RELAZIONE sul finanziamento della politica di sicurezza e di difesa comune

21.4.2015 - (2014/2258(INI))

Commissione per gli affari esteri
Commissione per i bilanci
Relatori: Eduard Kukan, Indrek Tarand
(Riunioni congiunte delle commissioni – articolo 55 del regolamento)

Procedura : 2014/2258(INI)
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A8-0136/2015
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A8-0136/2015
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul finanziamento della politica di sicurezza e di difesa comune

(2014/2258(INI))

Il Parlamento europeo,

–       visto il titolo V del trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare gli articoli 21, 24, 41, 42, 43, 44, 45 e 46,

–       visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–       visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020[1],

–       visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria[2],

–       visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002[3] del Consiglio e le sue successive modifiche,

–       vista la relazione speciale n. 18/2012 della Corte dei conti europea dal titolo "Assistenza dell'Unione europea al Kosovo in relazione allo stato di diritto",

–       viste le conclusioni del Consiglio europeo del 18 dicembre 2013,

–       viste le conclusioni del Consiglio sulla politica di sicurezza e di difesa comune del 25 novembre 2013 e 18 novembre 2014,

–       vista la relazione di avanzamento in data 7 luglio 2014 del vicepresidente/alto rappresentante (VP/HR) e capo dell'Agenzia europea di difesa, sull'attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2013,

–       viste la comunicazione congiunta del VP/HR e della Commissione dal titolo "Approccio globale dell'UE ai conflitti e alle crisi esterne" e le relative conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2014,

       viste la relazione annuale 2014 e la relazione finanziaria 2013 dell'Agenzia europea di difesa,

–       vista la sua risoluzione del 3 aprile 2014 sull'approccio globale dell'UE e le sue implicazioni sulla coerenza dell'azione esterna dell'Unione[4],

–       visti le conclusioni della Presidenza adottate dal Consiglio europeo di Helsinki dell'11 dicembre 1999 (obiettivo primario 2003) e l'obiettivo primario 2010, approvato dal Consiglio il 17 maggio 2004,

–       visto l'obiettivo primario civile 2010 approvato dalla Conferenza ministeriale sul miglioramento delle capacità civili di cui ha preso atto il Consiglio affari generali e relazioni esterne in data 19 novembre 2007,

–       visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–       viste le deliberazioni comuni della commissione per gli affari esteri e della commissione per i bilanci ai sensi dell'articolo 55 del regolamento,

–       vista la relazione della commissione per gli affari esteri e della commissione per i bilanci (A8-0136/2015),

A.     considerando che l'ambiente di sicurezza sempre più impegnativo dentro e fuori l'Unione, caratterizzato da nuovi rischi e minacce ai quali nessuno Stato membro può far fronte da solo, richiede un rafforzamento della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) per renderla uno strumento strategico più efficace e un'autentica garanzia di sicurezza dei cittadini dell'Unione europea e promozione degli interessi e dei valori europei; che l'Unione deve rafforzare la sicurezza alle proprie frontiere esterne;

B.     considerando che i tagli di bilancio della spesa per la difesa e gli attuali doppioni richiedono un ripensamento del finanziamento delle missioni e delle operazioni PSDC utilizzando le dotazioni finanziarie in modo migliore e più efficiente sotto il profilo dei costi, prevedendo comunque un controllo democratico adeguato a livello di istituzioni dell'Unione su tutte le missioni e le operazioni, siano esse civili o militari;

C.     considerando che il Consiglio europeo del dicembre 2013 ha deciso di esaminare gli aspetti finanziari delle missioni e delle operazioni dell'UE, tra cui la revisione del meccanismo Athena, al fine di garantire procedure e norme che consentano all'Unione di essere più rapida, flessibile ed efficiente nell'impiego di missioni civili e operazioni militari dell'UE;

D.     considerando che, secondo quanto disposto dal trattato di Lisbona, l'alto rappresentante dell'Unione europea è anche vicepresidente della Commissione nonché capo dell'Agenzia europea di difesa e presiede inoltre il Consiglio Affari esteri dell'Unione europea; che, in base all'articolo 45 TUE, l'Agenzia europea di difesa "svolge i suoi compiti in collegamento con la Commissione, se necessario";

1.      rileva che l'UE e i suoi Stati membri sono grandi finanziatori delle varie operazioni di pace e di gestione delle crisi in tutto il mondo, mentre le missioni civili e le operazioni militari PSDC rappresentano solo una infima parte di tutto il finanziamento; riconosce l'importanza degli interventi PSDC ai fini del conseguimento della pace, incoraggiando comunque gli Stati membri ad assumere una posizione più determinata in materia di prevenzione dei conflitti, ricostruzione postbellica e mantenimento di una pace sostenibile nelle aree funestate da conflitti; deplora la natura assai modesta degli interventi PSDC, soprattutto quelli militari, che consistono principalmente in missioni di addestramento militare di piccola entità, anziché in sostanziali contributi europei al mantenimento e al rispetto della pace; è convinto che l'UE non possa permettersi di concentrarsi esclusivamente sugli strumenti del dopo-crisi o di accompagnamento dall'uscita dalla crisi, ma debba invece essere in grado di intervenire sull'intero spettro della gestione della crisi;

2.      invita il VP/HR e gli Stati membri a liberare il pieno potenziale del trattato di Lisbona, in particolare il suo articolo 44 sulla realizzazione di una missione PSDC da parte di un gruppo di Stati membri, e l'articolo 46 sulla cooperazione strutturata permanente per quanto riguarda un utilizzo più rapido e flessibile delle missioni e operazioni PSDC;

3.      rileva con preoccupazione che, nonostante un bilancio combinato annuale per la difesa pari a circa 190 miliardi di EUR, gli Stati membri non sono ancora in grado di rispondere agli obiettivi primari di Helsinki del 1999; ricorda gli ambiziosi obiettivi primari civili stabiliti dall'UE; chiede che l'UE venga rafforzata nell'ambito della NATO in quanto autentico attore di difesa e deplora la mancanza di una chiara dottrina militare che renda operative le mansioni elencate all'articolo 43 TUE (le "Missioni di Petersberg" ampliate); raccomanda vivamente un coordinamento e una cooperazione di sicurezza e difesa più stretti nell'ambito della NATO tra gli Stati membri e a livello UE, e in particolare una concentrazione e condivisione di risorse, capacità e mezzi; invita la Commissione a effettuare in via d'urgenza un'analisi in materia di sfide ed esigenze in materia di sicurezza e di difesa;

4.      rileva che il livello di finanziamento delle missioni civili PSDC a titolo del capitolo del bilancio UE dedicato alla PESC è diminuito negli anni scorsi e dovrebbe stabilizzarsi nell'ambito del quadro finanziario pluriennale 2014-2020; deplora che le missioni civili siano state interessate dalla carenza generalizzata di stanziamenti di pagamento, obbligando la Commissione a rimandare il pagamento di 22 milioni di EUR al 2015 come misura di mitigazione; si compiace tuttavia del fatto che siano stati identificati come possibili economie circa 16 milioni di EUR, il che consentirà di finanziare ulteriori missioni se dovesse presentarsi la necessità nel prossimo futuro;

Iniziative di risparmio dei costi e di incremento dell'efficienza

5.      accoglie con favore le misure concrete e le soluzioni pragmatiche introdotte recentemente dalla Commissione nell'ambito dell'attuale quadro delle norme finanziarie volte ad abbreviare le procedure finanziarie relative alle missioni civili PSDC; deplora tuttavia i ritardi ancora significativi nell'approvvigionamento di attrezzature e servizi essenziali alle missioni PSDC nel quadro della PESC, che sono dovuti in parte al processo spesso lento di adozione delle decisioni da parte del Consiglio, ma anche a una certa mancanza di un approccio consolidato all'applicazione delle norme finanziarie alle missioni PSDC, nonché al conseguente effetto negativo sul funzionamento e il personale delle missioni nonché potenzialmente sulla sicurezza delle missioni;

6.      esorta la Commissione ad attenuare queste carenze elaborando un modello specifico per le norme finanziarie in materia di missioni civili PSDC e adattando le attuali linee direttrici alle loro esigenze, al fine di agevolare il rapido, flessibile e più efficiente svolgimento delle missioni, garantendo ad un tempo una sana gestione finanziaria delle risorse UE e un'adeguata tutela degli interessi finanziari dell'Unione; è del parere che il bilancio debba essere delegato al comandante delle operazioni civili, analogamente a quanto è avvenuto per i capi delle delegazioni UE;

7.      chiede alla Commissione e agli Stati membri di effettuare una valutazione annuale dei costi globali delle politiche di sicurezza e difesa che comprenda in particolare una presentazione trasparente delle procedure di appalto onde permettere in futuro una gestione più efficace del bilancio destinato al settore;

8.      incoraggia vivamente l'istituzione di un Centro servizi condivisi (CSC), unitamente ad un sistema integrato di gestione delle risorse (SIGR), quale strumento per migliorare la rapidità d'impiego nonché l'efficienza economica delle missioni civili; deplora che, ad oggi, tale iniziativa sia finita in un punto morto; rileva che è attualmente all'esame una piattaforma di sostegno alle missioni, ma invita la Commissione e il SEAE a compiere ulteriori passi verso l'istituzione di un autentico CSC;

9.      ritiene che occorra alleviare i cronici vincoli del bilancio amministrativo del SEAE/della Capacità civile di pianificazione e condotta, visto che la dotazione finanziaria annuale rimane troppo ridotta per rispondere a tutte le mansioni di pianificazione, condotta e supporto, soprattutto nel momento in cui siano lanciate quasi contemporaneamente più missioni;

10.    ritiene che il magazzino permanente PSDC che serve attualmente solo le nuove missioni civili PSDC, debba essere rapidamente migliorato ampliandone la portata onde includere le missioni attuali, migliorando la disponibilità dell'attrezzatura immagazzinata e ampliando altresì la varietà della necessaria attrezzatura; propone che il magazzino PSDC sia gestito dal futuro CSC;

11.    sottolinea la necessità di un adeguato organico delle missioni, in linea con i vari impegni assunti dagli Stati membri al riguardo (ad esempio l'Obiettivo primario civile 2010 o il Piano pluriennale di sviluppo delle capacità civili); deplora tuttavia le difficoltà incontrate per assumere e mantenere un organico sufficiente di personale qualificato per le missioni PSDC; incoraggia il diffuso utilizzo di squadre di risposta civile (SRC) di rapido impiego, che incrementerebbero la capacità di reazione rapida dell'UE, agevolerebbero una rapida costituzione delle missioni e contribuirebbero all'efficacia della propria risposta di gestione della crisi;

12.    deplora l'opacità e i costi elevati che caratterizzano il processo di selezione delle imprese private scelte per garantire la sicurezza del personale delle missioni civili PSDC; chiede che sia istituito un contratto quadro in materia di sicurezza specifico per le missioni civili PSDC, al fine di ottenere una riduzione delle tariffe applicate dalle imprese di sicurezza privata e rendere il processo di selezione più trasparente;

è convinto che le imprese europee dovrebbero avere la priorità in tale contesto;

Coerenza e complementarità

13.    ritiene che la PSDC sia parte di una più ampia dimensione esterna PESC e dell'azione esterna dell'UE in generale nonché della dimensione interna delle politiche in materia di mercato comune e delle politiche in materia di industria, spazio, ricerca e sviluppo; ritiene fermamente che occorrerebbe garantire coerenza e complementarità tra i vari strumenti, in modo da ottenere economie di scala e massimizzare l'impatto della spesa UE; è convinto che l'UE abbia più strumenti e potenziale di influenza rispetto a qualsiasi altra istituzione sovranazionale, visto che la sua politica di sicurezza e difesa può essere rafforzata da un approccio globale con altri tipi di strumenti e meccanismi di finanziamento UE; ritiene pertanto che le risorse della PESC dovrebbero essere utilizzate in modo più intelligente, in particolare grazie al miglioramento del coordinamento tra gli strumenti della PSDC e i vari programmi di finanziamento dell'Unione gestiti dalla Commissione;

14.    chiede, ove opportuno, migliori sinergie militare/civile e in particolare che se ne tenga conto sin dall'inizio del processo di pianificazione, soprattutto nei settori dei locali, dei servizi medici, della logistica, dei trasporti e della sicurezza delle missioni, pur rispettando le varie catene di comando e distinguendo chiaramente tra natura, obiettivi e modalità di funzionamento delle missioni civili e delle operazioni militari;

15.    sottolinea i potenziali risparmi che deriverebbero dalla promozione delle sinergie a livello di Unione nel settore militare, anche per quanto riguarda il trasporto, la formazione e l'assistenza medica; evidenzia il ruolo dell'Agenzia europea di difesa nella sua missione di promozione dell'interoperabilità e delle sinergie nelle attrezzature di difesa e nelle capacità di impiego tra gli Stati membri dell'Unione, ma deplora vivamente il fatto che, pur avendo il VP/HR alla sua testa, essa rimanga sotto l'autorità del Consiglio e sia interamente finanziata al di fuori del bilancio dell'Unione, sfuggendo così al controllo democratico europeo;

16.    accoglie con favore la revisione delle procedure di gestione delle crisi (PGC) adottata nel 2013, in quanto ha comportato miglioramenti nella pianificazione e nel lancio delle missioni PSDC; sottolinea tuttavia che occorre fare di più per superare i persistenti compartimenti che separano le varie parti del meccanismo della politica estera UE;

17.    invita la Commissione a istituire procedure finanziarie permanenti per la cooperazione tra la Commissione, il SEAE, l'AED, l'ESA e gli Stati membri nei settori della PSDC e delle politiche in materia di mercato comune, industria, spazio, ricerca e sviluppo; invita la Commissione e il Consiglio a stabilire norme finanziarie permanenti per legare gli attori dell'Unione dei settori della sicurezza interna (ad esempio Frontex, Europol, ENISA) a quelli della difesa esterna (ad esempio, AED, SEAE);

18.    si compiace dell'attuazione di un progetto pilota sulla ricerca nel settore della PSDC, realizzato congiuntamente dalla Commissione europea e dall'AED, come proposto dal Parlamento nel bilancio 2015 ai fini della realizzazione degli obiettivi e del bilancio dell'Unione da parte dell'Agenzia; deplora, a tale proposito, che la Commissione non abbia fornito al Parlamento una valutazione del potenziale dell'articolo 185 TFUE, come richiesto nella sua risoluzione del 21 novembre 2013 sulla base industriale e tecnologica di difesa europea (2013/2125(INI));

19.    accoglie con favore la tabella di marcia della Commissione per l'attuazione della comunicazione sul settore europeo della sicurezza e della difesa, approvata il 24 giugno 2014; invita al riguardo la Commissione a esporre, in una valutazione delle parti in causa, in che modi i potenziali beneficiari e le amministrazioni nazionali e regionali siano pronti a servirsi delle misure di cui trattasi (ESIF, FESR, FSE, INTERREG V); deplora a tal proposito che le proposte della Commissione potrebbero essere giunte troppo tardi per influire sull'attribuzione delle risorse in corso da parte delle amministrazioni nazionali e regionali o ridistribuire i finanziamenti UE a favore di una più forte base industriale e tecnologica della difesa europea (BITDE);

20.    invita la Commissione, vista la sua competenza a rafforzare la BITDE, a presentare una proposta che chiarisca come un impatto negativo delle misure restrittive messe in atto dal Consiglio sulla base dell'articolo 215 TFUE sulle esportazioni delle industrie europee di difesa e sicurezza possa essere compensato dal bilancio UE o attenuato da attività di mercato non distorsive;

21.    accoglie con favore l'iniziativa "Train & Equip" (addestra ed equipaggia) che garantirebbe lo sviluppo di capacità dei partner nel quadro di una strategia di transizione o di uscita, agevolando il finanziamento di varie forme di hardware e di attrezzature non letali destinate alle forze di sicurezza e di difesa di paesi terzi; è favorevole a un approccio comune del SEAE e della Commissione in materia; sostiene la creazione di cellule di progetto, all'interno delle quali potrebbero contribuire gli Stati membri o i paesi terzi interessati e che aiuterebbero a garantire una reazione rapida e l'accettazione del fabbisogno in termini di sicurezza per i paesi ospiti grazie alla fornitura di un sostegno a tali progetti; ritiene che il ricorso a tali cellule di progetto dovrebbe essere sistematico;

22.    si compiace delle proposte della Commissione volte al miglioramento dell'attuazione della direttiva 2009/81/CE (relativa agli appalti pubblici) e della direttiva 2009/43/CE (relativa ai trasferimenti di prodotti inerenti alla difesa nel mercato interno); invita la Commissione a tener presente che le imprese europee che operano nel settore della difesa devono fruire di un regime giuridico e finanziario specifico onde poter essere competitive nonché sostenere gli sforzi nazionali di consolidamento delle capacità di difesa;

Finanziamento delle operazioni militari

23.    prende atto del fatto che le operazioni militari sono finanziate dagli Stati membri al di fuori del bilancio UE e che i loro costi comuni sono coperti dal meccanismo Athena; sottolinea che Athena è indispensabile per l'impiego di tali operazioni e costituisce uno strumento di solidarietà tra gli Stati membri, incoraggiando soprattutto gli Stati che mancano di risorse finanziarie e operative, a contribuire alle operazioni PSDC; deplora tuttavia che la quota effettiva dei costi comuni rimanga assai bassa (circa il 10-15% dei costi globali) e che la quota elevata dei costi e delle responsabilità a carico dei paesi nelle operazioni militari sulla base del principio "ciascuno si fa carico delle proprie spese" sia contraria al principio di solidarietà e di condivisione degli oneri e scoraggi inoltre gli Stati membri ad assumere un parte attiva nelle operazioni PSDC; è preoccupato del fatto che questa situazione, in particolare nel quadro della riluttanza degli Stati membri a partecipare alla costituzione di forze operative, ostacoli un rapido impiego delle operazioni PSDC e ne minacci l'efficacia globale; ritiene che occorra assicurare il finanziamento a lungo termine delle missioni militari;

24.    deplora, in tale contesto, che la revisione del meccanismo Athena, che avrebbe dovuto essere effettuata entro la fine del 2014, abbia prodotto solo risultati molto limitati, come l'organizzazione di una forma di prefinanziamento di alcuni costi per accelerare l'impiego; deplora che il Consiglio non abbia raggiunto un accordo sull'inclusione del finanziamento del costo dell'impiego strategico dei gruppi tattici UE nell'elenco dei costi comuni sistematicamente sostenuti da Athena, adottando invece solo una decisione rinnovabile per un periodo di due anni; invita il prossimo Consiglio europeo sulla difesa a prendere in considerazione un'ulteriore espansione delle spese comuni ammissibili a titolo di Athena, come il finanziamento automatico delle spese connesse all'impiego delle operazioni e missioni PSDC (infrastrutture per l'alloggio delle forze, spese connesse all'attuazione dei punti di entrata delle truppe nei teatri delle operazioni e scorte di sicurezza di viveri e carburanti, laddove necessario);

25.    sostiene le iniziative volte ad esplorare la possibilità di attrarre e gestire contributi finanziari da paesi terzi o da organizzazioni internazionali nell'ambito di Athena; sostiene altresì l'opzione del "finanziamento congiunto", in base al quale un numero ridotto di paesi partecipanti finanzierebbe alcuni costi operativi delle missioni, a condizione che i loro contributi siano gestiti da Athena e vadano a integrare anziché a sostituire i costi comuni;

26.    ricorda che il trattato di Lisbona predispone per l'UE nuove disposizioni in materia di PSDC che sono ancora inesplorate; incoraggia il Consiglio a far ricorso all'articolo 44 TUE che consente a un gruppo di Stati membri che lo desiderino di procedere con l'attuazione di una missione PSDC; è del parere che vi sia urgente bisogno di un processo decisionale più rapido; ritiene che i meccanismi di finanziamento ad hoc per un'operazione militare dovrebbero coprire più dei tradizionali costi comuni rimborsati da Athena;

27.    invita il Consiglio ad avviare, nel corso del corrente esercizio, la costituzione di un fondo iniziale (previsto dall'articolo 41, paragrafo 3 TUE) per l'urgente finanziamento delle fasi iniziali delle operazioni militari, che potrebbe altresì servire da forte strumento di sviluppo delle capacità; invita inoltre il Consiglio a presentare una proposta in merito al modo in cui la consultazione del Parlamento potrebbe avvenire rapidamente in situazioni di crisi; ricorda che, mentre le missioni civili beneficiano di un bilancio dedicato per le misure preparatorie, l'impiego e l'efficienza delle missioni militari rimarranno strutturalmente ostacolati finché non sarà sfruttata questa possibilità; incoraggia vivamente gli Stati membri ad impegnarsi in una cooperazione strutturata permanente ai sensi dell'articolo 46 TUE, grazie alla quale si conseguirebbe altresì più rapidamente l'urgente miglioramento della capacità di reazione rapida dell'Unione; deplora a tal proposito la mancanza di sostanza del quadro politico per una cooperazione sistematica e a lungo termine in materia di difesa, approvato dal Consiglio il 18 novembre 2014, visto che tale documento non fa che descrivere le pratiche attuali; chiede quindi alla Commissione di presentare la proposta necessaria a chiarire in che modo il bilancio UE possa facilitare l'instaurazione di una cooperazione strutturata permanente (CSP) e il lavoro della cooperazione militare in tempo di pace nel quadro della CSP;

28.    è sorpreso per il fatto che non esistano ancora dispositivi di incentivo fiscale alla cooperazione e alla mutualizzazione a livello europeo; prende atto dell'invito del Consiglio del dicembre 2013 a studiare tali dispositivi e giudica deplorevole che, dopo un anno, le discussioni non siano ancora sfociate in nessuna misura concreta al riguardo; rileva che il governo belga accorda già, su base puntuale, esenzioni IVA nelle fasi preparatorie di taluni progetti dell'AED, ad esempio alle comunicazioni via satellite; ritiene che tali esenzioni debbano essere sistematizzate ed estese alle infrastrutture e ai programmi concreti sul modello del meccanismo esistente in seno alla NATO o di quello esistente in seno all'Unione europea per le infrastrutture civili di ricerca; invita allo sviluppo di qualsiasi altro incentivo che possa incoraggiare la cooperazione nel settore delle capacità tra europei;

Trasparenza e responsabilità

29.    sottolinea che la trasparenza e la responsabilità sono requisiti essenziali non solo per il controllo democratico, ma anche per un adeguato funzionamento e la credibilità delle missioni effettuate sotto la bandiera dell'UE; ribadisce l'importanza attribuita dal Parlamento all'esercizio della sorveglianza sul modo in cui sono iscritte in bilancio le varie missioni e operazioni PSDC; si compiace dei meccanismi di rendicontazione previsti dall'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013, come le relazioni trimestrali sul bilancio PESC e le riunioni congiunte di consultazione sulla PESC; plaude all'impegno assunto dal VP/HR di imprimere nuovo slancio a queste riunioni e introdurre un livello appropriato di flessibilità per quanto riguarda la loro portata, onde tenere il Parlamento pienamente informato delle missioni militari nonché dei lavori e del programma del Comitato politico e di sicurezza; afferma che ogni miglioramento della flessibilità e dell'efficacia del finanziamento e dello svolgimento di missioni e operazioni non dovrà compromettere gli sviluppi positivi in materia di trasparenza e di obbligo di rendicontazione degli interventi PSDC; chiede alla Commissione di ricorrere a un'interpretazione estensiva dell'articolo 49, paragrafo 1, lettera g), del regolamento finanziario, di proporre linee specifiche per ogni missione civile PSDC a titolo del capitolo PESC e di inserire automaticamente nella relazione annuale d'attività uno schema dettagliato relativo a ogni singola missione, in base ai suoi partecipanti e alle spese sostenute;

30.    si attende iniziative che portino chiarezza e coerenza in ordine al finanziamento e alle regole operative che si applicano alle missioni civili; si compiace, alla luce dell'attuale discussione sulla flessibilità delle norme finanziarie, dell'impegno della Commissione a preparare un modulo specifico per tutte le missioni PSDC e ad adeguare le attuali linee direttrici al loro fabbisogno;

Corrispondenza tra parole e fatti

31.    incoraggia il VP/HR ad assumere la guida per quanto riguarda la PSDC e a svolgere un ruolo di orientamento nell'abbattere i compartimenti, assicurando il coordinamento tra Consiglio, Commissione e SEAE e garantendo coerenza tra questi ultimi due organi; suggerisce che i rappresentanti speciali UE possano ottenere il mandato di migliorare il dialogo e la cooperazione tra i vari attori UE in loco, al fine di rafforzare la coerenza dell'azione UE e trasformare le molteplici fonti di finanziamento da una sfida in un atout;

32.    ritiene che il prossimo Consiglio europeo sulla difesa dovrebbe cogliere l'occasione per tenere un'approfondita discussione e avanzare proposte concrete sulla riforma delle disposizioni finanziarie relative alle missioni e operazioni PSDC, al fine di incrementarne l'efficacia e il successo; esorta gli Stati membri a realizzare gli impegni assunti in occasione del Consiglio europeo del dicembre 2013; ritiene necessario che il prossimo Consiglio europeo di difesa adotti misure concrete volte a rafforzare le capacità di difesa dell'Unione in modo complementare alla NATO, sostenga e consolidi l'Agenzia europea di difesa e fornisca sostegno a una base industriale e tecnologica comune;

33.    invita la Commissione a sostenere gli sforzi compiuti dagli Stati membri per rendere operative le decisioni adottate dal Consiglio europeo per quanto riguarda il rafforzamento delle capacità di difesa, tenendo conto dei vincoli di bilancio a cui sono confrontati alcuni Stati membri;

34.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al presidente del Consiglio europeo, al VP/HR, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al segretario generale della NATO nonché al presidente dell'Assemblea parlamentare della NATO.

  • [1]  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.
  • [2]  GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1.
  • [3]  GU L 298 del 26.10.2012, pag. 1.
  • [4]  Testi approvati, P7_TA(2014)0286.

PARERE DI MINORANZA

sul finanziamento della politica di sicurezza e di difesa comune (2014/2258(INI))

Commissione per gli affari esteri, commissione per i bilanci, relatori: Eduard Kukan, Indrek Tarand

Parere di minoranza presentato da Sabine Lösing, Javier Permuy Couso e Pablo Iglesias, membri del gruppo GUE/NGL

La relazione deplora la modesta natura degli interventi militari PSDC, chiede missioni PSDC più veloci e flessibili e raccomanda la cooperazione civile-militare. Essa sollecita una più stretta cooperazione di difesa, una concentrazione e condivisione di risorse, capacità e mezzi. Quindi, la relazione sostiene un ampliamento dei costi ammissibili a titolo del meccanismo ATHENA e mette in dubbio il principio "ciascuno si fa carico delle proprie spese" che porta ad un coinvolgimento finanziario automatico di ogni Stato membro in ogni missione militare UE.

Siamo contrari alla relazione in quanto:

•   è alla ricerca di possibilità di eludere l'articolo 41, paragrafo 2 - Il bilancio dell'Unione non può essere utilizzato per le spese derivanti da operazioni che hanno implicazioni nel settore militare o delle difesa - al fine di scremare i fondi UE;

•   deplora la mancanza di dottrina militare che renda operativi i compiti di cui all'articolo 43 TUE, fra cui consulenza militare e forze di combattimento nella gestione delle crisi;

•   promuove l'estensione di ATHENA per il finanziamento delle missioni militari UE al di là di ogni controllo parlamentare;

•   spinge a favore dell'impiego di gruppi tattici UE, del relativo finanziamento attraverso il meccanismo ATHENA e dell'istituzione di un fondo iniziale per le operazioni militari (articolo 41, paragrafo 3);

•   chiede il finanziamento della base industriale e tecnologica della difesa europea (BITDE) attraverso il bilancio UE.

Chiediamo:

-     un radicale disarmo (CBRN) a livello di Unione europea e globale;

-     che non vi siano finanziamenti in materia militare a carico del bilancio dell'UE;

-     un approccio civile UE rigorosamente di natura pacifica alla soluzione dei conflitti;

-     pieno controllo parlamentare su ogni tipo di finanziamento;

-     rigorosa distinzione tra missioni civili e militari.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

14.4.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

54

23

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Lars Adaktusson, Nedzhmi Ali, Michèle Alliot-Marie, Nikos Androulakis, Jean Arthuis, Richard Ashworth, Petras Auštrevičius, Amjad Bashir, Bas Belder, Reimer Böge, Elmar Brok, Fabio Massimo Castaldo, Aymeric Chauprade, Lefteris Christoforou, Javier Couso Permuy, Arnaud Danjean, Jean-Paul Denanot, Gérard Deprez, Georgios Epitideios, Anna Elżbieta Fotyga, Eugen Freund, Michael Gahler, Jens Geier, Richard Howitt, Manolis Kefalogiannis, Afzal Khan, Bernd Kölmel, Andrey Kovatchev, Eduard Kukan, Zbigniew Kuźmiuk, Ilhan Kyuchyuk, Arne Lietz, Ulrike Lunacek, Andrejs Mamikins, Vladimír Maňka, Ernest Maragall, David McAllister, Francisco José Millán Mon, Siegfried Mureșan, Javier Nart, Urmas Paet, Pier Antonio Panzeri, Demetris Papadakis, Ioan Mircea Pașcu, Vincent Peillon, Alojz Peterle, Tonino Picula, Kati Piri, Andrej Plenković, Cristian Dan Preda, Jozo Radoš, Paul Rübig, Jacek Saryusz-Wolski, Alyn Smith, Jaromír Štětina, Charles Tannock, Indrek Tarand, Eleni Theocharous, László Tőkés, Ivo Vajgl, Johannes Cornelis van Baalen, Geoffrey Van Orden, Hilde Vautmans, Daniele Viotti, Marco Zanni

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Reinhard Bütikofer, Bodil Ceballos, Tanja Fajon, Ana Gomes, Heidi Hautala, Marek Jurek, Igor Šoltes, Marie-Christine Vergiat, Anders Primdahl Vistisen, Tomáš Zdechovský

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Laura Agea, Ramón Jáuregui Atondo, Artis Pabriks, Julie Ward