RELAZIONE sulle misure specifiche nell'ambito della politica comune della pesca per potenziare il ruolo della donna

30.1.2014 - (2013/2150(INI))

Commissione per la pesca
Commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere
Relatori: Dolores García-Hierro Caraballo, Raül Romeva i Rueda
(Riunioni congiunte delle commissioni – articolo 51 del regolamento)

Procedura : 2013/2150(INI)
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A7-0070/2014
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A7-0070/2014
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulle misure specifiche nell'ambito della politica comune della pesca per potenziare il ruolo della donna

(2013/2150(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la normativa applicabile al Fondo europeo per la pesca (FEP), in particolare i regolamenti (CE) n. 2328/2003, n. 861/2006, n. 1198/2006 e n. 791/2007 del Consiglio, che definiscono norme dettagliate e condizioni per gli interventi strutturali comunitari nel settore della pesca[1],

–   vista la direttiva 2010/41/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2010, sull'applicazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne che esercitano un'attività autonoma e che abroga la direttiva 86/613/CEE del Consiglio[2],

–   vista la sua risoluzione legislativa del 6 febbraio 2013 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla politica comune della pesca[3],

–   vista la sua risoluzione legislativa del 12 settembre 2012 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'organizzazione comune dei mercati nel settore dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura[4],

–   vista la proposta avanzata dalla Commissione e le posizioni adottate dal Parlamento e dal Consiglio in merito al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (COM(2011)0804),

–   vista la proposta avanzata dalla Commissione e le posizioni adottate dal Parlamento e dal Consiglio sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce le regole di partecipazione e di diffusione nell'ambito del programma quadro di ricerca e di innovazione "Orizzonte 2020" (2014-2020)(COM(2011)0810),

–   vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni dal titolo "Strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015" (COM(2010)0491),

–   vista la sua risoluzione del 15 dicembre 2005 sulle reti di donne: pesca, agricoltura e diversificazione[5],

–   vista la sua risoluzione del 22 novembre 2012 sulla pesca costiera su piccola scala, la pesca artigianale e la riforma della politica comune della pesca[6],

–   vista la sua risoluzione del 22 novembre 2012 sulla dimensione esterna della politica comune della pesca[7],

–   vista la sua risoluzione del 12 settembre 2012 sulla riforma della politica comune della pesca – Comunicazione generale[8],

–   vista l'audizione sul tema "Donne e sviluppo sostenibile nel settore della pesca" organizzata dalla commissione per la pesca il 1° dicembre 2010,

–   vista l'audizione sul potenziamento del ruolo della donna nella pesca e nell'acquacoltura europee, svolta dalla commissione per la pesca e dalla commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere al Parlamento europeo il 14 ottobre 2013,

   visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–   viste le deliberazioni congiunte della commissione per la pesca e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere a norma dell'articolo 51 del regolamento,

–   vista la relazione della commissione per la pesca e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A7-0070/2014),

A. considerando che il lavoro svolto dalle donne nella pesca e nell'acquacoltura non è riconosciuto e, in generale, resta invisibile nonostante rappresenti un notevole valore aggiunto economico e concorra alla sostenibilità sociale, economica e ambientale di numerose località e regioni europee, specialmente nelle zone dipendenti dalla pesca;

B.  considerando che negli Stati membri il settore della pesca occupa oltre 100 000 donne, di cui il 4% opera nel settore estrattivo e con lavori legati all'attività dei pescherecci come la riparazione di reti, lo sbarco e la pulizia del pesce o il suo confezionamento, il 30% nell'acquacoltura – principalmente nella pesca artigianale di molluschi – e circa il 60% nell'industria di trasformazione;

C. considerando la gravosità dei compiti abitualmente svolti dalle donne nel settore della pesca e dell'acquacoltura, come la pesca artigianale di molluschi, la tradizionale vendita del pesce in modalità ambulante, con banchi, o nei negozi, la manutenzione e riparazione di reti da pesca, lo scarico e la classificazione del pesce, nonché il confezionamento in condizioni climatiche particolarmente avverse;

D. considerando che le statistiche sottovalutano ampiamente la realtà del lavoro femminile in alcuni di tali settori e che la crisi economica generalizzata e la disoccupazione elevata in alcuni Stati membri hanno contribuito ad accrescere ulteriormente le cifre in questione facendo aumentare la partecipazione delle donne alle attività del settore della pesca, con particolare riferimento alla pesca artigianale di molluschi, per integrare o addirittura assicurare il reddito familiare;

E.  riconoscendo il contributo apportato dalle donne alle attività connesse alla pesca e all'acquacoltura e, in particolare, a quelle legate alla creazione e alla riparazione di reti da pesca, allo scarico e alla classificazione del pesce, alla gestione dell'approvvigionamento di prodotti a bordo della nave, alla trasformazione, al confezionamento e alla commercializzazione del pesce nonché alla gestione delle imprese di pesca;

F.  considerando che il Parlamento europeo, al paragrafo 30 della sua risoluzione del 22 novembre 2012 sulla pesca costiera su piccola scala, la pesca artigianale e la riforma della politica comune della pesca, invita gli Stati membri a tenere in considerazione l'importanza del ruolo economico, sociale e culturale delle donne nell'industria della pesca affinché possano avere accesso ai benefici sociali e sottolinea che la partecipazione attiva delle donne nelle differenti attività relative alla pesca contribuisce, in primo luogo, alla difesa e alla sopravvivenza del settore della pesca e, in secondo luogo, alla difesa e alla sopravvivenza delle tradizioni e delle pratiche specifiche, nonché alla tutela della diversità culturale delle varie regioni;

G. considerando che il Parlamento europeo, nella sua risoluzione legislativa del 12 settembre 2012, chiede che sia incoraggiata la partecipazione delle donne alle organizzazioni di produttori del settore della pesca e dell'acquacoltura;

H. considerando che il Parlamento europeo, al paragrafo 31 della sua risoluzione del 22 novembre 2012 sulla pesca costiera su piccola scala, la pesca artigianale e la riforma della politica comune della pesca, chiede che i finanziamenti del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) siano impiegati per promuovere la partecipazione delle donne al settore della pesca, sostenere le associazioni di donne, incoraggiare la formazione professionale per le donne e migliorare il ruolo delle donne nella pesca, fornendo sostegno sia alle attività svolte a terra sia a quelle associate alla pesca (sia a monte sia a valle);

I.   considerando che il Parlamento europeo, al paragrafo 39 della sua risoluzione del 22 novembre 2012 sulla pesca costiera su piccola scala, la pesca artigianale e la riforma della politica comune della pesca, chiede alla Commissione e agli Stati membri di adottare provvedimenti al fine di garantire alle donne la parità salariale e altri diritti lavorativi, sociali ed economici, tra cui assicurazioni che coprano i rischi e misure destinate all'applicazione dei coefficienti riduttori per anticipare l'età pensionabile in ragione della natura usurante del lavoro (lavoro notturno, pericolo, orari stabiliti dal ritmo della produzione e dalle opportunità di pesca) cui sono esposte le donne che lavorano nel settore della pesca, nonché il riconoscimento delle patologie specifiche come malattie professionali;

J.   riconoscendo che le statistiche relative alla forza lavoro – e in special modo quelle relative alla sua distribuzione per genere in talune attività, ad esempio nella pesca artigianale o su piccola scala, nell'acquacoltura estensiva e nelle attività correlate – restano in secondo piano rispetto alle statistiche inerenti alle catture, agli sbarchi, al tonnellaggio ecc.;

K. considerando che i dati statistici dell'UE e degli Stati membri relativamente alla forza lavoro impiegata nella pesca, nell'acquacoltura e nei settori connessi sono incompleti, non armonizzati né ripartiti in base a indicatori consentirebbero di valutare l'entità del contributo delle donne nei settori interessati;

L.  riconoscendo che, malgrado il lavoro realizzato dalle donne nel settore della pesca e dell'acquacoltura e il loro importante contributo economico, le donne non godono di una protezione sociale e lavorativa adeguata, né di uno status professionale e lavorativo appropriato;

M. riconoscendo che le donne subiscono una discriminazione economica nel settore della pesca e percepiscono una retribuzione inferiore agli uomini per lo svolgimento delle stesse mansioni;

N. riconoscendo che il lavoro svolto dalle donne nel settore della pesca spesso non gode di riconoscimento giuridico e non beneficia di una protezione sociale consona ai rischi e alle patologie sanitarie specifiche e tipiche delle attività in questione;

O. considerando che il Parlamento europeo, al paragrafo 42 della sua risoluzione del 22 novembre 2012 sulla pesca costiera su piccola scala, la pesca artigianale e la riforma della politica comune della pesca, chiede alla Commissione e agli Stati membri l'adozione di misure volte a promuovere un maggiore riconoscimento, a livello sia giuridico che sociale, del lavoro delle donne impiegate nel settore della pesca, onde garantire che le donne che lavorano a tempo pieno o parziale per imprese familiari o che assistono il coniuge – contribuendo così al proprio sostentamento economico e a quello della propria famiglia – ricevano un riconoscimento giuridico o prestazioni sociali equivalenti a quelle di cui godono i lavoratori autonomi, in particolare applicando la direttiva 2010/41/UE, e che siano assicurati i loro diritti sociali ed economici, tra cui la parità salariale, i sussidi di disoccupazione in caso di perdita (temporanea o definitiva) del lavoro, il diritto a una pensione, la conciliazione tra vita professionale e familiare, l'accesso al congedo di maternità, alla previdenza sociale e a servizi sanitari gratuiti, la tutela della salute e della sicurezza sul posto di lavoro e un'assicurazione contro i rischi in mare;

P.  considerando che il Parlamento europeo, nella sua risoluzione del 12 settembre 2012, si esprime in merito alla necessità di accordare al ruolo delle donne nel settore della pesca un maggiore riconoscimento dal punto di vista giuridico, sociale e retributivo, e di riconoscere alle donne gli stessi diritti degli uomini, come pure di riconoscere de facto alle consorti e alle compagne dei pescatori impegnate in aziende familiari uno status giuridico e prestazioni sociali equivalenti a quelli di cui godono i lavoratori autonomi;

1.  invita la Commissione a promuovere uno specifico programma statistico sulle regioni dipendenti dalla pesca, prestando una particolare attenzione alla pesca costiera artigianale, ai metodi di pesca tradizionali e ai canali specifici di commercializzazione, come pure al lavoro e alle condizioni sociali e lavorative delle pescatrici di molluschi, delle donne incaricate della riparazione delle reti e delle lavoratrici artigianali occupate nella pesca e nelle attività connesse, al fine di valutare le esigenze specifiche del lavoro delle donne e migliorare il riconoscimento sociale dei mestieri di cui sopra, che sono estremamente duri;

2.  reputa necessario migliorare la raccolta e l'analisi dei dati statistici relativi all'occupazione nel settore della pesca suddivisi per sesso, tipo di attività e tipologia dei contratti di lavoro (autonomo, dipendente, a tempo parziale, a tempo pieno, occasionale), in modo che sia possibile giungere a una stima del contributo delle donne al settore della pesca e dell'acquacoltura;

3.  invita la Commissione a far sì che la raccolta dei dati suddivisi per genere sia estesa all'ambito delle catture e che siano introdotti nuovi indicatori come l'età, il livello di istruzione e formazione professionale e l'attività del coniuge o del partner;

4.  reputa necessario stabilire definizioni chiare in merito agli indicatori statistici utilizzati per la raccolta dei dati sull'occupazione della forza lavoro nell'ambito della pesca, dell'acquacoltura e dei settori connessi; ritiene altresì necessario elaborare un insieme armonizzato di indicatori statistici a livello dell'UE e invita, pertanto, gli Stati membri a fornire a tempo debito dati completi conformemente a tali indicatori;

5.  invita la Commissione e il Consiglio a riconoscere, da un punto di vista giuridico e sociale, il ruolo svolto dalle donne nel settore della pesca e dell'acquacoltura, come pure nello sviluppo sostenibile delle zone dipendenti dalla pesca, al fine di eliminare tutti gli ostacoli economici, amministrativi e sociali che rendono più difficile la partecipazione delle donne in condizioni di parità;

6.  invita la Commissione e il Consiglio a incoraggiare gli Stati membri a regolamentare e riconoscere come malattie professionali le lesioni alle articolazioni o alla spina dorsale o le malattie reumatiche causate dalle dure condizioni meteorologiche nelle quali devono lavorare le pescatrici di molluschi, le donne incaricate della riparazione delle reti, le donne che operano nelle imprese di trasformazione, le pescatrici e le addette alla vendita, come pure le lesioni derivanti dal sollevamento di pesi eccessivi;

7.  invita la Commissione a riconoscere come il lavoro delle donne concorra al miglioramento della tracciabilità dei prodotti della pesca, il che contribuisce a sua volta all'educazione del consumatore e a garantire standard più elevati di qualità e di sicurezza dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura, ampliando così le opportunità economiche, gastronomiche e turistiche disponibili per le zone di pesca;

8.  auspica la creazione (nell'ambito del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e/o di altri strumenti) di specifici meccanismi di sostegno che possano essere attivati in caso di emergenza (catastrofi naturali) nonché meccanismi di compensazione finanziaria per sostenere i pescatori, le pescatrici e le loro famiglie durante i divieti temporanei dell'attività di pesca, soprattutto nelle zone in cui la pesca rappresenta l'unica fonte di reddito;

9.  reputa necessario favorire e sostenere finanziariamente l'associazionismo tra donne attraverso reti di donne a livello nazionale ed europeo, al fine di aumentare la visibilità delle donne nel settore della pesca, sensibilizzare la società in merito al contribuito delle donne all'attività di pesca, agevolare lo scambio di esperienze e consentire alle donne di comunicare le loro esigenze e rivendicazioni a vari livelli amministrativi, dalle autorità locali fino agli organismi europei;

10. invita la Commissione e gli Stati membri ad agevolare l'accesso ai finanziamenti per le organizzazioni femminili della pesca, dell'acquacoltura e nei settori connessi, consentendo loro di attuare le loro iniziative, consolidare le loro strutture organizzative e contattare altre organizzazioni di donne per scambiarsi esperienze e buone prassi;

11. reputa necessario promuovere e potenziare l'effettiva partecipazione delle donne agli organi di consultazione, ai consigli consultivi e agli organi decisionali, rappresentativi e regionali nonché alle associazioni professionali, garantendo la partecipazione delle donne al processo decisionale, sia nel settore pubblico sia in quello privato, a parità di condizioni con gli uomini;

Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) 2013-2020

12. constata che soltanto uno Stato membro si è avvalso delle opportunità offerte dall'asse 4 del Fondo europeo per la pesca per il finanziamento di progetti le cui beneficiarie sono donne e invita gli Stati membri ad approfittare delle opportunità offerte dal FEAMP al fine di:

•   applicare il principio delle pari di opportunità, tanto nell'elaborazione quanto nello sviluppo o nell'attuazione dei programmi operativi;

•   promuovere la partecipazione delle donne al settore della pesca, ripensando il settore e offrendo strutture idonee (ad esempio, spogliatoi sulle barche e nei porti);

•   sostenere le associazioni di donne e la loro organizzazione in reti (ad esempio le riparatrici di reti, le addette allo sbarco e alla pulizia del pesce o al suo confezionamento);

•   sostenere progetti volti a mitigare i problemi derivanti dalle condizioni di lavoro delle pescatrici artigianali di molluschi, tra cui misure atte a conciliare vita lavoro e famiglia;

•   sostenere progetti volti alla promozione, alla diversificazione e alla valorizzazione del ruolo svolto dalle donne nella pesca e nell'acquacoltura;

•   agevolare l'accesso delle donne e delle ragazze alla formazione, tramite il finanziamento di attività specifiche di istruzione e formazione professionale nonché il riconoscimento professionale della loro attività; a tal fine gli Stati membri dovrebbero avviare processi per il rilascio di certificati professionali ufficialmente riconosciuti e istituire centri di formazione per tali professioni generalmente svolte dalle donne nelle diverse comunità;

•   offrire alle ragazze migliori opportunità occupazionali e favorire la continuità tra le generazioni, in particolare tramite lo sviluppo di attività lavorative sostenibili per l'ambiente marino;

•   stimolare la formazione professionale, in special modo per le donne che lavorano nel settore della pesca e dell'acquacoltura, per aumentare le loro possibilità di accesso a posizioni dirigenziali e a posizioni qualificate tecniche e gestionali legate alla pesca in condizioni di parità salariale;

•   migliorare il ruolo delle donne nella pesca, sostenendo in particolare le attività a terra e le attività connesse alla pesca (tanto nella produzione quanto nella trasformazione, nella commercializzazione e nella vendita);

•   promuovere le iniziative imprenditoriali avviate dalle donne includendo, se del caso, la diversificazione economica di talune attività legate al settore della pesca, tra cui attività quali la museologia, le tradizioni culturali, l'artigianato, la gastronomia e la ristorazione;

•   promuovere le iniziative imprenditoriali in attività non legate alla pesca nelle zone costiere che abbiano registrato perdite di posti di lavoro a seguito dell'attuazione della riforma della pesca;

13. invita gli Stati membri a favorire canali di credito agevolato che consentano di aggirare gli ostacoli specifici incontrati dalle donne per il finanziamento dei progetti suscettibili di rientrare nei programmi nazionali nel quadro del FEAMP;

14. invita gli Stati membri a sostenere le iniziative imprenditoriali delle donne agevolando un sistema di microcredito vantaggioso e fornendo informazioni adeguate relativamente alle opportunità di finanziamento;

15. esorta gli Stati membri ad adottare misure volte a sviluppare e modernizzare le infrastrutture locali, diversificare le attività economiche e migliorare la qualità della vita nelle zone di pesca, in particolare in quelle che dipendono interamente dalla pesca, in modo da garantirne lo sviluppo sostenibile, contrastando nel contempo la povertà in generale e quella che colpisce donne e minori in particolare, e cercando di prevenire la violenza contro le donne e la violenza domestica;

16. ribadisce le posizioni adottate nel quadro della procedura relativa al programma quadro di ricerca e di innovazione "Orizzonte 2020" (2014-2020), a proposito dell'incoraggiamento alla partecipazione delle donne a tutte le ricerche, i progetti e le discipline scientifiche, con particolare riferimento alle donne che dedicano la propria attività professionale alla conoscenza dell'ambiente marino;

17. chiede agli Stati membri di:

•   riconoscere giuridicamente l'operato delle donne che contribuiscono economicamente all'unità familiare e delle donne che lo fanno mediante il loro lavoro, seppure non retribuito;

•   assicurare aiuti economici alle donne, concedendo loro sussidi di disoccupazione in caso di interruzione (temporanea o definitiva) del lavoro, il diritto a una pensione, la conciliazione tra la vita lavorativa e familiare, l'accesso al congedo di maternità (a prescindere dallo stato civile all'interno della coppia, sia essa sposata o legata da unione civile), alla previdenza sociale e a servizi sanitari gratuiti, nonché la protezione dai rischi cui sono esposte sul lavoro nel settore marittimo e della pesca;

18. considerando che il Parlamento europeo, al paragrafo 28 della sua risoluzione del 22 novembre 2012 sulla dimensione esterna della politica comune della pesca, chiede che l'UE sostenga, in seno all'OMC, la penalizzazione dei paesi responsabili di atti di discriminazione nei confronti delle donne e che, al paragrafo 45 della stessa risoluzione, chiede alla Commissione di garantire, in sede di negoziati relativi ad accordi di pesca, che lo Stato costiero destini una parte considerevole degli aiuti settoriali destinati allo sviluppo al riconoscimento, alla promozione e alla diversificazione del ruolo delle donne nel settore della pesca, assicurando inoltre l'applicazione del principio della parità di trattamento e di opportunità tra uomini e donne, in particolare per quanto attiene alla formazione e all'accesso ai finanziamenti e al credito;

19. invita la Commissione a garantire che la dimensione di genere europea sia rappresentata e garantita negli accordi di partenariato economico che interessano il settore della pesca;

Regolamento di base sulla politica comune della pesca

20. chiede agli Stati membri di vigilare sul raggiungimento degli obiettivi della nuova politica comune della pesca relativi all'accesso alle risorse alieutiche sulla base di criteri trasparenti di natura ambientale, sociale ed economica, tenendo conto dei principi della parità di trattamento e di opportunità tra uomini e donne;

21. invita gli Stati membri a riconoscere lo status lavorativo delle donne nei casi di interruzione temporanea dell'attività, compresi i fermi biologici;

22. chiede alla Commissione e agli Stati membri di vigilare sul rispetto della direttiva 2010/41/UE, onde consentire alle donne che lavorano a tempo pieno o parziale nelle imprese familiari o affiancano i loro coniugi o partner nel settore della pesca, contribuendo così al proprio sostentamento economico e a quello della famiglia, come pure alle donne che svolgono tale attività per il proprio sostentamento e non appartengono a nuclei familiari, di ottenere il riconoscimento legale e prestazioni sociali equivalenti a quelle dei lavoratori autonomi;

23. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi degli Stati membri.

MOTIVAZIONE

L'obiettivo della presente relazione è consolidare le conoscenze, le raccomandazioni e le iniziative della commissione per la pesca e della commissione per i diritti della donna riguardo al ruolo socioeconomico delle donne nel settore della pesca e dell'acquacoltura, nel quadro della riforma della politica comune della pesca.

Fra le azioni specifiche sviluppatesi negli ultimi anni in seno alla commissione per la pesca del Parlamento europeo in relazione al progresso della parità di genere nella politica comune della pesca figurano, fra l'altro, la risoluzione del Parlamento sulle reti di donne: pesca, agricoltura e diversificazione (2004/2263(INI)) della commissione per la pesca, il Fondo europeo per la pesca (2007-2013) e, nello specifico, l'audizione su "Donne e sviluppo sostenibile nel settore della pesca" organizzata nel 2010 dalla commissione per la pesca, durante la quale sono emerse con chiarezza le difficili condizioni che le donne affrontano nel mondo della pesca e la necessità di promuovere, in tutti gli aspetti della politica della pesca, la partecipazione delle donne.

Il 14 ottobre si è tenuta l'audizione congiunta della commissione per la pesca e della commissione per i diritti della donna sul potenziamento del ruolo della donna nella pesca e nell'acquicoltura europea, che ha analizzato la situazione delle donne nel settore della pesca, il loro ruolo nella creazione di nuove opportunità nelle comunità costiere, le novità nelle azioni di sostegno alla creazione di reti di donne e allo scambio di buone prassi, l'integrazione della dimensione di genere nelle diverse fasi di applicazione del Fondo europeo per la pesca, in particolare nel relativo asse 4, e le prospettive future nel quadro della riforma della politica comune della pesca.

In relazione alla riforma della politica comune della pesca in corso, è opportuno mettere in rilievo la relazione sulla pesca costiera su piccola scala, la pesca artigianale e la riforma della politica comune della pesca (2011/2292(INI)), che riunisce concetti assai importanti per il ruolo della donna nella pesca, correlati al miglioramento delle condizioni sociali e lavorative e al suo ruolo economico, sociale e culturale o alla comunicazione generale (2011/2290(INI)). Tale relazione poneva palesemente in luce la necessità di un maggiore riconoscimento giuridico e sociale, come pure l'importanza dell'operato delle donne nel settore della pesca e il loro ruolo nell'economia familiare, anche con riferimento alle coppie di fatto.

Nonostante l'importanza socioeconomica delle donne nel settore della pesca e dell'acquacoltura, è raro che si discuta concretamente del rispetto della parità di condizioni riguardo all'accesso delle donne ai lavori legati alla pesca nei piani, nei programmi e nelle normative del settore della pesca.

Il lavoro delle donne nella pesca e nelle attività correlate è spesso svolto in modo invisibile, a completamento del lavoro dei loro partner, in un contesto economico sempre più difficile per le imprese familiari. In questi casi non esiste salario fisso, né sono previste prestazioni sociali. A ciò si aggiunge il fatto che, per alcune donne, l'attività in questione rappresenta l'unico mezzo di sostentamento economico.

La scarsità e la mancanza di accessibilità delle informazioni statistiche relative al ruolo della donna nel mondo della pesca rappresentano un ostacolo significativo alla valutazione delle funzioni assolte e del contributo economico. Risulta difficile conoscere nei dettagli l'attuale situazione lavorativa delle donne nel settore della pesca e dell'acquacoltura, se i dati sono forniti senza differenziazione per genere o tipologia di attività lavorativa all'interno del settore della pesca e se l'attenzione è spostata sulla produzione.

La nuova politica comune della pesca dovrà contribuire alla protezione dell'ambiente marino e, in particolare, al conseguimento di un buono stato ecologico nel 2020, come stabilito dalla direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo del Consiglio che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino); ragion per cui occorre considerare il contributo delle donne lavoratrici nel settore della pesca artigianale, vista la loro importanza per il rispetto di tale direttiva mediante il loro lavoro rispettoso dell'ambiente marino.

Si deve anche tenere presente che le donne e i giovani sono i soggetti più colpiti in un'epoca di recessione o crisi economica come quella attuale e che sono i primi a veder diminuire le loro possibilità occupazionali, le loro retribuzioni e le loro condizioni di lavoro.

Esistono attualmente in Europa alcune associazioni e organizzazioni di donne nel settore della pesca, finalizzate alla difesa della parità dei loro diritti e alla prestazione di consulenze, che consentono alle donne di rimanere in contatto, ottenere un maggiore coordinamento e accedere agli aiuti. Nel 2008 esistevano nell'UE 18 organizzazioni attive a livello locale o regionale, quattro organizzazioni nazionali, una rete nazionale, tre reti transnazionali e una rete europea.

La rete di donne più vasta in Europa è AKTEA, i cui obiettivi sono, fra gli altri, rendere visibile il ruolo della donna nella pesca, nell'acquacoltura e nelle attività correlate nonché sensibilizzare al contributo delle donne nei settori in questione, alla partecipazione delle donne ai relativi processi decisionali, allo scambio di esperienze ecc.

La formazione è uno degli aspetti più importanti per lo sviluppo e la professionalizzazione di qualunque ambito lavorativo. Le mansioni svolte dalle donne nella pesca artigianale devono essere regolamentate mediante corsi ufficiali che promuovano la continuità del mestiere nella società. È da sottolineare anche la necessità di apprendere l'utilizzo di strumenti informatici per lo sviluppo delle attività delle aziende o dell'economia familiare più specifiche e inerenti alla gestione per quanto riguarda le donne del settore della pesca.

È attualmente pendente il futuro Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) per il periodo 2013-2020; si tratta del principale strumento di aiuto al finanziamento nel settore della pesca e dell'acquacoltura dell'Unione.

Nel quadro del suddetto nuovo FEAMP, gli Stati membri dovranno vigilare sull'accesso alla formazione permanente dei giovani e delle donne del settore della pesca, in vista della loro riqualificazione sul mercato del lavoro della pesca e per garantire la loro promozione e presenza in tutti gli organismi rappresentativi.

Essi dovranno inoltre assicurare aiuti alla promozione e al mantenimento di associazioni di donne nel settore della pesca e dell'acquacoltura che promuovano una maggiore presenza, fiducia e riconoscimento sociale delle donne.

È opportuno anche evidenziare l'importanza della partecipazione delle ricercatrici nel settore dell'ambiente marino, con particolare riferimento all'occupazione delle donne nel settore della pesca e allo stato delle risorse, elementi fondamentali per uno sfruttamento sostenibile di tale ambiente poiché prevengono i possibili effetti dei cambiamenti climatici.

All'articolo 79 del FEAMP sono menzionati come sovvenzionabili, fra l'altro, i tipi di operazioni legati alle analisi scientifiche e all'applicazione della PCP, i programmi nazionali pluriennali di campionatura, le campagne scientifiche di ricerca sul mare ecc. Conviene nondimeno sottolineare l'importanza del fatto che il nuovo FEAMP garantisca la raccolta e l'analisi continua di dati sull'occupazione delle donne nel settore della pesca e dell'acquacoltura, nonché il loro contributo socioeconomico a tale settore. Il rispetto di questo requisito contribuirebbe altresì al rispetto delle condizioni generali di cui all'allegato III del FEAMP, che prevede l'attuazione e l'applicazione efficaci di una strategia esplicita per la promozione della parità di genere, fra l'altro, mediante un sistema per la raccolta e l'analisi di dati e indicatori suddivisi in base al sesso e lo sviluppo di politiche di genere basate su dati concreti.

Il nuovo FEAMP dovrà inoltre promuovere gli aiuti a tutte le donne che hanno contribuito in modo invisibile con il loro lavoro all'economia familiare, a prescindere dal loro status di coniugi, coppie di fatto, ecc.

Il nuovo regolamento di base della politica comune della pesca definisce, all'articolo 2, i principi generali che devono governarla e, all'articolo 7, gli obiettivi per lo sfruttamento sostenibile delle risorse e delle misure volte a ridurre al minimo l'impatto negativo delle attività di pesca sulla biodiversità e sugli ecosistemi marini. Per raggiungere tali obiettivi è fondamentale valorizzare le attività svolte dalle pescatrici di molluschi, giacché esse sfruttano le risorse alieutiche in maniera sostenibile e nel rispetto delle popolazioni e della relativa rigenerazione, sapendo che, se oltrepassano i limiti di tale ambiente, non avranno in futuro risorse per svolgere il loro lavoro.

La nuova politica comune della pesca dovrà perseguire l'adempimento degli obiettivi relativi al principio di parità, al riconoscimento storico del ruolo socioeconomico della donna nel mondo della pesca, alla non discriminazione fondata sul genere, alle misure sociali e ai necessari aiuti per la disoccupazione, alla promozione della sua inclusione nei comitati e nei consigli consultivi – così come della sua partecipazione alle associazioni – nonché alla ricerca degli strumenti finanziari e delle necessarie misure sociali e agli aiuti alle lavoratrici per i periodi di fermo biologico.

Sintetizzando, risulta evidente che le esigenze delle donne che lavorano nel settore della pesca sono ancora numerose. Occorre regolarizzare le loro condizioni di lavoro equiparandole a quelle degli uomini, assicurare che le generazioni future siano attratte dalle condizioni di lavoro del settore e riconoscere l'apporto delle donne allo sviluppo sostenibile della pesca. A tale fine, è indispensabile che la riforma della politica comune della pesca getti le basi per ottenere gli aiuti, gli orientamenti, i piani e i programmi di formazione, come pure il riconoscimento e la parità di diritti necessari per un futuro migliore e stabile delle donne lavoratrici nel settore della pesca.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

23.1.2014

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

32

3

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

John Stuart Agnew, Kriton Arsenis, Edit Bauer, Alain Cadec, Marije Cornelissen, Edite Estrela, Carmen Fraga Estévez, Pat the Cope Gallagher, Dolores García-Hierro Caraballo, Iratxe García Pérez, Mikael Gustafsson, Mary Honeyball, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Isabella Lövin, Astrid Lulling, Gabriel Mato Adrover, Guido Milana, Elisabeth Morin-Chartier, Krisztina Morvai, Angelika Niebler, Siiri Oviir, Antonyia Parvanova, Maria do Céu Patrão Neves, Ulrike Rodust, Raül Romeva i Rueda, Joanna Senyszyn, Joanna Katarzyna Skrzydlewska, Struan Stevenson, Isabelle Thomas, Jarosław Leszek Wałęsa, Marina Yannakoudakis, Inês Cristina Zuber

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Izaskun Bilbao Barandica, Anne Delvaux, Iñaki Irazabalbeitia Fernández, Nicole Kiil-Nielsen, Christa Klaß, Antolín Sánchez Presedo, Angelika Werthmann

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Elisabetta Gardini, Anna Hedh