RELAZIONE sulla strategia per il mercato unico

3.5.2016 - (2015/2354(INI))

Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori
Relatore: Lara Comi


Procedura : 2015/2354(INI)
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A8-0171/2016
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A8-0171/2016
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla strategia per il mercato unico

(2015/2354(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visti l'articolo 3 del trattato sull'Unione europea (TUE) e l'articolo 9 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  vista la direttiva 2011/83/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, sui diritti dei consumatori, recante modifica della direttiva 93/13/CEE del Consiglio e della direttiva 1999/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga la direttiva 85/577/CEE del Consiglio e la direttiva 97/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio[1],

–  vista la comunicazione della Commissione del 28 ottobre 2015 intitolata "Migliorare il mercato unico: maggiori opportunità per i cittadini e per le imprese" (COM(2015)0550),

–  visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 28 ottobre 2015 intitolato "A Single Market Strategy for Europe - Analysis and Evidence" (Una strategia per il mercato unico per l'Europa - Analisi e prove) (SWD(2015) 0202),

–  visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 28 ottobre 2015 intitolato "Report on Single Market Integration and Competitiveness in the EU and its Member States" (Relazione sull'integrazione del mercato unico e la competitività nell'UE e nei suoi Stati membri) (SWD(2015)0203),

–  vista la comunicazione della Commissione del 6 maggio 2015 intitolata "Strategia per il mercato unico digitale in Europa" (COM(2015)0192),

–  vista la comunicazione della Commissione del 13 aprile 2011 intitolata "L'Atto per il mercato unico -Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia - Insieme per una nuova crescita" (COM(2011)0206),

–  vista la comunicazione della Commissione del 3 ottobre 2012 intitolata "L'Atto per il mercato unico II - Insieme per una nuova crescita" (COM(2012)0573),

–  vista la relazione del 9 maggio 2010 di Mario Monti al Presidente della Commissione europea intitolata "Una nuova strategia per il mercato unico- al servizio dell'economia e della società europea",

–  vista la sua risoluzione dell'11 marzo 2015 sulla governance del mercato unico nell'ambito del semestre europeo 2015[2],

–  vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2013 sul piano d'azione europeo per il commercio al dettaglio a vantaggio di tutte le parti interessate[3],

–  vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2016 sul tema "Verso un atto sul mercato unico digitale"[4],

–  vista la sua risoluzione del 14 gennaio 2014 sulle ispezioni sul lavoro efficaci come strategia per migliorare le condizioni di lavoro in Europa[5],

–  visto lo studio del settembre 2014 intitolato "The Cost of Non-Europe in the Single Market" (Il costo della non Europa nel mercato unico), richiesto dalla commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori,

–  visto lo studio del settembre 2015 intitolato "A strategy for completing the Single Market: "the trillion euro bonus"" (Una strategia per completare il mercato unico: il "bonus da mille miliardi di euro"), richiesto dalla commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori,

–  visto lo studio del 20 novembre 2015 intitolato "Ex-post evaluation of Late Payment Directive" (Valutazione ex post della direttiva sui ritardi di pagamento), richiesto dalla Commissione,

–  visto lo studio del novembre 2014 dal titolo "The EU furniture market situation and a possible furniture products initiative" (Situazione del mercato del mobile nell'UE e possibile iniziativa a favore dei prodotti del settore del mobile), richiesto dalla Commissione,

–  vista l'edizione di ottobre 2015 del quadro di valutazione del mercato unico online,

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori e il parere della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (A8-0171/2016),

A.  considerando che il mercato unico è stato e continua a essere l'elemento portante dell'integrazione europea e il motore della crescita e dell'occupazione sostenibili, in quanto facilita gli scambi in tutta l'UE e assicura nel contempo un'economia sociale di mercato altamente competitiva sulla scorta dell'articolo 3, paragrafo 3, TUE;

B.  considerando che l'approfondimento del mercato interno europeo rimane una sfida economica centrale, in particolare nel contesto dello sviluppo delle nuove tecnologie, dove un mercato con una massa critica è necessario per favorire l'emergere di soggetti innovativi e competitivi sulla scena mondiale;

C.  considerando che negli ultimi anni il mercato unico ha registrato numerosi sviluppi positivi, ma potrebbe conseguire maggiori risultati in quasi tutti i settori – che si tratti di stimolare un mercato guidato dal settore digitale, di incoraggiare l'avvio di nuove imprese, di integrare le catene di approvvigionamento globali, di migliorare la mobilità e i diritti sociali dei lavoratori, di gestire nuovi modelli d'impresa e di garantire l'agevolazione dei mercati, il riconoscimento reciproco, la normalizzazione e la concessione di licenze ai professionisti – se venissero eliminati gli ostacoli ingiustificati di natura fisica, giuridica e tecnica;

D.  considerando che, secondo le ricerche condotte dal Parlamento stesso, il completamento del mercato unico condurrebbe a un guadagno previsto di mille miliardi di euro (pari a un potenziale miglioramento in termini di efficienza di 615 miliardi di euro all'anno); che la frammentazione del mercato unico costituisce uno dei principali ostacoli a una maggiore crescita economica strutturale;

E.  considerando che è necessario un approccio strategico ai fini dell'ulteriore integrazione del mercato unico e che le sfide da affrontare richiedono una risposta di carattere sia politico sia tecnico, in particolare nel caso di barriere non tariffarie ingiustificate nell'ambito del mercato unico;

F.  considerando che l'UE dovrebbe costruire un vero mercato unico e gestirlo quale risorsa comune di tutti i cittadini, i lavoratori, gli operatori economici e gli Stati membri e che il mercato unico conseguirà appieno il suo potenziale soltanto se godrà del pieno sostegno di tutti gli Stati membri in cooperazione tra loro;

G.  considerando che le norme e le azioni a livello dell'Unione dovrebbero essere inserite all'interno di una visione strategica omogenea ed essere quindi coerenti tra loro e prive di contraddizioni; che gli Stati membri devono astenersi dall'adottare misure discriminatorie, quali normative commerciali e fiscali che interessano solo alcuni settori o modelli commerciali e falsano la concorrenza, rendendo difficile lo stabilimento di imprese in un determinato Stato membro, il che costituisce una chiara violazione dei principi del mercato interno;

H.  considerando che il mercato unico non deve essere visto separatamente rispetto ad altri settori strategici orizzontali, in particolare il mercato unico digitale, la sanità, la protezione sociale e dei consumatori, il diritto del lavoro e la mobilità dei cittadini, l'ambiente, lo sviluppo sostenibile, l'energia, i trasporti e le politiche esterne;

I.  considerando che il completamento del mercato unico nel settore dei prodotti e dei servizi e l'eliminazione delle barriere sono una priorità assoluta che richiede un approccio rapido da parte degli Stati membri e delle istituzioni dell'UE;

J.  considerando che le barriere nel mercato unico portano a una scelta più limitata e a prodotti e servizi più costosi per i consumatori;

K.  considerando che le imprese dell'economia sociale a livello europeo godono di scarso riconoscimento e che la maggior parte di esse non è riconosciuta da un quadro giuridico a livello europeo, ma solo a livello nazionale in alcuni Stati membri, con diverse forme giuridiche; che l'assenza di un quadro giuridico dell'UE mina la capacità di tali imprese di operare a livello transfrontaliero nell'ambito del mercato interno;

L.  considerando che la contraffazione rappresenta una seria minaccia per la sanità e la sicurezza pubblica e che il valore complessivo del traffico di beni contraffatti è considerevolmente aumentato negli ultimi anni, aggravando l'effetto distruttivo della contraffazione sull'innovazione, sull'occupazione e sull'immagine del marchio delle imprese europee;

M.  considerando che la creazione di un mercato unico dei capitali contribuirebbe a una maggiore condivisione dei rischi a livello transfrontaliero e a mercati più liquidi;

N.  considerando che la relazione di sintesi della Commissione sulla consultazione sul geoblocco rivela un forte sostegno da parte dei consumatori in favore delle misure legislative contro il geoblocco;

O.  considerando che le conseguenze economiche della crisi finanziaria si fanno ancora sentire e che in diversi Stati membri il PIL rimane al di sotto dei livelli del 2008;

P.  considerando che il mercato unico è caratterizzato dal persistere di elevati tassi di disoccupazione; che a seguito della crisi finanziaria il numero dei disoccupati è aumentato di oltre sei milioni; che alla fine del 2015 vi erano più di 22 milioni di persone nell'Unione senza lavoro;

Obiettivi politici

1.  sostiene gli obiettivi generali della strategia della Commissione sul mercato unico dei beni e dei servizi – "Migliorare il mercato unico: maggiori opportunità per i cittadini e per le imprese" – e valuta positivamente i provvedimenti adottati nei principali settori con l'intento di sfruttare al massimo il potenziale del mercato unico a beneficio dei consumatori, dei lavoratori e delle imprese, in particolare le start-up, in modo da aumentare il numero di posti di lavoro sostenibili e far crescere le PMI; incoraggia la Commissione a mettere a punto politiche trasversali finalizzate alla realizzazione di un mercato unico maggiormente equo e competitivo, in conformità del titolo II del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) concernente le disposizioni di applicazione generale;

2.  osserva che la creazione di un mercato interno nel quale sia assicurata la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali è un obiettivo fondamentale dell'Unione;

3.  si compiace che la strategia punti a integrare gli sforzi compiuti in altri ambiti; ritiene che, migliorando le iniziative già avviate, la strategia abbia buone potenzialità per contribuire a garantire la prosperità economica, stimolare la creazione di posti di lavoro sostenibili e la crescita, migliorare il benessere degli europei grazie a misure concrete, rendere l'Unione europea attraente agli occhi degli investitori nonché sviluppare la competitività globale delle imprese europee; sottolinea tuttavia che, nell'attuazione di tale strategia, occorre evitare incoerenze e sovrapposizioni tra le diverse iniziative; evidenzia che le proposte dovrebbero basarsi su prove fondate ed essere conformi ai principi di una migliore regolamentazione;

4.  sottolinea l'urgente necessità di rimuovere gli ostacoli ingiustificati al completamento del mercato unico, al fine di conseguire risultati tangibili e tempestivi a livello di competitività, crescita sostenibile, ricerca, innovazione, creazione di posti di lavoro, possibilità di scelta per i consumatori e nuovi modelli d'impresa; ritiene che, per conseguire questi obiettivi, dovremmo ambire a una maggiore armonizzazione della legislazione, ove necessario e opportuno, preservando nel contempo il livello più alto possibile di protezione dei consumatori, nonché adottare provvedimenti adeguati per contrastare gli ostacoli ingiustificati instaurati dagli Stati membri;

5  è del parere che la revisione intermedia della strategia UE 2020 debba stabilire obiettivi ambiziosi per realizzare entro il 2020 un'economia sociale di mercato altamente competitiva e una crescita sostenibile; sottolinea che il mercato unico dovrebbe svolgere un ruolo centrale nel conseguire predetto obiettivo;

6.  invita la Commissione e gli Stati membri a essere innovativi nell'attuazione della normativa sul mercato unico; sottolinea il grande potenziale dei settori ad alta intensità di manodopera, come la vendita al dettaglio e il settore ricettivo, ai fini della creazione di posti di lavoro, dell'integrazione e della lotta alla disoccupazione giovanile;

7.  ritiene che la relazione Monti del 2010 dal titolo "Una nuova strategia per il mercato unico" debba essere attuata integralmente e tenuta pienamente in considerazione nell'ambito dei lavori sulla strategia per il mercato unico;

8.  sottolinea che la strategia per il mercato unico non deve trascurare il potenziale del settore industriale per quanto riguarda la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro di qualità in Europa;

9.  ritiene che la domanda interna – in particolare il rafforzamento del potere d'acquisto, l'adozione di misure innovative e gli investimenti nell'economia verde – sia essenziale per cogliere tutte le potenzialità del mercato unico e promuovere una crescita sostenibile;

Un mercato unico moderno e più innovativo

10.  si compiace che la strategia sia incentrata su aspetti volti ad aiutare le imprese, in particolare le PMI, le microimprese e le start-up, a espandere le proprie attività, a crescere e a rimanere sul mercato unico, agevolandole così nell'innovazione e nella creazione di posti di lavoro; evidenzia che tutte le iniziative a favore delle PMI e delle start-up esigono l'adozione di provvedimenti immediati e andrebbero considerate prioritarie, ma ricorda che tali iniziative non dovrebbero fornire alle imprese disoneste la possibilità di eludere le regole esistenti, abbassare il livello delle norme in materia di tutela dei lavoratori e dei consumatori o aumentare il rischio di frodi societarie, attività criminali e ricorso a società di comodo;

11.  ritiene che la strategia possa offrire nuove opportunità alle PMI, le quali costituiscono la spina dorsale delle economie europee, alle micro imprese e alle start-up innovative; ritiene che lo sviluppo del giusto contesto imprenditoriale, migliorando i quadri di capitale di rischio privato per le PMI, agevolando l'accesso ai finanziamenti, elaborando una solida legislazione nonché applicando pienamente il principio "Pensare anzitutto in piccolo" in tutto il mercato unico, sia fondamentale e possa sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro;

12.  ritiene che la riduzione degli oneri amministrativi e dei costi di adeguamento alla normativa gravanti sulle imprese, in particolare sulle PMI, e l'abrogazione delle norme superflue, pur garantendo elevati livelli di tutela dei consumatori, dei lavoratori, della salute e dell'ambiente, rappresentino un fattore chiave per conseguire gli obiettivi della strategia;

13.  ritiene che sia necessario prendere in esame una serie di eventuali criteri e indicatori obiettivi onde elaborare una definizione di start-up, PMI e imprese dell'economia sociale "innovative", che possa fungere da punto di riferimento per adottare le misure corrispondenti; invita la Commissione a proporre siffatti criteri e indicatori;

14.  sottolinea la necessità di promuovere le imprese dell'economia sociale nell'ambito delle politiche del mercato interno, tenendo presente che esistono circa due milioni di imprese di questo tipo nell'Unione, che rappresentano circa il 10-12 % di tutte le imprese europee; sottolinea inoltre che l'economia sociale è in rapida crescita, fornisce prodotti e servizi di qualità e crea posti di lavoro di elevata qualità;

15.  invita la Commissione a chiedere alla piattaforma REFIT di affrontare la questione degli ostacoli all'innovazione e di presentare proposte, oltre alla proposta per la creazione di un consiglio europeo per l'innovazione, su come ridurli o rimuoverli; sottolinea che tale processo non deve portare a un abbassamento del livello delle norme in materia di lavoro, protezione dei consumatori e ambiente; ritiene che, per garantire una migliore regolamentazione, la legislazione vigente dovrebbe essere riveduta e, se del caso, semplificata al fine di renderla più idonea allo scopo previsto, mentre tutta la nuova legislazione dovrebbe essere adeguata alle esigenze future e digitale per definizione, nonché seguire il principio "Pensare anzitutto in piccolo";

16.  constata che una buona regolamentazione può arrecare beneficio alle imprese e ai lavoratori nonché contribuire a promuovere la crescita economica e la creazione di occupazione di qualità nel mercato unico; prende atto dell'agenda "Legiferare meglio" della Commissione, che prevede un maggiore coinvolgimento delle parti interessate, attraverso ad esempio la Piattaforma REFIT, e valutazioni d'impatto più incisive; sottolinea la necessità di valutare non solo gli effetti a breve termine ma anche l'efficacia a lungo termine della legislazione, così come le conseguenze del mancato intervento legislativo; ritiene che una legislazione di qualità, più efficace e semplice permetterà di ridurre gli oneri amministrativi e stimolare la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro pur garantendo elevati livelli di tutela dei consumatori, dei lavoratori, della salute e dell'ambiente;

17.  ritiene che l'ulteriore sviluppo del mercato unico presupponga l'eliminazione degli ostacoli al commercio tra Stati membri; appoggia la dichiarazione europea sulla competitività del febbraio 2016, in particolare l'impegno ad adoperarsi per la semplificazione normativa e la riduzione degli oneri, a fare di più per diminuire l'onere complessivo della regolamentazione UE gravante in particolare sulle PMI e sulle microimprese, e a stabilire, ove possibile, obiettivi di riduzione degli oneri in settori specifici; raccomanda l'immediato avvio dell'attività di definizione di tali obiettivi di riduzione degli oneri;

18.  ritiene che, al fine di raggiungere gli obiettivi del mercato unico e generare crescita e occupazione, l'UE debba rafforzare la competitività, sulla falsariga di quanto indicato nella dichiarazione del Consiglio europeo in materia di competitività;

19.  si compiace che la Commissione sia determinata ad affrontare la mancanza di coordinamento fiscale all'interno dell'Unione, in particolare le difficoltà incontrate dalle PMI a causa della complessità delle diverse normative nazionali sull'IVA; offre il suo pieno sostegno alla Commissione per quanto concerne la riforma dell'IVA; sollecita la Commissione a valutare le modalità di modifica delle nuove norme sul luogo di prestazione ai fini dell'IVA sui servizi digitali, in modo da tener conto delle esigenze specifiche delle piccole e micro imprese; invita la Commissione a valutare la fattibilità di un coordinamento aggiuntivo e, in particolare, la possibilità di un approccio semplificato in materia di IVA (per i beni rientranti nella stessa categoria) nel settore del commercio elettronico;

20.  sostiene gli sforzi della Commissione intesi a garantire equità fiscale nell'Unione e a contrastare le pratiche di pianificazione fiscale aggressiva e di elusione fiscale; invita la Commissione a concentrarsi sull'obiettivo di introdurre un obbligo di rendicontazione paese per paese per le società transnazionali;

21.  richiama l'attenzione sulle difficoltà cui devono far fronte le imprese, e in particolare le PMI e le start-up, per ottenere finanziamenti; sottolinea che differenze a livello di fattori esterni, come ad esempio la facilità di accesso al credito, i regimi di imposizione fiscale e le normative che disciplinano il lavoro, fanno sì che le PMI si trovino svantaggiate rispetto ad altre imprese; invita la Commissione a mantenere il prezioso sostegno fornito a tali imprese grazie al Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) e a programmi quali Orizzonte 2020 e COSME o ai fondi SIE, nonché a cercare modalità per agevolare ulteriormente l'accesso a predetti o ad altri programmi e strumenti, soprattutto per le microimprese, ad esempio riducendo a sei mesi i termini per la presentazione delle domande, semplificando ulteriormente le relative procedure e accrescendo la visibilità dei finanziamenti europei; valuta positivamente l'intenzione della Commissione di utilizzare i fondi del programma COSME per finanziare campagne di informazione rivolte alle giovani PMI innovative; invita tutte le autorità regionali e locali responsabili del sostegno alle imprese, in particolare quelle che partecipano alla rete Enterprise Europe, a prendere parte a tali campagne; ritiene che la semplificazione sia un elemento chiave per garantire l'accesso ai finanziamenti da parte delle PMI e delle start-up; invita la Commissione a garantire che il crowdfunding possa essere effettuato senza problemi a livello transfrontaliero;

22.  invita la Commissione a valutare il rafforzamento della rete dei rappresentanti delle PMI per mezzo di una serie di azioni che, senza creare ulteriori oneri burocratici, mirino a diffondere la conoscenza e la visibilità di questo strumento tra le PMI e a potenziare gli scambi tra ciascun rappresentante nazionale delle PMI e i rappresentanti delle PMI corrispondenti, garantendo altresì che il Parlamento sia informato con cadenza annuale in merito alle attività della rete;

23.  sottolinea che, nonostante il Parlamento europeo abbia approvato nel febbraio 2011 la direttiva relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, ogni anno, migliaia di PMI e start-up falliscono in tutta Europa nell'attesa che le loro fatture siano pagate, anche da parte delle amministrazioni pubbliche nazionali; invita la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi maggiormente per agevolare l'attuazione e il rispetto della direttiva sui ritardi di pagamento; invita altresì gli Stati membri a prendere in considerazione, in caso di attuazione insoddisfacente della direttiva, forme di compensazioni adeguate per le imprese che vantano crediti nei confronti di una pubblica amministrazione affinché esse non siano costrette a fallire per tale ragione;

24.  valuta positivamente l'iniziativa legislativa sull'insolvenza delle imprese, ivi incluse le procedure di ristrutturazione precoce e l'offerta di "seconde opportunità", che provvederà a che gli Stati membri creino un contesto normativo che accetti l'evenienza di fallimenti occasionali e che sia in grado di incoraggiare l'innovazione, ma evidenzia che i costi e le conseguenze del fallimento di un'impresa non si ripercuotono solo sul proprietario e gli azionisti della società, bensì anche sui creditori, sui dipendenti e sui contribuenti; invita la Commissione a garantire che l'iniziativa in parola porterà a un allineamento delle procedure di insolvenza in tutta l'UE e a una riduzione della durata e dei costi di tali procedure;

25.  deplora che la Commissione non abbia messo sufficientemente in evidenza il ruolo specifico della produzione manifatturiera tradizionale delle imprese di artigianato e delle PMI in quanto importante contributo alla competitività e alla stabilità economica in Europa; esorta la Commissione a sfruttare appieno le potenzialità della digitalizzazione e dell'innovazione nei settori manifatturieri, in particolare per i micro e i piccoli costruttori, per le start-up e per le regioni meno industrializzate, al fine di contribuire a ridurre le disparità regionali e rilanciare le economie locali; ritiene che debba essere proposta una politica rafforzata in materia di imprese di artigianato e PMI quale priorità fondamentale di tutte le istituzioni europee e degli Stati membri per gli anni a venire;

26.  accoglie positivamente lo sportello digitale unico della Commissione, che dovrebbe basarsi sugli attuali sportelli unici istituiti a norma della direttiva sui servizi e collegare questi ultimi ad altre reti analoghe per il mercato unico; invita la Commissione a esaminare tutte le possibilità che consentano di avvalersi al meglio dello sportello digitale unico al fine di aiutare le nuove imprese europee a crescere in tutta Europa e acquisire una dimensione più internazionale, fornendo informazioni chiare e accurate in diverse lingue su tutte le procedure e formalità necessarie per svolgere attività nel loro paese o in un altro paese dell'UE; esorta la Commissione a creare, per le aziende e per i consumatori, un unico punto d'accesso a tutte le informazioni e a tutti i servizi di assistenza e di risoluzione dei problemi legati al mercato unico, nonché alle procedure nazionali e dell'UE necessarie per operare a livello transfrontaliero all'interno dell'Unione; sollecita la Commissione a garantire la tempestiva attuazione dei predetti elementi;

27.  osserva che le imprese, in particolare le PMI, non sono a conoscenza delle norme applicabili negli altri Stati membri oppure hanno difficoltà a reperire e comprendere le informazioni relative alle norme e procedure applicabili alla propria attività imprenditoriale; invita la Commissione a collegare tutti i vari portali, punti di accesso e siti web d'informazione in un unico portale che offrirà alle PMI e alle nuove imprese informazioni di facile consultazione affinché possano decidere con cognizione di causa e risparmiare tempo e denaro;

28.  invita la Commissione a sviluppare gli sportelli unici trasformandoli da portale di regolamentazione in un sistema di veri e propri portali online per le imprese che promuova lo scambio periodico di informazioni tra i rappresentanti delle imprese e aiuti le imprese nazionali e i cittadini a competere in altri Stati membri dell'UE;

29.  ricorda l'importanza di consolidare e razionalizzare gli attuali strumenti del mercato unico per le PMI, al fine di semplificare la loro espansione oltre confine; esorta la Commissione e gli Stati membri a porre maggiormente l'accento sulla razionalizzazione e sul miglioramento degli sportelli "prodotti" e degli sportelli unici;

30.  ricorda l'urgente necessità di fornire ai consumatori un livello equivalente di tutela online e offline; sottolinea la necessità che tutti gli operatori economici che operano online e offline nel mercato unico prendano tutte le misure appropriate e ragionevoli per lottare contro la contraffazione, in modo da garantire la protezione dei consumatori e la sicurezza dei prodotti;

31.  sottolinea che l'economia collaborativa è in rapida crescita e, seppure stia cambiando il modo di fornire servizi e beni e di usufruire degli stessi, essa può guidare l'innovazione e ha le potenzialità per apportare ulteriori benefici e opportunità per le imprese e i consumatori nel mercato unico; mette in evidenza i vantaggi e le sfide sul piano economico, sociale e ambientale dell'economia collaborativa; invita la Commissione a coordinare gli sforzi degli Stati membri nella ricerca di soluzioni legislative a breve o a lungo termine rispetto all'economia collaborativa; invita la Commissione e gli Stati membri a presentare proposte per prevenire gli abusi in materia di occupazione e fiscalità nell'economia collaborativa;

32.  accoglie con favore l'iniziativa annunciata dalla Commissione sull'economia collaborativa, nonché la sua intenzione di analizzare le imprese create in tale ambito e di chiarire, mediante orientamenti, l'interazione tra le attuali disposizioni della normativa UE relativa all'applicazione e al funzionamento dei modelli d'impresa dell'economia collaborativa; ritiene che un intervento normativo in questo campo debba essere caratterizzato da una flessibilità tale da permettere di adeguare e applicare rapidamente le norme in un settore in rapida evoluzione, che necessita di adeguamenti veloci ed efficaci; sottolinea che le attuali norme sulla protezione dei consumatori devono essere applicate e fatte rispettare anche nell'economia digitale; chiede alla Commissione di garantire le migliori condizioni possibili affinché l'economia collaborativa si sviluppi e acquisti dinamismo;

33.  sottolinea che le nuove funzionalità di sicurezza offerte dall'economica collaborativa, quali la sicurezza dei pagamenti, la geolocalizzazione e l'assicurazione, rafforzano la posizione dei consumatori e chiede pertanto di valutare se le misure correttive ex-post possano essere più efficaci delle regolamentazioni ex-ante; invita la Commissione a promuovere ulteriormente la cooperazione tra i settori pubblico e privato per affrontare le barriere esistenti nell'economia collaborativa, in particolare il maggiore ricorso all'identità digitale per consolidare la fiducia dei consumatori nelle transazioni online, lo sviluppo di soluzioni digitali per il pagamento delle imposte, la messa a punto di sistemi assicurativi transfrontalieri e l'ammodernamento della legislazione sul lavoro;

34.  ritiene che, nel contesto dell'economia collaborativa, si dovrebbe incoraggiare lo sviluppo di nuovi modelli d'impresa, servizi innovativi e l'uso temporaneo di attività, basandosi però, ove possibile, su norme simili per servizi simili, al fine di tutelare l'elevata qualità dei servizi, indipendentemente dalle loro modalità di accesso e fornitura, e di garantire condizioni paritarie e la sicurezza dei consumatori, evitando nel contempo una frammentazione che ostacolerebbe lo sviluppo di nuovi modelli d'impresa; è fermamente convinto che in relazione all'economia collaborativa si possa adottare soltanto un approccio incentrato sul mercato unico, in quanto la frammentazione dello stesso dovuta alle norme locali o nazionali impedisce alle imprese europee dell'economia collaborativa di espandersi a livello europeo;

35.  richiama l'attenzione sull'importante ruolo delle norme tecniche dell'UE per l'innovazione e il progresso nel mercato unico; ritiene che occorra elaborare tempestivamente norme europee rigorose in materia di qualità, interoperabilità e sicurezza a sostegno della politica industriale dell'UE e promuoverle anche a livello internazionale; invita la Commissione a sostenere e a rafforzare le norme europee, come già previsto dal regolamento (UE) n. 1025/2012, e a rendere il quadro della normalizzazione più efficace e adeguato al suo scopo, anche avvalendosi delle opportunità offerte dai negoziati commerciali internazionali; sottolinea che le norme dovrebbero essere definite sulla base del mercato, in modo aperto, inclusivo e competitivo, affinché siano facilmente applicabili per le PMI, per evitare il rischio di catene del valore chiuse, evitando tuttavia ritardi nella loro pubblicazione;

36.  sottolinea l'importante ruolo svolto dal sistema di normalizzazione nella libera circolazione dei prodotti e, in maniera crescente, dei servizi; osserva che l'applicazione volontaria delle norme ha contribuito tra lo 0,3 e l'1% del PIL in Europa e ha effetti positivi sulla produttività del lavoro;

37.  ricorda che la maggior parte delle norme è elaborata in risposta a una necessità individuata dall'industria, seguendo un approccio dal basso verso l'alto al fine di garantire la pertinenza delle norme per il mercato; sostiene l'impegno contenuto nella strategia sul mercato unico di garantire che l'Europa resti all'avanguardia nell'elaborazione di norme a livello mondiale; incoraggia una normalizzazione che sia compatibile con un approccio internazionale, tramite lo sviluppo di norme internazionali globali o il riconoscimento di norme internazionali equivalenti, se del caso; prende atto dell'intenzione di definire un quadro e priorità per le attività di normalizzazione nell'ambito di un'iniziativa congiunta in materia di normalizzazione; invita la Commissione a garantire che l'iniziativa congiunta si basi su un approccio dal basso verso l'alto e sulle necessità individuate dall'industria e, di conseguenza, accordi la priorità e produca solo le norme che rispondono alle necessità individuate e che dimostrano di essere pertinenti per il mercato, e non porti all'elaborazione di norme inutili o requisiti incoerenti rispetto ad altre norme correlate in corso di definizione;

38.  prende atto che la proposta di iniziativa congiunta sulla normalizzazione europea si baserà sulla revisione indipendente del sistema europeo di normalizzazione, e sostiene il suo obiettivo affinché la comunità europea di normalizzazione elabori azioni volte a migliorare il sistema nel suo insieme, comprese raccomandazioni concernenti l'inclusione e il sostegno alla competitività delle imprese europee;

39.  invita la Commissione, nel quadro del suo impegno con gli organismi europei di normalizzazione, a sostenere tali organismi e le loro controparti nazionali nei loro sforzi volti a migliorare la partecipazione delle PMI al processo di definizione delle norme e alla loro adozione; incoraggia inoltre la Commissione a collaborare strettamente con gli organismi europei e nazionali di normalizzazione e con altri organismi per migliorare la trasparenza del processo di definizione delle norme, in applicazione degli impegni contenuti nel programma di lavoro per la normalizzazione europea per il 2016 e nel regolamento di riferimento;

40.  ritiene che le iniziative congiunte dovrebbero concentrarsi sul costante miglioramento dei metodi di lavoro, in particolare istituendo procedure per la revisione della composizione dei comitati tecnici e misure volte a promuovere l'apertura e l'inclusività, che consentano a un'ampia gamma di parti interessate di contribuire alle discussioni in seno ai comitati tecnici;

41.  ritiene che un meccanismo di ricorso più trasparente e accessibile creerebbe un clima di fiducia e migliorerebbe i processi di definizione delle norme; ritiene che, qualora la Commissione richieda una norma a seguito dell'adozione di un atto legislativo dell'Unione europea, la commissione competente del Parlamento potrebbe contribuire al controllo pubblico e al dibattito quale parte di tale processo, prima di formulare un'obiezione formale, se del caso; sottolinea che, nel determinare le richieste di normalizzazione da affidare agli organismi di normalizzazione, occorre tenere conto dei principi di proporzionalità e di un approccio basato sui rischi;

42.  ritiene che una maggiore sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle norme proposte sotto forma di progetto, prima dell'approvazione finale, possa accrescere la responsabilità e la trasparenza e garantire un processo più solido, in linea con le migliori pratiche della comunità europea di normalizzazione;

43.  invita la Commissione a riferire al Parlamento entro la fine del 2016 in merito all'attuazione dell'iniziativa congiunta sulla normalizzazione europea e ai progressi realizzati in collaborazione con la comunità europea di normalizzazione in relazione alle raccomandazioni contenute nel programma di lavoro annuale dell'Unione per il 2016;

44.  invita la Commissione a garantire, in quanto responsabile per la concorrenza nel mercato interno dell'UE, in collaborazione con le autorità nazionali di vigilanza, condizioni di parità tra i concorrenti sul mercato;

45.  valuta positivamente le recenti iniziative volte a migliorare l'efficienza e la trasparenza degli appalti pubblici mediante un uso migliore dei dati sugli appalti e un maggiore ricorso alla valutazione volontaria degli appalti nell'ambito di alcuni progetti infrastrutturali di grandi dimensioni; invita gli Stati membri a cooperare con la Commissione al fine di attuare tali iniziative;

46.  auspica che la Commissione europea continui il percorso di riforma del sistema degli appalti pubblici avviato con le direttive del 2014, continuando nella direzione di una sempre maggiore qualificazione della domanda nel settore degli appalti, volta a premiare l'innovazione tecnologica e l'efficienza energetica;

47.  rileva che il nuovo regime degli appalti pubblici adottato nel 2014 è meno farraginoso e contiene disposizioni più flessibili volte a rispondere in maniera più adeguata ad altre politiche del settore pubblico, nonché a peculiarità nazionali o imprenditoriali locali; sottolinea che si registrano tuttora notevoli inefficienze negli appalti pubblici dei diversi Stati membri che limitano l'espansione transfrontaliera e la crescita sui mercati nazionali;

48.  accoglie con favore, in linea di principio, le iniziative annunciate dalla Commissione per incrementare la trasparenza, l'efficienza e la responsabilità negli appalti pubblici; sottolinea tuttavia che l'attuazione e l'applicazione delle nuove direttive dell'UE dovrebbero avere la precedenza rispetto all'introduzione di nuovi strumenti quali il registro dei contratti; evidenzia, a tale proposito, che eventuali strumenti di analisi dei dati non devono introdurre nuovi o ulteriori obblighi di segnalazione; rammenta che, per i grandi progetti infrastrutturali, il meccanismo di valutazione ex ante dovrebbe essere puramente volontario;

49.  sottolinea che occorre un sistema di appalti pubblici interamente elettronico; mette in luce la necessità di un'attuazione rapida e completa della direttiva sugli appalti pubblici nel suo complesso; mette in rilievo l'importanza di un maggiore ricorso agli appalti elettronici per aprire i mercati alle PMI;

50.  sottolinea l'importanza del brevetto unitario; sostiene l'intenzione della Commissione di eliminare le incertezze sulle modalità della coesistenza tra il brevetto unitario e i brevetti nazionali e i certificati protettivi complementari (SPC), nonché sull'eventuale creazione di un SPC unitario, tenendo conto nel contempo della salute pubblica e degli interessi dei pazienti;

51.  esorta la Commissione a introdurre e attuare entro il 2019 un esonero dal SPC per promuovere la competitività dell'industria europea dei medicinali generici e biosimilari in un contesto globale, nonché a mantenere e creare nuovi posti di lavoro e maggiore crescita nell'UE, senza pregiudicare l'esclusiva di mercato concessa in virtù del regime del SPC in mercati protetti; ritiene che tali disposizioni potrebbero avere un impatto positivo sull'accesso a medicinali di alta qualità nei paesi in via di sviluppo e meno sviluppati e contribuire a evitare l'esternalizzazione della produzione;

52.  invita ad adottare misure che agevolino l'accesso al sistema brevettuale in Europa da parte di tutte le microimprese, le PMI e le start-up che intendono utilizzare il brevetto europeo con effetto unitario nell'innovazione dei propri prodotti e processi, anche mediante una riduzione delle tasse di deposito e di rinnovo e agevolazioni per la traduzione; rimarca l'importanza sia dei brevetti essenziali (SEP) che dei sistemi di licenza aperti, e riconosce che questi ultimi sono talvolta più adatti a sostenere l'innovazione; sottolinea l'importanza degli accordi di licenza di brevetto, entro i limiti del diritto UE in materia di concorrenza, a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie, al fine di preservare gli incentivi in materia di R&S e normalizzazione, favorire l'innovazione e garantire condizioni eque per le concessioni di licenze;

53.  invita la Commissione a presentare senza indugio una proposta legislativa per introdurre un sistema europeo unico di protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti non agricoli nell'UE, come già richiesto dal Parlamento, con l'obiettivo di creare un sistema unico europeo, ponendo così fine a una situazione inadeguata ed estremamente frammentata in Europa offrendo molteplici effetti positivi ai cittadini, ai consumatori, ai produttori e all'insieme del tessuto economico e sociale europeo; sottolinea che tale strumento offrirebbe la possibilità di rendere esplicito il valore aggiunto di numerose produzioni locali, con evidenti benefici per i produttori, per il territorio e per la consapevolezza del consumatore;

54.  segnala che, nella maggior parte degli Stati membri dell'UE, il potenziale insito nei partenariati pubblico-privato non è ancora pienamente sfruttato; chiede l'armonizzazione delle disposizioni quadro degli Stati membri sui partenariati pubblico-privato, la diffusione delle prassi di eccellenza e la promozione di tale modello;

55.  invita gli Stati membri a istituire strutture di consulenza e assistenza ai lavoratori transfrontalieri per quanto riguarda le conseguenze economiche e sociali delle attività lavorative in un altro Stato membro;

56.  rileva che l'approfondimento del mercato unico e del mercato unico digitale può portare a nuove opportunità e sfide e sollevare questioni relative alle competenze, alle nuove forme di occupazione, alle strutture finanziarie, alla protezione sociale, così come alla salute e alla sicurezza sul posto di lavoro; osserva che predetti aspetti dovranno essere tenuti presenti e apportare benefici sia alle imprese, che ai lavoratori e ai consumatori;

57.  si rammarica che la strategia non presti particolare attenzione agli squilibri tra la domanda e l’offerta di competenze, che continuano a rappresentare un ostacolo alla crescita nel mercato unico; osserva con preoccupazione che tra il 40 e il 47% della popolazione dell'Unione non dispone di sufficienti competenze digitali e che la domanda di personale qualificato nel settore digitale cresce ogni anno del 4%, mentre la spesa pubblica in materia di istruzione ha registrato una diminuzione del 3,2% rispetto al 2010, mettendo così a repentaglio la competitività dell'Unione europea a medio termine e l'occupabilità della sua forza lavoro; incoraggia gli Stati membri a investire nell'istruzione e nelle competenze digitali;

58.  prende atto degli obiettivi del pacchetto per la mobilità del lavoro volti a contribuire a un mercato unico più profondo e più equo; sottolinea tuttavia l'importanza di garantire che le misure contenute in questo pacchetto siano proporzionate e tengano conto delle conseguenze dei grandi flussi di mobilità verso talune regioni;

59.  mette in rilievo il sostegno della Commissione in favore dei sistemi di formazione duali i quali, oltre a facilitare lo sviluppo personale, possono contribuire ad avvicinare maggiormente le competenze e le qualifiche dei lavoratori europei alle reali esigenze del mercato del lavoro; sottolinea l'importanza di garantire che la strategia non pregiudichi in alcun modo i sistemi di istruzione duali, pur assicurando la qualità dei tirocini e, nello specifico, la tutela dell'occupazione; mette in rilievo l'importante ruolo delle parti sociali nello sviluppo dei sistemi di istruzione duali; ritiene che, sebbene un sistema di istruzione duale vigente in uno Stato membro non possa essere semplicemente copiato da un altro Stato membro, sia necessario concentrarsi, a livello europeo, sulla forte correlazione tra l'istruzione duale e l'occupazione giovanile;

60.  sostiene le misure atte a colmare le lacune esistenti nella legislazione antidiscriminazione dell'UE nel settore dell'occupazione, soprattutto per quanto riguarda le persone con disabilità; sostiene inoltre l'attuazione senza indugio della direttiva 2000/78/CE del Consiglio sulla parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro;

61.  accoglie con favore la creazione di una piattaforma di lotta contro il lavoro sommerso e incoraggia nello specifico gli Stati membri e le parti sociali ad utilizzarla appieno al fine di contrastare più efficacemente il lavoro sommerso e il falso lavoro autonomo;

62.  insiste sul fatto che, al fine di sfruttare l'opportunità offerta dalla digitalizzazione dei posti di lavoro, occorre mettere a punto accordi sicuri sulla flessibilità dell'orario di lavoro, creare condizioni di lavoro stabili, garantire la protezione sociale nonché agevolare il "lavoro agile" onde migliorare l'equilibrio tra vita professionale e privata; sottolinea l'importanza, in tale contesto, di dotare le zone rurali di infrastrutture digitali affinché possano beneficiare delle numerose opportunità offerte dall'agenda digitale, come ad esempio il telelavoro;

63.  sottolinea l'importanza di parti sociali forti e indipendenti e di un efficace dialogo sociale; pone l'accento sulla necessità di coinvolgere, ove opportuno, le parti sociali nei dibattiti sulle possibili riforme nazionali delle professioni regolamentate;

64.  sottolinea l'importanza di avviare un dialogo sociale sulle opportunità e i cambiamenti introdotti dal mercato unico sul fronte dell'occupazione;

Un mercato unico più approfondito

65.  invita la Commissione a rafforzare la propria attività in materia di applicazione della normativa; segnala che numerose misure già adottate non sono tuttavia ancora adeguatamente rispettate, il che pregiudica la parità di condizioni nel mercato unico; evidenzia altresì che, sulla base dei dati forniti dalla Commissione, a metà del 2015 i procedimenti d'infrazione aperti nel settore del mercato unico erano circa 1 090; invita la Commissione, al fine di migliorare il recepimento, l'applicazione e il rispetto della legislazione sul mercato unico, ad adoperarsi affinché il coordinamento amministrativo, la cooperazione e l'applicazione della normativa siano prioritari a tutti i livelli (a livello di UE, a livello transfrontaliero e a livello delle autorità nazionali, regionali e locali), adottando azioni di esecuzione ben mirate sulla base di criteri trasparenti e obiettivi per garantire la soluzione dei casi economicamente più significativi di ostacoli ingiustificati o sproporzionati; ritiene che, per quanto riguarda le misure nazionali o l'attuazione, l'intervento precoce possa risultare più efficace e consentire di ottenere risultati migliori rispetto alle procedure di infrazione; sottolinea ciò nondimeno che, ove le misure di intervento precoce non producano risultati, la Commissione deve avvalersi di tutte le misure disponibili, incluse le procedure di infrazione, per garantire la piena attuazione della legislazione sul mercato interno;

66.  valuta positivamente l'intenzione espressa nella strategia di creare una cultura della conformità con le norme e di confermare la tolleranza zero nei confronti delle violazioni della regolamentazione sul mercato unico; invita la Commissione e gli Stati membri a esaminare se non sia opportuno allineare le competenze della Commissione nel quadro della procedura di infrazione a quelle di cui essa dispone nel quadro della politica di concorrenza;

67.  invita la Commissione a sostenere ulteriormente gli Stati membri nello sviluppo di una forte cultura della conformità con le norme e della loro applicazione, anche promuovendo e ampliando il sistema di informazione del mercato interno (IMI), elaborando piani di attuazione per nuove normative di rilievo, organizzando con gli Stati membri dialoghi in materia di conformità con le norme e attività di formazione per il personale delle amministrazioni pubbliche responsabile dell'applicazione, nonché favorendo un coordinamento più efficace tra i regolatori nazionali; invita gli Stati membri a impegnarsi a fondo per attuare e far rispettare la legislazione dell'UE, nonché ad applicare il principio del riconoscimento reciproco; sottolinea che data la frammentazione del mercato unico, che limita l'attività economica e le possibilità di scelta per i consumatori, è essenziale garantire un'applicazione corretta e una regolamentazione migliore in tutti i settori commerciali e per quanto riguarda sia la legislazione vigente sia quella futura;

68.  invita la Commissione e gli Stati membri ad analizzare le restrizioni inutili nel mercato unico che non sono giustificate da esigenze imperative connesse a un interesse generale, presentando, se del caso, proposte su come superare tali sfide e riferendo in merito nel 2017;

69.  chiede agli Stati membri di recepire le norme sul mercato interno in modo coerente e compatibile e di attuare pienamente e correttamente le norme e la legislazione sul mercato interno; sottolinea che i requisiti sui test e le registrazioni supplementari, il mancato riconoscimento dei certificati e delle norme, i vincoli territoriali alla fornitura e misure analoghe generano costi aggiuntivi per consumatori e dettaglianti, privando quindi i cittadini europei del pieno beneficio del mercato unico; esorta altresì la Commissione, al fine di perseguire una migliore governance, ad adottare una politica adeguata nei confronti degli Stati membri che non applicano correttamente le norme del mercato interno, ove necessario avviando procedure di infrazione e accelerando tali procedure con l'utilizzo di una corsia preferenziale;

70.  osserva che, ai fini di un'attuazione più omogenea della legislazione vigente relativa al mercato unico, sono urgentemente necessarie un'applicazione coerente e uniforme delle norme unionali e il loro adeguato rispetto, abbinati a un monitoraggio e una valutazione sistematici sulla base di indicatori qualitativi e quantitativi, di parametri di riferimento e della condivisione delle migliori prassi; ricorda pertanto che le norme europee sul funzionamento del mercato unico devono essere recepite e applicate pienamente e scrupolosamente in tutti gli Stati membri;

71.  invita la Commissione a intensificare gli sforzi per individuare in una fase molto precoce eventuali violazioni del diritto dell'UE da parte degli Stati membri e ad assumere una ferma posizione contro eventuali misure legislative, adottate dai parlamenti nazionali o all'esame di questi ultimi, che potrebbero aumentare la frammentazione del mercato unico;

72.  sottolinea che l'impegno e la disponibilità degli Stati membri ad attuare e applicare correttamente la legislazione dell'UE sono essenziali ai fini del successo del mercato unico; invita gli Stati membri a eliminare gli ostacoli ingiustificati o sproporzionati al mercato unico e ad astenersi dall'adottare misure protezionistiche e discriminatorie per promuovere l'occupazione, la crescita e la competitività;

73.  osserva che gli Stati membri svolgono un ruolo cruciale per la buona governance e il corretto funzionamento del mercato unico e devono pertanto esercitarne congiuntamente, in maniera proattiva, la titolarità e la gestione, imprimendo un nuovo slancio politico attraverso relazioni consolidate sullo stato di salute del mercato unico, discussioni tematiche periodiche in occasione delle riunioni del Consiglio "Concorrenza", riunioni annuali specifiche del Consiglio europeo, nonché inserendo il mercato unico fra i pilastri della governance nel quadro del semestre europeo;

74.  ribadisce che l'UE potrebbe definire un proprio insieme di indicatori indipendenti, scientificamente fondati, sul livello di integrazione del mercato unico, da pubblicare nel quadro della strategia di crescita annuale, e chiede l'adozione di un documento strategico dei "presidenti" delle istituzioni dell'UE, una "relazione dei cinque presidenti", per tracciare la strada verso un vero mercato unico;

75.  sottolinea la necessità che la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento europeo rafforzi i suoi collegamenti con i parlamenti nazionali per coordinare e trattare questioni collegate al recepimento e all'attuazione della normativa sul mercato unico;

76.  sottolinea che la rete SOLVIT deve essere rafforzata, nella fattispecie ampliando l'interazione tra i casi trattati nell'ambito di SOLVIT, CHAP, EU Pilot e l'Enterprise Europe Network (EEN) per razionalizzare il quadro più generale delle procedure di reclamo dell'UE, e che occorre accrescere a livello dei cittadini e delle PMI la conoscenza di tale rete e del suo ruolo nella risoluzione dei problemi di interpretazione relativi al mercato unico; ritiene che, nel valutare come identificare le priorità per le misure finalizzate al rispetto delle norme, la Commissione dovrebbe tener conto dei dati relativi alle questioni sollevate nella rete SOLVIT; invita la Commissione a intensificare gli sforzi volti ad aiutare gli Stati membri a risolvere i casi più problematici; invita gli Stati membri a equipaggiare opportunamente e posizionare adeguatamente i propri centri SOLVIT nazionali affinché questi ultimi possano assolvere il proprio ruolo;

77.  sottolinea che la trasparenza delle disposizioni nazionali è uno strumento essenziale per consentire gli scambi transfrontalieri nel mercato unico e permette di identificare gli ostacoli non tariffari; incoraggia gli Stati membri a rendere più facilmente disponibile online la propria normativa, in più lingue, al fine di incrementare gli scambi commerciali, il che tornerà a vantaggio di tutti;

78.  rileva l'importanza di promuovere la mobilità attraverso la formazione, i tirocini, le competenze e l'occupabilità tramite programmi come Erasmus+ ed EURES, che offrono a milioni di lavoratori europei l'opportunità di acquisire esperienze utili;

79.  deplora che molti Stati membri non applichino correttamente il principio del riconoscimento reciproco; attende a questo proposito la proposta della Commissione, nel quadro del rafforzamento del mercato unico delle merci, in quanto essa migliorerà il reciproco riconoscimento mediante azioni di sensibilizzazione e migliorerà l'attuazione e il rispetto di tale principio con la revisione del regolamento sul reciproco riconoscimento, anche allo scopo di migliorare gli strumenti di composizione delle controversie connesse all'attuazione o all'applicazione inadeguate del principio del riconoscimento reciproco; sottolinea che, se tale principio fosse applicato correttamente dalle autorità competenti di tutta l'UE, le imprese potrebbero concentrarsi esclusivamente sull'attività economica, dando impulso alla crescita dell'UE, anziché dover lottare per superare i vari ostacoli derivanti dal mancato rispetto del riconoscimento reciproco da parte degli Stati membri;

80.  ritiene inoltre che la Commissione dovrebbe essere più proattiva nell'individuare i settori ad alto potenziale per quanto riguarda il commercio transfrontaliero e la digitalizzazione ai quali potrebbe applicarsi il principio del riconoscimento reciproco;

81.  invita la Commissione a chiarire i meccanismi di funzionamento degli strumenti di informazione del mercato proposti e la loro base giuridica;

82.  rinnova il proprio appello per una rapida adozione, da parte del Consiglio, del pacchetto relativo alla sicurezza dei prodotti e alla vigilanza del mercato e invita la Commissione ad assumere pienamente il proprio ruolo nel contribuire a trovare una soluzione in materia; sottolinea l'importanza di fornire informazioni pertinenti sui prodotti destinati alla vendita al dettaglio, in particolare l'indicazione del paese di origine, fondamentale per tutelare i consumatori e rafforzare la lotta alla contraffazione;

83.  invita la Commissione e gli Stati membri a inasprire le sanzioni in materia di contraffazione e a garantire la piena applicazione della legislazione dell'Unione in tale ambito;

84.  evidenzia che le differenze normative tra i vari Stati membri in relazione agli obblighi di etichettatura o di qualità creano inutili ostacoli alle attività dei fornitori di beni e alla protezione dei consumatori; sottolinea il valore aggiunto delle etichettature ecologiche; invita la Commissione a determinare quali etichette sono indispensabili e quali no per fornire ai consumatori informazioni essenziali, e a valutare la possibilità di istituire un sistema obbligatorio informazioni essenziali sui prodotti artigianali ed industriali, come considerato ad esempio per il settore del mobile a livello dell'UE al fine di fornire ai consumatori informazioni rilevanti e a garantire una pari qualità dei prodotti nei diversi Stati membri; ritiene che un'iniziativa di questo tipo risulterebbe vantaggiosa per i consumatori, le industrie e gli operatori commerciali, in quanto garantirebbe trasparenza, un adeguato riconoscimento dei prodotti europei e norme armonizzate per gli operatori nel mercato unico;

85.  sottolinea, per quanto concerne il mercato unico di servizi, l'evidente necessità di migliorare la prestazione transfrontaliera di servizi, facendo però attenzione a non incoraggiare il dumping sociale; esorta gli Stati membri a garantire un'attuazione adeguata e più efficace della direttiva sui servizi, evitando nel contempo una sovraregolamentazione; accoglie con favore la proposta della Commissione di migliorare la procedura di notifica nell'ambito della direttiva sui servizi, vista l'inefficienza e l'opacità di quella in vigore; ritiene che la notifica dovrebbe avvenire in una fase precedente del processo legislativo in modo da permettere un riscontro tempestivo dei soggetti interessati e degli Stati membri e ridurre al minimo i ritardi nell'adozione della nuova legislazione; concorda sulla scelta di estendere la procedura di notifica prevista dalla direttiva (UE) 2015/1535 a tutti i settori che non rientrano nel suo ambito di applicazione; respinge qualsiasi proposta intesa ad estendere l'ambito di applicazione della direttiva sui servizi; invita la Commissione ad affrontare la questione degli oneri connessi alla frammentazione del settore bancario in Europa, che rende difficile per i non residenti, soprattutto per le PMI, l'apertura di un conto bancario in un altro Stato membro;

86.  invita la Commissione a porsi come obiettivo una forma semplificata e armonizzata della procedura per la prestazione transfrontaliera di servizi, in modo da ridurre i requisiti per il distacco dei lavoratori e integrare più efficacemente le PMI nel mercato interno;

87.  sottolinea che gli obblighi in materia di proporzionalità della regolamentazione sono chiaramente definiti dall'articolo 16, paragrafo 1, della direttiva sui servizi e dalla giurisprudenza della Corte di giustizia europea; ricorda che il fatto che uno Stato membro emani norme meno severe di un altro non significa che queste ultime siano sproporzionate e perciò incompatibili con il diritto dell'Unione; ribadisce che le norme che pregiudicano, ostacolano o rendono meno attraenti i servizi transfrontalieri sono compatibili con i requisiti del mercato interno soltanto se giustificate da motivi imperativi di interesse pubblico, se realmente idonee a tal fine e se non compromettono la libera prestazione dei servizi più di quanto necessario al conseguimento della finalità di interesse pubblico che perseguono;

88.  evidenzia la necessità di garantire una valutazione uniforme della proporzionalità delle restrizioni e degli obblighi normativi applicabili ai servizi; prende atto della proposta della Commissione di introdurre un passaporto per i servizi per agevolare, in settori economici chiave quali i servizi alle imprese, lo sviluppo e la mobilità delle imprese nell'intero mercato unico; ritiene che tale iniziativa debba mirare a semplificare le procedure amministrative per i prestatori di servizi che intendono operare a livello transfrontaliero e per le autorità, e ad affrontare gli ostacoli di natura normativa che scoraggiano l'ingresso di tali imprese nel mercato in un altro Stato membro; chiede che un eventuale passaporto per i servizi si inserisca tra i diversi strumenti orizzontali volti a coadiuvare la legislazione del mercato interno, come ad esempio il sistema di informazione del mercato interno (IMI) o gli sportelli unici, che sono stati introdotti dalla direttiva sui servizi quale interfaccia amministrativa unica per la gestione di tutte le necessarie procedure amministrative relative ai servizi transfrontalieri; evidenzia la necessità che l'introduzione di un passaporto per i servizi non si traduca nell'indebolimento o nell'annullamento della giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea riguardo ai motivi imperativi di interesse generale che possono legittimare l'emanazione di norme che limitano la prestazione transfrontaliera di servizi; sottolinea, tuttavia, che un passaporto per i servizi risulterebbe superfluo se la direttiva sui servizi fosse attuata e applicata correttamente; sottolinea che ciò non deve essere accompagnato dall'introduzione del principio del paese di origine;

89.  si compiace che venga posto un forte accento sul ruolo dei servizi nel mercato unico e sull'obiettivo di assicurare che professionisti e imprese di servizi, in particolare i dettaglianti, non siano relegati nel loro mercato nazionale; sottolinea che l'ulteriore allargamento del regime di passaporti per professionisti e servizi sarà fondamentale per evitare l'inutile burocrazia tra Stati membri che ostacola il lavoro e gli scambi transfrontalieri dei cittadini;

90.  ribadisce l'importanza di eliminare le barriere (comprese le barriere linguistiche, amministrative e quelle relative alla mancanza di informazioni) che limitano il potenziale imprenditoriale del commercio transfrontaliero online e minano la fiducia dei consumatori nel mercato unico; pone in evidenza l'importanza di eliminare le restrizioni operative all'esercizio delle attività al dettaglio, come la regolamentazione degli orari di apertura dei negozi, le imposte selettive e specifiche sulle vendite al dettaglio e la richiesta sproporzionata di informazioni alle imprese;

91.  riconosce la competenza delle autorità locali in materia di pianificazione urbana; evidenzia tuttavia che la pianificazione urbana non deve essere utilizzata come pretesto per eludere il diritto di libero stabilimento; ricorda, a tal proposito, l'importanza di un'adeguata attuazione della direttiva sui servizi; esorta gli Stati membri a rimuovere gli ostacoli alla libertà di circolazione e ad aprire i propri mercati, al fine di stimolare la competitività e promuovere la varietà dei negozi, il che è indispensabile se si vuole che le aree commerciali, soprattutto nei centri urbani e cittadini, continuino ad attrarre clienti;

92.  sottolinea che il settore del commercio all'ingrosso e al dettaglio è il maggior comparto economico in Europa; ritiene che la riduzione degli inutili ostacoli normativi, amministrativi e pratici incontrati dal commercio al dettaglio costituisca una priorità;

93.  invita la Commissione e gli Stati membri ad attribuire la massima priorità politica al settore del commercio al dettaglio in quanto pilastro del mercato unico, compreso il mercato unico digitale, e a eliminare gli ostacoli di carattere normativo, amministrativo e pratico che intralciano l'avvio, lo sviluppo e la continuità delle imprese e che rendono difficile per i dettaglianti trarre pienamente vantaggio dal mercato interno; ritiene che la legislazione in materia di commercio al dettaglio debba basarsi su dati concreti, tenendo conto delle esigenze del settore;

94.  invita la Commissione e gli Stati membri ad analizzare le inutili restrizioni allo stabilimento nel settore al dettaglio del mercato unico che non sono giustificate da motivi imperativi di interesse generale, a presentare, ove necessario, proposte su come superare tali problemi, e a riferire in merito nella primavera del 2017;

95.  ritiene, per quanto riguarda il settore dei servizi professionali, che approcci diversi alla regolamentazione non costituiscano di per sé un ostacolo al consolidamento del mercato interno; sottolinea che le norme in materia di accesso ed esercizio delle professioni possono risultare necessarie per la tutela dell'interesse pubblico e dei consumatori e che la loro valutazione ha senso solo nel contesto nazionale;

96.  concorda con la Commissione sul fatto che la normativa in materia di accesso ed esercizio delle professioni regolamentate in molti Stati membri sia sproporzionata rispetto alle esigenze e crei ostacoli che limitano l'accesso a tali professioni;

97.  ritiene che la prestazione transfrontaliera di servizi a titolo temporaneo, compresi quelli professionali, andrebbe considerata un elemento chiave per il mercato interno, dal momento che crea posti di lavoro e fornisce ai cittadini dell'Unione europea prodotti e servizi di alta qualità; ritiene pertanto che gli orientamenti periodici rappresentino uno strumento utile per gli Stati membri, in quanto tengono conto dei diversi contesti economici, geografici e sociali degli Stati membri;

98.  accoglie con favore la rinnovata attenzione, all'interno della recente strategia del mercato unico, nei confronti delle professioni regolamentate e dei liberi professionisti in Europa, che rappresentano un importante fattore di crescita e occupazione nel mercato unico; invita la Commissione a proporre misure concrete che attuino le raccomandazioni del gruppo di lavoro della Commissione europea "Linee d'azione a favore delle libere professioni";

99.  accoglie con favore la proposta legislativa della Commissione intesa a contrastare gli ostacoli normativi che limitano l'accesso a talune professioni, in quanto si tratta di un importante passo avanti verso l'apertura del mercato unico e la promozione dell'occupazione;

100.  appoggia l'iniziativa della Commissione di riesaminare le professioni regolamentate ma ricorda che un eventuale esercizio di questo tipo dovrebbe mantenere elevati standard qualitativi in termini di occupazione e servizi, buone qualifiche e sicurezza dei consumatori;

101.  ritiene che, in mancanza di servizi professionali e alle imprese che siano competitivi in tutta l'UE, le imprese possano avere difficoltà a restare competitive e a mantenere o creare posti di lavoro;

102.  evidenzia che l'inefficienza dei servizi di consegna, soprattutto per quanto concerne la consegna finale al destinatario, costituisce un importante ostacolo alla vendita transfrontaliera all'interno dell'UE; sottolinea che servizi di consegna accessibili, convenienti, efficienti e di alta qualità sono una condizione essenziale per un mercato unico fiorente; invita la Commissione a presentare un piano d'azione globale in materia di consegna dei pacchi e a definire gli obiettivi da realizzare su tale mercato entro la fine del 2020; invita la Commissione a porre maggiormente l'accento sull'eliminazione degli ostacoli che gli operatori incontrano nella consegna transfrontaliera;

103.  invita la Commissione a collaborare con gli Stati membri al fine di semplificare e accelerare le procedure per il riconoscimento delle qualifiche professionali, anche agevolando e incoraggiando l'introduzione di quadri comuni di formazione nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la formazione e l'istruzione nel settore delle TIC e delle materie STEM al fine di dotare sia la forza lavoro attuale che quella futura delle pertinenti competenze informatiche;

104.  si compiace che la strategia faccia riferimento all'elevato livello di disoccupazione nell'UE ma si rammarica che non illustri le azioni e le misure specifiche che potrebbero aiutare le persone a trovare un lavoro, come ad esempio il miglioramento dei livelli di istruzione e formazione, il conseguimento degli obiettivi di apprendimento permanente e il contrasto agli squilibri tra domanda e offerta di competenze e qualifiche dei lavoratori e dei professionisti; ritiene evidente che il mercato unico stia cambiando rapidamente a causa della digitalizzazione dei vari settori e che i nuovi posti di lavoro richiederanno competenze e qualifiche diverse;

105.  deplora che la Commissione non abbia adottato misure specifiche nel quadro della strategia per il mercato unico onde rispondere alle esigenze delle persone e dei consumatori con disabilità, degli anziani e delle persone che vivono nelle zone rurali e isolate;

106.  ritiene che il principio della parità di retribuzione per lo stesso lavoro nello stesso luogo, auspicato dal Presidente della Commissione Juncker, sia uno strumento importante per contrastare le distorsioni del mercato;

Un mercato unico più equo

107.  evidenzia che un autentico mercato unico dovrebbe garantire ai cittadini, ai consumatori e alle imprese protezione e benefici reali, in termini di migliore qualità, maggiore varietà, prezzi ragionevoli e sicurezza dei beni e dei servizi; sottolinea che la discriminazione ingiustificata a danno dei destinatari dei servizi (consumatori e imprenditori) basata sulla nazionalità o sul luogo di residenza e che non si fonda su criteri obiettivi e verificabili, sia in contesti online sia in altri contesti, è inaccettabile nel mercato unico; reputa tuttavia impraticabile l'obbligo per le imprese di vendere in tutta l'UE;

108.  invita la Commissione a portare avanti con determinazione una proposta legislativa volta a contrastare i geoblocchi ingiustificati e altre forme immotivate di discriminazione da parte degli operatori di mercato; invita la Commissione a elaborare criteri efficaci per valutare la natura ingiustificata dei geoblocchi; sottolinea che un'eventuale proposta di questo tipo deve rispettare il principio fondamentale della libertà di iniziativa commerciale; evidenzia altresì che la proposta della Commissione dovrebbe tenere conto del principio di proporzionalità, in particolare per le piccole e medie imprese; osserva che gli operatori di mercato devono talvolta procedere a una selezione del mercato onde poter operare alle condizioni di mercato stabilite;

109.  concorda sul fatto che, quando acquistano beni o servizi nel mercato unico, i consumatori necessitano di informazioni trasparenti e di un insieme di diritti moderni e solidi per tutelare i propri interessi; è del parere che l'eventuale revisione, fusione o codificazione delle direttive in materia di diritto dei consumatori dovrebbe prevedere un livello estremamente elevato di tutela dei consumatori e di diritti azionabili, riconoscendo le buone pratiche esistenti nella normativa nazionale;

110.  invita la Commissione ad analizzare le attuali incertezze giuridiche riguardanti i consumatori e, se necessario, a porvi rimedio con chiarimenti e integrazioni al quadro giuridico dei diritti dei consumatori; ribadisce il suo impegno a favore del principio di un'armonizzazione flessibile per tutte le proposte legislative dell'UE riguardanti i consumatori e osserva che la piena armonizzazione viene applicata solo quando consente di stabilire un livello estremamente elevato di tutela dei consumatori e offre chiari vantaggi per questi ultimi;

111.  sottolinea che le imprese dell'economia sociale rappresentano una varietà di modelli aziendali che sono fondamentali per un mercato unico altamente competitivo e più equo; invita la Commissione a integrare l'economia sociale nelle politiche del mercato unico e a elaborare un piano d'azione europeo per le imprese dell'economia sociale, al fine di liberare tutto il potenziale di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;

Conclusioni

112.  invita la Commissione a presentare in tempi brevi ai legislatori le proposte e le iniziative legislative previste, tenendo conto dei punti di cui sopra, dopo aver svolto adeguate consultazioni con i soggetti interessati e aver effettuato le opportune valutazioni di impatto, onde garantirne la tempestiva approvazione;

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113.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, al Consiglio europeo nonché ai parlamenti e ai governi degli Stati membri.

MOTIVAZIONE

Il completamento del mercato unico è sempre stato e resta una priorità politica fondamentale all'interno del processo d'integrazione europea.

Negli ultimi anni il contesto è cambiato radicalmente. Le sfide da affrontare sono sempre più incombenti e incidono notevolmente sul mercato interno: da un lato la crescente disoccupazione che colpisce i cittadini europei, soprattutto i giovani, con il contestuale indebolimento del tessuto imprenditoriale e della competitività e, dall'altro, il problema dell'immigrazione.

Negli anni scorsi, durante il mandato della Commissione Barroso, sono stati compiuti passi in avanti molto importanti nei vari settori.

L'attuale situazione, però, ci impone un approccio ancora più pragmatico e incisivo. La Commissione Juncker, in breve tempo, ha già messo in atto azioni importanti e ambiziose come, ad esempio, il piano di investimenti per l'Europa, l'Unione europea dell'energia, la strategia per il mercato unico digitale, l'Unione dei mercati dei capitali.

Rispetto a queste iniziative, la strategia "Migliorare il mercato unico: maggiori opportunità per i cittadini e per le imprese" si pone come strumento complementare e ulteriore. Occorre, infatti, proseguire il lavoro in maniera spedita ed efficace.

Il testo della comunicazione comprende azioni interessanti, come ad esempio il piano d'azione sull'IVA, la proposta legislativa in materia d'insolvenza delle imprese, il passaporto per i servizi e un'iniziativa legislativa volta a prevenire le discriminazioni a danno dei consumatori basate sulla nazionalità o sul paese di residenza.

Si tratta di misure concrete che avranno senz'altro un'incidenza diretta e un effetto leva per il mercato e per il rafforzamento della protezione dei consumatori.

Il relatore è dell'idea che il Parlamento possa dare un contributo importante per rendere più ambiziosa la strategia per il mercato unico, attraverso proposte concrete nei singoli ambiti, concentrando gli sforzi per ottenere un mercato unico più moderno e innovativo, più intenso e leale.

Le priorità politiche cui dare rilievo sono il rafforzamento della competitività delle imprese (con l'aumento dell'occupazione che ne conseguirà), il miglioramento dell'enforcement e della better regulation e il rafforzamento della protezione dei consumatori.

Le imprese esistenti dovrebbero diventare più competitive attraverso l'ammodernamento dei modelli di business, la riduzione degli ostacoli di natura amministrativa e fiscale e l'agevolazione dell'accesso ai mercati di altri paesi membri. Inoltre, è necessario attrarre nuove imprese estere e investimenti privati nel mercato unico europeo e sostenere la creazione di nuove realtà economico-imprenditoriali, in particolare start-up, micro e piccole e medie imprese, valorizzandone il carattere "innovativo" e favorendo un accesso al credito e ai finanziamenti europei più agevole ed efficace. In particolare, la piattaforma REFIT può aiutare a individuare e ridurre le barriere all'innovazione, mentre il rafforzamento della rete dei rappresentanti delle PMI può migliorare la tutela delle PMI e il coordinamento delle politiche nazionali ed europee.

È apprezzabile l'annunciata proposta legislativa in materia d'insolvenza e ristrutturazione precoce. Va pretesa una migliore applicazione, a livello nazionale, della direttiva sui ritardi nei pagamenti (Late Payment): è infatti inaccettabile che imprese che vantano crediti nei confronti di una pubblica amministrazione che non rispetta i termini di pagamento della direttiva debbano fallire o avere problemi. Pertanto, oltre a una corretta applicazione della direttiva, sarebbe opportuno valutare meccanismi di compensazione.

La direttiva sui servizi resta una priorità importante: la Commissione dovrebbe assicurare un controllo più rigido sul recepimento da parte degli Stati membri, evitando la pratica della sovraregolamentazione e migliorando la procedura di notifica.

La better regulation e l'enforcement restano comunque obiettivi generali fondamentali che riguardano l'intera legislazione.

L'economia collaborativa può contribuire al rafforzamento della crescita e alla creazione di posti di lavoro, ma è necessario prevedere l'applicazione delle medesime regole per i medesimi servizi, in modo da evitare frammentazione e ostacoli allo sviluppo di nuovi modelli di business.

Il brevetto unitario rappresenta un notevole passo in avanti per la tutela della proprietà intellettuale e occorre migliorarne il rapporto con i sistemi di brevetto nazionale e i certificati di protezione complementare. Allo stesso tempo, però, si potrebbero prevedere misure volte a facilitare l'utilizzo del brevetto unitario da parte delle micro, piccole e medie imprese che intendono utilizzarlo per i loro prodotti innovativi.

Il mercato unico europeo necessita di norme più adeguate per la sorveglianza del mercato e, pertanto, si richiede una decisione sul futuro del pacchetto legislativo bloccato in seno al Consiglio, senza dimenticare l'importanza delle norme sull'indicazione di origine dei prodotti per la tutela dei consumatori.

Infine, ma non da ultimo, si auspica un rafforzamento del sistema SOLVIT per migliorare l'interpretazione delle norme e risolvere i problemi legati al mercato unico.

PARERE DI MINORANZA

presentato a norma dell'articolo 56, paragrafo 3, del regolamento

João Pimenta Lopes

Meccanismi quali il mercato unico hanno intensificato lo smantellamento degli strumenti di regolazione sovrana delle economie, il dominio economico, la divergenza e le asimmetrie di sviluppo, hanno promosso l'elusione e l'evasione fiscali e il trasferimento degli utili nei paradisi fiscali, le privatizzazioni, la deregolamentazione delle relazioni commerciali e la concentrazione del capitale. Il mercato unico ha oscurato concetti tanto decantati quali la convergenza, la cooperazione e la solidarietà, promuovendo il neoliberalismo.

In nome del mercato unico e della tanto invocata concorrenza sono stati promossi l'attacco ai diritti dei lavoratori, le diseguaglianze sociali, la deregolamentazione del lavoro, la svalutazione dei salari e la precarizzazione del lavoro e sono state distrutte e ostacolate politiche fiscali più redistributive ed eque.

Adducendo preoccupazioni quali l'assenza di crescita, gli elevati livelli di disoccupazione, l'incapacità di finanziamento delle PMI e i bassissimi livelli di investimento, la Commissione ha semplicemente riorganizzato le sue politiche precedenti lanciando la strategia per il mercato unico. Al contrario della maggioranza, respingiamo fermamente tale strategia. Essa contribuisce al conseguimento di obiettivi capitalistici concentrando ancora di più la ricchezza tra le principali potenze e gruppi economici, normalizzando la deregolamentazione, la liberalizzazione e lo sfruttamento nelle economie degli Stati membri e imponendo alla popolazione e ai lavoratori un unico modello socioeconomico che va contro i loro interessi, i loro diritti e le loro legittime aspirazioni.

PARERE della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (19.4.2016)

destinato alla commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori

sulla strategia per il mercato unico
(2015/2354(INI))

Relatore per parere: Ulrike Trebesius

SUGGERIMENTI

La commissione per l'occupazione e gli affari sociali invita la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

-  visti l'articolo 3 del trattato sull'Unione europea (TUE) e l'articolo 9 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

-  vista la sua risoluzione del 14 gennaio 2014 sulle ispezioni sul lavoro efficaci come strategia per migliorare le condizioni di lavoro in Europa[1],

-  vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2016 dal titolo "Verso un atto sul mercato unico digitale"[2],

A.  considerando che le conseguenze economiche della crisi finanziaria si fanno ancora sentire e che in diversi Stati membri il PIL rimane al di sotto dei livelli del 2008;

B.  considerando che il mercato unico è caratterizzato dal persistere di elevati tassi di disoccupazione; che a seguito della crisi finanziaria il numero dei disoccupati è aumentato di oltre sei milioni; che alla fine del 2015 vi erano più di 22 milioni di persone nell'Unione senza lavoro;

C.  considerando che le politiche intese a rendere meno restrittive le norme sul lavoro e quelle sociali, ambientali e di tutela dei consumatori impongono una corsa al ribasso, contribuendo in tal modo alla distorsione della concorrenza leale nel mercato unico;

1.  prende atto dell'approvazione della strategia per il mercato unico, che potrebbe offrire opportunità per i lavoratori, le imprese e i consumatori nonché infondere nuova linfa alle economie europee attraverso l'apertura delle frontiere, la promozione della mobilità e la rimozione degli ostacoli per i beni e i servizi;

2.  constata che una buona regolamentazione può arrecare beneficio alle imprese e ai lavoratori nonché contribuire a promuovere la crescita economica e la creazione di occupazione di qualità nel mercato unico; prende atto dell'agenda "Legiferare meglio" della Commissione, che prevede un maggiore coinvolgimento delle parti interessate, attraverso ad esempio la Piattaforma REFIT, e valutazioni d'impatto più incisive; sottolinea la necessità di valutare non solo gli effetti a breve termine ma anche l'efficacia a lungo termine della legislazione, così come le conseguenze del mancato intervento legislativo; ritiene che una legislazione di qualità, più efficace e semplice permetterà di ridurre gli oneri amministrativi e stimolare la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro pur garantendo elevati livelli di tutela dei consumatori, dei lavoratori, della salute e dell'ambiente;

3.  osserva che la creazione di un mercato interno nel quale sia assicurata la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali è un obiettivo fondamentale dell'Unione;

4.  rileva l'importanza di promuovere la mobilità attraverso la formazione, i tirocini, le competenze e l'occupabilità tramite programmi come Erasmus + ed EURES, che offrono a milioni di lavoratori europei l'opportunità di acquisire esperienze utili;

5.  evidenzia che la strategia per il mercato unico deve tenere conto della dimensione sociale, conformemente all'articolo 3 TUE e all'articolo 9 TFUE, nonché introdurre proposte per la lotta contro la disoccupazione e l'esclusione sociale; sottolinea che la strategia per il mercato unico deve porre maggiormente l'accento sulla lotta alla disoccupazione, in particolare quella di lunga durata, tra i giovani e gli ultra cinquantenni, nonché sulla promozione della coesione sociale; invita la Commissione a rivedere la propria strategia in materia;

6.  sottolinea che la strategia per il mercato unico non deve trascurare il potenziale del settore industriale per quanto riguarda la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro di qualità in Europa;

7.  ritiene che, al fine di raggiungere gli obiettivi del mercato unico e generare crescita e occupazione, l'UE deve rafforzare la competitività, sulla falsariga di quanto indicato nella dichiarazione del Consiglio europeo in materia di competitività;

8.  ritiene che la domanda interna – in particolare il rafforzamento del potere d'acquisto, l'adozione di misure innovative e gli investimenti nell'economia "verde"– sia essenziale per cogliere tutte le potenzialità del mercato unico e promuovere una crescita sostenibile;

9.  ritiene che gli ostacoli alle attività imprenditoriali transfrontaliere possano rappresentare ostacoli alla crescita e alla creazione di posti di lavoro; chiede pertanto un'analisi approfondita della questione prendendo in considerazione ogni singolo caso; sottolinea che gli Stati membri hanno il diritto di regolamentare i servizi e le professioni conformemente alla loro politica sociale; incoraggia la creazione nelle regioni di frontiera di partenariati transfrontalieri EURES, i quali contribuiscono allo sviluppo di un autentico mercato europeo del lavoro;

10.  ricorda la sua relazione del 2014 sulle ispezioni sul lavoro efficaci, in cui si sottolinea l'importanza degli ispettorati del lavoro per evitare distorsioni del mercato unico; chiede la definizione di chiare normative dell'Unione in materia di coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale; invita la Commissione, in cooperazione con gli Stati membri, a elaborare uno studio sul potenziale valore aggiunto derivante dalla creazione di un ispettorato europeo del lavoro e dall'introduzione di una tessera europea di previdenza sociale;

11.  ritiene che, in mancanza di servizi professionali e alle imprese che siano competitivi in tutta l'UE, le imprese possano avere difficoltà a restare competitive e a mantenere o creare posti di lavoro;

12.  ricorda che la politica della concorrenza è attuata a livello di UE; sottolinea che la concorrenza sleale nel mercato interno produce effetti negativi per le imprese che operano nel rispetto della legge, in particolare le PMI; invita la Commissione, insieme agli Stati membri, ad adottare misure incisive per contrastare la concorrenza sleale basata, ad esempio, sull'elusione del diritto del lavoro, del diritto tributario o del diritto sociale;

13.  ritiene che il principio della parità di retribuzione per lo stesso lavoro nello stesso luogo, auspicato dal Presidente della Commissione Juncker, sia uno strumento importante per contrastare le distorsioni del mercato;

14.  ricorda che tutti i lavoratori nel mercato unico devono avere il diritto di godere del massimo livello possibile di protezione per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul lavoro, a prescindere dalle dimensioni dell'impresa per cui lavorano, dal luogo di lavoro o dal tipo di contratto;

15.  invita gli Stati membri a istituire strutture che forniscano consulenza e assistenza ai lavoratori transfrontalieri per quanto riguarda le conseguenze economiche e sociali delle attività lavorative in un altro Stato membro;

16.  rileva che l'approfondimento del mercato unico e del mercato unico digitale potrebbero portare con sé nuove opportunità e sfide oltre a sollevare questioni relative alle competenze, alle nuove forme di occupazione, alle strutture finanziarie, alla protezione sociale, così come alla salute e alla sicurezza sul posto di lavoro; osserva che predetti aspetti vanno tenuti presenti e devono andare a vantaggio delle imprese, dei lavoratori e dei consumatori;

17.  si rammarica che la strategia per il mercato unico non presti particolare attenzione alla corrispondenza delle competenze, dato che quest'ultimo aspetto continua a essere un ostacolo alla crescita nel mercato unico; osserva con preoccupazione che una percentuale della popolazione dell'UE compresa fra il 40% e il 47% non dispone di sufficienti competenze digitali e che la domanda di personale qualificato nel settore digitale cresce ogni anno del 4%, mentre la spesa pubblica per l'istruzione ha subito una diminuzione del 3,2% dal 2010, circostanza che mette a repentaglio la competitività a medio termine dell'Unione e l'occupabilità della propria forza lavoro; incoraggia gli Stati membri a investire nell'istruzione e nelle competenze digitali;

18.  prende atto delle opportunità e delle sfide dell'economia collaborativa ai fini della creazione di posti di lavoro, della crescita economica e di un mercato del lavoro maggiormente inclusivo; invita la Commissione a pubblicare prossimamente delle linee guida sulle modalità di applicazione del diritto dell'Unione europea alle varie tipologie di economie collaborative onde eliminare l'incertezza normativa; sottolinea che l'economia collaborativa non deve portare all'elusione delle imposte e dei contributi sociali, né al mancato rispetto delle normative sociali e sul lavoro; rileva la necessità di adattare e modernizzare la legislazione per raggiungere il pieno potenziale dell'economia collaborativa e invita la Commissione e gli Stati membri a valutare la necessità di un quadro, al livello più opportuno, che colmi le eventuali lacune normative ed eviti l'aumento del lavoro precario e del lavoro autonomo fittizio;

19.  accoglie con favore l'intenzione della Commissione di formulare orientamenti sull'economia collaborativa, che contribuiranno a garantire la quanto mai necessaria certezza del diritto in vari settori come ad esempio nel campo della sanità e sicurezza, della sicurezza sociale e della tutela dell'occupazione;

20.  prende atto degli obiettivi del pacchetto per la mobilità del lavoro volti a contribuire a un mercato unico più profondo e più equo; sottolinea tuttavia l'importanza di garantire che le misure contenute in questo pacchetto siano proporzionate e tengano conto delle conseguenze dei grandi flussi di mobilità verso talune regioni;

21.  ritiene che la strategia per il mercato unico possa offrire nuove opportunità alle PMI, le quali costituiscono la spina dorsale delle economie europee, alle micro imprese e alle start-up innovative; ritiene che lo sviluppo del giusto contesto imprenditoriale, migliorando i quadri di capitale di rischio privato per le PMI, agevolando l'accesso ai finanziamenti, elaborando una solida legislazione nonché applicando pienamente il principio "Pensare anzitutto in piccolo" in tutto il mercato unico, sia fondamentale e possa sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro;

22.  reputa che si debba avere particolare cura di elaborare requisiti amministrativi efficienti e trasparenti per le imprese; chiede la creazione di sportelli unici negli Stati membri al fine di sostenere le PMI e le start-up attraverso, ad esempio, obblighi semplificati in materia di IVA;

23.  mette in rilievo il sostegno della Commissione in favore dei sistemi di formazione duali, che oltre a facilitare lo sviluppo personale possono contribuire ad avvicinare maggiormente le competenze e le qualifiche dei lavoratori europei alle reali esigenze del mercato del lavoro; sottolinea l'importanza di garantire che la strategia per il mercato unico non pregiudichi in alcun modo i sistemi di istruzione duali, pur assicurando la qualità dei tirocini e, nello specifico, la tutela dell'occupazione; mette in rilievo l'importante ruolo delle parti sociali nello sviluppo dei sistemi di istruzione duali; ritiene che, sebbene un sistema di istruzione duale vigente in uno Stato membro non possa essere semplicemente copiato da un altro Stato membro, sia necessario concentrarsi, a livello europeo, sulla forte correlazione tra l'istruzione duale e l'occupazione giovanile;

24.  constata che il mercato dei servizi è tuttora frammentato; invita la Commissione a provvedere a che gli Stati membri attuino correttamente la direttiva sui servizi nonché a realizzare le riforme necessarie per eliminare gli ostacoli nel settore dei servizi mediante l'adozione di un approccio settoriale mirato da applicare ai servizi, senza abbassare i livelli di tutela dei consumatori, dei lavoratori, della salute e dell'ambiente, e, ove applicabile, senza indebolire i sistemi di relazioni industriali negli Stati membri; osserva che l'applicazione inadeguata delle norme vigenti limita le opportunità per le imprese e ostacola la creazione di posti di lavoro; sottolinea che le valutazioni mostrano che, quando gli ostacoli amministrativi sono meno elevati, nascono più imprese, ragion per cui aumenta il potenziale di creazione di posti di lavoro;

25.  accoglie con favore la proposta legislativa della Commissione intesa a contrastare gli ostacoli normativi che limitano l'accesso a talune professioni, in quanto si tratta di un importante passo avanti verso l'apertura del mercato unico e la promozione dell'occupazione;

26.  invita la Commissione a porsi come obiettivo una forma semplificata e armonizzata della procedura per la prestazione transfrontaliera di servizi, in modo da ridurre i requisiti per il distacco dei lavoratori e integrare più efficacemente le PMI nel mercato interno;

27.  ritiene che la riduzione degli oneri amministrativi e dei costi di adeguamento alla normativa gravanti sulle imprese, in particolare sulle PMI, e l'abrogazione delle norme superflue, pur garantendo elevati livelli di tutela della salute, dei consumatori, dei lavoratori e dell'ambiente, rappresentino un fattore chiave per conseguire gli obiettivi della strategia del mercato unico;

28.  sottolinea a questo proposito la necessità di incrementare in maniera efficace l'informazione sui fondi europei a disposizione delle PMI, delle micro imprese e delle start-up innovative; ricorda, inoltre, che per garantire la qualità dell'impiego dei fondi UE è fondamentale attuare un sistema di vigilanza e monitoraggio sull'impiego di tali risorse;

29.  invita la Commissione a collaborare con gli Stati membri al fine di semplificare e accelerare le procedure per il riconoscimento delle qualifiche professionali, anche agevolando e incoraggiando l'introduzione di quadri comuni di formazione nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la formazione e l'istruzione nel settore delle TIC e delle materie STEM al fine di dotare sia la forza lavoro attuale che quella futura delle pertinenti competenze informatiche;

30.  sostiene le misure atte a colmare le lacune esistenti nella legislazione dell'UE antidiscriminazione nel settore dell'occupazione, soprattutto per quanto riguarda le persone con disabilità; sostiene inoltre l'attuazione senza indugio della direttiva 2000/78/CE del Consiglio sulla parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro;

31.  prende atto della proposta della Commissione di introdurre un passaporto per i servizi delle società, il cui obiettivo è promuovere ulteriormente la libera circolazione dei servizi; è del parere che un simile passaporto dovrebbe lasciare impregiudicata la competenza degli Stati membri ospitanti di garantire l'effettiva applicazione e il controllo della legislazione nazionale ed europea in materia di lavoro; esprime forte preoccupazione per il potenziale utilizzo improprio di un simile strumento in tale contesto e invita la Commissione a effettuare una valutazione globale dell'impatto normativo della proposta onde esaminarne le opportunità e i rischi;

32.  invita gli Stati membri ad avvalersi della possibilità di introdurre obblighi sociali nel contesto degli appalti pubblici;

33.  invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere la creazione di posti di lavoro di qualità nell'economia collaborativa, adeguando e modernizzando la normativa, evitando zone d'ombra giuridiche nelle quali si eludono gli obblighi vigenti del diritto tributario, del diritto del lavoro e di altre regolamentazioni, come pure i diritti dei consumatori, e predisponendo un quadro normativo che consenta agli imprenditori di crescere, innovare e creare posti di lavoro; sollecita altresì la Commissione a promuovere un sostegno specifico per gli imprenditori nell'economia collaborativa al fine di aiutarli a raggiungere gli obiettivi di crescita, innovazione e creazione di nuovi posti di lavoro;

34.  accoglie con favore la creazione di una piattaforma di lotta contro il lavoro sommerso e incoraggia nello specifico gli Stati membri e le parti sociali ad utilizzarla appieno al fine di contrastare più efficacemente il lavoro sommerso e il falso lavoro autonomo;

35.  insiste sul fatto che, al fine di sfruttare l'opportunità offerta dalla digitalizzazione dei posti di lavoro, occorre mettere a punto accordi sicuri sulla flessibilità dell'orario di lavoro, creare condizioni di lavoro stabili, garantire la protezione sociale nonché agevolare il "lavoro agile" onde migliorare l'equilibrio tra vita professionale e privata; sottolinea l'importanza, in tale contesto, di dotare le zone rurali di infrastrutture digitali affinché possano beneficiare delle numerose opportunità offerte dall'agenda digitale, come ad esempio il telelavoro;

36.  ribadisce la sua ferma opposizione contro l'attuale proposta di direttiva concernente le società a responsabilità limitata con un unico socio;

37.  sottolinea l'importanza di parti sociali forti e indipendenti e di un efficace dialogo sociale; pone l'accento sulla necessità di coinvolgere, ove opportuno, le parti sociali nei dibattiti sulle possibili riforme nazionali delle professioni regolamentate;

38.  sottolinea l'importanza di avviare un dialogo sociale sulle opportunità e i cambiamenti introdotti dal mercato unico sul fronte dell'occupazione.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

19.4.2016

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

43

8

3

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Laura Agea, Guillaume Balas, Tiziana Beghin, Brando Benifei, Vilija Blinkevičiūtė, Enrique Calvet Chambon, David Casa, Ole Christensen, Martina Dlabajová, Lampros Fountoulis, Elena Gentile, Arne Gericke, Marian Harkin, Danuta Jazłowiecka, Rina Ronja Kari, Jan Keller, Ádám Kósa, Agnieszka Kozłowska-Rajewicz, Jean Lambert, Jérôme Lavrilleux, Patrick Le Hyaric, Verónica Lope Fontagné, Javi López, Morten Løkkegaard, Thomas Mann, Dominique Martin, Anthea McIntyre, Elisabeth Morin-Chartier, Emilian Pavel, João Pimenta Lopes, Georgi Pirinski, Marek Plura, Claude Rolin, Anne Sander, Sven Schulze, Siôn Simon, Jutta Steinruck, Romana Tomc, Yana Toom, Ulrike Trebesius, Marita Ulvskog, Renate Weber, Tatjana Ždanoka, Jana Žitňanská

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Maria Arena, Georges Bach, Lynn Boylan, Paloma López Bermejo, Edouard Martin, Csaba Sógor, Monika Vana, Kosma Złotowski

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

John Stuart Agnew, Sylvie Goddyn

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

21.4.2016

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

34

3

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Dita Charanzová, Carlos Coelho, Sergio Gaetano Cofferati, Lara Comi, Anna Maria Corazza Bildt, Daniel Dalton, Nicola Danti, Dennis de Jong, Vicky Ford, Ildikó Gáll-Pelcz, Evelyne Gebhardt, Antanas Guoga, Sergio Gutiérrez Prieto, Robert Jarosław Iwaszkiewicz, Liisa Jaakonsaari, Philippe Juvin, Antonio López-Istúriz White, Marlene Mizzi, Robert Rochefort, Virginie Rozière, Christel Schaldemose, Andreas Schwab, Olga Sehnalová, Igor Šoltes, Ivan Štefanec, Mylène Troszczynski, Anneleen Van Bossuyt, Marco Zullo

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Lucy Anderson, Birgit Collin-Langen, Edward Czesak, João Pimenta Lopes, Julia Reda, Dariusz Rosati, Lambert van Nistelrooij, Sabine Verheyen, Kerstin Westphal

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Georg Mayer