RELAZIONE sul ruolo delle donne nell'economia verde

16.7.2012 - (2012/2035(INI))

Commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere
Relatore: Mikael Gustafsson

Procedura : 2012/2035(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A7-0235/2012

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul ruolo delle donne nell'economia verde

(2012/2035(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visti l'articolo 2 e l'articolo 3, paragrafo 3, secondo comma, del trattato sull'Unione europea (TUE), nonché l'articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–   visto l'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–   vista la comunicazione della Commissione del 20 giugno 2011 dal titolo "Rio+20: verso un'economia verde e una migliore governance" (COM(2011)0363),

–   vista la comunicazione della Commissione dell'8 marzo 2011 dal titolo "Una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050" (COM(2011)0112),

–   vista la comunicazione della Commissione dell'11 febbraio 2011 dal titolo "Progressi nella parità tra donne e uomini – Relazione annuale 2010" (SEC(2011)0193),

–   vista la comunicazione della Commissione del 21 settembre 2010 dal titolo "Strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015" (COM(2010)0491),

–   visti la quarta conferenza mondiale sulle donne svoltasi a Pechino nel settembre 1995, la dichiarazione e la piattaforma d'azione approvate a Pechino e i successivi documenti finali adottati in occasione delle sessioni speciali delle Nazioni Unite Pechino +5, Pechino +10 e Pechino +15 sulle ulteriori azioni e iniziative per attuare la dichiarazione e la piattaforma d'azione di Pechino, adottati rispettivamente il 9 giugno 2000, l'11 marzo 2005 e il 2 marzo 2010,

–   vista la convenzione delle Nazioni Unite del 18 dicembre 1979 sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW),

–   vista la relazione 2012 dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere intitolata "Review of the Implementation in the EU of area K of the Beijing Platform for Action: Women and the Environment Gender Equality and Climate Change" (Valutazione dell'attuazione nell'UE della sezione K della piattaforma d'azione di Pechino: le donne e l'ambiente, l'uguaglianza di genere e i cambiamenti climatici),

–   vista la pubblicazione congiunta del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP), della Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (UNCTAD) e dell'ufficio dell'Alto rappresentante per i paesi meno sviluppati, i paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo delle Nazioni Unite (UN-OHRLLS), della relazione "Why a Green Economy Matters for the Least Developed Countries"[1] (L'importanza di un'economia verde per i paesi meno sviluppati), preparata per la quarta conferenza dell'ONU sui paesi meno sviluppati (LDC-IV) del maggio 2011,

–   vista la relazione dell'UNEP del settembre 2008 dal titolo "Green Jobs: Towards Decent Work in a Sustainable, Low-Carbon World"[2] (Lavori verdi: verso un lavoro dignitoso in un mondo sostenibile, a basse emissioni di carbonio),

–   vista la relazione delle Nazioni Unite sulle donne del 1° novembre 2011 dal titolo "The Centrality of Gender Equality and the Empowerment of Women for Sustainable Development"[3] (La centralità dell'uguaglianza di genere e la responsabilizzazione delle donne per lo sviluppo sostenibile), preparato in vista del documento finale della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio+20) che si terrà nel 2012,

–   visto il documento di sintesi del Women's Major Group su Rio+20 del 1° novembre 2011[4],

–   visto il documento di sintesi del Women's Major Group del marzo 2011 in preparazione alla Conferenza 2012 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile dal titolo "A Gender Perspective on the 'Green Economy'[5] (Una prospettiva di genere sull'economia verde),

–   vista la pubblicazione della relazione ufficiale del governo (Stoccolma, Svezia) del 2005 dal titolo "Bilen, Biffen, Bostaden: Hållbara laster – smartare konsumtion"[6],

–   vista la sua risoluzione del 20 aprile 2012 su donne e cambiamenti climatici[7],

–   vista la sua risoluzione del 13 marzo 2012 sulla partecipazione delle donne al processo decisionale politico – qualità e parità[8],

–   vista la sua risoluzione del 13 marzo 2012 sulla parità tra donne e uomini nell'Unione europea – 2011[9],

–   vista la sua risoluzione del 29 settembre 2011 sull'elaborazione di una posizione comune dell'Unione europea in vista della conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio+20)[10],

–   vista la sua risoluzione del 7 settembre 2010 sullo sviluppo del potenziale occupazionale di una nuova economia sostenibile[11],

–   vista la sua risoluzione del 17 giugno 2010 sugli aspetti di genere della recessione economica e della crisi finanziaria[12],

–   visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A7 0235/2012),

A. considerando che un'economia verde è un'economia sostenibile che implica una sostenibilità sociale ed ecologica; che la sostenibilità sociale include una struttura sociale basata sulla parità di genere e la giustizia sociale, senza distinzioni di sesso, origine etnica, colore della pelle, credo religioso, orientamento sessuale, disabilità o convinzioni politiche;

B.  considerando che i cambiamenti climatici e la riduzione della biodiversità minacciano le condizioni di vita e il benessere delle donne e degli uomini; considerando che la conservazione del nostro ecosistema rappresenta pertanto un pilastro fondamentale per un'economia verde; considerando che la nostra generazione non può lasciare alle generazioni future la responsabilità di risolvere i problemi ambientali attuali; considerando che la sostenibilità ecologica comporta il fatto di utilizzare, conservare e favorire le risorse della comunità, in modo che i processi ecologici dai quali dipende la vita siano mantenuti e si possa aumentare, ora e in futuro, la qualità totale della vita;

C. considerando che, a causa della suddivisione dei ruoli, le donne non esercitano sull'ambiente lo stesso impatto degli uomini e che, in molti paesi, le norme strutturali e la discriminazione costituiscono un ostacolo per l'accesso delle donne alle risorse e alle possibilità di gestire le situazioni e di adeguarsi;

D. considerando che le politiche ambientali impattano direttamente sulla salute e sullo status socio-economico degli individui, e considerando che la disparità di genere combinata alla mancanza di sensibilità nei confronti del diverso status sociale ed economico e dei bisogni delle donne significa che spesso le donne tendono a soffrire in maniera sproporzionata per il degrado dell'ambiente e le politiche inadeguate in questo ambito;

E.  considerando che in alcuni Stati membri il ruolo della donna nell'economia verde resta sottovalutato e non riconosciuto, creando numerose discriminazioni in termini di mancati benefici quali la protezione sociale, l'assicurazione sanitaria, adeguati salari e diritti pensionistici;

F.  considerando che i più colpiti dai cambiamenti climatici e dalla distruzione dell'ecosistema saranno le persone più povere, di cui il 70% sono donne;

G. considerando che il passaggio a un'economia verde è essenziale per ridurre l'impatto ambientale, promuovere la giustizia sociale e creare una società in cui le donne e gli uomini godano degli stessi diritti e abbiano le stesse opportunità;

H. considerando che spesso la transizione all'economia verde crea particolari difficoltà di reinserimento professionale per le donne a causa della mancanza di un'adeguata formazione tecnologica necessaria per ricoprire posizioni specializzate nell'economia verde;

I.   considerando che le donne sono palesemente sottorappresentate nei negoziati sull'ambiente, nelle discussioni in materia di bilancio, come pure nel processo decisionale riguardante la realizzazione di un'economia verde;

J.   considerando che i modelli di consumo e gli stili di vita influenzano significativamente l'ambiente e il clima; che i modelli di consumo dei paesi ricchi, ad esempio in materia di alimentazione e trasporti, non sono sostenibili nel lungo periodo, in particolare se si considera che tutte le donne e tutti gli uomini del pianeta hanno il diritto di vivere una vita dignitosa, con un alto livello di benessere;

K. considerando che le donne e gli uomini hanno in generale abitudini di consumo diverse; che le donne consumano di meno rispetto agli uomini, a prescindere dalla loro condizione socioeconomica, ma dimostrano solitamente una maggiore volontà di agire per difendere l'ambiente, adottando modelli di consumo specifici, in particolare riducendo il consumo di carne, utilizzando di meno l'automobile e provvedendo a un utilizzo più efficiente dell'energia;

L.  considerando che le donne, a motivo dell'attuale struttura del potere basata sul genere, non hanno lo stesso potere, né le medesime possibilità di accesso ai trasporti degli uomini; considerando che, per migliorare le possibilità di trasporto delle donne, occorre garantire un migliore funzionamento dei trasporti pubblici, creare un maggior numero di zone pedonali e piste ciclabili e ridurre le distanze da percorrere per raggiungere i servizi di trasporto, nonché sviluppare e favorire la conoscenza e l'innovazione di mezzi di trasporto ecologici;

M. considerando che le donne sono particolarmente vulnerabili agli effetti dei rischi ambientali e al cambiamento climatico a causa del loro status socio-economico inferiore rispetto agli uomini, alle loro tradizionali responsabilità domestiche che esse svolgono in modo sproporzionato, e al pericolo di violenza cui esse sono esposte in situazioni conflittuali, che si creano o vengono esacerbate dalla scarsità di risorse naturali;

N. considerando che le donne devono partecipare pienamente alla formulazione delle politiche, al processo decisionale e all'implementazione di un'economia verde; considerando che la partecipazione delle donne ha comportato una migliore risposta all'emergenza, una maggiore biodiversità, un aumento della sicurezza alimentare, una minore desertificazione e una maggiore protezione delle foreste;

O. considerando che vi è una mancanza di dati comprensivi comparabili sull'impatto dell'economia verde sul mercato del lavoro;

Considerazioni generali

1.  sottolinea la necessità di cambiare la società attuando un modello di economia verde, nella quale le esigenze ambientali procedano di pari passo con la sostenibilità sociale, ovvero maggiore parità tra donne e uomini e maggiore giustizia sociale;

2.  constata che fra gli aspetti più importanti dell'economia verde vi sono l'ecosistema, il consumo, l'alimentazione, la crescita, i trasporti, l'energia e il settore sociale;

3.  deplora il fatto che la comunicazione della Commissione alle istituzioni dell'Unione europea e ai comitati dal titolo "Rio+20: verso un'economia verde e una migliore governance" non preveda una prospettiva di genere;

4.  esorta la Commissione e gli Stati membri a raccogliere dati suddivisi per età e per genere in sede di pianificazione, attuazione e valutazione delle strategie, dei programmi e dei progetti di bilancio nel settore dell'ambiente e del clima; fa notare che la mancanza di statistiche impedisce di adottare misure adeguate volte ad accrescere le pari opportunità;

5.  deplora il fatto che le questioni e le prospettive di genere non siano ben integrate nella politica e nei programmi dello sviluppo sostenibile; rammenta che l'assenza di prospettive nelle politiche ambientali aumenta la disparità di genere, e invita la Commissione e gli Stati membri a stabilire dei meccanismi per l'integrazione del genere a livelli internazionali, nazionali e regionali per valutare le politiche ambientali;

6.  invita la Commissione a iniziare una ricerca sul genere e sull'economia verde, nonché sul contributo delle donne allo sviluppo di innovazioni, servizi e prodotti verdi.

7.  invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere e promuovere una specifica ricerca e degli studi sul modo in cui la conversione verso l'economia verde condizionerà le donne e gli uomini nei diversi settori e sul ruolo essenziale delle donne nel favorire la transizione; invita la Commissione e gli Stati membri a integrare una prospettiva di genere nella protezione ambientale e negli studi di valutazione dell'impatto ambientale;

8.  riconosce l'urgente necessità di un accordo internazionale in merito a una definizione comune dell'economia verde, sulla base dei pilastri sia sociali che di sostenibilità ecologica; sottolinea il ruolo significativo della società civile, specialmente i movimenti sociali, le organizzazioni ambientali e le organizzazioni per i diritti delle donne, allorché si definiscono le finalità e gli obiettivi dell'economia verde;

9.  invita la Commissione a includere sistematicamente la prospettiva di uguaglianza di genere nella definizione, esecuzione e sorveglianza delle politiche ambientali a tutti i livelli, incluso lo sviluppo locale e regionale e le attività di ricerca; invita la Commissione a utilizzare e sostenere la promozione dell'integrazione del genere come strumento per una corretta governance;

10. esorta la Commissione a promuovere l'uguaglianza di genere come problematica fondamentale quando si progettano e si negoziano i futuri regolamenti e programmi per i fondi strutturali della UE (Fondo sociale europeo (FSE) e Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)) e la politica agricola comune, specialmente nel quadro delle misure relative alla trasformazione verso l'economia verde;

11. constata che l'energia rinnovabile può essere sfruttata in aree remote e isolate in cui vi è assenza di corrente elettrica e contribuisce a produrre energia non inquinante; incoraggia dunque gli Stati membri a sviluppare strutture volte a sfruttare l'energia rinnovabile mediante l'utilizzo del FESR e del FSE; incoraggia, inoltre, una maggior innovazione e partecipazione sia per gli uomini che per le donne allo sviluppo, ad esempio, di energia e architettura rinnovabili e ecologiche;

12. invita la Commissione a realizzare campagne d'informazione per sensibilizzare in merito all'importanza del passaggio a un'economia verde e in merito agli effetti positivi delle politiche ambientali sensibili al genere;

Un consumo sostenibile

13. invita la Commissione e gli Stati membri a integrare gli obiettivi in materia di uguaglianza di genere in tutte le politiche connesse all'ambiente e a tutti i livelli del processo decisionale economico; precisa che i suddetti obiettivi devono essere stabiliti di concerto con la società civile;

14. esorta la Commissione e gli Stati membri a iniziare ad applicare un nuovo indicatore di crescita sociale e senza effetti sul clima, che includa aspetti non economici di benessere e si focalizzi principalmente sulle problematiche relative allo sviluppo sostenibile quali: uguaglianza di genere, riduzione della povertà e riduzione delle emissioni di gas serra;

15. constata che le misure volte a rispondere alle richieste legittime della popolazione in materia di alloggio, cibo, prodotti alimentari, energia e occupazione devono essere sempre adottate nel rispetto dell'ecosistema e in modo da limitare i cambiamenti climatici, nonché utilizzando le risorse nel rispetto dei diritti umani, rafforzando le pari opportunità e attraverso una suddivisione delle risorse basata sui principi della giustizia ambientale;

16. sottolinea l'importanza di garantire ai nostri figli e ai nostri nipoti buone condizioni di vita e di fare in modo che lo sviluppo economico risponda alle esigenze odierne, senza compromettere i bisogni delle generazioni future;

17. sottolinea che il PIL è un criterio di misura della produzione e non della sostenibilità ambientale, dell'efficace sfruttamento delle risorse, dell'inclusione sociale o dello sviluppo della società in generale; chiede l'elaborazione di nuovi indicatori chiari e misurabili che tengano conto dei cambiamenti climatici, della biodiversità, dell'efficace sfruttamento delle risorse e della giustizia sociale;

18. invita gli Stati membri a adottare politiche fiscali che favoriscano la realizzazione di un'economia verde, quantificando in primo luogo l'impatto ambientale e investendo quindi per stimolare le innovazioni ecologiche e le infrastrutture sostenibili;

19. ritiene che i fondi pubblici dell'UE debbano essere maggiormente utilizzati per finanziare beni pubblici sostenibili;

20. chiede che siano imposte condizioni tali per cui le sovvenzioni dell'UE siano limitate alle attività che favoriscano l'ambiente e la sostenibilità sociale;

Trasporti sostenibili

21. invita la Commissione e gli Stati membri a creare dei sistemi di trasporto sostenibili che tengano debito conto dei bisogni di mobilità specifici legati al genere e che abbiano allo stesso tempo un impatto ridotto sull'ambiente;

22. chiede alla Commissione di concentrare i finanziamenti alla ricerca, che costituiscono una leva di importanza fondamentale, su progetti per lo sviluppo di soluzioni di trasporto innovative e sostenibili;

23. invita gli Stati membri a ridurre l'impatto ambientale ed energetico del settore dei trasporti e a rafforzare le pari opportunità migliorando l'accesso alle tecnologie dell'informazione e impegnandosi a una pianificazione territoriale volta alla riduzione del traffico;

24. invita la Commissione e gli Stati membri a istituire una gerarchia dei trasporti che stabilisca in modo chiaro quali modi di trasporto debbano avere la priorità ai fini del raggiungimento di tutti gli obiettivi in materia di ambiente e di circolazione;

25. chiede che prima dell'elaborazione di qualsiasi gerarchia dei trasporti, poiché ciascuna situazione locale è diversa, vengano elaborate delle statistiche allo scopo di misurare l'impatto ambientale delle modalità di trasporto pubblico e privato, e chiede all'amministrazione pubblica interessata di essere esemplare a tale proposito;

26. chiede agli Stati membri di integrare nei controlli dei conti pubblici eseguiti dalle Corti dei Conti l'impatto dell'utilizzo dei trasporti da parte delle amministrazioni pubbliche;

27. chiede che gli Stati sviluppino il telelavoro attraverso degli incentivi sociali e fiscali, e fornendo un quadro giuridico di tutela per il lavoratore;

28. esorta gli Stati membri a rafforzare in modo significativo i trasporti pubblici locali migliorando la sicurezza, la comodità e l'accessibilità fisica delle modalità e strutture di trasporto e fornendo sistemi di trasporto integrati e aggiuntivi, nella fattispecie verso le piccole città e le aree rurali, in modo da aumentare la capacità di viaggiare delle donne, dei disabili e degli anziani, garantendo loro una maggiore inclusione sociale e un miglioramento delle condizioni di vita;

29. sottolinea che le iniziative a favore di un sistema dei trasporti sostenibile devono tenere conto del fatto che le donne e gli uomini hanno una concezione diversa degli spazi pubblici, basata su una diversa valutazione dei rischi, e che pertanto occorre dare priorità ad ambienti sicuri nel sistema dei trasporti, sia per gli uomini che per le donne;

Settore sociale e lavori verdi

30. constata che i lavori verdi in settori quali l'agricoltura, l'energia, i trasporti, i servizi, la ricerca, la tecnologia, l'informatica, l'edilizia e lo smaltimento dei rifiuti rivestono un'enorme importanza in un'economia verde;

31. esorta gli Stati membri a favorire l'imprenditorialità femminile nell'economia verde, facilitandone l'accesso delle donne attraverso la diffusione di dati e seminari di formazione nonché adottando misure intese a sostenere le donne nel raggiungere un equilibrio tra lavoro e vita privata; esorta gli Stati membri a incoraggiare l'imprenditorialità femminile nello sviluppo della protezione dell'ambiente e delle tecnologie ecocompatibili, ad esempio in settori quali le energie rinnovabili, l'agricoltura e il turismo, e nello sviluppo di innovazioni verdi, in particolare nel settore dei servizi; osserva che il settore delle energie rinnovabili può creare nuove opportunità di lavoro per le donne imprenditrici in aree in cui la disoccupazione femminile è molto elevata;

32. invita gli Stati membri a garantire che le donne abbiano adeguate condizioni lavorative, abbiano accesso a uno standard dignitoso di assistenza sanitaria, istruzione ed abitazione e partecipino a un solido dialogo sociale per favorire la transizione verso nuovi lavori verdi;

33. rileva che "economia sostenibile" significa "verde per tutti" - ovvero creare lavoro dignitoso e comunità sostenibili permettendo una più equa distribuzione della ricchezza;

34. osserva che in un'economia verde non sono importanti soltanto i lavori verdi ma tutte le attività a basso impatto ambientale; rileva che tale constatazione si applica sia ai servizi privati, sia al settore sociale, come le scuole e i servizi sociali;

35. chiede agli Stati membri di garantire la pari rappresentanza delle donne negli organismi politici decisionali nonché presso gli organi nominati dal governo e nelle istituzioni che si occupano della definizione, pianificazione e implementazione di politiche ambientali, energetiche e nel settore dei lavori verdi, in modo da includere la prospettiva di genere; chiede agli Stati membri di nominare un maggior numero di donne in ruoli direzionali e nei consigli di amministrazione aziendali nel settore dei lavori verdi; osserva che, qualora tale obiettivo non possa essere raggiunto su base volontaria, dovranno essere adottate misure specifiche, quali l'istituzione di quote o altri metodi, al fine di rafforzare l'uguaglianza di genere e la democrazia;

36. sottolinea che la conversione ecologica dell'economia e la transizione a un'economia a basse emissioni di carbonio creeranno un'enorme domanda di lavoratori qualificati; fa riferimento al fatto che le donne lavoratrici sono fortemente sottorappresentate nel settore delle energie rinnovabili e in particolare nei lavori ad alto contenuto scientifico e tecnologico; sottolinea che è particolarmente importante che gli Stati membri sviluppino piani di azione per incoraggiare le donne a scegliere corsi di studio e carriere in ambiti quali l’ingegneria, le scienze naturali, l’informatica e altre materie relative a tecnologie avanzate, dove si concentreranno in futuro molti lavori verdi;

37. invita gli Stati membri a sviluppare e utilizzare metodi volti a incoraggiare le donne a scegliere corsi di studio e carriere nel settore dell'ambiente, dei trasporti e dell'energia, lottando in maniera determinata contro gli stereotipi che favoriscono le carriere degli uomini nelle scienze naturali e applicate;

38. rileva la necessità di sostenere e incoraggiare l'accesso delle donne a forme di microcredito per le piccole imprese;

39. invita gli Stati membri a sviluppare e utilizzare metodi volti a incoraggiare le donne a scegliere corsi di studio e carriere nel settore del benessere a basso impatto ambientale;

40. invita gli Stati membri a sviluppare corsi di formazione, mediante programmi dell'Unione europea quali il FESR e il FSE, volti a facilitare l'accesso delle donne a nuovi lavori verdi e a nuove tecnologie a basso impatto ambientale sia nei settori privati che in quelli pubblici; esorta gli Stati membri a garantire che le lavoratrici partecipino maggiormente ai progetti e ai programmi di formazione sulla trasformazione ecologica, ossia nei posti di lavoro del settore delle energie rinnovabili e nei posti di lavoro ad alto contenuto scientifico e tecnologico, e a focalizzarsi sull'istruzione e formazione delle donne affinché esse ottengano le necessarie competenze e qualifiche per competere su una base equa con gli uomini per lo sviluppo dell'occupazione e della carriera individuale; constata che gli uomini hanno più facilmente accesso a tecnologie avanzate per la produzione agricola e a tecnologie imprenditoriali necessarie per l'accesso a posizioni altamente qualificate nell'economia verde;

41. constata che, affinché le donne possano partecipare all'economia verde alle stesse condizioni degli uomini, è necessario sviluppare infrastrutture di custodia dei bambini e case di riposo per gli anziani ed è indispensabile che sia le donne che gli uomini possano conciliare vita familiare e vita lavorativa e che siano garantiti i diritti sessuali e riproduttivi delle donne; rileva che le politiche e i regolamenti dovrebbero sforzarsi di fornire supporto per l'assistenza sociale, la pianificazione familiare e l'assistenza ai minori, dal momento che le donne saranno in grado di portare la loro esperienza e di contribuire su base paritarie a far prosperare le economie verdi solo in una società soddisfa che risponde a queste esigenze;

42. sottolinea che un'economia più verde viene vista sempre più come un mezzo per stimolare lo sviluppo economico, specialmente nel contesto della Crisi economica e della Strategia UE 2020; invita gli Stati membri a promuovere un'economia "più verde" incoraggiando gli investimenti e i programmi che promuovono le innovazioni verdi e i lavori verdi e sono destinati a coloro che ne hanno più bisogno; ribadisce che una prospettiva basata sul genere è fondamentale per evitare di esacerbare le disuguaglianze;

43. invita la Commissione e gli Stati membri a raccogliere e analizzare i dati disaggregati per genere in merito alla distribuzione delle risorse finanziarie in correlazione con i settori divisi per genere e le innovazioni verdi, e a sviluppare degli indicatori per poter misurare gli effetti disaggregati potenziali dell'economia verde sulla coesione territoriale e sociale; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare delle linee guida strategiche assieme a un gruppo di strumenti adeguati per rispondere efficacemente ai possibili cambiamenti a livello di occupazione e di struttura del mercato del lavoro;

Una politica sostenibile nelle relazioni internazionali

44. Si aspetta che la transizione verso degli indicatori economici più ampi e sostenibili anche nella politica di sviluppo permetterà di porre l'accento sugli obiettivi sociali e ambientali per i paesi in via di sviluppo e che specifiche politiche e regolamenti garantiscano i diritti alla proprietà delle donne e il controllo sulle risorse naturali; sottolinea che vi è un bisogno di promozione dell'accesso delle donne a tali servizi e che sono necessarie nuove tecnologie per la gestione e il funzionamento dei sistemi energetici e idrici, delle imprese commerciali e della produzione agricola; rileva la necessità di un maggior coinvolgimento delle donne nelle attività economiche e nella leadership organizzativa;

45. invita la Commissione a riconoscere e affrontare appieno i molteplici effetti del degrado ambientale sulle ineguaglianze, in particolare tra donne e uomini, e a garantire la promozione dei pari diritti delle donne allorché si elaborano nuove proposte di politica in materia di cambiamento climatico e sostenibilità ambientale;

46. invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare indicatori per valutare l'impatto di progetti e programmi sotto il profilo di genere, e ad agevolare una prospettiva di genere e di pari opportunità nelle strategie ambientali volte alla realizzazione di un'economia verde;

47. esorta la Commissione a prestare particolare attenzione al fatto che l'accesso ad acque pulite è della massima importanza per le ragazze e le donne in diverse parti del mondo, in quanto è spesso loro responsabilità andare a prendere l'acqua e portarla a casa; sottolinea altresì che è importante preservare le conoscenze delle comunità indigene femminili in relazione agli ecosistemi locali;

48. chiede alla Commissione di prestare particolare attenzione al fatto che in numerosi paesi in via di sviluppo, la possibilità per le donne di accedere a posizioni di lavoro nell'economia verde è ancora fortemente limitata a motivo di schemi patriarcali e condizionamenti sociali e che le donne non ottengono accesso all'informazione, alla formazione e alle tecnologie necessarie per accedere a tale settore;

49. invita la Commissione a rendersi conto in particolare che milioni di persone sono totalmente dipendenti dalla biomassa per la produzione di energia e che bambini e donne presentano problemi di salute a motivo del fatto che raccolgono, trasformano e utilizzano la biomassa; riconosce pertanto che è necessario investire in fonti energetiche rinnovabili utilizzate in maniera più efficace;

50. invoca un'analisi approfondita dell'impatto, dal punto di vista del clima, del genere e della sostenibilità, del risultato di accordi commerciali multilaterali e bilaterali tra l'UE e i paesi terzi, ed esorta la Commissione a fare in modo che, nell'ambito di tutte le strategie di sostegno al commercio (aid-for-trade) nonché degli altri aiuti allo sviluppo, vengano previsti appositi aiuti per far fronte ai cambiamenti climatici;

51. invita la Commissione a prevedere programmi attraverso i quali il trasferimento di tecnologie moderne e know-how possa contribuire all’adattamento ai cambiamenti climatici di paesi e regioni in via di sviluppo;

52. sottolinea che le disuguaglianze di genere nell’accesso alle risorse, come il microcredito, il credito, l’informazione e la tecnologia, devono essere prese in considerazione nella definizione delle strategie di lotta ai cambiamenti climatici;

53. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi degli Stati membri.

MOTIVAZIONE

Nella presente relazione l'economia verde viene equiparata a un'economia sostenibile, che comprende a sua volta un'economia sostenibile sia sul piano sociale che sul piano ecologico e include, ovviamente, anche le pari opportunità tra donne e uomini. Un'economia verde o sostenibile è un sistema in cui si preserva la capacità produttiva degli ecosistemi (soglia di saturazione del pianeta), creando nel contempo una società in cui i bisogni umani fondamentali sono garantiti a tutti. In un'economia verde, lo sviluppo economico s'inserisce dunque nel quadro di ciò che la natura può tollerare e garantisce una suddivisione equa delle risorse tra gli esseri umani, tra le donne e gli uomini, come pure tra le generazioni.

L'economia verde prevede che siano considerate con la massima priorità le esigenze delle persone e quelle del pianeta, e il suo obiettivo è quello di creare società sostenibili, efficienti sul piano energetico e sane, nonché di garantire la partecipazione di tutti, indipendentemente dal sesso, dall'età, dall'origine etnica, dal colore della pelle, dall'orientamento sessuale, dalle disabilità o dalle convinzioni personali.

Lo squilibrio tra donne e uomini all'interno del processo decisionale a livello politico ed economico è notevole. Uno squilibrio tra i sessi compromette la legittimità del processo decisionale politico, nella misura in cui la democrazia si basa sul fatto che i politici legittimamente eletti debbano costituire un campione rappresentativo della popolazione. Per garantire che si tenga conto dell'interesse delle donne nello stesso modo in cui si tiene oggi conto dell'interesse degli uomini, è necessaria una partecipazione paritaria alla politica e all'economia verde. Per correggere lo squilibrio esistente, occorre che i vari paesi adottino tutte le misure necessarie, ivi compresa l'introduzione di quote, al fine di raggiungere un equilibrio fra i sessi nella politica e nell'economia verde.

Un consumo sostenibile

L'attuale sistema economico non tiene conto del fatto che le risorse naturali sono limitate. Viene dato per scontato che la crescita debba essere costante, ma ciò comporterà prima o poi un collasso del sistema, giacché ogni bene o servizio prodotto e consumato richiede uno sfruttamento supplementare di risorse naturali di vario tipo (acqua, energia, metalli ecc.). La produzione e il consumo comportano l'emissione di rifiuti e generano un inquinamento che da ultimo si riversa sull'ecosistema. La capacità del nostro ecosistema di ammortizzare e gestire le emissioni, nonché di adattarsi ai cambiamenti ha un limite assoluto. Una volta superato tale limite si rischia la scomparsa di alcune importanti funzioni espletate dall'ecosistema, che sono alla base della nostra esistenza e del nostro benessere. Per evitare che ciò accada è necessario cambiare il nostro sistema economico, facendo in modo che il prelievo di risorse naturali avvenga a ritmi che ne consentano la ricostituzione e nuove produzioni, ovvero optare per un'economia verde.

Tuttavia, un'economia verde richiede anche un utilizzo sostenibile delle risorse umane, caratterizzato da una sostenibilità sociale, come ad esempio un migliore equilibrio tra i ricchi e i poveri e tra gli uomini e le donne. Attualmente, il nostro impatto sulle risorse del pianeta – la cosiddetta impronta ecologica – è molto maggiore nei paesi ricchi rispetto a quelli poveri. Se tutti vivessero come vivono i cittadini svedesi, ad esempio, sarebbero necessari 3 globi terrestri per soddisfare i nostri bisogni in termini di risorse. Un simile squilibrio è inaccettabile.

Il sistema economico attuale provoca vari tipi di crisi: crisi finanziarie, collasso degli ecosistemi, cambiamenti climatici ecc. Ne consegue un peggioramento dei regimi previdenziali e dello Stato sociale. Infatti, quando la società è colpita dalla crisi, vengono spesso effettuati tagli a livello di previdenza sociale e ciò comporta un peggioramento del sistema scolastico e sanitario, dell'assistenza sociale, delle pensioni e una crisi degli alloggi. A essere maggiormente colpiti da questi tagli sono i poveri, che non hanno la possibilità di compensare le perdite con i propri risparmi, assicurazioni private ecc. Il 70% degli 1,3 miliardi di persone che vivono con meno di 1 dollaro al giorno sono donne. Le crisi comportano quindi un accrescimento delle disuguaglianze sociali.

D'altro canto, è opportuno sottolineare che lo sviluppo dei paesi poveri, accompagnato da una crescita del consumo e del benessere, è importante per raggiungere un maggiore equilibrio tra i vari paesi e i gruppi di popolazione. Non è concepibile pensare a una limitazione dello sviluppo dei paesi più poveri. Un'economia verde non è dunque sostenibile se non si tiene conto della questione della distribuzione delle ricchezze a livello globale.

In considerazione della differenziazione dei ruoli, i modelli di consumo e l'impatto ambientale degli uomini e delle donne sono diversi. Gli uomini, ad esempio, consumano più carne e utilizzano molto di più l'automobile. La diversità di comportamento tra gli uomini e le donne in materia di consumo è una componente dello sviluppo della nostra identità di genere e contribuisce a rafforzarla. Il consumo viene spesso associato alla felicità, al successo e al piacere ed è per questo che rappresenta una ricompensa per il consumatore. Le scelte in materia di consumo sono pertanto tutt'altro che razionali. Al contrario, i comportamenti sono spesso legati a un piacere e a un desiderio di acquisire un certo tipo di identità, che spesso è strettamente legata alla sessualità e agli attributi sessuali.

I beni di consumo prediletti dagli uomini sono spesso prodotti ad alto consumo energetico e altamente tecnologici. Per le donne invece sono gli abiti a occupare il primo posto nella classifica degli acquisti. Inoltre, talune differenze tra i sessi in materia di consumo dipendono dalle differenze di reddito: gli uomini guadagnano solitamente di più rispetto alle donne e hanno dunque la possibilità di consumare di più. Grazie all'aumento dei redditi e del benessere, le persone spendono frequentemente per prodotti che fanno risparmiare tempo, dato che il tempo è poco, e molto spesso ciò risulta nocivo per l'ambiente. Nel valutare le diverse alternative, il tempo viene dunque rapportato ai costi e, dal momento che il costo dell'impatto ambientale non ricade sui singoli, la scelta comporta spesso un aumento di tale impatto ecologico.

Si ritiene che, per natura, le donne siano più attente all'ambiente e lo rispettino più di quanto non facciano gli uomini. Tuttavia, adottare un approccio di questo tipo per quanto riguarda le differenze tra i sessi in materia di consumo è problematico in quanto, così facendo, si compromettono le possibilità di trovare soluzioni.

Quando parliamo di economia verde e sostenibile, un potenziamento delle pari opportunità è parte integrante della definizione. Le pari opportunità rientrano nel concetto di sostenibilità sociale. Un difetto sistemico congenito dell'economia attuale è costituito dal fatto che alcuni beni e servizi non vengono assolutamente considerati. Si tratta di lavori spesso svolti dalle donne, come ad esempio la cura dei bambini, la preparazione del cibo, il lavoro agricolo, il prelievo dell'acqua ecc. Queste attività diventano dunque "invisibili" nell'economia. D'altro canto, però, le donne reinvestono la maggior parte del guadagno da lavoro retribuito nelle comunità locali. Il ruolo delle donne è pertanto importante e deve essere reso visibile. Occorre quindi migliorare la pianificazione familiare, sviluppare le strutture per la cura dei bambini e assicurare una maggiore condivisione delle responsabilità parentali per consentire alle donne di avere tempo libero e partecipare allo sviluppo sociale.

Attualmente, molte donne sono racchiuse in sistemi patriarcali nei quali godono di diritti molto minori rispetto a quelli degli uomini. Ad esempio, non hanno il diritto di possedere terreni, contrarre prestiti, accedere alle risorse naturali, al sistema scolastico, al sistema sanitario o alle nuove tecnologie. Si tratta di sistemi che negano alle donne qualsiasi possibilità di sfuggire alla propria situazione.

Trasporti sostenibili

È importante creare un sistema di trasporti sostenibile che tenga conto delle esigenze sia delle donne che degli uomini e il cui impatto ambientale sia ridotto al minimo. È necessario che gli Stati membri riducano l'impatto ambientale ed energetico del settore dei trasporti e incrementino le pari opportunità, impegnandosi a potenziare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e favorendo una pianificazione del territorio volta a una riduzione del traffico. Ricorrendo maggiormente alle tecnologie dell'informazione per comunicare senza doversi spostare, pianificando il territorio mediante una concentrazione degli insediamenti e sfruttando queste tecnologie nell'ottica del rispetto dell'ambiente, sarà possibile creare trasporti più efficienti e vivere in una società meno avida di energia. Ciò consentirà anche a un maggior numero di persone di spostarsi da un punto all'altro a piedi o in bicicletta, e ciò corrisponde alle modalità di trasporto utilizzate dalle donne ma anche da tutte le persone che hanno un reddito basso.

Da molto tempo tutti concordano in linea di principio sul fatto che è necessario avere un sistema di trasporti maggiormente sostenibile, ma nella pratica si fa molto poco. È giunto pertanto il momento di creare una gerarchia dei trasporti, al fine di definire con chiarezza quali tipi di trasporto debbano essere prioritari per il raggiungimento degli obiettivi globali in materia di ambiente e traffico. La definizione di una simile gerarchia parte dal presupposto che, quando si dovrà risolvere un problema di comunicazione o di trasporto, si cercherà sempre di scegliere una soluzione nell'ordine presentato di seguito: 1) tecnologie dell'informazione e banda larga; 2) pianificazione del territorio atta a ridurre il traffico; 3) zone pedonali e piste ciclabili; 4) trasporti pubblici con, in primo luogo, autobus, tram e treni alimentati con energia rinnovabile e, in secondo luogo, mezzi pubblici alimentati da combustibili fossili; 5) trasporto marittimo; 6) trasporto su strada.

Una delle misure principali da adottare per realizzare un'economia verde consiste in un forte potenziamento dei trasporti pubblici locali e regionali, migliorando di conseguenza la vita quotidiana delle donne e le loro possibilità di spostarsi. Un potenziamento dei trasporti pubblici consentirà altresì agli uomini di utilizzare maggiormente mezzi di trasporto ecologicamente sostenibili, il che è positivo dal momento che saranno gli uomini a dover rinunciare maggiormente ai propri modelli comportamentali e alle proprie abitudini, e dunque a utilizzare l'automobile con mi9nore frequenza rispetto a oggi. A tale riguardo, occorrerà tenere conto del fatto che uomini e donne concepiscono in modo diverso lo spazio pubblico e si basano su valutazioni dei rischi diverse. Nel sistema dei trasporti, sarà pertanto necessario eliminare i luoghi pericolosi, quali le gallerie e i sottopassaggi non illuminati, affinché le donne possano sentirsi più sicure.

Il settore dei servizi sociali e i lavori verdi

Il mercato del lavoro non è attualmente caratterizzato da parità tra uomini e donne. Vi è il rischio che le donne siano sottorappresentate nei nuovi lavori verdi che saranno creati in futuro. Occorre pertanto adottare misure che consentano alle donne di svolgere lavori verdi nel settore dei trasporti, dell'edilizia, in quello manifatturiero ecc. È importante rafforzare in tutti i paesi l'istruzione e la formazione nell'ambito dei lavori verdi, ponendo l'accento sull'uguaglianza di genere.

Il concetto di lavoro verde comprende anche lavori amministrativi e lavori nel settore terziario privato o pubblico, nel rispetto dell'ambiente o a impatto ambientale minimo. Si tratta di settori in cui le donne sono attualmente occupate in misura superiore agli uomini, e sarebbe opportuno adottare misure che consentano di accrescere il numero degli uomini occupati in tali settori. Tra questi rientrano il settore amministrativo e governativo, nonché in vasta misura la scuola e i servizi di assistenza.

L'istruzione ha sempre svolto un ruolo importante per lo sviluppo sociale. L'offerta formativa deve dunque adeguarsi ai cambiamenti sociali. Di conseguenza è fondamentale educare le generazioni presenti e future al concetto di società sostenibile, onde poter realizzare uno sviluppo sociale sostenibile. A tale riguardo è importante che le competenze includano valori quali la democrazia, le pari opportunità, il rispetto dei diritti umani fondamentali e della natura.

Una politica sostenibile nelle relazioni internazionali

I paesi meno sviluppati hanno un enorme potenziale da sfruttare, che potrà condurli verso lo sviluppo di un'economia verde. Ciò dipende dal fatto che già oggi le loro emissioni di anidride carbonica e i loro stili di vita non influiscono sull'ambiente e sul clima in modo paragonabile a quanto avviene invece nei paesi ricchi. Il passaggio a un'economia verde richiede riforme politiche e strumenti di controllo, meccanismi di finanziamento e norme commerciali. È rassicurante constatare che, in molti di questi paesi, le decisioni già prese vanno nella giusta direzione per raggiungere l'obiettivo di un'economia verde. Molti paesi a basso o medio reddito hanno sviluppato, in misura sempre maggiore, regimi fiscali che prevedono la tassazione delle attività e dei prodotti nocivi per l'ambiente. Purtroppo, gran parte degli investimenti esteri è destinata ad attività dannose per l'ambiente, quali l'estrazione di greggio, gas e minerali e, in misura molto ridotta, alle industrie di trasformazione o a progetti infrastrutturali sostenibili, che sono importanti per lo sviluppo di questi paesi. È pertanto necessario fare in modo che siano realizzati investimenti a favore di progetti sostenibili nel lungo periodo, ossia conformi alla transizione verso un'economia verde. A tale proposito, l'UE può svolgere un ruolo importante nel quadro della propria politica di sviluppo, promuovendo investimenti che abbiano obiettivi sociali ed ecologici.

Questo processo di adattamento deve permettere a tali paesi di accedere alle tecnologie necessarie per passare a un'economia a consumo ridotto di anidride carbonica e più rispettosa dell'ambiente. Si tratta soprattutto di tecnologie che semplificano il lavoro in ambito agricolo e forestale, nel settore dell'allevamento, dell'approvvigionamento energetico, dello smaltimento dei rifiuti e dei trasporti. La maggior parte di questi lavori è svolta dalle donne. Semplificare il lavoro in questi settori permetterebbe dunque di migliorare la situazione delle donne, consentendo loro di avere più tempo da dedicare a se stesse e per partecipare alla vita sociale.

Per consentire l'accesso a queste tecnologie e il loro sviluppo, sono fondamentali l'innovazione e l'accesso all'informazione. Lo sviluppo e l'assorbimento delle tecnologie verdi nonché l'adeguamento alle stesse per un consumo interno e, in futuro, anche per l'esportazione verso i paesi sviluppati richiedono cooperazione, collaborazione, ricerca e sviluppo a livello internazionale. A tale riguardo, è importante anche limitare la durata dei brevetti e promuovere un utilizzo più libero delle tecnologie e delle innovazioni già disponibili.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

10.7.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

21

4

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Andrea Češková, Marije Cornelissen, Edite Estrela, Iratxe García Pérez, Zita Gurmai, Mikael Gustafsson, Mary Honeyball, Lívia Járóka, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Silvana Koch-Mehrin, Constance Le Grip, Astrid Lulling, Antonyia Parvanova, Raül Romeva i Rueda, Joanna Katarzyna Skrzydlewska, Marc Tarabella, Britta Thomsen, Angelika Werthmann, Marina Yannakoudakis, Inês Cristina Zuber

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Mariya Gabriel, Kent Johansson, Christa Klaß, Mojca Kleva, Kartika Tamara Liotard, Ana Miranda