RELAZIONE sull'ottimizzazione del ruolo dell'assetto territoriale nella politica di coesione

11.12.2012 - (2011/2312(INI))

Commissione per lo sviluppo regionale
Relatore: Derek Vaughan

Procedura : 2011/2312(INI)
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A7-0421/2012
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A7-0421/2012
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sull'ottimizzazione del ruolo dell'assetto territoriale nella politica di coesione

(2011/2312(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare il titolo XVIII,

–   visto il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999[1],

–   vista la decisione 2006/702/CE del Consiglio, del 6 ottobre 2006, relativa agli orientamenti strategici comunitari in materia di coesione[2],

–  vista la sua risoluzione del 5 luglio 2011 sulla Quinta relazione della Commissione sulla coesione e sulla strategia per la politica di coesione dopo il 2013[3],

–  vista la sua risoluzione del 23 giugno 2011 sulla situazione attuale e le sinergie future per una maggiore efficacia del FESR e degli altri Fondi strutturali[4],

–  vista la sua risoluzione dell'8 giugno 2011 dal titolo: "Investire nel futuro: un nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) per un'Europa competitiva, sostenibile e inclusiva"[5],

–  vista la sua risoluzione del 23 giugno 2011 sull'Agenda urbana europea e il suo futuro nel quadro della politica di coesione[6],

–  vista la sua risoluzione del 23 giugno 2011 sull'obiettivo 3: una sfida per la cooperazione territoriale - il futuro programma per la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale"[7],

–   vista la sua risoluzione del 7 ottobre 2010 sulla politica di coesione e la politica regionale dell'UE dopo il 2013[8],

–  vista la sua risoluzione del 20 maggio 2010 sul contributo della politica di coesione al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona e di UE 2020[9],

–   vista la sua risoluzione del 20 maggio 2010 sull'attuazione delle sinergie dei fondi destinati alla ricerca e all'innovazione nell'ambito del regolamento (CE) n. 1080/2006 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e del Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo nelle città, nelle regioni, negli Stati membri e nell'Unione[10],

–   visto lo studio pubblicato dal Parlamento intitolato "Cohesion policy after 2013: a critical assessment of the legislative proposals" ("La politica di coesione dopo il 2013: una valutazione critica delle proposte legislative"),

–   viste le conclusioni della Presidenza polacca del 24 e 25 novembre 2011 sulla dimensione territoriale delle politiche dell'UE e sulla futura politica di coesione[11],

–   vista la proposta di regolamento del Parlamento e del Consiglio, del 6 ottobre 2011, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca compresi nel quadro strategico comune e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 (COM(2011)0615),

–   vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 ottobre 2011, recante disposizioni specifiche concernenti il Fondo europeo di sviluppo regionale e l'obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione" e che abroga il regolamento (CE) n. 1080/2006 (COM(2011)0614),

–   vista la comunicazione della Commissione del 9 novembre 2010 dal titolo "Conclusioni della quinta relazione sulla coesione economica sociale e territoriale: il futuro della politica di coesione" (COM(2010)0642),

–  visti la comunicazione della Commissione del 19 ottobre 2010 sul riesame del bilancio dell'UE (COM(2010)0700) e gli allegati tecnici (SEC(2010)7000),

–  vista la comunicazione della Commissione del 6 ottobre 2010 dal titolo: "Il contributo della politica regionale alla crescita intelligente nell'ambito di Europa 2020" (COM (2010)0553),

–   vista la comunicazione della Commissione del 31 marzo 2010 dal titolo "Politica di coesione: relazione strategica 2010 sull'attuazione dei programmi 2007-2013" (COM(2010)0110),

–  vista la comunicazione della Commissione del 3 marzo 2010 dal titolo "Europa 2020 - Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" (COM(2010)2020),

–  vista la relazione indipendente intitolata "An agenda for a reformed cohesion policy - A place-based approach to meeting European Union challenges and expectations" ("Un'agenda per la riforma della politica di coesione - Un approccio territoriale per rispondere alle sfide e alle aspettative dell'Unione europea") elaborata da Fabrizio Barca su richiesta di Danuta Hübner, Commissario responsabile per la politica regionale (aprile 2009),

–   visto l'articolo 48 del proprio regolamento,

–   visti la relazione della commissione per lo sviluppo regionale e il parere della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (A7-0421/2012),

A  considerando che la politica di coesione mira a ridurre le disparità tra le regioni dell'UE rafforzando la coesione economica, sociale e territoriale, e che tale politica si è dimostrata efficace nella promozione dell'integrazione europea attraverso lo sviluppo sociale ed economico;

B.  considerando che il regolamento sulle disposizioni comuni (RDC) fissa norme comuni applicabili a tutti i cinque programmi di finanziamento dell'UE (il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP)) concepiti per l'attuazione delle politiche di coesione, rurali e della pesca;

C. considerando che il quadro strategico comune esamina meccanismi che possano favorire un maggior coordinamento tra i fondi compresi nell'RDC (FESR, FSE, Fondo di coesione, FEASR, FEAMP) e una migliore integrazione di tali fondi in altre politiche dell'UE;

D. considerando che la dimensione territoriale costituisce un aspetto trasversale della politica di coesione e che offre alle regioni dell'UE la possibilità di sfruttare il loro potenziale territoriale per raggiungere gli obiettivi della politica di coesione;

E.  considerando che la coesione territoriale è attualmente riconosciuta dal trattato di Lisbona quale obiettivo fondamentale dell'UE;

Temi generali: rafforzare l'obiettivo territoriale

1.  riconosce che un sistema semplificato di governance multilivello è parte integrante del processo decisionale nel quadro della politica di coesione, in cui la collaborazione è necessaria in qualunque fase, a livello europeo, nazionale, regionale e locale, nella pianificazione, nello sviluppo e nell'esecuzione dei programmi di finanziamento dell'UE; invita la Commissione a garantire che tale aspetto si traduca nello sviluppo di contratti di partenariato chiari e ben definiti;

2.  sottolinea l'importanza del codice di condotta europeo per gli Stati membri, le regioni e gli enti locali nelle fasi di preparazione, attuazione e monitoraggio dei programmi di finanziamento; riconosce che, ai fini di tale collaborazione, è fondamentale garantire che le decisioni vengano adottate al livello più vicino possibile al cittadino;

3.  evidenzia che, malgrado i progressi significativi realizzati nel campo della convergenza all'interno dell'UE, sussistono delle disparità crescenti (ad esempio in termini di accessibilità) tra le varie regioni dell'UE; sottolinea la necessità di mantenere almeno l'attuale livello delle risorse di bilancio per la politica di coesione dopo il 2013, così da garantire che il sostegno continui a raggiungere le aree che necessitano di una rigenerazione economica e sociale, in tutte le regioni dell'UE;

4.  plaude alle proposte della Commissione di concentrarsi sui risultati misurabili della politica di coesione, onde incrementare la sostenibilità degli investimenti e garantire l'efficacia dei programmi di finanziamento; sottolinea la necessità di porre l'accento su un sistema basato sui risultati per includere la flessibilità a livello nazionale, regionale e locale, tenendo conto della semplificazione, delle priorità di programmazione e del partenariato, in modo che i sistemi basati sui risultati presentino specificità regionali;

5.  appoggia le proposte generali della Commissione nell'RDC sulla riduzione degli oneri burocratici; sottolinea pertanto che le norme, le verifiche e i criteri di ammissibilità devono essere chiariti sin dall'inizio e che è possibile ottenere un'efficace semplificazione delle procedure amministrative attraverso un approccio integrato all'erogazione dei fondi;

6.  sottolinea che, nell'ambito della progettazione e dell'attuazione della politica di coesione, è importante assicurare un giusto equilibrio tra il necessario controllo dell'impiego dei fondi e l'efficacia degli stessi;

7.  sottolinea la necessità di garantire un approccio flessibile nella definizione degli obiettivi locali e regionali, coinvolgendo le parti in causa a livello regionale in tutte le fasi onde assicurare che i programmi di finanziamento dell'UE rispondano alla necessità di contrastare le disuguaglianze sociali ed economiche;

8.  sottolinea che la flessibilità dovrebbe includere una maggiore possibilità che i progetti operino sui diversi fondi compresi nell'RDC e che tale incremento della flessibilità contribuirebbe a semplificare la realizzazione dei progetti, oltre a migliorare la complementarietà e gli aspetti trasversali dei finanziamenti dell'UE;

9.  sottolinea che gli obiettivi di coesione territoriale sono legati in modo inseparabile alle sfide economiche e sociali e riconosce che la politica di coesione può dare un valido contributo al raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, soprattutto in termini di occupazione, istruzione e riduzione della povertà, introducendo una dimensione territoriale nella strategia europea per la crescita;

10. sottolinea che l'utilizzo di altri programmi di finanziamento (per esempio Orizzonte 2020), possibilmente in linea con i finanziamenti della politica di coesione, dovrebbe altresì essere valutato per il raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020;

11. riconosce la maggiore attenzione riservata alle città e alle aree urbane quali motori della crescita economica;

12. sottolinea l'importanza di rafforzare le relazioni esistenti tra città e campagna e di promuoverne di nuove; sottolinea che ciò richiede una forte attenzione multilivello e una collaborazione tra i soggetti rurali e urbani e che occorre creare le condizioni adatte, incoraggiando i partenariati e le reti, per consentire anche agli insediamenti rurali di partecipare alle attività integrate di determinate entità geografiche funzionali;

13. sottolinea la necessità di collegare in modo più efficace i programmi di cooperazione territoriale alle strategie territoriali ed evidenzia il ruolo potenziale del gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) ai fini della realizzazione di tale obiettivo;

14. pone in evidenza che, vista la disparità delle dimensioni, delle risorse e degli aspetti socioeconomici delle città e delle aree urbane dell'UE, la definizione di tali zone deve essere stabilita a livello di Stato membro;

15. sottolinea che la coesione territoriale si applica anche alla coesione intra-territoriale, ad esempio garantendo che l'intera area apporti un contributo economico e non solo le grandi città, ed evidenzia che non va trascurato il potenziale delle città piccole e medie delle aree rurali nel contribuire in modo significativo alla regione;

16. ritiene che, per affrontare gli aspetti trasversali della politica di coesione territoriale, allo scopo di produrre risultati tangibili a livello regionale e sfruttare appieno il potenziale delle singole regioni, siano necessari contratti di partenariato chiari e ben definiti; sottolinea che tale obiettivo può essere realizzato soltanto con la partecipazione di attori a livello locale e regionale, così da consentire a tutte le parti di contribuire all'elaborazione e attuazione dei programmi; sottolinea che ciò assume una rilevanza particolare quando si tratta di sostenere territori che presentano svantaggi specifici quali le regioni transfrontaliere, montane, insulari e ultraperiferiche;

Maggiore integrazione dei fondi europei per il periodo 2014-2020

17. accoglie con favore le proposte dell'RDC che esortano a un migliore coordinamento e a una maggiore integrazione dei programmi di finanziamento per assicurare un maggiore impatto dei fondi, nonché la più decisa presenza della dimensione territoriale della politica di coesione nel quadro 2014-2020;

18. sottolinea che un approccio territoriale più forte e maggiormente integrato ai finanziamenti europei, unito a un potenziamento adeguato delle capacità e al coinvolgimento delle parti sociali e dei partner della società civile a livello locale e regionale, sia nei contesti urbani che in quelli rurali, costituisce un modo positivo per garantire che il denaro sia utilizzato per far fronte alle sfide sociali ed economiche di lungo termine dell'Europa;

19. sottolinea che una maggiore armonizzazione tra la politica di coesione e le altre politiche prospettate nell'RDC consentirà alle regioni dell'UE di continuare a svilupparsi economicamente sfruttando i rispettivi punti di forza;

20. cita come esempio l'ufficio gallese per i fondi dell'Unione europea (WEFO, Wales European Funding Office) e la sua intenzione di integrare i fondi dell'UE nel Galles creando un unico portale che consenta l'accesso alle informazioni su tutti i fondi compresi nell'RDC; sottolinea la possibilità che il portale del WEFO includa una piattaforma comune con un'unica procedura per la presentazione delle domande, i pagamenti, il monitoraggio e la valutazione per tutti fondi compresi nell'RDC; sottolinea che tale approccio consentirebbe una più agevole identificazione delle potenziali sinergie e della possibile integrazione tra i flussi di finanziamento, così da armonizzare e semplificare la procedura di richiesta dei fondi dell'UE;

21. sottolinea che, date le caratteristiche che accomunano i fondi compresi nell'RDC e altri programmi di finanziamento (per esempio Orizzonte 2020 e LIFE+), si potrebbe potenziare l'efficacia dei fondi dell'UE valutando il possibile allineamento di tali fondi;

Meccanismi per l'integrazione dei fondi dell'Unione europea

22. plaude alle proposte relative a un quadro normativo concentrato sullo sviluppo locale e integrato attraverso lo "sviluppo locale di tipo partecipativo", i "piani d'azione comuni" e gli "investimenti territoriali integrati";

23. sottolinea che, secondo le proposte della Commissione, tutti gli investimenti debbono rispondere alle necessità locali senza sovrapporsi ad altri progetti;

24. chiede un approccio pienamente integrato ai relativi strumenti di attuazione (sviluppo locale di tipo partecipativo, investimenti territoriali integrati, piani d'azione comuni), consentendo ai partenariati locali di scegliere, in base ai rispettivi fabbisogni individuali e ove appropriato, diverse combinazioni di tali strumenti, e chiede che sia esaminata la possibilità di ricorrere a meccanismi di concentrazione dei fondi flessibili, tenendo conto del fabbisogno specifico di Stati membri e regioni;

25. sottolinea la necessità di mantenere l'applicazione dello strumento proposto quanto più semplice possibile al fine di evitare di accrescere l'onere amministrativo degli enti locali e restare in linea con gli obiettivi in materia di semplificazione;

26. ritiene che la capacità istituzionale a diversi livelli di intervento sia un elemento importante che garantisce il buon esito dell'applicazione dell'approccio territoriale;

27. sottolinea l'esempio della subdelega ai comuni nei Paesi Bassi, che prevede la delega di alcune parti dei programmi di finanziamento (per esempio il FESR) dall'autorità regionale alle autorità locali, il che permette di attuare le azioni a livello locale per rispondere alle necessità locali; sottolinea che il conferimento della responsabilità di gestione alle autorità locali libera un maggiore potenziale ai fini dell'integrazione della migliore combinazione dei fondi in base alle necessità locali; evidenzia che, con le strutture di gestione già operative a livello locale, tale approccio potrebbe rivelarsi utile all'attuazione degli investimenti territoriali integrati, a livello locale o sub-locale;

Sviluppo locale di tipo partecipativo (SLTP)

28. sostiene le proposte della Commissione sullo sviluppo locale di tipo partecipativo quale disposizione importante dell'RDC che sarà incentrato sullo sviluppo di sinergie tra tutti i fondi compresi nel regolamento;

29. ritiene che tale strumento sia un modo eccellente per incoraggiare la partecipazione dal basso di una sezione trasversale degli attori delle comunità locali che lavorano agli obiettivi territoriali sostenibili; a tale proposito, accoglie con favore l'ulteriore rafforzamento delle capacità amministrative a livello regionale e locale per le azioni di potenziamento delle capacità intese a migliorare la partecipazione delle autorità sia locali che regionali e delle parti sociali;

30. riconosce il successo conseguito in passato dal programma LEADER quale strumento importante per l'attuazione della politica di sviluppo rurale, e ritiene che attraverso lo sviluppo locale di tipo partecipativo questo meccanismo di attuazione possa rivelarsi determinante per rispondere alle sfide a livello locale e regionale; sostiene altresì l'utilizzo dello strumento dello sviluppo locale di tipo partecipativo per lo sviluppo urbano;

31. invita la Commissione a chiarire le sue proposte sullo sviluppo locale di tipo partecipativo nella fase di attuazione, così da consentire ai potenziali partecipanti di individuare pienamente la finalità, la portata e gli effetti possibili di tale strumento; attende con interesse la pubblicazione di una guida sullo sviluppo locale di tipo partecipativo rivolta alle autorità di gestione;

32. riconosce i progressi compiuti dal 2007 con i gruppi d'azione locale per la pesca in collaborazione con i gruppi d'azione locale per l'iniziativa LEADER, quale esempio di come il futuro sviluppo locale di tipo partecipativo possa combinare i fondi al livello locale con i fondi compresi nell'RDC; sottolinea l'esempio degli 11 partenariati locali in Danimarca che usano sia il FEASR (LEADER) sia il fondo europeo per la pesca (asse 4) per finanziare progetti utilizzando lo stesso sistema di esecuzione e amministrazione;

33. sottolinea la necessità di tenere conto, nel futuro periodo di programmazione, di esempi come l'utilizzo integrato dei fondi FEASR e FEAMP attraverso lo sviluppo locale di tipo partecipativo quale metodo di sviluppo di sinergie tra tutti i fondi compresi nell'RDC;

Piani d'azione comuni

34. sostiene le proposte dell'RDC relative all'introduzione di piani d'azione comuni che consentano il finanziamento di gruppi di progetti attraverso più programmi operativi;

35. riconosce i piani d'azione comuni quale passo avanti positivo verso una gestione basata sui risultati, in linea con uno dei principali obiettivi della politica di coesione dopo il 2013;

36. sottolinea l'importanza di garantire che tali strumenti siano sviluppati parallelamente allo sviluppo locale di tipo partecipativo, così da assicurare che quest'ultimo diventi qualcosa di più di un semplice strumento strategico per lo sviluppo di capacità locali e di un obiettivo di investimento di per sé, promuovendo, tra l'altro, l'inclusione sociale e la lotta contro la povertà;

37. chiede che si chiarisca la portata e l'integrazione dei piani d'azione comuni e se questi saranno utilizzati per attuare programmi completi o solo parti di essi;

38. riconosce che i piani d'azione comuni possono costituire una forma di assistenza efficace per il conseguimento di un’integrazione equilibrata dei giovani nel mercato del lavoro; richiama tuttavia l’attenzione sul fatto che occorre evitare lungaggini nei processi decisionali e nelle procedure amministrative;

Investimento territoriale integrato (ITI)

39. accoglie con favore le proposte relative agli investimenti territoriali integrati, che potrebbero dare alle città la possibilità di soddisfare le rispettive necessità specifiche attingendo ai finanziamenti di più assi prioritari per attuare i programmi operativi in maniera integrata;

40. plaude all'ulteriore chiarimento sulla portata degli ITI e sul potenziale impiego di tale strumento anche nelle aree non urbane e periurbane, ove risulti adeguato alle necessità locali, mediante l'utilizzo di tutti i fondi contemplati dall'RDC; sottolinea la necessità di garantire la coerenza degli ITI con le strategie di sviluppo regionale sostenibile al fine di aumentare la coesione economica e sociale, non soltanto tra le regioni, ma anche tra le aree urbane e non urbane all'interno delle regioni;

41. sottolinea l'esempio del modello proposto dalla contea metropolitana di Greater Manchester per gli ITI, che integra finanziamenti provenienti dal maggior numero possibile di fonti pertinenti per ottenere un maggiore valore aggiunto dell'investimento; evidenzia che lo sviluppo di tale modello è ancora in corso, e che esso potrebbe essere utilizzato per sostenere una strategia foriera di numerosi benefici economici e sociali per la regione metropolitana; sottolinea che l'ITI proposto integrerebbe le priorità del FESR e le misure dell'FSE e che, data la maggiore enfasi posta dal FESR sulle PMI e l'innovazione, è possibile che l'ITI crei, in futuro, legami con i progetti Orizzonte 2020;

Strumenti finanziari

42. plaude alle proposte della Commissione concernenti il maggiore utilizzo e l'ampliamento dell'ambito di applicazione degli strumenti finanziari mediante l'introduzione di norme più semplici e chiare che garantiscano una maggiore efficacia per tutti i cinque fondi compresi nell'RDC;

43. sottolinea la possibilità che gli strumenti finanziari, compreso il microcredito, aprano fonti alternative di finanziamento per un'ampia gamma di attori, onde integrare i tradizionali metodi di finanziamento; sottolinea che in futuro il quadro di finanziamento degli strumenti finanziari dovrebbe essere in grado di dare impulso ai finanziamenti privati e lasciare libertà d'azione agli Stati membri e alle regioni consentendo loro di adattare settori d'intervento e metodi di attuazione alle loro esigenze specifiche;

44. sottolinea che l'utilizzo degli strumenti finanziari, quali meccanismi che consentano la cooperazione tra le imprese, le organizzazioni del settore pubblico e gli istituti di formazione, dovrebbe essere incoraggiato anche quale mezzo per sviluppare un approccio integrato ai finanziamenti;

Integrazione dei fondi contemplati dall'RDC con altre politiche e strumenti dell'UE

45. accoglie con favore le proposte contenute nel quadro strategico comune per i contratti di partenariato, intese a mettere in luce il potenziale allineamento tra i fondi contemplati dall'RDC e gli altri programmi di finanziamento, quali il programma quadro dell’UE per la ricerca e l’innovazione (in precedenza il 7°PQ, attualmente Orizzonte 2020), LIFE + e il meccanismo per collegare l’Europa;

46. riconosce che, mentre i programmi di finanziamento come Orizzonte 2020 sono principalmente incentrati sull'eccellenza, i Fondi strutturali si sono già dimostrati capaci, in passato, di favorire il rafforzamento delle capacità fornendo finanziamenti per lo sviluppo di imprese o organizzazioni che, successivamente, sono diventate partner nei programmi del Settimo programma quadro o del programma per la competitività e l'innovazione;

47. sottolinea che le sinergie esistenti tra i fondi contemplati dall'RDC e Orizzonte 2020 indicano che entrambe le fonti di finanziamento potrebbero essere potenzialmente impiegate promuovendo nel contempo obiettivi tematici complementari;

Aspetti occupazionali e sociali

48. sottolinea il ruolo importante dell'occupazione e delle politiche sociali ai fini di uno sviluppo territoriale sostenibile ed equilibrato sotto il profilo sociale e il notevole contributo che esse possono apportare al fine di ridurre le disparità regionali e accrescere il benessere di tutti i cittadini, assicurando nel contempo pari opportunità per tutti;

49. sottolinea che la lotta alla povertà ha tra le sue componenti la lotta contro l'esclusione e che le regioni rurali a bassa densità demografica o con una popolazione in via d'invecchiamento devono far fronte a un'offerta insufficiente di servizi di assistenza sanitaria, che potrebbe essere compensata in una certa misura da una migliore accessibilità alle tecnologie a banda larga e dalla promozione della telemedicina;

50. ritiene che l'approccio territoriale dovrebbe rivelarsi un meccanismo efficace per aiutare le PMI a creare nuovi posti di lavoro sostenibili e avviare o sviluppare programmi per la formazione professionale; reputa che attività imprenditoriali finalizzate a promuovere la crescita e l'occupazione e lo sfruttamento del potenziale possano funzionare oltre i confini amministrativi territoriali; invita gli Stati membri a migliorare le condizioni esistenti per i nuovi imprenditori, per poter sfruttare meglio l'elevato potenziale di creazione di nuovi posti di lavoro sostenibili che essi esprimono;

51. sottolinea l'importanza di creare forti sinergie tra la politica di coesione e altre politiche dell'Unione europea, al fine di salvaguardare l'efficacia della politica di coesione nel far fronte alle attuali sfide sociali e occupazionali;

52. osserva che la cooperazione territoriale e le strategie macroregionali potrebbero essere strumenti utili per individuare e combattere le disparità regionali, ad esempio nel campo dell'accesso all'istruzione e all'occupazione, nonché per promuovere la convergenza tra le regioni europee;

53. ritiene che la mobilità volontaria dei lavoratori e dei neolaureati nell'UE possa rappresentare una soluzione alle carenze di manodopera a livello regionale e locale, e incoraggia gli Stati membri e le regioni a fare un uso più efficace della mobilità al fine di promuovere lo sviluppo e la coesione territoriali;

54. considera essenziale coordinare le iniziative sostenute dal FSE ai diversi livelli politici, al fine di rendere possibile un approccio territoriale efficace; reputa necessario, in particolare, creare un collegamento tra le strutture e i servizi scolastici e le esigenze del mercato del lavoro a livello locale;

55. ritiene che sia di primaria importanza favorire gli scambi di buone pratiche tra gli Stati membri nel contesto di una pianificazione di sviluppo territoriale di lungo periodo ben congegnata ed efficace e promuovere posti di lavoro dignitosi e sostenibili al fine di prevenire e combattere la povertà e la disoccupazione;

56. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

  • [1]  GU L 210 del 31.7.2006, pag. 25.
  • [2]  GU L 291 del 21.10.2006, pag. 11.
  • [3]  Testi approvati, P7_TA(2011)0316.
  • [4]  Testi approvati, P7_TA(2011)0286.
  • [5]  Testi approvati, P7_TA(2011)0266.
  • [6]  Testi approvati, P7_TA(2011)0284.
  • [7]  Testi approvati, P7_TA(2011)0285.
  • [8]  GU C 371 E del 20.12.2011, pag. 39.
  • [9]  Testi approvati, P7_TA(2010)0191.
  • [10]  GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 104.
  • [11]  Conclusioni della Presidenza polacca sulla dimensione territoriale delle politiche dell'UE e sulla futura politica di coesione, "Towards an integrated, territorially differentiated and institutionally smart response to EU challenges" ("Verso una risposta integrata, territorialmente differenziata e istituzionalmente intelligente alle sfide dell'UE"), 24-25 novembre 2011, Poznań.

MOTIVAZIONE

La presente relazione d'iniziativa è incentrata sulla valutazione di meccanismi efficaci ed efficienti che possano creare sinergie tra i programmi di finanziamento dell'UE compresi nel quadro strategico comune della Commissione; l'attuazione integrata dei programmi di finanziamento, infatti, migliorerà l'efficacia dei fondi dell'UE a livello locale e regionale. Il presente documento include esempi di meccanismi già utilizzati o meccanismi in esame per la loro attuazione nelle regioni dell'Unione europea. Il relatore accoglie con favore l'ulteriore discussione e gli altri esempi di integrazione dei programmi di finanziamento dell'UE, segnatamente la valutazione della possibilità di combinare numerosi programmi di finanziamento a sé stanti per creare un unico fondo.

Il pacchetto legislativo per la politica di coesione 2014-2020, presentato dalla Commissione europea il 6 ottobre 2011, include disposizioni comuni per i tutti i cinque fondi compresi nell'RDC (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo, Fondo di coesione, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca).

Il mandato di negoziazione del Parlamento europeo sulla legislazione è ora stabilito; tra le sue priorità, una maggiore partecipazione degli enti locali e regionali e una maggiore flessibilità per le regioni per fissare priorità che rispondano ai rispettivi fabbisogni territoriali. La posizione del Parlamento, inoltre, sottolinea la necessità di una maggiore attenzione allo stimolo della crescita e della competitività, come pure l'importanza del meccanismo degli strumenti finanziari per il raggiungimento di tali obiettivi.

Con l'aggiunta della dimensione territoriale alla coesione economica e sociale quale obiettivo del trattato ai sensi dell'articolo 174, vi è una crescente necessità di un approccio dal basso per mobilitare il potenziale di sviluppo locale e regionale. Il relatore ritiene che, per raggiungere tale obiettivo, siano essenziali norme comuni e uno stretto coordinamento per tutti i fondi compresi nell'RDC. Inoltre, l'attuazione delle strategie a livello locale dovrebbe essere una responsabilità degli attori e delle autorità locali, così da garantire che le necessità economiche e sociali siano soddisfatte al livello più vicino ai cittadini.

Temi generali: rafforzare l'obiettivo territoriale

Nell'attuale clima economico, è chiaro che i finanziamenti della politica di coesione stanno diventando sempre più importanti per le regioni dell'UE; inoltre, diventa sempre più necessario garantire che le risorse vengano spese in modo efficiente così che i cittadini possano beneficiare pienamente dei finanziamenti dell'UE. Il coinvolgimento degli enti locali e regionali in ogni fase della progettazione, dello sviluppo e dell'attuazione dei programmi di finanziamento dell'UE è essenziale per assicurare una risposta ai fabbisogni locali.

La dimensione territoriale, quale aspetto trasversale della politica di coesione, dà alle regioni dell'UE l'opportunità di sfruttare il loro potenziale territoriale nella persecuzione degli obiettivi della politica di coesione. Il relatore plaude alle proposte sulla semplificazione e su un approccio maggiormente orientato ai risultati per la politica di coesione 2014-2020. Un approccio orientato ai risultati può dare un valido contributo a una politica di coesione efficiente ed efficace, mentre le misure atte a garantire la semplificazione dell'attuazione ed esecuzione dei programmi andranno a beneficio delle autorità e ai beneficiari.

Il relatore accoglie con favore la maggiore attenzione riservata agli enti regionali e locali, specialmente per quanto riguarda la creazione di contratti di partenariato in linea con la governance multilivello. Il contratto di partenariato dovrebbe delineare un approccio integrato allo sviluppo territoriale includendo misure, compresa la garanzia dell'esistenza di meccanismi nazionali e regionali, che incoraggino il coordinamento tra i fondi compresi nell'RDC e altri strumenti di finanziamento nazionali e dell'UE.

Una maggiore integrazione dei fondi europei per il periodo 2014-2020

Una maggiore integrazione dei flussi di finanziamento per il periodo 2014-2020 è stata invocata dalla maggior parte delle istituzioni dell'Unione europea (Consiglio europeo, Parlamento europeo, Comitato delle regioni), come pure dai governi regionali e dagli attori locali e regionali dell'UE.

Il relatore ritiene che, dando agli Stati membri e agli enti locali e regionali la possibilità di utilizzare più programmi di finanziamento dell'UE per sostenere i progetti, si migliorerà l'efficacia dei finanziamenti stessi, incrementando al contempo i livelli di semplificazione e fornendo ai potenziali beneficiari un accesso più agevole ai fondi.

L'RDC ha introdotto diversi nuovi strumenti per potenziare la dimensione locale della politica di coesione, per migliorare l'orientamento strategico della cooperazione territoriale e per introdurre un approccio più coordinato a tutti i livelli di governo.

Tuttavia, benché le proposte delineino strumenti per una possibile integrazione dei fondi dell'UE, l'attuazione di tali strumenti richiede ulteriori chiarimenti. Inoltre, le possibili modalità di utilizzo di tali strumenti restano vaghe: sono dunque necessari ulteriori chiarimenti da parte della Commissione.

Il relatore ha messo in rilievo esempi che illustrano in che modo gli enti locali e regionali abbiano utilizzato simili approcci agli strumenti suggeriti (sviluppo locale di tipo partecipativo, investimenti territoriali integrati) nel precedente periodo di finanziamento. Gli altri enti regionali e locali possono trarre ispirazione da tali esempi per i possibili utilizzi dello sviluppo locale di tipo partecipativo e degli ITI.

Lo sviluppo locale di tipo partecipativo, strumento opzionale per il FESR e il FES ed elemento obbligatorio per il FEASR e il FEAMP, ha una portata tale da essere fondamentale per l'attuazione delle iniziative di sviluppo locale guidate dal basso. Esso può essere utilizzato per far fronte a qualunque tipo di sfida territoriale (urbana, rurale, transfrontaliera ecc.) e può essere finanziato da diversi strumenti dell'UE. È tuttavia evidente che lo sviluppo locale di tipo partecipativo, affinché si dimostri uno strumento valido, deve essere adeguatamente contemplato nel QSC e nel codice di condotta. È altresì necessario che i programmi operativi mettano in luce il suo specifico contributo all'integrazione dei fondi, identificando le aree in cui è possibile attuare lo sviluppo locale di tipo partecipativo.

L'esempio della contea metropolitana di Great Manchester mette in luce un possibile modello di investimenti territoriali integrati quali leva di finanziamenti provenienti dai più ampi programmi dell'Unione europea. Il relatore accoglie con favore lo sviluppo di modelli come questo quali esempi della portata potenziale dei nuovi strumenti per il periodo di finanziamento 2014-2020.

Nel documento, il relatore ha altresì sottolineato l'esempio di un meccanismo in corso di preparazione per l'attuazione nel Galles, dove l'ufficio gallese per i fondi dell'Unione europea (WEFO) risulta essere l'ente di gestione e certificazione di tutti i Fondi strutturali. Il governo britannico conferisce al governo gallese la delega per lo sviluppo, l'attuazione e il monitoraggio dei Fondi strutturali e dei fondi per lo sviluppo rurale nel Galles. Nel Galles, tutti i fondi europei rientrano nel medesimo dicastero, che fornisce assistenza per l'eventuale, ulteriore integrazione dei flussi di finanziamenti dell'UE. Il portale proposto dal WEFO fornirà un sistema centralizzato per tutte le organizzazioni pubbliche, private e del terziario per l'accesso alle informazioni sui possibili finanziamenti dell'UE.

L'utilizzo dei Fondi strutturali per il rafforzamento delle capacità, come leva per gli investimenti a favore della ricerca e dell'innovazione (per esempio il programma quadro dell'UE per la ricerca e l'innovazione, ex 7PQ, ora Orizzonte 2020) è già una realtà. Ciò rivela l'esistenza di sinergie tra i fondi compresi nell'RDC e altri programmi di finanziamento: tali sinergie dovrebbero essere sfruttate appieno per il conseguimento di obiettivi tematici complementari. Per esempio, i fondi compresi nell'RDC e in Orizzonte 2020 potrebbero essere entrambi applicabili ai progetti che mirano a "rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione". L'obiettivo incentrato sul miglioramento dell'utilizzo e della qualità delle TIC è un esempio di come il FSE potrebbe coordinarsi con il programma "Erasmus per tutti" per fornire finanziamenti, mentre i progetti orientati verso gli obiettivi tematici 5, 6 o 7, che riguardano la diminuzione delle emissioni di carbonio, il cambiamento climatico e l'ambiente, potrebbero attingere ai fondi compresi nell'RDC insieme al programma LIFE+ o NER300.

Infine, il relatore plaude agli ulteriori negoziati sul pacchetto legislativo della Commissione e alla discussione con la Commissione, i professionisti e i beneficiari regionali sui possibili meccanismi di armonizzazione dei fondi dell'Unione europea. Il relatore auspica che gli strumenti suggeriti dalla Commissione per incoraggiare maggiori sinergie tra i fondi siano successivamente sostenuti da meccanismi di attuazione concreti a livello regionale e locale.

PARERE della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (5.6.2012)

destinato alla commissione per lo sviluppo regionale

sull'ottimizzazione del ruolo dello sviluppo territoriale nell'ambito della politica di coesione
(2011/2312(INI))

Relatore per parere: Filiz Hakaeva Hyusmenova

SUGGERIMENTI

La commissione per l'occupazione e gli affari sociali invita la commissione per lo sviluppo regionale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  sottolinea il ruolo importante dell'occupazione e delle politiche sociali ai fini di uno sviluppo territoriale sostenibile ed equilibrato sotto il profilo sociale e il notevole contributo che esse possono apportare al fine di ridurre le disparità regionali e accrescere il benessere, assicurando nel contempo pari opportunità per tutti;

2.  ritiene che l'approccio territoriale rappresenti un meccanismo efficace per l'attuazione di politiche che promuovano la coesione economica, sociale e territoriale e che incoraggino lo sviluppo, un'occupazione sostenibile e dignitosa, l'istruzione, la riduzione della povertà e l'inclusione sociale, che costituiscono gli obiettivi chiave della strategia Europa 2020;

3.  sottolinea che la lotta alla povertà ha tra le sue componenti la lotta contro l'esclusione e che le regioni rurali a bassa densità demografica o con una popolazione in via d'invecchiamento devono far fronte a un'offerta insufficiente di servizi di assistenza sanitaria, che potrebbe essere compensata in una certa misura da una migliore accessibilità delle tecnologie a banda larga e dalla promozione della telemedicina;

4.  ritiene che l'approccio territoriale dovrebbe rivelarsi un meccanismo efficace per aiutare le PMI a creare nuovi posti di lavoro sostenibili e ad avviare o sviluppare programmi per la formazione professionale; reputa che attività imprenditoriali finalizzate a promuovere la crescita e l'occupazione e lo sfruttamento del potenziale possano funzionare al di là dei confini amministrativo-territoriali; invita gli Stati membri a migliorare le condizioni esistenti per i nuovi imprenditori, per poter sfruttare meglio l'elevato potenziale di creazione di nuovi posti di lavoro sostenibili che essi esprimono;

5.  ritiene che un approccio territoriale integrato per il FSE e gli altri fondi dell'Unione sia cruciale per l'attuazione del principio di sussidiarietà mediante una governance multilivello; sottolinea l'importanza di garantire in misura adeguata il rafforzamento della capacità, il coinvolgimento delle parti sociali e dei partner della società civile e la titolarità ai livelli locale, regionale e micro regionale, sia nei contesti urbani che in quelli rurali, anche attraverso una formazione alle procedure relative alla programmazione e all'assegnazione dei fondi e all'attuazione delle azioni nell'ambito della politica di coesione, nonché grazie a un accesso potenziato alle informazioni sulle modalità da seguire per utilizzare meglio le risorse dell'Unione europea destinati allo sviluppo regionale;

6.  sottolinea l'importanza di creare forti sinergie tra la politica di coesione e altre politiche dell'Unione europea, al fine di salvaguardare l'efficacia della politica di coesione nel far fronte alle attuali sfide sociali e occupazionali;

7.  sottolinea che, nell'ambito della progettazione e dell'attuazione della politica di coesione, è importante assicurare un giusto equilibrio tra il necessario controllo dell'impiego dei fondi e l'efficacia degli stessi;

8.  osserva che la cooperazione territoriale e le strategie macroregionali potrebbero essere strumenti utili per individuare e combattere le disparità regionali, ad esempio nel campo dell'accesso all'istruzione e all'occupazione, nonché per promuovere la convergenza tra le regioni europee;

9.  osserva forti divergenze sociali e in termini di occupazione tra le varie regioni e all'interno delle stesse, che non sempre possono essere rilevate dagli indicatori esistenti; ritiene che, nei casi in cui la povertà si concentra soprattutto a livello micro regionale, sia opportuno affrontarla tenendo conto di ciò; ritiene che i programmi debbano essere adattati alle esigenze regionali e subregionali e si debbano concentrare prioritariamente sulla risposta alle sfide specifiche che si presentano; è del parere che il FSE e gli altri fondi dell'Unione europea vadano visti come lo strumento principale per rispondere, a livello locale, alle esigenze nel campo dell'occupazione (in particolare l'occupazione giovanile), dell'accesso all'assistenza sanitaria, dell'inclusione sociale e della lotta contro la povertà;

10. ritiene che, per affrontare adeguatamente le disparità sociali ed economiche, sia importante che la programmazione tenga conto delle complementarietà tra interventi che si possono considerare rispettivamente "hard" (quelli del FESR, per esempio nell'ambito delle infrastrutture) e "soft" (per lo più quelli del FSE, ad esempio nell'ambito della formazione); reputa che le misure adeguate ai requisiti di concentrazione tematica debbano tenere conto di tali esigenze e consentire l'utilizzo di adeguate risorse complementari, in particolare nei settori dell'istruzione e dell'infrastruttura sanitaria;

11. chiede alla Commissione di precisare le procedure per l'assegnazione di risorse della politica di coesione alla lotta contro la disoccupazione giovanile e la povertà;

12. sottolinea che una risposta efficace a molti dei problemi esistenti nel settore dell'esclusione sociale e della povertà richiede un approccio mirato e differenziato, che deve tenere conto delle esigenze specifiche di un dato territorio (ad esempio le aree metropolitane o quelle rurali);

13. reputa essenziale che la politica di coesione abbracci tutto il territorio dell'Unione e sostiene quindi a tale titolo, la proposta della Commissione di creare una categoria di regioni intermedie, che contribuirà ad assicurare una risposta proporzionata e mirata alla situazione delle regioni in cui il PIL è in aumento ma anche delle regioni in cui esso è in calo;

14. ritiene che la mobilità volontaria dei lavoratori e dei neolaureati nell'Unione europea possa rappresentare una soluzione alle carenze di manodopera a livello regionale e locale, e incoraggia gli Stati membri e le regioni a fare un uso più efficace della mobilità al fine di promuovere lo sviluppo e la coesione territoriali;

15. considera essenziale coordinare le iniziative sostenute dal FSE ai diversi livelli politici, al fine di rendere possibile un approccio territoriale efficiente; reputa necessario, in particolare, creare un collegamento tra le strutture e i servizi scolastici e le esigenze del mercato del lavoro a livello locale;

16. reputa importante che i contratti di partenariato e i programmi operativi forniscano un'analisi esaustiva delle disparità delle situazioni sociali ed occupazionali e delle esigenze di sviluppo di determinate regioni, come pure delle strategie integrate che comportano finanziamenti ingenti nell'ottica di affrontare le specifiche esigenze regionali e locali delle aeree geografiche più colpite dalla disoccupazione, dalla povertà e dalla carenza di servizi di assistenza sanitaria, oppure dei gruppi a maggior rischio di discriminazione o di esclusione sociale; sottolinea che in tale contesto occorre dedicare un'attenzione particolare alle comunità emarginate;

17. ritiene che sia di primaria importanza favorire gli scambi di buone pratiche tra gli Stati membri nel contesto di una pianificazione di sviluppo territoriale di lungo periodo ben congegnata ed efficace e promuovere posti di lavoro dignitosi e sostenibili al fine di prevenire e combattere la povertà e la disoccupazione;

18. ritiene che i programmi e i progetti operativi debbano essere concepiti e attuati al livello opportuno e che sia necessario porre attenzione al ruolo delle città, delle aree geografiche funzionali e delle aree con problemi geografici o demografici specifici;

19. ricorda che è necessario un impegno volto ad assicurare un impiego e l'integrazione nel mercato del lavoro a quanti vivono nelle condizioni più sfavorevoli;

20. ritiene che la capacità istituzionale ai diversi livelli di intervento sia un elemento importante che garantisce il buon esito dell'applicazione dell'approccio territoriale;

21. invita gli Stati membri a garantire, in applicazione del principio del partenariato[1], un dialogo aperto, la consultazione e il coinvolgimento delle parti interessate, come le autorità locali, le parti sociali e le ONG, nel contesto della preparazione dei contratti di partenariato e di tutta la gamma dei programmi operativi, in particolare in settori quale l'ambiente, l'inclusione sociale, la parità di genere e le pari opportunità; ritiene che, ai fini di un utilizzo efficiente dell'approccio territoriale per le azioni finanziate dal FSE, sia essenziale creare un clima di fiducia reciproca e di cooperazione tra tutte le parti interessate di cui sopra;

22. ricorda l'importanza di favorire la creazione di piattaforme di coordinamento per i progetti innovativi che abbiano ottenuto risultati eccellenti nella lotta all'esclusione sociale e nel miglioramento dell'accesso ai servizi di assistenza sanitaria;

23. invita la Commissione a presentare un piano volto a favorire l'uso efficiente del FSE da parte degli Stati membri che si trovano ad affrontare le più severe difficoltà finanziarie;

24. invita gli Stati membri e la Commissione a elaborare opportune raccomandazioni intese a consolidare un approccio strategico basato sui risultati e su prove documentate, al fine di potenziare l'efficacia dell'attuazione della politica di coesione.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

31.5.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

39

1

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Heinz K. Becker, Jean-Luc Bennahmias, Phil Bennion, Pervenche Berès, Vilija Blinkevičiūtė, Philippe Boulland, Alejandro Cercas, Ole Christensen, Derek Roland Clark, Minodora Cliveti, Marije Cornelissen, Frédéric Daerden, Karima Delli, Sari Essayah, Richard Falbr, Thomas Händel, Marian Harkin, Nadja Hirsch, Ádám Kósa, Jean Lambert, Veronica Lope Fontagné, Olle Ludvigsson, Thomas Mann, Elisabeth Morin-Chartier, Csaba Őry, Konstantinos Poupakis, Elisabeth Schroedter, Joanna Katarzyna Skrzydlewska, Jutta Steinruck, Inês Cristina Zuber

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Tamás Deutsch, Filiz Hakaeva Hyusmenova, Iliana Malinova Iotova, Svetoslav Hristov Malinov, Ramona Nicole Mănescu, Anthea McIntyre, Jens Nilsson, Ria Oomen-Ruijten, Antigoni Papadopoulou, Evelyn Regner, Csaba Sógor

  • [1]  Documento di lavoro della Commissione "The partnership principle in the implementation of the Common Strategic Framework Funds - elements for a European Code of Conduct on Partnership" (Il principio del partenariato nell'utilizzo dei fondi del quadro strategico comune – elementi per un Codice europeo di condotta per il partenariato) (SWD(2012) 106 definitivo);

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

27.11.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

42

0

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

François Alfonsi, Luís Paulo Alves, Victor Boştinaru, John Bufton, Salvatore Caronna, Nikos Chrysogelos, Francesco De Angelis, Tamás Deutsch, Rosa Estaràs Ferragut, Danuta Maria Hübner, Filiz Hakaeva Hyusmenova, María Irigoyen Pérez, Seán Kelly, Mojca Kleva Kekuš, Constanze Angela Krehl, Petru Constantin Luhan, Ramona Nicole Mănescu, Vladimír Maňka, Iosif Matula, Erminia Mazzoni, Miroslav Mikolášik, Jens Nilsson, Jan Olbrycht, Younous Omarjee, Markus Pieper, Tomasz Piotr Poręba, Monika Smolková, Ewald Stadler, Georgios Stavrakakis, Nuno Teixeira, Lambert van Nistelrooij, Oldřich Vlasák, Kerstin Westphal, Hermann Winkler, Joachim Zeller

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Jan Březina, Andrea Cozzolino, Ivars Godmanis, Karin Kadenbach, Lena Kolarska-Bobińska, Heide Rühle, Vilja Savisaar-Toomast, Elisabeth Schroedter