RELAZIONE sulla relazione annuale concernente le attività del Mediatore europeo nel 2011

1.10.2012 - (2012/2049(INI))

Commissione per le petizioni
Relatore: Erminia Mazzoni
PR_INI_AnnOmbud

Procedura : 2012/2049(INI)
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A7-0297/2012
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A7-0297/2012
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla relazione annuale concernente le attività del Mediatore europeo nel 2011

(2012/2049(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la relazione annuale concernente le attività del Mediatore europeo nel 2011,

–   visto l'articolo 24, terzo comma, l'articolo 228 e l'articolo 298 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–   visti gli articoli 41 e 43 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–   vista la sua risoluzione del 18 giugno 2008[1], relativa all'adozione di una decisione del Parlamento europeo recante modifica della decisione 94/262/CECA, CE, Euratom del Parlamento europeo, del 9 marzo 1994, sullo statuto e le condizioni generali per l'esercizio delle funzioni del mediatore[2],

–   visto l'accordo quadro di cooperazione concluso tra il Parlamento europeo e il Mediatore europeo il 15 marzo 2006, entrato in vigore il 1° aprile 2006,

–   viste le disposizioni di attuazione dello statuto del Mediatore europeo del 1° gennaio 2009[3],

–   viste le sue precedenti risoluzioni sulle attività del Mediatore europeo,

–   visto l'articolo 205, paragrafo 2, frasi seconda e terza, del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per le petizioni (A7-0297/2012),

A. considerando che la relazione annuale concernente le attività del Mediatore europeo nel 2011 è stata ufficialmente presentata al presidente del Parlamento europeo il 22 maggio 2012 e che il Mediatore europeo, sig. Nikiforos Diamandouros, ha presentato la propria relazione alla commissione per le petizioni a Bruxelles il 19 giugno 2012;

B.  considerando che l'articolo 24 del TFUE dispone che "ogni cittadino dell'Unione può rivolgersi al Mediatore istituito conformemente all'articolo 228";

C. considerando che l'articolo 228 del TFUE abilita il Mediatore europeo a ricevere denunce riguardanti casi di cattiva amministrazione nell'azione delle istituzioni, degli organi o degli organismi dell'Unione, salvo la Corte di giustizia dell'Unione europea nell'esercizio delle sue funzioni giurisdizionali;

D. considerando che ai sensi dell'articolo 298 del TFUE le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'Unione "si basano su un'amministrazione europea aperta, efficace ed indipendente" e che lo stesso articolo offre anche la possibilità a definire a tal fine disposizioni concrete e applicabili all'intera amministrazione dell'UE tramite regolamento di diritto secondario;

E.  considerando che, ai sensi dell'articolo 41 della Carta dei diritti fondamentali, "ogni individuo ha diritto a che le questioni che lo riguardano siano trattate in modo imparziale, equo ed entro un termine ragionevole dalle istituzioni e dagli organi dell'Unione";

F.  considerando che si ha cattiva amministrazione non solo quando un organismo pubblico non opera conformemente a una norma o a un principio per esso vincolante e che i principi di buona amministrazione esigono che le istituzioni dell'Unione siano improntate a una cultura del servizio e assicurino che i cittadini siano trattati nel modo opportuno e godano appieno dei loro diritti;

G. considerando che tale definizione non limita la fattispecie della cattiva amministrazione ai casi in cui la norma o il principio violati sono giuridicamente vincolanti; che i principi di buona amministrazione si spingono oltre quanto stabilito dalla legislazione, esigendo che le istituzioni dell'Unione non solo rispettino gli obblighi derivanti da quest'ultima, ma siano anche improntate a una cultura del servizio e assicurino che i cittadini siano trattati nel modo opportuno e godano appieno dei loro diritti;

H. considerando che nel 2011 il Mediatore ha ricevuto 2 510 denunce (2 667 nel 2010), ha aperto 396 indagini (335 nel 2010) e ne ha completate 318 (326 nel 2010); che delle 2 544 denunce trattate in totale dal Mediatore nel 2011, 698 (27%) rientravano nel suo mandato (744 nel 2010);

I.   considerando che 1 321 delle denunce ricevute rientravano nell'ambito del mandato di un membro della Rete europea dei difensori civici; che tale Rete si compone di difensori civici nazionali e regionali; che la commissione per le petizioni del Parlamento è membro a pieno titolo della Rete europea dei difensori civici;

J.   considerando che nel 2011 il Mediatore ha trasmesso 59 denunce alla commissione per le petizioni; considerando che 147 denunce sono state deferite alla Commissione e 591 ad altre istituzioni e ad altri organismi, tra cui SOLVIT e La tua Europa – Consulenza, nonché a difensori civici specializzati o ad altri organismi preposti alla gestione delle denunce negli Stati membri;

K. considerando che quasi il 61% delle denunce pervenute nel 2011 sono state presentate utilizzando Internet; che oltre la metà delle denunce presentate via Internet (53%) sono pervenute attraverso il formulario di denuncia elettronico disponibile sul sito web del Mediatore;

L.  considerando che il sensibile calo fatto registrare negli ultimi anni dalle richieste di informazione è una dimostrazione del successo della guida interattiva del Mediatore, disponibile sul sito web del Mediatore dal gennaio 2009;

M. considerando che il numero di denunce che non rientrano nel mandato del Mediatore è sceso a 1 846 nel 2011, il livello più basso mai registrato dal 2003;

N. considerando che, tradizionalmente, erano i denuncianti tedeschi e spagnoli a presentare il maggior numero di denunce; che nel 2011 la Spagna è passata alla prima posizione, seguita da Germania, Polonia e Belgio; che, in proporzione rispetto alla popolazione, a trasmettere il maggior numero di denunce sono stati Lussemburgo, Cipro, Belgio, Malta e Slovenia;

O. considerando che il Mediatore ha aperto in totale 396 indagini, di cui 382 sulla base delle denunce e 14 di propria iniziativa; che il numero di indagini aperte nel 2011 è stato il più elevato di sempre;

P.  considerando che la maggior parte delle indagini ha riguardato la Commissione (231), seguita dall'EPSO (42); che il numero di indagini aperte nei confronti del Parlamento ha registrato un calo di oltre la metà rispetto al 2010; che il numero di indagini avviate nei confronti del Consiglio è aumentato di un terzo;

Q. considerando che il Mediatore ha completato 318 indagini nel 2011; che la maggior parte delle indagini (66%) è stata completata nell'arco di un anno, con un terzo delle indagini completato entro tre mesi; che la durata media delle indagini è stata di dieci mesi;

R.  considerando che in 64 casi il Mediatore non ha ravvisato gli estremi di una cattiva amministrazione; che il fatto che non siano ravvisati gli estremi di una cattiva amministrazione non costituisce comunque un esito negativo, dal momento che il denunciante può contare su una spiegazione esaustiva da parte dell'istituzione interessata e un tale esito prova che l'istituzione in questione ha operato conformemente ai principi di buona amministrazione;

S.  considerando che 84 dei casi chiusi si sono conclusi positivamente, con l'istituzione interessata che ha accettato una conciliazione amichevole o ha risolto la questione; che il Mediatore cerca di giungere a una conciliazione amichevole ogniqualvolta possibile; che la collaborazione da parte delle istituzioni dell'Unione è fondamentale per giungere a una conciliazione amichevole;

T.  considerando che il Mediatore ha ravvisato gli estremi della cattiva amministrazione in 47 casi e che in 13 di questi l'istituzione interessata ha accettato, in tutto o in parte, un progetto di raccomandazione;

U. considerando che 35 casi sono stati chiusi con una valutazione critica e 39 con osservazioni complementari volte ad aiutare le istituzioni interessate a migliorare la qualità della loro amministrazione;

V. considerando che il Mediatore pubblica ogni anno sul suo sito web uno studio sul seguito dato dalle istituzioni alle valutazioni critiche e alle osservazioni complementari;

W. considerando che nel 2010 il tasso complessivo di seguito soddisfacente dato alle valutazioni critiche e alle osservazioni complementari è stato del 78%; che il seguito dato alle osservazioni complementari è stato considerato soddisfacente nel 95% dei casi, mentre il tasso per le valutazioni critiche è stato sensibilmente inferiore, fermandosi al 68%;

X. considerando che nel 2011 il Mediatore ha redatto 25 progetti di raccomandazione e ha proceduto alla chiusura di 13 casi nel momento in cui l'istituzione interessata ha accettato, in tutto o in parte, un progetto di raccomandazione;

Y. considerando che nel 2011 il Mediatore non ha presentato alcuna relazione speciale al Parlamento europeo;

Z.  considerando che il bilancio del Mediatore rappresenta una sezione indipendente del bilancio dell'Unione europea, suddivisa in tre titoli: il titolo 1 riguarda gli stipendi, le indennità e le altre spese legate al personale, il titolo 2 riguarda gli immobili, il mobilio, il materiale e le spese varie di funzionamento, e il titolo 3 riguarda le spese risultanti dall'esecuzione da parte dell'istituzione di compiti generali;

1.  approva la relazione annuale per il 2011 presentata dal Mediatore europeo;

2.  osserva che nel 2011 il Mediatore ha aiutato oltre 22 000 cittadini, di cui 2 510 hanno presentato una denuncia, 1 284 hanno chiesto informazioni e 18 274 hanno ottenuto consigli attraverso la guida interattiva disponibile sul sito web del Mediatore;

3.  osserva che negli ultimi anni il numero totale di denunce pervenute al Mediatore è gradualmente diminuito, in particolare il numero di quelle che non rientrano nel suo mandato; segue con interesse tale fenomeno per valutare se esista un nesso diretto tra tale calo e l'introduzione della guida interattiva;

4.  osserva che in oltre il 65% dei casi trattati, il Mediatore è stato in grado di avviare un'indagine oppure di deferire il caso a un organismo competente, come un membro della Rete europea dei difensori civici, tra cui la commissione per le petizioni del Parlamento, la Commissione o un altro organismo preposto alla gestione delle denunce (ad esempio SOLVIT); osserva che nel 2011 alla commissione per le petizioni sono state trasmesse dal Mediatore 59 denunce;

5.  osserva che i principali tipi di presunta cattiva amministrazione oggetto delle indagini del Mediatore nel 2011 hanno riguardato la legalità (28%), le richieste di informazioni (16,2%), l'equità (13,6%), i motivi delle decisioni e le possibilità di appello (8,1%), il termine ragionevole per l'adozione di decisioni (7,3%), le richieste di accesso del pubblico ai documenti (7,1%), l'assenza di discriminazione (6,8%) e l'obbligo di rispondere alle lettere nella lingua del cittadino e di indicare il funzionario competente (5,8%);

6.  osserva che la maggior parte delle indagini avviate dal Mediatore nel 2011 ha riguardato la Commissione europea (231), seguita in seconda posizione dall'EPSO (42); ritiene che, poiché la Commissione è l'istituzione le cui decisioni hanno conseguenze dirette sui cittadini, è normale che tale organismo sia il principale oggetto delle denunce;

7.  si compiace che il numero di indagini avviate dal Mediatore nei confronti del Parlamento europeo ha registrato un calo di oltre la metà rispetto al 2010; osserva che il numero di indagini avviate dal Mediatore nei confronti del Consiglio dell'UE è aumentato di un terzo;

8.  osserva che nel 2011 il Mediatore ha modificato le procedure seguite per renderle più vicine ai cittadini e ha introdotto un nuovo tipo di indagine (un'"indagine chiarificatrice") in modo che i denuncianti possano chiarire la loro denuncia qualora il Mediatore non sia persuaso, di primo acchito, che esistano motivi per chiedere il parere di un'istituzione su un determinato caso;

9.  osserva che ora il Mediatore invita attivamente i denuncianti a fare osservazioni qualora non siano soddisfatti della risposta di un'istituzione, mentre in passato i denuncianti dovevano presentare una nuova denuncia se non erano soddisfatti nel merito dalla risposta ricevuta;

10. si compiace che grazie a questo nuovo approccio il Mediatore ha chiuso un numero minore di casi come "risolti dall'istituzione" e, per contro, un numero maggiore di casi con la constatazione dell'assenza di "cattiva amministrazione" o di "giustificazioni per ulteriori indagini";

11. osserva che il Mediatore ha rivisto anche il trattamento delle denunce che esulano dal suo mandato, di cui si occupa ora il servizio "Registro" dell'ufficio del Mediatore, che assicura che i denuncianti siano informati il prima possibile del fatto che il Mediatore non può occuparsi della loro denuncia e che sia loro consigliato a quale istanza rivolgersi;

12. osserva che un sondaggio Eurobarometro speciale 2011 sui diritti dei cittadini e il funzionamento dell'amministrazione dell'UE[4] ha mostrato la grande importanza che i cittadini attribuiscono al loro diritto di rivolgersi al Mediatore europeo, secondo, a loro parere, solo al diritto a circolare e a risiedere liberamente nell'UE e al diritto a una buona amministrazione;

13. si congratula con il Mediatore per aver pubblicato un opuscolo intitolato Problemi con l'UE? Chi può aiutarti?, che offre informazioni esaustive sui meccanismi per la risoluzione dei problemi per quei cittadini che incontrano difficoltà con l'Unione, nonché per aver reso disponibile tale pubblicazione anche in formato audio e in caratteri di stampa di grandi dimensioni;

14. sottolinea che, nonostante i risultati positivi conseguiti negli anni scorsi in relazione alla quota di denunce esaminate di competenza effettiva del Mediatore, essa resta anche nel 2011 relativamente modesta, pari al 27% circa, e pertanto occorre prospettare una campagna di sensibilizzazione più ampia e dinamica presso i cittadini in merito alla sfera di competenza del Mediatore, in stretta cooperazione con i difensori civici nazionali e regionali, con il Parlamento europeo e con la Commissione;

15. conviene con il Mediatore che una dichiarazione diretta e concisa sui valori fondamentali, che la condotta dei funzionari dell'Unione dovrebbe riflettere, può promuovere efficacemente la fiducia dei cittadini nella funzione pubblica europea e nelle istituzioni dell'Unione presso cui è esercitata;

16. condivide l'opinione del Mediatore per cui un'istituzione in cui è radicata la cultura del servizio non guarda alle denunce come a una minaccia, bensì come a un'opportunità per comunicare in modo più efficace e, se è stato commesso un errore, per correggerlo e trarre lezioni per il futuro;

17. ricorda che la Carta dei diritti fondamentali include il diritto a una buona amministrazione come diritto fondamentale dei cittadini dell'Unione europea (articolo 41);

18. invita le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'Unione europea a operare conformemente al Codice di buona condotta amministrativa, approvato dal Parlamento mediante la sua risoluzione del 6 settembre 2001[5];

19. si compiace dell'impegno costante e costruttivo profuso dal Mediatore, ad esempio con la redazione di pubblicazioni di consultazione, al fine di creare premesse migliori per favorire l'elaborazione di un regolamento sulle procedure amministrative generali dell'Unione europea; sottolinea che detta legislazione, volta a definire requisiti minimi giuridicamente vincolanti in materia di qualità e garanzie procedurali dell'intera amministrazione diretta dell'UE, potrebbe basarsi sull'articolo 298 TFUE e che in materia sarebbe necessaria una stretta consultazione con i difensori civici;

20. concorda con il parere del Mediatore per cui i principi di buona amministrazione si spingono oltre quanto stabilito dalla legislazione ed esigono che le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'Unione non solo rispettino gli obblighi derivanti da quest'ultima, ma siano anche improntati a una cultura del servizio e assicurino che i cittadini siano trattati nel modo opportuno e godano appieno dei loro diritti;

21. elogia il Mediatore per aver pubblicato e distribuito al personale delle istituzioni, degli organi e degli organismi dell'Unione La guida alle denunce al Mediatore europeo, per incoraggiare l'amministrazione dell'UE a migliorare il proprio funzionamento, intensificando l'impegno verso i principi di una cultura del servizio ai cittadini;

22. si compiace della cooperazione del Mediatore con la Rete europea dei difensori civici e chiede che detta cooperazione sia articolata anche con misure attive per promuovere l'iniziativa civica europea in quanto nuovo strumento di partecipazione diretta dei cittadini all'elaborazione di disposizioni legislative dell'UE e per garantire che tale strumento non risulti troppo farraginoso per i cittadini in termini di requisiti tecnici;

23. ricorda che l'ottavo seminario nazionale della Rete europea dei difensori civici si è tenuto a Copenaghen nell'ottobre 2011; ricorda che la commissione per le petizioni è membro a pieno titolo della Rete europea dei difensori civici ed è stata rappresentata al seminario; ricorda che in occasione del seminario i membri della Rete hanno deciso di trovare modalità per informare meglio i cittadini di tutta Europa in merito ai loro diritti;

24. ricorda che in occasione del seminario il Mediatore ha presentato il progetto di principi del servizio pubblico dei funzionari dell'Unione, in cui identificava cinque principi, vale a dire l'impegno nei confronti dell'UE e dei suoi cittadini, l'integrità, l'obiettività, il rispetto per gli altri e la trasparenza; osserva che il Mediatore ha lanciato una consultazione pubblica su tali principi e che la versione definitiva è stata pubblicata il 19 giugno 2012;

25. prende atto con compiacimento del fatto che nel periodo oggetto della relazione il Mediatore ha esercitato i poteri conferitigli in modo attivo ed equilibrato nonché incentrato sul consenso critico e sulla stretta cooperazione con gli altri organi dell'UE;

26. invita il Mediatore a continuare a impiegare al meglio le risorse disponibili, evitando duplicazioni superflue nel personale e cooperando con altre istituzioni dell'Unione per assicurare che nel bilancio dell'UE possano essere conseguiti risparmi grazie a una maggiore efficienza;

27. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione e la relazione della commissione per le petizioni al Consiglio, alla Commissione, al Mediatore europeo, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e ai loro difensori civici o agli organi competenti analoghi.

  • [1]  GU C 286 E del 27.11.2009, pag. 172.
  • [2]  GU L 113 del 4.5.1994, pag. 15.
  • [3]  Approvate l'8 luglio 2002 e modificate con decisione del Mediatore il 5 aprile 2004 e il 3 dicembre 2008.
  • [4]  http://www.ombudsman.europa.eu/it/press/statistics.faces
  • [5]  GU C 72 E del 21.3.2002, pag. 331.

MOTIVAZIONE

Il 22 maggio 2012 il Mediatore europeo ha presentato la sua relazione annuale 2011 al Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Il 19 giugno 2012 ha presentato la sua relazione in occasione della riunione della commissione parlamentare per le petizioni, la commissione competente per i rapporti con la sua istituzione.

La base giuridica per il mandato del Mediatore europeo è l'articolo 228 del TFUE, che lo abilita a ricevere denunce riguardanti casi di cattiva amministrazione nell'azione delle istituzioni, degli organi o degli organismi dell'Unione, salvo la Corte di giustizia dell'Unione europea nell'esercizio delle sue funzioni giurisdizionali.

Il diritto di rivolgersi al Mediatore europeo è previsto dall'articolo 24 del TFUE e dall'articolo 43 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, il mandato del Mediatore è stato ampliato a includere possibili casi di cattiva amministrazione nel quadro della politica estera e di sicurezza comune (PESC), compresa la politica europea di sicurezza e di difesa (PESD).

Le denunce presentate nei confronti delle pubbliche autorità degli Stati membri esulano dal mandato del Mediatore europeo, anche se riguardano questioni che rientrano nel campo di applicazione del diritto dell'UE. Spesso queste denunce rientrano, invece, nell'ambito del mandato dei difensori civici nazionali e regionali che fanno parte della Rete europea dei difensori civici. La commissione per le petizioni è membro a pieno titolo di tale Rete.

Il 6 settembre 2001, il Parlamento europeo ha approvato il Codice di buona condotta amministrativa, che le istituzioni dell'Unione, le loro amministrazioni e i loro funzionari sono tenuti a rispettare nelle relazioni con il pubblico. Il Codice si rifà ai principi di diritto amministrativo europeo sanciti dalla giurisprudenza delle corti europee e trae ispirazione dalle legislazioni nazionali.

Per le istituzioni ciò implica il rispetto dello Stato di diritto, dei principi di buona amministrazione e dei diritti fondamentali. La Carta dei diritti fondamentali include il diritto a una buona amministrazione come diritto fondamentale dei cittadini dell'Unione europea (articolo 41). La Carta è vincolante per le amministrazioni delle istituzioni, degli organi e degli organismi dell'Unione.

La definizione del Mediatore di cattiva amministrazione, che è stata sottoscritta dal Parlamento europeo e della Commissione europea, è la seguente: "Si ha cattiva amministrazione quando un organismo pubblico non opera conformemente a una norma o a un principio per esso vincolante".

Tale definizione, comunque, non limita la fattispecie della cattiva amministrazione ai casi in cui la norma o il principio violati sono giuridicamente vincolanti. I principi di buona amministrazione si spingono oltre quanto stabilito dalla legislazione, esigendo che le istituzioni dell'Unione non solo rispettino gli obblighi derivanti da quest'ultima, ma siano anche improntate a una cultura del servizio e assicurino che i cittadini siano trattati nel modo opportuno e godano appieno dei loro diritti.

Se, pertanto, una condotta illegale in questioni che rientrano nel mandato del Mediatore implica necessariamente un caso di cattiva amministrazione, un caso di cattiva amministrazione non implica automaticamente che la condotta sia illegale. Il fatto che il Mediatore ravvisi gli estremi della cattiva amministrazione, quindi, non implica automaticamente che la condotta in questione sia da considerarsi illegale.

Il Mediatore non ritiene, comunque, che le attività politiche del Parlamento europeo possano integrare la fattispecie della cattiva amministrazione. Le denunce che riguardano le decisioni prese dalle commissioni del Parlamento, come la commissione per le petizioni, esulano, pertanto, dal mandato del Mediatore.

Denunce e indagini

Nel 2011 il Mediatore ha registrato 2 510 denunce, a fronte di 2 667 nel 2010. Delle 2 544 denunce trattate in totale, 698 rientravano nel mandato del Mediatore (27%).

Quasi il 61% delle denunce pervenute nel 2011 sono state presentate utilizzando Internet. Buona parte di queste (53%) è pervenuta attraverso il formulario di denuncia elettronico disponibile sul sito web del Mediatore nelle 23 lingue ufficiali dell'Unione.

Il sensibile calo fatto registrare negli ultimi anni dalle richieste di informazione (1 000 nel 2010, 1 850 nel 2009, 4 300 nel 2008 e 4 100 nel 2007) è una dimostrazione del successo della guida interattiva del Mediatore, disponibile sul suo sito web. La guida, infatti, consente agli interessati di ottenere informazioni senza dover necessariamente inviare una richiesta.

Il Mediatore ha aperto 382 indagini sulla base delle denunce e ne ha avviate altre 14 di propria iniziativa (rispettivamente 323 e 12 nel 2010).

Nel corso degli ultimi nove anni, il numero di denunce che rientrano nel mandato del Mediatore è aumentato costantemente: partendo dalle 603 denunce del 2003, il livello più basso, ha raggiunto un picco di 930 denunce nel 2004, per poi attestarsi su una media compresa tra le 800 e le 900 denunce tra il 2005 e il 2008 e infine ridiscendere leggermente rispetto ad allora.

Il numero di denunce che esulano dal mandato del Mediatore è sceso a 1 846 nel 2011, la cifra più bassa mai registrata dal 2003. Il Mediatore cerca comunque di ridurre ulteriormente il numero di denunce che non rientrano nel suo mandato, fornendo informazioni chiare in merito a quanto possa e non possa fare e aiutando i denuncianti a rivolgersi all'istanza competente.

In 609 casi il Mediatore ha trasmesso la denuncia a un membro della Rete europea dei difensori civici, o consigliato al denunciante di prendere contatto con un membro della Rete. Di conseguenza, 550 denunce sono state trasmesse a un difensore civico nazionale o regionale, o a un organismo analogo, mentre 59 denunce sono state trasmesse alla commissione per le petizioni del Parlamento europeo.

In taluni casi, il Mediatore può ritenere opportuno trasmettere la denuncia alla Commissione europea, a SOLVIT o a La tua Europa – Consulenza. SOLVIT è una rete creata dalla Commissione per assistere quei cittadini che incontrano difficoltà nel momento in cui provano a esercitare i loro diritti sul mercato interno dell'Unione. La tua Europa – Consulenza, invece, è un'altra rete disponibile in tutta l'UE che la Commissione ha voluto creare per offrire assistenza e consulenza ai cittadini su come vivere, lavorare e spostarsi nell'UE.

Nel 2011 il Mediatore ha deferito 147 denunce alla Commissione e 591 ad altre istituzioni e organismi, tra cui SOLVIT e La tua Europa – Consulenza, nonché a difensori civici specializzati o ad altri organismi preposti alla gestione delle denunce negli Stati membri. In oltre il 51% dei casi trattati nel 2011, il Mediatore ha fornito la propria consulenza al denunciante o deferito il caso.

Nel 2011 il Mediatore ha modificato le procedure seguite per renderle più vicine ai cittadini. Le modifiche apportate spiegano perché il numero di indagini avviate ha registrato un aumento rispetto al 2010 ed è occorso, in media, leggermente più tempo per completare le indagini. Per la stessa ragione, poi, il numero di casi chiusi come "risolti dall'istituzione" è diminuito rispetto al 2010, mentre è aumentato quello dei casi chiusi con la constatazione dell'assenza di "giustificazioni per ulteriori indagini".

Delle 698 denunce che rientravano nel mandato, 198 sono state considerate irricevibili, mentre per altre 118, considerate invece ricevibili, il Mediatore non ha ritenuto vi fossero gli estremi per aprire un'indagine.

La maggior parte delle indagini avviate dal Mediatore nel 2011 ha interessato la Commissione europea (58%). Poiché la Commissione è la principale istituzione dell'Unione europea le cui decisioni hanno conseguenze dirette sui cittadini, è normale che tale organismo sia il principale oggetto delle denunce da parte dei cittadini. Ad attestarsi in seconda posizione è stato, invece, con 42 casi (35 nel 2010), l'Ufficio europeo di selezione del personale (EPSO).

Il numero di indagini che il Mediatore ha aperto nei confronti del Parlamento europeo è diminuito di oltre la metà rispetto al 2010. Il numero di indagini avviate nei confronti del Consiglio dell'UE è invece aumentato di un terzo rispetto all'anno precedente, mentre il numero dei casi che hanno visto coinvolta la Corte di giustizia dell'UE è rimasto stabile. Altre trentacinque istituzioni, organismi e organi dell'UE sono stati oggetto di altre 101 indagini.

I principali tipi di presunta cattiva amministrazione oggetto delle indagini del Mediatore nel 2011 hanno riguardato la legalità (28%), le richieste di informazioni (16,2%), l'equità (13,6%), l'obbligo di indicare i motivi delle decisioni e l'indicazione delle possibilità di appello (8,1%), il termine ragionevole per l'adozione di decisioni (7,3%), le richieste di accesso del pubblico ai documenti (7,1%), l'assenza di discriminazione (6,8%) e la risposta alle lettere nella lingua del cittadino con indicazione del funzionario competente (5,8%).

Nel 2011 il Mediatore ha completato 318 indagini, di cui 310 avviate a partire da una denuncia e 8 di propria iniziativa. L'82% delle denunce sfociate in un'indagine è stato presentato da privati cittadini (253), mentre il restante 18% è stato presentato da imprese, associazioni e altri soggetti giuridici (57).

La maggior parte delle indagini che il Mediatore ha concluso nel 2011 (66%), è stata completata nell'arco di un anno, mentre oltre un terzo (36%) è stato completato entro tre mesi. Oltre l'80% delle indagini è stato completato entro diciotto mesi. La durata delle indagini è stata, in media, di dieci mesi (a fronte di nove mesi nel 2010).

Nel 2011 il Mediatore ha chiuso 64 casi senza ravvisare gli estremi di una cattiva amministrazione. Il fatto che non siano ravvisati gli estremi di una cattiva amministrazione non costituisce necessariamente un esito negativo per il denunciante, che può comunque contare su una spiegazione esaustiva da parte dell'istituzione interessata in merito al suo operato. Al denunciante è trasmessa anche l'analisi indipendente condotta dal Mediatore sul caso. Un tale esito prova, al contempo, che l'istituzione in questione ha operato conformemente ai principi di buona amministrazione.

Anche qualora non ritenga che il caso integri la fattispecie della cattiva amministrazione, oppure giunga alla conclusione che continuare l'indagine sia ingiustificato, il Mediatore può comunque formulare un'osservazione complementare se ritiene, in tal modo, di poter migliorare la qualità dell'amministrazione dell'istituzione. Le osservazioni complementari non sono da intendersi come una critica all'istituzione interessata, quanto piuttosto come un consiglio rivolto a tale istituzione per migliore una determinata pratica, e quindi la qualità del servizio che offre ai cittadini. Nel 2011 il Mediatore ha formulato osservazioni complementari in 39 casi.

Nello stesso anno, 84 casi si sono conclusi con l'istituzione interessata che ha risolto la questione o con una conciliazione amichevole. La collaborazione da parte delle istituzioni dell'Unione è fondamentale per pervenire a simili risultati, che rafforzano le relazioni tra le istituzioni e i cittadini e consentono di evitare controversie lunghe e dispendiose.

Se non è possibile giungere a una conciliazione amichevole, il Mediatore chiude il caso con una valutazione critica destinata all'istituzione interessata o elabora un progetto di raccomandazione. Solitamente, il Mediatore formula una valutazione critica quando a) non è più possibile per l'istituzione coinvolta eliminare i casi di cattiva amministrazione, b) la cattiva amministrazione pare non avere implicazioni generali e c) non sembra necessario un seguito da parte del Mediatore. Il Mediatore può anche esprimere una valutazione critica quando ritiene che un progetto di raccomandazione sarebbe inutile, nei casi in cui l'istituzione interessata non accetta un progetto di raccomandazione oppure quando non ritiene opportuno presentare una relazione speciale al Parlamento.

L'osservazione critica funge da conferma per il denunciante che la sua denuncia era giustificata e indica all'istituzione interessata cosa ha sbagliato, in modo che possa evitare che in futuro si ripetano casi simili di cattiva amministrazione.

Nei casi in cui è possibile per l'istituzione interessata eliminare un caso di cattiva amministrazione o nei casi in cui la cattiva amministrazione sia particolarmente grave o abbia implicazioni generali, il Mediatore elabora solitamente un progetto di raccomandazione per l'istituzione interessata. Ai sensi dell'articolo 3, paragrafo 6, dello statuto del Mediatore, l'istituzione è tenuta a inviare un parere circostanziato entro tre mesi.

Nel 2011 il Mediatore ha redatto 25 progetti di raccomandazione. Nel corso dell'anno, il Mediatore ha proceduto alla chiusura di 13 casi nel momento in cui l'istituzione interessata ha accettato, in tutto o in parte, un progetto di raccomandazione. Il Mediatore, inoltre, ha chiuso 8 casi con una valutazione critica.

Se un'istituzione non risponde in modo soddisfacente a un progetto di raccomandazione, il Mediatore può inviare una relazione speciale al Parlamento europeo. La relazione speciale può prevedere delle raccomandazioni. Tale relazione al Parlamento europeo costituisce l'ultimo passo che il Mediatore può compiere nel trattare un caso. Nel 2011 il Mediatore non ha presentato alcuna relazione speciale al Parlamento.

Nel 2011 le indagini hanno riguardato principalmente:

- apertura, accesso del pubblico e dati personali;

- la Commissione in quanto guardiana dei trattati;

- aggiudicazione degli appalti e delle sovvenzioni;

- esecuzione dei contratti;

- amministrazione e statuto dei funzionari;

- concorsi e procedure di selezione.

Il Mediatore europeo collabora strettamente con le sue controparti negli Stati membri. La collaborazione si esplica nel quadro della Rete europea dei difensori civici, che conta oltre 90 uffici in 32 paesi europei. La Rete riunisce i difensori civici nazionali e regionali e organismi analoghi degli Stati membri dell'Unione europea, dei paesi candidati all'adesione all'UE e di altri paesi dello Spazio economico europeo e/o dell'area Schengen, nonché il Mediatore europeo e la commissione per le petizioni del Parlamento europeo.

Ogni due anni, la Rete organizza dei seminari per i difensori civici nazionali e regionali. Il Mediatore europeo e il difensore civico danese hanno organizzato insieme l'ottavo seminario nazionale della Rete dal titolo "Legge, politica e difensori civici nell'era di Lisbona", tenutosi a Copenaghen dal 20 al 22 ottobre 2011. La commissione per le petizioni è stata rappresentata per l'occasione dall'on. Margrete Auken (Verdi/ALE).

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

19.9.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

19

0

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Sonia Alfano, Margrete Auken, Elena Băsescu, Victor Boştinaru, Michael Cashman, Ágnes Hankiss, Roger Helmer, Peter Jahr, Lena Kolarska-Bobińska, Miguel Angel Martínez Martínez, Erminia Mazzoni, Judith A. Merkies, Chrysoula Paliadeli, Nikolaos Salavrakos, Jarosław Leszek Wałęsa, Rainer Wieland

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Agustín Díaz de Mera García Consuegra, Phil Prendergast, Angelika Werthmann

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Elisabeth Köstinger