti ambientali, piuttosto che su vari tipi di regimi di sovvenzioni inefficaci;

20.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alla Corte di giustizia dell'Unione europea e alla Corte dei conti europea.

MOTIVAZIONE

Prima che il trattato di Lisbona lo affermasse esplicitamente all'articolo 3 del TFUE, da tempo la giurisprudenza aveva già stabilito che la pesca è ormai di competenza esclusiva dell'UE. Continuano ad essere competenze condivise soltanto una parte dell'acquacoltura e le risorse d'acqua dolce.

Sebbene la PCP sia stata un fallimento, la Commissione dà ad intendere di poter proporre piani di riforma, sia per la PCP[6] che per un Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.[7] Anche se non rientrano nell'ambito della presente relazione, entrambi i piani sono attualmente oggetto di discussione da parte delle autorità legislative dell'UE. Il relatore ritiene che non vi saranno grandi cambiamenti.

La sintesi della relazione speciale, come anche i titoli dei suoi capitoli, si possono interpretare come un verdetto che dichiara colpevoli su tutti i fronti sia la Commissione che il Consiglio:

(a) sono stati ravvisati ritardi nell’attuazione dei progetti e nell’instaurazione dei sistemi di gestione e di controllo; (b) non sono state garantite né l’elaborazione adeguata né l’attuazione corretta dei piani di adeguamento dello sforzo di pesca presentati dagli Stati membri; (c) gli obiettivi di riduzione della capacità di pesca non sono stati sufficientemente motivati, aumentando così il rischio di non perseguire adeguatamente la riduzione della sovraccapacità della flotta peschereccia; (d) gli investimenti a bordo dei pescherecci finanziati dal Fondo europeo per la pesca (FEP) potrebbero aumentare la capacità di cattura dei singoli pescherecci; (e) il registro della flotta peschereccia dell’UE non è stato correttamente aggiornato con i dati dettagliati delle imbarcazioni dismesse beneficiando del sostegno pubblico; (f) i criteri di selezione dei programmi di disarmo dei pescherecci non sono stati sempre coerenti con gli obiettivi, per cui sono stati dismessi pescherecci la cui attività esercitava solo un impatto limitato sugli stock ittici interessati; (g) gli importi dell’aiuto pubblico stanziato per il disarmo dei pescherecci spesso non hanno preso in considerazione il rapporto costi/efficacia sulla base di criteri obiettivi sufficienti; (h) alcuni Stati membri che hanno applicato il “regolamento per fronteggiare la crisi del carburante” non hanno ottenuto le riduzioni di capacità della flotta richieste; (i) la comunicazione in merito agli sforzi per contenere la sovraccapacità di pesca è stata inadeguata.

La stessa Commissione europea, nel dicembre 2011, ha ammesso che il disarmo dei pescherecci, costato 1.7 miliardi di euro, era stato un fallimento.[8]

Ancor prima del Libro verde della Commissione dell'aprile 2009, la pesca sostenibile era stata definita una priorità nel programma di lavoro di 18 mesi delle presidenze di turno riunite francese, ceca e svedese, approvato nel giugno 2008. Sembra mancare un senso di urgenza.

Interrogata sul motivo per cui non aveva proceduto a valutazioni della sovraccapacità della flotta dal 1997, la Commissione ha affermato che dal 2002 il Consiglio aveva deciso di adottare un approccio diverso. A cinque paragrafi e una raccomandazione della Corte riguardo a tale problema, la Commissione risponde con tre righe dichiarando che si tratta di una questione "tecnicamente complessa" e che sono le amministrazioni della pesca degli Stati membri a essere in possesso delle conoscenze e dei dati per giungere a conclusioni appropriate.

Per quanto riguarda il sovrasfruttamento, nel suo Libro verde dell’aprile 2009, la Commissione ha riportato il dato allarmante che l’88 % degli stock ittici era sottoposto a una pressione di pesca insostenibile, e che il 30 % di questi stock si trovava al di sotto dei limiti biologici di sicurezza.

Soprattutto per gli stock sovrasfruttati è profondamente deplorevole che vengano scartati pesci in perfetta salute.

Per la linea di bilancio 11 04 01 "Rafforzamento del dialogo con l'industria e gli ambienti interessati dalla politica comune della pesca" l'Unione ha stanziato oltre 6.25 milioni di euro all'anno a fronte di un'esecuzione media di 4.68 milioni di euro nei primi quattro anni. A questo dialogo vengono destinate dotazioni eccessive.

Per quanto riguarda la struttura della relazione speciale della Corte, in generale, il relatore è del parere che potrebbe essere più utile se, oltre alla posizione della Commissione, fossero inseriti anche i pareri degli Stati membri. Nelle loro relazioni, alcuni enti nazionali di controllo esprimono osservazioni sui commenti di coloro che sono oggetto dell'audit, la Corte dei conti europea potrebbe attualmente vagliare l'opportunità di adottare tale pratica.

Purtroppo, allo stato attuale, l'esame è limitato al seguito da dare alle raccomandazioni della Corte. Per iniziare, il gruppo di lavoro sulla pesca, le cui riunioni si tengono a Bruxelles negli edifici Borschette o Justus Lipsius, potrebbe decidere di pubblicare i propri processi verbali.

La relazione evidenzia un aspetto della PCP già universalmente noto, ovvero che si tratta di un fallimento totale. Fin dalla sua creazione, si è sostituito a sane politiche nazionali volte alla conservazione delle scorte e alla fissazione di limiti, con un oneroso e dispendioso sistema multiuso che la Commissione non riesce a controllare. La futura sostenibilità della pesca nell'UE non può affatto essere garantita. La Commissione non ha adottato alcuna misura efficace per monitorare la situazione. Per il relatore la soluzione è chiara: questa politica dovrebbe essere lasciata ai governi nazionali. Se ciò non dovesse avvenire, si deve temere che, tra non molto, l'Europa non avrà più un settore della pesca degno di nota.

21.6.2012

PARERE della commissione per la pesca

destinato alla commissione per il controllo dei bilanci

sulla relazione speciale n. 12/2011 (Discarico 2011) - "Le misure dell'UE hanno contribuito ad adeguare la capacità delle flotte pescherecce alle possibilità di pesca?"

(N7-0003/2012 – C7-0018/2012 – 2012/2009(DEC))

Relatore per parere: Guido Milana

SUGGERIMENTI

La commissione per la pesca invita la commissione per il controllo dei bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.      constata che, nella sua relazione, la Corte dei conti:

a)      indica altri strumenti della politica comune della pesca come possibilità per la riduzione della capacità di pesca e, solo a titolo esemplificativo, analizza le concessioni di pesca trasferibili, non individuando in esse effetti benefici;

b)     raccomanda agli Stati membri di adempiere il loro obbligo di garantire che il registro della flotta peschereccia sia tenuto aggiornato, in modo che la Commissione possa trovare un equilibrio tra la capacità della flotta e le possibilità di pesca, il che attualmente è impossibile (punto 77);

c)      non ha preso in considerazione le specificità proprie delle zone e dei tipi di pesca, ad esempio le differenze tra la piccola pesca e la pesca industriale;

d)     osserva che il totale delle catture nell'Unione è diminuito di oltre un milione di tonnellate nell'ultimo decennio;

e)      ritiene che la sovraccapacità della flotta da pesca continui ad essere uno dei motivi per i quali la PCP non è riuscita ad assicurare la sostenibilità dell'attività di pesca;

f)      denuncia l'inadeguatezza delle informazioni fornite dagli Stati membri e la conseguente difficoltà nell'individuazione di politiche in grado di ridurre la sovraccapacità di pesca e nella valutazione dei risultati di tali politiche;

2.      ritiene indispensabile che la Commissione elabori urgentemente una relazione contenente i dati relativi alla sovraccapacità esistente nell'Unione, suddivisi per attività di pesca e per paese;

3.      raccomanda alla Commissione di:

a)      prendere l'iniziativa di introdurre misure volte a ridurre effettivamente la sovraccapacità della flotta da pesca e a rimediare alle carenze sopra indicate, compresa una migliore definizione della capacità di pesca e la fissazione di limiti efficaci per la capacità della flotta peschereccia;

b)     stabilire se il regime degli aiuti pubblici per gli investimenti a bordo debba essere riconsiderato alla luce delle difficoltà di evitare investimenti che incrementino la capacità di cattura;

4.      esprime le seguenti opinioni:

a)      il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca non prevede compensazioni per i pescatori che perdono il posto di lavoro a causa della demolizione di pescherecci o per le donne che subiscono le conseguenze della cessazione dell'attività di pesca;

b)     ai fini della riduzione della flotta, è fondamentale prevedere un adeguato periodo di transizione in vista della definitiva interruzione dei fondi pubblici erogati per la demolizione, mediante l'introduzione di misure di sostegno per gli equipaggi e per le donne che ricoprono impieghi legati all'attività di ciascuna nave;

5.      ritiene che la relazione della Corte dei conti non debba esprimere un giudizio politico né giudicare prematuramente le modalità di ripartizione delle possibilità di pesca o gli strumenti di gestione della flotta da impiegare per conseguire gli obiettivi della PCP, i quali devono essere definiti dal legislatore;

6.      raccomanda agli Stati membri di adottare misure volte a:

a)      adattare le rispettive flotte pescherecce alle possibilità di pesca esistenti;

b)     garantire che i registri delle flotte pescherecce siano tempestivamente e correttamente aggiornati;

c)      garantire che gli eventuali aiuti pubblici intesi a finanziare gli investimenti a bordo siano applicati rigorosamente e non aumentino la capacità di cattura;

d)     garantire che i criteri di selezione per i programmi di disarmo dei pescherecci siano concepiti in modo da esercitare un impatto positivo sulla sostenibilità degli stock ittici bersaglio e da evitare di erogare aiuti pubblici per il disarmo di pescherecci inattivi;

7.      ritiene che sarebbe opportuno agire con urgenza sulla base delle raccomandazioni della Corte dei conti, in particolare per quanto riguarda:

a)      la definizione e la misurazione precisa della capacità di pesca sulla base della Consultazione tecnica FAO relativa alla misurazione della capacità di pesca; nonché

b)     l'adozione di una serie di criteri ambientali qualitativi che guidino i programmi di gestione della capacità della flotta;

c)      il fatto che la sovraccapacità di pesca deve essere definita e quantificata nei regolamenti della PCP e del FEAMP; al riguardo suggerisce una possibile definizione di sovraccapacità di pesca in termini di sovraccapacità economica dove ogni singolo peschereccio o gruppo di pescherecci è valutato al fine di accertare se sia o meno economicamente vitale con le possibilità di pesca disponibili: ciò consentirà di determinare correttamente l'entità del problema della sovraccapacità di pesca nell'ambito delle varie attività di pesca e delle diverse flotte;

8.      osserva che, sebbene non esista una definizione ufficiale di sovraccapacità, la diminuzione delle catture e la perdita di posti di lavoro causate dallo sfruttamento eccessivo degli stock ittici dimostra di fatto l'esistenza di una sovraccapacità; invita pertanto la Commissione a definire la sovraccapacità di pesca e a valutare l'introduzione di misure stringenti più pertinenti per promuovere azioni intese a conseguire l'equilibrio tra la capacità e le possibilità di pesca;

9.      ritiene che una riduzione dello sforzo di pesca sia necessaria per conseguire il rendimento massimo sostenibile mediante:

a)      l'introduzione del finanziamento necessario per l'adeguata attuazione dei piani di gestione pluriennali e per il conseguimento del rendimento massimo sostenibile;

b)     una riduzione della pressione esercitata sulle risorse nelle zone di riproduzione o di recupero, soprattutto durante le fasi di riproduzione;

c)      il rafforzamento della partecipazione degli operatori all'elaborazione e all'applicazione di piani di gestione della flotta locali, conformemente agli obiettivi della PCP;

d)     la promozione di forme di reddito alternative e complementari per i pescatori, al fine di garantire il miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro, in un quadro di garanzia della sostenibilità delle risorse;

e)      la promozione di un finanziamento specifico per l'utilizzo di strumenti di pesca più selettivi e più rispettosi dell'ambiente, in particolare nel quadro di programmi specifici di sostegno alla pesca artigianale, all'acquacoltura tradizionale e alla pesca su piccola scala, comprese la raccolta di molluschi e la mitilicoltura nell'ambiente naturale;

f)      l'acquisizione di dati, per i quali si raccomanda l'aumento del tasso di cofinanziamento dell'Unione;

g)      la programmazione della demolizione mirata per area;

h)      il miglioramento dei controlli e il rispetto dei massimali di capacità in vigore;

10.    invita la Commissione a fissare massimali efficaci per la capacità della flotta peschereccia;

11.    considera necessaria una riforma della PCP che preveda la regionalizzazione della sua attuazione e della gestione dei suoi programmi e delle sue misure;

12.    invita la Commissione a far rispettare l'obbligo degli Stati membri di aggiornare correttamente il registro della flotta e a istituire l'obbligo per i medesimi di riferire in merito ai loro sforzi volti a conseguire un equilibrio tra la capacità e le possibilità di pesca.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

20.6.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

13

8

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Antonello Antinoro, Alain Cadec, Chris Davies, João Ferreira, Carmen Fraga Estévez, Pat the Cope Gallagher, Dolores García-Hierro Caraballo, Carl Haglund, Ian Hudghton, Werner Kuhn, Isabella Lövin, Gabriel Mato Adrover, Guido Milana, Crescenzio Rivellini, Ulrike Rodust, Raül Romeva i Rueda, Struan Stevenson, Jarosław Leszek Wałęsa

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Jean-Paul Besset, Barbara Matera, Jens Nilsson, Mario Pirillo, Nikolaos Salavrakos, Antolín Sánchez Presedo

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

9.7.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

18

1

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Marta Andreasen, Inés Ayala Sender, Andrea Češková, Jens Geier, Gerben-Jan Gerbrandy, Ingeborg Gräßle, Monica Luisa Macovei, Crescenzio Rivellini, Petri Sarvamaa, Theodoros Skylakakis, Bart Staes, Georgios Stavrakakis, Søren Bo Søndergaard, Michael Theurer

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Chris Davies, Christofer Fjellner, Edit Herczog, Ivailo Kalfin, Barbara Weiler

  • [1]      GU L 68 del 15.3.2011.
  • [2]      GU L 248, del 16.9.2002, pag. 1.
  • [3]       Fonte: Eurostat.
  • [4]       Fonte: Commissione europea, "Occupazione nel settore della pesca" (2006).
  • [5]               GU L 223, del 15.08.06, pag. 1.
  • [6]  http://ec.europa.eu/fisheries/reform/com_2011_425_it.pdfhttp://ec.europa.eu/fisheries/reform/com_2011_425_en.pdf
  • [7]  http://ec.europa.eu/fisheries/reform/com_2011_425_it.pdfhttp://ec.europa.eu/fisheries/reform/com_2011_425_en.pdf
  • [8]     Cfr. Punto 6: "L’eliminazione di tale eccesso tramite aiuti pubblici come quelli alla demolizione si è rivelata inefficace: malgrado la spesa sostenuta a partire dal 1994 (1,7 miliardi di euro), la maggior parte delle flotte dell’Unione non ha registrato alcuna riduzione della capacità di pesca. Il FEAMP sospenderà dunque gli aiuti alla demolizione e destinerà le risorse finanziarie in tal modo risparmiate a forme più efficaci di assistenza alla pesca sostenibile."