RELAZIONE sul mandato per il trilogo sul progetto di bilancio 2016

26.6.2015 - (2015/2074(BUD))

Commissione per i bilanci
Relatore: José Manuel Fernandes


Procedura : 2015/2074(BUD)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A8-0217/2015
Testi presentati :
A8-0217/2015
Testi approvati :

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul mandato per il trilogo sul progetto di bilancio 2016

(2015/2074(BUD))

Il Parlamento europeo,

–  visti gli articoli 312 e 314 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–  visto l'articolo 106 bis del trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica,

–  visto il progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2016, adottato dalla Commissione il ... giugno 2015 (COM(2015)0000),

–  visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2012 del Consiglio[1],

–  visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020[2],

–  visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria[3],

–  vista la sua risoluzione dell'11 marzo 2015 sugli orientamenti generali per l'elaborazione del bilancio 2016, sezione III – Commissione[4],

–  viste le conclusioni del Consiglio del 17 febbraio 2015 sugli orientamenti di bilancio per l'esercizio 2016,

–  visto il titolo II, capitolo 8, del suo regolamento,

–  viste le lettere della commissione per gli affari esteri, della commissione per il commercio internazionale, della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni e della commissione per gli affari costituzionali,

–  visti la relazione della commissione per i bilanci e i pareri delle altre commissioni interessate (A8-0217/2015),

Progetto di bilancio 2016: rispettare gli impegni e le priorità di finanziamento

1.  ricorda che, nella sua risoluzione dell'11 marzo 2015, il Parlamento ha posto la creazione di posti di lavoro dignitosi e di qualità e lo sviluppo delle imprese e dell'imprenditorialità per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nell'Unione europea, assieme alla solidarietà interna ed esterna in un'Europa sicura, al centro delle sue priorità per il bilancio 2016; ribadisce l'importanza che il Parlamento annette al rispetto degli impegni giuridici e politici e rinnova il suo invito alle istituzioni a tener fede alle promesse fatte;

2.  sottolinea, in tale contesto, che il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 ha fissato massimali per tutte le rubriche, ma ha anche previsto una flessibilità specifica e al livello massimo possibile per consentire all'Unione di rispettare i propri obblighi giuridici, nonché strumenti speciali per consentire all'Unione di rispondere a particolari circostanze impreviste o per finanziare spese chiaramente identificate al di sopra dei massimali;

3.  si compiace che il progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2016, presentato dalla Commissione, rafforzi le priorità summenzionate e proponga di potenziare il sostegno dell'Unione europea agli investimenti, alla conoscenza, all'occupazione e ai programmi orientati alla crescita, in particolare a un programma a favore della mobilità emblematico come Erasmus+; ritiene che il progetto di bilancio 2016 rappresenti un passo avanti positivo per aiutare gli Stati membri ad affrontare le sfide a livello strutturale, in particolare la perdita di competitività; è soddisfatto che, oltre a prevedere gli aumenti giustamente attesi all'interno della rubrica 3 (Sicurezza e cittadinanza) e della rubrica 4 (Europa globale), la Commissione affronti la sfida di reagire ai recenti sviluppi, quali le crisi in Ucraina, in Siria e nel Mediterraneo, rispondendo alle esigenze dell'Unione europea e degli Stati membri in materia di sicurezza e migrazione e dimostrando una forte volontà politica nel settore dell'azione esterna e un impegno finanziario nei confronti di paesi di origine e di transito;

4.  si compiace dell'inclusione del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) nel progetto di bilancio per l'esercizio 2016 e, in particolare, della mobilitazione del margine globale per gli impegni per coprire una parte della spesa necessaria per finanziare gli 8 miliardi di EUR del Fondo di garanzia del FEIS, invece di ricorrere unicamente ai tagli al programma Orizzonte 2020 e al Meccanismo per collegare l'Europa (MCE); sottolinea che il Parlamento ha voluto limitare il più possibile l'impatto su questi due programmi e che l'accordo raggiunto tra i colegislatori ha ridotto ulteriormente questi tagli di un importo complessivo pari a 1 miliardo di EUR, preservando tra l'altro il settore della ricerca fondamentale; si attende che l'accordo definitivo sul FEIS sia incluso quanto prima nel bilancio 2016, mediante una lettera rettificativa;

5.  ricorda, tuttavia, che la decisione sugli stanziamenti annuali da autorizzare per la costituzione del Fondo di garanzia del FEIS sarà adottata solamente dall'autorità di bilancio nel quadro della procedura di bilancio annuale; si impegna, in tale contesto, a compensare ulteriormente i tagli riguardanti Orizzonte 2020 e l'MCE, che rimangono consistenti, al fine di consentire a tali programmi di realizzare pienamente gli obiettivi concordati solo due anni fa a seguito dei negoziati sulle rispettive basi giuridiche; intende altresì esaminare attentamente se sia opportuno concentrare i tagli negli esercizi 2016-2018, come proposto dalla Commissione, oppure ripartirli sugli esercizi 2019-2020, per ridurre al minimo l'impatto su questi programmi;

6.  si rammarica che il programma per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese (COSME) subisca una riduzione nominale degli stanziamenti d'impegno dal 2015 al 2016; evidenzia che tale riduzione invierebbe un segnale molto negativo in un momento in cui il potenziale delle PMI in quanto imprese innovatrici e creatrici di posti di lavoro è estremamente necessario per stimolare la ripresa dell'Unione europea, ridurre il divario di investimenti e contribuire alla futura prosperità dell'Unione; ricorda che la promozione dell'imprenditorialità, il miglioramento della competitività e dell'accesso ai mercati per le imprese dell'Unione, incluse le imprese sociali, e il miglioramento dell'accesso ai finanziamenti per le PMI che contribuiscono in misura significativa all'economia e alla competitività dell'Europa costituiscono priorità chiaramente condivise da tutte le istituzioni, che hanno giustificato l'anticipo e l'aumento dei finanziamenti per COSME negli ultimi due anni, tenendo conto degli elevati tassi di esecuzione del programma; intende pertanto garantire che tale programma abbia un'evoluzione positiva nel 2016;

7.  ribadisce le proprie preoccupazioni per il finanziamento dell'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (IOG) quale strumento fondamentale per la lotta alla disoccupazione giovanile nell'Unione, che costituisce una priorità assoluta per tutti i responsabili politici europei; prende atto dell'anticipo della dotazione complementare dell'IOG nel 2014 e 2015; si rammarica che non siano proposti nuovi impegni per il 2016; ricorda che il QFP ha previsto un margine globale per gli impegni da rendere disponibile al di sopra dei massimali a partire dal 2016 per conseguire gli obiettivi politici collegati alla crescita e all'occupazione, in particolare l'occupazione giovanile; ricorda che, di conseguenza, il regolamento relativo al Fondo sociale europeo ha previsto che le risorse per l'IOG possano essere rivedute al rialzo per il periodo dal 2016 al 2020 nel quadro della procedura di bilancio; chiede pertanto che si prosegua l'IOG ricorrendo alle disposizioni in materia di flessibilità previste dal QFP e intende garantire che il bilancio 2016 preveda gli importi necessari;

8.  osserva che, grazie a un accordo tempestivo sulla riprogrammazione degli impegni nell'ambito della gestione concorrente nel QFP 2014-2020, a causa dell'adozione tardiva delle disposizioni e dei programmi pertinenti, la Commissione ha iscritto nel suo progetto di bilancio 2016 (alle rubriche 2 e 3) un importo di 4,5 miliardi di EUR in stanziamenti d'impegno che non hanno potuto essere utilizzati nel 2014; ricorda che il bilancio rettificativo n. 1/2015 ha già consentito il trasferimento di 16,5 miliardi di EUR dal 2014 al 2015 nell'ambito delle rubriche 1b, 2 e 3; sottolinea che si tratta tuttavia di semplici trasferimenti di stanziamenti già decisi nel 2014, che dovrebbero quindi, a fini di comparazione, essere esclusi da ogni valutazione dell'evoluzione del bilancio 2016 rispetto al bilancio 2015; sottolinea pertanto che i programmi in questione beneficiano di fatto di aumenti degli stanziamenti d'impegno nel progetto di bilancio 2016;

9.  è preoccupato per l'avvio più lento del previsto dei nuovi programmi del QFP 2014-2020, a causa dell'approvazione tardiva delle basi giuridiche e dei programmi operativi nonché della carenza di stanziamenti di pagamento nel 2014; si impegna a esaminare se gli stanziamenti d'impegno e di pagamento richiesti consentiranno realmente ai nuovi programmi di essere pienamente operativi; esorta la Commissione e gli Stati membri ad adottare tutte le misure necessarie per porre rimedio ai ritardi nell'attuazione di tali programmi;

10.  constata che il progetto di bilancio dell'UE per il 2016 ammonta a 153,5 miliardi di EUR in stanziamenti d'impegno (inclusi i 4,5 miliardi di EUR provenienti dal bilancio 2014) e a 143,5 miliardi di EUR in stanziamenti di pagamento; sottolinea che, escludendo l'effetto della riprogrammazione nel 2015 e nel 2016, ciò corrisponde a un aumento del 2,4% degli impegni e dell'1,6% dei pagamenti rispetto al bilancio 2015; evidenzia che questi aumenti nel complesso moderati, che seguono l'orientamento indicato dal QFP e tengono conto dell'inflazione, non comportano quasi nessun aumento in termini reali, il che sottolinea l'importanza dell'efficienza e dell'efficacia della spesa;

11.  sottolinea che la Commissione prevede margini di 2,2 miliardi di EUR in stanziamenti d'impegno (di cui 1,2 miliardi di EUR nella rubrica 2) e 1,6 miliardi di EUR in stanziamenti di pagamento al di sotto dei massimali del QFP; ricorda che i margini disponibili in impegni e pagamenti come pure i pagamenti non eseguiti confluiscono nei margini globali che potranno essere utilizzati, se necessario, negli esercizi successivi; osserva che il margine globale per gli impegni è reso disponibile per la prima volta e che sarà utilizzato in parte per il FEIS; accoglie con favore, in linea di principio, la proposta di utilizzare lo strumento di flessibilità per finanziare spese chiaramente identificate nel quadro delle nuove iniziative dell'Unione europea nei settori dell'asilo e della migrazione, che non possono essere finanziate entro i massimali della rubrica 3; intende utilizzare una parte dei margini rimanenti e delle pertinenti disposizioni in materia di flessibilità previste dal QFP per rafforzare le priorità cruciali;

Pagamenti: ripristinare la fiducia

12.  ricorda che la carenza di pagamenti, dovuta soprattutto a massimali di pagamento insufficienti e all'iscrizione in bilancio di stanziamenti insufficienti, ha raggiunto livelli senza precedenti nel 2014 e rimane molto accentuata nel 2015; teme che ciò continuerà a compromettere la corretta attuazione dei nuovi programmi del QFP 2014-2020 e a penalizzare i beneficiari, in particolare le autorità locali, regionali e nazionali che sono confrontate a vincoli economici e sociali; pur sostenendo la gestione attiva dei pagamenti da parte della Commissione, è preoccupato per il rinvio degli inviti a presentare proposte, per la riduzione dei prefinanziamenti e per i ritardi nei pagamenti, che potrebbero pregiudicare il conseguimento degli obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale; ribadisce la propria preoccupazione per i tagli ad hoc dei pagamenti introdotti dal Consiglio in sede di lettura dei bilanci annuali, anche per i programmi per la competitività per la crescita e l'occupazione nelle rubrica 1a;

13.  si compiace che il progetto di bilancio dell'UE rispecchi la dichiarazione comune su un piano di pagamento 2015-2016, concordata tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione a seguito di una valutazione condivisa e dell'impegno assunto dalle tre istituzioni a ridurre l'arretrato; ricorda che, a norma dell'articolo 310 TFUE, le entrate e le spese nel bilancio dell'Unione devono risultare in pareggio; osserva che, secondo le stime della Commissione, gli stanziamenti di pagamento richiesti nel progetto di bilancio permetterebbero di ridurre l'arretrato di impegni residui a un livello sostenibile di circa 2 miliardi di EUR; si impegna pertanto a sostenere pienamente la proposta della Commissione e si attende che il Consiglio rispetti i propri impegni al riguardo;

14.  sottolinea che il Parlamento, il Consiglio e la Commissione si sono impegnati a evitare in futuro l'accumulo di un arretrato insostenibile di impegni residui a fine esercizio, rispettando e attuando pienamente gli accordi raggiunti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale e delle procedure di bilancio annuali; ribadisce la necessità, a tale riguardo, di monitorare attentamente e attivamente l'evoluzione dell'arretrato; ribadisce le propria preoccupazione che le specificità dei cicli di pagamento esercitino un'ulteriore pressione sul livello degli stanziamenti di pagamento, in particolare al termine del QFP; rammenta alla Commissione il suo impegno, assunto nella dichiarazione comune su un piano di pagamento, a sviluppare i suoi strumenti di previsione a medio e lungo termine e a istituire un sistema di allarme preventivo, al fine di presentare queste prime previsioni di pagamento in luglio, affinché l'autorità di bilancio possa adottare decisioni debitamente informate in futuro;

15.  accoglie favorevolmente il fatto che gli stanziamenti di pagamento complessivi sono maggiormente incentrati sull'esecuzione dei nuovi programmi del periodo 2014-2020 piuttosto che sul completamento dei vecchi programmi del periodo 2007-2013; sottolinea, tuttavia, che il livello dei pagamenti nel progetto di bilancio 2016, in particolare per la sottorubrica 1b, è basso rispetto al livello degli impegni, il che comporta il rischio che si accumuli un arretrato analogo di pagamenti in sospeso al termine dell'attuale QFP; si chiede pertanto in quale misura ciò sia in linea con la prospettiva di lungo termine del piano di pagamento;

Sottorubrica 1a – Competitività per la crescita e l'occupazione

16.  rileva che, rispetto al 2015, la proposta della Commissione per il 2016 corrisponde a un aumento del 6,1% degli impegni nella sottorubrica 1a, portandoli a 18,6 miliardi di EUR; sottolinea che tale aumento è dovuto in larga misura all'integrazione del FEIS, agli aumenti a favore di Erasmus+ e dell'MCE e, in misura minore, agli aumenti per i programmi Dogane, Fiscalis e lotta antifrode e per il programma dell'Unione europea per l'occupazione e l'innovazione sociale; intende prestare una particolare attenzione alla riduzione delle disparità tra apprendimento e istruzione superiore in Europa, segnatamente garantendo un pari accesso alla mobilità;

17.  si rammarica, tuttavia, delle riduzioni degli stanziamenti per i grandi progetti infrastrutturali e per i programmi Orizzonte 2020 e COSME, come pure del rallentamento della realizzazione dei progetti di trasporto del MCE a causa delle riassegnazioni a favore del FEIS; ricorda che la proposta iniziale della Commissione relativa al FEIS avrebbe comportato un taglio di 170 milioni di EUR alla dotazione di Orizzonte 2020 nel 2016 rispetto al 2015, inviando in tal modo un segnale contraddittorio su un programma che è ampiamente riconosciuto come una priorità faro nell'ambito dell'attuale QFP; deplora le ripercussioni sui finanziamenti per la ricerca, inclusi i settori dell'energia, delle PMI, del clima e dell'ambiente, delle scienze sociali e della scienza nella società; si impegna a trovare il modo per compensare maggiormente le riduzioni proposte per questi programmi, prevedendo aumenti durante la procedura di bilancio attraverso l'utilizzo del margine di 200 milioni di EUR ancora disponibile al di sotto del massimale per la sottorubrica 1a; sottolinea che i finanziamenti destinati agli investimenti, alla ricerca, allo sviluppo e all'innovazione dovrebbero incentrarsi sui settori in cui è possibile conseguire il maggiore valore aggiunto, come ad esempio il miglioramento dell'efficienza energetica, le TIC, le sovvenzioni per la ricerca di base e le tecnologie a basse emissioni di carbonio e rinnovabili;

18.  ribadisce il proprio sostegno a favore del programma ITER e si impegna a garantire finanziamenti adeguati; è tuttavia preoccupato per il fatto che la revisione del calendario e della programmazione finanziaria di ITER, che dovrebbe essere presentata nel novembre 2015, non consentirà all'autorità di bilancio di tener conto delle nuove informazioni nella procedura di bilancio annuale per il 2016; esorta inoltre ITER e la sua Impresa comune europea "Fusione per l'energia" a presentare tempestivamente le relazioni richieste riguardanti il loro discarico per il 2013 e a dare un seguito alle raccomandazioni del Parlamento a tale riguardo;

19.  sottolinea che l'iscrizione in bilancio di stanziamenti di pagamento insufficienti in passato ha ampliato il divario tra impegni e pagamenti in numerosi programmi all'interno della sottorubrica 1a, contribuendo in tal modo al forte aumento dei RAL rispetto alle altre rubriche; esprime preoccupazione per il fatto che la Commissione ha dovuto ridurre l'importo del prefinanziamento e, aspetto ancora più preoccupante, ha dovuto rinviare i nuovi inviti a presentare proposte e ritardare la firma dei contratti; osserva ad esempio che, nell'ambito di Orizzonte 2020, la Commissione stima che "in una situazione di esecuzione normale senza limiti per gli stanziamenti di pagamento, entro la fine del 2014, sarebbero stati spersi circa 1 miliardo di EUR in più"; valuta positivamente gli sforzi compiuti dalla Commissione per tenere sotto controllo la situazione dei pagamenti, ma ribadisce che non intende in alcun caso permettere che si consideri il rallentamento dei programmi 2014-2020 come un modo per risolvere la carenza di pagamenti;

20.  accoglie pertanto con favore l'aumento dell'11,4% degli stanziamenti di pagamento, che passano a 17,5 miliardi di EUR, rispetto al 2015 e l'aumento del rapporto pagamenti/impegni per il 2016; osserva, in particolare, che per numerosi programmi (Copernicus, Erasmus+, Orizzonte 2020, progetti di trasporto nell'ambito del CEF, sicurezza nucleare e disattivazione degli impianti) gli stanziamenti di pagamento superano il livello degli stanziamenti d'impegno;

Sottorubrica 1b – Coesione economica, sociale e territoriale

21.  prende atto degli importi proposti di 50,8 miliardi di EUR in impegni (vale a dire un aumento del 3,2% rispetto al 2015, senza tener conto dell'incidenza della riprogrammazione degli stanziamenti) e di 49,1 miliardi di EUR in pagamenti (vale a dire una riduzione del 4%) per la sottorubrica 1b, che lasciano un piccolo margine di 15,3 milioni di EUR al di sotto del massimale per gli impegni; ricorda che la politica di coesione è la principale politica di investimento dell'UE, finalizzata a ridurre le disparità tra le regioni europee rafforzando la coesione economica, sociale e territoriale; sottolinea che strumenti come l'FSE, l'FESR, il Fondo di coesione e l'Iniziativa per l'occupazione giovanile sono fondamentali per promuovere la convergenza, ridurre il divario di sviluppo e sostenere la creazione di posti di lavoro di qualità e sostenibili; sottolinea il ruolo chiave della politica di coesione dell'Unione europea per il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020;

22.  sottolinea che il 44% degli stanziamenti di pagamento proposti per il 2016 coprono richieste di pagamento in sospeso per i precedenti periodi di programmazione, lasciando solo 26,8 miliardi di EUR in pagamenti per l'avvio dei nuovi programmi di coesione 2014-2020; ritiene pertanto che gli stanziamenti di pagamento proposti siano appena sufficienti per coprire il fabbisogno in questa sottorubrica;

23.  ricorda che è necessario iscrivere nel bilancio 2016 un importo pari a 21,6 miliardi di EUR per ridurre l'arretrato di impegni residui per i programmi di coesione 2007-2013 da 24,7 miliardi di EUR alla fine del 2014 e 20 miliardi di EUR alla fine del 2015 a circa 2 miliardi di EUR entro la fine del 2016, come descritto nella valutazione della Commissione allegata alla dichiarazione comune su un piano di pagamento 2015-2016; esorta a evitare in futuro un simile accumulo "anormale" di fatture non pagate per non pregiudicare la credibilità dell'Unione europea;

24.  sottolinea, accanto al suo invito a proseguire l'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, che è cruciale un'accelerazione efficiente ed efficace della sua attuazione negli Stati membri; incoraggia gli Stati membri e la Commissione ad adottare tutte le misure necessarie per attivare in via prioritaria i sistemi nazionali di garanzia per i giovani, tenendo conto, se del caso, delle raccomandazioni formulate dalla Corte dei conti europea nella sua relazione speciale n. 3/2015; ribadisce che l'aumento del tasso di prefinanziamento al 30%, approvato recentemente e fortemente sostenuto dal Parlamento, è subordinato alla rapida presentazione di richieste di pagamenti intermedi da parte degli Stati membri entro un anno, che dovrebbero concretizzarsi nel 2016; insiste affinché l'aumento del prefinanziamento dell'IOG non si ripercuota negativamente sull'attuazione di altre componenti dell'FSE;

Rubrica 2 – Crescita sostenibile: risorse naturali

25.  prende atto degli importi proposti di 63,1 miliardi di EUR in impegni (vale a dire una diminuzione dello 0,1% rispetto al 2015, senza tener conto dell'incidenza della riprogrammazione degli stanziamenti) e di 55,9 miliardi di EUR in pagamenti (vale a dire una riduzione dello 0,2%) per la rubrica 2, che lasciano un margine di 1,2 miliardi di EUR al di sotto del massimale per gli impegni e un margine di 1,1 miliardi di EUR al di sotto del sottomassimale per il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA); sottolinea che il meccanismo di disciplina finanziaria è applicato unicamente per costituire la riserva per le crisi nel settore agricolo; attende la lettera rettificativa della Commissione, prevista per ottobre, che dovrebbe essere basata su informazioni aggiornate relative al finanziamento del FEAGA; sottolinea che i trasferimenti tra i due pilastri della PAC comportano un aumento complessivo dell'importo disponibile per lo sviluppo rurale;

26.  sottolinea che il progetto di bilancio 2016 presenta una diminuzione del fabbisogno di interventi sui mercati agricoli rispetto al bilancio 2015, principalmente a causa dell'impatto nel 2015 delle misure di emergenza connesse all'embargo russo sulle importazioni di determinati prodotti agricoli dall'Unione europea; osserva che, secondo la Commissione, non sono necessarie misure supplementari nel quadro del bilancio 2016; mette in evidenza l'obiettivo di aumentare la competitività e la sostenibilità dell'agricoltura europea e chiede che siano stanziate risorse per conseguirlo;

27.  sottolinea che la politica comune della pesca riformata prevede un quadro giuridico ambizioso per far fronte alle sfide della pesca responsabile, anche attraverso la raccolta di dati, e si compiace che il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) abbia beneficiato di un riporto di stanziamenti inutilizzati dal 2014 al 2015, e che, escludendo l'incidenza della riprogrammazione degli stanziamenti, gli stanziamenti d'impegno per tale Fondo continuino ad aumentare nel 2016; rileva tuttavia che, per quanto riguarda i pagamenti, l'abbandono graduale del vecchio programma è solo parzialmente compensato dall'avvio del nuovo, con una conseguente riduzione degli stanziamenti nel 2016;

28.  accoglie con favore l'aumento degli stanziamenti, sia d'impegno che di pagamento, previsti per il programma LIFE per l'ambiente e l'azione per il clima; si compiace dei primi passi dell'approccio ecologico al bilancio dell'Unione europea e sottolinea la necessità di accelerarne il ritmo;

Rubrica 3 – Sicurezza e cittadinanza

29.  si compiace che il progetto di bilancio 2016 aumenti il sostegno a favore di tutti i programmi all'interno della rubrica 3, che arriva a 2,5 miliardi di EUR in stanziamenti d'impegno (vale a dire un aumento del 12,6% rispetto al bilancio 2015, senza tener conto dell'incidenza della riprogrammazione degli stanziamenti) e a 2,3 miliardi di EUR in stanziamenti di pagamento (vale a dire un aumento del 9,7%); sottolinea che tali importi non lasciano alcun margine per ulteriori aumenti o progetti pilota e azioni preparatorie nella rubrica 3; è del parere che, nell'attuale situazione geopolitica, in particolare a causa della crescente pressione dei flussi migratori, sia possibile che il livello dei massimali fissati per quella che è di gran lunga la rubrica più piccola del QFP non sia più attuale e che vada corretto nel contesto della revisione postelettorale del QFP;

30.  accoglie positivamente l'Agenda europea sulla migrazione della Commissione e ribadisce il proprio sostegno al potenziamento delle risorse dell'UE e allo sviluppo di una cultura di equa ripartizione degli oneri e di solidarietà nei settori dell'asilo, della migrazione e della gestione delle frontiere esterne; esprime apprezzamento, pertanto, per l'aumento degli stanziamenti d'impegno per il Fondo sicurezza interna e per il Fondo asilo, migrazione e integrazione, incluso lo sviluppo del Sistema europeo comune di asilo (CEAS); accoglie con favore la proposta della Commissione di mobilitare 124 milioni di EUR a titolo dello strumento di flessibilità per rispondere alle attuali tendenze migratorie nel Mediterraneo; si chiede se i finanziamenti proposti saranno sufficienti; sottolinea la necessità di un rigoroso controllo sulla destinazione di tali fondi;

31.  sottolinea che, visti l'elevato numero di sbarchi sulle coste meridionali dell'Unione e il crescente ruolo che l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) deve svolgere nella gestione dell'asilo, la proposta di aumentare il suo personale di sole 6 unità è chiaramente insufficiente; chiede pertanto un organico e un bilancio adeguati per l'EASO per il 2016, al fine di consentire a tale agenzia di svolgere correttamente le sue funzioni e operazioni;

32.  ritiene che l'incidenza finanziaria e i compiti aggiuntivi delle misure presentate nell'ambito dell'Agenda dell'UE sulla migrazione e dell'Agenda dell'UE sulla sicurezza per quanto riguarda Europol dovrebbero essere valutati dettagliatamente dalla Commissione, onde consentire all'autorità di bilancio di adeguare opportunamente i fabbisogni di risorse umane e finanziarie dell'agenzia; sottolinea il ruolo di Europol nel sostegno transfrontaliero per gli Stati membri e nello scambio di informazioni; evidenzia la necessità di garantire un bilancio e un organico adeguati per l'agenzia nel 2016, al fine di consentirle di svolgere correttamente le sue funzioni e operazioni;

33.  ritiene che le agenzie che operano in questo settore non dovrebbero essere soggette a riduzioni o riassegnazioni del personale e che esse debbano assegnare il loro personale in modo adeguato al fine di far fronte alle loro crescenti responsabilità;

34.  ribadisce altresì il forte sostegno che ha costantemente apportato a un finanziamento sufficiente per i programmi nel settore della cultura e dei media; accoglie pertanto con favore l'aumento della dotazione del programma Europa creativa, incluse le azioni multimedia, rispetto al bilancio 2015, esprimendo invece delle riserve quanto alla divisione amministrativa tra le sezioni cultura e media; sostiene inoltre l'aumento proposto per il programma Europa per i cittadini, trattandosi di un programma essenziale per la partecipazione civica al processo democratico in Europa; ritiene che l'Iniziativa dei cittadini europei (ECI) sia uno strumento fondamentale per la partecipazione democratica nell'Unione europea e invita a migliorarne la visibilità e l'accessibilità; evidenzia il ruolo positivo delle reti paneuropee costituite da media locali e nazionali come EuranetPlus;

35.  sottolinea che la sicurezza degli alimenti e dei mangimi, la tutela dei consumatori e la salute sono questioni di fondamentale interesse per i cittadini europei; esprime pertanto apprezzamento per l'aumento degli stanziamenti d'impegno per il programma Alimenti e mangimi, per il programma Sanità e per il programma per la tutela dei consumatori rispetto al bilancio 2015;

Rubrica 4 – Europa globale

36.  accoglie positivamente l'aumento globale del finanziamento della rubrica 4, che raggiunge 8,9 miliardi di EUR in stanziamenti d'impegno (vale a dire un aumento del 5,6% rispetto al bilancio 2015), lasciando un margine di 261,3 milioni di EUR al di sotto del massimale; osserva che ciò dimostra un elevato livello di solidarietà con i paesi terzi; ritiene che il bilancio dell'Unione sia uno strumento utile per aiutare le persone in stato di bisogno e per promuovere i valori europei fondamentali; si compiace che le difficoltà economiche e sociali incontrate dall'Unione europea negli ultimi anni non abbiano distolto la sua attenzione dal resto del mondo; ritiene, tuttavia, che molto probabilmente saranno necessari ulteriori rafforzamenti in determinati settori prioritari, quali lo Strumento europeo di vicinato, inclusa l'assistenza a favore del processo di pace in Medio Oriente, alla Palestina e all'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi (UNRWA), a causa delle attuali crisi umanitarie e politiche nel vicinato e oltre;

37.  accoglie con favore l'aumento degli stanziamenti di pagamento richiesto dalla Commissione per tutti i programmi della rubrica 4 (vale a dire un aumento del 28,5% per arrivare a 9,5 miliardi di EUR), per cui i pagamenti superano gli impegni in particolare nei settori dello sviluppo, degli aiuti umanitari e dell'assistenza dell'Unione europea alla Palestina e all'UNRWA; ritiene che tali aumenti siano pienamente giustificati dalla necessità di compensare gli effetti della forte carenza di pagamenti registrata in questa rubrica nel 2014 e nel 2015, che ha obbligato la Commissione a ridurre il prefinanziamento e a rinviare gli impegni giuridici; ricorda che nel 2015 hanno dovuto essere pagati 1,7 milioni di EUR di interessi di mora a titolo della rubrica 4; si attende che il divario tra impegni e pagamenti sia progressivamente ridotto e che l'arretrato di impegni residui sia riportato a un livello normale; sottolinea che ciò è indispensabile al fine di garantire la sostenibilità finanziaria dei beneficiari vulnerabili e che l'Unione europea agisca come un partner affidabile nei confronti delle organizzazioni internazionali;

38.  ritiene che gli strumenti di finanziamento esterni forniscano strumenti per affrontare, in modo articolato e oltre ai rispettivi obiettivi, le cause profonde delle sfide poste dalla sicurezza interna e dalle migrazioni, che sono questioni centrali del bilancio del prossimo esercizio, con particolare riferimento alle frontiere meridionali e orientali dell'Unione e più in generale alle regioni interessate da conflitti; mette in evidenza, in particolare, lo strumento di cooperazione allo sviluppo e lo strumento europeo di vicinato, ma anche le politiche che stanno registrando aumenti più moderati, come gli aiuti umanitari, lo strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace, la politica estera e di sicurezza comune e lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani; invita la Commissione a individuare chiaramente i settori che possono contribuire ad affrontare queste sfide attuali e che potrebbero assorbire efficacemente eventuali aumenti; ricorda, a tale riguardo, l'importanza di prestare assistenza per ridurre e infine eliminare la povertà e della necessità di mantenere i diritti umani, l'uguaglianza di genere, la coesione sociale e le lotta contro le diseguaglianze al centro delle attività di aiuto esterno dell'UE;

39.  sottolinea il notevole aumento dell'importo previsto nel bilancio 2016 per il Fondo di garanzia per le azioni esterne gestito dalla Banca europea per gli investimenti e rileva che ciò è dovuto anche alla concessione di prestiti a titolo dell'assistenza macrofinanziaria all'Ucraina;

40.  invita la Commissione e il SEAE a garantire che sia applicato un approccio congiunto nei confronti dei paesi strategici, come l'Ucraina e la Tunisia, che beneficiano di finanziamenti relativamente consistenti provenienti da varie fonti dell'UE; è del parere che l'Unione europea potrebbe acquisire un peso politico ed economico più forte garantendo maggiore coerenza e coordinamento tra i principali attori nell'Unione europea e sul terreno, semplificando e abbreviando le procedure e offrendo un quadro più chiaro della sua azione;

Rubrica 5 – Amministrazione

41.  constata che le spese a titolo della rubrica 5 registrano un aumento del 2,9% rispetto al bilancio 2015, raggiungendo 8 908,7 milioni di EUR, importo che copre globalmente le spese amministrative delle istituzioni (con un aumento del 2,2%) e le spese per le pensioni e le scuole europee (con un aumento del 5,4%); rileva che rimane un margine di 574,3 milioni di EUR al di sotto del massimale; sottolinea che la quota della rubrica 5 nel bilancio dell'UE si mantiene stabile al 5,8%; ricorda, tuttavia, che tale percentuale non tiene conto dell'assistenza tecnica che è inclusa tra le spese operative;

Strumenti speciali

42.  ribadisce che gli strumenti speciali sono cruciali per il pieno rispetto e l'attuazione integrale del QFP e dovrebbero, per loro stessa natura, essere iscritti oltre i limiti dei massimali sia per gli impegni che per i pagamenti, segnatamente ai fini del calcolo del margine globale per i pagamenti; accoglie con favore la proposta parità tra impegni e pagamenti per la Riserva per gli aiuti d'urgenza; osserva che gli importi stanziati per la Riserva per gli aiuti d'urgenza (EAR), per il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) e per il Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE) nel progetto di bilancio 2016 sono in larga misura stabili o leggermente aumentati;

Progetti pilota – azioni preparatorie

43.  sottolinea l'importanza dei progetti pilota (PP) e delle azioni preparatorie (AP) quali strumenti per formulare priorità politiche e introdurre nuove iniziative che potrebbero trasformarsi in attività e programmi permanenti dell'Unione europea, incluse le iniziative mirate a rispecchiare e a seguire i cambiamenti economici, ecologici e sociali nell'Unione europea; prende atto con preoccupazione che la Commissione non ha previsto stanziamenti per il proseguimento di PP e AP di grande successo, specialmente nella rubrica 3; intende procedure all'individuazione di un pacchetto equilibrato di PP e AP; osserva che nella proposta attuale il margine disponibile in alcune rubriche è alquanto limitato, o addirittura inesistente, e intende esaminare modalità per reperire risorse per eventuali PP e AP;

Agenzie decentrate

44.  sottolinea il ruolo cruciale svolto dalle agenzie decentrate nella definizione delle politiche dell'Unione europea ed è determinato a valutare il fabbisogno in termini di risorse umane e finanziarie di tutte le agenzie, caso per caso, al fine di garantire stanziamenti e personale sufficienti per ciascuna di esse e in particolare per quelle alle quali sono stati recentemente affidati nuovi compiti o che stanno facendo fronte a un maggiore carico di lavoro a seguito della definizione di priorità politiche o per altri motivi; è particolarmente determinato a dotare le agenzie che operano nel settore della giustizia e degli affari interni delle risorse necessarie per far fronte alle attuali sfide poste delle migrazioni; ribadisce la propria opposizione alla riserva di riassegnazione e auspica di trovare una soluzione durante la procedura di bilancio per bloccare ulteriori tagli al personale nelle agenzie decentrate; ribadisce inoltre la propria intenzione di utilizzare il Gruppo di lavoro interistituzionale sulle agenzie decentrate per trovare un terreno d'intesa tra le istituzioni sul trattamento delle agenzie in termini di bilancio, anche in vista della conciliazione sul bilancio 2016;

o

o    o

45.  sollecita uno sforzo di bilancio sostenuto inteso a fornire una formazione e una riconversione professionale adeguate nei settori caratterizzati da carenze di manodopera nonché nei settori chiave ad elevato potenziale di creazione di posti di lavoro, come l'economia verde, l'assistenza sanitaria e le tecnologie dell'informazione e della comunicazione; sottolinea che il bilancio 2016 dovrebbe apportare un sostegno adeguato alla promozione dell'inclusione sociale e ad azioni tese a eliminare la povertà e a emancipare quanti versano in condizioni di povertà ed esclusione sociale; ricorda che la questione dell'uguaglianza di genere dovrebbe essere integrata nelle politiche dell'UE e che occorre tenerne conto nella procedura di bilancio; esorta a fornire sostegno finanziario a tutti i programmi intesi a sostenere la creazione di posti di lavoro e l'inclusione sociale a favore delle persone che presentano molteplici svantaggi, quali i disoccupati di lungo periodo, i disabili, i membri delle minoranze e le persone inattive e demotivate;

46.  ricorda che, con la piena operatività dei programmi, con l'integrazione di nuove importanti iniziative nei settori degli investimenti e delle migrazioni, con l'opportunità di risolvere le questioni del passato quali i pagamenti e gli strumenti speciali, e con l'attivazione per la prima volta delle disposizioni del nuovo QFP quale il margine globale per gli impegni, la procedura di bilancio 2016 costituirà un banco di prova per l'approccio del Consiglio al piano di pagamento e per la valutazione dell'attuale QFP; ricorda alla Commissione il suo obbligo giuridico di procedere a un riesame del funzionamento del QFP entro la fine del 2016 e di presentare contestualmente una proposta legislativa di revisione del regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020; ricorda che, parallelamente a questo processo, la Commissione dovrebbe altresì valutare nuove iniziative relative alla risorse proprie, sulla base dei risultati del Gruppo di lavoro ad alto livello sulle risorse proprie che dovrebbero essere presentati nel 2016;

47.  prende atto dell'ampio consenso che ha caratterizzato finora l'esame dei progetti di bilancio rettificativo 2015 e i negoziati sul piano di pagamento, dimostrando una volontà comune di rispettare il QFP, di applicare scrupolosamente le basi giuridiche negoziate e di garantire il finanziamento dei nuovi programmi; invita a proseguire nello spirito di collaborazione tra la Commissione e i due rami dell'autorità di bilancio dell'UE e auspica che ciò porti un ultima analisi ad affrontare le cause dell'enorme aumento dell'arretrato che sono insite nella procedura di bilancio; si attende che lo stesso spirito prevalga nei negoziati sul bilancio 2016 e nella ricerca di soluzioni per affrontare in futuro sfide nuove e impreviste;

48.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

ALLEGATO I: DICHIARAZIONE COMUNE SULLE DATE PER LA PROCEDURA DI BILANCIO E MODALITÀ PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO DI CONCILIAZIONE NEL 2015

"A.  In conformità della parte A dell'allegato dell'accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria, il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione convengono le seguenti date principali per la procedura di bilancio 2016:

1.  Il 14 luglio sarà convocato un trilogo prima dell'adozione della posizione del Consiglio;

2.  il Consiglio si adopererà per adottare la sua posizione e trasmetterla al Parlamento europeo entro la 38ª settimana (terza settimana di settembre), al fine di agevolare un accordo tempestivo con il Parlamento europeo;

3.  la commissione per i bilanci del Parlamento europeo cercherà di votare emendamenti alla posizione del Consiglio al più tardi entro la fine della 42ª settimana (metà ottobre);

4.  Il 19 ottobre sarà convocato un trilogo prima della lettura del Parlamento europeo;

5.  la plenaria del Parlamento europeo voterà nell'ambito della sua lettura nella 44ª settimana (plenaria del 26-29 ottobre);

6.  il 29 ottobre avrà inizio il periodo di conciliazione. Conformemente alle disposizioni dell'articolo 314, paragrafo 4, lettera c), del TFUE, il termine disponibile per la conciliazione scadrà il 18 novembre 2015;

7.  il comitato di conciliazione si riunirà il 9 novembre presso il Parlamento europeo e il 13 novembre presso il Consiglio e può continuare se del caso; le sessioni del comitato di conciliazione saranno preparate da uno o più triloghi. Un trilogo è previsto per l'11 novembre. Uno o più triloghi supplementari potranno essere convocati durante il periodo di conciliazione di 21 giorni.

B.  Le modalità per il funzionamento del comitato di conciliazione sono riportate nella parte E dell'allegato del summenzionato accordo interistituzionale."

ALLEGATO II: DICHIARAZIONE COMUNE SU UN PIANO DI PAGAMENTO 2015-2016

"Basandosi sulla dichiarazione comune su un piano di pagamento concordata nel dicembre 2014 nel contesto dell'accordo raggiunto in merito ai bilanci 2014 e 2015, le tre istituzioni hanno valutato congiuntamente la situazione attuale e le prospettive per i pagamenti nel bilancio dell'UE sulla base del documento trasmesso dalla Commissione il 23 marzo 2015.

Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione hanno convenuto:

1.  Situazione attuale

Il Parlamento europeo e il Consiglio prendono atto della valutazione approfondita presentata dalla Commissione negli "Elementi relativi a un piano di pagamento per riportare il bilancio dell'UE alla sostenibilità" (in allegato) come base analitica per individuare le principali cause dell'aumentato livello di impegni residui a fine esercizio e per conseguire l'obiettivo di ridurre il livello di fatture non pagate, con particolare riguardo all'esecuzione dei programmi della politica di coesione 2007-2013.

a)  Il vincolo sugli stanziamenti di pagamento autorizzati nei bilanci precedenti, combinato al ciclo di esecuzione dei programmi di coesione, ha comportato l'accumulazione progressiva di un arretrato insostenibile di impegni residui a fine esercizio, per un importo senza precedenti di 24,7 miliardi di EUR alla fine del 2014. Le istituzioni riconoscono tuttavia che le difficili decisioni prese in relazione ai bilanci 2014 e 2015 hanno largamente stabilizzato tale arretrato.

b)  Inoltre la carenza di pagamenti si è tradotta in un rallentamento nell'esecuzione dei programmi 2014-2020 in altre linee, soprattutto in vista del rispetto degli obblighi contrattuali risultanti da impegni precedenti, evitando così il rischio di interessi di mora, in un periodo in cui ci si aspetta che programmi chiave contribuiscano alla crescita e all'occupazione in Europa e a consolidare il ruolo dell'Unione sulla scena internazionale.

2.  Prospettive

c)  Il Parlamento europeo e il Consiglio prendono atto delle prospettive per il 2015 e il 2016 presentate dalla Commissione: l'analisi indica che potrebbe essere possibile ridurre l'arretrato di impegni residui a fine esercizio per i programmi di coesione 2007-2013 a un livello pari a circa 2 miliardi di EUR entro la fine del 2016, tenendo in considerazione in particolar modo che i programmi di coesione si stanno avviando alla fase conclusiva e a condizione che nel bilancio 2016 siano autorizzati sufficienti stanziamenti di pagamento. Ciò dovrebbe contribuire a evitare ripercussioni negative e ritardi inutili per l'esecuzione dei programmi 2014-2020.

d)  Il Parlamento europeo e il Consiglio sottolineano il loro impegno a eliminare gradualmente l'arretrato insostenibile di impegni residui per i programmi di coesione 2007-2013. Si impegnano a cooperare pienamente al fine di autorizzare nel bilancio 2016 un livello di stanziamenti di pagamento che permetta di raggiungere tale obiettivo. Le loro deliberazioni prenderanno in considerazione le prospettive attuali, che saranno rispecchiate e ulteriormente affinate dalla Commissione nelle sue stime per il progetto di bilancio 2016.

e)  La Commissione continuerà a monitorare da vicino l'andamento dell'arretrato e, se necessario, proporrà misure appropriate volte a garantire una progressione ordinata di stanziamenti di pagamento coerenti con gli stanziamenti di impegno autorizzati.

f)  Le tre istituzioni ricordano il loro impegno di monitorare attivamente lo stato di esecuzione dei pagamenti per tutto il 2015. Nell'ambito del loro regolare scambio di opinioni confermano la loro disponibilità a organizzare apposite riunioni interistituzionali il 26 maggio, il 14 luglio e il 19 ottobre al fine di garantire una procedura di bilancio sostenibile. A tal proposito dette riunioni interistituzionali dovrebbero anche occuparsi delle previsioni a più lungo termine in merito alla prevista evoluzione dei pagamenti fino al termine dell'attuale QFP, per la quale si chiede alla Commissione di presentare, se del caso, scenari alternativi.

g)  Al fine di facilitare il processo di monitoraggio della situazione relativa ai programmi 2007-2013, in luglio e in ottobre la Commissione fornirà relazioni sull'esecuzione del bilancio, sia rispetto alle previsioni mensili per l'anno sia rispetto all'andamento dall'inizio dell'anno precedente a oggi, oltre che sull'evoluzione dell'arretrato di impegni residui nella sottorubrica 1b.

h)  Il Parlamento europeo e il Consiglio, impegnati a evitare un simile arretrato in futuro, invitano la Commissione a esaminare attentamente l'esecuzione dei programmi 2014-2020 e a istituire un sistema di allarme preventivo. Per conseguire tale obiettivo la Commissione si impegna a sviluppare strumenti adeguati per fornire, nel corso della procedura di bilancio, previsioni continue dei pagamenti per (sotto)rubrica, per le (sotto)rubriche 1b, 2 e 5, e per programma, per le (sotto)rubriche 1a, 3 e 4, incentrate sugli anni N e N+1, compresa l'evoluzione delle fatture non pagate e degli importi da liquidare (RAL); tali previsioni saranno aggiornate regolarmente sulla base delle decisioni di bilancio e degli eventuali sviluppi pertinenti che abbiano un impatto sui profili di pagamento dei programmi; le previsioni di pagamento saranno presentate in luglio, nel quadro delle riunioni interistituzionali sui pagamenti previste al punto 36, sottopunto 3, dell'allegato dell'accordo interistituzionale.

i)  Ciò dovrebbe permettere all'autorità di bilancio di prendere, a tempo debito, le decisioni necessarie per evitare l'accumularsi in futuro di un arretrato insostenibile di impegni residui a fine esercizio e al contempo di rispettare e attuare pienamente gli accordi raggiunti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale e delle procedure annuali di bilancio."

ALLEGATO ALL'ALLEGATO II: ELEMENTI RELATIVI A UN PIANO DI PAGAMENTO PER RIPORTARE IL BILANCIO DELL'UE ALLA SOSTENIBILITÀ

Table of Contents

Executive summary

1.  Background

2.  State of play at the end of 2014

2.1.  Implementation at the end of 2014

2.2.  Mitigating measures taken in 2014

3.  Terminology

3.1.  Project cycle

3.2.  Outstanding commitments (RAL)

3.3.  Cash flow constraints vs. shortage of payment appropriations

3.4.  Backlog of outstanding payment claims at year-end

4.  Heading 1b: evolution of backlog and outlook

4.1.  Implementing the structural funds 2007-2013

4.2.  Payment claims profile for the 2007-2013 programming period

4.3.  Components and types of backlog

4.4.  Outlook for 2007-2013 payments (claims) in 2015 and 2016

4.5.  Payment claims expected for 2016

4.6.  Summary of information used to calculate the payment claims and the backlogs

4.7.  Payment at closure

5.  Other headings: outlook for the 2007-2013 programmes

5.1.  Overview

5.2.  Shared management programmes in heading 2 and 3

5.2.1.  Heading 2

5.2.2.  Heading 3

5.3.  Direct management programmes in heading 1a and 4

5.3.1.  Heading 1a

5.3.2.  Heading 4

6.  Outlook for 2014-2020 programmes

7.  Conclusions

Annex 1: information sent by the Commission on 15 December 2014

Annex 2: Heading 1b: latest forecasts from Member States

Executive summary

The increasing gap between the authorised payment appropriations and the past commitments taken by the European Institutions has been one of the main developments regarding the implementation of the EU budget, in particular since 2012. This payments gap has led to a number of negative consequences in the different areas of expenditure and most notably to a growing backlog of outstanding payment claims for the 2007-2013 Cohesion policy programmes (heading 1b), which reached an unprecedented peak at the end of 2014.

This growing backlog of outstanding payment claims is due to the intersection of the peak in the 2007-2013 programme cycle with the drop in 2014 in the payment ceiling of the multiannual financial framework (MFF), in a general environment of public finance consolidation at national level. Two different factors are therefore key to understand this evolution.

Firstly, the cyclical increase of payment claims driven by the sustained implementation of the 2007-2013 Cohesion policy programmes, to be paid in the first years of the 2014-2020 MFF. After a slow start of the programmes in 2007-2009, resulting (inter alia) from the effects of the financial crisis and counter measures taken, implementation has accelerated since 2012, with payment claims increasing yearly to a historic record of EUR 61 billion in 2013 in the field of Cohesion policy, driven by deadlines for implementation and the automatic decommitment rules set out in the Cohesion policy legislation[5].

It has been difficult to accommodate such a steep increase in payment claims for the 2007-2013 Cohesion policy in the EU budget, with other programmes at cruising speed, a lower ceiling for payments in 2014, and against the backdrop of ongoing fiscal consolidation in Member States.

Indeed, the second key factor to explain this development is the significant reduction in the payment ceilings in the new MFF, which is particularly sharp (EUR 8 billion lower) in 2014. The resulting shortage of payment appropriations affects not only Cohesion (heading 1b), but also other areas of expenditure and in particular the policy areas of Growth and Jobs (heading 1a), Global Europe (heading 4) and Security (heading 3).

In order to face this challenge, the Commission put in place measures to ensure an active management of the scarce payment appropriations, namely: speeding up action to recover any undue amounts; limiting idle amounts on fiduciary accounts; reducing pre-financing percentages; making best use of maximum payment deadlines allowed; postponing calls for proposals/tenders and related contracting and giving higher priorities to countries under financial assistance.

Moreover, the budgetary authority was timely informed of the different challenges and developments and different amending budgets were proposed to increase the authorised payment appropriations.

Despite the reinforcements in payment appropriations through amending budgets authorised by Parliament and Council[6], and despite the active management of available payment appropriations by the Commission, the backlog of outstanding payment claims has kept growing: for the 2007-2013 Cohesion policy alone it reached EUR 24.7 billion at the end of 2014[7].

Thanks to the mitigating measures undertaken by the Commission, the build-up of a backlog was to a large extent contained in the other policy areas managed directly by the Commission. Most of the payment appropriations available in 2014 were used to honour contractual obligations stemming from the previous programming period and thus minimise penalties for late payments, which nonetheless showed a fivefold annual increase (to EUR 3 million)[8]. While these actions avoided larger negative financial impact for the EU budget, they entailed shifting a number of payments due-dates to 2015, with an impact on legitimate expectations from stakeholders who may have had to postpone the start of their project and/or to temporarily co-finance it to a higher degree.

The closure stage of the 2007-2013 Cohesion programmes is approaching. In 2014, the total level of payment claims received decreased to EUR 53 billion (from EUR 61 billion in 2013). In their latest forecasts (January 2015), Member States expect to submit payment claims of around EUR 48 billion in 2015 and EUR 18 billion in 2016. However, these figures cannot be taken at face value, since in 2015-2016 there will be a capping of payable claims at 95% of the whole financial envelope of the programme as established by the relevant legislation[9]. The resulting payable claims for 2015 are estimated by the Commission at some EUR 35 billion and up to EUR 3.5 billion for 2016.

The 2015 budget authorises almost EUR 40 billion in payment appropriations for the 2007-2013 Cohesion policy. This budget will cover both backlog payments (EUR 24.7 billion consuming 62% of the 2007-13 Cohesion policy budget) and new claims arrived in due time to be paid (estimated at EUR 35 billion). As a result, the backlog at the end of 2015 is estimated to decrease to a level of EUR 20 billion.

At this stage, the Commission estimates that up to EUR 23.5 billion will be needed to cover the remaining payment claims before the closure and to phase out the backlog. In its Draft Budget 2016, the Commission will fine-tune the payment appropriations for heading 1b, in order to ensure that this is achieved together with a proper implementation of the 2014-2020 programmes.

Budget year 2015 for the Cohesion policy (EUR billion)

Payment appropriations available in Budget 2015

(1)

39.5

-  Of which end-2014 backlog

(2)

24.7

-  Of which forecasts 2015 capped at 95% threshold

(3)

~35

Expected backlog end-2015

(4)=(1)-(2)-(3)

~20

Budget year 2016 for the Cohesion policy (EUR billion)

Expected backlog end-2015

(1)

~20

Maximum remaining payment claims expected to be received in 2016 before closure

(2)

~3.5

Maximum payment claims to be covered in the 2016 budget

(3)=(1)+(2)

~23.5

Likewise, the level of payment appropriations to be proposed for the other policy areas in the 2016 budget should allow to meet obligations stemming from past commitments and minimise the risk of late interest payments, but also to ensure an adequate level of implementation and contracting for the 2014-2020 programmes.

The multi-annual character of a significant share of the EU budget explains the existence of a time gap between the moment when the commitment is recorded and the actual payment against this commitment. The build-up of a structural volume of outstanding commitments (known as "RAL", the French acronym of "reste à liquider") is therefore normal and expected. Given the legal deadline for the payment of claims by the Commission[10], the year-end concentration of claims linked to the requirement to avoid decommitment and possible interruptions, a certain amount of outstanding payment claims at year-end is considered as 'normal'. However, the growing size of the backlog over the last few years has reached 'abnormal' levels[11], which pre-empt a significant and growing share of the budget of the following year and are not sustainable in terms of sound financial management.

The Commission estimates that about half of the backlog of outstanding payment claims in Cohesion policy at the end of 2013 and 2014 was 'abnormal', this means linked to the shortage of payment appropriations authorised in the budget, creating a 'snowball effect'. With the closure stage approaching, lower payment levels will be needed in 2015 and 2016 and the backlog will automatically decrease. The level of interruptions and suspensions is also foreseen to decrease as the programmes are reaching the closure. With payment appropriations of some EUR 21.5 billion for the 2007-2013 programmes in 2016, the backlog is forecasted to be around EUR 2 billion at the end of 2016.

Cohesion policy programmes 2007-2013: evolution of the backlog of outstanding payment claims at year-end 2007-2016

 

The need for phasing out the 'abnormal' backlog which has built up has been acknowledged by the two arms of the budgetary authority, the Council and the European Parliament, which jointly agreed during the negotiations on the 2015 budget to "reduce the level of unpaid bills, with a particular focus on cohesion policy, at year-end down to its structural level in the course of the current MFF" and "engage to implement, as of 2015, a plan to reduce the level of unpaid bills corresponding to the implementation of the 2007-2013 programmes to the commonly agreed level by the mid-term review of the current multiannual financial framework" .

This document provides a solid basis for a common understanding by the two arms of the Budgetary Authority, which are expected to endeavour to take decisions that allow the phasing out of the 'abnormal' backlog of unpaid bills for 2007-2013 programmes by the end of 2016.

This payment plan also provides the opportunity to draw some lessons on the budget management for the future:

1.  The agreement on amending budget 2/2014[12] at the end of 2014 was very important to largely stabilise the backlog of outstanding payment claims at a level which can be phased out over two years. The institutions have taken their responsibility in the face of a very difficult fiscal situation in many Member States.

2.  Measures of active budget management taken by the Commission have proven indispensable to deal with a shortage of payment appropriations in many policy areas. These measures will need to be maintained as long as necessary in order to avoid disproportionate disruptions for beneficiaries and/or the payment of penalty interest.

3.  Although there is a recurrent cycle in the implementation of Cohesion policy programmes, the size of peaks and troughs can be smoothened by implementing programmes as quickly as possible at an early stage in the programming period. This is especially desirable in the current economic conditions when investment is badly needed to stimulate economic recovery and competitiveness.

4.  Regular submission of claims is needed. Member States should avoid unnecessary administrative delays in sending their payment claims throughout the year. Regular submission of claims improves budgetary management and helps minimising the backlog at year-end.

5.  On the other hand, sufficient budgeting of payment appropriations is a necessary condition to properly implement the budget and avoid the accumulation of an unsustainable level of outstanding payment claims at year-end. In addition to this, the "specific and maximum flexibility", mentioned in the European Council conclusions and the statement of President Barroso in February 2013, will need to be applied in order to comply with Union's legal obligations. Furthermore, decisions of the budgetary authority should, as much as possible, allow for a smooth payment profile over the duration of the MFF.

6.  Forecasting capacity has to be reinforced. In addition to the various analyses already provided[13], the Commission will further improve its medium and long-term forecasts in order to identify at an early stage, to the extent possible, likely problems. In particular it will inform the two arms of the budgetary authority as soon as it identifies any developments in the implementation of the 2014-2020 programmes which present a risk for a smooth payment profile.

1.  Background

Since 2011, the Commission has been confronted with a growing level of outstanding payment claims at the end of the year, despite the full use of the payment ceilings in 2013 and 2014 and the recourse to the contingency margin for payments in 2014. While virtually all the payment appropriations authorised in the annual budgets have been used up, the backlog of outstanding payment claims at the end of the year for the Cohesion policy (heading 1b) and specific programmes in other headings (such as heading 4 "global Europe") has increased steadily.

The Commission has followed up on the invitation from Parliament and Council to monitor the situation throughout the year and ad-hoc inter-institutional meetings have taken place over the last years to share the assessment on the state of play. Since 2011, the Commission had to present draft amending budgets (DAB) aimed at increasing significantly the level of payment appropriations to address payment shortages. Initial lower levels of authorised payment appropriations have led to recurrent DABs, which have made more complex the decision-making process on the draft budget, which should be the main subject for Conciliation. Amending budgets were voted late, increasing the difficulty to manage the payment process.

Against the backdrop of consistently higher levels of commitment appropriations, the graph below illustrates the increasingly tight annual payment budgets and ceilings and the progressive reduction of the gap between payment ceiling and the voted appropriations, culminating in the need to use the contingency margin in 2014.

 

In December 2014, in the framework of the agreement reached on the 2014 and 2015 budgets, the European Parliament and the Council agreed the following joint statement:

The institutions agree to the objective to reduce the level of unpaid bills, with a particular focus on cohesion policy, at year-end down to its structural level in the course of the current MFF.

In order to reach this objective:

•  the Commission agrees to present, along with the joint conclusions on Budget 2015, a most up to date forecast of the level of unpaid bills by end 2014; the Commission will update these figures and provide alternative scenarios in March 2015 when a global picture of the level of unpaid bills at the end of 2014, for the main policy areas, will be available;

•  on this basis, the three institutions will endeavour to agree on a maximum target level of unpaid bills at year-end which can be considered as sustainable;

•  on this basis and while respecting the MFF Regulation, the agreed financial envelopes of the programmes as well as any other binding agreement, the three institutions will engage to implement, as of 2015, a plan to reduce the level of unpaid bills corresponding to the implementation of the 2007-2013 programmes to the commonly agreed level by the mid-term review of the current multiannual financial framework. Such a plan will be agreed by the three institutions in due time before the presentation of the draft budget 2016. Given the exceptionally high level of unpaid bills, the three institutions agree to consider any possible means to reduce the level of those bills.

•  

Every year, the Commission agrees to accompany its draft budget by a document evaluating the level of unpaid bills and explaining how the draft budget will allow for the reduction of this level and by how much. This annual document will take stock of the progress made so far and propose adjustments to the plan in line with updated figures.

As an immediate follow-up to the joint statement, on 15 December 2014 the Commission presented an updated forecast of the level of outstanding payment claims by end 2014, which is set out in Annex 1.

The present document provides an overview of the state of implementation at the end of 2014, focussing on the backlog of the 2007-2013 programmes of the Cohesion policy, in view of reducing it to an agreed level by the mid-term review of the current multiannual financial framework in 2016. The document also addresses the evolution of the backlog of the other headings, although the problem of backlog is much less acute in terms of absolute size than in heading 1b: the backlog of outstanding payment claims in other headings at the end of 2014 stood at some EUR 1.8 billion.

2.  State of play at the end of 2014

2.1.  Implementation at the end of 2014

At the end of 2014, the implementation of payment appropriations (before carryovers) amounted to EUR 134.6 billion (99% of the final authorised appropriations in the 2014 budget). The under-implementation of payments (after carryovers) is the lowest ever recorded at amounted to EUR 32 million, as compared to EUR 107 million in 2013 and EUR 66 million in 2012. Such a high level of implementation, despite the late adoption of draft amending budget 3/2014, is a confirmation of the tight constraints imposed on payment appropriations, particularly for the completion of the 2007-2013 programmes. In many cases, the corresponding budget lines were also reinforced with appropriations initially foreseen for paying the pre-financing of newly adopted 2014-2020 programmes.

During 2014, the payment appropriations for the 2007-2013 Cohesion programmes were reinforced by EUR 4.6 billion, of which EUR 2.5 billion through draft amending budget 3/2014, EUR 0.6 billion through the end-of-year transfer[14] and EUR 1.5 billion through internal transfers from the 2014-2020 programmes. These reinforcements contributed to stabilising the backlog of the 2007-2013 Cohesion programmes at the end of 2014.

A large amount of unused commitment appropriations were carried over or reprogrammed to 2015, not only for the Cohesion policy but also for the programmes under rural development (heading 2) and the migration and security funds (heading 3). As a consequence, the amount of outstanding commitments (RAL) decreased to EUR 189 billion at the end of 2014, a reduction of EUR 32 billion in comparison with the RAL at the end of 2013. However, this decrease is somewhat artificial as it results mostly from the under-implementation of the commitment appropriations for 2014-2020 programmes carried over and reprogrammed to 2015 and later years, when it will "reappear". Had all appropriations for the new programmes been committed in 2014, the RAL would have remained much closer to the 2013 level (EUR 224 billion).

The graph below shows the evolution of the level of RAL over the period 2007-2014 and the projection for the level of RAL at the end of 2015, for the budget as a whole, as well as for programmes under shared management in headings 1b, 2 and 3 and the other programmes/headings. As shown in the graph, the overall level of RAL at the end of 2015 is expected to return to a level comparable to that at the end of 2013. However, the graph also shows the distinction between the programmes under shared management in headings 1b, 2 and 3, for which the RAL at the end of 2015 is expected to go down compared to 2013, and the other programmes/headings, for which the RAL at the end of 2015 is expected to go up.

 

2.2.  Mitigating measures taken in 2014

On 28 May 2014, the Commission presented its draft amending budget 3/2014, requesting additional payment appropriations for 2014. After a lengthy adoption process, DAB 3/2014 was finally approved on 17 December 2014. Awaiting the adoption of the amending budget, during the year 2014 the Commission has put in place a series of mitigating measures in order to honour legal obligations stemming from past commitments while launching the new generation of programmes, within an exceptionally tight budgetary framework.

So as to implement the agreed policies with the appropriations authorised in the budget, the Commission followed an approach of actively managing the budget, bearing in mind three main principles:

•  Minimise the financial impact for the EU budget of interests for late payments and potential liabilities;

•  Maximise the implementation of programmes;

•  Minimise the potentially negative impact of decisions on third parties and the economy as a whole.

Accordingly, the measures to ensure an active management of the scarce payment appropriations included the following: pro-actively recovering any undue amounts; limiting idle amounts on fiduciary accounts; reducing pre-financing percentages; making best use of maximum payment deadlines allowed; postponing calls for proposals/tenders and related contracting.

These mitigating measures helped the Commission to protect its status as a first-class investor and its reputation as a reliable and secure partner. The Commission managed to minimise, as far as possible, the negative effects of payment shortages, for instance in terms of limiting the amount of interests on late payments. Despite an almost fivefold increase compared to 2013, the amount of interests paid at the end of 2014 still remains limited (EUR 3 million). The relative sharper increase for heading 1a (Competitiveness for Growth and Jobs) and heading 4 (Global Europe), as shown in the table below, illustrates the pressure on payment appropriations.

Interests paid on late payments (in EUR)

 

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

Heading 1a

294 855

157 950

173 748

329 615

137 906

243 748

1 047 488

Heading 1b

1 440

5 324

6 220

11 255

31 726

71 620

103 960

Heading 2

27 819

1 807

9 576

15 713

61 879

30 991

61 985

Heading 3

13 417

59 852

48 673

50 397

29 375

13 060

7 252

Heading 4

250 204

178 468

257 818

1 266 425

335 820

247 786

1 797 825

Heading 5

43 915

442 678

237 367

60 825

142 254

46 187

8 614

Total

631 651

846 079

733 403

1 734 230

738 960

653 392

3 027 124

Interest for late payments in Cohesion policy (heading 1B) is not significant as shared management represents the major part of this heading and shared management does not lead to late interest. However, in terms of credibility, the non-respect of the regulatory deadlines for shared management policies is highly prejudicial.

3.  Terminology

This section explains a number of definitions used in this document.

3.1.  Project cycle

Before approving an operational programme or a project, the Commission reserves the appropriations by creating a commitment on a budget line for a defined amount. This transaction consumes part of the authorised commitment appropriations.

Very often, the signature of the contract for the project or the approval of the operational programme leads to a certain level of pre-financing, which allows the beneficiary to start the project without borrowing. Reaching defined milestones allows the beneficiary to submit interim payment claims and to be reimbursed for expenditure incurred linked to the programme.

However, in the case of major programmes such as research (Horizon 2020), the structural funds, the European Fisheries Fund and rural development, once a certain stage of implementation is reached, interim payment claims no longer lead to payments as they are covered by the pre-financing. Furthermore, a percentage of the total funds committed for the project or the programme is only paid at the closure when the Commission has verified that all the work has been carried out in accordance with the initial agreement. If that is not the case, the funds are partly decommitted. In certain cases, the Commission may also issue recovery orders to recover payments which were not justified.

3.2.  Outstanding commitments (RAL)

Outstanding commitments are usually referred to as 'RAL' from the French acronym for "Reste à Liquider". It is the part of a commitment that has not been consumed by any payment at a given point in time. In multiannual projects, commitments are made at the start of the project with a limited pre-financing while interim payments are made at a later stage, when the project is being implemented and the final payment is made at closure.

A large part of the EU budget concerns investments, whose implementation is spread over a number of years. The difference between commitment and payment appropriations authorised in the annual budget determines the change in the overall level of RAL. In turn, the speed at which commitments grow and the pace of programme implementation determine the normal evolution of RAL. However, the RAL further increases when insufficient payment appropriations are budgeted, regardless of the pace of implementation. In this latter case, the effect is to increase the level of outstanding payment claims at the end of the year.

The ratio between RAL and the commitments of the year is a good indicator to compare the size of the RAL of specific programmes with their financial envelope. For example, programmes and actions with an annual character, such as Erasmus or Humanitarian Aid, have a RAL/commitments ratio below one, which indicates that most commitments are paid within a year. Cohesion programmes, on the other hand, typically have a RAL/commitments ratio between 2½ and 3, which reflects the impact of the automatic decommitment rules set out in the legislation (the so-called "N+2" / "N+3" rules, see section 4.1 below). Certain programmes under heading 4 have a higher ratio, due to the complex cycle of negotiations linked to implementation. In its payment requests, the Commission takes these indicators into account.

3.3.  Cash flow constraints vs. shortage of payment appropriations

The Commission cash-flow is mostly determined by the amounts called in from Member States on a monthly basis according to the own resources rules. The Commission is not allowed to borrow money to cover cash-flow shortages. Cash-flow constraints may lead to temporary delays in payments to beneficiaries of EU funds despite the fact that sufficient payment appropriations are authorised in the budget for the financial year. This may happen, usually in the first part of the year, because the sum of outstanding payment claims at the end of the previous year and those to be paid in the first months of the current year (for instance for the European Agricultural Guarantee Fund) are larger than the maximum monthly inflow of own resources made available to the Commission. As the backlog from the previous year is phased out and the monthly inflow of resources continues later in the year, the cash-flow constraint is no longer binding in the following months of the year.

Cash flow constraints at the beginning of the year are amplified by the shortage of payment appropriations, since the monthly call for funds is based on the revenue provided for in the authorised budget as it stands, before the adoption of amending budgets increasing the level of payments, which usually takes place towards the end of the year.

Depending on the precise date of adoption (i.e. before or after 16 November of the year in question), the corresponding additional call for own resources to cover the additional payment appropriations authorised in amending budgets adopted at the end of the year might lead to cash availability only in the beginning of the next financial year, leading to possible difficulties in implementing the amending budgets in the same year.

3.4.  Backlog of outstanding payment claims at year-end

At the end of every year, there is a backlog of outstanding payment claims, i.e. claims that have been sent by the beneficiaries of EU funds and need to be paid within a defined delay (in general in less than 2 months) but that have yet not been paid[15]. That is because of one of the following three reasons:

a)  Ongoing interruptions/suspensions: Payments were interrupted/suspended for certain beneficiaries/programmes. Interruptions of payments are normally short term formal actions by which the Commission delays the payment waiting for missing information or checks of the management and control system.

b)   Timing: Payment claims not paid because they were transmitted in the very last days of the year, leaving insufficient time for processing before year-end.

c)   Lack of credits: Payment claims unpaid because authorised payment appropriations on the relevant budget line were exhausted.

Part of the backlog is considered “normal” (see points a and b). The growth of the "abnormal" backlog of outstanding payment claims, most of which is in Cohesion policy, is associated with the shortage of payment appropriations (point c), whereas the cash-flow constraints in the beginning of the year (see section 3.3 above) also have an impact. Section 4 further develops the case of the Cohesion policy.

4.  Heading 1b: evolution of backlog and outlook

This chapter looks at the specific case of the Cohesion policy (heading 1b). First, it sets out the main features of the structural funds and it explains how specific events in the past or in relation with the legislation created the present difficult situation. It then explores how a "normal" backlog could be defined and provides a detailed analysis of the situation at the end of 2014.

4.1.  Implementing the structural funds 2007-2013

Structural funds 2007-2013: main features

Projects financed out of heading 1b are organised in operational programmes. These operational programmes are proposed by Member States, and negotiated and adopted by the Commission at the beginning of the period for the whole duration of the period. Each operational programme is implemented in shared management through individual projects. This means that Member States implement the funds. The Commission participates in monitoring committees, where it has an advisory role in the project selection and monitors project implementation through annual implementation reports.

Programmes are co-financed by the EU budget; this means that the Commission does not pay the entire cost of the programme. Member States must find "match-funding" to finance part of the programmes.

Once a programme is adopted, the European Union has contracted a legal obligation for the whole period. The Commission committed automatically the appropriations on an annual basis before the end of April from 2007 to 2013, based on the financial plan of the programme and not on the actual implementation of the projects of the programme. While the EU payments can never exceed the EU budget commitments, expenditure is eligible from the beginning of the period (i.e. even before the adoption of the programme) until the end of the eligibility period.

After the approval of the programme, the Commission pays pre-financing. These payments are made automatically to the Member State and remain at its disposal until its clearing at the closure.

As the implementation of the various projects is ongoing, the Member States submit interim payments through their certifying authority. The interim payment claims are paid by the Commission based on the co-financing rate in force and provided that no interruption or suspension is decided.

This mechanism works as long as the total of pre-financing paid by the Commission and interim payment claims submitted by Member States for the programmes does not reach 95% of the share of the allocation of the programmes. Once this threshold is reached, the Member State may still send its payment claims but they are used to clear any outstanding prefinancing. The remainder will be settled at closure of the programme. Member States need to justify eligible expenditure to cover the amount of pre-financing received at the beginning of the period and the amount retained for closure (5% of the total allocation).

After the end of the eligibility period, a period of 15 months is then foreseen to prepare and submit the closure documents to the Commission and request the final payment to be settled. Before the final payment can be done, the Commission examines the closure package (i.e. closure declaration, Final Implementation Report and final claim). Given that these documents are expected by 31 March 2017, the decision on the closure (and the related final payments) will occur between 2017 and 2019.

Based on the outcome of this exercise, the 5% retained for the closure are used to pay the outstanding payment claims. Otherwise, the Commission does not pay the full amount at the closure. The amount that is not paid will be decommitted. If corrections are higher than 5%, the Commission will recover the amount unduly paid.

The N+2/N+3 rule

The N+2/N+3 rule was first established for the programming period 2000-2006. The rule foresees that a commitment made at year N has to be covered by the same amount of pre-financing and interim payment claims before 31 December N+2 (N+2 rule). For example, a commitment made in 2012 has to be fully covered by payment claims before 31 December 2014. The amount not covered is decommitted, which means that the Member State loses the funding. At present, however, there is no history of significant N+2/N+3 decommitments in the entire history of the structural funds.

The purpose of the rule is to ensure financial discipline in managing the EU funds. As commitments are made automatically once a programme has been approved, the rule obliges the Member States to implement the projects in a dynamic manner and to avoid problems at the very end of the cycle. Its existence also enables having a smoother profile of payments by obliging the Member States to submit payment claims at regular intervals. However, as explained in the next chapter, "softening" of the rule, especially in the wake of the financial crisis of 2008, reduced its regulatory effect.

This rule is at the source of the year-end concentration of payment claims: Member States have to send their payment claims before 31 December midnight, through a specific IT system. Although they are legally required to send their claims regularly throughout the year[16], experience form the past shows that many wait for the last weeks to send large amounts.

4.2.  Payment claims profile for the 2007-2013 programming period

Main drivers of the payment cycle

At the beginning of the period, significant amounts of pre-financing are paid, followed during some years by a relatively low level of interim payments as programmes set up their structures and start implementation of projects. As the N+2/N+3 rule only begins to produce its effects at the earliest at the end of the third year of the programming period, there is no pressure at the start of the framework to submit claims. Moreover, the pre-financing still covers a large part of the commitments made at the beginning of the programming period. About 2-3 years before the end of the programming period, the annual level of interim payments begins to increase as programmes reach maturity and payments claims are at cruising speed. A peak is observed at the end of the period/beginning of the following programming period, followed by a decrease to nearly zero in the following years when programmes reach the 95% threshold. As mentioned above, closure payments are made between one and three years after the end of the eligibility period.

Derogations

Three developments in the legislative framework applicable to the 2007-2013 programming period amplified the cyclical character level of interim payments:

1.  The switch from N+3 to N+2. As part of the global compromise establishing the 2007-2013 MFF, the new Member States as well as Greece and Portugal were submitted to a N+3 rule for the 2007-2010 commitment tranches and then to an N+2 rule until the end of the period. This means that by the end of 2013, these Member States had to cover two commitment tranches: the 2010 tranche and the one of 2011. Of course, Member States did not wait necessarily until the decommitment deadline to implement the programmes and to submit their payment claims, so there was not a doubling of payment claims in 2013. Nevertheless, this rule reinforced strongly the peak of 2013 with a spill-over effect on the following years through the accumulation of a growing backlog.

2.  The Member States were required to carry out a compliance check on their control systems for the funds. The results of the compliance check had to be approved by the Commission. Interim payment claims could be submitted, but only reimbursed by the Commission following approval of the compliance assessment. While most of the programmes were adopted in 2007, the submission of claims (or at least their reimbursements by the Commission) was delayed, with nearly no interim payment made in 2008.

3.  As a response to the financial crisis, there were strong calls from Member States to neutralise the 2007 commitment tranche for the N+2/N+3 rule. This was accepted by the Commission but instead of postponing the decommitment threshold of the 2007 tranche by one year, the N+2/N+3 rules were weakened further through an unanimous vote in Council to spread the obligation related to 2007 tranche in six sixths over the whole period. This so-called "Greek rule" made it possible to submit fewer payment claims in the beginning of the period, balanced by more payment claims at the end of the period.

In addition, also in response to the crisis, the eligibility period of expenditure for the 2000-2006 programmes was extended from late 2008 to 2009 (by modifying the Commission decision approving the programme) and therefore Member States continued to focus on the implementation of the 2000-2006 programmes. As a result, implementation of 2007-2013 programmes and the related submissions of 2007-2013 interim payment claims were delayed.

Comparing the 2000-2006 programmes with the 2007-2013 programmes

Whereas the 2007-2013 programming period switched from N+3 to N+2 at the end of the fourth year, the 2000-2006 programming period only had an N+2 rule, albeit with some adjustments in 2004 because of the accession of 10 Member States.

The chart below compares the cumulated interim payments for the 2000-2006 period which were made over the years 2001-2007 as a percentage of the total envelope, with the cumulated interim payments for the 2007-2013 programmes which were made from 2008 to 2014, again as a percentage of the total envelope.

Chart 1: Annual pattern of cumulative interim payments (with 1-year time-lag): 2000-2006 (EU-15) vs. 2007-2013 period (% of total envelope excluding pre-financing)

 

As shown in the chart, the cumulative payments for the 2007-2013 programmes consistently remained below the level experienced in the 2000-2006 period, albeit with a catching up towards the end of the period. This delayed profile for the 2007-2013 programmes resulted from the combination of factors set out above. It explains the under-execution of payment appropriations and the payment ceiling at the beginning of the period, as the payment profile for the 2000-2006 programmes had been used as reference for establishing the ceilings.

However, when the payment claims started catching up at a later stage, the payments were strongly constrained by the level of authorised payment appropriations and/or by the payment ceiling which led to building up of the backlog.

Evolution of backlog 2007-2014

The following chart[17] shows the evolution of the backlog for the 2007-2013 programmes over the period 2007-2016.

Chart 2: Cohesion policy programmes 2007-2013: evolution of the outstanding payment claims at year-end (in EUR billion)

 

As shown in the chart, the backlog for the 2007-2013 programmes started to increase in 2011, when it reached a level of EUR 11 billion, and arriving at a peak of EUR 24.7 billion in 2014. As explained below, the projections show a still high level of the backlog at the end of 2015, before returning to a "normal" and sustainable backlog at the end of 2016.

4.3.  Components and types of backlog

Over the year, the Commission receives the following payment claims for the structural funds:

a)  Eligible payment claims that are covered by payments in the course of the year.

b)  Payment claims that have already been covered by the pre-financing at the beginning of the programming period and that are consequently not followed by additional payments.

c)  Payment claims which can only be paid after the closure will have to wait until the Commission and the beneficiary reach an agreement on the closure.

d)  Payment claims not paid because they were transmitted in the very last days of the year, too late to be processed before year-end.

e)  Payment claims which are interrupted/suspended for certain beneficiaries. Suspensions or interruptions of payments are normally short term formal actions by which the Commission delays the payment waiting for missing information or checks of the management and control system.

f)  Payment claims unpaid at year-end because authorised payment appropriations on the relevant budget line were exhausted.

g)  

The last four categories (from c to f) remain outstanding claims at year-end, but the backlog includes outstanding payment claims according to reasons d, e and f. A certain level of outstanding payment claims at the end of the year is considered 'normal' when they correspond to reason d and e. The "abnormal" backlog only includes outstanding payment claims according to reason f.

The following chart illustrates the flow of payment claims for heading 1b, from the submission by the Member States via the identification of "payable claims" to the "normal" and "abnormal" backlog.

 

Year-end concentration of claims and time to pay

There is a very high concentration of payment claims sent by Member States in the month of December, ranging from 27% to 35% of the annual total over the period 2011-2014. For each payment claim received, the Commission needs to carry out controls before proceeding with the disbursement. The larger the number of claims received in the last weeks of the year, the higher the risk of claims not being reimbursed before the end of the year.

For this reason, the Commission regularly encourages Member States to send their claims more regularly throughout the year.

The following chart shows the monthly evolution of the submission of payment claims for the 2007-2013 programmes between 2011 and 2014.

Chart 3a: Monthly pattern of cumulative interim payment claim submission for 2007-2013 period (in % of total)

 

This chart above shows clearly a recurrent very steep increase of the request of payment claims at the end of the year.

Chart 3b: Concentration of payment claims submission during the last two months of the year (percentage received in November and December) between 2011 and 2014

 

The charts illustrate that more and more claims have arrived late in the year, due to the growing pressure of the N+2 rule. The removal of the N+3 rule in 2013 meant that all Member States had an N+2 rule except Romania, Slovakia and Croatia. It had a major impact on the volume of claims received in that year. The amount of claims arriving too late to be paid in the year depends on the total amount of claims received in the year and on its profile within the year.

Impact of interruptions and suspensions

The Commission uses a number of preventive mechanisms to protect the EU budget before it makes payments to Member States when it is aware of potential deficiencies. These are especially valuable for improving control systems in the Member States and thus reducing the need for future financial corrections by the Commission.

As a consequence, some payment claims are not immediately payable as they have been interrupted or suspended by the Commission pending improvements in the control systems to be made. While most of these claims will ultimately not be rejected, they cannot be paid immediately.

In accordance with the regulation[18], the Commission may:

•  interrupt the payment deadline for a maximum period of 6 months for 2007-13 programmes if there is evidence to suggest a significant deficiency in the functioning of the management and control systems of the Member State concerned; or if the Commission services have to carry out additional verifications following information that expenditure in a certified statement of expenditure is linked to a serious irregularity which has not been corrected.

•  suspend all or part of an interim payment to a Member State for 2007-13 programmes if there is evidence of serious deficiency in the management and control system of the programme and the Member State has not taken the necessary corrective measures; or if expenditure in a certified statement of expenditure is linked to a serious irregularity which has not been corrected; or in case of serious breach by a Member State of its management and control obligations. Where the required measures are not taken by the Member State, the Commission may impose a financial correction.

Estimating the "normal" backlog

As explained before, the "normal" backlog is the total of the claims that are interrupted or suspended and the claims that arrive too late to be paid in the year. Claims arriving during the last ten calendar days of the year can be considered as claims arriving too late to be paid as the Commission must have sufficient insurance that it will be able to fully execute the appropriations available in the budget. However, some of the claims interrupted or suspended are also part of the claims arriving too late to be paid and should not be counted twice.

Accordingly, the "normal" backlog will grow with the total number of claims received over the year and its relative concentration over the last days of the year.

For the 2010-2014 period, the chart below gives an overview of the payment claims received, the backlog at year-end and the claims arriving too late to be paid or suspended.

Chart 4 Heading 1b: Claims, backlog, suspensions 2010-2014

 

Over the last three years (2012-2014), the "normal" backlog (i.e. payment claims received in the last ten days of the year or interrupted or suspended claims even if they have been received before the last ten days) can be estimated at about half the value of the total backlog reached at the end of each year. The other half was linked to the shortage of payment appropriations authorised in the budget, which has created a "snowball effect"[19].

With the declining level of claims expected in 2015 and 2016, the expected reduction of cases interrupted/suspended and the absence of pressure from the N+2 rule at end 2015[20], the "normal" backlog is also expected to decline sharply.

4.4.  Outlook for 2007-2013 payments (claims) in 2015 and 2016

2015 and 2016 estimate based on Member States' forecasts

The Regulation governing the 2007-2013 Funds[21] requires Member States to send the Commission a forecast of their likely interim payment claims for the year N and the year N+1 at the latest by 30 April of year N. During the last years, Member States have agreed to update of this information in September of year N, in order to assess more accurately the growing level of outstanding payment claims (backlog) and the significant concentration of payment claims submitted in the last months of the year.

However, the new Regulation governing the 2014-2020 Funds[22] requires the Member States to send their forecast of interim payment applications for the year N and N+1 by 31 January of year N (with an update by 31 July). This new deadline has been applied on voluntary basis by Member States in 2015 for their 2007-13 programmes on the basis of a request of the Commission, confirmed in December 2014. According to the data received by the Commission as at 3 March 2015, Member States currently estimate to submit around EUR 48 billion of payment claims (both payable and non-payable) in 2015 and around EUR 18 billion in 2016[23].

As previously explained, not all payment claims will directly result in payments because of the need to take into account the "95% ceiling" in payments set by Article 79 of Regulation 1083/2006[24]. As more and more programmes reach the "95% ceiling", this correction will become far more significant in 2015 and later years. Consequently, the actual figures of the expected payable claims are lower than those forecasted by Member States, because the claims above the 95% ceiling are considered at closure only. Based on these capped forecasts, the Commission expects to receive a total amount of payable payment claims of around EUR 35 billion in 2015. The corresponding figure for 2016 is currently around EUR 3 billion. This amount for 2016 will become more precise (and could be slightly higher) once Member States submit missing data or revise transmitted data for some operational programmes.

Annex 2 provides more details regarding the Member States' forecasts of payment claims to be submitted in 2015 and 2016 for the 2007-2013 Cohesion programmes.

Commission estimate based on execution

At the end of 2014, the total amount of pre-financing and interim payments made was EUR 266.1 billion. The total envelope for the programmes of the Cohesion policy 2007-2013 is EUR 347.3 billion. Taking into account the decommitments already made so far and the decommitment risk due to the implementation of the N+2/N+3 rule at the end of 2014 but still pending confirmation (a total maximum amount of some EUR 0.9 billion since the beginning of the period), the maximum amount still to be paid is around EUR 80.3 billion. However, 5% of the amounts of each programme have to be paid only at the closure (EUR 17.3 billion).

Consequently, the expected level of interim payment claims still to be paid in 2015 or the following years is around EUR 63 billion or 18% of the total envelope, which includes the backlog at the end of 2014 (EUR 24.7 billion). The maximum level of payable new payment claims to be received in 2015 or in the following years, before the closure, is EUR 38.3 billion. If an amount up to EUR 35 billion of payment claims are to be received in 2015, the remaining amount of up to EUR 3.5 billion would be received in 2016.

Estimated backlog at the end of 2015 based on corrected Member States' forecasts

The level of payment appropriations authorised in the 2015 budget is EUR 39.5 billion. This amount will cover both the pre-2015 backlog (EUR 24.7 billion) and the new claims (estimated at EUR 35 billion). Consequently, the expected backlog at the end of 2015 would amount to EUR 20 billion, of which at least about half of it or about EUR 10 billion would remain as abnormal backlog.

In EUR billion 

Backlog end 2014(adjusted)

 

Member States' forecasts of 2015 claims corrected by 95% threshold

Payment appropriations authorised in the 2015 budget

Forecasted backlog end 2015

24.7

~35

39.5

~20

4.5.  Payment claims expected for 2016

As set out above, the backlog at the end of 2015 is expected to be around EUR 20 billion, provided Member States' forecasts prove accurate. Furthermore, up to EUR 3.5 billion of payable claims are still expected before the closure of the programmes. Given this relatively limited amount of payment claims and since there will be no N+2 pressure anymore, there is no reason to assume that a large amount of these payment claims will arrive too late to be paid in 2016.

The Commission will fine-tune its request in the 2016 Draft Budget, taking into account the "normal" backlog at the end of 2016. This "normal" backlog – covering the very late submission of claims and the remaining interruptions/suspensions – would however be very low compared to previous years, since the level of new claims to be received in 2016 is also very low and the Commission expects Member States to correct deficiencies and submit "clean" claims. It could be in the order of magnitude of EUR 2 billion. This "normal" backlog at year-end 2016 will therefore have to be covered in the 2017 budget. The amount to be included in the 2016 budget would therefore be around EUR 21.5 billion.

4.6.  Summary of information used to calculate the payment claims and the backlogs

The following table summarizes the information on the envelope of the programme, the expected use of the budget appropriations available in the budget 2015 and the maximum payment claims expected in 2016.

Outstanding interim payments 2015-2017 (EUR billion)

Envelope of the programme

(1)

347.3

-  Of which pre-financing and interim payments made until end-2014

(2)

266.1

-  Of which reserved for closure (5%) and decommitments made

(3)

18.2

Maximum amount of payable interim payments (2015-2017)

(4)=(1)-(2)-(3)

~63.0

-  Of which backlog end-2014 (outstanding payment claims)

(5)

24.7

-  Of which maximum amount of payable interim payments in 2015-2017

(6)=(4)-(5)

38.3

Budget year 2015, EUR billion

Appropriations available Budget 2015

(1)

39.5

-  Of which end-2014 backlog

(2)

24.7

-  Of which forecasts 2015 corrected by 95% threshold

(3)

~35

Expected backlog end-2015

(4)=(1)-(2)-(3)

~20

Budget year 2016, EUR billion

Expected backlog end-2015

(1)

~20

Maximum remaining payment claims expected to be received in 2016 before closure

(2)

~3.5

Maximum payment claims to be covered in the 2016 budget

(3)=(1)+(2)

~23.5

4.7.  Payment at closure

The closure of structural funds has its own payment dynamics. Each Member State sends its closure documents by programme at the latest by 31 March 2017. The Commission informs the Member State of its opinion on the content of the closure declaration within five months of the date of its receipt, provided that all information has been submitted in the initial closure document[25]. As a rule, payments for the closure will occur only after 2016. The total amount reserved for the closure (5% of the overall allocation) is EUR 17.3 billion, but the level of payments will be influenced by the quality of implementation of the programme during the whole period. Possible closure decommitments in the Cohesion policy may reduce the needs for payments.

As an indicative estimate, for the period 2000-2006, the percentage of de-commitment at closure was 2.6% of the total envelope for the European Social Fund (ESF) and 0.9% for the European Regional Development Fund (ERDF). However, for ESF there are still some EUR 0.5 billion of RAL that is related to problematic cases with irregularities, and consequently the Commission estimates that the final percentage of decommitments at the closure will be around 3% for that Fund. The Commission does not exclude that decommitments at closure could be higher than in the past period so the above mentioned estimate should be considered as a prudent indication.

Closure requests are not taken into account in the analysis of the reduction of the normal part of the backlog, as most of them are paid in 2017-2019 or subsequent years and will in any event not all lead to payments, since unduly paid amounts will first be cleared before the final payment will be made.

5.  Other headings: outlook for the 2007-2013 programmes

5.1.  Overview

Following the detailed analysis of the specific case of the Cohesion policy (heading 1b) as set out in section 4 above, this section looks at the situation in the other headings, which can be summarised as follows:

-  Appropriations for the European Agricultural Guarantee Fund (heading 2) are non-differentiated whereby payments and commitments are budgeted at the same level. Consequently, there is no backlog at year-end;

-  The management of Rural Development, the European Fisheries Fund (heading 2) and the Asylum, Migration, Borders and Security funds (heading 3) is shared with Member States, in a manner similar to Cohesion policy. Whereas Rural Development so far had no backlog, this is not the case for the other funds;

-  Most of the other programmes (headings 1a and 4) are managed by the Commission. In view of payment shortages, many of these programmes have been subject to the mitigating measures which the Commission has put in place during 2014 (and in some case already in 2013), ranging from reduction of pre-financing (with due consideration of the type and financial soundness of implementing partners, recipients and beneficiaries), to postponement of final payments or budget support payments, abstaining from launching new commitments, and delaying contracting. Most of these mitigating measures, however, only postpone the time of disbursement, while commitments still have to be honoured.

The table below provides an overview of the evolution of the backlog for headings 1a and 4. Whereas there is a clear upward trend for the backlog for heading 4, which in 2014 reached its highest level in recent years, the evolution of heading 1a is less clear.

Backlog at year-end (in EUR million)

 

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

Heading 1a

1 679

507

291

628

604

567

551

541

Heading 4

172

178

284

226

387

367

389

630

5.2.  Shared management programmes in heading 2 and 3

5.2.1.  Heading 2

European Agricultural Guarantee Fund (EAGF)

There is no backlog for the European Agricultural Guarantee Fund (EAGF) as the fund is based on non-differentiated appropriations.

European Agricultural Fund for Rural development (EAFRD)

So far there has been no backlog for Rural Development: the Commission has always been able to pay all payment claims in time. Taking into account the size of the Rural Development programme and the 95% rule which also applies, the maximum level of interim payments which might still be paid before the closure is around EUR 8.7 billion for the 2007-2013 period. The payment appropriations authorised in the 2015 budget for the 2007-2013 programmes amount to EUR 5.9 billion. The remaining amount of EUR 2.8 billion is due to be paid in 2016, following the submission by the Member States of the final quarterly declaration, due in January 2016.

The total amount reserved for the closure is around EUR 4.8 billion. The actual amount to be paid will depend on the decommitments. As an illustration, by applying the 1.5% rate of decommitments experienced during of the previous 2000-2006 closure period, some EUR 1.5 billion would be decommitted. Closure payments are expected to take place between 2016 and 2019.

European Fisheries Fund (EFF)

The EFF management mode is similar to the Cohesion policy (heading 1b). However, since it has no N+3 rule, the EFF did not encounter the specific problem of the transformation of the N+3 rule to the N+2 rule between the commitment tranche 2010 and the commitment tranche 2011. Moreover, it did not have the "Greek rule" either, although the start of the programmes was also slightly delayed by the obligations related to the management and control systems. Nevertheless, in recent years, the EFF backlog has been very important. At the beginning of 2014, the level of the backlog was at the level of the voted payment appropriations for the programmes 2007-2013.

As to the timing of payment claims during the year, throughout 2010-2014 two-thirds of the annual payment claims were received in the months November and December. The following chart shows the level of the backlog from 2011 to 2014 for the programmes 2007-2013 of the EFF together with the initial payment appropriations of the following year.

 

The main reason behind the reduction of the EFF backlog at the end of 2014 has been the redeployment of all available payment appropriations within the budget chapter (including all payment appropriations for the EMFF shared management – due to the delay in the adoption of the new legal basis) and the reinforcements received in the draft amending budget 3/2014 (adopted as amending budget 2/2014) and in the end-of-year transfer.

The higher level of payments authorised in the 2015 budget should allow reducing the backlog to its normal level of around EUR 0.1 billion.

5.2.2.  Heading 3

Asylum, Migration, Borders and Security policies

The common asylum and immigration policies in the 2007-2013 period were mainly implemented through the General Programme “Solidarity and Management of Migration Flows” (SOLID). This General Programme consisted of four instruments: External Borders Fund (EBF), European Return Fund (RF), European Refugee Fund (ERF) and European Fund for the Integration of third-country nationals (EIF).

The following graph shows the growing level of outstanding payment claims at year-end for the programmes in the field of asylum, migration, borders and security.

 

The RAL has increased from EUR 150 million at the beginning of 2007 to EUR 2.6 billion in 2014, despite EUR 300 million decommitted during the period 2007-2014. Some EUR 1.9 billion remains to be paid on the programmes 2007-2013. The payment appropriations authorised for the programmes in the 2015 budget are slightly above EUR 600 million, including the appropriations for the initial and annual pre-financing payments of the new programmes 2014-2020.

Taking into account the amount which will be paid at the closure (estimated at some EUR 1 billion) and the fact that second pre-financings could not be paid in 2013 and 2014 due to lack of payment appropriations, the payment needs to reduce the backlog for the programmes 2007-2013 to a normal level at the end of 2016 are estimated at around EUR 235 million.

5.3.  Direct management programmes in heading 1a and 4

5.3.1.  Heading 1a

This section gives an overview of the payments situation of the programmes under heading 1a at the end of 2014.

Outstanding payment claims at year-end

The chart below shows the evolution of the outstanding payment claims at year-end for the main programmes under heading 1a.

 

The high level of outstanding payment claims at the end of 2007 mainly results from the project cycle of the 6th Framework Programme for Research (FP-6), and the particularly high number of open commitments at that time. In addition, the research contracts stipulated that audit certificates were required before cost claims could finally be paid.

The mitigating measures taken by the Commission in 2014 (see section 2.2 above) to address the shortage of payment appropriations prevented the increase of outstanding payment claims at the end of 2014. Measures included the reduction the level of pre-financing and delaying the signature of new contracts/grant agreements, thus shifting part of the payments to the following year. While containing the level of outstanding payment claims, a resulting side-effect of those measures has been the slowing down of the implementation of the 2014-2020 programmes. In some cases, more drastic measures had to be taken as to give priority to payments addressed to the more vulnerable beneficiaries.

Evolution of outstanding commitments (RAL)

The broadly stable level of outstanding payment claims at year-end for programmes under heading 1a is in sharp contrast with the clear upward trend in the level of outstanding commitments (RAL), as shown in the chart below:

 

To a large extent, the increasing RAL in heading 1a results from the widening gap between the commitment and payment appropriations for research, the largest spending programme in this heading. This is illustrated in the chart below, which shows the declining pattern of the ratio between payments and commitments.

 

As an example of how projects in heading 1a are being implemented, the project cycle for the Research programmes is described below.

Project cycle Research

Research programmes are implemented through multiannual work programmes which include calls for proposals, public procurements, studies, experts groups, participation in international organisations, seminars and workshops, evaluation and monitoring. Around 90% of the research programmes are related with calls for proposals, the remaining 10% with other activities.

The annual work programme for year N is adopted by the Commission in the middle of year N-1. From the second half of year N-1 the calls for proposals are launched. In most cases the submission of proposals usually takes place within three months after the publication of the call for proposals. Global commitments are made after the adoption of the work programme in year N and at the latest before the contract negotiations (usually at the time of the call deadline). The evaluation of proposals (three months) and selection (one-two months) are followed by the contract negotiation (from one to six months) and signature (up to a few months). The Commission / executive agency has eight months between the call deadline and the grant signature (the so-called "time to grant"), of which five months to inform the applicants about the outcome of scientific evaluation and three months for preparation of the grant agreement. Once the individual commitment is made and contract is signed, the pre-financing should be paid within 30 days from the signature of the agreement or from 10 days before the starting date of the action whichever is the latest. Following the structural measures taken by Research DGs in 2014, in many cases, the pre-financing of the year N commitment is now paid in year N+1 instead of year N. Interim payments are based on financial statements and linked to periodic reports, usually every 18 months. The final payment of 10% is paid on acceptance of the final report.

For all other actions foreseen in the work programme, the provisional commitments are made in year N and the advance payments are paid the same year. The rest is paid in year N+1.

Payment shortages Research: practical consequences

In order to manage the shortage of payment appropriations within the Research programmes, in 2014 a total amount of EUR 236.5 million was transferred from "Horizon 2020" 2014-2020 lines to reinforce 2007-2013 completion budget lines for the same programmes, delaying the pre-financing of the Horizon 2020 calls launched in 2014 to 2015. This was not the case in previous years, and results in a delay in the implementation of new programmes.

Research takes time and withholding signature of contracts and funding is not consistent with the objective of enhanced research efforts to support economic growth. The increase in the level of payment appropriations authorised for Horizon 2020 in the 2015 budget is expected to allow a partial catching up of this key programme.

Erasmus+

Erasmus+ provides a good example of an annual programme for which the level of payments closely follows the level of commitments, since the lifecycle of most actions is linked to the academic calendar.

Because of the payments shortage, however, the increase in payment appropriations in 2014 did not match the increase of commitment appropriations which is set to continue over the 2014-2020 period. This shortfall in payments in 2014 can also be seen in the ratio between payments and commitments in the chart below.

 

As a result, in 2014 it was not possible to pay part of the second pre-financing to National Agencies, which are meant to finance mobility actions. While the situation should improve slightly, Erasmus+ is expected to still be confronted with similar constraints in 2015.

Transport and Energy

The chart below shows the growing divergence between the level of commitments and payments for the Transport and Energy policy areas.

 

The payment appropriations authorised in the 2015 budget will suffice to cover the first pre-financing of the 2014-2020 projects and to partially tackle the 2007-2013 RAL, which is estimated at more than EUR 2 billion.

European Economic Recovery Plan (EERP)

Compared to the high level of commitments in 2009 and 2010, the implementation of payments for this programme started slowly since EERP projects mostly consist of large-scale infrastructure projects.

 

In particular in 2014, payment appropriations were not sufficient to cover all the payment claims received during the year, even after the late adoption of draft amending budget 3/2014 which provided additional payment appropriations. At the end of 2014, the RAL still stood at EUR 2 billion, half of the amount initially committed for the EERP. The level of payment appropriations authorised in 2015 amounts to EUR 407 million, which is expected to cover estimated needs for the year.

5.3.2.  Heading 4

The chart below shows the level of outstanding commitments (RAL) for programmes under heading 4 since 2007.

 

Heading 4 comprises short-term crisis-response instruments, longer-term instruments which use multiannual programming, and ad-hoc instruments such as Macro-Financial loan and grant assistance. Three large instruments (the Instrument for Pre-accession Assistance II (IPA), the European Neighbourhood Instrument (ENI) and the Development Cooperation Instrument (DCI)), using multiannual programming, account for 73% of expenditure under this heading. The support to third countries which is funded under these programmes typically has a life-cycle of around 6-8 years. The crisis-response instruments (Humanitarian Aid, Instrument contributing to Stability and Peace, Common Foreign and Security Policy) and the Macro-Financial Assistance, on the other hand, have much shorter payment cycles of 12-18 months.

Since 2013, most instruments in heading 4 experienced serious shortages in payment appropriations, affecting first the humanitarian and crisis-related instruments with fast-disbursing implementation cycles, and thereafter instruments such as the Development Cooperation Instrument and the European Neighbourhood Instrument where the payments are mostly related to existing contracts and commitments. The situation worsened in 2014, due to the overall reduction in the available payments compared to 2013. For some of the programmes, the reinforcement through draft amending budget 3/2014 (and other actions such as transfers)[26] came very late and was insufficient to cover the outstanding backlog.

Measures put in place (see section 2.2 above) could only partly mitigate the effects of the payment shortage by postponing the time of disbursement, while past commitments still have to be honoured.

Outstanding payment claims at year-end

Overall, the outstanding payment claims at year-end 2014 for heading 4 increased considerably. This is mostly due to a sharp increase of claims and the lack of related payment appropriations as in the case of the European Neighbourhood Instrument and the Development Cooperation Instrument, as shown in the chart below.

 

On the other hand, the reinforcements in payment appropriations authorised in the 2013 and 2014 budgets allowed redressing the level of outstanding payment claims for Humanitarian Aid[27]:

 

As set out above, the RAL of heading 4 and of the three large long-term instruments in particular, has been steadily rising over the past five years, in line with the commitment levels of the previous MFF. Programmes initially committed in 2010, for example, will have been formalised with the beneficiary third country during 2011, and contracts concluded up to 2014. It follows that many of these larger programmes, committed at a time when commitments were rising steeply, now need to be paid for. The level of payment appropriations authorised in the 2015 budget is expected to reduce the gap, which should help to stabilise the situation but the situation will continue to be tense and both the gap and RAL is still expected to increase for many instruments such as the Development Cooperation Instrument.

6.  outlook for 2014-2020 programmes

The 2016 budget will have to include sufficient payment appropriations not only to phase out the abnormal level of outstanding payment claims stemming from commitments related to 2007-2013 programmes, but also for the 2014-2020 programmes in heading 1a and 4, whose implementation has been hampered by the payment shortages. The 2016 budget must also include the necessary payment appropriations for other funds, such as rural development (heading 2) to avoid the creation of a new backlog which did not exist in the past.

The Commission will assess the 2016 payment needs for the 2014-2020 programmes in the 2016 Draft Budget.

7.  Conclusions

In recent years, and particularly in 2014, the level of payment appropriations was insufficient to cover incoming payment claims. In turn, this led to a growing backlog of outstanding payment claims at year-end, in particular for the 2007-2013 programmes of the Cohesion policy. The Commission took a number of mitigating measures to minimise the negative effects of payment shortages, by meeting, as far as possible, obligations stemming from past commitments. However, as a side-effect, implementation of the 2014-2020 programmes was hampered.

Payment appropriations in the 2015 budget are expected to lead to a reduction in the backlog of outstanding payment claims for the 2007-2013 programmes. The Commission has identified the payment level necessary to phase out the abnormal level of outstanding payment claims for the 2007-2013 programmes by the end of 2016. In its draft budget 2016, the Commission will propose payment appropriations, accordingly.

The Commission considers that, on this basis, the three institutions can engage to implement a plan to reduce the level of unpaid bills corresponding to the implementation of the 2007-2013 programmes to a sustainable level by the end of 2016.

Annex 1: information sent by the Commission on 15 December 2014

On 15 December 2014, the Commission presented the expected backlog for 2007-2013 Cohesion programmes at the end of 2014 and 2015, as follows:

 

2010

2011

2012

2013

2014 (*)

2015 (*)

Backlog of unpaid bills at year-end (EUR billion)

 

6.1

10.8

16.2

23.4

Up to

25 (1)

19 (2)

(*) Commission estimates based on adjusted Member States’ forecasts

(1) Taking account of additional payment appropriations in Draft Amending Budget 3/2014 as finally approved.(2) Taking account of additional payment appropriations in Draft Amending Budget 3/2014 as finally approved and payment appropriations authorised in the budget 2015.

The Commission also gave a breakdown of the expected backlog for 2007-2013 Cohesion programmes at end-2014. As set out in the table below, the total level of payment claims actually received by year-end 2014 was some EUR 1.5 billion below the forecasts prepared by the Member States, and some EUR 2.5 billion above the upper range forecasted by the Commission.

EXPECTED BACKLOG AT THE END OF 2014

EUR billion

(1)

Payment claims received by end of 2013 and not paid by end-2013 (backlog)

23.4

(2)

Payment claims received by end November 2014

31.4

(3) = (1) + (2)

Payment claims requested by end-November to be paid in 2014

54.8

(4)

Authorised level of payment appropriations (with Amending Budget 3/2014)

49.4

(5) = (3) – (4)

Backlog by end of November 2014, requested to be paid by end-2014

5.4

 

 

Forecast

Actual realisation

 

Member States' forecasts of payment claims to be submitted in December 2014

23

21.5

 

Commission forecasts of payment claims to be submitted in December 2014

18 - 19

21.5

Forecast for backlog of unpaid bills at the end of 2014: up to EUR 25 billion.

Finally, the Commission presented by country the Member States' estimates of payment claims to be submitted for the Cohesion policy in 2014 (EUR 54,33 billion), the payment claims sent up to 31 October 2014 (EUR 31,36 billion) and as a consequence, the payment claims to be submitted in November and December (EUR 22,97 billion).

The Commission added that "Taking into account the average error rates observed in the 'gross' forecasts of Member States over recent years and the 95% ceiling in payments before closure required by Art. 79 of Reg. 1083/2006, the Commission estimates at EUR 18-19 billion the claims to be received in December". This is consistent with the tables set out above.

Annex 2: Heading 1b: latest forecasts from Member States

This annex sets out the latest forecasts from the Member States as regards the submission of payment claims for the 2007-2013 Cohesion programmes in 2015 and 2016, making a distinction between gross forecasts (listed by Member States) and capped forecasts (see explanation in section 4.4).

Member States' forecasts (in EUR billion)

Period 2007-2013

 

2015*

Gross forecasts

2016

Gross forecast

AT

Austria

0,09

0,00

BE

Belgium

0,24

0,06

BG

Bulgaria

1,35

0,00

CY

Cyprus

0,06

0,00

CZ

Czech Republic

4,01

3,75

DE

Germany

2,43

0,95

DK

Denmark

0,04

0,03

EE

Estonia

0,09

0,00

ES

Spain

4,65

1,74

FI

Finland

0,21

0,02

FR

France

1,92

0,34

GR

Greece

0,75

0,00

HR

Croatia

0,22

0,31

HU

Hungary

3,86

1,24

IE

Ireland

0,03

0,01

IT

Italy

5,07

1,44

LT

Lithuania

0,09

0,00

LU

Luxemburg

0,01

0,00

LV

Latvia

0,54

0,09

MT

Malta

0,14

0,04

NL

Netherlands

0,21

0,10

PL

Poland

8,92

3,99

PT

Portugal

0,52

0,06

RO

Romania

6,64

2,81

SE

Sweden

0,11

0,00

SI

Slovenia

0,38

0,18

SK

Slovakia

2,68

0,64

UK

United Kingdom

1,52

0,25

CB

Territorial Cooperation

1,16

0,25

TOTAL

 

47,93

18,32

TOTAL CAPPED FORECASTS***

34,74

2,95**

*  The figures of 2015 forecasts are calculated using - for the Operational Programmes for which Member States have not sent any forecast in January 2015 - the related forecasts sent in September 2014.

**  The maximum payable amount in 2016 is EUR 3,5 billion of which EUR 3 billion is already confirmed by Member States at this stage.

*** Capping is the application of the 95% rule which foresees that interim payments may only be paid before the closure as long as the sum of payments is lower than 95% of the allocation of the programmes.

8.6.2015

PARERE della commissione per lo sviluppo

destinato alla commissione per i bilanci

sul mandato per il trilogo relativo al progetto di bilancio 2016

(2015/2074(BUD))

Relatore per parere: Arne Lietz

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  richiama l'attenzione sulla prossima adozione, da parte delle Nazioni Unite, di un quadro di azione globale per lo sviluppo sino al 2030 incentrato su obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), nonché di un quadro di azione globale per il clima con il medesimo orizzonte temporale; osserva che il 2015 è pertanto un anno cruciale per il futuro dell'umanità e del pianeta; sottolinea che l'UE deve contribuire a creare le premesse affinché la conferenza di Addis Abeba sul finanziamento dello sviluppo, che si svolgerà dal 13 al 16 luglio 2015, porti a risultati concreti e affinché gli OSS siano adottati e attuati con successo, anche tramite decisioni di bilancio che si avvalgono pienamente delle possibilità esistenti di mobilitare risorse per l'assistenza allo sviluppo; tiene presente l'obbligo di rispettare il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo;

2.  ricorda gli impegni collettivi e individuali che gli Stati membri dell'UE hanno assunto per aumentare, entro il 2015, il livello del loro aiuto pubblico allo sviluppo (APS) portandolo allo 0,7% del reddito nazionale lordo (RNL), e per riservare almeno lo 0,20% del RNL ai paesi meno sviluppati (PMS) oppure, per i paesi che hanno aderito all'Unione europea nel 2004 o successivamente, per adoperarsi affinché il loro APS raggiunga lo 0,33% del RNL; osserva che l'assistenza allo sviluppo dell'UE è presa in considerazione per il conseguimento di tali obiettivi e contribuisce di conseguenza a ridurre i consistenti deficit in materia di APS della maggior parte degli Stati membri; ricorda che almeno il 50% dell'APS dell'Unione deve essere destinato ai PMS;

3.  rammenta che i paesi sviluppati si sono impegnati a fornire ai paesi in via di sviluppo nuove e ulteriori forme di finanziamento per la protezione del clima provenienti da varie fonti, con l'obiettivo di raggiungere 100 miliardi di USD all'anno entro il 2020; evidenzia la necessità di rispettare il principio di addizionalità e sottolinea che il ricorso sempre più frequente all'assistenza allo sviluppo dell'UE per conseguire obiettivi strettamente legati al clima implica che il volume totale dell'assistenza allo sviluppo debba aumentare almeno in egual misura; afferma che l'assistenza allo sviluppo dell'UE dovrebbe essere utilizzata con maggiore efficacia e che l'APS dovrebbe essere destinato ai settori in cui risulta più necessario, segnatamente la creazione di capacità, la buona governance, la salute, l'istruzione, l'agricoltura, la fornitura di acqua e l'energia;

4.  sottolinea il carattere addizionale dei mezzi finanziari assegnati alle operazioni di salvataggio dei profughi e alla predisposizione di strutture di accoglienza per far fronte ai massicci flussi migratori nell'area del Mediterraneo;

5.  richiama l'attenzione sulle emergenze umanitarie in Siria, Iraq, Sud Sudan, Repubblica centrafricana, Yemen e Ucraina nonché sulla situazione nei paesi più duramente colpiti da catastrofi naturali, come Haiti e il Nepal, o dal virus Ebola; sottolinea che la complessità delle crisi ha moltiplicato le sfide che l'UE è chiamata a raccogliere in quanto attore globale; mette in guardia contro le ripercussioni politiche di tagli di bilancio drastici e insiste sul fatto che la portata senza precedenti degli attuali bisogni umanitari su scala mondiale deve riflettersi nei fondi destinati alla Direzione generale per gli Aiuti umanitari e la protezione civile (ECHO);

6.  sottolinea la necessità di approfondire la dimensione dello sviluppo e di chiarire le fonti di finanziamento nel nuovo piano d'azione per la lotta contro la migrazione irregolare; chiede che si assicurino mezzi sufficienti per affrontarne le cause in profondità e insiste sul fatto che, a breve termine, la risposta deve vertere sull'assistenza umanitaria e la coerenza delle politiche di sviluppo;

7.  ricorda la necessità di rispettare il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo in tutte le azioni esterne dell'Unione europea, onde massimizzare l'impatto dei programmi di sviluppo;

8.  sollecita il Consiglio ad aggiungere una scheda finanziaria a tutte le proposte onde garantire piena trasparenza nell'attribuzione dell'aiuto umanitario;

9.  evidenzia l'importanza di mantenere gli stanziamenti di pagamento nel capitolo relativo agli aiuti umanitari quantomeno allo stesso livello degli stanziamenti d'impegno, in modo da evitare di tornare alla situazione di qualche anno fa in cui una grave e persistente penuria di fondi per i pagamenti ostacolava gli interventi urgenti e comportava l'accumulo di fatture inevase, con ripercussioni negative anche sui partner esecutivi; rileva l'esigenza di prevedere stanziamenti equivalenti anche nella riserva per gli aiuti d'urgenza;

10.  sottolinea che il ripristino dello Stato di diritto e la promozione dello sviluppo umano in uno Stato fallito sono processi molto più costosi e molto più lunghi, e insiste affinché, a questo titolo, la regione del Sahel, il Corno d'Africa e l'America centrale, come pure i PMS, ricevano un'attenzione particolare nell'ambito del bilancio 2016;

11.  esprime preoccupazione quanto alle varie stime concernenti i pagamenti in sospeso nel settore dell'aiuto umanitario, mentre gli impegni continuano ad aumentare; sottolinea la necessità di disporre di risorse di bilancio adeguate che consentano all'UE di proseguire le sue azioni nel settore dell'aiuto umanitario; sollecita pertanto un aumento dei mezzi finanziari da destinare all'aiuto umanitario e alla riduzione del rischio di catastrofe; si oppone con fermezza a qualsiasi riassegnazione dei fondi destinati allo sviluppo e all'aiuto umanitario;

12.  evidenzia che è importante che il Consiglio tenga fede al proprio impegno di assegnare e stanziare risorse per ogni misura che adotta; insiste sul fatto che il denaro che non è stato speso nel corso degli esercizi finanziari 2014 e 2015 dovrebbe essere automaticamente trasferito all'esercizio 2016;

13.  invita l'UE e gli Stati membri a promuovere un programma per l'efficacia degli aiuti, incoraggiando la titolarità dei paesi partner, l'allineamento alle strategie di sviluppo dei paesi partner, la responsabilità reciproca e la riduzione della frammentazione degli aiuti grazie a un maggiore coordinamento dei vari meccanismi e donatori;

14.  invita a salvaguardare l'orientamento allo sviluppo e la natura dell'APS, anche attraverso un sistema di notifica trasparente e responsabile.

15.  esorta la Commissione, dal momento che ha indicato la propria volontà di estendere notevolmente il ricorso al finanziamento combinato nei prossimi anni, ad attuare le raccomandazioni contenute nella relazione speciale della Corte dei conti europea sul ricorso al finanziamento combinato e a valutare il meccanismo di combinazione di sovvenzioni e prestiti, segnatamente in termini di sviluppo e addizionalità, trasparenza e responsabilità finanziarie;

16.  invita la Commissione a continuare ad impegnarsi per rendere disponibili, in modo agevole e sufficientemente dettagliato, informazioni e dati relativi all'aiuto allo sviluppo fornito dall'UE.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

1.6.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

20

1

3

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Beatriz Becerra Basterrechea, Ignazio Corrao, Charles Goerens, Enrique Guerrero Salom, Heidi Hautala, Maria Heubuch, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Arne Lietz, Linda McAvan, Norbert Neuser, Maurice Ponga, Cristian Dan Preda, Elly Schlein, Pedro Silva Pereira, Davor Ivo Stier, Paavo Väyrynen, Bogdan Brunon Wenta, Anna Záborská

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Bernd Lucke, Louis-Joseph Manscour, Paul Rübig, Joachim Zeller

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Miguel Urbán Crespo, Dennis de Jong

17.6.2015

PARERE della commissione per l'occupazione e gli affari sociali

destinato alla commissione per i bilanci

sul mandato per il trilogo relativo al progetto di bilancio 2016

(2015/2074(BUD))

Relatore per parere: Deirdre Clune

SUGGERIMENTI

La commissione per l'occupazione e gli affari sociali invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  sottolinea che il bilancio 2016 deve svolgere un ruolo chiave nel quadro del contributo dell'Unione alla crescita e all'occupazione inclusive e sostenibili, e in particolare deve contrastare in modo deciso la disoccupazione giovanile e la povertà, sostenendo in tal modo la realizzazione delle priorità e degli obiettivi della strategia Europa 2020; pone l'accento, a tale riguardo, sull'importanza della revisione intermedia della strategia Europa 2020 per cercare di assicurare il conseguimento degli obiettivi in materia di occupazione e lotta alla povertà e all'esclusione sociale;

2.  crede fermamente che i finanziamenti dell'UE, in particolare quelli a titolo del Fondo sociale europeo (FSE), non debbano essere utilizzati per sovvenzionare approcci nazionali, bensì per fornire un sostegno supplementare che integri o valorizzi i programmi nazionali negli Stati membri;

3  esorta a fornire sostegno finanziario a tutti i programmi intesi a sostenere la creazione di posti di lavoro e l'inclusione sociale a favore delle persone che presentano molteplici svantaggi, quali i disoccupati di lungo periodo, i disabili, i membri delle minoranze e le persone inattive e demotivate;

4.  ricorda che la crescita inclusiva e sostenibile è fondamentale ai fini della creazione di nuovi posti di lavoro e di una maggiore prosperità e che occorre orientare in modo più efficace e produttivo i Fondi strutturali verso la promozione della crescita e dell'occupazione sostenibili; sottolinea l'importanza della ricerca e dell'innovazione per stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro; chiede che siano garantiti finanziamenti adeguati per la ricerca nel campo delle scienze sociali;

5.  sottolinea l'importanza di finanziamenti adeguati, di una sana gestione di bilancio e, ove possibile, di un aumento dei prefinanziamenti per i programmi del quadro finanziario pluriennale 2014-2020 finalizzati a contrastare la disoccupazione, la povertà e l'esclusione sociale, quali il Fondo sociale europeo (FSE), l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (YEI), il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), i diversi assi del Programma per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI) e il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD);

6.  sottolinea che il bilancio 2016 dovrebbe apportare un sostegno adeguato alla promozione dell'inclusione sociale e ad azioni tese a eliminare la povertà e a emancipare quanti versano in condizioni di povertà ed esclusione sociale;

7.  insiste affinché siano proposte e attuate idonee misure per far fronte alla mole senza precedenti delle richieste di pagamento inevase accumulate nel corso del precedente periodo di programmazione;

8.  sottolinea che il bilancio dell'UE deve sostenere la formazione professionale come pure le misure di qualificazione professionale, i tirocini e la creazione diretta di posti di lavoro di qualità per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro;

9.  evidenzia che il bilancio 2016 dovrebbe sostenere tutte le misure volte a promuovere l'imprenditorialità nell'ambito delle microimprese e delle piccole e medie imprese, in particolare l'imprenditorialità sociale, le imprese sociali innovative e il lavoro autonomo, nonché a incoraggiare la partecipazione delle donne;

10.  mette in luce che il bilancio 2016 dovrebbe promuovere un livello elevato di protezione dei lavoratori e la cultura della prevenzione in tutta l'UE nonché contribuire ad affrontare le nuove sfide che continuano a emergere nel campo della salute e della sicurezza sul lavoro;

11.  sottolinea che le microimprese e le piccole e medie imprese impiegano la maggior parte dei lavoratori nell'UE e che uno dei principali ostacoli alla creazione e alla sopravvivenza di tali imprese è la difficoltà di ottenere finanziamenti; propone pertanto che il microfinanziamento sia sensibilmente rafforzato e che la relativa assistenza tramite tutoraggio sia ulteriormente sviluppata e costantemente garantita; propone che il potenziale degli strumenti finanziari nell'ambito del FSE sia ulteriormente sfruttato con la trasparenza e la rendicontazione del caso e che venga altresì considerata la possibilità di rafforzare il sostegno della BEI alle PMI;

12.  sottolinea che il sostegno all'inclusione sociale, soprattutto per i disabili e le comunità emarginate, è una politica chiave dell'UE che richiede un sostanziale contributo a carico del bilancio; evidenzia che, eccezion fatta per il FSE, la dimensione sociale dovrebbe avere più visibilità nell'ambito degli altri strumenti della politica di coesione;

13.  sottolinea che il bilancio dell'UE deve sostenere gli sforzi tesi a promuovere il completamento del mercato unico, la competitività e la convergenza sociale, lo sviluppo di una politica in materia di imprese socialmente responsabili e il controllo dell'applicazione delle norme sociali di tipo giuridico da parte delle imprese onde assicurare la creazione di posti di lavoro dignitosi e sostenibili che garantiscano un'adeguata tutela del lavoro;

14.  sollecita uno sforzo di bilancio sostenuto inteso a fornire una formazione e una riconversione professionale adeguate nei settori caratterizzati da carenze di manodopera nonché nei settori chiave ad elevato potenziale di creazione di posti di lavoro, come l'economia verde, l'economia circolare, l'assistenza sanitaria e le tecnologie dell'informazione e della comunicazione;

15.  sottolinea che la promozione di una cultura imprenditoriale e il sostegno agli imprenditori dovrebbero costituire una componente centrale della politica di bilancio dell'UE;

16.  chiede di essere informato periodicamente e in modo dettagliato sulle varie fasi dell'attuazione dei progetti pilota da parte della Commissione.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

16.6.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

40

7

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Laura Agea, Guillaume Balas, Mara Bizzotto, Vilija Blinkevičiūtė, Enrique Calvet Chambon, David Casa, Jane Collins, Martina Dlabajová, Lampros Fountoulis, Elena Gentile, Marian Harkin, Danuta Jazłowiecka, Rina Ronja Kari, Jan Keller, Jean Lambert, Jérôme Lavrilleux, Patrick Le Hyaric, Verónica Lope Fontagné, Javi López, Thomas Mann, Dominique Martin, Anthea McIntyre, Elisabeth Morin-Chartier, Emilian Pavel, Georgi Pirinski, Terry Reintke, Sofia Ribeiro, Maria João Rodrigues, Anne Sander, Sven Schulze, Siôn Simon, Jutta Steinruck, Romana Tomc, Ulrike Trebesius, Marita Ulvskog, Renate Weber, Tatjana Ždanoka

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Georges Bach, Amjad Bashir, Heinz K. Becker, Deirdre Clune, Sergio Gutiérrez Prieto, Csaba Sógor, Helga Stevens, Neoklis Sylikiotis, Ivo Vajgl

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Josef Weidenholzer, Marco Zanni

17.6.2015

PARERE della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

destinato alla commissione per i bilanci

sul mandato per il trilogo relativo al progetto di bilancio 2016

(2015/2074(BUD))

Relatore: Giovanni La Via

SUGGERIMENTI

La commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  ricorda che la considerazione degli aspetti climatici e dell'efficienza energetica in tutte le politiche dell'UE detiene un'importanza trasversale per il raggiungimento degli obiettivi fissati nella strategia Europa 2020;

2.  evidenzia l'estrema importanza per l'Unione europea di uscire dalla crisi; sottolinea, a tale proposito, che gli Stati membri dovrebbero considerare l'ambiente e le politiche del clima anche come un'opportunità per promuovere la crescita e che, in particolare, la corretta applicazione della normativa ambientale e dei progetti finanziati nell'ambito di Orizzonte 2020 favoriranno la creazione di posti di lavoro verdi e la crescita economica tra le PMI;

3.  è preoccupato del fatto che i programmi di minore entità in materia di ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare non debbano essere trascurati rispetto ai programmi di interesse pubblico e politico;

4.  sottolinea che il passaggio a un'economia circolare e a basse emissioni di carbonio è assolutamente necessario; evidenzia che non solo occorre mettere a disposizione fondi sufficienti per consentire tale passaggio, ma anche che i progetti finanziati dall'Unione non dovrebbero incidere negativamente su tale passaggio;

5.  sottolinea che il bilancio dell'UE dovrebbe riflettere in misura sufficiente gli obiettivi di sviluppo sostenibile universalmente applicabili da concordare nel 2015;

6.  sottolinea ulteriormente l'importanza della salute in quanto valore in sé nonché elemento essenziale per la promozione della crescita a livello UE;

7.  evidenzia che il terzo anno del quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 rivestirà grande importanza per l'attuazione efficace dei nuovi programmi pluriennali (il terzo programma pluriennale d'azione dell'UE in materia di salute per il periodo 2014-2020, il programma LIFE per l'ambiente e l'azione per il clima 20142020 e il meccanismo di protezione civile dell'Unione 2014-2020) di responsabilità della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, dal momento che tali programmi raggiungeranno la loro maturità; sottolinea in tale contesto che, visti i persistenti vincoli economici e di bilancio a livello nazionale, è fondamentale prevedere e garantire nel bilancio dell'UE gli stanziamenti necessari per sfruttare appieno le potenzialità e ottenere il massimo valore aggiunto europeo di questi nuovi programmi;

8.  insiste pertanto affinché per il 2016 le risorse di questi programmi siano mantenute almeno ai livelli del precedente bilancio dell'UE;

9.  richiama l'attenzione sulle minacce che gravano su numerosi ecosistemi forestali; ritiene che debbano essere destinate risorse finanziarie adeguate, attraverso programmi e misure di sostegno dell'Unione, alla valutazione dello stato ecologico e fitosanitario delle foreste e alla loro riqualificazione, ivi comprese le attività di rimboschimento;

10.  sostiene una maggiore responsabilizzazione dell'Unione per la salvaguardia delle risorse naturali della rete Natura 2000, in particolare per quanto concerne il suo finanziamento; prende atto delle difficoltà incontrate da diversi Stati membri nella gestione delle aree inserite nella rete Natura 2000 a causa dell'assenza di uno strumento finanziario specifico destinato alla gestione di tali aree che integri la biodiversità nelle politiche settoriali;

11.  sottolinea inoltre che, pur essendo la più modesta del QFP in termini di dotazione finanziaria, la rubrica 3 copre questioni di importanza fondamentale per i cittadini europei, quali i programmi in materia di sanità pubblica, la protezione dei consumatori e lo strumento di protezione civile;

12.  invita la delegazione del Parlamento a insistere sull'importanza dell'esecuzione completa delle linee di bilancio destinate all'ambiente, al cambiamento climatico, alla sanità pubblica e alla sicurezza alimentare, nonostante le loro dimensioni in termini di bilancio;

13.  evidenzia che occorre respingere le modifiche che riducono la programmazione di bilancio per queste linee e trovare un equilibrio adeguato tra stanziamenti di impegno e di pagamento, affinché tali politiche possano realizzare appieno il proprio potenziale;

14.  sottolinea che, alla luce dell'adesione dell'UE alla Convenzione sul commercio internazionale delle pecie della flora e della fauna selvatiche minacciate (CITES), occorre prevedere una dotazione finanziaria per coprire il contributo annuale dell'Unione al fondo fiduciario della CITES; chiede alla Commissione e agli Stati membri di mantenere il ruolo guida dell'UE nella lotta ai reati contro le specie selvatiche, istituendo e finanziando programmi volti a combattere il bracconaggio, il traffico e il commercio illegale di specie selvatiche;

15.  chiede un adeguato finanziamento della Wildlife Crisis Window nel quadro dell'iniziativa "Biodiversità per la vita" (B4Life), al fine di intensificare gli sforzi dell'UE contro il bracconaggio e il traffico di specie selvatiche;

16.  ricorda che le agenzie decentrate la cui missione rientra nell'ambito di competenza della commissione ENVI (Autorità europea per la sicurezza alimentare, Agenzia europea per i medicinali, Agenzia europea dell'ambiente, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Agenzia europea per le sostanze chimiche) svolgono un ruolo fondamentale e sottolinea che i loro compiti (derivanti dalla normativa, da richieste della Commissione e altre iniziative UE) sono in costante aumento e che tali agenzie devono disporre delle risorse umane e finanziarie necessarie per adempiere al loro mandato ed esercitare tali compiti; rileva con preoccupazione, in questo contesto, che gran parte di tali agenzie ha subito pesanti tagli di personale negli anni recenti e che, secondo la Commissione, dovrebbero continuare a ridurre la loro forza lavoro;

17.  osserva che tali agenzie necessitano di adeguate risorse e di sufficiente flessibilità per far fronte a picchi di lavoro imprevisti;

18.  sostiene fermamente, quest'anno come in passato, un approccio puntuale per valutare le singole esigenze delle agenzie decentrate;

19.  si compiace, al riguardo, dell'attività del gruppo di lavoro interistituzionale sulle risorse delle agenzie decentrate in merito alle questioni di bilancio e alle risorse umane, che ha certamente contribuito a tale processo con utili conclusioni.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

17.6.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

51

10

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Pilar Ayuso, Zoltán Balczó, Lynn Boylan, Nessa Childers, Birgit Collin-Langen, Mireille D’Ornano, Seb Dance, Angélique Delahaye, Jørn Dohrmann, Stefan Eck, Bas Eickhout, Eleonora Evi, José Inácio Faria, Karl-Heinz Florenz, Iratxe García Pérez, Elisabetta Gardini, Gerben-Jan Gerbrandy, Jens Gieseke, Julie Girling, Sylvie Goddyn, Matthias Groote, Françoise Grossetête, Andrzej Grzyb, Anneli Jäätteenmäki, Jean-François Jalkh, Benedek Jávor, Karin Kadenbach, Kateřina Konečná, Giovanni La Via, Peter Liese, Norbert Lins, Susanne Melior, Miroslav Mikolášik, Massimo Paolucci, Piernicola Pedicini, Pavel Poc, Marcus Pretzell, Frédérique Ries, Annie Schreijer-Pierik, Renate Sommer, Dubravka Šuica, Tibor Szanyi, Glenis Willmott, Jadwiga Wiśniewska, Damiano Zoffoli

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Nikos Androulakis, Paul Brannen, Nicola Caputo, Mark Demesmaeker, Damian Drăghici, Fredrick Federley, Olle Ludvigsson, Anthea McIntyre, James Nicholson, Marit Paulsen, Morten Helveg Petersen, Gabriele Preuß, Bart Staes, Keith Taylor, Claude Turmes, Tom Vandenkendelaere

16.6.2015

PARERE della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

destinato alla commissione per i bilanci

sul mandato per il trilogo relativo al progetto di bilancio 2016

(2015/2074(BUD))

Relatore per parere: Anneleen Van Bossuyt

SUGGERIMENTI

La commissione per l'industria, la ricerca e l'energia invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  ritiene che il bilancio 2016 debba incentrarsi su iniziative che contribuisco a una crescita e all'occupazione intelligente, innovativa, sostenibile e inclusiva in tutta l'Unione e che i programmi che contribuiscono direttamente a tali obiettivi debbano avere la priorità nelle decisioni di bilancio; è preoccupato per i tagli significativi attuati nelle procedure di bilancio precedenti;

2.  evidenzia che il programma Orizzonte 2020 e altre iniziative dell'UE a sostegno della ricerca e dell'innovazione hanno un evidente valore aggiunto europeo, in particolare dal momento che finanziano la ricerca collaborativa su grandi sfide sociali e creano una massa critica per conseguire risultati scientifici; si attende una semplificazione delle norme allo scopo di rendere le procedure meno complesse per i beneficiari del sostegno;

3.  incoraggia gli Stati membri a devolvere una maggiore percentuale del PIL a favore della ricerca, in modo da raggiungere l'obiettivo di investire il 3% del PIL nazionale in ricerca e innovazione come stabilito dalla strategia Europa 2020; sottolinea che i programmi UE nel quadro della strategia Europa 2020 efficaci nella creazione di crescita e posti di lavoro sostenibili non dovrebbero subire tagli; evidenzia altresì che i bilanci di tali programmi dovrebbero essere mantenuti secondo quanto concordato nell'ambito del quadro finanziario pluriennale (QFP);

4.  richiama l'attenzione sulla necessità di ripartire i finanziamenti nell'ambito del programma quadro Orizzonte 2020 in modo più equilibrato tra gli Stati membri, nonché sul fatto che diversi paesi beneficiari del Fondo di coesione sono contributori netti al programma quadro; sottolinea che l'iniziativa "Unione dell'innovazione" deve riguardare tutti i paesi e le regioni e che non deve esistere alcun "divario dell'innovazione" tra i paesi e le regioni più innovativi e gli altri paesi e regioni;

5.  sottolinea la necessità di un uso efficiente del bilancio; chiede una valutazione dettagliata di tutte le linee di bilancio e una migliore verifica ex post delle dotazioni;

6.  prende atto del notevole impatto sul bilancio 2016 del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS); ritiene che il finanziamento di Orizzonte 2020 e del Meccanismo per collegare l'Europa (CEF) debba essere pienamente mantenuto e non debba in alcun modo essere compromesso dai finanziamenti del FEIS, e che occorra fornire agli Stati membri tutto l'aiuto necessario per utilizzare completamente tali risorse;

7.  evidenzia la necessità di rafforzare il sostegno alle microimprese, alle piccole e medie imprese (MPMI) e alle start-up al fine di incentivare la loro produttività nel quadro di un contesto imprenditoriale stabile nell'economia europea;

8.  sottolinea che gli impegni assunti nel quadro finanziario pluriennale 2014-2020 dovrebbero essere pienamente rispettati; esprime preoccupazione per l'inaccettabile e crescente numero di fatture non pagate; osserva che nel 2014 gli interessi di mora sono aumentati di oltre sette volte dal 2012; chiede un intervento immediato per ridurre l'accumulo degli impegni residui; ricorda al Consiglio e alla Commissione di tenere presente l'inevitabile nesso tra impegni e pagamenti al momento di adottare decisioni relative al bilancio dell'UE per il 2016;

9.  sottolinea che i finanziamenti destinati agli investimenti, alla ricerca, allo sviluppo e all'innovazione dovrebbero incentrarsi sui settori in cui è possibile conseguire il maggiore valore aggiunto, come ad esempio il miglioramento dell'efficienza energetica, le TIC, le sovvenzioni per la ricerca di base e le tecnologie a basse emissioni di carbonio e rinnovabili;

10.  evidenzia la necessità di assegnare maggiore priorità alle parti di bilancio destinate all'aumento della sicurezza degli approvvigionamenti in Europa, sostenendo il ricorso all'energia rinnovabile e creando una rete di interconnettori di elettricità per garantire un libero flusso di energia tra gli Stati membri, assicurare la compatibilità degli Stati membri con le reti elettriche e sostenere l'integrazione del mercato energetico dell'Unione;

11.  chiede alla Commissione di dotare di adeguate risorse finanziarie il capitolo degli investimenti infrastrutturali in reti a banda larga veloci e ultraveloci, anche sostenendo le città intelligenti, create attraverso partenariati tra enti locali e operatori;

12.  incoraggia la Commissione a presentare una proposta ambiziosa ma realistica sull'economia circolare, che dovrebbe riflettersi nel bilancio 2016, in particolare per stimolare la ricerca e l'innovazione;

13.  sottolinea che il passaggio a un'economia circolare e a basse emissioni di carbonio è assolutamente necessario; evidenzia non solo che occorre mettere a disposizione fondi sufficienti per consentire tale transizione, ma anche che i progetti finanziati dall'Unione non dovrebbero incidere negativamente su tale passaggio;

14.  incoraggia la Commissione a vagliare soluzioni per sostenere una nuova strategia per la politica industriale nei campi culturali e creativi nell'Unione, ad esempio mediante progetti pilota nel settore;

15.  insiste affinché l'Agenzia europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (ACER) sia dotata di risorse sufficienti per poter esercitare i compiti aggiuntivi e adempiere al mandato a lei conferiti dalle autorità legislative dell'UE e per attuare e applicare appieno le disposizioni del regolamento concernente l'integrità e la trasparenza del mercato dell'energia (REMIT); avverte che se non si procederà in questo senso vi saranno gravi effetti negativi sulla fiducia nella capacità delle istituzioni dell'UE di svolgere i loro compiti, sulla fiducia dei consumatori nel mercato energetico dell'Unione e sul prezzo dell'energia per i consumatori; ritiene che lo stesso dovrebbe applicarsi in relazione alle competenze dell'Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC);

16.  invita la Commissione a garantire che il completamento del mercato unico digitale preveda l'accesso e la connettività digitale per tutti i cittadini dell'Unione e chiede che siano destinate risorse alla strategia della Commissione per superare la distanza geografica e gli ostacoli all'accesso dei gruppi più svantaggiati.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

16.6.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

48

2

6

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Zigmantas Balčytis, Bendt Bendtsen, Reinhard Bütikofer, Jerzy Buzek, Philippe De Backer, Christian Ehler, Fredrick Federley, Ashley Fox, Adam Gierek, Theresa Griffin, Marek Józef Gróbarczyk, András Gyürk, Roger Helmer, Eva Kaili, Barbara Kappel, Krišjānis Kariņš, Seán Kelly, Jeppe Kofod, Miapetra Kumpula-Natri, Janusz Lewandowski, Ernest Maragall, Edouard Martin, Nadine Morano, Dan Nica, Aldo Patriciello, Morten Helveg Petersen, Miroslav Poche, Miloslav Ransdorf, Michel Reimon, Herbert Reul, Paul Rübig, Algirdas Saudargas, Dario Tamburrano, Evžen Tošenovský, Miguel Urbán Crespo, Vladimir Urutchev, Kathleen Van Brempt, Martina Werner, Flavio Zanonato

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Michał Boni, Lefteris Christoforou, David Coburn, Miriam Dalli, João Ferreira, Gerben-Jan Gerbrandy, Françoise Grossetête, Constanze Krehl, Olle Ludvigsson, Svetoslav Hristov Malinov, Piernicola Pedicini, Sofia Sakorafa, Anne Sander, Maria Spyraki, Mihai Ţurcanu, Anneleen Van Bossuyt

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Bart Staes

5.6.2015

PARERE della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori

destinato alla commissione per i bilanci

sul mandato per il trilogo sul progetto di bilancio 2016

(2017/2074(BUD))

Relatore per parere: Ildikó Gáll-Pelcz

SUGGERIMENTI

La commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  ricorda che il mercato unico rappresenta una politica essenziale e un settore prioritario per la crescita economica; è convinto che gli sforzi compiuti per affrontare la crisi economica nell'Unione debbano basarsi su un mercato unico più solido, integrato e unificato, e che a tal fine siano necessari adeguati stanziamenti di bilancio;

2.  ritiene che una politica dei consumatori opportunamente finanziata sia di fondamentale importanza per qualsiasi sforzo teso ad aumentare la fiducia dei consumatori in un mercato unico più trasparente; invita pertanto a porre l'accento sia sul rafforzamento della sicurezza dei consumatori sia sull'adattamento dei diritti dei consumatori alle evoluzioni sociali, tecnologiche ed economiche;

3.  sottolinea che una dotazione equilibrata può fornire un efficace sostegno al funzionamento dell'unione doganale e alla lotta contro le frodi, garantendo in tal modo sia la tutela dei consumatori sia un'equa concorrenza, al fine di conseguire il recupero di fondi nell'ambito delle risorse proprie; evidenzia, pertanto, la necessità di finanziare interamente tutte le misure connesse al piano d'azione sui DPI come pure le riforme amministrative riguardanti i controlli doganali;

4.  ricorda l'importanza di finanziare il Forum del mercato unico; chiede alla Commissione di creare una base giuridica nel diritto derivato per garantire il proseguimento del Forum del mercato unico dopo il 2016;

5.  ritiene che gli Stati membri debbano stanziare idonei finanziamenti a favore di SOLVIT, affinché tutti i cittadini e tutte le imprese dell'UE possano beneficiare di un'assistenza in ambiti quali la costituzione di imprese, il commercio, i servizi, le prestazioni familiari, i visti e i diritti di soggiorno; è del parere che anche la rete dei Centri europei dei consumatori dovrebbe ricevere idonei finanziamenti che le consentano di portare avanti la sua missione di educare i cittadini in merito ai loro diritti di consumatori in Europa;

6.  sottolinea la necessità di un forte sostegno per il programma COSME e la rete Impresa Europa nel 2016, prestando particolare attenzione agli ostacoli per le piccole e medie imprese (PMI) derivanti dai limiti economici e finanziari dell'UE come pure agli ostacoli relativi all'accesso ai nuovi mercati e agli appalti pubblici; ritiene che l'Unione debba sostenere ulteriormente le PMI migliorando il loro accesso alle informazioni riguardanti le opportunità del mercato unico al di fuori del loro Stato membro nonché oltre i confini dell'Unione;

7.  prende atto della necessità di nuove fonti di finanziamento per le PMI, in particolare di finanziamenti che consentano loro di partecipare a fiere campionarie in vari mercati terzi dove possano promuovere i loro prodotti e servizi nazionali; sottolinea la necessità di creare un fondo specifico per finanziare la ricerca e l'acquisto di attrezzature ad alta tecnologia per le PMI;

8.  evidenzia l'importanza delle norme per le imprese e le PMI competitive che svolgono un ruolo essenziale nel guidare il progresso tecnologico dell'UE; sottolinea pertanto la necessità di destinare opportuni finanziamenti alle attività di normalizzazione del Comitato europeo di normazione (CEN), del Comitato europeo di normazione elettrotecnica (CENELEC) e dell'Istituto europeo per le norme di telecomunicazione (ETSI);

9.  chiede, alla luce dell'adozione del regolamento sull'eCall, che adeguati finanziamenti siano destinati all'Agenzia del GNSS europeo affinché il regolamento sia pienamente attuato;

10.  pone l'accento sulla necessità di finanziare il supporto multilingue della piattaforma di risoluzione delle controversie online dei consumatori (ODR); è del parere che il buon funzionamento dei sistemi ODR in tutta l'UE non solo incoraggerà i consumatori a cercare una soluzione ai problemi incontrati in sede di acquisto di prodotti e servizi nel mercato interno, ma darà altresì slancio agli acquisti online, in particolare da operatori commerciali di un diverso Stato membro; ritiene che l'incremento dell'e-commerce e degli acquisti transfrontalieri all'interno dell'Unione si tradurrà in nuove opportunità imprenditoriali e in una crescita economica più robusta.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

4.6.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

29

0

6

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Dita Charanzová, Carlos Coelho, Lara Comi, Anna Maria Corazza Bildt, Daniel Dalton, Nicola Danti, Pascal Durand, Evelyne Gebhardt, Maria Grapini, Robert Jarosław Iwaszkiewicz, Liisa Jaakonsaari, Antonio López-Istúriz White, Jiří Pospíšil, Marcus Pretzell, Robert Rochefort, Virginie Rozière, Christel Schaldemose, Olga Sehnalová, Ivan Štefanec, Catherine Stihler, Mylène Troszczynski, Mihai Ţurcanu, Anneleen Van Bossuyt, Marco Zullo

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Lucy Anderson, Pascal Arimont, Cristian-Silviu Buşoi, Birgit Collin-Langen, Filiz Hyusmenova, Jens Nilsson, Adam Szejnfeld, Marc Tarabella, Ulrike Trebesius, Ulla Tørnæs

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Andrey Kovatchev

18.6.2015

PARERE della commissione per lo sviluppo regionale

destinato alla commissione per i bilanci

sul mandato per il trilogo relativo al progetto di bilancio 2016

(2015/2074(BUD))

Relatore per parere: Maria Spyraki

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo regionale invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  sottolinea che la politica di coesione rappresenta la principale politica di investimento dell'UE nell'economia reale e ne ricorda l'obiettivo basato sul TFUE di ridurre le disparità fra le regioni europee rafforzando la coesione economica, sociale e territoriale; sottolinea altresì la sua prospettiva di lungo termine, la quale implica che i risultati sono condizionati dalla selezione delle priorità, dall'applicazione di un quadro di riferimento appropriato, come anche da una sana gestione e da sistemi di controllo efficaci; rammenta che in numerosi Stati membri essa costituisce una fonte primaria ed essenziale di finanziamento degli investimenti che generano sinergie e ha un effetto moltiplicatore sulla crescita economica, la creazione di occupazione e lo sviluppo sostenibile; è consapevole del fatto che, a seguito della crisi finanziaria, alcuni Stati membri devono ancora far fronte a difficoltà nel cofinanziamento di taluni progetti, e chiede quindi che si sfruttino pienamente tutte le possibilità offerte dal quadro legislativo nel caso degli Stati membri con difficoltà di bilancio temporanee;

2.  sottolinea che la politica di coesione, che rappresenta quasi un terzo del bilancio totale dell'UE, fornisce ‒ attraverso i Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) ‒ il contesto appropriato per contribuire a conseguire gli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva della strategia Europa 2020; evidenzia che il ruolo del Fondo europeo per gli investimenti strategici consiste nell'attrarre capitali privati, fornendo una fonte di finanziamento complementare e consentendo maggiori sinergie tra i vari strumenti; ricorda, a tale proposito, che la revisione del quadro finanziario pluriennale non deve ridurre le dotazioni nazionali precedentemente assegnate;

3.  richiama l'attenzione sul fatto che l'approvazione tardiva dei programmi operativi 2014-2020 ha reso necessario adottare il PBR n. 2/2015 ed è preoccupato in relazione all'inizio rallentato della messa in atto della politica nell'attuale periodo di programmazione; sottolinea, a tale proposito, che una percentuale significativa degli impegni non utilizzati nel 2014 sarà riassegnata nel 2015, cosa che eserciterà una pressione su un certo numero di Stati membri affinché concludano e assorbano le assegnazioni; invita la Commissione a elaborare e a porre in atto, di concerto con gli Stati membri, piani d'azione intesi ad accelerare l'esecuzione dei Fondi SIE e a proporre misure volte a evitare, nella misura del possibile, il disimpegno di fondi nel 2017 risultante da ritardi a livello dell'esecuzione; invita al riguardo gli Stati membri a prendere il più rapidamente possibile tutte le necessarie misure di gestione finanziaria allo scopo di iniziare per tempo a inviare le richieste di pagamento, evitando così una concentrazione di dette richieste negli anni a venire;

4.  ricorda che la ripartizione annuale degli stanziamenti di impegno per la politica di coesione nel 2016 comporta oltre 46 miliardi di EUR (Allegato VI del regolamento recante disposizioni comuni), e sottolinea la necessità imperativa di garantire il coordinamento fra tutte le fonti di finanziamento, con l'obiettivo di creare un valore aggiunto e stimolare la competitività a lungo termine;

5.  è seriamente preoccupato quanto al problema ricorrente dei pagamenti in arretrato, segnatamente nell'ambito della politica di coesione (24,7 miliardi di EUR alla fine del 2014[28]), un fenomeno che non è sostenibile in termini di sana gestione finanziaria e che mette a rischio l'esecuzione dei Fondi SIE; sottolinea che vi è il rischio di perpetuare l'effetto "palla di neve" dell'accumularsi di fatture inevase alla fine dell'anno, a meno che non si trovi il più presto possibile una soluzione concreta e sostenibile al problema attraverso una cooperazione interistituzionale efficace nell'ambito della procedura di bilancio; sottolinea che i ritardi nei pagamenti hanno ripercussioni gravi e negative sull'esecuzione e sulla buona governance economica, diminuendo la capacità di assorbimento e ponendo a rischio l'efficienza e l'efficacia della politica di coesione e del bilancio dell'UE nel loro complesso, nonché, in ultima analisi, creando difficoltà pratiche e ostacolando il finanziamento dei beneficiari;

6.  prende atto del documento della Commissione "Elementi relativi a un piano di pagamento per riportare il bilancio dell'UE alla sostenibilità", presentato al Parlamento il 16 aprile 2015; osserva in particolare che, in base al punto di vista della Commissione, l'arretrato di fine anno delle richieste di pagamento inevase a titolo della rubrica 1B relativamente al periodo 2007-2013 potrebbe essere ridotto a 20 miliardi di EUR alla fine del 2015 e portato al livello sostenibile di 2 miliardi di EUR entro la fine del 2016;

7.  chiede alla Commissione di riferire al Parlamento in merito non solo a indicatori quantitativi come i RAL (impegni da liquidare) e i RAC (impegni da contrarre), ma anche all'efficienza e all'efficacia degli stanziamenti di bilancio utilizzati;

8.  insiste sulla necessità che il bilancio 2016 preveda le risorse necessarie per rispettare gli impegni già assunti e per attuare le priorità strategiche dell'Unione per l'esercizio in questione, e sottolinea che la riduzione prevista degli arretrati e la riduzione al minimo dei ritardi per quanto riguarda i pagamenti intermedi saranno possibili soltanto se sarà assicurato un livello sufficiente di stanziamenti di pagamento nel bilancio 2016; chiede che si proceda senza ulteriori indugi all'attuazione del piano di pagamento che Parlamento, Consiglio e Commissione hanno approvato alla fine di maggio, in linea con la dichiarazione comune fatta nel dicembre 2014 dal Parlamento e dal Consiglio nel quadro dell'accordo raggiunto sui bilanci 2014 e 2015; si aspetta che la Commissione fornisca quanto prima ulteriori dettagli sulle azioni concrete da intraprendere; ribadisce che è importante affrontare la situazione in modo adeguato ed efficace, dal momento che l'accumulo dei pagamenti in sospeso compromette la credibilità, l'efficacia e la sostenibilità della politica per via dell'impatto negativo che ha sui bilanci degli Stati membri;

9.  evidenzia il fatto che i tre pilastri principali della ripresa economica e della crescita dell'UE ‒ il rilancio degli investimenti, l'accelerazione delle riforme strutturali e il perseguimento di un risanamento di bilancio favorevole alla crescita ‒ che la Commissione europea ha definito nell'Analisi annuale della crescita 2015 andrebbero rafforzati; invita la Commissione a incoraggiare e ad accelerare l'uso dei Fondi SIE per le riforme e gli investimenti strutturali;

10.  sottolinea che sarebbe opportuno compiere, negli anni a venire, progressi visibili in vista di un accordo sulla riforma del sistema di risorse proprie per il bilancio dell'UE; evidenzia il rischio che, entro la fine del 2019, possa riprodursi lo stesso schema osservato per i pagamenti nel periodo di programmazione precedente e invita la Commissione a mettere a punto meccanismi di allerta rapida nel quadro del piano di pagamento, al fine di evitare quanto più possibile l'accumulo di pagamenti in sospeso.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

17.6.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

27

3

3

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Pascal Arimont, José Blanco López, Franc Bogovič, Steeve Briois, Rosa D’Amato, Bill Etheridge, Michela Giuffrida, Ivan Jakovčić, Constanze Krehl, Martina Michels, Iskra Mihaylova, Andrey Novakov, Stanislav Polčák, Julia Reid, Terry Reintke, Monika Smolková, Maria Spyraki, Olaf Stuger, Ramón Luis Valcárcel Siso, Ángela Vallina, Monika Vana, Matthijs van Miltenburg, Lambert van Nistelrooij, Kerstin Westphal

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Petras Auštrevičius, Daniel Buda, Ivana Maletić, James Nicholson, Jan Olbrycht

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Edward Czesak, Jens Nilsson, Georgi Pirinski, Daniele Viotti

1.6.2015

PARERE della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

destinato alla commissione per i bilanci

  sul mandato per il trilogo relativo al progetto di bilancio 2016

(2015/2074(BUD))

Relatore per parere: Jean-Paul Denanot

SUGGERIMENTI

La commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  sottolinea che l'agricoltura e lo sviluppo rurale realizzano molti degli obiettivi chiave dell'UE, contribuiscono alla sicurezza dell'approvvigionamento alimentare per una popolazione mondiale in crescita e costituiscono una parte importante del bilancio generale dell'Unione europea per il 2016; chiede che il bilancio agricolo, data la sua diminuzione nel tempo in termini percentuali rispetto al bilancio complessivo, sia difeso strenuamente e permanga come minimo al livello attuale in termini reali;

2.  prende atto dei tagli ai finanziamenti destinati allo sviluppo rurale nell'ambito del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) relativamente agli impegni e ai pagamenti nel bilancio 2015; sottolinea che i progetti del FEASR, compresi i programmi LEADER, costituiscono un importante motore di sviluppo rurale, dati gli ampi benefici che apportano all'UE nel suo complesso, in particolare generando crescita, valore aggiunto e occupazione, soprattutto per quanto riguarda il ruolo che le piccole aziende agricole e le aziende familiari svolgono nella creazione di posti di lavoro nelle zone rurali; chiede che nel bilancio 2016 sia preso in attenta considerazione il livello finale di stanziamenti d'impegno e di pagamento; insiste affinché sia rivolta particolare attenzione a incoraggiare il rinnovo generazionale nel settore agricolo e a sostenere i giovani agricoltori e l'innovazione; riconosce a tale riguardo le opportunità che "Erasmus per giovani imprenditori" potrebbe creare per i giovani agricoltori facilitando il trasferimento di conoscenze e lo scambio di informazioni ed esperienze professionali;

3.  prende atto del ritardo da parte di alcuni Stati membri nella convalida dei loro programmi operativi, alcuni dei quali risultavano ancora non convalidati alla fine del primo trimestre 2015; esorta gli Stati membri ad attuare rapidamente i programmi operativi in modo che entrino in funzione nel 2016; ritiene che il bilancio 2016 dovrebbe quindi essere caratterizzato da una significativa accelerazione nell'utilizzo degli stanziamenti nell'ambito della gestione condivisa tra la Commissione e gli Stati membri; chiede pertanto che gli stanziamenti d'impegno e di pagamento del FEASR siano appropriati e sufficienti;

4.  chiede che siano destinati finanziamenti supplementari al settore del latte, al fine di mitigare l'impatto provocato dall'attuale volatilità dei prezzi nel settore, dall'abolizione del sistema delle quote e dall'embargo russo; chiede un aumento dei fondi per l'organizzazione e il consolidamento delle organizzazioni di produttori nel settore ortofrutticolo e ribadisce inoltre che alcuni sotto-settori agricoli specifici, come l'apicoltura, necessitano di maggiori finanziamenti; sottolinea l'importanza dei regimi di sostegno al consumo di latte e frutta nelle scuole e propone un aumento degli stanziamenti di 20 milioni di euro annui per il programma di sostegno al consumo di latte, in linea con il voto della commissione per l'agricoltura; sottolinea la necessità di sostegno a favore dell'agricoltura biologica e dei regimi di indicazione geografica, tra cui il regime della "specialità tradizionale garantita";

5.  sottolinea che i programmi a sostegno del consumo di latte e frutta nelle scuole non sono di facile gestione, in parte a causa del relativo onere amministrativo, e che la loro accettazione e applicazione non sono ottimali, il che rende necessario semplificare con urgenza le procedure burocratiche che essi comportano;

6.  chiede che siano destinati finanziamenti supplementari al settore olivicolo-oleario per indennizzare gli agricoltori danneggiati dal batterio "Xylella fastidiosa", intensificare le misure di prevenzione, contrastare la diffusione in Europa del batterio killer, ristrutturare il settore e potenziare la ricerca scientifica sul patogeno e sul suo vettore;

7.  chiede che i proventi ottenuti dal prelievo supplementare per il latte nel 2014 siano utilizzati esclusivamente per proteggere il settore, in particolare nelle regioni più colpite dalla soppressione delle quote; chiede a tal fine che sia istituito un fondo di stabilità per proteggere gli agricoltori nelle regioni ultraperiferiche, più svantaggiate e montane, da attivare ogniqualvolta i prezzi pagati ai produttori scendano al di sotto dei costi di produzione;

8.  chiede alla Commissione di prendere in considerazione i risultati dello studio di impatto sulla fine delle quote latte e di fornire di conseguenza un sostegno adeguato per la transizione verso aziende miste (carne e latte);

9.  nota che nei paesi che stanno cominciando a scoprire i piaceri del vino i produttori europei non stanno conquistando abbastanza quote di mercato; sottolinea che, parallelamente, l'Europa trabocca di vino che non trova sbocchi, obbligando l'UE a spendere circa 500 milioni di euro l'anno per smaltire, immagazzinare o distillare le eccedenze di vino; evidenzia che questi soldi potrebbero essere spesi più utilmente per riequilibrare il mercato, migliorare la qualità e promuovere le vendite dei vini europei al di fuori dell'UE;

10.  chiede che siano destinati finanziamenti supplementari per permettere agli agricoltori europei di vendere i propri prodotti localmente al fine di garantire margini di guadagno maggiori;

11.  sottolinea che nella realtà europea il sistema innovativo agricolo e le politiche a favore dell’innovazione presentano numerosi punti di debolezza; evidenzia che i problemi da risolvere per avviare un nuovo sviluppo dell’innovazione risiedono in particolare nella scarsezza delle risorse da impiegare; chiede quindi che siano destinati finanziamenti supplementari per aumentare il tasso di innovazione nel settore agricolo, rendendolo più competitivo e riducendone l'impatto ambientale;

12.  chiede la messa a disposizione di fondi sufficienti per attuare tutti gli elementi della riforma della PAC, anche per quanto riguarda l'inverdimento, la biodiversità e i programmi di sviluppo rurale; chiede alla Commissione di approvare rapidamente certificati equivalenti per le misure di inverdimento quando vengono sottoposti dagli Stati membri; sottolinea la necessità di semplificare la PAC e ridurre gli oneri amministrativi imposti agli agricoltori e alle autorità nazionali, al fine di garantire che il bilancio agricolo venga speso in modo efficace e con lo scopo di ridurre gli alti tassi di errore nell'utilizzazione dei fondi; accoglie pertanto con favore l'impegno della Commissione a includere la semplificazione e la sussidiarietà tra gli obiettivi prioritari per i prossimi anni;

13.  chiede che i fondi assegnati attraverso il meccanismo di disciplina finanziaria alla riserva per le crisi nel settore agricolo nel bilancio 2016 rimasti inutilizzati siano resi pienamente disponibili come pagamenti diretti nel successivo esercizio finanziario; chiede che tutti i margini disponibili alla rubrica 2 siano riservati al settore agricolo, in particolare alla luce della continuazione dell'embargo russo, dei problemi di mercato nel settore del latte e dei significativi rischi di ordine sanitario nel settore vegetale e animale;

14.  osserva che negli ultimi anni l'agricoltura europea è stata sempre più esposta a crisi (embargo russo, crisi del latte, ecc.); sollecita pertanto l'adozione di un nuovo approccio al finanziamento di emergenza della PAC e la messa a disposizione di risorse finanziarie stabili e adeguate in vista di future crisi, fatti salvi i pagamenti annuali diretti;

15.  rileva che nell'ultimo anno delle quote latte l'applicazione del prelievo supplementare ha privato il settore lattiero-caseario di considerevoli risorse e raccomanda pertanto che tali introiti restino nel bilancio agricolo per rafforzare la competitività del settore lattiero-caseario;

16.  sollecita la Commissione e gli Stati membri a monitorare la considerevole volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli e a migliorare l'analisi in tempo reale dei mercati del settore, ad esempio rafforzando l'Osservatorio europeo sul mercato del latte nel settore dei prodotti lattieri; sottolinea che la volatilità dei prezzi continua a essere una sfida attuale in taluni settori, che si presenta più di frequente in un mercato più globalizzato e ha effetti negativi sui redditi degli agricoltori, ed esorta la Commissione e gli Stati membri a reagire in modo rapido ed efficace in caso di necessità, dando così direttamente agli agricoltori la possibilità di contrastare la volatilità dei prezzi;

17.  ricorda le difficoltà incontrate nel corso degli esercizi di bilancio precedenti, in cui sono stati ridotti gli stanziamenti; ritiene che ogni tentativo di ridurre gli stanziamenti per l'agricoltura sia vano e pericoloso perché pregiudicherebbe gli obiettivi della PAC, aumenterebbe la fragilità del settore e ridurrebbe in modo significativo gli sforzi tesi a mantenere la competitività dell'agricoltura europea;

18.  sottolinea che la quota zucchero scade alla fine del 2016 e propone pertanto che la Commissione elabori strumenti appropriati per evitare squilibri del mercato;

19.  mette in evidenza l'obiettivo di aumentare la competitività e la sostenibilità dell'agricoltura europea e chiede che siano stanziate risorse per conseguirlo;

20.  chiede che i fondi destinati alla ricerca nel settore agroalimentare, in particolare dal bilancio Orizzonte 2020, restino pienamente disponibili come tali al fine di stimolare l'innovazione nel settore agricolo;

21.  sottolinea l'importanza per la commissione e per il settore agricolo di progetti pilota, quali l'Osservatorio europeo per la sorveglianza dei prezzi, onde permettere un migliore raffronto dei prezzi nonché una migliore trasparenza nella fissazione dei prezzi alimentari, e chiede la prosecuzione del sostegno; propone al contempo il lancio di progetti pilota aggiuntivi che potrebbero migliorare la commercializzazione e la visibilità dei prodotti agricoli europei, come nuove campagne promozionali volte ad accrescere la consapevolezza tra gli scolari riguardo ai regimi di qualità dell'UE; chiede alla Commissione di tenere il Parlamento e il Consiglio regolarmente informati sull'utilizzazione di questo strumento e sulle pertinenti risultanze, assicurando al contempo che le informazioni pertinenti siano anche rese disponibili a un pubblico più ampio; sottolinea l'importanza di un progetto pilota che consenta di esaminare gli ostacoli posti alle aziende agricole da una legislazione eccessiva;

22.  sottolinea i persistenti squilibri nella filiera alimentare, in cui la posizione dei produttori primari è notevolmente più debole rispetto a quella di altri attori; esorta la Commissione a incentivare la creazione di organizzazioni di produttori, in particolare nel settore lattiero, come uno dei vari strumenti di contrasto delle prassi commerciali sleali, nonché a monitorare da vicino le prassi di tassazione eccessiva dei prodotti alimentari e ad adottare misure per migliorare la trasparenza dei prezzi e dei margini nella filiera alimentare, con particolare riferimento al ruolo della grande distribuzione e alla debole posizione degli agricoltori nella filiera di approvvigionamento alimentare; sottolinea il valore di un progetto pilota in questo settore e chiede che venga presentata una proposta legislativa, se necessario;

23.  chiede che il pieno allineamento dei pagamenti diretti nell'UE a 28 sia realizzato quanto prima.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

28.5.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

26

11

5

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

John Stuart Agnew, Clara Eugenia Aguilera García, Eric Andrieu, José Bové, Paul Brannen, Daniel Buda, Nicola Caputo, Viorica Dăncilă, Michel Dantin, Paolo De Castro, Albert Deß, Diane Dodds, Herbert Dorfmann, Norbert Erdős, Edouard Ferrand, Luke Ming Flanagan, Beata Gosiewska, Martin Häusling, Anja Hazekamp, Esther Herranz García, Jan Huitema, Peter Jahr, Jarosław Kalinowski, Elisabeth Köstinger, Philippe Loiseau, Mairead McGuinness, Giulia Moi, Ulrike Müller, James Nicholson, Maria Noichl, Laurenţiu Rebega, Jens Rohde, Bronis Ropė, Jordi Sebastià, Lidia Senra Rodríguez, Czesław Adam Siekierski, Janusz Wojciechowski, Marco Zullo

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Pilar Ayuso, Jørn Dohrmann, Norbert Lins, Momchil Nekov, Stanislav Polčák, Annie Schreijer-Pierik, Molly Scott Cato, Hannu Takkula, Valdemar Tomaševski

18.6.2015

PARERE della commissione per la pesca

destinato alla commissione per i bilanci

sul mandato per il trilogo sul progetto di bilancio 2016

(2015/2074(BUD))

Relatore per parere: Alain Cadec

SUGGERIMENTI

La commissione per la pesca invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  constata che il quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2014-2020 prevede un margine di manovra limitato per la rubrica 2, in particolare per quanto riguarda il finanziamento della politica comune della pesca (PCP) e della politica marittima integrata (PMI);

2.  ricorda che una sufficiente dotazione di bilancio è fondamentale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi della PCP; sottolinea che tale dotazione di bilancio è concentrata nella sezione III e nel titolo 11, "Affari marittimi e pesca"; segnala che il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) (11.06) e i contributi obbligatori alle organizzazioni regionali di gestione della pesca e ad altre organizzazioni internazionali e accordi di pesca sostenibile (11.03) assorbono la maggior parte del bilancio;

3.  ricorda che l'Agenzia europea di controllo della pesca (AECP) svolge un ruolo fondamentale nel coordinamento e nell'attuazione della PCP e che tale ruolo può essere svolto soltanto se l'AECP sarà dotata di sufficienti risorse tecniche, economiche e finanziarie, il che deve trovare riscontro nel bilancio;

4.  sottolinea l'importanza della dimensione sociale ed economica della pesca e dell'economia marittima per le comunità locali e per alcune regioni marittime e zone costiere; esprime preoccupazione per la perdita di posti di lavoro nei settori in questione e la mancanza di prospettive per possibili riconversioni; chiede che l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile sia utilizzata per incoraggiare l'occupazione in questa attività economica;

5.  insiste sul fatto che le risorse alieutiche richiedono uno specifico approccio gestionale finalizzato a conservare e a recuperare gli stock ittici e gli ecosistemi marini nonché a prevenire la perdita di biodiversità, la quale avrebbe un impatto negativo sulle future generazioni e sullo stesso settore economico della pesca; ritiene che il Fondo europeo per gli investimenti strategici possa svolgere un ruolo chiave a tale riguardo;

6.  pone in evidenza l'importanza fondamentale dei fondi per la raccolta dei dati, che sono determinanti per consentire l'adozione di decisioni razionali in materia di politica della pesca;

7.  sottolinea che la PCP riformata offre un quadro giuridico ambizioso per rispondere alle sfide di una pesca responsabile, che sarebbe opportuno sostenere non solo nei suoi aspetti normativi, ma anche in quelli finanziari;

8.  esprime preoccupazione quanto alla capacità degli Stati membri di mobilitare pienamente il FEAMP per il raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020 e della "crescita blu"; prende atto del ritardo da parte di alcuni paesi nella convalida dei loro programmi operativi, alcuni dei quali non sono ancora stati convalidati alla fine del primo trimestre 2015;

9.  chiede alla Commissione di garantire i fondi destinati allo sviluppo dell'economia blu;

10.  invita gli Stati membri ad avviare i loro programmi rapidamente, in modo che siano pienamente operativi entro il 2016; ritiene che il bilancio 2016 dovrebbe quindi essere caratterizzato da una significativa accelerazione nell'utilizzo degli stanziamenti nell'ambito della gestione condivisa; chiede pertanto che gli stanziamenti d'impegno e di pagamento del FEAMP siano di livello adeguato e sufficiente;

11.  ricorda le difficoltà incontrate nel corso degli esercizi di bilancio precedenti, che hanno visto una riduzione degli stanziamenti; ritiene che ogni tentativo di ridurre gli stanziamenti per il titolo 11, con particolare riferimento al FEAMP, sarebbe vano e pericoloso poiché pregiudicherebbe gli obiettivi della PCP, minaccerebbe la sostenibilità di un settore già fragile e indebolirebbe notevolmente gli sforzi tesi alla protezione e al ripristino degli habitat marini;

12.  ricorda che l'attuazione della nuova PCP è iniziata solo da qualche anno, con tutto ciò che ne consegue in termini di cambiamento di paradigma nella gestione della pesca sia per gli Stati membri che per i pescatori, come nel caso dell'obbligo di sbarco; ricorda che, per adeguarsi a tale cambiamento, occorrono ulteriori sforzi dell'UE in materia di comunicazione, formazione e investimenti economici onde poterne garantire la diffusione e la corretta assimilazione;

13.  richiama l'attenzione all'impatto finanziario degli accordi di pesca sostenibili e alla necessità di tener conto delle prerogative del Parlamento per poter mantenere un equilibrio generale tra gli obiettivi di tali accordi e la loro incidenza sul bilancio;

14.  continuerà a monitorare con attenzione i finanziamenti a favore della politica marittima integrata e lo sviluppo di sinergie fra la pesca e le altre attività marittime.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

17.6.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

20

1

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Clara Eugenia Aguilera García, Renata Briano, Alain Cadec, Richard Corbett, Diane Dodds, Linnéa Engström, João Ferreira, Raymond Finch, Ian Hudghton, Carlos Iturgaiz, Werner Kuhn, António Marinho e Pinto, Gabriel Mato, Norica Nicolai, Ulrike Rodust, Remo Sernagiotto, Ricardo Serrão Santos, Isabelle Thomas, Peter van Dalen, Jarosław Wałęsa

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Izaskun Bilbao Barandica, José Blanco López, Marek Józef Gróbarczyk, Verónica Lope Fontagné, Francisco José Millán Mon

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Tim Aker

17.6.2015

PARERE della commissione per la cultura e l'istruzione

destinato alla commissione per i bilanci

sul mandato per il trilogo relativo al progetto di bilancio 2016

(2015/2074(BUD))

Relatore per parere: Bogdan Andrzej Zdrojewski

SUGGERIMENTI

La commissione per la cultura e l'istruzione invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A.  considerando con preoccupazione l'incidenza che il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) avrà sui progetti di ricerca e innovazione, stante che, nei prossimi cinque anni, 500 milioni di EUR verranno sottratti al programma Orizzonte 2020;

B.  considerando che gli investimenti nell'istruzione secondaria e superiore, nella formazione professionale formale e informale, e nella ricerca dovrebbero essere al centro degli obiettivi del Fondo europeo per gli investimenti strategici giacché costituiscono un fattore fondamentale per una maggiore inclusione sociale e una crescita economica sostenibile, e, a lungo termine, si traducono in competitività;

C.  considerando che il FEIS deve privilegiare i settori culturali e creativi nel loro complesso, dal momento che fanno parte di un settore economico in rapida espansione, in grado di creare posti di lavoro e opportunità per un ulteriore sviluppo economico e sociale in Europa, purché gli investimenti necessari siano mirati alle esigenze;

D.  considerando che nel 2016 il quadro finanziario pluriennale (QFP) entra nel suo terzo anno e che è necessario sottoporlo a un riesame intermedio allo scopo di porre fine all'insostenibile situazione che vede programmi già approvati, e quindi in fase di attuazione, compromessi a causa della mancanza di risorse e di inadempienze di pagamento da parte dell'Unione; considerando con particolare preoccupazione che una siffatta situazione potrebbe ripetersi nell'ambito dei nuovi programmi, e che, visto il numero elevato di cittadini direttamente coinvolti nei programmi stessi, in particolare Erasmus +, si profila il rischio di un grave offuscamento della credibilità dell'UE e di un degrado della fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee;

1.  rammenta l'importanza dei programmi nel campo dell'istruzione e della cultura nonché la necessità che dispongano di stanziamenti d'impegno e di pagamento sufficienti, onde garantire che possano raggiungere il numero voluto di beneficiari e quindi abbiano l'impatto auspicato, assicurando al contempo la priorità della trasparenza, nell'osservanza dei principi di sussidiarietà e proporzionalità; ribadisce la propria preoccupazione per l'attuazione del programma integrato Europa creativa dopo la divisione amministrativa tra i comparti Cultura e Media con conseguenti squilibri in materia di politiche e di finanziamento;

2.  segnala altresì che i programmi Erasmus + ed Europa creativa hanno come caratteristica di essere aperti a progetti di minore entità, essenziali per la creatività, la mobilità e l'innovazione in Europa; ritiene che, d'ora in poi, occorra concentrarsi in particolare sui progetti più piccoli condotti nelle scuole nell'ambito dell'azione chiave n. 2 di Erasmus +, dal momento che è stato registrato un costante declino nel numero dei piccoli progetti selezionati in questo settore, il che contrasta direttamente con gli obiettivi dell'UE in materia di sviluppo dell'istruzione e della mobilità a livello scolastico; considera inoltre necessario porre debitamente in risalto i progetti di minore entità del programma Europa creativa, in quanto elementi centrali di una caratteristica europea molto particolare, consentendo agli artisti e agli operatori culturali di incontrarsi e di sviluppare laboratori di idee, prassi e innovazione;

3.  sottolinea che è necessario migliorare con urgenza la politica di comunicazione dell'UE per poter dialogare più efficacemente con i cittadini, consentendo loro di avvalersi pienamente del loro diritto ad essere informati e coinvolti nel processo decisionale dell'UE, e per ampliare il raggio d'azione; evidenzia, a tale proposito, il ruolo positivo delle reti paneuropee costituite da media locali e nazionali, come EuranetPlus; invita la Commissione a ripristinare un finanziamento sostenibile a favore di queste reti;

4.  ribadisce l'importanza della cooperazione e della diplomazia culturali nelle relazioni con i vicini dell'Unione; chiede, di conseguenza, una strategia coerente volta a sostenere la mobilità dei giovani, degli artisti, dei creatori e degli altri professionisti che operano nel settore culturale, nell'ambito di progetti culturali ed educativi comuni attraverso i quali l'UE dovrebbe promuovere la propria cultura e i propri valori; evidenzia l'importanza dei progetti con i paesi partner mediante il ricorso alle linee di bilancio della rubrica IV;

5.  sottolinea l'importanza della diversità culturale e linguistica tra gli Stati membri e invita la Commissione a provvedere a che tale diversità sia salvaguardata, potenziata e promossa;

6.  esprime crescente perplessità per la mancanza di trasparenza nelle relazioni contrattuali della Commissione con Euronews, specialmente alla luce del recente rinnovo dei relativi accordi di partenariato e della partecipazione di nuovi investitori in Euronews;

7.  chiede alla Commissione di esaminare, nel quadro del FEIS, l'opportunità di cofinanziare con risorse FEIS progetti già finanziati mediante i fondi di coesione nei settori dell'industria culturale e creativa, volti a salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale europeo, nel rispetto dell'addizionalità;

8.  invita la Commissione a rivedere con urgenza l'attuale limitazione, fissata a 5 milioni di EUR (10 milioni per i siti UNESCO) nel Fondo europeo per lo sviluppo regionale, applicata ai progetti di infrastrutture su piccola scala, che rischia di ridurre le possibilità d'investimento nella cultura, aspetto di fondamentale importanza per lo sviluppo sociale ed economico nell'Unione;

9.  sottolinea l'attuale elevato livello di disoccupazione giovanile e chiede forti impegni di bilancio per far fronte a tale problema, potenziando i legami tra istruzione, ricerca e innovazione, che svolgono un ruolo essenziale nell'assunzione dei giovani, e fornendo formazione agli impiegati e ai funzionari delle amministrazioni locali e regionali, con particolare attenzione alle regioni svantaggiate.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

16.6.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

21

2

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Dominique Bilde, Andrea Bocskor, Silvia Costa, Mircea Diaconu, Damian Drăghici, Jill Evans, Petra Kammerevert, Rikke Karlsson, Andrew Lewer, Svetoslav Hristov Malinov, Curzio Maltese, Fernando Maura Barandiarán, Luigi Morgano, Momchil Nekov, Michaela Šojdrová, Yana Toom, Helga Trüpel, Sabine Verheyen, Julie Ward, Bogdan Andrzej Zdrojewski, Milan Zver, Krystyna Łybacka

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Norbert Erdős, Mary Honeyball, Marc Joulaud, Ernest Maragall

16.6.2015

PARERE della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere

destinato alla commissione per i bilanci

sul bilancio 2016 – mandato per il trilogo

(2015/2074(BUD))

Relatore per parere: Barbara Matera

SUGGERIMENTI

La commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A.  considerando che il Parlamento, il Consiglio e la Commissione hanno concordato in una dichiarazione comune nel novembre 2013 che le procedure di bilancio annuali applicate al Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 integreranno, ove opportuno, elementi in grado di rispondere alle problematiche di genere;

B.  considerando che gli stereotipi di genere e il consistente divario retributivo di genere che persiste possono ostacolare o scoraggiare le donne nell'avvio o nell'avanzamento della loro carriera, causando diseguaglianze che incidono negativamente sull'economia e comportano notevoli conseguenze per la creazione di posti di lavoro; che l'accesso ai servizi pubblici, che continuano ad essere un settore importante per l'occupazione femminile, è cruciale per l'indipendenza e l'emancipazione economiche delle donne; sottolinea che la Commissione deve impegnarsi maggiormente per promuovere l'istruzione e la formazione delle donne e delle ragazze, in particolare nei settori scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico (STEM) e nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), in cui esiste un forte divario di competenze e che hanno un enorme potenziale per la crescita futura; e che, secondo le stime, entro il 2025 vi saranno 7,7 milioni di posti di lavoro STEM e, entro il 2020, vi saranno 825 000 posti di lavoro vacanti nel campo delle professioni TIC;

C.  considerando che la violenza nei confronti delle donne costituisce un ostacolo a un'effettiva uguaglianza tra donne e uomini; considerando che non si dispone di dati comparabili sulla violenza nei confronti delle donne nell'UE, ma che l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE) consente l'accesso ai dati statistici e alle informazioni esistenti;

D.  considerando che, in conformità del considerando 10 del regolamento (UE) n. 1381/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un programma Diritti, uguaglianza e cittadinanza per il periodo 2014-2020, "è essenziale mantenere nell'attuazione del programma il nome "Daphne" in relazione all'obiettivo specifico diretto alla prevenzione e alla lotta contro la violenza nei confronti di bambini, giovani e donne, in modo da mantenere la massima visibilità dei programmi Daphne";

1.  ribadisce la sua richiesta di integrare la dimensione di genere in modo coerente durante l'intera procedura di bilancio e nel Quadro finanziario pluriennale e di utilizzare la spesa di bilancio come uno strumento efficace per promuovere l'uguaglianza di genere e, a tal fine, propone di creare un gruppo di lavoro esterno per aumentare la trasparenza della procedura di bilancio per quanto riguarda il bilancio di genere;

2.  sottolinea che, ai sensi dell'articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, la promozione della parità fra uomini e donne è un principio fondamentale dell'UE; ricorda che la questione dell'uguaglianza di genere dovrebbe essere integrata in tutte le politiche e che occorre tenerne conto a tutti i livelli della procedura di bilancio;

3.  chiede l'adozione del "bilancio di genere" nelle strategie europee e nazionali per una più efficace promozione della parità di genere; sottolinea la necessità di destinare maggiori finanziamenti alla lotta contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne e delle ragazze;

4.  invita la Commissione ad assegnare finanziamenti ai programmi che promuovono e sostengono l'imprenditoria femminile come pure l'accesso alla microfinanza, principalmente nel quadro del Programma per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese (COSME), del Fondo sociale europeo (FSE), dell'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (IOG), nonché dei Fondi strutturali e del FEIS;

5.  invita gli Stati membri a utilizzare i fondi disponibili nell'ambito del Fondo sociale europeo e del Fondo europeo di sviluppo regionale per promuovere la parità di genere, più specificamente nel settore dell'occupazione, non solo mediante l'integrazione della dimensione di genere, ma anche prevedendo misure destinate direttamente ai gruppi di donne svantaggiati, che tengano in debito conto l'impatto della crisi economica, investendo in servizi pubblici di qualità e garantendo, in particolare, una fornitura adeguata di servizi di qualità a prezzi accessibili per la custodia dei bambini e l'assistenza agli anziani e alle altre persone dipendenti, e chiede una reale trasparenza di bilancio per quanto riguarda i fondi destinati alle politiche a favore della parità di genere (FSE, PROGRESS, DAPHNE);

6.  sottolinea la necessità di finanziare campagne educative mirate a combattere gli stereotipi di genere e a sensibilizzare sulla parità di diritti e di opportunità nell'ambito del programma Erasmus+;

7.  invita la Commissione a creare un osservatorio europeo sulla violenza di genere nell'ambito dell'EIGE e, a tal fine, ad aumentare il personale dell'Istituto di un'unità; ritiene che, per il resto, il bilancio dell'EIGE dovrebbe rimanere stabile;

8.  ribadisce la sua precedente richiesta di mantenere il programma Daphne come linea di bilancio distinta all'interno del programma Diritti, uguaglianza e cittadinanza;

9.  ribadisce la richiesta di sviluppare ulteriormente gli indicatori e i dati specifici di genere onde consentire la valutazione del bilancio generale dell'UE in una prospettiva di genere e monitorare gli sforzi compiuti in materia di bilancio di genere.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

16.6.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

26

4

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Daniela Aiuto, Beatriz Becerra Basterrechea, Malin Björk, Anna Maria Corazza Bildt, Viorica Dăncilă, Iratxe García Pérez, Anna Hedh, Elisabeth Köstinger, Agnieszka Kozłowska-Rajewicz, Angelika Mlinar, Maria Noichl, Marijana Petir, Terry Reintke, Liliana Rodrigues, Jordi Sebastià, Michaela Šojdrová, Ernest Urtasun, Elissavet Vozemberg, Jadwiga Wiśniewska, Anna Záborská, Jana Žitňanská

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Inés Ayala Sender, Izaskun Bilbao Barandica, Biljana Borzan, Louise Bours, Stefan Eck, Ildikó Gáll-Pelcz, Clare Moody, Branislav Škripek, Dubravka Šuica, Marc Tarabella

ALLEGATO: LETTERA DELLA COMMISSIONE PER GLI AFFARI ESTERI

Commissione per gli affari esteri      Commissione per gli affari esteri

- Il Presidente -   - Membro -

Ref.: D(2015)26425

On. Jean Arthuis

Presidente della commissione per i bilanci

Signor Presidente,

poiché il calendario quale si configura dopo la presentazione tardiva del progetto di bilancio di quest'anno non consente alle commissioni di formulare un parere formale, Le scriviamo a nome della commissione per gli affari esteri per trasmettere il nostro contributo sotto forma di lettera. Ci auguriamo vivamente che la commissione per i bilanci possa tenere conto delle nostre opinioni nella sua relazione sul mandato per il trilogo. Consapevoli che il calendario pratico per la procedura di bilancio è oggetto di negoziati interistituzionali, La invitiamo, cionondimeno, a continuare ad insistere presso la Commissione affinché la presentazione del progetto di bilancio abbia luogo con maggiore anticipo onde garantire che, nei prossimi anni, sia nuovamente possibile presentare un normale parere di commissione.

La nostra principale preoccupazione continua ad essere che il bilancio dovrebbe consentire all'UE di svolgere il proprio ruolo di attore globale. Il bilancio dell'UE dovrebbe rispecchiare fedelmente le priorità globali dell'UE e i suoi fondi andrebbero stanziati di conseguenza. Ciò premesso, accogliamo con favore l'aumento del 5,6% degli stanziamenti d'impegno della rubrica 4 rispetto al 2015, che finalmente inizia a compensare gli ingenti tagli effettuati nei primi esercizi del quadro finanziario pluriennale. Tuttavia, in considerazione del fragile clima politico nel nostro vicinato e oltre, riteniamo che sia necessario rafforzare ulteriormente alcuni settori prioritari.

Desideriamo inoltre sottolineare che anche il notevole aumento degli stanziamenti di pagamento per la rubrica 4 (28,5%), rappresenta uno sviluppo estremamente positivo che aiuterà ad alleviare la carenza di stanziamenti di pagamento che ha messo a repentaglio il buon funzionamento di una serie di strumenti finanziari. È assolutamente indispensabile che questo aumento sia mantenuto nel bilancio definitivo. In particolare, ha risentito dei tagli il funzionamento dello strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace. Inoltre, dati i continui conflitti e le minacce emergenti nella regione del Mediterraneo, riteniamo fermamente che gli stanziamenti di pagamento proposti, per un importo di 82,4 milioni di EUR, dovrebbero essere ulteriormente incrementati per affrontare in modo adeguato l'arretrato dei pagamenti e rispondere alle esigenze che possono sorgere in situazioni di crisi.

Svolgere un ruolo di responsabilità come attori globali significa garantire la fornitura di un sostegno sufficiente, saldamente incentrato sull'approccio "more for more" (maggiori aiuti a fronte di un maggiore impegno), ai paesi del nostro vicinato che si trovano ad affrontare ingenti sfide in tutti i principali settori politici. Accogliamo con favore, a tale proposito, l'enfasi politica che questo progetto di bilancio pone sugli sviluppi nel vicinato, sia Orientale che nel Mediterraneo. Sottolineiamo, tuttavia, la necessità di potenziare ulteriormente gli stanziamenti d'impegno per lo strumento europeo di vicinato, data la necessità urgente di un'azione dell'UE nei paesi colpiti. La decisione di superare gli importi della programmazione finanziaria per il 2016 per sostenere la regione siriana è un passo importante, che sottolinea l'entità dei problemi che ci troviamo a fronteggiare, ma evidenziamo altresì la natura critica dei problemi che riguardano la Libia e la necessità di prevedere azioni specifiche in merito. Desideriamo inoltre vedere un'azione analoga nei paesi del vicinato orientale, in particolare in Ucraina. Accogliamo ugualmente con favore il maggiore sostegno allo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani e siamo fiduciosi che il bilancio destinato alla difesa attiva dei diritti umani continuerà a crescere. Esprimiamo la nostra critica dinanzi al fatto che, come negli anni passati, gli importi indicati nel progetto di bilancio non soddisfano le esigenze di finanziamento effettive di numerosi programmi e La sollecitiamo a predisporre le misure del caso per rimediare a questo problema nel bilancio definitivo. A tale proposito, desideriamo sottolineare che il sostegno costante e accresciuto al processo di pace in Medio Oriente, all'Autorità palestinese e all'UNWRA è fortemente necessario.

Plaudiamo agli importanti sforzi intesi a risolvere il problema delle interruzioni avutesi negli aiuti umanitari, mediante l'aumento degli stanziamenti di pagamento; evidenziando al contempo che le crisi umanitarie in corso in tutto il mondo richiedono ulteriori potenziamenti di questo strumento.

Per quanto riguarda il bilancio del Servizio europeo per l'azione esterna, si rileva che la questione del trasferimento della linea di bilancio per i Rappresentanti speciali dell'UE dal bilancio della PESC a quello del SEAE, rimane in sospeso. Sebbene la necessità di questo trasferimento sia stata evidenziata nel riesame del SEAE, ogni tentativo di metterlo in atto è bloccato da tempo. Restiamo persuasi che una politica estera dell'UE correttamente integrata richieda un consolidamento delle attività diplomatiche dell'UE in tal senso.

Le saremmo molto grati di tenere conto di questi suggerimenti nell'elaborazione della relazione.

Gradisca, signor Presidente, i nostri più distinti saluti.

Elmar Brok              Cristian Dan Preda

(f.to)                (f.to)

ALLEGATO: LETTERA DELLA COMMISSIONE PER IL COMMERCIO INTERNAZIONALE

Commissione per il commercio internazionale

MJ/cp

EXPO-COM-INTA D(2015)28724

On. José Manuel Fernandes

Relatore per il bilancio 2016

Commissione per i bilanci

Oggetto: Mandato per il trilogo relativo al progetto di bilancio 2016

Egregio collega,

in veste di relatore della commissione per il commercio internazionale (INTA) per il bilancio 2016, desidero informarla delle priorità di detta commissione per il bilancio 2016, concordate dai coordinatori INTA il 15 giugno 2015.

In primo luogo, la commissione INTA è del parere che il bilancio dell'Unione europea dovrebbe sostenere con mezzi finanziari sufficienti il fatto che la Commissione definisca il commercio come una delle principali priorità del proprio programma di lavoro. Il commercio non è soltanto un potente strumento per la creazione di crescita e occupazione in Europa, ma anche un importante strumento di politica estera in grado di sostenere gli obiettivi internazionali più vasti dell'UE, promuovendo in tal modo valori europei quali la pace, la libertà e la democrazia in tutto il mondo. Il commercio può costituire uno strumento per contribuire a migliorare gli standard in materia di lavoro, ambiente e diritti umani. È necessario destinare risorse finanziarie sufficienti al raggiungimento di questi obiettivi.

Per affrontare le sfide commerciali derivanti da uno scenario geopolitico in continua evoluzione, in futuro, la politica commerciale comune è destinata ad assumere una rilevanza sempre maggiore. Sono indispensabili risorse finanziarie sufficienti a carico del bilancio dell'Unione per consentire una solida strategia in materia di commercio e investimenti e per garantire che il commercio possa rimanere uno strumento efficace per contribuire al lavoro, alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile.

Inoltre, l'agenda dell'UE per i negoziati commerciali permane molto ambiziosa, in quanto annovera: il partenariato transatlantico in materia di scambi commerciali e investimenti (TTIP), il Giappone, un accordo di investimento con la Cina, i paesi dell'ASEAN, i paesi ACP, l'aggiornamento degli accordi di associazione con il Messico e il Cile, l'accordo sugli scambi di servizi (TISA), l'OMC ecc. I negoziati attuali e futuri continueranno a richiedere ingenti risorse dai servizi della Commissione, provenienti per lo più dalla DG Commercio. Il bilancio per le attività commerciali deve pertanto essere incrementato in misura sufficiente da consentire all'UE di negoziare con successo la sua ambiziosa agenda commerciale.

È di fondamentale importanza garantire una sana gestione dei nostri accordi commerciali. A questo proposito, la commissione INTA condivide il parere espresso dalla Corte dei conti nella sua relazione speciale n. 2/2014 dal titolo "Gli accordi commerciali preferenziali sono gestiti in modo opportuno?", secondo cui sono necessari sforzi supplementari da parte della Commissione per quanto riguarda il monitoraggio dell'attuazione e degli effetti degli accordi commerciali che essa conclude. Indubbiamente, l'UE non potrebbe che trarre beneficio dall'assegnazione di congrue risorse alle valutazioni intermedie ed ex post della conformità dei paesi terzi ai propri impegni nei confronti dell'UE. Queste valutazioni dovrebbero divenire una parte importante delle linee di bilancio relative alle attività commerciali, poiché è fondamentale che la Commissione sia in grado di dimostrare che le scelte politiche dei co-legislatori hanno in effetti condotto ai risultati auspicati.

I membri della commissione INTA sono preoccupati per il fatto che i cittadini dell'Unione identifichino nella globalizzazione la causa del calo della produzione e della perdita di posti di lavoro europei. Per riconquistare la fiducia dei cittadini, la Commissione deve investire di più per sviluppare una strategia di comunicazione più efficace sulla politica commerciale dell'Unione e sui vantaggi e gli svantaggi del commercio internazionale.

A tale proposito, desideriamo sottolineare che occorre utilizzare pienamente tutti i fondi UE disponibili nell'interesse dei cittadini e per sostenere la creazione continua di nuovi posti di lavoro di qualità nell'Unione.

La commissione INTA insiste affinché il bilancio 2016 rifletta il successo della 9a Conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio. In particolare, occorre destinare fondi sufficienti ai programmi necessari per l'attuazione dell'accordo sull'agevolazione degli scambi da parte dei paesi in via di sviluppo e dei paesi meno sviluppati. A tal fine, occorrerà fornire assistenza tecnica e aiuti per la creazione di capacità ai partner OMC, principalmente attraverso gli aiuti al commercio.

Date le ingenti sfide cui è confrontata la politica europea di vicinato (PEV), la commissione INTA continua a sottolineare che la PEV dovrebbe essere dotata di risorse di bilancio sufficienti in modo da mettere a disposizione dei nostri principali partner (in particolare quelli del Partenariato orientale e i paesi post-Primavera araba) un adeguato sostegno tecnico e un'adeguata assistenza in materia commerciale. La commissione INTA insiste sul fatto che il bilancio dell'Unione deve tenere conto dell'importanza del programma di assistenza macrofinanziaria (AMF) che si è dimostrato uno strumento estremamente utile per sostenere i partner in gravi difficoltà finanziarie. Desideriamo ricordare che il Parlamento europeo ha adottato ufficialmente la decisione relativa al terzo programma di assistenza macrofinanziaria per l'Ucraina (fino a 1,8 miliardi di EUR), il 15 aprile 2015. Il pacchetto di aiuti fornito all'Ucraina ha dimostrato che, nella concessione di assistenza economica e finanziaria ai paesi terzi, è fondamentale un certo grado di flessibilità, dal momento che crisi di varia natura possono svilupparsi con grande rapidità nei paesi partner dell'UE.

Infine, è importante che il bilancio dell'Unione finanzi iniziative volte a facilitare l'internazionalizzazione delle PMI europee. Resta comunque ancora molto da fare in quanto soltanto il 13% delle PMI europee è attualmente attivo al di fuori dell'UE. Per garantire la massima efficienza ed efficacia della spesa dell'UE per la promozione dell'internazionalizzazione e della competitività delle PMI europee, i membri della commissione INTA desiderano che la Commissione provveda a valutare e migliorare gli strumenti esistenti e garantisca opportuni controlli e supervisione delle varie attività in questo settore.

Gradisca, egregio collega, i miei più distinti saluti.

Reimer BÖGE

ALLEGATO: LETTERA DELLA COMMISSIONE PER LE LIBERTÀ CIVILI, LA GIUSTIZIA E GLI AFFARI INTERNI

IPOL-COM-LIBE D (2015) 27747

On. Jean ARTHUIS

Presidente della commissione per i bilanci

WIC M02024

Strasburgo

Oggetto:    Priorità della commissione LIBE per il bilancio 2016

Signor Presidente,

in vista del trilogo di luglio e alla luce del Suo mandato pe tale negoziato, vorrei informarLa circa le priorità della commissione LIBE per il bilancio 2016.

Per la commissione LIBE è di fondamentale importanza assicurare per il bilancio dell'anno prossimo una risposta adeguata, in termini di bilancio, ai gravi problemi umanitari creati dal crescente numero di arrivi e dalle tragiche perdite di vite umane, in particolare per quanto riguarda la situazione nel Mediterraneo.

Il progetto di bilancio 2016 contiene misure opportune, che vanno nella giusta direzione. La mobilitazione dello strumento di flessibilità e l'istituzione di un meccanismo di trasferimento temporaneo meritano una valutazione positiva. La commissione LIBE accoglie inoltre con favore il notevole aumento proposto per il Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF: Asylum, Migration and Integration Fund) nel progetto di bilancio 2016, in relazione al quale la commissione LIBE invita la Commissione europea ad assicurare che per tutte le proposte in questo settore siano disponibili risorse adeguate. Il Parlamento ha sempre insistito sulla necessità di fare tutto il possibile per evitare ulteriori perdite di vite umane in mare e per assicurare le risorse necessarie a garantire l'effettivo rispetto degli obblighi di ricerca e salvataggio.

La maggior parte dei gruppi in commissione LIBE si compiace inoltre degli aumenti proposti in bilancio per Frontex e appoggia la proposta della Commissione europea di esentare EASO, Frontex, Eurojust ed Europol dalla riserva di riassegnazione. LIBE deplora tuttavia l'applicazione di una riduzione della dotazione per l'EASO a causa delle risorse non spese nel corso della precedente esercizio di bilancio, e insiste affinché l'EASO sia dotato di risorse sufficienti all'adempimento dei suoi compiti, per poter così far fronte all'aumento del carico di lavoro. La commissione LIBE invita ancora una volta la Commissione a rivedere la riserva di riassegnazione tenendo meglio conto del carico di lavoro e dei compiti di ciascuna agenzia. LIBE insiste sulla necessità di garantire finanziamenti adeguati per rispondere alle nuove sfide nel campo della migrazione e della sicurezza interna.

La commissione LIBE ritiene che l'impatto sul bilancio delle misure presentate come parte dell'Agenda europea sulla sicurezza, in particolare per quanto riguarda l'Europol e le sue attività correlate alla sicurezza nel campo dell'antiterrorismo, del crimine organizzato e della criminalità informatica, debba essere ulteriormente spiegato e descritto in dettaglio dalla Commissione europea, in modo che i colegislatori siano meglio informati circa il livello adeguato di risorse da destinare a tali fini.

Inoltre LIBE chiede un migliore finanziamento degli strumenti per il monitoraggio e la promozione dello Stato di diritto e del corretto funzionamento dei sistemi giudiziari. A questo proposito, dato il ruolo chiave che l'Agenzia per i diritti fondamentali svolge nel vigilare sul rispetto dei diritti fondamentali, prende atto con delusione che ad essa non è stato concesso alcun aumento di bilancio.

Infine, la commissione LIBE invita la Commissione europea a valutare le esigenze dell'EMCDDA (OEDT) tenendo conto del maggior carico di lavoro dovuto all'aumento di nuove sostanze psicoattive.

Gradisca, signor Presidente, i miei più distinti saluti.

Claude MORAES

ALLEGATO: LETTERA DELLA COMMISSIONE PER GLI AFFARI COSTITUZIONALI

Commissione per gli affari costituzionali      

Il Presidente

Ref.: D(2015)29275

On. Jean Arthuis

Presidente della commissione per i bilanci

Edificio Altiero Spinelli

ASP 09G205

B-1047 Bruxelles

Oggetto:  Priorità della commissione AFCO per il mandato per il trilogo sul bilancio 2016

Signor Presidente,

La commissione per gli affari costituzionali, da me presieduta, è consapevole del fatto che la procedura di bilancio di quest'anno è stata lanciata con un leggero ritardo rispetto al solito, avendo la Commissione presentato il progetto di bilancio 2016 il 27 maggio 2015. Poiché detto ritardo impone tempi molto stretti per l'adozione della relazione sul mandato per il trilogo sul bilancio 2016, nella riunione del 26 febbraio 2015, i coordinatori della commissione AFCO hanno deciso di preparare il nostro contributo a questo progetto di relazione sotto forma di una lettera che illustra le priorità dell'AFCO per il bilancio del prossimo esercizio.

La commissione per gli affari costituzionali desidera quindi richiamare la Sua attenzione sui seguenti settori prioritari, da affrontare nei negoziati di bilancio di quest'anno:

- in un'audizione tenutasi all'inizio di quest'anno sull'attuazione, ad oggi, dell'Iniziativa dei cittadini europei, ci sono stati segnalati gli ostacoli incontrati dai cittadini europei nell'esercizio del loro diritto di avviare questo tipo di iniziativa. Poiché questo nuovo strumento sta prendendo piede rapidamente e desidereremmo vederlo migliorato a beneficio dei cittadini, la nostra commissione auspica che questo programma, come anche la strategia di comunicazione sottostante, sia dotato di finanziamenti adeguati ai fini della realizzazione dei suoi obiettivi, e che sia reso più visibile attraverso una sotto-voce specifica ad esso destinata;

- la commissione AFCO è inoltre lieta di constatare che la Commissione ha proposto di incrementare i finanziamenti destinati al programma "Europa per i cittadini" e alla comunicazione, dal momento che questi strumenti sono fondamentali onde intensificare i processi di democrazia partecipativa nell'UE e rafforzare la fiducia e la consapevolezza dei cittadini per quanto riguarda le strategie e la politica europee;

- quanto al bilancio del Parlamento, occorre garantire stanziamenti sufficienti per i programmi di comunicazione che promuovono l'interazione con i cittadini e li informano delle attività del Parlamento, e rafforzare le misure finalizzate allo scambio d'informazioni con i parlamenti nazionali.

Sono fiduciosa che la commissione per i bilanci terrà conto delle nostre proposte nella preparazione del mandato per il trilogo sul bilancio 2016.

Gradisca, signor Presidente, i miei più distinti saluti.

Danuta Hübner

CC:  José Manuel Fernandes, relatore della commissione BUDG per il bilancio 2016 - Sezione III Commissione

  Gérard Deprez, relatore della commissione BUDG per il bilancio 2016 - Altre sezioni

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

23.6.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

29

4

4

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Nedzhmi Ali, Jonathan Arnott, Jean Arthuis, Richard Ashworth, Reimer Böge, Lefteris Christoforou, Jean-Paul Denanot, Gérard Deprez, José Manuel Fernandes, Eider Gardiazabal Rubial, Jens Geier, Ingeborg Gräßle, Iris Hoffmann, Monika Hohlmeier, Bernd Kölmel, Zbigniew Kuźmiuk, Vladimír Maňka, Ernest Maragall, Sophie Montel, Siegfried Mureşan, Liadh Ní Riada, Jan Olbrycht, Younous Omarjee, Paul Rübig, Patricija Šulin, Eleftherios Synadinos, Paul Tang, Isabelle Thomas, Monika Vana, Daniele Viotti

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Janusz Lewandowski, Ivan Štefanec, Nils Torvalds, Derek Vaughan, Tomáš Zdechovský

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Tiziana Beghin, Marco Zullo

  • [1]  GU L 298 del 26.10.2012, pag. 1.
  • [2]  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.
  • [3]  GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1.
  • [4]  Testi approvati, P8_TA(2015)0061.
  • [5]   This results from the so-called "N+2" / "N+3" rules whereby payments have to be made within two (N+2) or three (N+3) years after the corresponding commitments have been made. At the end of 2013, the two decommitment rules applied at the same time.
  • [6]    The total additional payment appropriations authorised through amending budgets amounted to EUR 6.7 billion in 2012, EUR 11.6 billion in 2013 and EUR 3.5 billion in 2014.
  • [7]    The backlog of outstanding payment claims for the 2007-2013 Cohesion programmes at year-end increased from EUR 11 billion in 2011 to EUR 16 billion in 2012, EUR 23.4 billion in 2013, and EUR 24.7 billion in 2014.
  • [8]    It is to be noted that for shared management policies such as Cohesion policy (where the Commission reimburses Member States’ expenditure), interest for late payments does not apply.
  • [9]    The remaining 5% is to be paid at the programme closure, which will take place in 2017-2019, after the Commission's assessment that the programme has been implemented successfully and that no correction needs to be made.
  • [10]    Cohesion policy legislation provides for a regulatory deadline of 60 days.
  • [11]    Definition of normal and abnormal backlog is in section 3.4 and 4.3.
  • [12]    The amending budget 2/2014 was originally presented as draft amending budget 3/2014.
  • [13]   Monthly reports on interim payments and pending claims, Budget Forecast Alert (twice a year)
  • [14]   DEC 54/2014.
  • [15]   Unpaid amounts resulting from the reduction of pre-financing rates to a rate below the legal/normal minimum are not included in the current definition of "outstanding payment claims": however, for a number of programmes, some reduction of pre-financing rates has been implemented in 2014 (in some case already in 2013) in order to postpone payments to a later date.
  • [16]    Art. 87 of CR 1083/2006: " …requests for interim payments are grouped together, as far as possible, on 3 separate occasions a year"
  • [17]   Identical to the one included in the executive summary.
  • [18]   Articles 91 and 92 respectively of Regulation 1083/2006 for programming period 2007-2013.
  • [19]    Due to the cash-flow constraints in the first months of the year (see section 3.3 above), part of the backlog might not be paid within the regulatory deadlines at the beginning of the year.
  • [20]    Except for Croatia, Romania, Slovakia
  • [21]    Article 76 of Council Regulation (EC) No 1083/2006 of 11 July 2006 laying down general provisions on the European Regional Development Fund, the European Social Fund and the Cohesion Fund and repealing Regulation (EC) No 1260/1999 (OJ L 210, 31.7.2006, p. 25).
  • [22]    Article 112 of Regulation (EU) No 1303/2013 of the European Parliament and of the Council of 17 December 2013 laying down common provisions on the European Regional Development Fund, the European Social Fund, the Cohesion Fund, the European Agricultural Fund for Rural Development and the European Maritime and Fisheries Fund and laying down general provisions on the European Regional Development Fund, the European Social Fund, the Cohesion Fund and the European Maritime and Fisheries Fund and repealing Council Regulation (EC) No 1083/2006 (OJ L 347, 20.12.2013, p. 320).
  • [23]    The forecasts submitted by Member States in January 2015 did not cover all operational programmes. For these cases, the Commission has used the forecasts received last September. Such an extrapolation of missing Member States' forecasts is not possible for 2016, since the forecasts submitted in September 2014 covered 2014 and 2015 only (not yet 2016). This means that the forecast for 2016 includes only the operational programmes for which the Member States transmitted the information and might have to be revised upward when the missing information is transmitted.
  • [24]    Article 79 of Council Regulation (EC) No 1083/2006 lays down that "The cumulative total of pre-financing and interim payments made by the Commission shall not exceed 95% of the seven-year contribution from the Funds to the Operational Programme; the remaining 5% will only be paid at the closure of the Operational Programme."
  • [25]    Article 89 of Council Regulation (EC) No 1083/2006 of 11 July 2006 laying down general provisions on the European Regional Development Fund, the European Social Fund and the Cohesion Fund and repealing Regulation (EC) No 1260/1999 (OJ L 210, 31.7.2006, p. 25).
  • [26]    + EUR 406 million (net increase in payment appropriations) for Humanitarian Aid, + EUR 30 million for DCI and + EUR 250 million for ENI.
  • [27]   The graph however does not reflect the impact of the reduced level of pre-financing.
  • [28]  Secondo il documento della Commissione "Elementi relativi a un piano di pagamento per riportare il bilancio dell'UE alla sostenibilità", presentato al Parlamento il 16 aprile 2015.