RELAZIONE sulla relazione annuale concernente le attività del Mediatore europeo nel 2013

9.12.2014 - (2014/2159(INI))

Commissione per le petizioni
Relatore: Jarosław Leszek Wałęsa
PR_INI_AnnOmbud


Procedura : 2014/2159(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A8-0058/2014
Testi presentati :
A8-0058/2014
Testi approvati :

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla relazione annuale concernente le attività del Mediatore europeo nel 2013

(2014/2159(INI))

Il Parlamento europeo,

–       vista la relazione annuale concernente le attività del Mediatore europeo nel 2013,

–       visto l'articolo 228 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–       visto l'articolo 43 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–       vista la decisione 94/262/CECA, CE, Euratom del Parlamento europeo del 9 marzo 1994 sullo statuto e le condizioni generali per l'esercizio delle funzioni del Mediatore[1],

–       visto il Codice europeo di buona condotta amministrativa approvato dal Parlamento europeo nel settembre 2001,

       visti i principi di trasparenza e integrità nel lobbismo, pubblicati dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE),

–       viste le sue precedenti risoluzioni sulle attività del Mediatore europeo,

–       visto l'articolo 220, paragrafo 2, frasi seconda e terza, del suo regolamento,

–       vista la relazione della commissione per le petizioni (A8-0058/2014),

A.     considerando che la relazione annuale concernente le attività del Mediatore europeo nel 2013 è stata ufficialmente presentata al Presidente del Parlamento europeo il 15 settembre 2014 e che il Mediatore europeo, sig.ra Emily O’Reilly, ha presentato la relazione alla commissione per le petizioni il 24 settembre 2014 a Bruxelles,

B.     considerando che l'articolo 24 del TFUE dispone che "Ogni cittadino dell'Unione può rivolgersi al Mediatore istituito conformemente all'articolo 228";

C.     considerando che l'articolo 228 del TFUE abilita il Mediatore europeo a ricevere denunce riguardanti casi di cattiva amministrazione nell'azione delle istituzioni, degli organi o degli organismi dell'Unione, salvo la Corte di giustizia dell'Unione europea nell'esercizio delle sue funzioni giurisdizionali;

D.     considerando che l'articolo 41 della Carta dei diritti fondamentali afferma: "Ogni persona ha diritto a che le questioni che la riguardano siano trattate in modo imparziale ed equo ed entro un termine ragionevole dalle istituzioni, organi e organismi dell'Unione";

E.     considerando che l'articolo 43 della Carta recita: "Ogni cittadino dell'Unione nonché ogni persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro ha il diritto di sottoporre al Mediatore europeo casi di cattiva amministrazione nell'azione delle istituzioni, organi o organismi dell’Unione, salvo la Corte di giustizia dell'Unione europea nell'esercizio delle sue funzioni giurisdizionali";

F.     considerando che tale definizione non limita la fattispecie della cattiva amministrazione ai casi in cui la norma o il principio violati sono giuridicamente vincolanti; che i principi di buona amministrazione vanno oltre quanto stabilito dal diritto; che, secondo il primo Mediatore europeo, "[S]i ha cattiva amministrazione quando un organismo pubblico non opera conformemente a una norma o a un principio per esso vincolante"; che ciò richiede che le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'UE non solo rispettino i loro obblighi giuridici, ma siano anche improntati a una cultura del servizio e assicurino che i cittadini siano trattati nel modo opportuno e godano appieno dei loro diritti;

G.     considerando che la nozione di buona amministrazione dovrebbe essere estesa al concetto di migliore amministrazione, intesa come processo costante di miglioramento continuo;

H.     considerando che la principale priorità del Mediatore europeo è garantire che i diritti dei cittadini siano pienamente rispettati e che il diritto a una buona amministrazione rifletta i più elevati standard, come ci si aspetta dalle istituzioni, dagli organi o dagli organismi dell'Unione; che il Mediatore europeo svolge un ruolo essenziale nell'aiutare le istituzioni dell'UE a diventare più trasparenti, efficaci e vicine ai cittadini, rafforzando così la fiducia dei cittadini nell'Unione;

I.      considerando che Emily O’Reilly è stata eletta Mediatore europeo dal Parlamento europeo nella seduta plenaria del 3 luglio 2013 e ha prestato giuramento il 30 settembre 2013;

J.      considerando che 23 245 cittadini nel 2013 hanno chiesto aiuto ai servizi del Mediatore; che, con riferimento ai suddetti, 19 418 cittadini hanno ricevuto consigli attraverso la guida interattiva sul sito web del Mediatore mentre 1 407 richieste sono state trasmesse per ricevere informazioni; che 2 420 richieste sono state registrate come denunce (2 442 nel 2012); che il Mediatore ha dato seguito a 2 354 denunce ricevute nel 2013;

K.     considerando che è importante che il Mediatore fornisca informazioni più dettagliate sui tipi di formato delle denunce, così che sia possibile effettuare confronti nel corso degli anni tra le denunce ricevute in formato elettronico attraverso il sito web interattivo del Mediatore e le denunce ricevute offline;

L.     considerando che nel 2013 il Mediatore ha avviato 350 indagini (465 nel 2012) tra cui 341 sono state avviate in base a una denuncia e 9 sono state indagini di propria iniziativa;

M.    considerando che nel 2013 il Mediatore ha archiviato 461 indagini (390 nel 2012), di cui 441 sulla base di denunce e 20 di propria iniziativa; che, per quanto attiene alle indagini completate, 340 (77,1%) sono state presentate da singoli cittadini e 101 (22,9%) da imprese, associazioni o altre entità giuridiche;

N.     considerando che le indagini completate nel 2013 riguardavano richieste di informazioni e accesso a documenti (25,6%), il ruolo della Commissione come custode dei trattati (19,1%), questioni istituzionali e politiche (17,6%), l'amministrazione e gli statuti dei funzionari (16,5%), i concorsi e le procedure di selezione (14,8%), l'aggiudicazione di appalti o sovvenzioni (9,5%) e l'esecuzione di contratti (7,4%);

O.     considerando che, per quanto riguarda le indagini avviate dal Mediatore nel 2013, si possono identificare i seguenti temi chiave: la trasparenza all'interno delle istituzioni dell'UE, le questioni etiche, la partecipazione dei cittadini nel processo decisionale dell'UE, i progetti e programmi finanziati dall'UE, i diritti fondamentali e la cultura del servizio;

P.     considerando che le questioni sollevate più di frequente nel settore della trasparenza riguardano il negato accesso ai documenti o alle informazioni da parte delle istituzioni, le riunioni a porte chiuse e la poca chiarezza nella nomina dei membri dei gruppi di esperti dell'UE; che l'accesso del pubblico ai documenti è uno dei diritti garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'UE;

Q.     considerando che il Mediatore lavora a stretto contatto con le varie reti, la più importante delle quali è la Rete europea dei difensori civici, che comprende 94 uffici in 35 paesi europei; che le denunce che esulano dal mandato del Mediatore si riferiscono al membro della rete più idoneo a gestire il caso; che il 52,5% delle denunce ricevute è stato trasferito ad altri membri della Rete;

R.     considerando che la commissione per le petizioni del Parlamento è membro a pieno titolo della Rete europea dei difensori civici; che nel 2013 il Mediatore ha deferito 51 casi a tale commissione; che 178 casi sono stati deferiti alla Commissione e 503 ad altre istituzioni e organi;

S.     considerando che il Mediatore collabora anche con altre organizzazioni internazionali, come l'ONU; che il Mediatore, il Parlamento, la Commissione, e l'Agenzia per i diritti fondamentali (FRA) e il Forum europeo della disabilità (EDF) formano insieme il quadro UE ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CDPD); che tale quadro ha il compito di proteggere, promuovere e monitorare l'attuazione della Convenzione a livello delle istituzioni dell'UE;

T.     considerando che la relazione annuale del 2013 non contiene dati precisi sulla percentuale di denunce che rientravano nel mandato del Mediatore o ne esulavano; che è essenziale in futuro includere cifre concrete in tutte le relazioni annuali, in modo da poter fare confronti tra anni e distinguere facilmente le tendenze in materia di (in)ammissibilità delle denunce; che, stando a tale relazione, su 100 denunce tipiche ricevute, 68 non rientravano nel mandato del Mediatore e sono state trasferite ai difensori civici nazionali o regionali, trasmesse alla commissione per le petizioni del Parlamento, o deferite ad altri organismi di gestione delle denunce, come la Commissione europea, SOLVIT, Your Europa Advice o i Centri europei dei consumatori; che è necessario disporre di una procedura di follow-up e di informazioni sulle denunce trasferite ad altre istituzioni o ad altri organi, così da garantire che gli affari dei cittadini siano trattati in maniera imparziale ed equa ed entro un termine ragionevole;

U.     considerando che su 100 denunce tipiche ricevute, solo 32 rientrano nel mandato del Mediatore; che 17 delle suddette non portano a un'indagine (9 sono considerate inammissibili e 8 risultano ammissibili ma non si ritiene che contengano motivi sufficienti per avviare un'indagine); che, su 100 denunce tipiche ricevute, 15 hanno dato luogo ad un'indagine; che 4 di queste sono state risolte durante l'indagine, 4 hanno portato a risultanze di cattiva amministrazione, 1 a una risultanza di cattiva amministrazione e 6 sono state considerate prive di motivi per svolgere ulteriori indagini;

V.     considerando che l'80% (40 casi) delle indagini in cui è stata ravvisata la cattiva amministrazione sono state chiuse con osservazioni critiche indirizzate all'istituzione interessata e il 18% (9 casi) sono state chiuse con progetti di raccomandazione, totalmente o parzialmente accettati dall'istituzione; che in un caso (2%) il Mediatore ha elaborato una "Relazione speciale del Mediatore europeo sull'indagine di propria iniziativa OI/5/2012/BEH-MHZ relativa a Frontex"; che il numero di relazioni speciali presentate dal Mediatore europeo è pari a circa una relazione all'anno;

W.    considerando che l'elaborazione di una relazione speciale rappresenta l'extrema ratio per il Mediatore per trattare casi di cattiva amministrazione che riguardano le istituzioni, gli organi o gli organismi dell'Unione; che il Mediatore dovrebbe avvalersi ulteriormente dei suoi poteri politici e sviluppare gli strumenti di cui dispone;

X.     considerando che la conformità con le proposte del Mediatore nel 2012 era dell'80%; che la Commissione, che rappresenta la più alta percentuale di indagini del Mediatore, ha avuto un tasso di conformità dell'84%; che ogni anno il Mediatore pubblica un resoconto completo sul modo in cui le Istituzioni dell'UE hanno risposto alle proposte del Mediatore per il miglioramento dell'amministrazione dell'UE; che il tasso di non conformità del 20% relativo alle proposte del Mediatore costituisce una grave minaccia che potrebbe tradursi in un'ulteriore erosione della fiducia dei cittadini nell'efficacia delle istituzioni dell'UE;

Y.     considerando che la Commissione europea è l'istituzione in merito alla quale il Mediatore riceve il maggior numero di denunce; che una delle indagini concluse nel 2013 ha riguardato i documenti concernenti la clausola di esenzione dalla Carta dei diritti fondamentali dell'UE per il Regno Unito;

Z.     considerando che la durata media delle indagini nei casi archiviati dal Mediatore nel 2013 è stata di 13 mesi; che il 22% dei casi è stato chiuso entro 3 mesi, il 37% in un arco di tempo dai 3 ai 12 mesi, il 14% in un arco di tempo dai 12 ai 18 mesi e il 27% dopo più di 18 mesi;

AA.  considerando che il bilancio del Mediatore nel 2013 è stato pari a EUR 9 731 371 e che l'organigramma del Mediatore comprende 67 posti; che il mantenimento di sufficienti risorse umane e di bilancio è essenziale per garantire l'efficienza dei servizi del Mediatore e una rapida risposta alle denunce dei cittadini;

AB.  considerando che Emily O'Reilly è stata la prima donna eletta alla posizione di Mediatore europeo;

1.      approva la relazione annuale per il 2013 presentata dal Mediatore europeo; si congratula con Emily O'Reilly per la sua prima relazione annuale come Mediatore e si compiace del suo approccio volto a mantenere i buoni rapporti di lavoro e la positiva cooperazione con il Parlamento, in particolare con la sua commissione per le petizioni; riconosce che il 2013 è stato un anno di transizione e che una gran parte della relazione annuale riguarda il lavoro del Professor Nikiforos Diamandouros, Mediatore europeo uscente, e rende omaggio alla sua eredità;

2.      si impegna a ripristinare la prassi del Parlamento di invitare il Mediatore in Aula immediatamente dopo la sua elezione;

3.      esprime il suo pieno appoggio al fine ultimo dichiarato del nuovo Mediatore, che è quello di contribuire a rafforzare le strutture e le istituzioni di responsabilità e trasparenza a livello europeo, così da promuovere una buona amministrazione per ogni cittadino e residente dell'UE, e di migliorare la qualità della democrazia nell'Unione; ribadisce che il Mediatore europeo riveste un ruolo cruciale nel dare seguito alle preoccupazioni dei cittadini e nel contribuire a colmare la distanza che li separa dalle istituzioni dell'UE;

4.      sottolinea l'importanza dei media sociali come canale per le comunicazioni e incoraggia gli uffici del Mediatore ad avvalersi maggiormente di questi media per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle attività del Mediatore e promuovere i diritti dei cittadini dell'UE; ritiene, tuttavia, che l'ulteriore digitalizzazione dei servizi del Mediatore non dovrebbe portare all'esclusione dei cittadini che non hanno accesso a Internet o che non possono utilizzarlo; invita il Mediatore a prestare particolare attenzione alle necessità di questi cittadini in modo da garantire parità di accesso a ogni cittadino dell'UE, che potrà così avvalersi appieno dei servizi del Mediatore;

5.      rileva che la relazione annuale del Mediatore è stata modificata per il 2013 e che, oltre alla versione stampa tradizionale, una versione interattiva scaricabile è ora disponibile anche in formato e-book; rileva che la relazione è stata suddivisa in due parti, una parte costituita da un testo di riferimento di facile lettura e che stabilisce i fatti e le cifre più importanti sull'attività del Mediatore nel 2013, e l'altra contenente un resoconto approfondito di casi chiave oggetto di indagine del Mediatore nel 2013[2];

6.      elogia questo nuovo approccio da parte del Mediatore, che è stato adottato per rispecchiare il suo desiderio di rendere la sua istituzione il più possibile di facile accesso e utilizzo; incoraggia le parti interessate a leggere la sezione dedicata alle indagini approfondite intitolata "La buona amministrazione nella pratica: le decisioni del Mediatore europeo del 2013" e a prendere a cuore le considerazioni e le raccomandazioni del Mediatore;

7.      rileva che, come nel 2013, lo Stato membro con il maggior numero di denunce era la Spagna (416), seguita dalla Germania (269), dalla Polonia (248) e dal Belgio (153); rileva che per quanto riguarda le indagini avviate per Stato membro, il Belgio (53) è in testa, seguito dalla Germania (40), dall'Italia (39), e dalla Spagna (34);

8.      osserva che le questioni relative alla trasparenza ancora una volta sono in cima alla lista di indagini archiviate (64,3%), il che rappresenta un incremento rispetto al 2012 (52,7%); osserva che gli altri temi chiave nelle denunce sono stati le questioni etiche, la partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell'UE, i progetti finanziati dall'UE, i diritti fondamentali e la cultura del servizio;

9.      ritiene che la trasparenza, l'apertura, l'accesso alle informazioni, il rispetto dei diritti dei cittadini ed elevati standard etici siano essenziali per creare e conservare la fiducia nella funzione pubblica europea tra i cittadini e i residenti e le istituzioni; sottolinea che la fiducia tra i cittadini e i residenti e le istituzioni è essenziale nel contesto della difficile congiuntura economica attuale; concorda con il Mediatore che la trasparenza è una pietra miliare di una democrazia avanzata, nella misura in cui consente di esaminare le attività delle autorità pubbliche, valutare le loro prestazioni e chiamarle a rendere conto delle loro azioni; concorda ugualmente che l'apertura e l'accesso del pubblico ai documenti costituiscono una parte essenziale del sistema di pesi e contrappesi istituzionali; riconosce il diritto dei cittadini alla privacy e alla protezione dei dati personali;

10.    constata che le raccomandazioni e le osservazioni critiche non sono giuridicamente vincolanti ma sottolinea che, ciononostante, le istituzioni dell'UE possono avvalersene come un'opportunità per risolvere un problema, trarre insegnamenti per il futuro ed evitare che si ripresentino casi analoghi di cattiva amministrazione; esorta tutte le istituzioni, gli organi e organismi dell'Unione a cooperare pienamente con il Mediatore e ad assicurare il pieno rispetto delle sue raccomandazioni, nonché a sfruttare appieno le sue osservazioni critiche; ricorda che la Carta dei diritti fondamentali include il diritto a una buona amministrazione come diritto fondamentale dei cittadini dell'Unione europea (articolo 41);

11.    rileva che la maggior parte delle indagini condotte dal Mediatore nel corso dell'anno passato (64,3%) ha riguardato la Commissione europea; riconosce che la Commissione è l'istituzione le cui decisioni hanno conseguenze dirette sui cittadini, sulle organizzazioni della società civile e sulle imprese; comprende che la Commissione sia pertanto il principale oggetto del controllo pubblico; rileva, tuttavia, con preoccupazione che la quota di denunce relative alla Commissione è aumentata rispetto al 2012 quando era del 52,7 %; esorta il Mediatore a esaminare le ragioni alla base di tale incremento, così da contribuire a migliorare l'amministrazione della Commissione e rafforzare quindi la credibilità delle istituzioni dell'UE nel loro insieme; esorta la nuova Commissione a intraprendere azioni rapide e a migliorare le sue prestazioni allo scopo di ridurre il numero di denunce che la riguardano;

12.    rileva con preoccupazione che la percentuale di denunce relative agli organismi dell'UE è quasi raddoppiata, dal 12,5 % nel 2012 al 24 % nel 2013; suggerisce che il Mediatore indichi se questo aumento è imputabile a una maggiore sensibilizzazione sulle procedure di denuncia od è stato causato da altri fattori, come l'eventuale non conformità degli organismi dell'UE con le raccomandazioni del Mediatore europeo degli anni precedenti; incoraggia il Mediatore a monitorare gli sviluppi negli organismi e a riferire in tempo utile; sostiene i piani del Mediatore per raggiungere i vari organismi al fine di porre in rilievo l'importanza di una buona amministrazione, una buona gestione delle denunce e una cultura del servizio;

13.    è lieto di constatare che la percentuale di denunce riguardanti l'Ufficio europeo di selezione del personale (EPSO) è più che dimezzata nel 2013, scendendo dal 16,8% nel 2012 al 7,1% nel 2013; è altrettanto lieto che la percentuale di denunce contro il Parlamento europeo sia diminuita dal 5,2% nel 2012 al 4,3% nel 2013; riconosce il lavoro del Mediatore e dell'EPSO nel ridurre il numero di denunce contro tale organismo;

14.    rileva che nel 2013 il Mediatore ha pubblicato una nuova versione del Codice europeo di buona condotta amministrativa; invita tutte le istituzioni a rispettare e applicare pienamente tale codice; invita la nuova Commissione ad adottare norme e principi comuni vincolanti sulla procedura amministrativa dell'amministrazione dell'UE e, in particolare, a presentare un progetto di regolamento a tal fine; ricorda che l'articolo 41 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea stabilisce che "Ogni persona ha diritto a che le questioni che la riguardano siano trattate in modo imparziale ed equo ed entro un termine ragionevole dalle istituzioni, organi e organismi dell'Unione";

15.    incoraggia tutte le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'UE a migliorare le loro prestazioni accrescendo il loro impegno per una buona amministrazione e per principi di una cultura del servizio ai cittadini; li invita ad assistere il Mediatore rispondendo rapidamente alle sue richieste di informazioni e a collaborare con lei più strettamente per ridurre i tempi delle indagini relative alle denunce; accorda il suo sostegno al Mediatore negli sforzi che esplica per accelerare ulteriormente il processo di indagine e ridurre i tempi di risposta per il trattamento delle denunce in uno spirito di servizio rapido e appropriato nei confronti dei cittadini che esercitano i loro diritti;

16.    osserva che la conformità generale con le raccomandazioni del Mediatore si attesta all'80% nel 2012, in leggero calo rispetto all'82% nel 2011; sostiene il Mediatore nella sua ambizione di migliorare il tasso di conformità; esorta la Commissione, in particolare, ad esplicare tutti gli sforzi possibili per migliorare il suo tasso di conformità; esprime preoccupazione per il 20% del tasso di non conformità ed esorta le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'Unione a rispondere e a reagire entro tempi ragionevoli alle osservazioni critiche del Mediatore e a compiere tutti gli sforzi necessari per migliorare il tasso di follow-up grazie alla rapida attuazione delle raccomandazioni e osservazioni critiche del Mediatore; attende con interesse le informazioni specifiche che saranno fornite nella prossima relazione annuale del Mediatore sulla conformità nel 2013;

17.    rileva che il Mediatore ha riscontrato una cattiva amministrazione nel 10,8% delle indagini chiuse nel 2013 e che nell'80% di questi casi ha formulato un'osservazione critica all'istituzione interessata; rileva che nel 18% dei casi di cattiva amministrazione, i progetti di raccomandazione del Mediatore sono stati accettati completamente o parzialmente dalle istituzioni;

18.    rileva che il Mediatore ha presentato una relazione speciale al Parlamento, il cui soggetto era l'assenza di un meccanismo nell'agenzia Frontex per trattare le denunce sulle violazioni dei diritti fondamentali derivanti dal suo lavoro; ha fiducia che tale relazione speciale sarà oggetto di una relazione redatta dalla sua commissione per le petizioni in collaborazione con la sua commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni;

19.    incoraggia il Mediatore ad approfondire le sue relazioni e la cooperazione con le varie reti, in particolare la Rete europea dei difensori civici e il quadro ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità; ricorda la richiesta del Parlamento nella relazione annuale del 2012 della commissione per le petizioni volta all'istituzione, da parte del Parlamento, di una rete che comprenda le commissioni per le petizioni negli Stati membri, che potrebbe essere complementare alla Rete europea dei difensori civici;

20.    ricorda che la sua commissione per le petizioni è un membro a pieno titolo di entrambe le reti di cui sopra; rileva che nel 2013 il Mediatore ha deferito 51 denunce alla commissione;

21.    prende atto della nuova strategia del Mediatore "Verso il 2019", che comprende tre pilastri principali indicati dai termini "Impatto, Pertinenza e Visibilità"; comprende che il Mediatore intenda avere un impatto maggiore conducendo indagini strategiche a livello di problemi sistemici, che intenda rafforzare il suo ruolo contribuendo alle discussioni chiave dell'UE e che intenda aumentare la sua visibilità migliorando la sua apertura verso le parti interessate e attirando l ' attenzione sui casi importanti;

22.    esorta il Mediatore a dare seguito ai suoi sforzi volti a migliorare i canali di comunicazione e a trarre insegnamento dalle attività svolte nel quadro dell'Anno europeo dei cittadini 2013 come pure a migliorare la fornitura di informazioni ai cittadini europei così che questi conoscano i servizi del Mediatore e il suo ambito di competenza;

23.    ribadisce l'importanza dell'iniziativa dei cittadini europei quale nuovo strumento che consente la partecipazione diretta dei cittadini al processo decisionale durante l'elaborazione della legislazione europea;

24.    accoglie con favore una serie di importanti indagini che il Mediatore ha avviato, come le indagini in materia di trasparenza nei negoziati per un partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP), la segnalazione di illeciti da parte di dipendenti nelle istituzioni dell'UE, la trasparenza nei gruppi di esperti della Commissione, i casi della cosiddetta "porta girevole" , i diritti fondamentali della politica di coesione e l'iniziativa dei cittadini europei; attende con interesse le risultanze di tali indagini;

25.    plaude alla decisione del Consiglio dell'Unione europea di pubblicare le direttive negoziali dell'UE sui negoziati in corso sul TTIP tra l'UE e gli USA; plaude altresì alla decisione della Commissione di pubblicare altri testi negoziali dell'UE e consentire un accesso più ampio ad altri documenti nel quadro dei negoziati del TTIP; ritiene che il fatto di controllare attentamente la trasparenza nei negoziati TTIP abbia rafforzato il ruolo del Mediatore come guardiano della trasparenza dell'UE; appoggia l'appello del Mediatore per un approccio politico trasparente e una campagna di informazione sul TTIP, che devono essere adottati dalle istituzioni europee; si impegna a seguire i risultati della consultazione sulla trasparenza per quanto riguarda il TTIP, tra l'altro esaminando le petizioni ricevute sulla questione, in particolare tenendo conto dell'impatto potenziale del TTIP e di altri negoziati commerciali sulla vita dei cittadini europei;

26.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione e la relazione della commissione per le petizioni al Consiglio, alla Commissione, al Mediatore europeo, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e ai loro difensori civici o agli organi competenti analoghi.

  • [1]  GU L 113 del 4.5.1994, pag. 15.
  • [2]  http://www.ombudsman.europa.eu/en/activities/annualreports.faces

MOTIVAZIONE

Il Mediatore europeo, Emily O’Reilly, è stato eletto dal Parlamento europeo il 3 luglio 2013 e ha prestato giuramento di fronte alla Corte di giustizia europea il 30 settembre. La relazione annuale 2013 del Mediatore copre pertanto solo una parte del lavoro dell'istituzione del Mediatore sotto la sua guida. Gran parte della relazione riguarda quindi l'opera del suo predecessore Nikiforos Diamandouros. Il Mediatore ha presentato la sua relazione annuale al Presidente del Parlamento europeo il 15 settembre e alla commissione per le petizioni il 24 settembre 2014.

La relazione annuale è stata modificata per rispecchiare il desiderio di rendere l'istituzione del Mediatore il più possibile di facile accesso e utilizzo. La relazione è stata suddivisa in due parti. Una parte è una pubblicazione stampata o scaricabile (anche in formato e-book (EPUB)), che contiene i principali fatti e cifre sulle attività del Mediatore nel 2013. L'altra parte contiene un esame dettagliato dei casi chiave trattati dal Mediatore nel 2013 ed è intitolata "Buona amministrazione nella pratica: le decisioni del Mediatore europeo nel 2013"[1]. Purtroppo, questa pubblicazione è disponibile solo in inglese, il che limita pertanto il ventaglio dei lettori.

Nel 2013 il Mediatore ha registrato un contatto con 23 245 cittadini che hanno fatto appello ai suoi servizi attraverso il portale del Mediatore. La grande maggioranza di questi cittadini (19 418) è stata aiutata fornendo consigli online attraverso la guida interattiva sul sito web del Mediatore. Il resto era costituito da richieste di informazioni (1 407) a cui i servizi del Mediatore hanno fornito risposte, o da denunce (2 420) che sono state registrate.

La relazione annuale 2013 non contiene le cifre esatte sulla percentuale di denunce che rientra nel mandato del Mediatore o che ne esula. Oltre alla descrizione della vita di 100 denunce tipiche, sarebbe essenziale includere anche i dati concreti in tutte le relazioni annuali, in modo da poter fare un raffronto tra anni diversi e poter percepire facilmente le tendenze relative all'inammissibilità delle denunce.

Il Mediatore ha avviato 341 indagini basate su denunce e 9 indagini di propria iniziativa e ha archiviato 441 indagini basate su denunce e 20 indagini di propria iniziativa. Le principali fonti di denuncia sono stati i singoli cittadini (340) e le imprese, le associazioni e altre entità giuridiche (101).

Per quanto riguarda l'origine nazionale delle denunce, la Spagna è in cima alla lista (416), seguita dalla Germania (269), dalla Polonia (248) e dal Belgio (153). Il fatto che molte denunce provengano da uno Stato membro non significa necessariamente che un numero proporzionalmente equivalente di indagini venga avviato. Ad esempio, i dati per il 2013 mostrano che in relazione alle 153 denunce del Belgio sono state avviate 53 indagini mentre le 416 denunce della Spagna hanno portato all'apertura di solo 34 indagini.

Sulle 350 indagini avviate dal Mediatore, 225 (64,3%) hanno riguardato la Commissione europea, 84 (24%) gli organismi dell'UE, 28 (8%) altri organismi, 25 (7,1%) l'Ufficio europeo di selezione del personale (EPSO), 15 (4,3%) il Parlamento europeo, 14 (4%) il Servizio europeo per l'azione esterna e 10 (2,9%) la Banca europea per gli investimenti. Poiché la Commissione è la principale istituzione dell'Unione europea le cui decisioni hanno conseguenze dirette sui cittadini, è logico che tale organismo sia il principale oggetto delle denunce da parte dei cittadini.

Il cambiamento più notevole in questa lista rispetto al 2012 è il fatto che l'EPSO, che occupava il secondo posto nel 2012, è ora al quarto posto. L'EPSO ha visto il numero di denunce che la riguardano scendere da 78 (16,8%) nel 2012 a 25 (7,1%) nel 2013.

Per quanto riguarda l'oggetto delle indagini archiviate dal Mediatore, le richieste di informazioni e l'accesso a documenti sono in testa (118%), seguite dalla Commissione in veste di custode dei trattati (88%), dalle questioni istituzionali e politiche (81%), dall'amministrazione e dagli statuti dei funzionari (76%), dalle procedure di concorso e di selezione (68%), dall'aggiudicazione di appalti o sovvenzioni (44%) e dall'esecuzione di contratti (34%).

Nel 2013 il Mediatore ha agito relativamente a 2 354 denunce ricevute. In 1 359 casi i suoi servizi hanno dato consigli o deferito il caso (per esempio a un membro della Rete europea di difensori civici o alla commissione per le petizioni), in 654 casi il denunciante è stato informato che non avrebbe potuto ricevere altri consigli e in 341 casi è stata avviata un'indagine.

I temi chiave nei casi trattati nel 2013 sono stati la trasparenza (per esempio, l'accesso ai documenti), le questioni etiche (per esempio, la cosiddetta questione delle "porte girevoli" e la questione del conflitto d'interessi), la partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell'UE (per esempio, l'iniziativa europea dei cittadini), progetti e programmi finanziati dall'UE (per esempio, pagamenti in ritardo e problemi con le gare d'appalto), i diritti fondamentali (per esempio, il caso di un dipendente che ha segnalato illeciti per quanto riguarda l'Agenzia per i diritti fondamentali) e la cultura del servizio (per esempio, i ritardi eccessivi o l'inazione delle istituzioni)[2].

Le istituzioni sono vincolate dal trattato a svolgere la loro attività nel modo più trasparente possibile, al fine di promuovere la buona governance e garantire la partecipazione della società civile. L'articolo 15, paragrafo 3 del TFUE e l'articolo 42 della Carta dei diritti fondamentali prevedono un diritto di accesso ai documenti delle istituzioni. Questo diritto è attualmente attuato nel regolamento (CE) 1049/2001.

Su 118 indagini (25,6%) archiviate dal Mediatore nel 2013, la questione oggetto di denuncia è stata risolta dall'istituzione interessata o è stata concordata una soluzione amichevole. In 202 casi (43,8%) non era giustificata alcuna indagine ulteriore. In 120 casi (26%) non è stata riscontrata alcuna cattiva amministrazione e in 50 casi (10,8%) si è riscontrata una cattiva amministrazione. In 19 casi (4,1%) sono state adottate altre misure[3].

La definizione del Mediatore di cattiva amministrazione, sottoscritta dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea, è la seguente: "Si ha cattiva amministrazione quando un organismo pubblico non opera conformemente a una norma o a un principio per esso vincolante". Per le istituzioni ciò implica il rispetto dello Stato di diritto, dei principi di buona amministrazione e dei diritti fondamentali.

Qualora possibile, il Mediatore cerca di giungere a un risultato positivo operando per una soluzione amichevole soddisfacente per entrambi, denunciante e istituzione interessata. Se, tuttavia, non è possibile raggiungere una soluzione amichevole il Mediatore chiude il caso con un'osservazione critica o emette un progetto di raccomandazione.

Si emette l'osservazione critica quando l'istituzione non è più in grado di eliminare il caso di cattiva amministrazione, la cattiva amministrazione non ha implicazioni generali o non è necessario un seguito da parte del Mediatore. Il Mediatore può anche emettere un'osservazione critica, quando ritiene che un progetto di raccomandazione non sarebbe efficace o nei casi in cui l'istituzione interessata non accetti un progetto di raccomandazione, ma il caso di cattiva amministrazione non giustifichi l'elaborazione di una relazione speciale per il Parlamento. L'osservazione critica, tuttavia, funge da conferma per il denunciante che la sua denuncia era giustificata e indica chiaramente all'istituzione interessata dove ha agito in modo errato, cosicché possa evitare tale azione in futuro.

Un'osservazione ulteriore è uno strumento che il Mediatore utilizza quando nel trattare un caso individua un'opportunità di migliorare la qualità dell'amministrazione. Le osservazioni ulteriori da parte del Mediatore non sono destinate a criticare l'istituzione interessata, ma vanno considerate come guida e consigli su come l'istituzione potrebbe migliorare la qualità dei propri servizi.

Un progetto di raccomandazione è emesso nei casi in cui l'istituzione interessata possa eliminare un caso di cattiva amministrazione o nei casi in cui la cattiva amministrazione sia grave o abbia implicazioni generali. Nel caso di un progetto di raccomandazione l'istituzione interessata è tenuta a norma del trattato ad inviare un parere circostanziato al Mediatore entro tre mesi.

Se un'istituzione, un organo o un'istituzione dell'UE non riesce a rispondere in maniera soddisfacente a un progetto di raccomandazione il Mediatore può redigere e inviare una relazione speciale al Parlamento europeo. La relazione speciale è lo strumento di ultima istanza del Mediatore e costituisce l'ultimo passo del Mediatore nel trattare un caso di denuncia. A questo punto spetta al Parlamento decidere in merito ad ulteriori iniziative, ad esempio se elaborare una risoluzione. Le relazioni speciali sono presentate alla commissione per le petizioni, che è responsabile per le relazioni con il Mediatore.

Nel 2013 il Mediatore ha emesso osservazioni critiche alle istituzioni in 40 casi. In 9 casi (18%) sono stati elaborati progetti di raccomandazione accolti dall'istituzione in toto o in parte. In un caso, il Mediatore ha redatto una relazione speciale[4].

Il Mediatore europeo collabora strettamente con le sue controparti negli Stati membri. La collaborazione si esplica nel quadro della Rete europea dei difensori civici, che conta oltre 94 uffici in 35 paesi europei. Essa comprende i difensori civici nazionali e regionali, le commissioni per le petizioni e gli organi corrispondenti degli Stati membri dell'Unione europea, i paesi candidati all'adesione all'UE, e altri paesi dello Spazio economico europeo e/o lo spazio Schengen. La commissione per le petizioni è membro della Rete.

Ad anni alterni, la Rete organizza seminari per i difensori civici nazionali e regionali. Il Mediatore europeo e il Mediatore d'Irlanda (l'attuale Mediatore europeo) hanno organizzato congiuntamente il 9° seminario nazionale della Rete. Il seminario si è svolto a Dublino dal 15 al 17 settembre 2013.

L'articolo 33, paragrafo 2 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità prevede l'istituzione di un quadro dell'UE incaricato di promuovere, proteggere e monitorare l'attuazione della Convenzione. Il Mediatore europeo, la commissione per le petizioni del Parlamento e la sua commissione per l'occupazione e gli affari sociali, l'Agenzia per i diritti fondamentali, la Commissione europea e il Forum europeo sulla disabilità sono tutti membri della Convenzione.

Il compito del Mediatore europeo è quello di proteggere i diritti delle persone con disabilità e garantire che l'amministrazione dell'UE sia consapevole delle sue responsabilità riguardo a tali diritti. I cittadini che ritengono che un'istituzione dell'UE non agisca conformemente alla CDPD hanno il diritto di rivolgersi al Mediatore per porvi rimedio. Nei primi mesi del 2014 un esperto nazionale distaccato è entrato nella squadra del Mediatore per fornire assistenza nel definire il programma di lavoro sulla disabilità e nel ricercare i modi per raggiungere meglio i cittadini e il personale dell'UE in modo da informarli sui loro diritti ed obblighi nel quadro della CDPD.

Il Mediatore incontra regolarmente membri e funzionari delle istituzioni dell'UE per discutere modi di migliorare la qualità dell'amministrazione, per sottolineare l'importanza di una buona gestione delle denunce e per garantire un adeguato follow-up alle sue raccomandazioni e relazioni. Al fine di promuovere una cultura del servizio nell'amministrazione dell'UE, il Mediatore nel 2013 ha pubblicato una nuova versione del Codice europeo di buona condotta amministrativa.

Il bilancio del Mediatore è una sezione indipendente del bilancio dell'UE. Il bilancio 2013 del Mediatore ammontava a EUR 9 731 371 e l'organigramma dell'istituzione comprende 67 posti.

Alla presentazione della sua relazione annuale alla commissione per le petizioni il Mediatore ha delineato la sua nuova strategia "Verso il 2019". La strategia si fonda su tre concetti principali: Impatto, Pertinenza e Visibilità. In base a tali concetti, il Mediatore si propone di condurre indagini più strategiche su problemi sistemici (Impatto), di rafforzare il ruolo del Mediatore contribuendo attivamente alle discussioni chiave dell'UE (Pertinenza), e di aumentare la visibilità della sua istituzione migliorando la sua apertura verso le parti interessate e ponendo in rilievo e attirando l'attenzione del pubblico sui casi importanti (Visibilità). Al fine di migliorare la trasparenza, è consigliabile avviare indagini di interesse pubblico rilevante. Pertanto, l'attenta osservazione dei negoziati per il partenariato transatlantico su commercio ed investimenti rafforzerebbe il ruolo del Mediatore come "custode della trasparenza dell'UE".

  • [1]  Tali pubblicazioni sono disponibili sul sito web del Mediatore: www.ombudsman.europa.eu
  • [2]  Si possono trovare analisi dettagliate di casi chiave nel 2013 nella pubblicazione "Buona amministrazione nella pratica: Le decisioni del Mediatore europeo nel 2013", disponibile sul sito web del Mediatore europeo: www.ombudsman.europa.eu
  • [3]  Nota: In alcuni casi il Mediatore ha archiviato indagini fondandosi su due o più motivi. Pertanto le percentuali ammontano a più del 100%.
  • [4]  Relazione speciale del Mediatore europeo nell'indagine di propria iniziativa OI/5/2012/BEH-MHZ relativa a Frontex, disponibile sul sito web del Mediatore europeo www.ombudsman.europa.eu .

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

2.12.2014

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

23

0

3

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Marina Albiol Guzmán, Margrete Auken, Beatriz Becerra Basterrechea, Heinz K. Becker, Soledad Cabezón Ruiz, Pál Csáky, Rosa Estaràs Ferragut, Eleonora Evi, Daniel Hannan, Peter Jahr, Rikke Karlsson, Jude Kirton-Darling, Svetoslav Hristov Malinov, Edouard Martin, Roberta Metsola, Marlene Mizzi, Julia Pitera, Gabriele Preuß, Sofia Sakorafa, Yana Toom, Jarosław Wałęsa, Cecilia Wikström

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Demetris Papadakis, Ángela Vallina, Rainer Wieland

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Klaus Buchner, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska