RELAZIONE Una strategia di libertà digitale nella politica estera dell'UE

15.11.2012 - (2012/2094(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Marietje Schaake

Procedura : 2012/2094(INI)
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A7-0374/2012
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A7-0374/2012
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

su una strategia di libertà digitale nella politica estera dell'UE

(2012/2094(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la risoluzione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite del 5 luglio 2012 dal titolo "The promotion, protection and enjoyment of human rights on the Internet", (Promozione, protezione e godimento dei diritti umani su Internet), che riconosce l'importanza della protezione dei diritti umani e della libera circolazione delle informazioni on-line[1],

–   viste le relazioni del relatore speciale delle Nazioni Unite, Frank La Rue, del 16 maggio 2011 (A/HRC/17/27) e del 10 agosto 2011 (A/66/290), sulla promozione e salvaguardia del diritto alla libertà di opinione ed espressione, che sottolineano l'applicabilità delle norme e dei principi internazionali in materia di diritti umani riguardanti il diritto alla libertà di opinione ed espressione su Internet, visto come mezzo di comunicazione,

–   vista la risoluzione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite del 28 marzo 2008 (7/36) che istituisce il mandato del relatore speciale sulla promozione e la salvaguardia della libertà di opinione e di espressione,

–   vista la relazione delle Nazioni Unite del 16 giugno 2011 dal titolo "Principi guida su imprese e diritti umani: Attuare il quadro "Proteggere, rispettare e riparare" dell'ONU" (che riflette il lavoro del rappresentante speciale delle Nazioni Unite John Ruggie),

–   vista la risoluzione adottata dal consiglio direttivo dell'Unione interparlamentare il 19 ottobre 2011[2],

–   visto il quadro strategico sui diritti umani e la democrazia, adottato dal Consiglio il 25 giugno 2012[3],

–   vista la sua raccomandazione al Consiglio del 13 giugno 2012 relativa al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani[4],

–   vista la sua risoluzione del 12 giugno 2012 dal titolo "Protezione delle infrastrutture critiche informatizzate – realizzazioni e prossime tappe: verso una sicurezza informatica mondiale"[5],

–   vista la sua risoluzione del 20 aprile 2012 dal titolo "L'eGovernment come elemento trainante di un mercato unico digitale competitivo"[6],

–   vista la sua risoluzione del 18 aprile 2012 sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo e la politica dell'Unione europea in materia, comprese le conseguenze per la politica strategica dell'UE in materia di diritti umani[7],

–   vista la sua risoluzione del 16 febbraio 2012 sull'accesso delle persone non vedenti ai libri e ad altri prodotti a stampa[8],

–   visto il bilancio generale 2012 del 29 febbraio 2012, in particolare l'invito a creare un "Fondo per la libertà di Internet a livello globale"[9],

–   vista la comunicazione del 12 dicembre 2011 del Commissario per l'Agenda digitale sulla strategia di non disconnessione ("No Disconnect"),

–   vista la comunicazione congiunta dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione europea al Parlamento europeo e al Consiglio del 12 dicembre 2011 dal titolo "Diritti umani e democrazia al centro dell'azione esterna dell'Unione europea – Verso un approccio più efficace" (COM(2011)0886),

–   vista la sua risoluzione del 17 novembre 2011 sull'apertura e neutralità della rete Internet in Europa[10],

–   vista la comunicazione della Commissione del 25 ottobre 2011 dal titolo "Una strategia rinnovata dell'UE per il periodo 2011–2014 in materia di responsabilità sociale delle imprese" (COM(2011)0681),

–   visti i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani,

–   vista la sua risoluzione del 25 luglio 2011 su una strategia efficace per le materie prime in Europa[11],

–   vista la sua risoluzione, del 7 luglio 2011, sulle politiche esterne dell'UE a favore della democratizzazione[12],

–   vista la comunicazione congiunta dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione del 25 maggio 2011 dal titolo "Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento" (COM(2011)0303),

–   vista la sua risoluzione del 12 maggio 2011 sulle dimensioni culturali delle azioni esterne dell'UE[13],

–   vista la sua risoluzione del 25 novembre 2010 sulla responsabilità sociale delle imprese negli accordi commerciali internazionali[14],

–   vista la sua risoluzione del 15 giugno 2010 dal titolo "Governance di Internet: le prossime tappe"[15],

–   vista la sua risoluzione del 15 giugno 2010 sull'Internet degli oggetti[16],

–   vista la sua risoluzione del 14 febbraio 2006 sulla clausola relativa ai diritti umani e alla democrazia negli accordi dell'Unione europea[17],

–   viste le sue risoluzioni su casi urgenti di violazione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto, in cui si sollevano preoccupazioni relative alle libertà digitali,

–   vista la sua risoluzione legislativa del 27 settembre 2011 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1334/2000 del Consiglio che istituisce un regime comunitario di controllo delle esportazioni di prodotti e tecnologie a duplice uso[18],

–   visto il regolamento (UE) n. 36/2012 del Consiglio, del 18 gennaio 2012, concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Siria e che abroga il regolamento (UE) n. 442/2011 e che introduce restrizioni alle esportazioni delle TIC e degli strumenti di controllo[19],

–   visto il regolamento (UE) n. 264/2012 del Consiglio, del 23 marzo 2012, che modifica il regolamento (UE) n. 359/2011 concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone, entità e organismi in considerazione della situazione in Iran e che introduce restrizioni alle esportazioni delle TIC e degli strumenti di controllo[20],

–   visti gli articoli 3 e 21 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–   visto l'articolo 207 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–   visti gli orientamenti dell'Unione europea in materia di diritti dell'uomo,

–   vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e tutti gli strumenti internazionali pertinenti sui diritti umani, compreso il Patto internazionale sui diritti civili e politici e il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali,

–   vista la convenzione delle Nazioni Unite del 17 aprile 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale[21],

–   vista la Carta delle Nazioni Unite,

–   vista la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e i negoziati in corso per l'adesione dell'Unione europea alla Convenzione,

–   vista la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea,

–   visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per il commercio internazionale (A7-0374/2012),

A. considerando che gli sviluppi tecnologici consentono ai soggetti in tutto il mondo di utilizzare nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) e di collegarsi a Internet, promuovendo in tal modo cambiamenti rivoluzionari nelle società, il funzionamento di democrazia, governance, economia, aziende, mezzi di comunicazione, sviluppo e commercio;

B.  considerando che Internet è un elemento fondamentale per garantire l'accesso alle informazioni, la libertà di espressione, di stampa, di riunione e lo sviluppo economico, sociale, politico e culturale;

C.  considerando che esiste un consenso globale, che si riflette nel diritto internazionale, sul fatto che le restrizioni ai diritti fondamentali devono essere previste ex lege;

D. considerando che l'UE deve tutelare e promuovere i diritti umani, sia offline che online;

E.  considerando che garantire l'inclusione, promuovere le competenze informatiche e colmare il divario digitale sono elementi cruciali per gestire al meglio il crescente potenziale di Internet e delle TIC;

F.  considerando che le TIC, pur essendo strumenti fondamentali nell'organizzazione di movimenti e proteste sociali in diversi paesi, specialmente con riferimento alla Primavera araba, sono impiegate anche come strumenti di repressione attraverso la censura (di massa), la sorveglianza e il rilevamento e la localizzazione di informazioni e individui;

G. considerando che le TIC possono anche rivelarsi uno strumento utile alle organizzazioni terroristiche per la preparazione e l'esecuzione dei loro attacchi;

H. considerando che il contesto in cui sono impiegate le tecnologie determina, in gran misura, l'impatto che esse possono avere come promotrici di sviluppi positivi o, al contrario, di repressione;

I.   considerando che tali cambiamenti creano nuovi contesti, che richiedono di adeguare l'applicazione del diritto vigente sulla base di una strategia intesa a integrare Internet e le TIC in tutte le azioni esterne dell'UE;

J.   considerando che Internet si è ampliata e sviluppata organicamente come piattaforma di enorme valore pubblico; che, tuttavia, l'uso improprio di nuove opportunità e di nuovi strumenti messi a disposizione da Internet determina anche nuovi rischi e pericoli;

K.  considerando che Internet è anche divenuto un fattore di sviluppo del commercio internazionale che necessita di vigilanza continua, con particolare riferimento alla protezione dei consumatori;

L.  considerando che le restrizioni devono essere ammissibili solo nei casi in cui l'uso di Internet sia destinato ad attività illecite, quali l'incitamento all'odio, alla violenza e agli atteggiamenti razzisti, la propaganda totalitaria, l'accesso dei bambini alla pornografia o il loro sfruttamento sessuale;

M. considerando che la natura globale e senza confini di Internet richiede nuove forme di cooperazione e governance internazionale con molteplici parti interessate;

N.  considerando che l'articolo 21 del trattato sull'Unione europea sottolinea che "l'Unione assicura la coerenza tra i vari settori dell'azione esterna e tra questi e le altre politiche. Il Consiglio e la Commissione, assistiti dall'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, garantiscono tale coerenza e cooperano a questo fine";

O. considerando che la neutralità della rete rappresenta un principio essenziale per l'Internet aperta, garantendo la concorrenza e la trasparenza;

P.  considerando che la sicurezza digitale e la libertà digitale sono entrambe essenziali e non possono sostituirsi l'una con l'altra;

Q. considerando che l'UE può fungere da esempio relativamente alle libertà digitali solo se esse sono tutelate al suo interno;

Diritti umani e sviluppo

1.   riconosce che l'accesso privo di censure a Internet, cellulari e TIC ha influenzato i diritti umani e le libertà fondamentali, esercitando un effetto positivo, ampliando la portata della libertà di espressione, l'accesso all'informazione, il diritto alla riservatezza e la libertà di riunione in tutto il mondo;

2.   riconosce l'enorme potenziale creativo e catalizzante all'Internet aperta e delle TIC per la creazione di comunità, la società civile, lo sviluppo economico, sociale, scientifico, culturale e politico a livello mondiale, contribuendo in tal modo al progresso dell'umanità nel suo complesso; è tuttavia consapevole dei nuovi rischi e pericoli in materia di diritti umani derivanti da un uso improprio delle TIC;

3.  riconosce che Internet e i mezzi di comunicazione sociale consentono ai governi di praticare la diplomazia diretta e favoriscono l'intensificarsi dei contatti interpersonali in tutto il mondo; sottolinea che i dibattiti aperti sulle idee possono contribuire a confutare l'estremismo e a migliorare l'impegno e la comprensione interculturali;

4.  è del parere che la cultura agevoli l'accesso e i contatti laddove le relazioni politiche sono interrotte o tese; riconosce che la libertà e la cultura sono strettamente interconnesse e che la diplomazia culturale digitale è di interesse strategico per l'UE;

5.  riconosce il ruolo della libertà artistica e della libertà di imitazione e di riutilizzo quali pietre angolari per la creatività e la libertà di espressione e di pensiero; è consapevole della presenza significativa di eccezioni e di limitazioni nell'ecosistema del diritto d'autore, soprattutto nell'ambito di giornalismo, citazioni, satira, archivi, biblioteche e in relazione alla garanzia di accesso e fruibilità del patrimonio culturale;

6.  invita la Commissione a rivolgere la giusta attenzione al fatto che esistono paesi in cui vige la repressione e il controllo di cittadini, organizzazioni della società civile e attivisti mentre, in alcuni paesi, le attività commerciali presuppongono una componente tecnologica crescente in termini di blocco dei contenuti e il controllo e l'identificazione dei diritti umani, dei giornalisti, degli attivisti e dei dissidenti; invita inoltre la Commissione a reagire alla criminalizzazione dell'espressione legittima online e all'adozione di una normativa restrittiva che giustifichi tali misure; ribadisce pertanto che tali pratiche sono contrarie ai criteri di Copenaghen;

7.  sottolinea che il riconoscimento e l'attuazione dei principi della responsabilità sociale delle imprese da parte di fornitori di servizi Internet , sviluppatori di software, produttori di hardware, servizi/media di reti sociali, ecc. sono necessari per garantire la libertà d'azione e la sicurezza dei difensori dei diritti umani nonché la libertà di espressione;

8.  sottolinea che la promozione e la salvaguardia delle libertà digitali devono essere integrate e riviste su base annuale in modo da garantire responsabilità e continuità, in tutte le azioni esterne, politiche e strumenti di finanziamento e di aiuto dell'UE sotto la guida dell'alto rappresentante e del SEAE; esorta ad adottare un approccio proattivo a tal riguardo e ad adottare misure che garantiscano una cooperazione e un coordinamento orizzontali tra le istituzioni e le agenzie pertinenti dell'UE e in seno alle stesse;

9.  approva la valutazione della Commissione secondo la quale l'accesso sicuro a Internet fa parte dei criteri di Copenaghen e che le limitazioni alla libertà di espressione, anche su Internet, devono essere giustificate da un bisogno sociale imperativo e, in particolare, essere proporzionate al fine legittimo perseguito;

10. è consapevole delle preoccupazioni in materia di tutela e promozione dei diritti umani e delle libertà online che esistono in tutti i paesi, pur riconoscendo le fondamentali distinzioni che influiscono sul contesto di utilizzo delle TIC, come ad esempio l'esistenza dello Stato di diritto e del diritto al ricorso;

11. invita la Commissione a garantire coerenza tra le azioni esterne dell'UE e le sue strategie quando si tratta di giustificare restrizioni ai diritti fondamentali strettamente necessarie e proporzionate, e in particolare laddove si accolgano i principi fondamentali del diritto internazionale, come ad esempio il fatto che le restrizioni devono essere fondate sul diritto e non introdotte ad hoc dall'industria;

12. esorta il rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani a inserire le libertà digitali e la strategia "No Disconnect" tra le sue principali priorità;

13. sottolinea che per garantire politiche dell'UE di sviluppo e dei diritti umani efficaci è necessario integrare le TIC e colmare il divario digitale, fornendo le infrastrutture tecnologiche di base, facilitando l'accesso alle conoscenze e alle informazioni e promuovendo l'alfabetizzazione digitale in tutto il mondo;

14. ritiene che le TIC consentano la trasparenza e buona governance, alfabetizzazione, istruzione, assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, controllo efficace delle elezioni e soccorso in caso di calamità, in special modo nelle zone isolate o nelle società in via di sviluppo;

15. sottolinea che le politiche dell'UE in materia di sviluppo e diritti umani dovrebbero comprendere programmi di aiuto intesi a promuovere le libertà digitali, soprattutto nelle società dei paesi non democratici, come pure nei paesi che attraversano transizioni post-belliche o politiche; ritiene che gli esperti dell'UE in materia di regolamentazione siano interlocutori essenziali al fine di formare le controparti e inserire i diritti e principi di base all'interno di una nuova regolamentazione e normativa (in materia di mezzi di comunicazione) nei paesi terzi; sottolinea che gli aiuti sotto forma di creazione di infrastrutture TIC dovrebbero essere subordinati alla realizzazione e al mantenimento di un accesso privo di censure a Internet e alle informazioni online, e più in generale alla libertà digitale;

16. richiama l'attenzione sull'importanza di sviluppare le TIC nelle zone di conflitto onde promuovere le attività di costruzione della pace a livello della società civile, allo scopo di offrire comunicazioni sicure tra le parti coinvolte nella risoluzione pacifica dei conflitti e in tal modo superare attivamente gli ostacoli fisici e i rischi inerenti ai contatti bilaterali per i singoli e le organizzazioni di tali zone;

17. auspica che le moderne tecnologie della comunicazione, e in particolare i mezzi di comunicazione sociale, mediante un opportuno utilizzo, possano servire a rafforzare e affermare la democrazia diretta tra i cittadini dei paesi dell'UE e dei paesi terzi attraverso la creazione di piattaforme sociali per legiferare;

18. sottolinea che la raccolta e la diffusione digitali di prove relative alle violazioni dei diritti umani possono contribuire alla lotta globale contro l'impunità; ritiene che tale materiale debba risultare ammissibile ai sensi del diritto (penale) internazionale quale materiale probatorio nei procedimenti giudiziari;

19. sottolinea la necessità di garantire che i materiali contenenti terre rare impiegati nella produzione delle TIC siano ottenuti in condizioni di rispetto dei diritti umani, lavorativi e ambientali e non siano soggetti a pratiche monopolistiche o a limitazioni dell'accesso commerciale per motivi meramente politici; è convinto che un approccio multilaterale inteso a garantire che l'accesso alle terre rare avvenga in condizioni umane sia un presupposto indispensabile per il raggiungimento di tali obiettivi;

Commercio

20. riconosce che Internet è diventato una parte dello spazio pubblico in cui si realizzano nuove forme di scambio transfrontaliero e sviluppi innovativi del mercato nonché scambi sociali e culturali; è convinto che le libertà digitali e lo scambio transfrontaliero debbano andare di pari passo al fine di creare e ottimizzare le opportunità commerciali a favore delle imprese europee nell'economia digitale globale;

21. è preoccupato per il fatto che alcuni cittadini sentono sempre più spesso l'espressione diritti d'autore e odiano ciò che essa sottintende; riconosce l'importante ruolo svolto dalla politica di commercio estero nello sviluppo dei meccanismi per il rispetto dei diritti d'autore;

22. deplora il fatto che le tecnologie e i servizi prodotti all'interno dell'UE siano talvolta utilizzati nei paesi terzi per violare i diritti umani attraverso la censura delle informazioni, sorveglianza di massa, controllo, rilevamento e localizzazione dei cittadini e delle loro attività sulle reti telefoniche (mobili) e su Internet; esorta la Commissione ad adottare tutti i provvedimenti necessari per interrompere tale commercio di armi digitali;

23. chiede un divieto di esportazione di tecnologie e servizi di repressione nei regimi autoritari; ritiene che tale divieto debba costituire un precedente per misure restrittive strutturali; ritiene, tuttavia, prudente precisare che divieti di questo tipo devono essere emessi caso per caso, tenendo conto delle particolari situazioni delle aree di conflitto o dei regimi autoritari;

24. reputa che determinati prodotti e servizi che utilizzano tecnologie di interferenza, sorveglianza, controllo e intercettazione mirati siano prodotti per un unico uso e chiede, pertanto, di istituire un elenco, da aggiornarsi regolarmente, dei paesi che violano la libertà di espressione nel contesto dei diritti umani e verso i quali sarebbe opportuno vietare l'esportazione dei suddetti articoli monouso;

25. sottolinea la necessità di applicare e controllare le sanzioni dell'UE relative alle tecnologie a livello dell'Unione al fine di garantire che gli Stati membri si conformino ugualmente e che sia tutelata la parità di condizioni;

26. sottolinea che la Commissione deve essere in grado di fornire alle aziende che sono in dubbio se richiedere o meno una licenza di esportazione, informazioni in tempo reale in merito alla legittimità o agli effetti potenzialmente nocivi degli accordi commerciali; ciò deve anche applicarsi alle aziende dell'UE o con sede nell'Unione che stabiliscono relazioni contrattuali con i governi di paesi terzi, sia per ottenere licenze operative o negoziare clausole di standstill o accettare la partecipazione pubblica nelle loro operazioni aziendali o l'impiego pubblico di reti e servizi;

27. sottolinea l'importanza di proteggere i diritti dei consumatori nell'ambito degli accordi internazionali in materia di TIC;

28. esorta la Commissione a presentare, al più tardi entro il 2013, proposte che richiedano una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle imprese con sede nell'UE come pure la diffusione di strategie in materia di valutazione d'impatto sui diritti umani onde migliorare il controllo sulle esportazioni di TIC, prodotti e servizi intesi al blocco dei siti web, alla sorveglianza di massa, alla localizzazione e al controllo dei singoli, all'irruzione nelle conversazioni private (e-mail) o al filtraggio dei risultati di ricerca;

29. chiede alla Commissione di presentare proposte per creare un quadro giuridico dell'UE che obblighi le aziende che partecipano ad appalti pubblici negli Stati membri a condurre valutazioni di impatto dei diritti umani sulle TIC pertinenti, iniziando dalla fase di R&S, e a garantire la non complicità in eventuali violazioni dei diritti umani in paesi terzi;

30. ritiene che le imprese debbano elaborare e attuare pratiche commerciali atte a monitorare i possibili effetti dei nuovi prodotti TIC sui diritti umani, anche nella fase di ricerca e sviluppo, e a garantire la non complicità in possibili violazioni dei diritti umani nei paesi terzi; invita la Commissione a fornire alle imprese dell'UE una vasta gamma di informazioni in modo che possano garantire il giusto equilibrio tra gli interessi commerciali e la responsabilità sociale delle imprese;

31. deplora, a tale riguardo, il coinvolgimento attivo delle imprese europee e delle aziende internazionali che operano nell'UE in paesi in cui sono poste in atto politiche governative di repressione nei confronti degli attivisti dei diritti umani e dei dissidenti politici, con riferimento ai diritti digitali, all'accesso a Internet e alle TIC; sollecita la Commissione a escludere le imprese impegnate in tali attività dalle procedure di appalto e dai bandi di gara dell'UE;

32. invita la Commissione a fornire alle aziende dell'UE una vasta quantità di informazioni e linee guida, sulla base dei principi delle Nazioni Unite di Ruggie, in modo da garantire il rispetto tanto degli interessi aziendali quanto della responsabilità sociale delle imprese;

33. sottolinea la necessità di prendere in considerazione l'effetto della definizione di standard tecnologici per le TIC e prodotti e servizi nel settore delle telecomunicazioni nell'UE, qualora tali beni e servizi siano esportati in paesi terzi in cui concetti come l'intercettazione legale hanno diverse implicazioni, ad esempio dove non esiste lo Stato di diritto;

34. riconosce che Internet si è trasformata in luogo pubblico nonché mercato, per il quale la libera circolazione di informazioni e l'accesso alle TIC sono indispensabili; ritiene, pertanto, che occorra promuovere e al contempo proteggere le libertà digitali e il libero scambio, al fine di incentivare e sostenere il libero scambio di idee, nonché maggiori opportunità commerciali per i cittadini dell'UE in un'economia globale sempre più digitale;

35. chiede l'inserimento di clausole di condizionalità negli accordi di libero scambio dell'UE , stipulando misure di salvaguardia trasparenti, preservando l'accesso a Internet senza restrizioni e garantendo la libera circolazione delle informazioni;

36. invita la Commissione e il Consiglio a garantire che i mandati per i negoziati commerciali multilaterali e bilaterali, nonché lo svolgimento dei negoziati stessi, possano efficacemente contribuire al conseguimento di importanti obiettivi dell'UE, in particolare la promozione dei suoi valori democratici e dello Stato di diritto, il completamento di un vero mercato unico digitale e il rispetto della politica in materia di cooperazione allo sviluppo;

37. invita l'UE a prestare supporto politico alle società europee che nei paesi terzi si vedono costrette a rimuovere contenuti creati dagli utenti o fornire informazioni personali secondo modalità che violano i diritti fondamentali e limitano la libertà di svolgere attività commerciali;

38. invita l'Unione europea a contestare e ridurre al minimo l'impatto extraterritoriale della legislazione di paesi terzi su cittadini e aziende dell'UE online;

39. rileva che il commercio elettronico si è sviluppato al di fuori dei tradizionali quadri di regolamentazione del commercio; sottolinea l'importanza di una maggiore cooperazione internazionale nell'ambito dell'OMC e dell'OMPI onde proteggere e garantire lo sviluppo del mercato digitale globale; chiede di rivedere e aggiornare l'attuale accordo sulle tecnologie dell'informazione (ITA) in sede di OMC e invita l'UE a valutare la possibilità di un accordo internazionale per l'economia digitale (IDEA);

40. invita la Commissione, nei futuri accordi commerciali, a non affidare agli operatori economici l'applicazione e l'esercizio dei diritti d'autore e a garantire inoltre che le azioni che interferiscono con la libertà di esercitare il diritto a Internet possano avere luogo solo nel rispetto dei principi dello Stato di diritto e previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria;

41. ritiene che le restrizioni di accesso per le aziende e i consumatori online dell'UE ai mercati (digitali) attraverso la censura di massa in paesi terzi costituiscano misure protezionistiche e barriere commerciali; invita la Commissione a presentare una strategia volta a contrastare le misure dei paesi terzi che limitano l'accesso delle aziende dell'UE ai loro mercati online;

42. invita l'UE a battersi per garantire che la regolamentazione di Internet e delle TIC sia mantenuta a un livello congruo e adeguato e sia messa in atto soltanto qualora l'UE lo ritenga necessario;

43. chiede l'inserimento di tecnologie di repressione mirate nell'Intesa di Wassenaar;

44. invita il Consiglio, la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna a prestare supporto politico alle società dell'UE che nei paesi terzi si vedono costrette a rimuovere contenuti creati dagli utenti, limitare la libertà di prestare servizi o di fornire informazioni personali secondo modalità che violano i diritti fondamentali; evidenzia che le imprese digitali spesso operano senza confini e che la normativa dei paesi terzi può incidere negativamente su utenti e consumatori europei; chiede pertanto al Consiglio e alla Commissione di provvedere affinché sia ridotto al minimo l'impatto della legislazione dei paesi terzi sulle persone fisiche e giuridiche che operano nell'UE;

45. osserva che il crescente coinvolgimento degli Stati e la maggiore regolamentazione di Internet compromettono la sua natura aperta e senza restrizioni, limitando in tal modo il potenziale di crescita del commercio elettronico e l'attività delle imprese dell'UE che operano nell'economia digitale; ritiene che un approccio multilaterale rappresenti il modo migliore per garantire l'equilibrio tra gli interessi pubblici e quelli privati in Internet e sul mercato globale; chiede uno sforzo a livello internazionale per costruire le infrastrutture necessarie a consentire l'espansione dell'economia digitale, compresi i regimi normativi liberali, e invita i paesi in via di sviluppo ad aumentare i vantaggi reciproci conformemente al principio del "commercio per il cambiamento";

46. ritiene che la limitazione dell'accesso delle imprese dell'UE ai mercati digitali e ai consumatori online mediante, tra l'altro, un'imponente censura di Stato o la limitazione dell'accesso al mercato per i fornitori europei di servizi online nei paesi terzi costituiscano un ostacolo agli scambi; invita la Commissione e il Consiglio a includere un meccanismo di salvaguardia in tutti i futuri accordi commerciali, specialmente in quelli contenenti disposizioni su servizi online e comunità di utenti online che condividono informazioni, onde garantire che le società dell'UE nel settore delle TIC non siano costrette da terzi a limitare l'accesso ai siti web, rimuovere contenuti creati dagli utenti o fornire informazioni personali, quali indirizzi IP personali, secondo modalità che sono in contrasto con i diritti e le libertà fondamentali; invita, inoltre, il Consiglio e la Commissione a sviluppare una strategia per contrastare le misure dei paesi terzi che limitano l'accesso delle società dell'UE ai mercati globali online;

47. esorta la Commissione a presentare un nuovo progetto di quadro normativo sull'esportazione di prodotti a duplice uso, riguardante le esportazioni di prodotti e servizi TIC potenzialmente dannosi nei paesi terzi e che attribuisca alla Commissione un ruolo di coordinamento e controllo;

Governance di Internet

48. ritiene che un processo decisionale trasparente e collaborativo sia fondamentale per garantire il rispetto della natura aperta e partecipativa di Internet; ritiene che qualsiasi dibattito sulle regolamentazioni relative ad Internet debba essere aperto e coinvolgere tutti i soggetti interessati, in particolare coloro che sono specializzati nella protezione dei diritti fondamentali, come pure gli utenti regolari di Internet; è del parere che l'UE debba svolgere un ruolo guida nell'elaborazione di regole di base in materia di libertà digitale e di norme di comportamento nel ciberspazio, compresi meccanismi di risoluzione delle controversie, e tenendo conto dei conflitti giurisdizionali;

49. osserva che, attualmente, la struttura di Internet è relativamente non regolamentata e che governata attraverso un approccio multilaterale; sottolinea la necessità per l'UE di garantire che il modello multilaterale sia inclusivo e che le piccole imprese e gli attori e utenti della società civile non siano dominati da alcune grandi imprese e attori governativi;

50. ritiene che la cooperazione tra i governi e gli attori privati sulle questioni relative alle TIC non debba basarsi sull'imposizione di obblighi diretti e indiretti ai fornitori di servizi Internet intesi all'adozione di incarichi di applicazione della legge tramite la sorveglianza e la regolamentazione di Internet;

51. sottolinea l'importanza di una strategia generale dell'UE per la governance di Internet, e anche per questioni relative alla regolamentazione delle telecomunicazioni, ricordando che il settore è gestito a livello internazionale attraverso l'Unione internazionale delle telecomunicazioni, in cui ogni Stato membro dell'UE dispone di un voto;

52. è preoccupato per le proposte da parte di coalizioni di governi e aziende che cercano di introdurre una sorveglianza regolamentare e un maggiore controllo privato e governativo su Internet e sulle operazioni di telecomunicazione;

53. invita l'UE a far fronte e a opporsi all'impatto extraterritoriale delle legislazioni dei paesi terzi, in particolare delle norme in materia di diritti di proprietà intellettuale degli Stati Uniti, su cittadini, consumatori e imprese dell'UE; in tale contesto invita la Commissione a presentare tempestivamente la propria strategia per il cloud computing a livello dell'UE, come evidenziata nell'agenda digitale europea;

54. rammenta che Internet, la connessione e l'immagazzinamento di dati e le TIC sono componenti essenziali dell'infrastruttura critica dell'UE;

55. si rammarica per la pressione in seno all'UE a favore di maggiori poteri per bloccare i siti web, dato che questa dovrebbe sempre essere una misura da adottare come ultima ratio;

56. sostiene fermamente il principio della neutralità della rete, ossia che i fornitori di servizi Internet non pongano in essere blocchi, discriminazioni, limitazioni o degradazioni, anche tramite le tariffe, a danno della capacità di ciascun individuo di utilizzare un servizio per accedere a contenuti, applicazioni o servizi di sua scelta nonché di utilizzare, inviare, pubblicare, ricevere o mettere a disposizione gli stessi, indipendentemente dalla fonte o dalla destinazione;

57. ritiene necessaria una maggiore cooperazione a livello globale al fine di preservare e modernizzare i diritti di proprietà intellettuale in futuro, dal momento che ciò è essenziale per garantire l'innovazione, l'occupazione e un commercio mondiale aperto;

58. invita gli Stati membri e la Commissione a elaborare una politica in materia di diritti di proprietà intellettuale, affinché coloro che desiderino creare i propri contenuti e condividerli senza l'acquisizione di tali diritti possano continuare a farlo;

59. invita la Commissione a proporre un nuovo quadro normativo per il commercio transfrontaliero online, una valutazione e una revisione della direttiva 2001/29/CE sulla società dell'informazione per garantire prevedibilità e flessibilità nell'ambito del regime sul diritto d'autore dell'UE, e una revisione della direttiva sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale (IPRED), che bilancerebbe la necessità di pertinente riforma e tutela del diritto d'autore con la necessità di tutelare i diritti fondamentali online preservando l'Internet aperta e costituirebbe la base per disposizioni e impegni in materia di DPI nei prossimi accordi di libero scambio;

Una strategia di libertà digitale

60. riconosce che i diritti umani devono essere tutelati anche online, ed è convinto che, per portare avanti tali sforzi, le TIC debbano essere integrate in tutti i programmi dell'UE, in special modo nella politica europea di vicinato e nei partenariati strategici;

61. chiede il riconoscimento da parte dell'UE delle libertà digitali come diritti fondamentali e prerequisiti indispensabili per il godimento dei diritti umani universali, quali la privacy, la libertà di espressione, riunione e accesso alle informazioni e per garantire la trasparenza e responsabilità nella vita pubblica;

62. invita la Commissione e il Consiglio a sostenere, formare e dare maggiore potere ai difensori dei diritti umani, attivisti della società civile e giornalisti indipendenti che utilizzano le TIC nell'ambito delle loro attività e a ribadire i relativi diritti fondamentali di privacy, libertà di espressione, riunione e associazione online;

63. chiede agli Stati membri di non utilizzare l'eccezione di ordine pubblico come misura restrittiva per limitare i diritti fondamentali di riunione e di manifestazione delle organizzazioni della società civile e ricorda che qualsiasi eccezione di tale genere deve essere motivata e proporzionata;

64. chiede il sostegno politico e diplomatico per le libertà digitali nei paesi beneficiari degli aiuti dell'UE, oltre ai programmi di assistenza;

65. ritiene che si debba tenere pienamente conto delle restrizioni delle libertà digitali nelle relazioni dell'UE con i paesi terzi, mentre a coloro che ricevono assistenza e aiuti dell'UE, diversi dai paesi che si trovano nella fase acuta di un conflitto, colpiti da catastrofi, o in situazioni di post conflitto e post catastrofe, debba essere chiesto di utilizzare le TIC secondo modalità atte a migliorare la trasparenza e responsabilità;

66.esorta il Consiglio e la Commissione a inserire, nei negoziati di adesione e nei negoziati sugli accordi quadro con i paesi terzi, dialoghi sui diritti umani, negoziati commerciali e tutte le forme di contatto relative ai diritti umani, clausole di condizionalità che stabiliscano la necessità di garantire e rispettare l'accesso senza restrizioni a Internet e le libertà digitali;

67. invita la Commissione e il Consiglio a promuovere e tutelare elevati standard di libertà digitale nell'UE, in particolare codificando il principio di neutralità della rete mediante una normativa adeguata, in modo da rafforzare la credibilità dell'Unione in termini di promozione e difesa delle libertà digitali nel mondo;

68. ritiene che la sinergia delle politiche commerciali, estere e di sicurezza dell'UE e l'allineamento dei suoi valori e interessi siano indispensabili se l'Unione intende dispiegare pienamente la propria potenza economica e agire come attore globale nella difesa delle libertà digitali;

69. ritiene che il coordinamento e le iniziative diplomatiche congiunte con gli altri paesi OCSE nella fase di elaborazione e attuazione di una strategia di libertà digitale siano essenziali per un'azione efficace e rapida;

70. invita la Commissione e il Consiglio ad adottare quanto prima una strategia di libertà digitale nella politica estera dell'UE;

71. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione e al SEAE.

  • [1]  http://www.ohchr.org/EN/HRBodies/HRC/RegularSessions/Session20/Pages/ResDecStat.aspx
  • [2]  Risoluzione approvata all'unanimità dal Consiglio direttivo dell'Unione interparlamentare in occasione della sua 189a sessione (Berna, 19 ottobre 2011) -http://www.ipu.org/english/issues/hrdocs/189/is01.htm
  • [3]  http://eeas.europa.eu/delegations/un_geneva/press_corner/focus/events/2012/20120625_en.htm
  • [4]  Testi approvati, P7_TA(2012)0250.
  • [5]  Testi approvati, P7_TA(2012)0237.
  • [6]  Testi approvati, P7_TA(2012)0140.
  • [7]  Testi approvati, P7_TA(2012)0126.
  • [8]  Testi approvati, P7_TA(2012)0059.
  • [9]  GU L 56 del 29.2.2012, pag. 1.
  • [10]  Testi approvati, P7_TA(2011)0511.
  • [11]  Testi approvati, P7_TA(2011)0364.
  • [12]  Testi approvati, P7_TA(2011)0334.
  • [13]  Testi approvati, P7_TA(2011)0239.
  • [14]  GU C 99E del 3.4.2012, pagg. 101-111.
  • [15]  GU C 236E del 12.8.2011, pagg. 33-40.
  • [16]  GU C 236E del 12.8.2011, pagg. 24-32.
  • [17]  GU C 290E del 29.11.2006, pagg. 107–113.
  • [18]  Testi approvati, P7_TA(2011)0406.
  • [19]  GU L 16 del 19.01.12, pag. 1.
  • [20]  GU L 86 del 24.03.12, pag. 26.
  • [21]  http://unesdoc.unesco.org/images/0013/001325/132540e.pdf

MOTIVAZIONE

Libertà digitale nelle azioni esterne dell'UE

Internet e le nuove tecnologie svolgono un ruolo esponenzialmente importante nelle vite degli europei e dei cittadini di tutto il mondo. A livello mondiale, le tecnologie stanno cambiando le società, il funzionamento delle nostre democrazie, economie, aziende, dei mezzi di comunicazione, delle strategie di sviluppo, preoccupazioni in materia di sicurezza e difesa e questioni relative ai diritti umani. I monopoli di informazioni e potere, per lungo tempo incontestati, ne escono turbati.

Diversi Stati membri dell'UE hanno identificato l'accesso a Internet come diritto fondamentale e la Commissione europea concorda sul fatto che le libertà digitali facciano parte dei criteri di Copenhagen. In un mondo globalmente connesso, l'UE deve disporre di una strategia per gestire le nuove tecnologie nelle sue azioni esterne. Esistono diverse aree nel mondo digitale in cui è fondamentale che l'UE agisca come attore globale dispiegando il proprio potere economico e politico. Anche se un'eccessiva regolamentazione comprometterebbe piuttosto che aiutare il potenziale di Internet aperta, in alcune aree le norme devono essere aggiornate per far combaciare l'impatto rivoluzionario degli sviluppi tecnologici con un'adeguata sorveglianza democratica.

La presente motivazione sostiene il progetto della prima strategia di libertà digitale dell'Unione europea nelle sue azioni esterne. Un documento di discussione è stato condiviso con i deputati al Parlamento europeo e pubblicato on line per invitare diversi portatori di interesse attraverso il crowdsourcing. I contributi forniti da diverse persone, ONG, governi e aziende hanno fatto in modo che la realizzazione del primo progetto fosse più completa. Il relatore è grato a tutti coloro che hanno dedicato tempo ed energie su ciascuno di questi contributi.

Sicurezza e libertà

Le nuove tecnologie mettono alla prova il modo in cui i governi svolgono i propri incarichi fondamentali. La difesa e la sicurezza sono in definitiva nelle mani del governo; tuttavia, ci si affida in misura sempre maggiore ad attori privati. Ciò richiede nuove forme di cooperazione e responsabilità condivise. Vista l'importanza di sviluppare una sicurezza informatica e digitale dettagliata, il progetto di relazione del relatore Kelam nella sottocommissione SEDE si concentra sulla sicurezza. La presente relazione suggerisce una strategia riguardante gli sforzi dell'UE in materia di diritti umani, sviluppo, allargamento, governance di Internet, commercio, cultura e diplomazia.

Libertà e sicurezza hanno bisogno l'una dell'altra e non possono sostituirsi a vicenda. Il Parlamento europeo deve garantire che non si verifichi un gioco a somma zero tra i due elementi, specialmente quando si tratta di tematiche digitali e informatiche. Vista la politica dell'UE in materia di sicurezza e difesa comune e anche i suoi interessi economici, dobbiamo svolgere un ruolo guida nel garantire sia la sicurezza che la libertà digitale.

Diritti umani

Un rapido sguardo ad alcuni eventi nel mondo mostra come la battaglia per i diritti umani sia progredita on line. Le prigioni sono sempre più popolate di dissidenti a causa delle loro comunicazioni mobili e su Internet, compromesse dalle autorità. L'Iran prosegue con la creazione di una barriera elettronica che alla fine isolerà gli iraniani dal world wide web attraverso la creazione di un'Internet "Halal". La Cina sta analogamente isolando i propri cittadini dall'Internet aperta attraverso il grande firewall elettronico. La censura di massa viola i diritti dei cittadini e limita le opportunità imprenditoriali. Sono in corso dei progetti per rendere i blog anonimi illegali in Cina. Il governo di Ben Ali in Tunisia lo era, e il regime di Al Assad in Siria è tuttora rinomato per il sofisticato impiego di tecnologie contro i cittadini. L'esercito elettronico siriano è ora soggetto a sanzioni ad hoc dell'UE.

In linea generale, la lotta per il controllo e il potere da parte di regimi autoritari implica una crescente componente TIC. La promozione e tutela dei diritti umani devono consentire pertanto ai soggetti di eludere la censura di massa o di fuggire agli attacchi cibernetici dei propri governi. Anche se la formazione dei difensori dei diritti umani, giornalisti e dissidenti deve migliorare la loro sicurezza on line, essa crea altresì una nuova serie di sensibilità e una dipendenza potenzialmente pericolosa dall'accuratezza e dalla qualità dell'orientamento fornito. La responsabilità non deve essere sottovalutata e deve riflettersi nelle modalità impiegate per aiutare i soggetti a ottenere la propria libertà e sicurezza on line. I difensori dei diritti umani meritano il sostegno dell'UE e, in ogni caso, non devono essere presi di mira attraverso strumenti e tecnologie sviluppati ed esportati dall'interno dell'UE.

Commercio ed esportazioni

Oltre a restrizioni alle esportazioni e sanzioni commerciali ad hoc applicate agli strumenti di controllo invasivi, la realtà digitalmente e globalmente connessa richiede la responsabilità e consapevolezza da parte dei vertici aziendali europei. Richiede anche restrizioni alle esportazioni onnicomprensive e permanenti per limitare il potenziale dannoso di sistemi tecnologici sofisticati e mirati. Le tecnologie, gli strumenti e i servizi realizzati appositamente per violazioni intenzionali dei diritti umani non devono essere assolutamente consentiti sui mercati europei. Tali sistemi devono essere categorizzati come tecnologie per uso unico e il loro impatto non differisce da quello degli strumenti di tortura tradizionalmente vietati o delle armi (parti di esse) di distruzione di massa.

Anche se i recenti divieti dell'UE alle esportazioni di determinate componenti tecnologiche in Siria e Iran rappresentano un importante passo avanti, essi rischiano di diventare una realtà di carta, minacciando la credibilità dell'UE e la sicurezza dei cittadini che pensano di poter confidare negli sforzi e nelle promesse dell'UE. Anziché affidare l'attuazione ai diversi Stati membri, la Commissione europea deve avere le facoltà e gli strumenti per supervisionare l'adeguata attuazione di tali restrizioni. Trasparenza e responsabilità sono necessarie in questo settore, analogamente a quando si verifica la qualità di alimenti e medicine, o armi convenzionali. Ciò richiede nuove politiche come obblighi non finanziari di trasparenza e standard aggiornati di notifica.

Inoltre, la Commissione europea deve aiutare le aziende, incerte se richiedere o meno una licenza di esportazione, fornendo informazioni attuali circa la legittimità o potenziali effetti dannosi degli accordi commerciali. Lo stesso vale per le aziende (con sede) nell'UE che stabiliscono rapporti contrattuali con governi di paesi terzi, sia per ottenere licenze operative, negoziare clausole di standstill o accettando il coinvolgimento pubblico in operazioni aziendali o impiego pubblico delle loro reti e servizi, e che potrebbero costringere tali aziende a divenire complici di violazioni dei diritti umani. Pertanto l'UE deve fare in modo che la conclusione di nuovi accordi di libero scambio sia vincolata alla tutela dell'Internet aperta oppure deve fornire un sostegno politico (pubblico) ad hoc in situazioni di emergenza.

Il cambio degli equilibri tra le potenze mondiali e l'emergere di un'economia globale implica che in caso di aziende operanti all'estero le sfide ai valori dell'UE saranno più frequenti e richiederanno sforzi congiunti da parte dei responsabili delle politiche europee e gli attori della società civile.

Sviluppo

L'UE deve rendere le proprie politiche di sviluppo più efficienti ed efficaci adottando le TIC. L'UE può contribuire a colmare il divario digitale costruendo e installando infrastrutture TIC di base e fornendo accesso alle conoscenze e informazioni. L'UE può consentire (on line) l'istruzione in zone remote sviluppando e fornendo tablet economici connessi a una rete senza fili, che consentano ai genitori di far andare i propri figli a scuola. Nelle prime ore critiche dopo un disastro naturale o crisi umanitarie, si deve stabilire specifiche connessioni telefoniche e Internet di emergenza. Le TIC sono essenziali anche per un efficace controllo delle elezioni (da parte dei cittadini).

I programmi di sviluppo devono pertanto comprendere la salvaguardia delle libertà digitali in maniera strutturata, in particolare gettando le basi durante le transizioni politiche o post-belliche. I regolatori o esperti di regolamentazione dell'UE devono impegnarsi con le proprie controparti. L'inserimento dei principi dei diritti di base nella nuova normativa (sui mezzi di comunicazione) rappresenta uno strumento essenziale di tutela e deve impedire che siano inserite nelle leggi disposizioni che, ad esempio, rendono illegale la cifratura, come succede attualmente in Egitto. Tali leggi possono avere effetti non intenzionali sui diritti umani di cui i parlamenti o governi neoeletti o eletti per la prima volta non sono a conoscenza.

Internet e in particolare i mezzi di comunicazione sociale consentono ai governi di partecipare anche alla diplomazia diretta e consentono anche un maggiore contatto interpersonale in tutto il mondo. I dibattiti aperti possono confutare l'estremismo e migliorare l'impegno e la comprensione culturali. Il Parlamento europeo deve impegnarsi a inserire le nuove tecnologie nelle attività delle proprie delegazioni con gli altri parlamenti del mondo e vigilerà da vicino sui progressi e le misure concrete messe in atto per concepire una strategia dell'UE in materia di libertà digitale nelle relazioni esterne. Una valutazione proposta nelle relazioni annuali deve garantire responsabilità e continuità.

Credibilità

L'UE non può promuovere e salvaguardare le libertà digitali in maniera credibile nel mondo se esse non sono tutelate internamente. Sebbene le restrizioni alla libertà on line siano talvolta formalmente lecite, esse hanno anche ripercussioni globali sulla nostra credibilità e status morale a livello mondiale. Questione ancora più urgente, gli stessi strumenti e tecnologie che i nostri governi e autorità di contrasto possono (lecitamente) impiegare per intercettare il traffico Internet o mobile possono avere ripercussioni fondamentalmente diverse sulle società in cui lo Stato di diritto è assente oppure non esiste la divisione dei poteri.

La Commissione europea sta attualmente sviluppando una serie di linee guida in materia di diritti umani (e anche responsabilità sociale delle imprese) per il settore TIC, sulla base dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani (principi di Ruggie). Anche se tali linee guida non sono legalmente vincolanti per le aziende europee, esse possono rappresentare un utile quadro per le aziende TIC nella diffusione delle preoccupazioni in materia di diritti umani e nel condurre valutazioni di impatto, anche nella fase di R&S oppure durante la richiesta dei brevetti. Tali linee guida contribuiranno anche a garantire parità di condizioni nel mercato interno dell'UE.

Governance di Internet

Internet è governata attraverso un approccio multilaterale, che è stato sviluppato organicamente in una rete di attori pubblici e privati. Tale approccio ha garantito l'apertura di Internet che è il catalizzatore di molti vantaggi per la società. Il modello multilaterale può funzionare adeguatamente nella misura in cui è inclusivo garantendo anche ad aziende, utenti e consumatori la possibilità di svolgere il proprio ruolo.

Al momento questo sistema di governance è soggetto a due minacce. I paesi sviluppati stanno elaborando una normativa a porte chiuse in base alla quale solo alcune parti aziendali possono prendere parte al processo. Allo stesso tempo l'impatto delle leggi proposte si ripercuote sulle infrastrutture stesse di Internet. Ampiamente al di fuori dei controlli, coalizioni di economie emergenti stanno unendo le proprie forze per introdurre un quadro normativo globale per Internet, che comprenda un maggiore controllo statale e che istituisca un organismo di regolamentazione delle Nazioni Unite. è iniziata una nuova era delle politiche Internet mondiali.

Anche se l'UE è il mercato mondiale più significativo, gran parte delle aziende Internet hanno sede negli Stati Uniti, costringendo i cittadini europei a sottostare alle loro condizioni. Poiché gran parte dei servizi on line hanno sede negli Stati Uniti, gli utenti Internet di tutto il mondo, durante l'utilizzo di tali servizi, spesso rientrano nella giurisdizione degli Stati Uniti. Questo impatto extraterritoriale delle leggi statunitensi non deve limitare la capacità dell'UE di difendere i diritti fondamentali dei cittadini. I responsabili delle politiche devono comprendere che in un mondo globalmente connesso i parametri legislativi sono in costante cambiamento e i concetti tradizionali delle giurisdizioni stabilite non corrispondono al nostro emisfero globale digitale. Ciò tuttavia non preclude la possibilità di creare meccanismi efficienti di risoluzione delle controversie o di gestire i conflitti giurisdizionali.

Strategia di libertà digitale

Le nostre libertà digitali sono diritti essenziali e sono indispensabili per i diritti umani tradizionali quali la libertà di espressione e riunione, e anche per garantire la trasparenza e responsabilità nella vita pubblica. Tutti constatiamo l'impatto delle violazioni dei diritti umani che possono essere documentate e condivise con l'ausilio dei telefoni cellulari. L'UE deve assumere un ruolo guida nella promozione e salvaguardia a livello mondiale delle libertà digitali. Oltre ad essere il più grande blocco commerciale del mondo, l'UE è anche una comunità di valori che deve anche costituire il fulcro di tutte le nostre azioni esterne.

Solo attraverso una sinergia tra commercio, sicurezza e politiche estere e l'allineamento dei nostri valori e interessi, l'UE può pienamente dispiegare il proprio potere e agire come attore mondiale. Poiché la tecnologia si sta sviluppando così rapidamente, è fondamentale promuovere una collaborazione strutturale tra politici, aziende e società civile. Questo equilibrio continuativo può contribuire al meglio a un'Internet globale aperta, a vantaggio di tutti.

PARERE DELLA COMMISSIONE PER IL COMMERCIO INTERNAZIONALE (19.9.2012)

destinato alla commissione per gli affari esteri

Una strategia di libertà digitale nella politica estera dell'UE
(2012/2094(INI))

Relatore: Amelia Andersdotter

SUGGERIMENTI

La commissione per il commercio internazionale invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  riconosce che Internet è diventato una parte dello spazio pubblico in cui si realizzano nuove forme di scambio transfrontaliero e sviluppi innovativi del mercato nonché scambi sociali e culturali; ritiene che le libertà digitali e lo scambio transfrontaliero debbano andare di pari passo al fine di creare e ottimizzare le opportunità commerciali a favore delle imprese europee nell'economia digitale globale;

2.  ritiene che le nuove tecnologie siano in grado di generare cambiamenti e di apportare potenziali vantaggi in termini di libertà fondamentali, diritti umani e opportunità commerciali; ritiene che l'Unione europea debba includere le libertà digitali e di Internet nei futuri negoziati commerciali in quanto esse promuovono i diritti umani; invita il Consiglio e la Commissione, nell'ambito degli accordi di libero scambio, a valutare la possibilità di attuare tutele oggettive e trasparenti che preservino un accesso senza restrizioni a un Internet aperto e garantiscano la libera circolazione delle informazioni e dei servizi connessi nel rispetto della normativa vigente; chiede, altresì, una strategia per promuovere soluzioni software e hardware sicure e indipendenti per favorire una partecipazione democratica attiva nella società da parte dei cittadini, in particolare degli utenti di Internet che praticano il commercio online;

3.  è preoccupato per il fatto che alcuni cittadini sentono sempre più spesso l'espressione diritti d'autore e odiano ciò che essa sottintende; riconosce l'importante ruolo svolto dalla politica di commercio estero nello sviluppo dei meccanismi per il rispetto dei diritti d'autore;

4.  riconosce che un'adeguata tutela dei diritti di proprietà intellettuale è uno strumento per l'innovazione, la crescita e la creazione di posti di lavoro nel settore delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni (TIC) e dei media, nonché dell'innovazione tecnica; constata che la strategia di libertà digitale e la nuova politica commerciale comune potrebbero costituire strumenti per garantire che i diritti di proprietà intellettuale e gli obblighi siano definiti chiaramente e protetti nel miglior modo possibile; si rammarica per le perdite subite dagli imprenditori e dai cittadini europei in conseguenza del mancato raggiungimento di tali obiettivi;

5.  ritiene necessaria una maggiore cooperazione a livello globale al fine di preservare e modernizzare i diritti di proprietà intellettuale in futuro, dal momento che ciò è essenziale per garantire l'innovazione, l'occupazione e un commercio mondiale aperto;

6.  invita gli Stati membri e la Commissione a elaborare una politica in materia di diritti di proprietà intellettuale, affinché coloro che desiderino creare i propri contenuti e condividerli senza l'acquisizione di tali diritti possano continuare a farlo;

7.  invita la Commissione a presentare una proposta di direttiva sul rispetto dei diritti d'autore nel settore digitale che sia adeguata alle esigenze attuali, affinché sia possibile raggiungere accordi con i nostri partner commerciali sulla base di una normativa europea moderna;

8.  invita il Consiglio, la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna a prestare supporto politico alle società europee che nei paesi terzi si vedono costrette a rimuovere contenuti creati dagli utenti, limitare la libertà di prestare servizi o di fornire informazioni personali secondo modalità che violano i diritti fondamentali; evidenzia che le imprese digitali spesso operano senza confini e che la normativa dei paesi terzi può incidere negativamente su utenti e consumatori europei; chiede pertanto al Consiglio e alla Commissione di provvedere affinché sia ridotto al minimo l'impatto della legislazione dei paesi terzi sulle persone fisiche e giuridiche che operano nell'UE;

9.  osserva che il commercio elettronico si è sviluppato al di fuori dei quadri commerciali e normativi tradizionali e standard; sottolinea l'importanza di una maggiore cooperazione internazionale all'interno dell'Organizzazione mondiale per il commercio (OMC) e dell'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (OMPI), onde tutelare e garantire lo sviluppo del mercato digitale globale; chiede un riesame e l'aggiornamento dell'attuale accordo sulle tecnologie dell'informazione (ITA) in sede di OMC e invita l'UE a valutare la possibilità di un accordo internazionale per l'economia digitale (IDEA);

10. osserva che il crescente coinvolgimento degli Stati e la maggiore regolamentazione di Internet compromettono la sua natura aperta e senza restrizioni, limitando in tal modo il potenziale di crescita del commercio elettronico e delle imprese dell'UE che operano nell'economia digitale; ritiene che un approccio multilaterale rappresenti il modo migliore per garantire l'equilibrio tra gli interessi pubblici e quelli privati in Internet e sul mercato globale; chiede uno sforzo a livello internazionale per costruire le infrastrutture necessarie a consentire l'espansione dell'economia digitale, compresi i regimi normativi liberali, e invita i paesi in via di sviluppo ad aumentare i vantaggi reciproci conformemente al principio del "Commercio per il cambiamento";

11. ritiene che la limitazione dell'accesso delle imprese dell'UE ai mercati digitali e ai consumatori online mediante, tra l'altro, un'imponente censura di Stato o la limitazione dell'accesso al mercato per i fornitori europei di servizi online nei paesi terzi costituiscano un ostacolo agli scambi; invita la Commissione e il Consiglio a includere un meccanismo di salvaguardia in tutti i futuri accordi commerciali, specialmente in quelli contenenti norme su servizi online e comunità online di utenti che condividono informazioni, onde garantire che le società dell'UE nel settore delle TIC non siano costrette da terzi a limitare l'accesso ai siti web, rimuovere contenuti creati dagli utenti o fornire informazioni personali, quali indirizzi IP personali, secondo modalità che sono in contrasto con i diritti e le libertà fondamentali; invita, inoltre, il Consiglio e la Commissione a sviluppare una strategia per contrastare le misure dei paesi terzi che limitano l'accesso delle società dell'UE ai mercati globali online;

12. sottolinea la necessità di controlli più severi nella catena di approvvigionamento, nonché regimi di responsabilità delle imprese e meccanismi di trasparenza in relazione allo scambio di prodotti (dai beni e dalle apparecchiature di base ai dispositivi mobili) e di servizi che possono essere utilizzati per limitare i diritti umani e la libertà digitale; reputa che i prodotti e i servizi che utilizzano tecnologie di interferenza e intercettazione siano prodotti destinati a un unico uso, la cui esportazione deve essere assoggettata un'approvazione ex ante; esorta la Commissione a presentare un nuovo progetto di quadro normativo sull'esportazione di prodotti a duplice uso, riguardante l'esportazione di prodotti e servizi TIC potenzialmente dannosi nei paesi terzi e che attribuisca alla Commissione un ruolo di coordinamento e controllo;

13. ritiene che le imprese debbano elaborare e attuare pratiche commerciali atte a monitorare i possibili effetti dei nuovi prodotti TIC sui diritti umani, anche nella fase di ricerca e sviluppo, e a garantire il non coinvolgimento in possibili violazioni dei diritti umani nei paesi terzi; invita la Commissione a fornire alle imprese dell'UE una vasta gamma di informazioni per garantire il giusto equilibrio tra gli interessi commerciali e la responsabilità sociale delle imprese.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

18.9.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

25

4

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

William (The Earl of) Dartmouth, Nora Berra, David Campbell Bannerman, María Auxiliadora Correa Zamora, Christofer Fjellner, Metin Kazak, Franziska Keller, Bernd Lange, David Martin, Vital Moreira, Paul Murphy, Cristiana Muscardini, Franck Proust, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Niccolò Rinaldi, Helmut Scholz, Peter Šťastný, Robert Sturdy, Gianluca Susta, Henri Weber, Paweł Zalewski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Amelia Andersdotter, George Sabin Cutaş, Syed Kamall, Marietje Schaake, Jarosław Leszek Wałęsa, Pablo Zalba Bidegain

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Emilio Menéndez del Valle, Raimon Obiols

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

6.11.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

57

0

5

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Pino Arlacchi, Franziska Katharina Brantner, Frieda Brepoels, Elmar Brok, Tarja Cronberg, Mário David, Marietta Giannakou, Ana Gomes, Takis Hadjigeorgiou, Anna Ibrisagic, Liisa Jaakonsaari, Tunne Kelam, Evgeni Kirilov, Maria Eleni Koppa, Andrey Kovatchev, Paweł Robert Kowal, Eduard Kukan, Vytautas Landsbergis, Ryszard Antoni Legutko, Sabine Lösing, Ulrike Lunacek, Mario Mauro, Francisco José Millán Mon, Alexander Mirsky, María Muñiz De Urquiza, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Norica Nicolai, Justas Vincas Paleckis, Pier Antonio Panzeri, Ioan Mircea Paşcu, Alojz Peterle, Bernd Posselt, Hans-Gert Pöttering, Cristian Dan Preda, Fiorello Provera, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Nikolaos Salavrakos, Jacek Saryusz-Wolski, György Schöpflin, Marek Siwiec, Laurence J.A.J. Stassen, Charles Tannock, Inese Vaidere, Geoffrey Van Orden, Boris Zala, Karim Zéribi

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Laima Liucija Andrikienė, Marije Cornelissen, Véronique De Keyser, Metin Kazak, Norbert Neuser, Marietje Schaake, Alf Svensson, László Tőkés, Ivo Vajgl, Alejo Vidal-Quadras

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Leonidas Donskis, Jolanta Emilia Hibner, Karin Kadenbach, Rui Tavares, Róża Gräfin von Thun und Hohenstein, Peter Šťastný