RELAZIONE sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura

22.5.2018 - (2018/2037(INI))

Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale
Relatore: Herbert Dorfmann


Procedura : 2018/2037(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A8-0178/2018

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura

(2018/2037(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la comunicazione della Commissione del 29 novembre 2017 dal titolo "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura" (COM(2017)0713),

–  visti gli articoli 38 e 39 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) che istituiscono la politica agricola comune (PAC) e i suoi obiettivi,

–  visti gli articoli 40 e 42 TFUE che istituiscono un'organizzazione comune dei mercati (OCM) per i prodotti agricoli e stabiliscono la misura in cui le regole di concorrenza sono applicabili alla produzione e al commercio dei prodotti agricoli,

–  visto l'articolo 13 TFUE,

–  visto l'articolo 349 TFUE, che definisce lo statuto delle regioni ultraperiferiche e stabilisce le condizioni di applicazione dei trattati a tali regioni,

–  visto il regolamento (CE) n. 2017/2393 del 13 dicembre 2017 che modifica i regolamenti (UE) n. 1305/2013 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), (UE) n. 1306/2013 sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune, (UE) n. 1307/2013 recante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell'ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune, (UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e (UE) n. 652/2014 che fissa le disposizioni per la gestione delle spese relative alla filiera alimentare, alla salute e al benessere degli animali, alla sanità delle piante e al materiale riproduttivo vegetale[1] ("regolamento omnibus"),

–  vista la direttiva 98/58/CE del Consiglio, del 20 luglio 1998, riguardante la protezione degli animali negli allevamenti[2],

–  visto il documento informativo della Corte dei conti europea (CCE) sul futuro della PAC, pubblicato il 19 marzo 2018,

–  viste la direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi[3] e la relazione della Commissione del 10 ottobre 2017 sui piani d'azione nazionali degli Stati membri e sui progressi realizzati nell'attuazione della direttiva 2009/128/CE sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi (COM(2017)0587),

–  vista la sua decisione, del 6 febbraio 2018, sulla costituzione, le attribuzioni, la composizione numerica e la durata del mandato della commissione speciale sulla procedura di autorizzazione dei pesticidi nell'Unione[4],

–  viste le relazione speciali della CCE n. 16/2017 dal titolo "Programmazione dello sviluppo rurale: sono necessarie minor complessità e maggiore concentrazione sui risultati" e n. 21/2017 dal titolo "L'inverdimento: un regime di sostegno al reddito più complesso, non ancora efficace sul piano ambientale",

–  visto il documento di riflessione della Commissione del 28 giugno 2017 sul futuro delle finanze dell'UE (COM(2017)0358),

–  vista la comunicazione della Commissione del 14 febbraio 2018, dal titolo "Un quadro finanziario pluriennale nuovo e moderno per un'Unione europea in grado di realizzare efficientemente le sue priorità post-2020" (COM(2018)0098),

–  vista la dichiarazione di Cork 2.0 del 2016 "Una vita migliore nelle aree rurali", formulata in occasione della Conferenza europea sullo sviluppo rurale,

–  vista la sua risoluzione del 3 maggio 2018 sulla situazione attuale e le prospettive future per i settori ovino e caprino nell'UE[5],

–  vista la sua risoluzione del 17 aprile 2018 su una strategia europea per promuovere le colture proteiche – incoraggiare la produzione di colture proteiche e leguminose nel settore agricolo europeo[6],

–  vista la sua risoluzione del 14 marzo 2018 sul prossimo QFP: preparazione della posizione del Parlamento in merito al QFP per il periodo successivo al 2020[7],

–  vista la sua risoluzione del 1° marzo 2018 sulle prospettive e le sfide per il settore dell'apicoltura dell'UE[8],

–  vista la sua risoluzione del 27 aprile 2017 sulla situazione relativa alla concentrazione dei terreni agricoli nell'UE: come agevolare l'accesso degli agricoltori alla terra?[9],

–  vista la sua risoluzione del 4 aprile 2017 sulle donne e il loro ruolo nelle zone rurali[10],

–  vista la sua risoluzione del 14 dicembre 2016 sugli strumenti della PAC intesi a ridurre la volatilità dei prezzi nei mercati agricoli[11],

–  vista la sua risoluzione del 27 ottobre 2016 su come può la PAC migliorare la creazione di occupazione nelle zone rurali[12],

–  vista la sua risoluzione del 7 giugno 2016 sulla promozione dell'innovazione e dello sviluppo economico nella futura gestione delle aziende agricole europee[13],

–  vista la sua risoluzione del 7 luglio 2015 sulle prospettive del settore lattiero-caseario dell'UE - bilancio dell'attuazione del pacchetto latte[14],

–  visto il parere del Comitato economico e sociale europeo, del 21 gennaio 2015, su "Un'eventuale riforma in profondità della PAC"[15],

–  visto il parere del Comitato europeo delle regioni dal titolo "La PAC dopo il 2020"[16],

–  visti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (OSS), la maggior parte dei quali sono pertinenti alla PAC,

–  viste la relazione e le conclusioni del novembre 2016 della task force dei mercati agricoli dal titolo "Improving Market Outcomes – Enhancing the position of farmers in the supply chain" (Migliorare i risultati del mercato – Valorizzare la posizione degli agricoltori nella catena di approvvigionamento),

–  visto l'accordo di Parigi in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 21) del 2015 e, in particolare, gli impegni assunti dall'Unione europea come "contributi stabiliti a livello nazionale" (CLN) al fine di raggiungere gli obiettivi dell'accordo a livello mondiale,

–  vista la relazione della Commissione del 15 dicembre 2016 sull'attuazione del regime di sostegno per misure specifiche nel settore dell'agricoltura a favore delle regioni ultraperiferiche dell'Unione (POSEI) (COM(2016)0797),

–  visto il riesame dell'attuazione delle politiche ambientali, annunciato nel 2016 (COM(2016)0316), che è uno strumento volto a contribuire a offrire i vantaggi della legislazione e delle politiche ambientali dell'UE alle imprese e ai cittadini attraverso una migliore attuazione,

–  vista la lettera della commissione per il controllo dei bilanci,

–  visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e i pareri della commissione per lo sviluppo, della commissione per il commercio internazionale, della commissione per i bilanci e della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (A8-0178/2018),

A.  considerando che la comunicazione della Commissione su "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura" riconosce che la politica agricola comune (PAC) è una delle politiche più antiche e integrate nell'UE, è di importanza strategica globale e dovrebbe essere concepita in modo da consentire al settore agricolo e forestale dell'UE di rispondere alle richieste motivate dei cittadini non solo per quanto riguarda la sicurezza, la protezione, la qualità e sostenibilità alimentari, ma anche la cura dell'ambiente, la biodiversità e la protezione delle risorse naturali, l'azione in materia di cambiamenti climatici, lo sviluppo rurale, la sanità e elevati standard di benessere degli animali e l'occupazione;

B.  considerando che è oggi giocoforza constatare che la PAC deve essere riformata per rispondere in maniera più soddisfacente alle esigenze sia dei suoi primi destinatari, gli agricoltori, sia di tutti i cittadini;

C.  considerando che la PAC è di fondamentale importanza in Europa per circa 12 milioni di aziende agricole;

D.  considerando che i terreni agricoli rappresentano il 47 % del territorio europeo e che nell'UE ci sono 22 milioni di agricoltori e di lavoratori agricoli;

E.  considerando che gli obiettivi della PAC dovrebbero essere quelli di garantire la sicurezza e la sovranità alimentari nonché la resilienza e la sostenibilità dei sistemi e dei territori agricoli dell'UE;

F.   considerando che l'obiettivo generale dell'UE di un settore agricolo e forestale multifunzionale e diversificato, creatore di posti di lavoro, equo, basato su pratiche agricole sostenibili, che consenta di preservare aziende agricole di piccole dimensioni e a conduzione familiare redditizie, accessibili e tramandabili alle nuove generazioni, rimane fondamentale per fornire le esternalità positive e i beni pubblici (prodotti alimentari e non alimentari e servizi) che i cittadini europei esigono;

G.  considerando che è fondamentale arrestare e invertire l'attuale concentrazione del potere nelle mani del settore della grande distribuzione e della grande industria;

H.  considerando che le modifiche dell'attuale PAC devono basarsi sugli obiettivi strategici intesi a rafforzare la competitività e garantire alimenti sani e sicuri;

I.   considerando che per oltre 25 anni la PAC ha subito riforme periodiche, dettate dall'apertura dell'agricoltura europea ai mercati internazionali e dall'emergere di nuove sfide in ambiti quali l'ambiente e i cambiamenti climatici; che si rende ora necessario un altro passo in questo processo continuo di adeguamento, al fine di semplificare, modernizzare e riorientare tale politica, affinché possa garantire un reddito agli agricoltori e rispondere più efficacemente alle aspettative di tutta la società, soprattutto in materia di qualità e sicurezza alimentare, cambiamento climatico, sanità pubblica e occupazione, garantendo nel contempo la certezza giuridica e la sicurezza finanziaria per il settore, al fine di realizzare zone rurali sostenibili, affrontare il problema della sicurezza alimentare e garantire che gli obiettivi climatici e ambientali europei siano soddisfatti, nonché aumentare il valore aggiunto europeo;

J.   considerando che la Commissione, pur avendo intitolato la sua comunicazione sull'attuale riforma della PAC "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura", non ha fornito alcuna garanzia sul mantenimento del bilancio della PAC e che è essenziale affrontare questa questione prima della presentazione delle prossime proposte legislative; che queste ultime devono garantire che non vi sia una rinazionalizzazione della PAC, che il buon funzionamento del mercato unico non sia compromesso e che vi sia una reale semplificazione per i beneficiari, non solo a livello di UE ma anche a livello di Stati membri, regionale, locale e delle aziende agricole, nonché flessibilità e certezza giuridica per gli agricoltori e silvicoltori, garantendo al contempo che gli ambiziosi obiettivi ambientali e gli obiettivi della nuova PAC siano conseguiti senza aggiungere nuovi vincoli per gli Stati membri e quindi un nuovo livello di complessità, che comporterebbe ritardi nell'attuazione delle strategie nazionali;

K.  considerando che un nuovo modello di risultati di questo tipo dovrebbe garantire una relazione diretta tra l'UE e gli agricoltori europei;

L.  considerando che la PAC deve svolgere un ruolo importante nel rafforzare la produttività e la competitività del settore a lungo termine e nell'evitare la stagnazione e la volatilità dei redditi agricoli che, nonostante la concentrazione e l'intensificazione della produzione e l'aumento della produttività, sono mediamente ancora inferiori rispetto al resto dell'economia;

M.  considerando che i pagamenti diretti forniscono il primo livello sostanziale di stabilità e una rete di sicurezza per i redditi agricoli poiché rappresentano una parte tangibile dei redditi agricoli annui e addirittura il 100 % delle entrate delle aziende agricole in determinate regioni; che tali pagamenti dovrebbero continuare per aiutare gli agricoltori a competere a parità di condizioni con i paesi terzi;

N.  considerando che nuove catene di valore rurali nella bioeconomia possono offrire un buon potenziale in termini di crescita e posti di lavoro nelle zone rurali;

O.  considerando che i pagamenti diretti devono essere maggiormente destinati agli agricoltori, poiché questi ultimi sono le persone che contribuiscono alla stabilità e al futuro delle regioni rurali dell'UE e affrontano i rischi di mercato sotto il profilo economico;

P.  considerando che, negli ultimi anni, gli agricoltori hanno dovuto affrontare una crescente volatilità dei prezzi, che ha rispecchiato le fluttuazioni dei prezzi sui mercati globali e l'incertezza causata da sviluppi macroeconomici, da politiche esterne come quella commerciale, da questioni politiche e diplomatiche, da crisi sanitarie, da eccedenze in taluni settori europei, da cambiamenti climatici e dalla maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi nell'UE;

Q.  considerando che gli strumenti specifici per i settori mediterranei dovrebbero rimanere nel pilastro I;

R.  considerando che è essenziale fornire strumenti flessibili e reattivi per aiutare i settori sensibili e strategici ad affrontare i cambiamenti strutturali, quali gli impatti potenziali della Brexit o degli accordi commerciali bilaterali approvati con i principali partner dell'UE;

S.  considerando che le strategie settoriali per la frutta, gli ortaggi e il vino e l'apicoltura dovrebbero continuare a essere obbligatorie per i paesi produttori e che è opportuno mantenere le specificità dei relativi strumenti e norme;

T.  considerando che è essenziale garantire parità di condizioni, prezzi equi e un equo tenore di vita per tutti gli agricoltori in tutte le regioni e gli Stati membri dell'UE, garantendo in tal modo prezzi accessibili per cittadini e consumatori e assicurando la presenza di attività agricola in tutte le parti dell'Unione, ivi comprese le zone soggette a vincoli naturali; che è fondamentale promuovere il consumo e la disponibilità di alimenti di qualità e diete sane e sostenibili, rispettando al contempo gli impegni in materia di sostenibilità sociale e ambientale, azione per il clima, salute e benessere degli animali e delle piante e sviluppo equilibrato delle zone rurali;

U.  considerando che l'acqua e l'agricoltura sono intrinsecamente connesse e che la gestione sostenibile dell'acqua nel settore agricolo è essenziale per garantire una buona qualità e una produzione alimentare sufficiente, nonché la conservazione delle risorse idriche;

V.  considerando che la PAC necessita di strumenti adeguati per far fronte alla vulnerabilità dell'agricoltura ai cambiamenti climatici e, al tempo stesso, ridurre la pressione sulle riserve di acqua dolce esercitata dal settore, responsabile del 50 % del consumo di acqua dolce nell'UE;

W.  considerando che, a fini di maggiore equità e legittimità, è necessario prevedere un sistema di pagamenti aggiornato, più semplice ed equo;

X.  considerando che l'attuale PAC è priva degli strumenti necessari a garantire redditi adeguati necessari per una vita dignitosa degli agricoltori più anziani;

Y.  considerando che non esistono strumenti adeguati in grado di incoraggiare il trasferimento delle attività dalla vecchia generazione di agricoltori a quelle più giovani;

Z.  considerando che, secondo il documento di riflessione sul futuro della PAC pubblicato dalla CCE nel marzo 2018, nel 2010, per ogni 100 dirigenti di aziende agricole di età superiore ai 55 anni, se ne registravano 14 con meno di 35 anni, cifra che si era ridotta a 10.8 nel 2013; che l'età media degli agricoltori dell'UE è aumentata da 49,2 a 51,4 anni nel periodo compreso tra il 2004 e il 2013; che le aziende agricole più piccole sono per lo più quelle degli agricoltori anziani;

Aa.   considerando che l'aumento del commercio mondiale comporta sia opportunità che sfide, legate, tra l'altro, all'ambiente, ai cambiamenti climatici, alla protezione delle risorse idriche, alla mancanza di terreni agricoli e al degrado dei suoli e richiede pertanto un adeguamento delle norme del commercio internazionale in modo da consentire la creazione di condizioni di parità basate su standard elevati, di condizioni eque e sostenibili per lo scambio di beni e servizi, nonché di meccanismi di difesa commerciale rinnovati ed efficienti, in conformità delle vigenti norme sociali, economiche, ambientali, sanitarie, fitosanitarie e di benessere degli animali dell'UE;

Ab.  considerando che tali norme elevate devono essere mantenute e ulteriormente promosse a livello internazionale, in particolare nel quadro dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), in modo da tutelare gli interessi dei produttori e dei consumatori europei garantendo standard europei negli accordi commerciali per le importazioni;

Ac.  considerando che circa l'80 % delle proteine necessarie nell'UE è importato da paesi terzi e che sinora nell'ambito della PAC non è stata attuata sinora una strategia minimamente sufficiente in materia di proteine;

Ad.  considerando che, sebbene l'accento posto sulla ricerca e lo sviluppo sia per l'innovazione di prodotti che per processi efficienti in termini di risorse debba essere accolto con favore, occorre adoperarsi maggiormente per sviluppare la capacità di ricerca e le infrastrutture necessarie per tradurre i risultati della ricerca in pratiche alimentari, agricole e agroforestali sostenibili, grazie a un sostegno adeguato, nonché promuovere un approccio che coinvolga un gran numero di attori e si incentri sugli agricoltori, sostenuto da servizi per l'espansione dell'attività agricola indipendenti, trasparenti e finanziati con risorse sufficienti in tutti gli Stati membri e le regioni e mediante servizi di formazione e scambio di conoscenze a livello di Stato membro;

Ae.  considerando che il sostegno agli investimenti diretti dovrebbe essere più efficacemente mirato alle duplici richieste di prestazioni economiche e ambientali e tenere conto delle esigenze degli agricoltori stessi;

Af.  considerando che l'UE dispone di diversi programmi spaziali (EGNOS e Galileo) e di osservazione terrestre (Copernicus) e che occorre sfruttarne al massimo il potenziale in termini di controllo dell'attuazione della PAC e di transizione dell'agricoltura europea verso un'agricoltura di precisione e verso una duplice prestazione ambientale ed economica delle aziende agricole;

Ag.  considerando che la maggior parte della ricerca biotecnologica è ora situata al di fuori dell'UE ove si incentra in genere sulle questioni agroeconomiche non pertinenti per il settore dell'UE, comportando perdite potenziali degli investimenti e dispersività;

Ah.  considerando che, sulla base delle esperienze recenti, promuovendo i processi naturali intesi a incrementare i rendimenti e la resilienza e traendo vantaggio dagli stessi, si ridurranno probabilmente i costi di produzione;

Ai.  considerando che un settore agricolo, alimentare e forestale competitivo deve continuare a svolgere un ruolo incisivo nel conseguimento degli obiettivi dell'UE in materia di protezione ambientale e azione per il clima, definiti negli accordi internazionali come la COP21 e gli OSS delle Nazioni Unite, incentivando e remunerando gli agricoltori per il loro contributo e assistendoli mediante una riduzione degli oneri regolamentari e amministrativi inutili nelle misure che intraprendono;

Aj.  considerando che l'entità dell'aumento della temperatura superficiale media del pianeta, previsto nel XXI secolo, e le sue conseguenze immediate sulle condizioni climatiche richiedono un sistema alimentare sostenibile sul piano ambientale, che garantisca una produzione sicura e copiosa, senza vincolare l'Unione ad altri mercati;

Ak.  considerando che è importante che la futura PAC sia coerente con gli OSS, l'accordo di Parigi e le politiche dell'UE, in particolare nei settori della sostenibilità, dell'ambiente, del clima, della sanità pubblica e dell'alimentazione;

Al.  considerando che l'agricoltura è uno dei settori dell'economia che dovrebbero contribuire all'obiettivo di riduzione, entro il 2030, delle emissioni di gas a effetto serra del 30 % rispetto ai livelli del 2005 nel quadro del regolamento sulla ripartizione degli sforzi;

Am.  considerando che i piccoli agricoltori rappresentano circa il 40 % delle aziende agricole dell'UE, ma ricevono soltanto l'8 % delle sovvenzioni a titolo della PAC;

An.  considerando che i 17 OSS fissano obiettivi nuovi e chiari per la PAC per il periodo successivo al 2020;

Ao.  considerando che la PAC ha progressivamente integrato gli obiettivi ambientali garantendo che le sue norme siano compatibili con i requisiti ambientali previsti dalla legislazione dell'Unione e che gli agricoltori rispettino detti requisiti e promuovano altresì pratiche agricole sostenibili a tutela dell'ambiente e della biodiversità;

Ap.  considerando che il consumo di grassi saturi e di carni rosse nell'Unione rimane ben al di sopra dell'apporto nutrizionale raccomandato e che l'industria alimentare continua a contribuire in modo considerevole alle emissioni di gas a effetto serra e di azoto;

Aq.  considerando che i cicli di produzione chiusi, che si riferiscono ai processi di produzione, lavorazione e imballaggio effettuati nella stessa regione, mantengono il valore aggiunto nella regione in questione e assicurano pertanto maggiori posti di lavoro nell'area locale e dimostrano quindi il potenziale di rilanciare le zone rurali;

Ar.  considerando che la PAC persegue obiettivi economici e ambientali inscindibili e che tale dualità deve essere preservata e rafforzata nel quadro della riforma del pilastro I e del dispositivo di inverdimento, a beneficio di una transizione verso un modello agricolo europeo sostenibile ed efficiente;

As.  considerando che la futura PAC dell'Unione europea deve adoperarsi per conseguire una limitazione significativa dell'utilizzo di antibiotici nell'agricoltura e nel settore alimentare per rafforzare l'agricoltura sostenibile;

At.  considerando che l'incremento della resilienza a lungo termine e della sostenibilità dei sistemi e dei territori agricoli andrà a beneficio dell'UE nel suo complesso;

Au.  considerando che la CCE ha sottolineato il fatto che, a causa dei requisiti dell'inverdimento, che spesso non fanno altro che rispecchiare pratiche già esistenti, i pagamenti verdi introdotti nell'ambito della riforma del 2013 generano maggiori complessità e burocrazia, sono difficili da comprendere e, a parere della CCE, non migliorano in modo significativo le prestazioni ambientali e climatiche della PAC a causa della loro concezione, e che questi sono elementi importanti di cui tenere conto nell'elaborazione della nuova architettura verde della PAC;

Av.  considerando che la CCE ha individuato lacune significative nell'attuazione del secondo pilastro, in particolare nel lungo processo di approvazione nonché nella natura complessa e burocratica dei programmi di sviluppo rurale;

Aw.  considerando che la "metavalutazione" basata su dati comprovati condotta da controlli dell'adeguatezza ha dimostrato che le misure di inverdimento non hanno migliorato in modo significativo le prestazioni ambientali, in gran parte perché tali requisiti erano già stati raggiunti;

Ax.   considerando che gli obiettivi della dichiarazione di Cork 2.0 per una vita migliore nelle aree rurali riguardano aree rurali dinamiche, multifunzionalità intelligenti, biodiversità all'interno e all'esterno dell'agricoltura e della silvicoltura, razze animali rare e colture protette, nonché agricoltura biologica, sostegno alle zone svantaggiate e impegni nel contesto di Natura 2000; che la dichiarazione sottolinea altresì l'importanza degli sforzi per evitare lo spopolamento delle zone rurali e il ruolo delle donne e dei giovani in questo processo, nonché la necessità di una migliore valorizzazione delle risorse endogene nelle aree rurali mediante l'attuazione di strategie integrate e di approcci multisettoriali che rafforzino l'impostazione dal basso (bottom up) e la creazione di sinergie tra gli attori, e rendono necessario investire nella sostenibilità economica delle zone rurali, conservare e gestire più efficacemente le risorse naturali, incoraggiare l'azione a favore del clima, promuovere la conoscenza e l'innovazione, rafforzare la governance dei territori rurali e semplificare la politica di sviluppo rurale e la sua attuazione;

Ay.  considerando che è opportuno che la PAC tenga conto delle zone meno interessanti, quali le regioni caratterizzate da forte concorrenza tra sviluppo urbano e agricoltura, per le loro restrizioni supplementari sull'accesso ai terreni ai fini del mantenimento dell'agricoltura in tali zone;

Az.  considerando che le zone svantaggiate, quali le regioni montagnose e ultraperiferiche, dovrebbero continuare a essere compensate dalla PAC per i costi supplementari associati ai loro vincoli specifici al fine di mantenere l'attività agricola in tali zone;

Ba.  considerando che la PAC dovrebbe riconoscere debitamente i notevoli benefici ambientali apportati da taluni settori, come i settori ovino e caprino o le colture proteiche;

Bb.  considerando che il settore dell'apicoltura è di fondamentale importanza per l'UE e fornisce un contributo significativo alla società sia dal punto di vista economico che ecologico;

Bc.  considerando che è essenziale rafforzare ulteriormente la posizione degli agricoltori nella catena dell'approvvigionamento alimentare e garantire un'equa concorrenza nel mercato unico, con norme eque e trasparenti che tengano conto delle specificità dell'agricoltura in termini di relazioni tra la produzione e gli altri anelli della catena alimentare, sia a monte che a valle, e fornire incentivi per evitare in modo effettivo rischi e crisi, compresi strumenti di gestione attivi, capaci di far coincidere l'offerta e la domanda e che possano essere dispiegati a livello settoriale e da parte delle autorità pubbliche, come delineato nella relazione della task force sui mercati agricoli; che occorre prendere in considerazione e monitorare adeguatamente gli aspetti che esulano dall'ambito di applicazione della PAC e che incidono sulla competitività e sulla realizzazione di parità di condizioni per gli agricoltori;

Bd.  considerando che le nuove sfide in materia di sicurezza e autonomia alimentare per l'agricoltura europea nell'ambito delle priorità politiche dell'UE, come indicato nel documento di riflessione della Commissione sul futuro delle finanze dell'UE, impongono al prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) di incrementare o mantenere costante la dotazione agricola in euro per coprire le sfide attuali e quelle nuove;

Be.  considerando che gli agricoltori, viste le previsioni da parte della società affinché questi modifichino le loro pratiche per diventare pienamente sostenibili, dovrebbero essere sostenuti in questa transizione con fondi pubblici; 

Bf.  considerando che qualsiasi modifica all'attuale PAC deve essere introdotta in modo tale da garantire la stabilità del settore, la certezza giuridica e la sicurezza della pianificazione per gli agricoltori e i proprietari di aziende forestali mediante periodi e misure di transizione adeguati;

Bg.  considerando che il Parlamento deve svolgere un ruolo globale nel definire un chiaro quadro politico per mantenere l'ambizione comune a livello europeo e un dibattito democratico sulle questioni strategiche che hanno un impatto sulla vita quotidiana di tutti i cittadini quando si tratta dell'uso sostenibile delle risorse naturali, tra cui acqua, suolo e aria, della qualità del nostro cibo, della stabilità finanziaria dei produttori agricoli, della sicurezza alimentare, della sanità e della modernizzazione sostenibile delle pratiche agricole e igieniche, con l'obiettivo di istituire un contratto sociale a livello europeo tra produttori e consumatori;

Bh.  considerando che è necessaria una rifusione della PAC per conseguire prestazioni che siano al livello della posta in gioco, che è assolutamente necessario permettere ai colegislatori di esercitare pienamente la propria missione entro un determinato arco di tempo e che occorre tener conto delle incertezze relative alla Brexit;

Bi.  considerando che il futuro della sicurezza alimentare in Europa deve essere garantito sia per il Regno Unito che per l'UE a 27, adoperandosi al massimo al fine di minimizzare le turbative alla produzione e all'accesso al cibo per entrambe le parti; che occorre impegnarsi a fondo per assicurare un allineamento unitario delle norme di sicurezza ambientale e alimentare in modo da garantire che i cittadini del Regno Unito e quelli dell'UE non debbano far fronte ad alcuna riduzione della qualità degli alimenti e della sicurezza alimentare;

Bj.  considerando che una delle sei priorità fondamentali per lo sviluppo rurale nell'UE consiste nel ripristino, nella salvaguardia e nel potenziamento degli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura, anche nelle zone Natura 2000;

Bk.  considerando che l'UE sta attualmente lavorando a una strategia in materia di proteine volta a promuovere l'autosufficienza mediante colture proteiche;

Bl.  considerando che nel 2017, 124 milioni di persone erano colpite da grave insicurezza alimentare in 51 paesi e che ciò rappresenta un aumento di 16 milioni rispetto al 2016; che la maggior parte delle persone colpite dall'insicurezza alimentare vive in ambito rurale;

Bm.  considerando che la parità tra donne e uomini rappresenta un obiettivo fondamentale dell'UE e dei suoi Stati membri; che molti dei ruoli svolti dalle donne nelle zone rurali contribuiscono a mantenere vitali le aziende agricole e dinamiche le comunità rurali; che gli sforzi per evitare lo spopolamento delle zone rurali sono collegati a opportunità per le donne e i giovani; che le donne delle zone rurali sono tuttora confrontate a numerose sfide, dal momento che le politiche agricole e di sviluppo rurale non integrano in misura sufficiente la dimensione di genere; che, sebbene il sesso di chi riceve i pagamenti diretti o beneficia dello sviluppo rurale non costituisca un indicatore affidabile dell'impatto dei programmi, le donne in quanto richiedenti o beneficiarie sono sottorappresentate;

Bn.  considerando che, al fine di giustificare il bilancio della PAC ai contribuenti europei, il futuro finanziamento deve essere legato sia alla produzione di alimenti sicuri e di qualità, sia a un chiaro valore aggiunto sociale per quanto riguarda l'agricoltura sostenibile, a prestazioni ambientali e climatiche ambiziose, a norme in materia di sanità pubblica e di salute e benessere degli animali, nonché ad altri impatti sociali della PAC, al fine di creare una reale parità di condizioni all'interno e all'esterno dell'UE;

Bo.  considerando che lo studio di Eurobarometro speciale n. 442 sugli atteggiamenti degli europei nei confronti del benessere degli animali indica che l'82 % dei cittadini europei crede che il benessere degli animali d'allevamento dovrebbe essere migliorato;

Bp.  considerando che l'impiego di pesticidi, il degrado della biodiversità e i cambiamenti nell'ambiente agricolo potrebbero avere un impatto negativo sulla quantità degli insetti impollinatori e sulla varietà di specie impollinatrici; che le sfide affrontate dagli impollinatori, sia addomesticati che selvatici, sono significative e che l'impatto sull'agricoltura e sulla sicurezza alimentare dell'UE potrebbe essere dannoso a causa della dipendenza della maggior parte della produzione dell'UE dai servizi di impollinazione; che nel gennaio 2018 è stata avviata una consultazione pubblica nell'ambito dell'iniziativa dell'UE a favore degli impollinatori, volta a individuare l'approccio migliore e le misure necessarie per contrastare il declino degli impollinatori nell'UE;

Bq.  considerando la necessità di elaborare una misura specifica nell'ambito dello sviluppo rurale - incentrata sugli otto principi dell'Unione europea in materia di difesa integrata (IPM) - al fine di incoraggiare una riduzione dell'uso dei pesticidi e sostenere l'adozione di alternative non chimiche;

Br.  considerando che le zone svantaggiate, quali le regioni montagnose e ultraperiferiche, dovrebbero continuare a essere compensate dalla PAC per i costi supplementari associati ai loro vincoli specifici al fine di mantenere l'attività agricola in tali zone;

Bs.  considerando che l'applicazione del quadro della PAC nelle regioni ultraperiferiche dovrebbe pienamente esaminare l'ambito di applicazione dell'articolo 349 TFUE, dal momento che tali regioni si trovano in una posizione di particolare svantaggio in termini di sviluppo socioeconomico, per quanto riguarda aspetti quali l'invecchiamento della popolazione e lo spopolamento; che il POSEI è uno strumento efficace, destinato a sviluppare e rafforzare la composizione delle filiere, rispondendo alle problematiche specifiche dell'agricoltura nelle regioni ultraperiferiche; che la Commissione, nella sua relazione del 15 dicembre 2016 al Parlamento e al Consiglio sull'attuazione del programma POSEI, conclude che "tenuto conto della valutazione del programma [POSEI], una modifica del regolamento di base (UE) n. 228/2013 non è ritenuta necessaria";

Bt.  considerando che sia la gestione forestale che l'agroforestazione comprendente un piano superiore di vegetazione legnosa su pascoli o colture agricole, possono contribuire alla resilienza a livello di azienda agricola e di paesaggio nonché alle azioni necessarie in materia di ambiente e mitigazione dei cambiamenti climatici, fornendo prodotti forestali o agricoli o altri servizi ecosistemici, rafforzando pertanto gli obiettivi della PAC e consentendo all'economia circolare e alla bioeconomia di contribuire a nuovi modelli imprenditoriali a vantaggio di agricoltori e silvicoltori e delle zone rurali; che la strategia forestale dell'Unione europea promuove un approccio coerente e olistico alla gestione delle foreste nonché i vantaggi molteplici delle foreste e contempla l'intera catena di valore del settore forestale; sottolinea che la PAC svolge un ruolo cruciale nel conseguimento di questi obiettivi, e presta una particolare attenzione alle foreste della regione mediterranea, che risentono maggiormente dei cambiamenti climatici e sono più colpite da incendi, con conseguenti rischi per la biodiversità e la produzione agricola potenziale;

Una nuova relazione tra l'Unione europea, gli Stati membri, le regioni e gli agricoltori

1.  si compiace dell'intenzione di semplificare e modernizzare la PAC per il beneficio economico degli agricoltori e per rispondere alle aspettative dei cittadini, ma sottolinea che le priorità principali della riforma devono essere i principi sanciti dal trattato di Roma, l'integrità del mercato unico e il conseguimento di una politica veramente comune adeguatamente finanziata dall'UE, moderna e orientata ai risultati, che promuova l'agricoltura sostenibile e garantisca alimenti sicuri, di alta qualità e diversificati, e occupazione e sviluppo nelle zone rurali;

2.  prende atto della comunicazione della Commissione dal titolo "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura" e accoglie favorevolmente l'impegno a garantire che uno degli obiettivi della PAC consista nel migliorare e garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e contribuire agli obiettivi ambientali e climatici dell'UE;

3.  chiede una PAC che persegua, come priorità assoluta, la transizione di ciascuna azienda agricola europea verso un'impresa che coniughi norme di prestazione di carattere economico con norme di prestazione di carattere ambientale;

4.  sottolinea la necessità che la PAC mantenga la relazione essenziale tra legislatori, agricoltori e cittadini dell'UE; respinge qualsiasi possibilità di rinazionalizzare la PAC, il che aumenterebbe gli squilibri della concorrenza all'interno del mercato unico;

5.  evidenzia il ruolo assai rilevante delle piccole e medie aziende agricole e l'importanza di riconoscerlo e valorizzarlo;

6.  sottolinea che, sebbene la flessibilità di cui godono attualmente gli Stati membri in relazione alle opzioni definite nelle norme di base permetta di far fronte a situazioni specifiche, allo stesso tempo sta a dimostrare che alcune parti della PAC non possono più essere considerate comuni; evidenzia la necessità di rispettare le condizioni della concorrenza all'interno del mercato unico e garantire condizioni eque di accesso al sostegno per gli agricoltori in diversi Stati membri o addirittura in regioni diverse, nonché la necessità di trovare soluzioni adeguate ed efficaci al fine di ridurre al minimo i rischi di distorsione della concorrenza o i rischi per la coesione;

7.  ritiene che gli Stati membri dovrebbero poter beneficiare di un livello ragionevole di flessibilità, nell'ambito di un solido insieme comune di norme UE, requisiti fondamentali, strumenti d'intervento, controlli e stanziamenti finanziari concordati a livello UE dal colegislatore, al fine di garantire parità di condizioni per gli agricoltori e, in particolare, un approccio europeo al sostegno a titolo del primo pilastro, al fine di assicurare il rispetto di condizioni di concorrenza leale;

8.  è dell'opinione che, al fine di rendere l'applicazione della PAC più efficace e adattarla meglio alle realtà dei diversi modelli agricoli d'Europa, le scelte nazionali adottate nel quadro dell'insieme di strumenti definiti dall'UE e disponibili nell'ambito del primo e del secondo pilastro dovrebbero essere semplificate e che gli Stati membri dovrebbero elaborare, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, strategie nazionali coerenti, basate su elementi concreti, sulla base di obiettivi e indicatori UE concernenti i principali tipi di possibili strumenti di intervento, anch'essi da definire a livello dell'UE, e i loro criteri di selezione, all'interno di un quadro comune di regole ben definito, applicabile in tutta l'UE, nel debito rispetto delle norme e dei principi del mercato unico;

9.  sottolinea che la sussidiarietà aggiuntiva dovrebbe essere concessa solo a condizione che vi sia un solido insieme comune di norme, obiettivi, indicatori e controlli dell'UE;

10.  pone in evidenza i rischi della sovraregolamentazione a livello nazionale e regionale e l'elevato grado di incertezza per gli agricoltori derivante dalla possibilità per gli Stati membri di stabilire autonomamente i propri piani nazionali e di rivedere le loro decisioni annualmente, a seconda delle posizioni adottate dai governi in carica; invita pertanto la Commissione a presentare ai colegislatori, insieme con le sue proposte legislative, un modello chiaro e semplice di piano strategico nazionale, al fine di consentire ai colegislatori di valutare la portata, il livello di dettaglio e il contenuto di tali piani, quali elementi essenziali dell'imminente proposta della Commissione, e a chiarire i criteri in base ai quali saranno valutate queste strategie nazionali;

11.  invita la Commissione a rendere disponibili strumenti intesi ad aumentare l'uso di sinergie tra il finanziamento della PAC e quello della politica di coesione;

12.  evidenzia la necessità che la futura PAC rispetti pienamente la ripartizione dei poteri all'interno di ciascuno Stato membro, spesso sancita dalle loro costituzioni, in particolare per quanto riguarda il rispetto delle competenze giuridiche delle regioni dell'UE nell'elaborazione, nella gestione e nell'attuazione delle politiche, ad esempio quella relativa al FEASR; sottolinea la necessità di garantire che gli agricoltori e gli altri beneficiari siano debitamente coinvolti in tutte le fasi dell'elaborazione delle politiche;

13.  accoglie con favore gli sforzi della Commissione per stabilire la progettazione, l'attuazione e il controllo di un approccio basato sui risultati al fine di promuovere le prestazioni anziché la conformità, garantendo al contempo un monitoraggio adeguato e basato sui rischi mediante indicatori chiaramente definiti, semplificati, meno burocratici (anche attraverso misure di prevenzione della sovraregolamentazione), solidi, trasparenti e misurabili a livello di UE, compresi controlli adeguati delle misure, della progettazione, dell'applicazione e delle sanzioni degli Stati membri; ritiene che sia necessario istituire criteri di base uniformi per la definizione di sanzioni simili in base ai casi di inosservanza equivalenti rilevati nell'applicazione delle diverse misure impiegate dagli Stati membri o dalle regioni per il conseguimento degli obiettivi generali comuni stabiliti dall'UE;

14.  sottolinea che un approccio unicamente basato sui risultati comporterebbe un rischio per gli Stati membri, i quali, in ragione delle rispettive situazioni specifiche, potrebbero non essere in grado di conseguire pienamente tutti i risultati definiti nei loro piani nazionali e potrebbero essere soggetti a riduzioni ex post delle loro dotazioni nazionali nonché a sospensioni dei finanziamenti;

15.  riconosce che il nuovo modello di risultati dovrà essere perfezionato e modificato nel corso di vari anni, in modo da garantire che gli agricoltori non siano penalizzati a causa del passaggio a un modello basato sui risultati;

16.  osserva, tuttavia, che un potenziale ritardo nell'adozione dei piani strategici della PAC può condurre a ritardi nei pagamenti e che tale eventualità deve essere evitata;

17.  rileva che, nell'ambito del primo pilastro, gli Stati membri possono procedere alla scelta dei programmi da un elenco prioritario stabilito dall'UE;

18.  chiede che sia elaborato un sistema di adeguamenti istituzionali e giuridici appropriati e necessari a modificare il modello di attuazione onde evitare costi aggiuntivi e un calo dell'assorbimento dei fondi negli Stati membri;

19.  ritiene che la raccolta delle informazioni debba basarsi su immagini satellitari e su banche dati del sistema integrato di gestione e di controllo anziché sulla trasmissione dei dati da parte dei singoli agricoltori;

20.  invita la Commissione a realizzare importanti sinergie tra i programmi faro dell'UE per lo spazio e la PAC, in particolare mediante il programma Copernicus, che è di interesse specifico per la comunità agricola in termini di cambiamenti climatici e monitoraggio ambientale;

21.  chiede misure che incrementino il riciclaggio dei nutrienti; chiede che la politica delle strutture agricole sia allineata ai regimi di sostegno ambientale, ad esempio combinando meglio le attività agricole e l'allevamento;

22.  chiede che il regime dei piccoli agricoltori semplificato sia preservato;

23.  ritiene che gli agricoltori il cui terreno è inferiore a cinque ettari dovrebbero avere la possibilità di aderire volontariamente al regime dei piccoli agricoltori;

24.  invita la Commissione a effettuare controlli e audit finanziari e dei risultati allo scopo di garantire che tali funzioni siano eseguite secondo le stesse norme stringenti e gli stessi criteri in tutti gli Stati membri, a prescindere dalla maggiore flessibilità degli Stati membri nella concezione e nella gestione dei programmi e, in particolare, al fine di assicurare un tempestivo esborso di fondi in tutti gli Stati membri alla totalità degli agricoltori e delle comunità rurali ammissibili, riducendo al minimo gli oneri amministrativi a carico dei beneficiari;

25.  ricorda che nella riforma precedente è stato difficile raggiungere un consenso sulla definizione di "agricoltore attivo"; ritiene pertanto che la produzione di un'azienda agricola (ad esempio il mantenimento della terra in un buono stato agricolo, l'attuazione di un'efficace prassi zootecnica e il contributo all'economia circolare) potrebbe essere una soluzione più mirata e misurabile ai fini di tale definizione;

26.  è dell'opinione che tutti gli attori coinvolti nella procedura di controllo delle finanze dell'Unione, ivi compresa la Corte dei conti europea, debbano avere la stessa conoscenza in merito al sistema di controllo basato sulle prestazioni, affinché gli Stati membri o i beneficiari non debbano affrontare rettifiche finanziarie impreviste;

27.  sottolinea che gli agricoltori, in quanto imprenditori, dovrebbero disporre delle libertà imprenditoriali corrispondenti al fine di ottenere prezzi di mercato adeguati per i loro prodotti;

28.  evidenzia che gli agricoltori a tempo parziale e quelli con una combinazione di redditi non devono essere esclusi;

29.  plaude alla proposta della Commissione di concedere maggiore flessibilità agli Stati membri, alle regioni e agli agricoltori nel quadro di una soglia finanziaria più elevata per le norme agricole de minimis, facendo salva l'integrità del mercato interno;

30.  invita inoltre la Commissione a fornire agli Stati membri maggiore flessibilità nel quadro delle norme in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo, in modo da incoraggiare gli agricoltori a costituire volontariamente un risparmio precauzionale inteso ad affrontare meglio l'aumento dei rischi sanitari e di natura climatica nonché le crisi economiche;

31.  chiede, tuttavia, l'equa remunerazione dei beni pubblici forniti dalle microimprese e dalle piccole imprese agricole, ivi compresa la loro partecipazione a iniziative di cooperazione e a livello di comunità;

32.  invita gli Stati membri ad adoperarsi per conseguire migliori sinergie tra la PAC e altre politiche e fondi, quali i fondi di coesione, i fondi strutturali e altri fondi di investimento, al fine di creare un effetto moltiplicatore per le zone rurali;

33.  chiede un migliore coordinamento tra la PAC e le altre politiche e azioni dell'UE, in particolare con la direttiva 2000/60/CE, la direttiva 91/676/CEE e il regolamento (CE) n. 1107/2009, in modo da conseguire una protezione sostenibile delle risorse idriche, le cui quantità e qualità sono influenzate negativamente dall'agricoltura; chiede incentivi a sostegno dei progetti di cooperazione locale tra gli agricoltori e i fornitori di acqua allo scopo di rafforzare la tutela delle risorse idriche;

34.  osserva che, in alcuni Stati membri, numerosi comuni e regioni, pur avendo una natura rurale, non rientrano per ragioni amministrative nell'ambito di applicazione dei programmi di sviluppo rurale, il che li pone in una situazione di svantaggio;

35.  invita gli Stati membri a considerare approcci più flessibili al fine di non arrecare danno a dette regioni e ai relativi produttori;

Una PAC intelligente, efficiente, sostenibile ed equa al servizio degli agricoltori, dei cittadini, delle zone rurali e dell'ambiente

36.  ritiene necessario mantenere l'attuale architettura a due pilastri e sottolinea che i pilastri devono essere coerenti e complementari, e che il primo pilastro deve essere interamente finanziato con fondi dell'UE e costituire un mezzo efficace di sostegno al reddito, alle misure ambientali di base e al mantenimento delle attuali misure di mercato, mentre il secondo pilastro deve soddisfare le esigenze specifiche degli Stati membri; reputa tuttavia necessario, allo stesso tempo, incentivare gli agricoltori e gli altri beneficiari a intraprendere azioni intese a fornire beni pubblici ambientali e sociali che non sono remunerati dal mercato, e a rispettare le pratiche sia nuove che consolidate nel settore agricolo sulla base di criteri comuni, uniformi e oggettivi, pur consentendo agli Stati membri di adottare approcci specifici per tenere conto delle condizioni settoriali e locali; ritiene che tra le priorità principali figurino la transizione di tutte le aziende agricole europee verso la sostenibilità nonché la piena integrazione nell'economia circolare, conciliando i livelli delle prestazioni economiche con quelli delle prestazioni ambientali, senza alcun indebolimento delle norme sociali o occupazionali;

37.  ricorda alla Commissione che le finalità della PAC di cui all'articolo 39 TFUE sono: incrementare la produttività dell'agricoltura, assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, stabilizzare i mercati, garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e assicurare prezzi ragionevoli nelle consegne ai consumatori;

38.  sottolinea il potenziale delle innovazioni tecnologiche per un settore intelligente ed efficiente in grado di garantire la sostenibilità, segnatamente in merito all'utilizzo efficiente delle risorse, al monitoraggio dello stato di salute delle colture e degli animali e all'ambiente;

39.  chiede che la PAC agevoli e sostenga l'applicazione di dette innovazioni;

40.  ritiene che la futura architettura della PAC possa raggiungere i suoi obiettivi solo se sufficientemente finanziata; chiede, pertanto, che il bilancio della PAC venga aumentato o mantenuto in euro costanti nel prossimo QFP, al fine di realizzare le ambizioni di una PAC riveduta ed efficiente oltre il 2020;

41.  è del parere che un'ulteriore liberalizzazione del mercato e la correlata riduzione della protezione per gli agricoltori comporteranno la necessità di compensare il settore agricolo e in particolare le aziende agricole soggette a svantaggi competitivi, segnatamente difficoltà correlate all'uso del suolo agricolo o in zone montagnose, e che solo tali misure compensative possano garantire una gestione dei terreni agricoli estensiva e la tutela del paesaggio culturale;

42.  sottolinea che il bilancio della PAC dovrebbe essere adattato alle esigenze e alle sfide future, come quelle derivanti dagli effetti della Brexit e degli accordi di libero scambio conclusi dall'UE con i suoi principali partner commerciali;

43.  pone in evidenza il persistente divario di sviluppo tra le zone rurali di differenti regioni e Stati membri e ritiene pertanto che i criteri di coesione dovrebbero continuare a svolgere un ruolo importante nella ripartizione dei fondi del secondo pilastro tra gli Stati membri;

44.  sottolinea l'importanza di destinare risorse consistenti al secondo pilastro (politica di sviluppo rurale) nell'ambito del bilancio complessivo della PAC;

45.  reputa che gli agricoltori debbano essere sostenuti nella transizione verso una piena sostenibilità;

46.  ritiene che lo sviluppo di nuove politiche e nuovi obiettivi dell'UE non debba avvenire a scapito del successo della PAC e delle sue risorse;

47.  prende atto che il futuro bilancio della PAC è attualmente caratterizzato da incertezza;

48.  sottolinea che le risorse della PAC sono costituite dal denaro dei contribuenti di ciascuno Stato membro e che i contribuenti di tutta l'UE hanno il diritto di avere la garanzia che tali fondi siano esclusivamente utilizzati in maniera mirata e trasparente;

49.  ritiene che debbano essere evitate nuove linee relative allo sviluppo rurale che non siano accompagnate da finanziamenti supplementari;

50.  reputa necessario un sostegno più mirato ai diversi sistemi agricoli, in particolare alle piccole e medie aziende agricole a conduzione familiare e ai giovani agricoltori, per rafforzare le economie regionali attraverso un settore agricolo produttivo sotto il profilo economico, ambientale e sociale; ritiene che tale obiettivo possa essere conseguito attraverso un maggiore tasso di sostegno ridistributivo obbligatorio per i primi ettari di un'azienda, in base alle dimensioni medie delle aziende negli Stati membri, in considerazione della grande varietà delle dimensioni delle aziende in tutta l'UE; è d'avviso che, riflettendo le economie di scala, il sostegno alle aziende agricole di maggiori dimensioni dovrebbe essere decrescente, con limiti vincolanti da fissare a livello europeo, e con criteri di flessibilità che tengano conto della capacità delle aziende agricole o delle cooperative di generare un'occupazione stabile che mantenga la popolazione nei territori rurali; sostiene che le risorse rese disponibili attraverso la fissazione di massimali e la riduzione progressiva dovrebbero restare nello Stato membro o nella regione di provenienza;

51.  ritiene che sia essenziale assicurarsi che il sostegno sia mirato ai veri agricoltori, in particolare quelli che esercitano un'attività agricola per guadagnarsi da vivere;

52.  considera necessario mantenere un regime semplificato per i piccoli produttori in modo da agevolare loro l'accesso e la gestione dei pagamenti diretti a titolo della PAC;

53.  sottolinea la necessità di individuare gli elementi chiave di un sistema ben equilibrato, trasparente, semplice e obiettivo di sanzioni e incentivi, unitamente a un sistema trasparente e tempestivo per determinare l'ammissibilità dei beneficiari ai fondi pubblici per la fornitura di beni pubblici, che dovrebbe consistere di misure semplici, volontarie e obbligatorie ed essere orientato ai risultati per spostare così l'accento dalla conformità alle prestazioni effettive;

54.  evidenzia che gli agricoltori a tempo parziale e gli agricoltori con una combinazione di redditi, che animano in vario modo le zone rurali, si occupano di agricoltura per guadagnarsi da vivere e, dunque, sono anch'essi considerati agricoltori a tutti gli effetti ai sensi della comunicazione della Commissione;

55.  chiede che il sistema esistente per il calcolo dei pagamenti diretti nel primo pilastro, in particolare negli Stati membri in cui il valore dei diritti è ancora parzialmente calcolato sulla base dei riferimenti storici, sia modernizzato e sostituito da un metodo di calcolo dei pagamenti a livello di UE, il cui elemento di base sarebbe il sostegno al reddito degli agricoltori entro determinati limiti e che potrebbe aumentare di uno scatto insieme al contributo alla fornitura di beni pubblici, conformemente agli obiettivi dell'UE per il 2030, al fine di rendere il sistema più semplice e trasparente;

56.  plaude al regime di pagamento unico per superficie, uno strumento semplice, legittimo, trasparente e di facile attuazione che è stato applicato con successo in molti Stati membri; invita pertanto a mantenere il suddetto regime dopo il 2020 e raccomanda che sia utilizzato in tutti gli Stati membri e da tutti gli agricoltori dell'UE;

57.  sottolinea che tale regime consentirebbe di sostituire il sistema dei diritti all'aiuto, complesso sotto il profilo amministrativo, determinando una significativa semplificazione burocratica;

58.  ritiene che, al fine di garantirne l'efficacia a lungo termine, questi nuovi pagamenti non debbano diventare beni di scambio;

59.  chiede che la Commissione esamini la necessità delle richieste di pagamento per quanto riguarda la compatibilità con le norme dell'OMC;

60.  sottolinea che i fondi pubblici dell'attuale PAC, che finanziano le attività concrete degli agricoltori, sono soggetti a scrupolosi controlli su piccola scala, mentre gli importi più consistenti del bilancio della PAC (pagamenti diretti) sono effettivamente spesi per il mero possesso incontrollato di terreni e, pertanto, non possono essere giustificati ai cittadini europei;

61.  ritiene che i pagamenti debbano essere subordinati al rispetto di condizioni severe e comuni, ivi compresi risultati relativi all'ambiente e ad altri beni pubblici, come ad esempio posti di lavoro di qualità;

62.  ricorda che, nella sua risoluzione dal titolo "Situazione relativa alla concentrazione dei terreni agricoli nell'UE: come agevolare l'accesso degli agricoltori alla terra?", si riconosce che i pagamenti erogati in funzione dei terreni e senza essere subordinati a condizioni chiare comportano distorsioni del mercato fondiario e influenzano quindi la concentrazione di sempre più terreni agricoli nelle mani di pochi attori;

63.  precisa che i beni pubblici sono quei servizi che non sono disciplinati dalla legislazione ordinaria in materia di ambiente, cambiamenti climatici e benessere degli animali, tra cui, in particolare, la conservazione delle risorse idriche e la protezione della biodiversità, della fertilità del suolo, degli impollinatori, dello strato di humus e del benessere degli animali;

64.  sottolinea la necessità di un'equa distribuzione dei pagamenti diretti tra gli Stati membri, essenziale per il funzionamento del mercato unico, che deve tener conto di criteri oggettivi quali gli importi ricevuti dagli Stati membri a titolo del primo e del secondo pilastro, e del fatto che le condizioni naturali, occupazionali e socioeconomiche, il tenore generale di vita, i costi di produzione, in particolare il costo della terra, e il potere di acquisto non sono uniformi all'interno dell'UE;

65.  evidenzia che è possibile conseguire un aumento della convergenza dell'entità dei pagamenti diretti tra gli Stati membri solo incrementando in maniera adeguata il bilancio;

66.  sottolinea che i pagamenti diretti sono concepiti per sostenere gli agricoltori nell'ambito della produzione alimentare e della protezione delle norme in materia di ambiente e benessere degli animali;

67.  ritiene che, alla rigorosa condizione che sia garantita la parità di condizioni nel mercato unico, che sia prevenuta la distorsione della concorrenza (in particolare per quanto riguarda i prodotti di base), che sia garantita la conformità alle norme dell'OMC e che non sia compromesso il conseguimento degli obiettivi ambientali e climatici, i pagamenti a titolo del sostegno accoppiato facoltativo (SAF) debbano essere mantenuti, ma che la loro attivazione debba essere subordinata a una valutazione della Commissione; ritiene che il SAF funga da strumento per rispondere ai bisogni dei settori sensibili e conseguire obiettivi specifici relativi all'ambiente, al clima o alla qualità e alla commercializzazione dei prodotti alimentari, per incentivare le pratiche agricole che rispettano norme rigorose in materia ambientale e di benessere degli animali, per contrastare difficoltà specifiche, in particolare quelle derivanti dallo svantaggio competitivo strutturale delle regioni svantaggiate e montagnose, oltre a difficoltà di natura più temporanea che derivano, ad esempio, da un progressivo abbandono dal vecchio regime di diritti; ritiene che il SAF sia inoltre uno strumento per promuovere le produzioni strategiche in futuro, come le culture proteiche, e per compensare gli effetti degli accordi di libero scambio; sottolinea altresì che i pagamenti a titolo del SAF sono cruciali per mantenere la diversità della produzione agricola dell'Unione, l'occupazione nel settore agricolo e i sistemi di produzione sostenibili;

68.  ricorda che garantire il rinnovamento generazionale e la presenza di nuovi imprenditori agricoli è una sfida per l'agricoltura in molti Stati membri e che ogni strategia nazionale o regionale deve quindi affrontare la questione attraverso un approccio globale, mobilitando tutte le risorse finanziarie della PAC, compresi i pagamenti supplementari ai giovani agricoltori nel primo pilastro e misure per aiutarli a costituire le loro imprese nel secondo pilastro, che dovrebbero entrambi essere resi obbligatori per gli Stati membri, oltre al sostegno a titolo di nuovi strumenti finanziari, come ad esempio uno strumento per concedere l'accesso al capitale in caso di risorse limitate; sottolinea inoltre l'importanza delle misure nazionali per rimuovere gli ostacoli normativi ed economici e, al contempo, promuovere la pianificazione della successione e ad agevolare e incoraggiare accordi di collaborazione, quali i partenariati, l'agricoltura condivisa, l'allevamento a contratto e il leasing tra agricoltori anziani e giovani; ritiene che anche le norme in materia di aiuti di Stato dovrebbero tenere conto dell'importanza del rinnovamento generazionale e prevenire la scomparsa dell'agricoltura a conduzione familiare;

69.  ritiene che la nuova legislazione dell'Unione debba operare una distinzione più netta tra i criteri per l'ottenimento degli incentivi per i "giovani agricoltori" e quelli per gli "agricoltori all'inizio dell'attività" (in base all'età per i giovani agricoltori e in base agli anni trascorsi dalla creazione dell'azienda per gli agricoltori all'inizio dell'attività), in modo da rafforzare il potenziale di entrambi i gruppi di determinare un ricambio generazionale e un miglioramento delle condizioni di vita nelle zone rurali;

70.  esorta la Commissione e gli Stati membri a riconoscere che i nuovi cambiamenti sociali, tecnologici ed economici, come l'energia pulita, la digitalizzazione e le soluzioni intelligenti, hanno un impatto sulla vita rurale;

71.  invita la Commissione ad adoperarsi per migliorare la qualità della vita nelle zone rurali al fine di incoraggiare i cittadini, in particolare i giovani, a rimanere nelle zone rurali o a farvi ritorno; esorta la Commissione e gli Stati membri a sostenere lo sviluppo di nuovi servizi attraverso l'imprenditorialità, in particolare da parte delle donne e dei giovani;

72.  osserva con preoccupazione che la carenza di manodopera in diversi settori agricoli sta comportando la cessazione di alcune attività agricole; invita a fornire sostegno al fine di attrarre lavoratori verso l'agricoltura;

73.  pone l'accento sulla necessità di condividere i modelli che hanno avuto successo negli Stati membri e che riuniscono agricoltori più e meno giovani al fine di realizzare gli obiettivi in materia di rinnovamento generazionale;

74.  raccomanda di migliorare l'accesso ai finanziamenti attraverso tassi di interesse agevolati per i prestiti concessi ai nuovi agricoltori;

75.  rammenta che, per sviluppare comuni intelligenti, le aree e gli insediamenti rurali necessitano di una speciale attenzione e di sforzi integrati;

76.  chiede una migliore cooperazione con la BEI e il Fondo europeo per gli investimenti al fine di promuovere la creazione di strumenti finanziari dedicati ai giovani agricoltori in tutti gli Stati membri;

77.  chiede condizioni di parità al fine di apportare miglioramenti tecnologici significativi ai poli e alle reti rurali;

78.  sottolinea l'importanza dello sviluppo rurale, compresa l'iniziativa LEADER, nel migliorare le sinergie tra le diverse politiche e potenziare la competitività, nel promuovere economie efficaci e sostenibili, nel sostenere un'agricoltura e una silvicoltura sostenibili e multifunzionali e nel produrre beni e servizi alimentari e non alimentari che generino valore aggiunto e posti di lavoro; sottolinea l'importanza dello sviluppo rurale nel promuovere partenariati tra gli agricoltori, le comunità locali e la società civile e nel promuovere attività e opportunità imprenditoriali supplementari molto spesso non delocalizzabili, nell'agroindustria, l'agriturismo, la commercializzazione diretta, l'agricoltura sostenuta dalla comunità, la bioeconomia e la produzione sostenibile di bioenergia e di energie rinnovabili, tutti ambiti che contribuiscono a garantire il mantenimento dell'attività economica nelle regioni; sottolinea pertanto l'importanza di rafforzare il secondo pilastro sotto il profilo finanziario, aumentando così il potenziale di generare reddito, di contribuire a rispondere allo spopolamento, alla disoccupazione e alla povertà nonché di promuovere l'inclusione sociale, la fornitura di servizi sociali e il rafforzamento del tessuto socioeconomico nelle zone rurali, con l'obiettivo complessivo di migliorare la qualità della vita in tali zone;

79.  chiede alla Commissione di introdurre un approccio plurifondo agli investimenti nella legislatura successiva al 2020 in modo da garantire una corretta attuazione degli strumenti di sviluppo rurale integrati, come l'iniziativa dei comuni intelligenti;

80.  chiede la creazione di un nuovo fondo per lo sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD), sulla base dell'iniziativa LEADER e dell'esperienza maturata nel settore, destinando il 10 % di tutti i fondi strutturali agli obiettivi fissati dalle strategie locali di tipo partecipativo, senza alcuna distinzione tra i fondi strutturali, che dovrebbero essere mobilitati in modo decentrato;

81.  sottolinea che i programmi di sviluppo rurale dovrebbero avere un valore aggiunto per le aziende agricole e mantenere il loro importante ruolo nel facilitare azioni pluriennali concernenti pratiche innovative e misure agroambientali;

82.  osserva che, nell'ambito dell'iniziativa LEADER, è opportuno dedicare maggiore attenzione alle necessità e ai progetti delle micro aziende agricole a conduzione familiare, assicurando nel contempo un'adeguata assistenza finanziaria supplementare;

83.  rileva che è stato dimostrato che le zone rurali richiedono la concentrazione dell'attività agricola nelle mani di piccole e medie imprese di agricoltori e di agricoltrici;

84.  sottolinea l'importanza di mantenere un sostegno compensativo specifico per le aziende situate in zone svantaggiate, secondo le condizioni definite dagli Stati membri in funzione delle loro specificità locali;

85.  evidenzia inoltre che l'attuazione di strumenti finanziari a favore dello sviluppo rurale dovrebbe avvenire su base volontaria, mentre dovrebbero essere rafforzati gli investimenti nelle zone rurali;

86.  invita la Commissione a porre in essere le misure previste per l'iniziativa sui piccoli comuni intelligenti per conferire priorità ai piccoli comuni intelligenti nel quadro della prossima politica di sviluppo rurale;

87.  ritiene che il finanziamento dell'apicoltura nell'ambito del secondo pilastro dovrebbe essere più mirato e più efficace e che il nuovo quadro legislativo debba prevedere un nuovo programma di sostegno per gli apicoltori nell'ambito del primo pilastro, compreso il sostegno diretto per ciascuna colonia di api;

88.  sottolinea che le misure meno correlate all'agricoltura devono essere soggette a un tasso di cofinanziamento più elevato;

89.  invita la Commissione a introdurre un regime di condizionalità nuovo, coerente, rafforzato e semplificato nel primo pilastro, che permetta l'integrazione e l'attuazione dei vari tipi di azioni ambientali esistenti, come le attuali misure di condizionalità e di inverdimento; sottolinea che il criterio di base del primo pilastro, ossia conseguire lo sviluppo agricolo sostenibile, dovrebbe essere obbligatorio e stabilire chiaramente le misure e i risultati che si attendono dagli agricoltori al fine di garantire condizioni di parità e, contemporaneamente, una burocrazia minima a livello di impresa agricola nonché un controllo adeguato da parte degli Stati membri, tenendo conto delle condizioni locali; chiede inoltre un regime nuovo e semplice, che dovrebbe essere obbligatorio per gli Stati membri e facoltativo per le imprese agricole, basato su norme dell'UE che vadano oltre il criterio di base, al fine di incentivare la transizione degli agricoltori verso tecniche e pratiche sostenibili a favore del clima e dell'ambiente, e che siano coerenti con le misure agricole, ambientali e climatiche del secondo pilastro; è del parere che l'attuazione di tale regime dovrebbe essere stabilita nei piani strategici nazionali entro un quadro dell'UE;

90.  chiede alla Commissione di garantire che le misure agricole, ambientali e climatiche del secondo pilastro per lo sviluppo rurale continuino a compensare i costi supplementari e i mancati guadagni connessi all'attuazione volontaria di pratiche rispettose dell'ambiente e del clima da parte degli agricoltori, con la possibilità di aggiungere un incentivo per gli investimenti nella tutela ambientale, nella biodiversità e nell'efficienza delle risorse; reputa che tali programmi dovrebbero essere semplificati, meglio mirati e più efficaci, in modo che gli agricoltori possano contribuire efficacemente agli ambiziosi obiettivi politici in materia di tutela ambientale, biodiversità, gestione delle risorse idriche, azione per il clima e riduzione dei cambiamenti climatici, garantendo al contempo una burocrazia minima a livello di imprese agricole nonché un controllo adeguato da parte degli Stati membri, in funzione delle condizioni locali;

91.  chiede che, oltre alle aziende dedite a una produzione agricola puramente biologica di cui all'articolo 11 del regolamento (CE) n. 834/2007 ed esentate dagli "oneri dell'inverdimento" a norma dell'articolo 43 del regolamento (UE) n. 1307/2013, siano esentate anche le imprese che applicano misure agroambientali ai sensi del regolamento (UE) n. 1305/2013;

92.  insiste sul fatto che le regioni mediterranee dell'UE sono maggiormente vulnerabili all'impatto dei cambiamenti climatici, quali la siccità, gli incendi e la desertificazione, e che pertanto saranno necessari maggiori sforzi da parte degli agricoltori di queste regioni per adattare le loro attività a un ambiente in mutamento;

93.  ritiene che le future proposte legislative della Commissione debbano poter sostenere il maggior numero di agricoltori possibile nei loro sforzi di modernizzazione volti a conseguire uno sviluppo agricolo più sostenibile;

94.  invita, ai fini della semplificazione della PAC, a mantenere l'attuale deroga e a non imporre alle aziende più piccole, con una superficie inferiore ai 15 ettari, misure aggiuntive in materia di clima e ambiente nell'ambito della PAC;

95.  propone che questa nuova forma di inverdimento sia accompagnata da strumenti significativi, coordinati e più efficienti nell'ambito del secondo pilastro attraverso investimenti materiali e immateriali mirati (trasferimento di conoscenze, formazione, consulenza, scambio di know-how, creazione di reti e innovazione nel quadro dei partenariati europei per l'innovazione) come ulteriore motore di cambiamento;

96.  invita la Commissione ad assicurare che le sue proposte legislative per la riforma della PAC comprendano misure e strumenti adeguati per integrare la produzione di colture proteiche in sistemi migliorati di rotazione delle colture, in modo da superare l'attuale deficit proteico, incrementare i redditi degli agricoltori e affrontare le principali sfide cui l'agricoltura deve far fronte, come i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e di fertilità del suolo nonché la tutela e la gestione sostenibile delle risorse idriche;

97.  ritiene che un importo minimo del bilancio totale disponibile del secondo pilastro dovrebbe essere stanziato a favore delle misure agricole, ambientali e climatiche, compresi l'agricoltura biologica, la cattura di CO2, lo stato di salute del suolo, la pianificazione della gestione dei nutrienti per proteggere la biodiversità e la diversità genetica negli animali e nelle piante; sottolinea, in tale contesto, l'importanza di mantenere i pagamenti nell'ambito di Natura 2000 e garantire che siano sufficienti per fungere da reale incentivo agli agricoltori;

98.  sottolinea la necessità di pagamenti nel quadro dello sviluppo rurale agli agricoltori ubicati in zone soggette a vincoli naturali e caratterizzate da condizioni climatiche difficili, forti pendenze o limitazioni in termini di qualità del suolo; chiede una semplificazione e un migliore approccio del piano per le zone soggette a vincoli naturali per il periodo successivo al 2020;

99.  ricorda che il Parlamento ha già sottolineato che il controllo dell'adeguatezza nella direttiva Natura mette in luce la necessità di migliorare la coerenza con la PAC ed evidenzia la preoccupante diminuzione di specie e habitat legata all'agricoltura; invita la Commissione a condurre una valutazione dell'impatto della PAC sulla biodiversità; chiede, inoltre, pagamenti più elevati nell'ambito di Natura 2000 al fine di incentivare maggiormente la protezione dei siti agricoli Natura 2000, i quali si trovano in condizioni molto precarie;

100.  chiede il rafforzamento e l'attuazione di misure per un'agricoltura intelligente sul piano climatico, in considerazione del futuro aumento degli effetti dei cambiamenti climatici sull'agricoltura in Europa;

101.  ritiene che la PAC debba gestire i rischi associati ai cambiamenti climatici e al degrado del suolo in tutto il paesaggio agricolo, investendo nella realizzazione di ecosistemi agricoli resilienti e robusti e nelle infrastrutture ecologiche allo scopo di creare strati attivi, contrastare l'erosione dei suoli, introdurre e prolungare la rotazione delle colture, inserire più alberi nel paesaggio e accrescere la diversità biologica e strutturale presso le aziende agricole;

102.  reputa opportuno sostenere e promuovere un utilizzo più ampio dei residui agricoli come fonte rinnovabile, efficiente e sostenibile di energia per le zone rurali;

103.  invita la Commissione a promuovere l'innovazione, la ricerca e la modernizzazione nell'agricoltura, la silvicoltura e il settore alimentare sostenendo un solido sistema di consulenza e formazione che sia più adatto alle esigenze dei beneficiari della PAC nello sviluppo delle loro pratiche verso una sostenibilità e una protezione delle risorse maggiori, e favorendo l'applicazione di tecnologie intelligenti al fine di rispondere più efficacemente alle sfide nei settori della salute, dell'ambiente e della competitività; sottolinea che la formazione e l'estensione agricola devono essere una precondizione nella concezione e nell'attuazione dei programmi in tutti gli Stati membri e che è fondamentale promuovere il trasferimento di know-how, i modelli di migliori prassi e gli scambi tra cooperative e organizzazioni dei produttori negli Stati membri, ad esempio mediante il sistema europeo della conoscenza e dell'informazione agricola (AKIS); ritiene che i metodi agroecologici e i principi alla base dell'agricoltura di precisione possano generare notevoli benefici per l'ambiente, aumentare il reddito degli agricoltori, razionalizzare l'utilizzo delle macchine agricole e incrementare in maniera significativa l'efficienza delle risorse;

104.  sottolinea l'importante necessità che la PAC, Orizzonte 2020 e gli altri regimi di finanziamento di sostegno incoraggino gli agricoltori a investire in nuove tecnologie adattate alle dimensioni della loro azienda, quali gli strumenti agricoli di precisione e digitali che migliorano la resilienza e l'impatto ambientale dell'agricoltura;

105.  invita la Commissione a stimolare lo sviluppo e la diffusione di tecnologie innovative per tutti i tipi di aziende agricole indipendentemente dalla loro dimensione e produzione, convenzionale o biologica, per l'allevamento o la coltivazione di terreni, su piccola o grande scala;

106.  invita la Commissione a realizzare una PAC che consegua una maggiore innovazione, contribuisca a compiere progressi nella bioeconomia e offra soluzioni per la biodiversità, il clima e l'ambiente;

107.  invita la Commissione a concentrarsi sulla qualità della vita nelle zone rurali e a renderla attraente per tutte le persone, in particolare per le generazioni più giovani;

108.  ritiene che la digitalizzazione e l'agricoltura di precisione promosse nell'ambito della PAC non debbano aumentare la dipendenza degli agricoltori da contributi aggiuntivi o finanziamenti esterni né impedire il loro accesso alle risorse, ma debbano essere open source e sviluppate esclusivamente con la partecipazione degli agricoltori;

109.  chiede, fatta salva una ridefinizione dell'importo globale del sostegno dell'UE allo sviluppo rurale, che gli attuali programmi di sviluppo rurale, approvati in conformità dell'articolo 10, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1305/2013, continuino a essere applicati fino al 2024 o fino all'adozione di una nuova riforma;

110.  si compiace dell'impegno della Commissione a favore della promozione del concetto dei "piccoli comuni intelligenti" nell'UE, che consentirà, mediante uno sviluppo più coordinato delle diverse politiche, di rimediare in maniera esauriente all'insufficienza dei collegamenti a banda larga, delle opportunità di lavoro e della prestazione di servizi nelle aree rurali;

111.  chiede che siano adottati provvedimenti per affrontare il grave problema degli incidenti in azienda, che causano feriti e vittime nelle aziende agricole dell'UE, mediante misure nell'ambito del secondo pilastro volte a sostenere investimenti nella formazione e nelle misure di sicurezza;

112.  chiede che, nel quadro dello sviluppo di una strategia dell'UE per le colture proteiche, sia consentito un unico impiego di prodotti fitosanitari nel periodo che intercorre tra la fase precedente la semina e quella immediatamente successiva su tutti i terreni con colture proteiche;

113.  ritiene che gli investimenti in materia di innovazione, istruzione e formazione siano vitali per il futuro dell'agricoltura europea;

114.  sottolinea che un approccio basato sui risultati a livello di Stato membro e regionale e soluzioni innovative fornite da regimi di certificazione dovrebbero essere ulteriormente esaminati nel quadro della futura PAC, senza aggiungere burocrazia e controlli in loco;

115.  è fortemente favorevole all'introduzione di misure mirate di modernizzazione e miglioramento strutturale nel secondo pilastro, allo scopo di conseguire obiettivi prioritari come Digital Farming 4.0;

116.  invita la Commissione e gli Stati membri a proteggere e promuovere l'accesso dei piccoli agricoltori e gruppi emarginati alle sementi e ai mezzi di produzione agricola, nonché a proteggere e promuovere lo scambio di sementi, la proprietà pubblica delle stesse e le tecniche tradizionali e sostenibili che garantiscono il diritto umano a un'alimentazione e a una nutrizione adeguate;

117.  esorta la Commissione e gli Stati membri a porre maggiormente l'accento sulle opportunità imprenditoriali per i servizi a favore dei comuni e provenienti da questi ultimi;

118.  osserva che ciascuna azienda agricola è diversa e che pertanto sono necessarie soluzioni individuali;

Una posizione forte per gli agricoltori nel sistema alimentare globale

119.  invita la Commissione a mantenere l'attuale quadro dell'organizzazione comune di mercato unica (OCM unica) nel primo pilastro, compresi gli strumenti strategici specifici e le norme di commercializzazione, e a migliorare il programma dell'UE di distribuzione di frutta, ortaggi e latte nelle scuole; sottolinea l'importanza dei sistemi esistenti di gestione della produzione per prodotti specifici e del mantenimento di programmi settoriali individuali obbligatori (vino, frutta e ortaggi, olio di oliva e apicoltura) per i paesi produttori, con l'obiettivo ultimo di rafforzare la sostenibilità e la competitività di ciascun settore e di mantenere condizioni di parità, pur consentendo l'accesso a tutti gli agricoltori;

120.  ritiene che l'esperienza positiva e orientata al mercato dei programmi operativi dell'OCM unica nel settore della frutta e degli ortaggi, attuati dalle organizzazioni di produttori e finanziati sulla base del valore della produzione commercializzata, abbiano dimostrato la loro efficacia nel rafforzare la competitività e la strutturazione dei settori selezionati nonché nel migliorarne la sostenibilità; invita pertanto la Commissione a prendere in esame la possibilità di introdurre programmi operativi simili in altri settori; reputa che ciò potrebbe apportare un beneficio particolare alle organizzazioni di produttori che rappresentano gli allevatori del settore lattiero-caseario stabiliti nelle regioni montane e nelle regioni ultraperiferiche dell'Unione, i quali trasformano e immettono sul mercato prodotti di alta qualità e mantengono la produzione lattiero-casearia in questi territori difficili;

121.  rammenta che le disparità in termini di potere di mercato rappresentano un ostacolo particolare alla produzione in grado di coprire i costi nel settore lattiero-caseario;

122.  richiama l'attenzione sulla possibilità di introdurre il regime di riduzione volontaria della fornitura di latte nel quadro dell'OCM;

123.  chiede l'introduzione di un nuovo strumento di gestione dell'autoassistenza per l'olio di oliva che ne consenta la conservazione negli anni in cui si registra un eccesso di produzione, per immetterlo sul mercato quando la produzione è inferiore alla domanda;

124.  insiste sulla impellente necessità che la PAC futura sostenga gli agricoltori in modo più efficiente, equo e rapido al fine di far fronte alla volatilità dei prezzi e dei redditi dovuta al clima, alle condizioni meteorologiche avverse e ai rischi sanitari e di mercato, creando ulteriori incentivi e condizioni di mercato che stimolino lo sviluppo e l'utilizzo volontario degli strumenti di gestione del rischio e stabilizzazione (regimi di assicurazione, strumenti di stabilizzazione del reddito, meccanismi di accantonamento individuale e fondi di mutualizzazione), garantendo al contempo l'accessibilità per tutti gli agricoltori e la compatibilità con i regimi nazionali esistenti;

125.  chiede che sia fornito un sostegno migliore per aumentare la produzione di leguminose nell'UE e che sia concesso un aiuto specifico agli allevatori di ovini e caprini con sistemi estensivi, dati i vantaggi che tali settori comportano per l'ambiente e la necessità di ridurre la dipendenza dell'UE dalle importazioni di proteine per i mangimi;

126.  sottolinea che una PAC orientata al futuro dovrebbe essere concepita per rispondere meglio ai problemi sanitari gravi come quelli legati alla resistenza antimicrobica, alla qualità dell'aria e a un'alimentazione più sana;

127.  mette in risalto le sfide che la resistenza antimicrobica pone per la salute animale e umana; ritiene che il nuovo quadro giuridico debba promuovere attivamente una salute e un benessere migliori degli animali quale strumento per combattere la resistenza agli antibiotici, rafforzando così la protezione della salute pubblica e del settore agricolo nel suo complesso;

128.  richiama l'attenzione sul fatto che i rischi di mercato possono essere gestiti anche mediante un migliore accesso dei prodotti agricoli e alimentari dell'UE ai mercati delle esportazioni;

129.  insiste sull'importanza di rafforzare la posizione dei produttori primari all'interno della catena di approvvigionamento alimentare, in particolare garantendo un'equa distribuzione del valore aggiunto tra produttori, trasformatori e dettaglianti, introducendo le risorse e gli incentivi finanziari necessari a sostenere la creazione e lo sviluppo di organizzazioni economiche, sia verticali che orizzontali, come le organizzazioni dei produttori, comprese le cooperative, e le loro associazioni e organizzazioni interprofessionali, istituendo norme minime armonizzate per combattere le pratiche commerciali sleali e abusive nella catena di approvvigionamento alimentare e rafforzando la trasparenza dei mercati e gli strumenti di prevenzione delle crisi;

130.  sottolinea che conformemente agli obiettivi dell'articolo 39 TFUE e all'eccezione di cui all'articolo 42 TFUE, il regolamento omnibus ha chiarito il legame giuridico tra le disposizioni dell'OCM unica e le norme dell'UE in materia di concorrenza e ha introdotto nuove possibilità collettive per gli agricoltori preposte a potenziare il loro potere di negoziazione nella catena di approvvigionamento alimentare; ritiene che dette disposizioni siano essenziali nel quadro della futura PAC e dovrebbero essere ulteriormente migliorate;

131.  ritiene che, traendo insegnamenti dal funzionamento dei vari osservatori sul mercato dell'UE (latte, carne, zucchero e colture), tali strumenti debbano essere estesi ai settori che non sono ancora trattati ed essere ulteriormente sviluppati per offrire dati e previsioni affidabili agli operatori del mercato, al fine di fornire un allarme rapido e consentire azioni rapide e anticipatrici in caso di turbolenze del mercato onde prevenire le crisi;

132.  chiede il potenziamento del sostegno ai mercati locali e alle filiere alimentari corte e la loro promozione; sottolinea la necessità di sviluppare servizi locali legati alle filiere corte;

133.  invita la Commissione a chiarire ulteriormente e, se necessario, ad aggiornare le norme per le organizzazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali, in particolare per quanto riguarda la politica in materia di concorrenza, anche affinché le organizzazioni interprofessionali adottino misure e accordi per rispondere alle esigenze della società;

134.  sottolinea che gli strumenti storici di gestione dei mercati della PAC, vale a dire intervento pubblico e ammasso privato, hanno un effetto ridotto e insufficiente nel contesto delle economie globalizzate e che gli strumenti di gestione dei rischi non sono sempre sufficienti a far fronte a una significativa volatilità dei prezzi e a gravi perturbazioni del mercato;

135.  sottolinea pertanto la necessità che l'OCM unica continui a svolgere un ruolo significativo nell'ambito della futura PAC come rete di sicurezza nello stabilizzare rapidamente i mercati agricoli e nell'anticipare le crisi, e sottolinea l'importanza del regolamento omnibus nel permettere e incoraggiare, basandosi sugli insegnamenti tratti durante le ultime crisi del mercato in particolare nel settore lattiero-caseario, l'uso complementare di strumenti innovativi di gestione dei mercati e delle crisi, come gli accordi settoriali volontari, per gestire e, se del caso, ridurre l'offerta in termini quantitativi tra produttori, organizzazioni di produttori, associazioni di organizzazioni di produttori, organizzazioni interprofessionali e trasformatori (es. il regime dell'UE di riduzione della produzione del latte);

136.  accoglie con favore il lavoro attualmente svolto in merito a una strategia sostenibile dell'UE per le proteine;

137.  prende atto della necessità di creare mercati locali e regionali per le colture leguminose in tutta l'UE, di migliorare le prestazioni ambientali mediante coltivazioni a rotazione, riducendo al contempo anche la dipendenza dalle importazioni di mangimi, fertilizzati e pesticidi, e di aumentare la redditività e gli incentivi economici per passare a pratiche agricole più sostenibili;

138.  ritiene che le misure di gestione dell'offerta di formaggi e prosciutto a denominazione di origine protetta o indicazione geografica protetta o di vino abbiano dimostrato la loro efficacia nel migliorare la sostenibilità, la competitività e la qualità dei prodotti selezionati e dovrebbero pertanto essere mantenute e, se del caso, estese per includere tutti i prodotti con marchi di qualità, in linea con gli obiettivi della PAC;

139.  chiede una revisione approfondita dell'attuale meccanismo di riserva di crisi al fine di creare un fondo dell'UE attuabile e indipendente per le crisi agricole, che sia esente dal principio dell'annualità del bilancio, in modo da consentire storni di bilancio da un esercizio all'altro, in particolare quando i prezzi di mercato sono sufficientemente elevati, mantenendo nel contempo la riserva di crisi a un livello constante durante tutto il periodo del QFP, consentendo in tal modo azioni di prevenzione e risposte più rapide, coerenti ed efficaci unitamente all'utilizzo di strumenti di gestione del mercato e dei rischi in caso di gravi situazioni di crisi, comprese quelle che implicano conseguenze economiche per gli agricoltori dovute a questioni di salute degli animali, malattia delle piante e sicurezza alimentare, ma anche a quelle derivanti da shock esterni con un impatto sull'agricoltura;

140.  ritiene che, benché gli accordi commerciali siano vantaggiosi per alcuni settori agricoli dell'UE e per l'economia dell'UE nel suo complesso e necessari per rafforzare la posizione dell'Unione sul mercato agricolo globale, tali accordi suppongono anche varie sfide, in particolare per le piccole e medie imprese agricole e per i settori sensibili, che devono essere prese in considerazione, come il rispetto delle norme sanitarie, fitosanitarie, in materia di benessere degli animali, ambientali e sociali dell'UE, che richiedono coerenza tra la politica commerciale e taluni obiettivi della PAC e non devono causare l'indebolimento delle elevate norme europee o mettere a rischio i suoi territori rurali;

141.  sottolinea che l'applicazione di norme diverse aumenterebbe il rischio di esportazione della produzione interna dell'UE all'estero, a scapito dello sviluppo rurale, dell'ambiente e, in alcuni casi, della qualità degli alimenti;

142.  sottolinea che la necessità di meccanismi di salvaguardia rafforzati dovrebbe altresì informare i dibattiti in merito agli accordi commerciali futuri (Mercosur, Nuova Zelanda, Australia ecc.) e al loro impatto sull'agricoltura in Europa;

143.  sottolinea che, benché sia importante continuare ad adoperarsi per aumentare l'accesso al mercato per i prodotti agricoli europei, sono necessari meccanismi adeguati di protezione dell'agricoltura europea che tengano conto delle preoccupazioni specifiche di ciascuno settore, come meccanismi di salvaguardia o la potenziale esclusione dei settori più sensibili dai negoziati e l'applicazione del principio di reciprocità nelle condizioni di produzione, in modo da garantire parità di condizioni tra gli agricoltori nell'UE e i loro concorrenti esteri; ribadisce che la produzione europea non deve essere danneggiata da importazioni di qualità inferiore e non conformi alle norme;

144.  invita la Commissione a considerare l'agricoltura come un'attività strategica e ad adottare un approccio agli accordi di libero scambio che non ne faccia una variabile di aggiustamento degli altri settori commerciali e che tuteli i settori chiave, quali la produzione del latte crudo;

145.  ritiene che le varie riforme della PAC che si sono succedute dagli anni Novanta del secolo scorso siano state influenzate, in larga misura, dalle esigenze del commercio internazionale e dell'OMC; ritiene altresì che dette riforme abbiano reso più competitivi i prodotti agricoli e il settore agroalimentare europei, ma che abbiano anche danneggiato gran parte del settore agricolo, esponendolo all'instabilità dei mercati mondiali; è del parere che sia giunto il momento di concentrare maggiormente l'attenzione sugli altri obiettivi della PAC, tra cui il tenore di vita degli agricoltori o questioni quali la salute, l'occupazione, l'ambiente e il clima, come invita a fare la comunicazione della Commissione sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura in Europa;

146.  sottolinea che la politica commerciale dell'UE deve essere coerente con le altre politiche dell'Unione, fra cui le politiche di sviluppo e ambientali, e favorire il raggiungimento degli OSS, e che può contribuire al conseguimento degli obiettivi della PAC, in particolare assicurando un equo tenore di vita alla popolazione agricola e prezzi ragionevoli delle derrate per i consumatori; sottolinea che il settore agroalimentare dell'UE dovrebbe cogliere le opportunità di crescita offerte dalle esportazioni dato che, secondo le stime, nel prossimo decennio il 90 % della domanda mondiale di prodotti agroalimentari proverrà dal di fuori dell'Europa; sottolinea che la PAC deve innanzi tutto far fronte alle necessità della società europea in ambito alimentare, ambientale e climatico, prima di concentrarsi sulla produzione per la vendita sul mercato agricolo internazionale; sottolinea che i cosiddetti paesi in via di sviluppo dovrebbero avere opportunità sufficienti per creare e mantenere un proprio settore agroalimentare solido;

147.  richiama l'attenzione sul nuovo consenso europeo in materia di sviluppo, in cui l'UE e i suoi Stati membri ribadiscono il loro impegno e riconoscono la fondamentale importanza di un effettivo rispetto del principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS), di cui all'articolo 208 TFUE, a norma del quale è necessario tenere conto degli obiettivi di cooperazione allo sviluppo in tutte le politiche dell'UE, compresi la politica agricola e il suo finanziamento, che potrebbero interessare i paesi in via di sviluppo in modo negativo; ritiene, in tale contesto, che la riforma della PAC debba rispettare il diritto dei paesi in via di sviluppo di definire le proprie politiche agricole e alimentari, senza pregiudicare le loro capacità di produzione alimentare e la loro sicurezza alimentare a lungo termine, in particolare nel caso dei paesi meno sviluppati;

148.  ricorda l'impegno dell'UE e dei suoi Stati membri di fronte agli OSS ed evidenzia che la coerenza della PAC con gli OSS è fondamentale, in particolare nel caso degli obiettivi n. 2 (porre fine alla fame), n. 5 (uguaglianza di genere), n. 12 (consumo e produzione responsabili), n. 13 (azione per il clima) e n. 15 (vita nell'ecosistema terrestre), ai quali la futura PAC deve allinearsi;

149.  chiede, in conformità del principio di efficienza di bilancio, coerenza e migliori sinergie tra la PAC e tutte le altre politiche e impegni internazionali dell'UE, in particolare nei settori dell'energia, dell'approvvigionamento idrico, dell'uso del suolo, della biodiversità e degli ecosistemi, nonché lo sviluppo delle aree periferiche e montane;

150.  invita la Commissione a procedere a una valutazione d'impatto sistematica delle disposizioni relative al settore agricolo in tutti gli accordi commerciali e a proporre strategie specifiche per garantire che nessun settore agricolo sia danneggiato dalla conclusione di un accordo commerciale con un paese terzo;

151.  insiste sul fatto che i processi e i metodi di produzione costituiscono una parte essenziale delle norme sociali, economiche e ambientali del commercio agricolo mondiale e incoraggia la Commissione a sollecitare l'OMC a riconoscerli come tali;

152.  sottolinea che la realizzazione degli obiettivi dell'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e il raggiungimento degli OSS devono essere i principi guida di qualsiasi politica commerciale concernente i prodotti agricoli; rileva che nel suo documento di riflessione sulla gestione della globalizzazione, la Commissione segnala giustamente la richiesta di un aumento del commercio equo e di prodotti sostenibili e locali, come mutamento di tendenza nella globalizzazione; sottolinea che la politica commerciale dell'UE può contribuire ampiamente al raggiungimento degli OSS e degli obiettivi climatici stabiliti nell'accordo di Parigi;

153.  ricorda che l'UE ha eliminato le proprie sovvenzioni all'esportazione e che l'attuale bilancio dell'UE non prevede alcuna linea di bilancio per dette sovvenzioni; invita, a questo proposito, i partner commerciali dell'UE ad impegnarsi a ridurre il sostegno interno che causa distorsioni al commercio; invita i membri dell'OMC che continuano a concedere sovvenzioni alle esportazioni ad applicare la decisione ministeriale sulla concorrenza all'esportazione, adottata il 19 dicembre 2015 a Nairobi;

154.  chiede alla Commissione di rimanere vigile e di intensificare l'azione difensiva dell'Unione al fine di eliminare gli ostacoli, esistenti e futuri, all'accesso al mercato nei paesi terzi, che sono in aumento, pur rispettando l'ambiente e i diritti umani, compreso il diritto all'alimentazione; sottolinea che tali ostacoli riguardano perlopiù i prodotti agricoli (27 % secondo la banca dati della Commissione sull'accesso al mercato) che a loro volta si riferiscono soprattutto a misure sanitarie e fitosanitarie di accesso al mercato;

155.  chiede alla Commissione di anticipare le conseguenze della Brexit e di tenerne conto nella preparazione degli scambi di offerte e nel calcolo dei contingenti;

156.  chiede alla Commissione di avviare iniziative chiare e trasparenti per rafforzare ulteriormente la promozione della produzione, della sicurezza, del benessere degli animali, delle norme ambientali e delle filiere corte nell'UE e di sostenere regimi di produzione alimentare di qualità, che potrebbero essere conseguiti, tra l'altro, attraverso regimi europei di etichettatura di origine, e attività di commercializzazione e promozione sui mercati interni e dei paesi terzi per quei settori che beneficiano di strumenti strategici specifici nell'ambito della PAC; insiste sulla necessità di ridurre la burocrazia e i requisiti superflui per consentire ai produttori più piccoli di partecipare a tali regimi; accoglie con favore l'aumento costante del bilancio disponibile per i programmi promozionali ed esorta la Commissione a mantenere il ritmo con cui gli stanziamenti stanno aumentando, dato il crescente interesse dei produttori;

157.  sottolinea l'importanza delle filiere corte locali e regionali, che sono più sostenibili dal punto di vista ambientale in quanto richiedono un trasporto più breve e conseguentemente provocano un inquinamento minore, e implicano una maggiore freschezza e tracciabilità dei prodotti;

158.  ricorda l'importanza di rafforzare la capacità degli agricoltori locali di risalire la catena di valore, fornendo loro aiuto e sostegno per prodotti biologici e con valore aggiunto e nuove competenze e tecnologie, dal momento che raggiungere la sostenibilità richiede un'azione diretta volta a preservare, proteggere e potenziare le risorse naturali;

159.  ricorda che la produzione locale sostiene la cultura alimentare e le economie a livello locale;

160.  sottolinea che nel futuro dell'agricoltura l'accento dovrebbe essere posto sulla produzione di alimenti di alta qualità, poiché il vantaggio concorrenziale dell'Europa risiede nella qualità; sottolinea che le norme dell'UE devono essere mantenute e rafforzate, ove possibile; chiede misure volte ad aumentare ulteriormente la produttività e la competitività a lungo termine del settore della produzione alimentare, e a introdurre nuove tecnologie e un uso più efficiente delle risorse, potenziando in tal modo il ruolo dell'UE di leader mondiale;

161.  ritiene inaccettabile l'esistenza di differenze di qualità tra i prodotti alimentari pubblicizzati e distribuiti nel mercato unico con lo stesso marchio e lo stesso imballaggio; accoglie con favore gli incentivi della Commissione volti ad affrontare la questione della duplice qualità degli alimenti nel mercato unico, compreso il suo lavoro su una metodologia comune di prova;

162.  accoglie con favore i progressi conseguiti nel promuovere gli interessi agricoli dell'Unione nei recenti negoziati commerciali bilaterali, in particolare per quanto riguarda l'accesso al mercato per i prodotti agroalimentari di elevata qualità dell'UE e la protezione delle indicazioni geografiche nei paesi terzi; auspica che questa tendenza continui e migliori;

Un processo decisionale trasparente per una solida proposta della PAC 2021-2028

163.  sottolinea che il Parlamento e il Consiglio dovrebbero, attraverso la procedura di codecisione, stabilire gli obiettivi generali comuni, le norme di base, le misure e gli stanziamenti finanziari e determinare l'opportuno livello di flessibilità necessario a consentire agli Stati membri e alle loro regioni di far fronte alle proprie specificità e necessità in linea con il mercato unico, per evitare distorsioni della concorrenza dovute a scelte nazionali;

164.  si rammarica del fatto che l'intero processo di programmazione della PAC post 2020 - consultazione, comunicazione, valutazione dell'impatto e proposte legislative - inizi ancora una volta con un ritardo significativo con l'avvicinarsi della fine dell'ottava legislatura, con il rischio che il dibattito sulla PAC futura passi in secondo piano rispetto ai dibattiti elettorali e mettendo a repentaglio la possibilità di raggiungere un accordo definitivo prima delle elezioni europee;

165.  chiede alla Commissione di introdurre un regolamento transitorio che, in caso di ritardo nell'approvazione della nuova PAC, consenta agli agricoltori di continuare ad avere accesso alle misure del programma di sviluppo rurale, in particolare alle misure ambientali e di investimento;

166.  invita gli Stati membri, nell'attuazione della nuova riforma, a garantire che non ci siano ritardi nell'erogazione dei pagamenti agli agricoltori e ad assumersi la responsabilità nonché a compensare adeguatamente gli agricoltori qualora, al contrario, si verifichino ritardi;

167.  sottolinea, tuttavia, che bisogna andare avanti quanto più possibile entro la fine dell'attuale legislatura e che questo tema deve essere messo in evidenza durante la campagna per le elezioni al Parlamento europeo;

168.  riconosce l'importanza di coinvolgere nel processo decisionale della PAC istituzioni ed esperti competenti per le politiche sanitarie e ambientali riguardanti la biodiversità, i cambiamenti climatici e l'inquinamento atmosferico, idrico e del suolo;

169.  invita la Commissione a proporre, prima di apportare modifiche sostanziali alla concezione e/o all'attuazione della PAC, un periodo transitorio sufficientemente lungo da garantire agli Stati membri tempo e un "atterraggio morbido" per attuare adeguatamente la nuova politica in modo ordinato, onde evitare ritardi nei pagamenti annuali degli agricoltori e nell'attuazione delle misure di sviluppo rurale;

170.  invita l'UE e i suoi Stati membri a rafforzare il dialogo con i paesi in via di sviluppo e a fornire le loro competenze e il sostegno finanziario per promuovere un'agricoltura ecologicamente sostenibile, basata sull'agricoltura di piccola scala e familiare, rivolgendosi in particolare alle donne e ai giovani, impegno questo, assunto nel 2017 al vertice Unione africana-Unione europea, nella dichiarazione congiunta dal titolo «Investing in Youth for Accelerated Inclusive Growth and Sustainable Development (Investire nei giovani per accelerare la crescita inclusiva e lo sviluppo sostenibile); ricorda il contributo delle donne nelle zone rurali in veste di imprenditrici e promotrici di uno sviluppo sostenibile; sottolinea la necessità di sviluppare il loro potenziale nell'agricoltura sostenibile e la resilienza nelle zone rurali;

171.  ricorda che la fame e la malnutrizione nei paesi in via di sviluppo sono principalmente connesse a un potere d'acquisto insufficiente e/o all'incapacità delle popolazioni rurali povere di essere autosufficienti; esorta pertanto l'UE ad aiutare attivamente i paesi in via di sviluppo a superare gli ostacoli alla propria produzione agricola (come l'inadeguatezza delle infrastrutture e le carenze logistiche);

172.  sottolinea che nel 2050 oltre la metà della popolazione dei paesi meno sviluppati continuerà a vivere in ambito rurale e che lo sviluppo di un'agricoltura sostenibile nei paesi in via di sviluppo contribuirà a valorizzare il potenziale delle comunità rurali, a mantenere la popolazione nelle zone rurali e a ridurre la sottooccupazione, la povertà e l'insicurezza alimentare, il che a sua volta contribuirà a contrastare le cause profonde della migrazione forzata;

173.  riconosce il ruolo cruciale che le tecnologie spaziali, quali quelle sviluppate nei programmi spaziali e satellitari dell'UE gestiti dall'Agenzia del Sistema Globale di Navigazione via satellite (Galileo, EGNOS e Copernicus), possono svolgere nel raggiungimento degli OSS delle Nazioni Unite offrendo soluzioni economicamente accessibili per passare a un'agricoltura di precisione, eliminando così gli sprechi, risparmiando tempo, riducendo la fatica e ottimizzando l'uso delle attrezzature;

174.  invita la Commissione a esaminare la possibilità di utilizzare le tecnologie e le applicazioni delle scienze spaziali e il Partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo come meccanismi per contribuire al monitoraggio delle colture, del bestiame, delle foreste, della pesca e dell'acquacoltura, e per sostenere gli agricoltori, i pescatori, i silvicoltori e i responsabili delle politiche nei loro sforzi volti a impiegare metodi diversi per il conseguimento di una produzione alimentare sostenibile e a rispondere alle relative sfide;

175.  invita la Commissione ad assicurare che gli Stati membri, nei loro piani di azione, garantiscano l'uguaglianza tra donne e uomini nelle zone rurali; esorta la Commissione e gli Stati membri a favorire una rappresentanza paritaria delle donne nelle strutture istituzionali incaricate del dialogo con il settore e anche negli organi decisionali delle pertinenti organizzazioni, cooperative e associazioni professionali; è del parere che la nuova legislazione dell'Unione debba migliorare sostanzialmente i sottoprogrammi tematici rivolti alle donne nelle zone rurali;

176.  sottolinea che la Commissione dovrebbe continuare a garantire un'applicazione rigorosa della legislazione dell'UE in materia di benessere degli animali, sempre e in tutti gli Stati membri nello stesso modo, con il controllo opportuno e le dovute sanzioni; invita la Commissione a monitorare la salute e il benessere degli animali, anche durante il trasporto, e a riferire in merito; ricorda che i prodotti che entrano nell'UE devono rispettare le norme ambientali, sociali e in materia di benessere degli animali europee; chiede che siano previsti incentivi finanziari per l'adozione volontaria di misure a favore del benessere degli animali che vadano oltre le norme legislative minime;

177.  invita la Commissione ad attuare e applicare la legislazione dell'UE pertinente, in particolare il regolamento (CE) n. 1/2005 del Consiglio, del 22 dicembre 2004, sulla protezione degli animali durante il trasporto; ritiene necessario, in tale contesto, adempiere alla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, la quale ha stabilito che la protezione del benessere degli animali non cessa alle frontiere esterne dell'UE e che i trasportatori di animali esportati dall'Unione devono pertanto rispettare le norme europee in materia di benessere degli animali anche al di fuori del territorio dell'UE;

178.  ribadisce che agli agricoltori che sostengono costi aggiuntivi a causa di vincoli specifici legati ad aree naturali di grande valore, come le zone di montagna, le isole, le regioni ultraperiferiche e le altre zone svantaggiate, debba essere concessa un'attenzione particolare; ritiene che, dati tali vincoli specifici, i finanziamenti della PAC siano di vitale importanza per tali regioni e che ogni riduzione produrrebbe un impatto molto dannoso su molti prodotti agricoli; esorta gli Stati membri a elaborare e attuare regimi di qualità al fine di offrire ai produttori interessati l'opportunità di introdurli rapidamente;

179.  ritiene che il bilancio del POSEI dovrebbe essere mantenuto a livelli sufficienti per affrontare le sfide dell'agricoltura nelle regioni ultraperiferiche, come chiesto varie volte dal Parlamento europeo; accoglie con favore i risultati dell'ultima relazione della Commissione sull'attuazione del POSEI e ritiene che i programmi per le regioni ultraperiferiche e per le piccole isole dell'Egeo debbano essere mantenuti separati dal regime generale dei pagamenti diretti dell'UE, al fine di garantire uno sviluppo territoriale equilibrato evitando il rischio di abbandono della produzione a causa di difficoltà correlate a distanza, insularità, dimensione ridotta, topografia e clima difficili e dipendenza economica da pochi prodotti;

180.  invita la Commissione a includere nell'Osservatorio sul mercato del latte una sezione autonoma che esamini i prezzi nelle regioni ultraperiferiche, al fine di reagire tempestivamente a una crisi del settore; ritiene che la definizione di "crisi" e il successivo intervento della Commissione debbano essere adattati alle regioni ultraperiferiche, considerando la dimensione del mercato, la dipendenza da poche attività economiche e la minore capacità di diversificazione;

181.  chiede una migliore integrazione dell'"economia circolare" per garantire l'utilizzo migliore e più efficiente possibile delle materie prime e dei sottoprodotti nella bioeconomia emergente, rispettando al contempo i limiti della disponibilità di biomassa e di terreni e altri servizi ecosistemici; ritiene che lo sviluppo della bioindustria nelle zone rurali possa fornire nuovi modelli commerciali che potrebbero aiutare gli agricoltori e i proprietari di aziende forestali a trovare nuovi mercati per i loro prodotti e a creare nuovi posti di lavoro; invita, pertanto, la Commissione e gli Stati membri a fornire il sostegno necessario al settore dell'agricoltura e della silvicoltura al fine di contribuire maggiormente all'ulteriore sviluppo della bioeconomia nell'UE; sottolinea la necessità di promuovere l'agroforestazione, che può offrire ecosistemi e microclimi polifunzionali, ricreativi e produttivi, e di colmare le lacune che potrebbero pregiudicarne lo sviluppo;

182.  ritiene che il sostegno alle misure agricole, ambientali e climatiche, integrato da regimi ecologici a livello di Stato membro, dovrebbe coprire i costi sostenuti dagli agricoltori per la transizione alle nuove pratiche sostenibili, ad esempio mediante la promozione dell'agroforestazione e il suo sostegno e altre misure forestali sostenibili a favore della biodiversità e della diversità genetica delle specie animali e vegetali, e per l'adattamento alle condizioni climatiche in cambiamento;

183.  invita la Commissione a garantire l'innovazione, la ricerca e la modernizzazione nell'agroforestazione e nella silvicoltura sostenendo un solido sistema di consulenza su misura, formazioni mirate e soluzioni specifiche per incentivare lo scambio di know-how e le migliori pratiche tra gli Stati membri, con un'attenzione generale alle nuove tecnologie e alla digitalizzazione; sottolinea, contemporaneamente, il ruolo essenziale delle associazioni dei proprietari di aziende forestali nel trasferimento di informazioni e innovazioni, nella formazione e nell'ulteriore istruzione dei proprietari di aziende forestali su piccola scala nonché nell'attuazione di una gestione forestale multifunzionale attiva.

184.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

MOTIVAZIONE

Il 29 novembre 2017 la Commissione ha adottato la sua comunicazione sull'ammodernamento e la semplificazione della politica agricola comune (PAC), dal titolo "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura". (COM(2017)713final).

Tale comunicazione, già annunciata dal Presidente Juncker nel 2016, è inclusa nel programma di lavoro della Commissione per il 2017 ed era inizialmente prevista per la primavera del 2017. Il testo, di 26 pagine, dà avvio al processo in più fasi mediante il quale le 27 Istituzioni dell'UE dovranno in ultima analisi giungere a un accordo sulla normativa che determinerà la PAC per il periodo successivo al 2020. La comunicazione è dunque intesa a fornire le basi e il quadro per le discussioni tra le parti interessate dell'UE-27, siano esse istituzionali o individuali, pubbliche o private.

Seguiranno proposte legislative che getteranno le basi del prossimo periodo di programmazione 2020-2027, accompagnate da una valutazione d'impatto contenente la pertinente base empirica. Le proposte saranno pubblicate in seguito all'adozione del quadro finanziario pluriennale (QFP), prevista per maggio 2018.

L'obiettivo iniziale della comunicazione è quello di:

-  presentare le principali sfide agricole dell'UE (l'alimentazione non è esplicitamente indicata);

-  evidenziare il contributo del settore agricolo alle dieci priorità della Commissione e agli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) in sinergia con altre politiche dell'Unione;

-  precisare le priorità strategiche per la futura PAC, rafforzando il suo valore aggiunto europeo;

-  valutare le proposte operative per una PAC più semplice, una governance migliore, una rappresentazione più accurata della diversità nell'agricoltura dell'UE, una maggiore sussidiarietà, una riduzione degli oneri amministrativi a carico dei beneficiari nonché una maggiore focalizzazione sui risultati.

La comunicazione stabilisce inoltre tre obiettivi chiave per l'agricoltura che divergono dagli obiettivi iniziali basati sui trattati:

1.  la promozione di un settore agricolo intelligente e resiliente;

2.  il potenziamento della tutela ambientale e dell'azione per il clima;

3.  il rafforzamento del tessuto socioeconomico delle zone rurali.

Come prima fase del processo di programmazione della PAC per il periodo successivo al 2020, si è tenuta un'ampia consultazione pubblica online che ha ricevuto oltre 320 000 risposte da parte di tutti gli Stati membri dell'UE, presentate in ampia parte da privati, nonché più di 1 400 documenti di posizione.

La seconda fase consiste nell'elaborazione della valutazione d'impatto globale, allo scopo di trarre insegnamenti dall'attuazione del periodo di programmazione 2013-2020, segnatamente gli obiettivi concernenti una PAC "più verde, più semplice e più giusta". Di conseguenza, pur riflettendo in linea generale i concetti del dibattito pubblico in corso, la valutazione d'impatto consentirà di definire una serie di opzioni strategiche in materia di sviluppo, inclusa una valutazione sul modo migliore per conseguire gli obiettivi perseguiti; in particolare:

-  l'opzione 1 (scenario di base) valuterà l'impatto della PAC qualora fosse mantenuta nella sua forma attuale, inclusa la proposta Omnibus adottata di recente;

-  l'opzione 2 valuterà l'impatto di un scenario "no PAC" per esaminare le conseguenze di un mancato intervento strategico con riguardo al valore aggiunto europeo della PAC sotto il profilo economico, ambientale e sociale;

-  l'opzione 3 opera un raffronto tra le operazioni di programmazione degli Stati membri/delle regioni nell'ambito della PAC e le priorità definite dall'UE sulla base delle esigenze individuate. Tale scenario pone al centro dell'attenzione la gestione dei rischi, gli investimenti nella ristrutturazione e nello sviluppo aziendale dell'agricoltura e delle PMI rurali, i servizi climatici e ambientali e l'accesso all'innovazione, alle conoscenze e alle TIC;

-  l'opzione 4 ridefinisce la ripartizione dei compiti tra l'UE, gli Stati membri e le aziende agricole al fine di rafforzare la rete di sicurezza al reddito con migliori sinergie tra le misure di sostegno diretto, tra cui i pagamenti per superfici e la gestione dei rischi, in modo da rendere più mirata l'azione per il clima e l'ambiente e da semplificare e modernizzare i controlli ai fini di risultati basati sulle prestazioni;

-  l'opzione 5 prevede un'importante redistribuzione del sostegno diretto a favore delle piccole aziende agricole ecologiche e promuove i circuiti brevi.

La base empirica sulla quale si fondano la comunicazione e la valutazione d'impatto include:

-  il quadro comune di monitoraggio e valutazione della DG AGRI per determinare le prestazioni della PAC in base agli indicatori degli Stati membri;

-  gli obiettivi e gli indicatori a livello UE concordati per monitorare gli OSS (comunicazione dal titolo "L'azione europea a favore della sostenibilità" – COM(2016) 739 final);

-  le relazioni annuali di attuazione degli Stati membri dell'UE-27 forniranno dati sui progressi compiuti in vista del conseguimento degli obiettivi e sulle dotazioni di bilancio corrispondenti;

-  gli studi di valutazione periodici della DG AGRI sugli obiettivi generali della PAC per il 2013 e il contributo apportato alla conferenza sulle prospettive agricole dell'UE alla fine del 2017.

In un contesto europeo più ampio, il principale motore della riforma della PAC è la questione del bilancio: la PAC continua ad essere la voce di spesa più consistente del bilancio dell'Unione, pari a circa il 38 % della spesa totale. Nell'ambito del prossimo QFP, l'Unione europea dovrà affrontare nuove importanti sfide, come la migrazione, la sicurezza e la crescita; nonostante l'uscita del Regno Unito comporterà una contrazione del bilancio disponibile, gli Stati membri si mostrano poco inclini a incrementare l'entità complessiva del bilancio (1 % dell'RNL).

Per le parti interessate del settore pubblico e privato, gli aspetti chiave della comunicazione sono i seguenti:

-  strategia nazionale – elaborazione, adozione e attuazione: in particolare la struttura di governance (aspetti giuridici come la relazione tra regioni e Stato centrale, la trasparenza e la partecipazione dei cittadini), la coerenza interna (coerenza con i programmi di sviluppo rurale e i piani settoriali) e la coerenza esterna (ad es. i fondi strutturali e di investimento europei);

-  modello di risultati – programmi di finanziamento orientati ai risultati e basati sulle prestazioni: controllo e audit (competenze nazionali e dell'UE), indicatori (disponibilità e definizione, controlli di qualità, sanzioni), modelli di gestione (opzioni semplificate in materia di costi) e medesimo approccio in tutti gli Stati membri (ammissibilità, carattere obbligatorio/volontario, controlli);

-  azione per l'ambiente e il clima – un approccio integrato alla compensazione dei servizi ambientali mediante la combinazione dell'inverdimento, della condizionalità e delle buone pratiche agricole dell'attuale PAC nonché delle misure di sviluppo rurale al fine di consentire la compensazione dei beni pubblici, anche in materia di azione per il clima nonché di salute e benessere degli esseri umani, delle piante e degli animali;

-  dotazione finanziaria – programmi di sostegno dell'UE: modelli transitori in vista di un finanziamento ridotto/mirato, differenziazione tra Stati membri (convergenza esterna) sulla base di criteri oggettivi (cfr. fondi SIE), cofinanziamento da parte delle regioni/degli Stati membri, diritti che riflettano le condizioni socioeconomiche delle regioni degli Stati membri (convergenza interna).

Per quanto concerne le prospettive per il futuro, è opportuno ricordare che, nel quadro dell'ultimo esercizio di programmazione delle PAC 2013-2020, sono trascorsi due anni dalla pubblicazione iniziale delle proposte della Commissione (giugno 2011), nell'ambito della proposta sul QFP 2014-2020, al raggiungimento dell'accordo politico (giugno 2013) e all'approvazione legislativa finale (dicembre 2013), che ha comportato misure transitorie in tutti i settori (fino al 2015). Ciononostante, tale processo non ha coinciso né con la fine del mandato della Commissione né con il termine della legislatura del Parlamento.

PARERE della commissione per lo sviluppo (27.4.2018)

destinato alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura
(2018/2037(INI))

Relatore per parere: Maria Noichl

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo invita la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  sottolinea che nel 2017 il problema dell'insicurezza alimentare grave ha colpito 124 milioni di persone in 51 paesi, vale a dire 16 milioni in più rispetto al 2016, e che la maggior parte delle persone colpite dall'insicurezza alimentare vive in zone rurali;

2.  rammenta che l'UE è il principale esportatore e importatore di prodotti agricoli e che svolge quindi un ruolo cruciale nei mercati agricoli mondiali; rileva che, quando si tratta di prodotti agricoli, l'UE è il principale partner commerciale dei paesi in via di sviluppo;

3.  ricorda che il nuovo consenso europeo in materia di sviluppo, in cui l'UE e i suoi Stati membri ribadiscono il loro impegno e riconoscono la fondamentale importanza di un effettivo rispetto del principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS), di cui all'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), ai sensi del quale è necessario tenere conto degli obiettivi di cooperazione allo sviluppo in tutte le politiche dell'UE, compresi la politica agricola e il finanziamento, che potrebbero interessare i paesi in via di sviluppo in modo negativo; ritiene, in tale contesto, che la riforma della politica agricola comune (PAC) debba rispettare il diritto dei paesi in via di sviluppo a definire le proprie politiche agricole e alimentari, senza pregiudicare le loro capacità di produzione alimentare e la loro sicurezza alimentare a lungo termine, in particolare nei caso dei paesi meno sviluppati;

4.  ricorda l'impegno dell'UE e dei suoi Stati membri di fronte agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) ed evidenzia che la coerenza della PAC con gli OSS è fondamentale, in particolare nel caso degli obiettivi n. 2 (porre fine alla fame), n. 5 (uguaglianza di genere), n. 12 (consumo e produzione responsabili), n. 13 (azione per il clima) e n. 15 (vita nell'ecosistema terrestre), ai quali la futura politica agricola comune (PAC) deve allinearsi;

5.  riconosce che la PAC è lungi dall'essere perfetta e che essa deve essere più favorevole allo sviluppo, evitare le distorsioni sia sui mercati agricoli europei che su quelli internazionali e favorire la transizione verso un'agricoltura più sostenibile e pratiche agricole resilienti, che contribuiscano alla protezione degli ecosistemi e delle risorse naturali e rafforzino la loro capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, alle condizioni climatiche estreme, alla siccità, alle inondazioni e altre catastrofi e migliorino gradualmente la qualità dei suoli, in linea con il secondo degli obiettivi di sviluppo sostenibile;

6.  ricorda che un'agricoltura che non riesce a proteggere e a migliorare né i mezzi di sussistenza della popolazione rurale né l'equità né benessere sociale, è insostenibile; invita l'UE a promuovere regimi di produzione alimentare equi ed ecologicamente sostenibili, incoraggiando consumi sostenibili e incentivando modelli di alimentazione sostenibili nell'ambito di tutte le politiche che hanno probabili ripercussioni sui paesi in via di sviluppo;

7.  sottolinea che la riforma della PAC dovrebbe contribuire a creare un nuovo sistema alimentare europeo in linea con la natura innovativa dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile e l'accordo di Parigi sul clima; ritiene che a tal fine sia necessario un cambiamento di paradigma, passando da un modello di "rivoluzione verde" a un "approccio agroecologico", in linea con le conclusioni della valutazione internazionale delle conoscenze agricole, della scienza e della tecnologia per lo sviluppo (IAASTD) e le raccomandazioni del relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto al cibo, il che comporta il riconoscimento della multifunzionalità dell'agricoltura e un rapido passaggio dalle monocolture basate su un intenso uso di input chimici verso un'agricoltura sostenibile e diversificata, incentrata su pratiche agroecologiche, rafforzando i sistemi alimentari locali e l'agricoltura su piccola scala e sostenendo le tipologie tradizionali di organizzazione;

8.  esorta l'UE e i suoi Stati membri a onorare l'impegno, assunto nell'ambito del consenso europeo in materia di sviluppo, a sostenere l'agroecologia, anche mediante la finestra di investimenti per l'agricoltura del Piano europeo per gli investimenti esterni (PIE);

9.  invita l'UE e i suoi Stati membri a rafforzare il dialogo con i paesi in via di sviluppo e a fornire loro perizia e sostegno finanziario per promuovere un'agricoltura ecologica sostenibile, basata sull'agricoltura su piccola scala e familiare, rivolta in particolare alle donne e ai giovani, impegno questo, assunto nel 2017 al vertice Unione africana-Unione europea, nella dichiarazione congiunta dal titolo "Investing in Youth for Accelerated Inclusive Growth and Sustainable Development (Investire nei giovani per accelerare la crescita inclusiva e lo sviluppo sostenibile); ricorda il ruolo delle donne nelle zone rurali e il loro contributo all'economia in veste di imprenditrici e promotrici di uno sviluppo sostenibile; sottolinea la necessità di svilupparne il potenziale nell'agricoltura sostenibile e la resilienza nelle zone rurali;

10.  chiede, pur ricordando gli obiettivi originari della PAC, di cui all'articolo 39 del TFUE, un altro capitolo nella normativa della PAC dopo il 2020 in merito alla sua responsabilità in questioni relative alla politica di sviluppo, che inclusa una migliore integrazione degli obiettivi in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile, dal momento che il divieto delle sovvenzioni all'esportazione significa che persistono distorsioni economiche che permettono al settore agricolo dell'UE di esportare prodotti agricoli di base a prezzi inferiori al costo medio di produzione;

11.  invita la Commissione a effettuare sistematicamente valutazioni d'impatto ex ante ed ex post degli effetti esterni della PAC, con l'ausilio di indicatori basati sugli OSS, e a elaborare un quadro metodologico per monitorare e valutare gli effetti della PAC sul settore della produzione agricola nei paesi in via di sviluppo e sull'accessibilità economica e disponibilità del cibo; propone che queste informazioni siano utilizzate per creare un meccanismo di allerta che segnali gli effetti negativi della PAC sulla sussistenza dei piccoli agricoltori, in particolare le donne, nei paesi in via di sviluppo;

12.  sottolinea che la PAC deve rispettare il principio di "non nuocere" ed essere coerente con le altre politiche e obblighi internazionali dell'UE nel settore dello sviluppo, ma anche in materia di protezione dei diritti umani, dell'ambiente, del clima, dei diritti degli animali e della natura; osserva inoltre che, in termini di spesa del bilancio dell'UE, è controproducente generare esternalità negative per poi sostenerne i costi;

13.  ritiene necessario, coerentemente con le politiche dell'Agenda 2030 e gli OSS, riconoscere gli squilibri geografici nelle relazioni di scambio e nella concorrenza nel settore agricolo tra paesi in via di sviluppo e l'UE e promuovere una relazione più equilibrata con i partner commerciali;

14.  invita l'UE ad assicurare che la futura PAC superi i problemi connessi all'attuale modello di produzione agricola orientato all'esportazione, rafforzando i mercati interni e le filiere alimentari corte dell'Unione in maniera sostenibile, onde non compromettere lo sviluppo dei paesi, al contempo garantendo la resistenza agli shock e alle minacce provenienti dall'esterno;

15.  osserva che le esportazioni e le importazioni di prodotti agroalimentari dell'UE sono basate su accordi commerciali; sottolinea che gli accordi dovrebbero garantire la parità di condizioni tra gli agricoltori dell'UE e del resto del mondo, prevedendo preferenze favorevoli ai paesi in via di sviluppo;

16.  esorta gli Stati membri a recedere dall'obiettivo di un'agricoltura europea sempre più intensiva e a cessare la sovrapproduzione nel settore dell'allevamento mediante l'introduzione obbligatoria di un sistema di allevamento legato alla terra; osserva con preoccupazione che la dipendenza dell'UE dalle importazioni di mangimi, in particolare la soia, ha contribuito alla crescente domanda di terreni all'estero, causando deforestazione, perdita di biodiversità, sfollamento delle comunità e una crescente intossicazione dovuta alla coltivazione di soia geneticamente modificata con uso intensivo di pesticidi nell'America meridionale; esorta pertanto gli Stati membri a ridurre e a eliminare progressivamente le loro importazioni di colture proteiche da paesi terzi, quali l'Argentina e il Brasile;

17.  chiede pertanto la rotazione delle colture con le leguminose su tutti i terreni arabili in cui essa è praticabile e l'attuazione di una strategia per le proteine in tutta l'UE intesa a ridurre la dipendenza dalle importazioni di soia dai paesi in via di sviluppo; chiede, in questo contesto, l'introduzione di criteri di sostenibilità per l'importazione di proteine vegetali;

18.  ricorda l'importanza di rafforzare la capacità degli agricoltori locali di risalire la catena di valore, fornendo loro aiuto e sostegno per prodotti biologici e con valore aggiunto e nuove competenze e tecnologie, dal momento che raggiungere la sostenibilità richiede un'azione diretta volta a preservare, proteggere e potenziare le risorse naturali;

19.  chiede l'abbandono dei sussidi indiretti e non mirati, quali i pagamenti per superficie; chiede che i sussidi siano erogati soltanto se contribuiscono al bene pubblico in termini di posti di lavoro locali, diversità biologica, benessere degli animali, aria e acqua pulite e suoli vitali e sani;

20.  ricorda, in questo contesto, gli effetti distorsivi della reintroduzione del sostegno accoppiato nell'ambito della PAC nel periodo 2014-2020; rammenta che l'abolizione del regime delle quote latte nel 2015, decisa nella speranza di creare nuovi sbocchi di mercato per i prodotti agricoli europei nei paesi in via di sviluppo, ha aggravato la sovrapproduzione, con un conseguente abbassamento dei prezzi e le relative ripercussioni sullo sviluppo del settore lattiero-caseario in Europa e nei paesi in via di sviluppo;

21.  ribadisce la propria opinione stando alla quale la distribuzione dei pagamenti non è equilibrata; è del parere che le aziende agricole di maggiori dimensioni non sempre necessitino dello stesso livello di sostegno per stabilizzare i redditi agricoli, sostegno di cui hanno invece bisogno le aziende agricole piccole o a basso reddito in tempi di volatilità dei redditi, dal momento che possono beneficiare delle economie di scala suscettibili di renderle più resilienti;

22.  ricorda che la fame e la malnutrizione nei paesi in via di sviluppo sono principalmente connesse a un potere d'acquisto insufficiente e/o all'incapacità delle popolazioni rurali povere di essere autosufficienti; esorta pertanto l'UE a collaborare attivamente per assistere i paesi in via di sviluppo a superare gli ostali (come l'inadeguatezza delle infrastrutture e le carenze logistiche) alle proprie produzioni agricole;

23.  invita l'UE e i suoi Stati membri a rafforzare la produzione alimentare nazionale dei paesi in via di sviluppo, come previsto dagli OSS, anziché aumentare le esportazioni di derrate agricole dell'UE verso detti paesi; esorta l'UE a incoraggiare i paesi in via di sviluppo ad aumentare e a diversificare la loro produzione alimentare per soddisfare la domanda alimentare interna e la crescente domanda del mercato Sud-Sud, dal momento che la politica agricola dell'UE, da sola, non è responsabile per l'alimentazione di una popolazione mondiale in aumento; sottolinea, per la stessa ragione, l'importanza di contrastare l'accaparramento di terreni nei paesi in via di sviluppo;

24.  invita l'UE a sostenere l'esigenza dei paesi in via di sviluppo di proteggere la propria produzione alimentare e la propria popolazione dalle conseguenze potenzialmente devastanti delle importazioni a basso prezzo;

25.  sottolinea che nel 2050 oltre la metà della popolazione dei paesi meno sviluppati continuerà a vivere in ambito rurale e che lo sviluppo di un'agricoltura sostenibile nei paesi in via di sviluppo contribuirà a sviluppare il potenziale delle comunità rurali, a mantenere la popolazione nelle zone rurali, a ridurre la sottooccupazione, la povertà e l'insicurezza alimentare, il che a sua volta contribuirà a contrastare le cause profonde della migrazione forzata;

26.  accoglie positivamente la proposta della Commissione di creare opportunità di occupazione e attività generatrici di reddito nelle regioni di origine e transito dei migranti, attraverso progetti sostenuti dalla PAC; invita la Commissione ad attuare i programmi di scambio UE-Unione africana attraverso cooperazione e dialogo in materia di produzione agroalimentare e di innovazione agricola;

27.  riconosce il ruolo cruciale che le tecnologie spaziali, quali i programmi spaziali e satellitari dell'UE gestiti dall'Agenzia del Sistema Globale di Navigazione via satellite (Galileo, EGNOS e Copernicus), possono svolgere nel raggiungimento degli OSS delle Nazioni Unite offrendo soluzioni economicamente accessibili per passare a un'agricoltura di precisione, eliminando così gli sprechi, risparmiando tempo, riducendo la fatica e ottimizzando l'uso delle attrezzature;

28.  invita la Commissione a esaminare la possibilità di utilizzare le tecnologie e le applicazioni delle scienze spaziali e il Partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo come meccanismi per contribuire al monitoraggio delle colture, del bestiame, delle foreste, della pesca e dell'acquacoltura, e per sostenere gli agricoltori, i pescatori, i silvicoltori e i responsabili delle politiche nei loro sforzi volti a impiegare metodi diversi per il conseguimento di una produzione alimentare sostenibile, e a rispondere alle relative sfide;

29.  sottolinea che, in generale, il commercio agricolo deve contribuire, sulla base di un partenariato, a ridurre le disuguaglianze globali e ad apportare maggiori e più inclusivi benefici sociali a tutti i partner commerciali, rispettando nel contempo i limiti ecologici del nostro pianeta.

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

24.4.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

15

0

7

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Ignazio Corrao, Mireille D'Ornano, Nirj Deva, Doru-Claudian Frunzulică, Enrique Guerrero Salom, Maria Heubuch, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Arne Lietz, Linda McAvan, Norbert Neuser, Vincent Peillon, Cristian Dan Preda, Lola Sánchez Caldentey, Elly Schlein, Eleni Theocharous, Paavo Väyrynen, Bogdan Brunon Wenta, Anna Záborská, Joachim Zeller, Željana Zovko

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Pál Csáky, Monika Vana

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

15

+

ALDE

Paavo Väyrynen

ECR

Eleni Theocharous

EFDD

Ignazio Corrao, Mireille D'Ornano

GUE/NGL

Lola Sánchez Caldentey

PPE

Joachim Zeller

S&D

Doru-Claudian Frunzulică, Enrique Guerrero Salom, Arne Lietz, Linda McAvan, Norbert Neuser, Vincent Peillon, Elly Schlein

Verts/ALE

Maria Heubuch, Monika Vana

0

-

 

 

7

0

ECR

Nirj Deva

PPE

Pál Csáky, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Cristian Dan Preda, Bogdan Brunon Wenta, Anna Záborská, Željana Zovko

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

PARERE della commissione per il commercio internazionale (18.4.2018)

destinato alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura
2018/2037(INI))

Relatore per parere: Seán Kelly

SUGGERIMENTI

La commissione per il commercio internazionale invita la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A.  considerando che lo studio della Commissione, di dicembre del 2016, dal titolo "Impatto degli accordi commerciali dell'UE sul settore agricolo" dimostra che gli accordi dell'UE con il Messico, la Corea del Sud e la Svizzera si sono tradotti in un aumento delle esportazioni agroalimentari dell'UE di oltre 1 miliardo di EUR e in valore aggiunto nel settore agroindustriale, per un importo pari a 600 milioni di EUR; considerando che, dall'applicazione dell'accordo di libero scambio tra l'UE, il Perù e la Colombia (rispettivamente, marzo 2013 e agosto 2013), le esportazioni di prodotti agricoli dell'UE in entrambi i paesi sono aumentate notevolmente (del 73 % per il Perù e dell'82 % per la Colombia);

B.  considerando che dal 2013 l'UE è il più grande esportatore di prodotti agroalimentari e dal 2010 registra un surplus delle esportazioni; che nel 2017 le esportazioni di prodotti agroalimentari dell'UE verso i paesi terzi sono aumentate e hanno raggiunto l'importo record di 137,9 miliardi di EUR; che l'UE è il principale importatore di prodotti agricoli provenienti dai paesi in via di sviluppo;

1.   sottolinea che la politica commerciale dell'UE deve essere coerente con le altre politiche dell'Unione, fra cui le politiche di sviluppo e ambientali, e favorire il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, e che essa può contribuire al conseguimento degli obiettivi di una politica agricola comune (PAC), in particolare assicurando un equo tenore di vita alla popolazione agricola e che le derrate giungano ai consumatori a prezzi ragionevoli; sottolinea che il settore agroalimentare dell'UE deve cogliere le opportunità di crescita offerte dalle esportazioni dato che, secondo le stime, nel prossimo decennio il 90 % della domanda mondiale di prodotti agroalimentari proverrà dal di fuori dell'Europa; sottolinea che la PAC deve innanzi tutto far fronte alle necessità della società europea in ambito alimentare, ambientale e climatico, prima di concentrarsi sulla produzione per esportare sul mercato internazionale; sottolinea che i cosiddetti paesi in via di sviluppo dovrebbero avere opportunità sufficienti per creare e mantenere un proprio settore agroalimentare solido;

2.  ritiene che le varie riforme della PAC che si sono succedute dagli anni Novanta del secolo scorso siano state influenzate, in larga misura, dalle esigenze del commercio internazionale e dell'OMC; ritiene altresì che dette riforme abbiano consentito di rafforzare la competitività dei prodotti agricoli e del settore agroalimentare europei, ma che abbiano anche reso fragile gran parte del settore agricolo, esponendolo all'instabilità dei mercati mondiali; è del parere che sia giunto il momento di concentrare maggiormente l'attenzione sugli altri obiettivi della PAC, tra cui il tenore di vita degli agricoltori o questioni quali la salute, l'occupazione, l'ambiente e il clima, come invita a fare la comunicazione della Commissione sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura in Europa;

3.  afferma che la politica agricola e la politica commerciale dell'UE sono strettamente interconnesse e continueranno a esserlo in futuro, che la prima non deve prevalere sulla seconda e che la priorità deve essere quella di mantenere e sviluppare un'agricoltura sostenibile; ritiene che questo legame evidenzi l'importante ruolo dell'agricoltura nel contesto di negoziati bilaterali per gli accordi di libero scambio e di negoziati multilaterali presso l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), su questioni quali l'accesso al mercato per i prodotti agricoli, il sostegno interno, le sovvenzioni all'esportazione, la protezione delle indicazioni geografiche, le norme sanitarie e fitosanitarie (SPS), l'uso prudente di farmaci antimicrobici al fine di ridurre la proliferazione della resistenza antimicrobica e la semplificazione delle procedure d'importazione, nonché garantisca che i prodotti agricoli importati nel mercato interno siano stati prodotti nel rispetto delle norme occupazionali e ambientali dell'UE, del principio di precauzione, delle norme sul benessere degli animali e di altre norme europee in materia di sicurezza;

4.  insiste sul fatto che i processi e i metodi di produzione costituiscono una parte essenziale delle norme in materia sociale, economica e ambientale del commercio agricolo mondiale e incoraggia la Commissione a sollecitare l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) a riconoscerli come tali;

5.  sottolinea che la realizzazione degli obiettivi dell'accordo di Parigi sul cambiamento climatico e il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile devono essere i principi guida di qualsiasi politica commerciale concernente i prodotti agricoli; rileva che nel suo documento di riflessione sulla gestione della globalizzazione, la Commissione segnala giustamente la richiesta di un aumento del commercio equo e di prodotti sostenibili e locali, come mutamento di tendenza nella globalizzazione; sottolinea che la politica commerciale dell'UE può contribuire ampiamente al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e degli obiettivi in materia di cambiamento climatico stabiliti nell'accordo di Parigi;

6.  ritiene che, se gli accordi commerciali possono recare beneficio principalmente alle grandi imprese agricole nell'UE ed estere, essi possano anche avere gravi conseguenze socioeconomiche per l'agricoltura su piccola e media scala nell'UE e nei paesi terzi;

7.  accoglie con favore i progressi conseguiti nel promuovere gli interessi agricoli dell'Unione nei recenti negoziati commerciali bilaterali, in particolare per quanto riguarda l'accesso al mercato dell'UE di prodotti agroalimentari di elevata qualità e la protezione delle indicazioni geografiche nei paesi terzi; auspica che questa tendenza continui e migliori;

8.  invita la Commissione, nel quadro degli attuali e futuri negoziati commerciali bilaterali con i paesi terzi, a garantire la parità di condizioni concorrenziali e ad affrontare con la massima attenzione la liberalizzazione dell'accesso al mercato, per quanto riguarda sia i paesi terzi che l'UE, in settori agricoli sensibili, prendendo innanzitutto in considerazione periodi di transizione, contingenti tariffari, misure di salvaguardia adeguate che tengano conto degli effetti sociali, ambientali ed economici nell'UE e nei paesi verso i quali essa esporta, dell'eventuale esclusione dei prodotti più sensibili dal campo di applicazione degli accordi, dopo un esame caso per caso, e del rispetto delle norme di reciprocità con riguardo ai settori agricoli sensibili dei paesi terzi; rileva che ciò può riguardare prodotti diversi, a seconda del partner commerciale in questione; sottolinea che, nel caso dei prodotti sensibili e di ciascun settore, occorre tener conto dell'ammontare cumulato massimo di concessioni agricole accordate dall'UE nel quadro di tutti i suoi impegni internazionali;

9.  ribadisce l'importanza di inserire negli accordi commerciali clausole di salvaguardia efficaci e applicabili rapidamente, che consentano di sospendere temporaneamente le preferenze in caso di perturbazione del mercato che penalizza i settori sensibili;

10.  sottolinea pertanto il principio dell'accesso qualificato al mercato, stando al quale i beni importati dovrebbero essere conformi alle norme dell'UE;

11.  ritiene inoltre che i beni la cui produzione sia associata alla deforestazione, all'accaparramento di terreni o risorse e alla violazione dei diritti umani non dovrebbero poter accedere al mercato dell'UE;

12.  deplora la mancanza di progressi in materia di sostegno interno nel settore agricolo in occasione dell'11a Conferenza ministeriale dell'OMC; accoglie tuttavia con favore la dichiarazione congiunta dell'UE e del gruppo Cairns, rilasciata prima della conferenza, e invita la Commissione a proseguire la collaborazione in materia di sostegno interno; ribadisce che qualsiasi futura posizione dell'UE su questo tema non deve prevalere sulle discussioni relative al futuro e alla riforma della PAC e dovrà debitamente rispettare il quadro della PAC riformata; in tale contesto evidenzia la necessità che le norme del commercio internazionale non ostacolino il sostegno interno che potrebbe essere apportato all'agricoltura europea per evitare e gestire le crisi di mercato e far evolvere le pratiche agricole verso sistemi di produzione validi dal punto di vista economico, dell'ambiente e del clima, in modo da garantire meglio gli approvvigionamenti strategici dell'UE in materia di proteine vegetali e rafforzare infine lo sviluppo dell'economia circolare; rileva che norme ambientali e sociali rigorose aumenterebbero ulteriormente la qualità dei beni pubblici forniti agli europei da questa politica;

13.  ricorda che l'UE ha eliminato le proprie sovvenzioni all'esportazione e che l'attuale bilancio dell'UE non prevede alcuna linea di bilancio per dette sovvenzioni; a questo proposito, invita i partner commerciali dell'UE ad impegnarsi a ridurre il sostegno interno, causa di distorsioni al commercio; invita i membri dell'OMC che continuano a concedere sovvenzioni all'esportazione ad applicare la decisione ministeriale sulla concorrenza all'esportazione, adottata il 19 dicembre 2015, a Nairobi;

14.  chiede alla Commissione di rimanere vigile e di intensificare l'azione difensiva dell'Unione al fine di eliminare i crescenti ostacoli, esistenti e futuri, all'accesso al mercato nei paesi terzi pur rispettando l'ambiente e i diritti umani, compreso il diritto all'alimentazione; sottolinea che tali barriere perlopiù riguardano prodotti agricoli (27 % secondo la banca dati della Commissione sull'accesso al mercato) che a loro volta si riferiscono soprattutto a misure SPS di accesso al mercato.;

15.  chiede alla Commissione di anticipare e tenere conto delle conseguenze della Brexit nella preparazione degli scambi di offerte e nel calcolo dei contingenti.

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

24.4.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

32

0

3

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

William (The Earl of) Dartmouth, Laima Liucija Andrikienė, Tiziana Beghin, David Campbell Bannerman, Daniel Caspary, Salvatore Cicu, Santiago Fisas Ayxelà, Karoline Graswander-Hainz, Nadja Hirsch, Yannick Jadot, France Jamet, Jude Kirton-Darling, Bernd Lange, David Martin, Emma McClarkin, Anne-Marie Mineur, Sorin Moisă, Artis Pabriks, Franck Proust, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Viviane Reding, Tokia Saïfi, Helmut Scholz, Joachim Schuster, Joachim Starbatty, Adam Szejnfeld, Iuliu Winkler, Jan Zahradil

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Eric Andrieu, Goffredo Maria Bettini, Reimer Böge, Klaus Buchner, Dita Charanzová, Agnes Jongerius, Frédérique Ries

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

32

+

ALDE

Dita Charanzová, Nadja Hirsch, Frédérique Ries

ECR

David Campbell Bannerman, Emma McClarkin, Joachim Starbatty, Jan Zahradil

EFDD

Tiziana Beghin, William (The Earl of) Dartmouth

PPE

Laima Liucija Andrikienė, Reimer Böge, Daniel Caspary, Salvatore Cicu, Santiago Fisas Ayxelà, Sorin Moisă, Artis Pabriks, Franck Proust, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Viviane Reding, Tokia Saïfi, Adam Szejnfeld, Iuliu Winkler

S&D

Eric Andrieu, Goffredo Maria Bettini, Karoline Graswander-Hainz, Agnes Jongerius, Jude Kirton-Darling, Bernd Lange, David Martin, Joachim Schuster

Verts/ALE

Klaus Buchner, Yannick Jadot

0

-

 

 

3

0

ENF

France Jamet

GUE/NGL

Anne-Marie Mineur, Helmut Scholz

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

PARERE della commissione per i bilanci (25.4.2018)

destinato alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura
(2018/2037(INI))

Relatore per parere: Nedzhmi Ali

SUGGERIMENTI

La commissione per i bilanci invita la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A.  considerando che la politica agricola comune (PAC) è una delle politiche più integrate dell'Unione e ha conseguito uno dei suoi obiettivi originari, quello di aumentare l'approvvigionamento alimentare, fornendo sostegno agli agricoltori europei e rispondendo alle richieste dei cittadini in termini di sicurezza alimentare nonché di qualità e di sostenibilità; considerando che vi sono nuove sfide, legate in particolare ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità; che è importante che la PAC sia allineata all'accordo di Parigi e ad altri accordi internazionali per la protezione del clima e dell'ambiente;

B.  considerando che è necessario garantire un sostegno reale agli agricoltori veri e propri, continuando nel contempo a sostenere i beneficiari che hanno diversificato la produzione e il reddito, dopo decenni di segnali politici che hanno raccomandato loro di farlo, e di dare priorità alle piccole aziende agricole, ricompensandole per i diversi beni pubblici che offrono alla società, garantendo nel contempo una distribuzione equa del sostegno tra aziende agricole di dimensioni diverse; considerando che è importante rafforzare le economie regionali e sostenere un'agricoltura europea moderna e sostenibile, che funzioni sul piano economico, ambientale e sociale, al fine di promuovere la diversità dei sistemi agricoli, soprattutto di quelli a conduzione familiare; considerando che è essenziale garantire la produzione agricola in tutte le regioni dell'UE, anche nelle zone soggette a vincoli naturali, e a garantire un equo tenore di vita in tutte le regioni e gli Stati membri;

C.  considerando che vi è un divario tra il reddito nel settore agricolo e quello degli altri settori dell'economia e che il reddito agricolo è estremamente volatile; considerando che vi è un rischio di abbandono della terra nelle zone soggette a vincoli naturali; considerando che è opportuno che vi siano investimenti adeguati nella ristrutturazione, la modernizzazione, la diversificazione, l'innovazione delle aziende agricole nonché nell'adozione di nuove tecnologie;

D.  considerando che, secondo il documento di riflessione sul futuro della PAC pubblicato dalla Corte dei conti europea nel marzo 2018, nel 2010, per ogni 100 dirigenti di aziende agricole di età superiore ai 55 anni, se ne registravano 14 con meno di 35 anni, cifra che si era ridotta a 10.8 nel 2013; considerando che l'età media degli agricoltori dell'UE è aumentata da 49,2 a 51,4 anni nel periodo compreso tra il 2004 e il 2013; considerando che le aziende agricole più piccole sono per lo più quelle degli agricoltori anziani;

E.  considerando che, alla luce dell'eccessivo onere amministrativo del sistema di controllo e di audit, e delle sovrapposizioni tra i pilastri I e II, è importante semplificare la PAC, ridurre gli oneri amministrativi globali, migliorare il rapporto qualità/prezzo e renderlo trasparente, senza compromettere i suoi ambiziosi obiettivi politici; considerando che la riduzione della burocrazia dovrebbe migliorare i risultati dell'inverdimento e fornire a tutti gli agricoltori aiuti più efficaci quando adattano i loro sistemi agricoli per far fronte alle sfide ambientali e climatiche;

F.  considerando che, come indicato nella comunicazione della Commissione sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura, la PAC futura dovrà fissare parametri politici di base, mentre, a livello nazionale o regionale, gli Stati membri dovranno dimostrare una maggiore responsabilità quanto al modo di soddisfare gli obiettivi, al fine di mantenere la parità di condizioni, prevenire distorsioni del mercato e raggiungere gli obiettivi stabiliti a livello di UE; considerando che il futuro modello della PAC dovrebbe essere orientato ai risultati per quanto concerne l'efficienza delle risorse, la protezione dell'ambiente e l'azione per il clima;

1.  sottolinea che la PAC dovrebbe rimanere una politica comune dell'UE e che, soltanto se adeguatamente finanziata sarà in grado di conseguire gli obiettivi stabiliti; chiede pertanto che il bilancio della PAC per l'UE a 27 sia mantenuto almeno al livello attuale e a prezzi costanti nel prossimo quadro finanziario pluriennale dopo il 2020, al fine di concretizzare le ambizioni di una PAC riveduta ed efficiente dopo il 2020;

2.  sottolinea che la PAC dovrebbe aiutare lo sviluppo sostenibile dell'agricoltura, che è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare, l'occupazione nelle zone rurali, nonché la gestione sostenibile delle risorse naturali; osserva che occorrerà adottare approcci efficaci di audit e di controllo per garantire che il nuovo modello di risultati nell'ambito di una PAC riformata rispetti affettivamente i criteri ambientali e sociali, in modo che il settore consegua una maggiore sostenibilità entro il 2030;

3.  accoglie con favore l'intenzione di semplificare e modernizzare la PAC; invita la Commissione a garantire che i controlli finanziari e dei risultati e le funzioni di audit siano attuati all'insegna delle stesse elevate norme di continuo miglioramento in tutti gli Stati membri, nel pieno rispetto dei principi di sussidiarietà e flessibilità; sottolinea che gli Stati membri hanno bisogno di adeguate competenze per decidere sul contenuto, il monitoraggio, il controllo e le sanzioni dei regimi di sostegno applicabili nel loro territorio, ma evidenzia che qualsiasi semplificazione o ammodernamento della PAC non può ridurre il livello di ambizione dell'UE, né può condurre a una settorializzazione delle politiche e dei programmi dell'UE o alla sostituzione delle sovvenzioni con strumenti finanziari;

4.  insiste su un approccio ai pagamenti basato sui risultati; propone pertanto l'inserimento delle seguenti questioni per gli indicatori:

– mantenimento e creazione di posti di lavoro in questo settore;

– mantenimento delle piccole e medie aziende agricole;

– salute e biodiversità del suolo, ricchezza delle specie e tassionomica;

– protezione e creazione di soprassuolo, copertura del suolo contro l'erosione;

– riduzione delle perdite di nutrienti e aumento della qualità delle acque;

– biodiversità, compresa la varietà e l'abbondanza delle specie di uccelli e insetti impollinatori selvatici;

– riduzione della dipendenza dall'utilizzo di pesticidi e adozione della difesa fitosanitaria integrata (IPM)[1],

5.  si oppone a qualsiasi rinazionalizzazione o cofinanziamento nazionale; sottolinea la necessità di un'equa distribuzione dei pagamenti diretti tra gli Stati membri, che devono prendere in considerazione indici socioeconomici e costi di produzione affidabili, al fine di colmare i divari tra le diverse regioni dell'Unione nel prossimo QFP; ricorda che è fondamentale garantire la parità di condizioni di concorrenza a tutti gli agricoltori dell'UE, tenendo conto delle vulnerabilità e delle specificità delle economie su piccola scala; sottolinea, a tale proposito, l'esigenza di riformare la riserva per le crisi agricole e di aumentare i finanziamenti in linea con le risposte alle diverse crisi congiunturali nei settori sensibili, al fine di creare nuovi strumenti in grado di attenuare la volatilità dei prezzi e di aumentare i finanziamenti a favore dei Programmi di soluzioni specifiche per ovviare alla lontananza e all'insularità (POSEI);

6.  Sottolinea che il sostegno della PAC allo sviluppo rurale prevede, per tutti gli Stati membri, la possibilità di migliorare la loro competitività, favorire economie efficaci e sostenibili e promuove lo sviluppo delle zone rurali, in cui è essenziale contrastare lo spopolamento, la disoccupazione e la povertà per promuovere l'inclusione sociale; evidenzia, pertanto, la necessità di continuare il finanziamento di misure di sviluppo rurale e di rafforzare il secondo pilastro della PAC; approva, in questo contesto, i principi del metodo LEADER, dal momento che promuove l'innovazione, il partenariato e i collegamenti in rete nelle zone rurali;

7.  ritiene che la fissazione di un limite per i pagamenti diretti, un "massimale", non debba essere lasciata alla discrezione di ciascuno Stato membro, ma essere stabilita a livello europeo;

8.  auspica l'introduzione di pagamenti decrescenti al fine di ridurre il sostegno per le aziende agricole di grandi dimensioni e di spostare l'attenzione verso pagamenti redistributivi, in modo da fornire un sostegno più mirato (ad esempio per le aziende agricole di piccole e medie dimensioni);

9.  sottolinea che concordando e applicando una corretta definizione di valore aggiunto europeo si favorirebbe il dibattito pubblico e il processo decisionale sulla spesa futura dell'UE; sostiene il passaggio a un'agricoltura più efficiente e un aumento del valore aggiunto dell'UE, ma mette in guardia da qualsiasi tentativo di utilizzare tale definizione per mettere in discussione l'importanza delle politiche e dei programmi dell'UE sulla base di considerazioni puramente quantitative o economiche a breve termine; sottolinea la necessità di rafforzare lo sviluppo sostenibile e di sviluppare le zone rurali e la protezione del clima e dell'ambiente attraverso una politica agricola basata sul conseguimento degli obiettivi prestazionali; rileva che, al fine di apportare un valore aggiunto, devono essere definiti risultati e impatto, e che la Commissione e gli Stati membri dovrebbero definire indicatori pertinenti basati su dati concreti, prima di esporre i loro piani d'azione nazionali e regionali per la successiva valutazione del monitoraggio e dell'attuazione;

10.  chiede maggiori sinergie tra le politiche che promuovono lo sviluppo rurale e quelle volte a sostenere l'integrazione dei rifugiati;

11.  chiede, in conformità del principio di efficienza di bilancio, coerenza e migliori sinergie tra la PAC e tutte le altre politiche e impegni internazionali dell'UE, in particolare nei settori dell'energia, dell'approvvigionamento idrico, dell'uso del suolo, della biodiversità e degli ecosistemi, nonché lo sviluppo delle aree periferiche e montuose;

12.  chiede un maggiore sostegno per le aziende agricole a conduzione familiare e per i giovani agricoltori e sostegno all'occupazione nel settore agricolo nelle aree rurali, soprattutto per i giovani agricoltori;

13.  sottolinea che nel futuro dell'agricoltura l'accento dovrebbe essere posto sulla produzione di alimenti di alta qualità, poiché il vantaggio concorrenziale dell'Europa risiede nella qualità; sottolinea che le norme dell'UE devono essere mantenute e rafforzate, ove possibile; chiede misure volte ad accrescere ulteriormente la produttività e la competitività a lungo termine del settore della produzione alimentare, e a introdurre nuove tecnologie e un uso più efficiente delle risorse, potenziando in tal modo il ruolo dell'UE di leader mondiale;

14.  ritiene inaccettabile l'esistenza di differenze di qualità tra i prodotti alimentari pubblicizzati e distribuiti nel mercato unico con lo stesso marchio e lo stesso imballaggio; accoglie con favore gli incentivi della Commissione volti ad affrontare la questione della duplice della qualità degli alimenti nel mercato unico, compresi i suoi interventi per realizzare una metodologia comune di prova;

15.  esorta la Commissione e gli Stati membri a monitorare la notevole volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli e a incoraggiare l'adozione di strumenti di "gestione del rischio" in quanto contribuiscono a tutelare i redditi degli agricoltori;

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

24.4.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

25

2

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Jean Arthuis, Richard Ashworth, Reimer Böge, Gérard Deprez, Manuel dos Santos, André Elissen, José Manuel Fernandes, Eider Gardiazabal Rubial, Ingeborg Gräßle, Monika Hohlmeier, John Howarth, Bernd Kölmel, Vladimír Maňka, Siegfried Mureşan, Liadh Ní Riada, Jan Olbrycht, Răzvan Popa, Paul Rübig, Petri Sarvamaa, Inese Vaidere, Monika Vana, Tiemo Wölken, Marco Zanni

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Jean-Paul Denanot, Anneli Jäätteenmäki, Ivana Maletić, Andrey Novakov, Tomáš Zdechovský

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

25

+

ALDE

Jean Arthuis, Gérard Deprez, Anneli Jäätteenmäki

GUE/NGL

Liadh Ní Riada

PPE

Richard Ashworth, Reimer Böge, José Manuel Fernandes, Ingeborg Gräßle, Monika Hohlmeier, Ivana Maletić, Siegfried Mureşan, Andrey Novakov, Jan Olbrycht, Paul Rübig, Petri Sarvamaa, Inese Vaidere, Tomáš Zdechovský

S&D

Jean-Paul Denanot, Eider Gardiazabal Rubial, John Howarth, Vladimír Maňka, Răzvan Popa, Manuel dos Santos, Tiemo Wölken

Verts/ALE

Monika Vana

2

-

ECR

Bernd Kölmel

ENF

André Elissen

1

0

ENF

Marco Zanni

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

  • [1]  In linea con la direttiva sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi (2009/128/CE) e con l'articolo 67 del regolamento (CE) n. 1107/2009.

PARERE della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (26.4.2018)

destinato alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura
(2018/2037(INI))

Relatore per parere: Angélique Delahaye

SUGGERIMENTI

La commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare invita la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

–  visti l'accordo di Parigi, la decisione 1/CP.21 e la 21a Conferenza delle parti (COP 21) dell'UNFCCC, svoltasi a Parigi dal 30 novembre all'11 dicembre 2015, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (OSS) e la Convenzione sulla diversità biologica,

–  viste le relazioni speciali della Corte dei conti europea n. 4/2014 dal titolo "L'integrazione nella PAC degli obiettivi della politica UE in materia di acque: un successo parziale" e n. 21/2017 dal titolo "L'inverdimento: un regime di sostegno al reddito più complesso, non ancora efficace sul piano ambientale",

–  visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione dal titolo "Agricoltura e gestione sostenibile delle acque nell'UE" (SWD(2017) 153),

–  viste la direttiva 2009/128/CE sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi[1] e la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sui piani d'azione nazionali degli Stati membri e sui progressi realizzati nell'attuazione della direttiva 2009/128/CE sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi (COM(2017)0587),

–  visto il documento informativo della Corte dei conti europea sul futuro della PAC, pubblicato il 19 marzo 2018,

–  vista l'iniziativa dei cittadini europei dal titolo "Vietare il glifosato e proteggere le persone e l'ambiente dai pesticidi tossici",

–  visto lo studio del 16 gennaio 2017 sul benessere degli animali nell'UE, commissionato per la commissione per le petizioni del Parlamento europeo,

–  vista la relazione n. 21/2017 dell'Agenzia europea dell'ambiente a sostegno del monitoraggio del settimo programma d'azione per l'ambiente,

–  vista la comunicazione della Commissione del 14 febbraio 2018, dal titolo "Un quadro finanziario pluriennale nuovo e moderno per un'Unione europea in grado di realizzare efficientemente le sue priorità post-2020" (COM(2018)0098),

–  vista la sua decisione dell'8 febbraio 2018 di istituire una commissione speciale incaricata di esaminare la procedura di autorizzazione dell'UE per i pesticidi,

–  Visto il metastudio dal titolo "La PAC è all'altezza dell'obiettivo? Una valutazione dell'adeguatezza basata su elementi concreti"[2],

–  visto il processo delle Nazioni Unite che ha dato luogo alla valutazione internazionale delle scienze e tecnologie agricole al servizio dello sviluppo (IAASTD), che valuta il potenziale dell'alimentazione e della sostenibilità,

–  vista la relazione del relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all'alimentazione (A/HRC/34/48),

–  vista la dichiarazione di Cork 2.0 del 2016 "Una vita migliore nelle aree rurali", formulata in occasione della Conferenza europea sullo sviluppo rurale,

–  visto il riesame dell'attuazione delle politiche ambientali, annunciato nel 2016 (COM(2016)0316), che è uno strumento volto a contribuire a offrire i vantaggi della legislazione e delle politiche ambientali dell'UE alle imprese e ai cittadini attraverso una migliore attuazione,

A.  considerando che l'agricoltura è uno dei settori dell'economia che dovrebbero contribuire all'obiettivo di riduzione, entro il 2030, delle emissioni di gas a effetto serra del 30 % rispetto ai livelli del 2005 nel quadro del regolamento sulla ripartizione degli sforzi;

B.  considerando che gli agricoltori e i non agricoltori sono ampiamente d'accordo sul fatto che l'agricoltura dovrebbe offrire maggiori vantaggi per l'ambiente e il clima, come emerso durante la consultazione pubblica del 2017 sulla modernizzazione e la semplificazione della PAC;

C.  considerando che l'agricoltura biologica protegge l'ambiente, sostiene la biodiversità, riduce al minimo il degrado del suolo, funziona senza l'impiego sistematico di pesticidi e, quindi, protegge le acque sotterranee dagli inquinanti nocivi, ma che i suoi risultati positivi devono essere presi pienamente in considerazione nella formulazione della PAC;

D.  considerando che la comunicazione della Commissione dal titolo "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura" riconosce che la PAC è la politica più integrata del mercato unico, al servizio dell'integrazione europea, tenendo conto nel contempo del fatto che essa deve compiere notevoli sforzi per soddisfare le richieste dei cittadini in termini di rafforzamento della biodiversità, di maggiore impegno in materia di benessere degli animali, di cambiamenti climatici e di salute e dovrebbe rimanere una politica comune con un bilancio adeguato e mezzi sufficienti per le misure ambientali e climatiche;

E.  considerando che circa l'80 % delle proteine consumate, in particolare la soia, sono importate, principalmente dal Brasile, dall'Argentina e dagli Stati Uniti, e che l'UE ha un bisogno urgente di presentare una strategia in materia di proteine nell'ambito della PAC al fine di ridurre la dipendenza dalle importazioni che causano la deforestazione e l'accaparramento dei terreni;

F.  considerando che lo studio di Eurobarometro speciale n. 442 sugli atteggiamenti degli europei nei confronti del benessere degli animali indica che l'82 % dei cittadini europei ritiene che il benessere degli animali d'allevamento dovrebbe essere migliorato;

G.  considerando che determinati aspetti dell'intensificazione dei sistemi agricoli hanno esercitato una forte pressione sull'ambiente, congiuntamente alla perdita delle funzioni del suolo e all'aumento dell'inquinamento delle acque; che strumenti politici ben concepiti potrebbero mitigare tali effetti negativi e che la PAC dovrebbe essere riconfigurata per promuovere e sostenere modelli agricoli pienamente sostenibili;

H.  considerando che, secondo la valutazione del 2015 dell'Agenzia europea dell'ambiente dal titolo "Lo stato della natura nell'UE", le principali pressioni e minacce agli ecosistemi terrestri segnalate dagli Stati membri sono l'agricoltura e la modifica delle condizioni naturali; che il proseguimento delle pratiche attuali avrà un impatto profondo e dannoso sulla natura e sulla futura prosperità economica; considerando che le sovvenzioni dannose per l'ambiente devono essere eliminate;

I.  considerando che la PAC è di fondamentale importanza in Europa per circa 12 milioni di aziende agricole;

J.  considerando che i terreni agricoli rappresentano il 47 % del territorio europeo e che nell'UE ci sono 22 milioni di agricoltori e di lavoratori agricoli;

K.  considerando che i piccoli agricoltori rappresentano circa il 40 % delle aziende agricole dell'UE, ma ricevono soltanto l'8 % delle sovvenzioni a titolo della PAC;

L.  considerando che l'obiettivo della PAC in materia di gestione sostenibile delle risorse naturali e azione per il clima deve ancora essere conseguito;

M.  considerando che il consumo di grassi saturi e di carni rosse nell'Unione rimane ben al di sopra dei valori nutrizionali raccomandati e che l'industria alimentare continua a contribuire in modo considerevole alle emissioni di gas a effetto serra e di azoto;

N.  considerando che l'attuale PAC ha svolto un ruolo limitato nel sostenere l'espansione dell'agricoltura biologica, che nel 2015 copriva soltanto il 6 % della superficie agricola utilizzata (SAU) nell'Unione;

O.  considerando che gli obiettivi della PAC di cui all'articolo 39 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) sono ancora validi e pertinenti e che ulteriori obiettivi dovrebbero essere quelli di garantire la sicurezza e la sovranità alimentari nonché la resilienza e la sostenibilità dei sistemi e dei territori agricoli dell'Unione, al fine di preservarli meglio per il futuro;

P.  considerando che la PAC punta a integrare gli obiettivi ambientali garantendo che le sue norme siano compatibili e che gli agricoltori rispettino i requisiti ambientali stabiliti dalla legislazione dell'Unione e promuovendo lo sviluppo di pratiche agricole sostenibili che preservino l'ambiente e la biodiversità;

Q.  considerando che la PAC dovrebbe svolgere un importante ruolo nel garantire una produzione alimentare sostenibile e un equo tenore di vita agli agricoltori delle regioni degli Stati membri, prezzi accessibili per cittadini e consumatori, l'uso sostenibile e la protezione delle risorse naturali, la coesione delle aree rurali e di quelle urbane, l'accesso ad alimenti di alta qualità e a diete sane, la coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e climatici, rispettando al tempo stesso gli impegni in materia di protezione ambientale, azione per il clima e salute e benessere degli animali e delle piante;

R.  considerando che il Parlamento deve svolgere un ruolo globale nel definire un chiaro quadro politico per stabilire obiettivi comuni a livello europeo e per garantire un dibattito davvero democratico su questioni strategiche che hanno un impatto sulla vita quotidiana di tutti i cittadini, quando si tratta dell'uso delle risorse naturali, della qualità del nostro cibo, della salute e della transizione verso pratiche agricole sostenibili;

S.  considerando che la comunicazione della Commissione dal titolo "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura" riconosce che è necessario che la PAC affronti meglio i problemi sanitari fondamentali;

T.  considerando che è importante che la futura PAC sia coerente con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, l'accordo di Parigi e le politiche dell'UE, in particolare nei settori della sostenibilità, dell'ambiente, del clima, della sanità pubblica e dell'alimentazione;

U.  considerando che la futura PAC dovrà svolgere un ruolo rafforzato in termini di sviluppo sostenibile, sanità pubblica e protezione dell'ambiente e del clima, con obiettivi specifici che dovranno essere concordati a livello dell'UE e conseguiti dagli Stati membri, come raccomandato dalla Corte dei conti europea, in materia di biodiversità, cambiamenti climatici e resistenza antimicrobica, nonché protezione dell'aria, del suolo e dell'acqua;

V.  considerando che dei tre pilastri dello sviluppo sostenibile, il monitoraggio/misurazione dei progressi nel pilastro ambientale è il più debole[3]; che la comunicazione della Commissione sulla PAC propone che il nuovo modello di risultati sia maggiormente orientato ai risultati e che, pertanto, sia fondamentale rispondere alla necessità di dati sugli indicatori pertinenti per garantire questo modello;

W.  considerando che l'acqua e l'agricoltura sono intrinsecamente connesse e che la gestione sostenibile dell'acqua nel settore agricolo è essenziale per garantire una buona qualità e una produzione alimentare sufficiente, nonché la conservazione delle risorse idriche;

X.  considerando che soltanto le aziende agricole economicamente floride saranno in grado di conseguire gli obiettivi ambientali e climatici dell'UE;

Y.  considerando che la PAC, essendo una politica settoriale e comune, deve essere la pietra angolare della riconciliazione tra obiettivi ambientali e climatici e sostenibilità economica del settore agricolo, sviluppando il contributo di ciascun agricoltore e delle comunità rurali più ampie alle sfide ambientali e climatiche, compreso lo sfruttamento del potenziale dell'economia circolare, e premiando gli agricoltori che hanno già adottato pratiche e modelli di produzione che concilino prestazioni ambientali ed economiche; considerando che nel caso di alcune pratiche agricole esiste un potenziale per conseguire maggiori prestazioni ambientali nella PAC e al contempo garantire margini maggiori agli agricoltori, riducendo i costi di produzione;

Z.  considerando che occorre stabilire un nesso tra la PAC e la direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi; che, conformemente all'articolo 191, paragrafo 2, del TFUE, la PAC dovrebbe essere conforme al principio "chi inquina paga" al fine di evitare uno svantaggio competitivo a scapito delle aziende più virtuose, al momento di ridurre l'uso dei pesticidi;

AA.  considerando che l'impiego di pesticidi, il degrado della biodiversità e i cambiamenti nell'ambiente agricolo hanno un impatto negativo sulla quantità degli insetti impollinatori e sulla varietà delle specie impollinatrici; considerando che le sfide affrontate dagli impollinatori, sia addomesticati che selvatici, sono significative e che l'impatto sull'agricoltura e sulla sicurezza alimentare dell'UE potrebbe essere dannoso a causa della dipendenza della maggior parte della produzione dell'UE dai servizi di impollinazione; che nel gennaio 2018 è stata avviata una consultazione pubblica nell'ambito dell'iniziativa dell'UE a favore degli impollinatori, volta a individuare l'approccio migliore e le misure necessarie per contrastare il declino degli impollinatori nell'UE;

AB.  considerando che le regioni mediterranee dell'UE sono maggiormente vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici, quali la siccità, gli incendi e la desertificazione, e che pertanto gli agricoltori di queste zone dovranno adoperarsi maggiormente per adeguare le loro attività all'ambiente modificato; che tali sforzi dovrebbero essere rispecchiati e sostenuti nel quadro politico della PAC;

AC.  considerando che l'incremento della resilienza a lungo termine e della sostenibilità dei sistemi e dei territori agricoli andrà a beneficio dell'UE nel suo complesso;

AD.  considerando che è riconosciuto il fatto che un approccio unificato nei confronti degli ecosistemi agricoli e forestali europei non è adeguato, alla luce, ad esempio, della regola dell'ammissibilità di un massimo di 100 alberi per ettaro (o copertura massima della volta), e minaccia gli ecosistemi e gli habitat basati sull'agroforestazione;

AE.  considerando che nell'ambito della PAC attuale le misure di "ecologizzazione" non hanno raggiunto il loro pieno potenziale, in parte a causa della complessità delle esenzioni, e potrebbero essere oggetto di un ulteriore miglioramento; considerando che dette misure dimostrano come l'assenza di obiettivi da conseguire, vincolanti e quantificabili, possa portare a un fallimento in termini di fornitura di beni pubblici ambientali;

AF.  considerando che la "metavalutazione" basata su dati comprovati condotta da controlli dell'adeguatezza ha dimostrato che le misure di inverdimento non hanno migliorato in modo significativo le prestazioni ambientali, in gran parte perché tali requisiti erano già stati raggiunti;

AG.  considerando che le misure di inverdimento si sono basate su misure di condizionalità preesistenti, segnatamente il mantenimento del pascolo permanente e, in misura minore, sulla rotazione colturale e gli elementi paesaggistici;

AH.  considerando che la Corte dei conti europea ha sottolineato il fatto che i pagamenti verdi introdotti nell'ambito della riforma del 2013 generano maggiore complessità e burocrazia, sono difficili da comprendere e non migliorano in modo significativo le prestazioni ambientali e climatiche della PAC;

AI.  considerando che la fornitura di pagamenti della PAC dovrebbe essere resa fortemente condizionata alla fornitura di beni pubblici, per quanto in particolare riguarda posti di lavoro nel settore ambientale e di qualità, al fine di soddisfare le esigenze della società;

AJ.  considerando che è necessaria una rifusione della PAC per conseguire prestazioni che siano al livello della posta in gioco, che è assolutamente necessario permettere ai colegislatori di esercitare pienamente la propria missione entro un determinato arco di tempo e che occorre tener conto delle incertezze relative alla Brexit;

AK.  considerando che il futuro della sicurezza alimentare in Europa deve essere garantito sia per il Regno Unito che per l'UE a 27, adoperandosi al massimo al fine di minimizzare le turbative alla produzione e all'accesso al cibo per entrambe le parti; che occorre impegnarsi a fondo per assicurare un allineamento unitario delle norme di sicurezza ambientale e alimentare in modo da garantire che i cittadini del Regno Unito e quelli dell'UE non debbano far fronte ad alcuna riduzione della qualità degli alimenti e della sicurezza alimentare;

AL.  considerando che l'attività agricola ha un forte impatto sull'ambiente, sul clima, sulla salute, la sicurezza alimentare, la biodiversità e il benessere degli animali, ma può anche contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici, riducendo le emissioni di gas a effetto serra e sequestrando il carbonio; considerando che è necessario che la PAC affronti tali questioni con appositi strumenti e modelli;

AM.  considerando che la PAC necessita di strumenti adeguati per far fronte alla vulnerabilità dell'agricoltura ai cambiamenti climatici e, al tempo stesso, ridurre la pressione sulle riserve di acqua dolce esercitata dal settore, responsabile del 50 % del consumo di acqua dolce nell'UE;

AN.  considerando che la strategia Europa 2020 della Commissione "Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse", invita a modificare le abitudini di consumo al fine di sostenere la futura integrità della filiera alimentare dai campi alla tavola;

AO.  considerando che la futura PAC dovrebbe fornire agli agricoltori strumenti più adeguati per proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell'Unione e per invertire gli andamenti negativi particolarmente preoccupanti per la biodiversità, per quanto concerne ad esempio le farfalle comuni e l'avifauna in habitat agricolo;

AP.  considerando che la futura PAC dovrebbe affrontare la questione delle emissioni di ammoniaca prodotte dal settore agricolo, che nel 2015 rappresentavano il 94 % delle emissioni totali di ammoniaca nell'Unione, contribuendo all'inquinamento atmosferico, all'eutrofizzazione e all'acidificazione dell'ecosistema;

1.  prende atto della comunicazione della Commissione dal titolo "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura" e accoglie favorevolmente l'impegno a garantire che uno degli obiettivi della PAC consista nel migliorare e garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e contribuire agli obiettivi ambientali e climatici dell'UE;

2.  sottolinea, in particolare, che le future politiche della PAC devono dare il proprio contributo a una produzione agricola sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale, alla salute e alle altre politiche dell'UE nonché agli impegni internazionali già concordati, in particolare l'accordo di Parigi della COP21 e gli OSS delle Nazioni Unite e la Convenzione sulla diversità biologica;

3.  è favorevole a una PAC la cui priorità assoluta sia la transizione di ciascuna azienda agricola europea verso un'impresa sostenibile che sia pienamente integrata nell'economia circolare e che combini norme di prestazione di carattere economico con norme di prestazione di carattere ambientale, senza alcun indebolimento delle norme sociali o occupazionali;

4.  chiede una PAC che assicuri che tutti gli agricoltori, compresi i piccoli agricoltori, ricevano un equo reddito remunerativo e che rispetti i limiti ambientali, garantendo in tal modo la resilienza e la produttività a lungo termine;

5.  ricorda che la futura PAC deve incoraggiare gli agricoltori a servire la società nel suo complesso, introducendo o continuando ad applicare metodi di produzione agricola che siano compatibili con la tutela ambientale e la conservazione dei paesaggi, dei suoli, delle risorse naturali e della diversità genetica;

6.  ricorda che il Parlamento ha già sottolineato l'urgente necessità di agire per affrontare le principali cause della perdita di biodiversità, ovvero la distruzione e il degrado degli habitat derivanti principalmente dal consumo eccessivo di terreni, dall'inquinamento, dall'agricoltura intensiva, dall'uso di pesticidi chimici sintetici e fertilizzanti, dalla diffusione di specie aliene e dal cambiamento climatico; chiede, pertanto, una PAC coerente con gli altri obiettivi della politica ambientale, sociale e sanitaria dell'UE e con gli impegni internazionali quali gli obiettivi di sviluppo sostenibile e i trattati sul clima;

7.  invita a sostenere, attraverso nuovi strumenti finanziari e misure nazionali, i giovani agricoltori che effettuano nuovi investimenti, nella prospettiva del ricambio generazionale degli agricoltori;

8.  riconosce che le pratiche agro-ecologiche quali l'agroforestazione possono svolgere un ruolo importante al riguardo;

9.  invita a incrementare la percentuale di produzione agricola biologica;

10.  chiede una PAC riformata che sia semplice, responsabile e chiaramente orientata a produrre risultati a livello di agricoltura sostenibile; ritiene che la riforma dovrebbe rendere le procedure amministrative meno complesse e onerose per gli agricoltori e migliorare il monitoraggio delle prestazioni a livello degli Stati membri;

11.   è favorevole a una PAC basata sui risultati, allineata con le altre politiche dell'UE e la cui priorità assoluta sia la transizione verso un'agricoltura europea sostenibile e orientata al mercato rafforzando la produttività a lungo termine e la competitività e fissando obiettivi europei di prestazione di carattere ambientale, sostenibile e di sviluppo sociale per la fornitura di beni pubblici;

12.   sottolinea la necessità di fornire beni pubblici e servizi ecosistemici legati al suolo, all'acqua, alla biodiversità, alla qualità dell'aria, all'azione per il clima e alle bellezze paesaggistiche;

13.  invita gli Stati membri e la Commissione a garantire che la futura PAC sostenga sistemi di produzione più sostenibili e una maggiore fornitura di beni pubblici dalla gestione del territorio;

14.  ricorda che il Parlamento ha sottolineato che la conservazione della biodiversità è fondamentale per la produzione a lungo termine di prodotti alimentari e mangimi ed è, pertanto, nell'interesse degli stessi agricoltori;

15.   evidenzia che è necessario garantire che la spesa futura della PAC raggiunga effettivamente gli obiettivi stabiliti, attraverso la conformità e una maggiore coerenza tra i diversi ambiti strategici, aspetto questo particolarmente importante quando si tratta della gestione sostenibile delle risorse naturali e degli strumenti dedicati a tal fine nel quadro della PAC;

16.  ricorda che il Parlamento ha già sottolineato che il controllo dell'adeguatezza nella direttiva Natura mette in luce la necessità di migliorare la coerenza con la PAC ed evidenzia la preoccupante diminuzione delle specie e degli habitat legati all'agricoltura; invita la Commissione a condurre una valutazione dell'impatto della PAC sulla biodiversità; chiede, inoltre, pagamenti più elevati nell'ambito di Natura 2000 al fine di incentivare maggiormente la protezione dei siti agricoli Natura 2000, che si trovano in condizioni molto precarie;

17.  sottolinea che gli agricoltori devono essere ricompensati adeguatamente per il mantenimento e la protezione degli habitat esistenti; sottolinea, a tale proposito, che le norme per i regimi agroambientali possono incentivare gli agricoltori a eliminare gli habitat esistenti e a crearne di nuovi, per ricevere i pagamenti; sottolinea che ciò potrebbe compromette gli sforzi volti ad accrescere la biodiversità e la tutela ambientale, e ribadisce pertanto la necessità di ricompensare gli agricoltori per il mantenimento e la protezione degli habitat;

18.  chiede che sia mantenuta l'integrità del primo pilastro, fondato su una maggiore condizionalità delle misure di sostegno calibrate per massimizzare i risultati attesi in relazione a ciascun agricoltore e premiare gli agricoltori per i beni pubblici che possono fornire, quali l'azione per il clima e la conservazione della fauna selvatica; sottolinea che la PAC dovrebbe prevedere pagamenti per i servizi ecosistemici, controllati dalle autorità ambientali, sulla base dell'attuale approccio del programma LIFE; sottolinea, tuttavia, l'importanza di aziende agricole a conduzione familiare attive e di tutte le dimensioni ai fini del mantenimento di svariate attività agricole e che le misure sarebbero pertanto più mirate se l'attenzione fosse posta sulle aziende agricole a conduzione familiare;

19.  è fermamente convinto che sia necessario mantenere la condizionalità tra i pagamenti diretti e le misure di inverdimento al fine di garantire un settore agricolo europeo più sostenibile e chiede un nuovo regime di incentivi su base volontaria per gli agricoltori che intendono andare oltre le attuali misure agroambientali;

20.  invita la Commissione a concentrarsi sulla qualità della vita nelle zone rurali, al fine di renderla interessante per tutti, in particolare per le generazioni più giovani;

21.  chiede che la condizionalità ambientale, o il sistema che la sostituirà, includa tutta la legislazione sul benessere degli animali da allevamento, specifica per ogni specie, e le direttive sulle galline ovaiole e sui polli da carne;

22.  chiede un primo pilastro, definito a livello di UE, che riconosca l'importanza di una chiara correlazione tra la concessione di aiuti diretti mirati, che siano fortemente subordinati ai risultati ambientali e sociali, determinando benefici a lungo termine sostenibili sul piano economico e ambientale e la fornitura di beni e servizi pubblici, che comprenda meccanismi adeguati per ricompensare gli agricoltori, sulla base di criteri comuni ambiziosi e di obiettivi chiaramente misurabili, definiti a livello di UE, e che sostenga meglio gli agricoltori nella loro transizione verso prestazioni economiche e ambientali;

23.  invita la Commissione a garantire che il primo pilastro rimanga il principale meccanismo di sostegno al reddito degli agricoltori e la garanzia di parità di condizioni all'interno del mercato unico; sottolinea pertanto che la Commissione dovrebbe evitare differenze strategiche tra gli Stati membri nei rispettivi piani nazionali di attuazione della PAC dal momento che esse potrebbero causare distorsioni del mercato e una concorrenza sleale a livello di UE;

24.  mette in guardia da eventuali cofinanziamenti nazionali dei pagamenti diretti, dal momento che ciò si tradurrebbe in un'alterazione della natura comune della PAC;

25.  mette in guardia dai rischi derivanti dalla possibilità che gli Stati membri definiscano autonomamente i propri piani nazionali e riesaminino le loro decisioni annualmente, senza un solido insieme comune di norme, obiettivi e misure definiti a livello di UE; sottolinea che tale possibilità esporrebbe gli agricoltori a un elevato grado di incertezza derivante da decisioni politiche prese a livello nazionale e potrebbe avere un impatto negativo sulle sfide ambientali;

26.  invita la Commissione a introdurre un quadro giuridico nuovo e completo che permetta l'attuazione coerente di azioni ambientali e climatiche quali l'inverdimento, la condizionalità ambientale, che comprende buone condizioni agricole e ambientali (BCAA), criteri di gestione obbligatori (CGO) e misure agro-climatiche-ambientali (MACA) per lo sviluppo rurale, in modo tale che gli agricoltori possano contribuire più efficacemente e in maniera più semplice e mirata alla protezione ambientale, alla biodiversità e all'azione per il clima, garantendo al contempo che gli Stati membri abbiano un controllo adeguato e tenendo conto delle condizioni locali; sottolinea la necessità di garantire una netta separazione delle misure a titolo del primo e del secondo pilastro;

27.  ritiene che una quota pari al massimo al 30 % del primo pilastro dovrebbe essere destinata a detto regime europeo di incentivazione deciso dagli Stati membri come regime contrattuale che sproni a una transizione verso un'agricoltura che concili prestazioni economiche e prestazioni ambientali;

28.  ritiene che la transizione verso sistemi agricoli sostenibili debba essere agevolata attraverso servizi di consulenza agricola indipendenti, trasparenti e finanziati con risorse sufficienti, e pubbliche, in tutti gli Stati membri e le regioni, nonché diffondendo maggiormente la ricerca partecipativa dal basso tra i ricercatori e gli agricoltori ed efficaci scambi tra pari nel quadro dei partenariati dell'UE per l'innovazione, in particolare a favore degli approcci agroecologici che traggono vantaggio dai processi naturali e li incentivano per incrementare i rendimenti e la resilienza;

29.  ritiene che sia opportuno dedicare un'attenzione particolare ai servizi di consulenza agricola e ai partenariati dell'UE per l'innovazione, al fine di incentivare le alternative ai pesticidi, in particolare la diffusione degli 8 principi della difesa fitosanitaria integrata volti a ridurre la dipendenza dall'uso di pesticidi, e agevolare la transizione a un futuro senza pesticidi; ritiene che il fatto di trarre vantaggio dai processi naturali e incentivarli a incrementare i rendimenti e la resilienza determinerà probabilmente un calo dei costi di produzione sulla base dell'esperienza attuale;

30.  chiede un secondo pilastro rinnovato, meno complesso e più efficiente, incentrato su politiche realmente intese a incentivare lo sviluppo territoriale e settoriale, che attribuisca la priorità agli investimenti, alla formazione e alla consulenza, alle soluzioni intelligenti, alla sostenibilità, alla ricerca, all'innovazione, al benessere degli animali e alle economie agricole e rurali, consentendo nel contempo agli Stati membri di adottare approcci specifici volti a riflettere le condizioni e le esigenze locali, compresa la compensazione dei costi supplementari associati agli svantaggi naturali e a regimi agro-climatico-ambientali di maggiore ambizione;

31.  sottolinea l'importanza dello sviluppo rurale, comprese le iniziative LEADER e CLLD, nel sostenere l'agricoltura multifunzionale e nel promuovere partenariati tra gli agricoltori, le comunità locali, la società civile e attività e opportunità imprenditoriali supplementari, al fine di generare reddito da attività economiche diversificate, come l'agriturismo, e assicurare un'agricoltura sostenuta dalla comunità e la fornitura di servizi sociali nelle zone rurali;

32.  chiede un secondo pilastro che preveda il benessere degli animali quale parte obbligatoria dei programmi di sviluppo rurale nell'UE nonché un obbligo minimo di spesa a favore di misure per il benessere degli animali e incentivi a lungo termine per incoraggiare più agricoltori ad adottare standard più elevati per quanto riguarda il benessere degli animali, che vadano oltre le normative attuali;

33.  chiede che nella futura PAC sia rafforzata la promozione dell'uso efficiente delle risorse, comprese le risorse idriche, e sostiene la responsabilizzazione degli agricoltori nel prendere decisioni informate riguardo ai requisiti in materia di acqua e di nutrienti attraverso tecnologie intelligenti, pratiche adeguate e l'accesso diretto alle informazioni, ad esempio ai dati satellitari;

34.  chiede misure che incrementino il riciclaggio dei nutrienti; chiede che la politica delle strutture agricole sia allineata ai regimi di sostegno ambientale, ad esempio, combinando meglio le attività agricole e l'allevamento;

35.  sottolinea la necessità di istituire pagamenti a titolo del regime dello sviluppo rurale destinati agli agricoltori situati in zone soggette a vincoli naturali, come ad esempio condizioni climatiche avverse, pendii ripidi o suoli di scarsa qualità; chiede che il regime a favore delle zone soggette a vincoli naturali sia semplificato e maggiormente mirato nel periodo successivo al 2020;

36.  ritiene che solo con un siffatto modello complementare, che comprenda obiettivi chiaramente definiti e sia coerente con le altre politiche dell'Unione, sia possibile conseguire gli ambiziosi obiettivi dell'UE in materia di ambiente e di sviluppo rurale; sottolinea come al secondo pilastro dovrebbe continuare ad applicarsi un approccio programmatico nazionale flessibile, mettendo nel contempo le regole e norme comuni al centro del primo pilastro, al fine di garantire un'efficiente parità di condizioni a tutti gli agricoltori dell'UE;

37.  ritiene che, quando gli strumenti di gestione dei rischi non saranno sufficienti a far fronte a ingenti perturbazioni del mercato, la PAC futura dovrà essere in grado di reagire in maniera migliore, più efficiente e più rapidamente alle crisi di mercato, attraverso misure europee di gestione delle crisi stesse, volte a ripristinare condizioni di mercato bilanciate;

38.   sottolinea che una delle sfide chiave che si prospetta alla futura PAC è la dipendenza degli agricoltori dall'uso di fertilizzanti artificiali e pesticidi chimici, i quali possono avere ripercussioni negative sulla qualità dell'acqua e sono collegati alla perdita di biodiversità; ribadisce che la rotazione delle colture, nel quadro della difesa fitosanitaria integrata, resta uno degli strumenti più efficaci per preservare la biodiversità e ripristinare lo stato di salute del suolo;

39.  invita a sviluppare una misura specifica nell'ambito dello sviluppo rurale al fine di incoraggiare una consistente riduzione dell'uso dei pesticidi, conformemente agli otto principi dell'Unione europea in materia di difesa integrata (IPM) e sostenendo l'adozione di alternative non chimiche;

40.  sottolinea l'importanza dell'impollinazione e della conservazione della biodiversità; invita la Commissione e gli Stati membri a stabilire aree libere dai pesticidi al fine di prevenire la mortalità delle api dovuta all'uso di pesticidi;

41.  esorta la Commissione e gli Stati membri ad assicurare che la futura politica agricola tenga conto delle conclusioni sul declino degli impollinatori e offra soluzioni adeguate;

42.  insiste su un approccio ai pagamenti basato sui risultati; propone pertanto l'inclusione di indicatori quali la salute dei suoli e la biodiversità, la presenza di ricchezza tassonomica e di specie, la creazione di humus e dello strato superficiale, la copertura del suolo contro l'erosione, le perdite di nutrienti e la qualità dell'acqua e la biodiversità, compresa la varietà e l'abbondanza delle specie di uccelli e di impollinatori selvatici e di insetti;

43.   chiede che gli obiettivi solidi della PAC siano definiti nel regolamento di base, conformemente alla normativa ambientale e sulla base di indicatori di risultato quantificati e ambiziosi; sottolinea che i piani strategici nazionali della PAC dovrebbero essere basati su elementi concreti e progettati con il coinvolgimento delle autorità ambientali competenti, in consultazione con tutte le parti interessate pertinenti (compresi i piccoli agricoltori, le ONG ambientali e i rappresentanti della società civile) e devono seguire obbligatoriamente il principio di partenariato;

44.  invita la Commissione a garantire che gli Stati membri stabiliscano obiettivi quantificati ove possibile e introducano indicatori per misurare i progressi compiuti in relazione agli obiettivi stabiliti nei loro piani strategici;

45.  chiede alla Commissione di fornire orientamenti chiari e sostegno agli Stati membri allorché questi elaborano i propri piani strategici, con l'obiettivo di garantire che tali piani siano solidi e di qualità elevata;

46.  ribadisce che il controllo dell'adeguatezza sulle direttive Uccelli e Habitat mette in risalto la necessità di migliorare la coerenza con la PAC e sottolinea il rapido declino delle specie e degli habitat legati all'agricoltura; invita la Commissione a condurre una valutazione dell'impatto della PAC sulla biodiversità;

47.  chiede alla Commissione di garantire sistemi di monitoraggio efficaci e realistici, basati su metodologie di campionamento solide e scientifiche, con l'obiettivo di tenere traccia dei progressi compiuti in relazione a tutti gli obiettivi;

48.  invita la Commissione a dare seguito alla sua proposta di una politica basata sui risultati e a fornire sostegno sotto il profilo dell'assistenza tecnica e nel quadro di altre azioni e misure strategiche, allo scopo di occuparsi del monitoraggio e della raccolta di dati in relazione a tutti gli indicatori pertinenti, il che è particolarmente importante vista la carenza di dati sugli indicatori ambientali;

49.  evidenzia che gli obiettivi della PAC si incentrano sulla produzione alimentare e ritiene che essa debba dare attuazione all'agenda sulla bioeconomia e a una strategia biochimica, basandosi sui principi dell'economa circolare e tenendo conto dell'effettivo contributo climatico dei diversi usi e tipi di biomassa, e debba contribuire a rivitalizzare le comunità rurali attraverso posti di lavoro per specialisti e innovazione, in particolare nel settore del legno e di altri prodotti della biomassa a elevato valore aggiunto e a coltura intercalare; ritiene che la PAC debba inoltre incentivare l'uso dei rifiuti e dei residui dell'agricoltura per produrre bioenergia quale sostegno aggiuntivo a favore delle zone rurali e dei coltivatori; ritiene che la PAC debba comprendere anche un'ambiziosa strategia europea di energia verde e una strategia biochimica basate sulla coproduzione di proteine vegetali;

50.  invita la Commissione a includere la revisione della sua politica relativa alle proteine in un arco temporale medio-lungo, assicurando che le sue proposte legislative per la riforma della PAC comprendano misure e strumenti nuovi, adeguati e affidabili, che aiutino gli agricoltori a migliorare i sistemi di rotazione delle colture in modo da ridurre in misura sostanziale l'attuale deficit proteico e la volatilità dei prezzi;

51.  ritiene che la futura PAC debba promuovere le colture proteiche quale importante strumento per garantire la transizione da monocolture intensive ad alto apporto di pesticidi chimici di sintesi e ad alto impatto ambientale a sistemi agroecologici diversificati;

52.  ritiene che il modo migliore di utilizzare le colture proteiche sia per l'alimentazione umana; è del parere che la loro produzione debba pertanto seguire un ordine di priorità che ne privilegi il consumo umano diretto seguito dalla produzione di mangimi animali e che consenta la produzione di biocarburanti dai soli scarti;

53.  chiede una forte promozione dell'agroforestazione, la quale può migliorare la qualità della vita delle persone, migliorando i microclimi, aumentando la resilienza a livello aziendale e del paesaggio e realizzando ecosistemi ricreativi e produttivi plurifunzionali; sottolinea la necessità di identificare e affrontare qualsiasi carenza che potrebbe ostacolare lo sviluppo dei sistemi agroforestali, compresa la mancanza di possibilità di certificare i prodotti degli "alberi al di fuori delle foreste" nelle regioni dell'UE nel quadro dei sistemi di certificazione esistenti;

54.  sottolinea l'importante ruolo delle foreste gestite in modo sostenibile ai fini dell'adattamento delle stesse ai cambiamenti climatici, e mette in evidenza l'importanza della catena del valore foresta-legno per contribuire ai mezzi di sussistenza rurali, creare posti di lavoro, crescita e stabilità sociale nelle zone rurali e contribuire a nuove catene del valore in linea con l'economia circolare e la bioeconomia;

55.  ritiene che la PAC debba gestire i rischi associati ai cambiamenti climatici e al degrado dei suoli in tutto il paesaggio agricolo, investendo nella realizzazione di ecosistemi agricoli resilienti e robusti e nelle infrastrutture ecologiche allo scopo di creare strati attivi, contrastare l'erosione dei suoli, introdurre/prolungare la rotazione delle colture, inserire più alberi nel paesaggio e accrescere la diversità biologica e strutturale nelle aziende agricole;

56.  ricorda l'importanza strategica della ricerca e dell'innovazione, e chiede una maggiore sinergia tra gli obiettivi della PAC e quelli di Orizzonte 2020 nei settori della produzione alimentare, della gestione sostenibile delle risorse e dell'azione per il clima;

57.  invita la Commissione a fare in modo che ciascun prodotto agricolo importato soddisfi le stesse norme sanitarie e sociali che sono tenuti a soddisfare i prodotti dell'UE introducendo clausole di reciprocità in ogni accordo commerciale; chiede alla Commissione di procedere a una valutazione d'impatto sistematica delle disposizioni relative al settore agricolo in ogni accordo commerciale e di proporre strategie specifiche per garantire che nessun settore agricolo subisca le conseguenze di un accordo commerciale con un paese terzo, tenendo conto inoltre delle indicazioni geografiche dell'UE.

58.  sottolinea che il rispetto della produzione agricola sostenibile, della normativa dell'UE e degli standard su cui si basa la regolamentazione dell'Unione in materia di sicurezza dei prodotti alimentari, degli standard socio-economico-ambientali, dell'approccio "dal produttore al consumatore", della reciprocità e della rigorosa salvaguardia delle norme sanitarie e fitosanitarie e delle procedure in materia di salute umana e animale nonché di sicurezza alimentare dell'UE, sancite dal diritto dell'Unione, sono tutti principi fondamentali e imprescindibili di tutti i negoziati sugli accordi di libero scambio dell'UE per l'agricoltura europea;

59.  sottolinea che, al fine di assicurare condizioni di parità, è necessario un quadro comune di riferimento dell'UE che garantisca i diritti dei cittadini a un ambiente sano e a un'alimentazione sana e nutriente; ritiene che tale quadro comune di riferimento dovrebbe essere finalizzato a conformarsi alle leggi e agli obblighi internazionali pertinenti e non dovrebbe danneggiare in alcun modo l'ambiente o la società;

60.   chiede che la futura PAC sia progettata per affrontare in modo più efficace problemi sanitari gravi, quali ad esempio quelli relativi alla resistenza antimicrobica e alla qualità dell'aria;

61.  mette in risalto le sfide che la resistenza antimicrobica pone per la salute animale e umana; ritiene che il nuovo quadro giuridico debba promuovere attivamente un miglioramento della salute e del benessere degli animali quale strumento per combattere la resistenza agli antibiotici, rafforzando così la protezione della salute pubblica e del settore agricolo nel suo complesso;

62.  riconosce l'importanza di coinvolgere nel processo decisionale della PAC istituzioni ed esperti competenti per le politiche sanitarie e ambientali riguardanti la biodiversità, i cambiamenti climatici e l'inquinamento atmosferico, idrico e del suolo;

63.  chiede un migliore coordinamento tra la PAC e le altre politiche e azioni dell'UE, in particolare, con la direttiva 2000/60/CE, la direttiva 91/676/CEE e il regolamento (CE) n. 1107/2009, in modo da conseguire una protezione sostenibile delle risorse idriche, le cui quantità e qualità sono influenzate negativamente dall'agricoltura; chiede incentivi a sostegno dei progetti di cooperazione locale tra gli agricoltori e i fornitori di acqua allo scopo di rafforzare la tutela delle risorse idriche;

64.  invita la Commissione a realizzare sinergie pertinenti tra i programmi faro dell'UE per lo spazio e la PAC, in particolare con il programma Copernicus, che è di interesse specifico per la comunità agricola in termini di cambiamenti climatici e monitoraggio ambientale.

65.  esorta la Commissione e gli Stati membri a riconoscere che i nuovi cambiamenti sociali, ambientali, tecnologici ed economici, ad esempio nei settori dell'energia pulita, della digitalizzazione e delle soluzioni intelligenti, hanno impatto sulla vita rurale; invita la Commissione e gli Stati membri a stimolare il potenziale dei centri rurali per l'innovazione e la crescita inclusiva e sostenibile, tenendo conto degli interessi delle più ampie comunità rurali; ricorda che le zone e gli insediamenti rurali richiedono un'attenzione particolare e sforzi integrati per sviluppare piccoli centri abitati intelligenti, e chiede parità di condizioni ai fini dell'avanzamento tecnologico di poli e reti rurali;

66.  invita la Commissione a introdurre un quadro giuridico nuovo e completo che proibisca pratiche commerciali sleali chiaramente definite nella catena di approvvigionamento alimentare unitamente a norme minime per l'applicazione di tali divieti, nonché meccanismi sanzionatori;

67.  ritiene che questo nuovo quadro dovrebbe essere sostenuto dall'eventuale assegnazione di un importo minimo del bilancio totale disponibile alle misure agroambientali, compresi l'agricoltura biologica, il sostegno alla biodiversità, elevati livelli di salute e benessere degli animali e la buona salute delle piante.

68.  invita la Commissione ad adottare, nel periodo legislativo successivo al 2020, un approccio d'investimento basato su molteplici fonti di finanziamento, al fine di garantire un'attuazione senza ostacoli degli strumenti di sviluppo rurale integrato con chiari benefici ambientali, come ad esempio l'iniziativa sui piccoli comuni intelligenti; invita la Commissione a porre in essere le misure per l'iniziativa sui piccoli comuni intelligenti e a dare priorità alla realizzazione di simili comuni nel quadro della prossima politica di sviluppo rurale.

69.  sottolinea che, nel quadro dell'organizzazione comune dei mercati agricoli, sono necessarie più opzioni di cooperazione tra le organizzazioni dei produttori (organizzazioni di produttori e associazioni di organizzazioni di produttori, comprese le cooperative) e le organizzazioni interprofessionali.

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

25.4.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

54

4

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Marco Affronte, Margrete Auken, Pilar Ayuso, Zoltán Balczó, Biljana Borzan, Lynn Boylan, Paul Brannen, Nessa Childers, Birgit Collin-Langen, Miriam Dalli, Seb Dance, Angélique Delahaye, Stefan Eck, Bas Eickhout, José Inácio Faria, Francesc Gambús, Elisabetta Gardini, Gerben-Jan Gerbrandy, Jens Gieseke, Julie Girling, Sylvie Goddyn, Françoise Grossetête, Andrzej Grzyb, Jytte Guteland, Anneli Jäätteenmäki, Benedek Jávor, Karin Kadenbach, Kateřina Konečná, Urszula Krupa, Giovanni La Via, Peter Liese, Joëlle Mélin, Susanne Melior, Miroslav Mikolášik, Rory Palmer, Massimo Paolucci, Piernicola Pedicini, Bolesław G. Piecha, Pavel Poc, Julia Reid, Frédérique Ries, Michèle Rivasi, Davor Škrlec, Renate Sommer, Estefanía Torres Martínez, Adina-Ioana Vălean, Jadwiga Wiśniewska, Damiano Zoffoli

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Cristian-Silviu Buşoi, Caterina Chinnici, Fredrick Federley, Anja Hazekamp, Norbert Lins, Alojz Peterle, Stanislav Polčák, Carolina Punset, Christel Schaldemose

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Jude Kirton-Darling, Jeroen Lenaers

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

54

+

ALDE

Fredrick Federley, Gerben-Jan Gerbrandy, Anneli Jäätteenmäki, Carolina Punset, Frédérique Ries

ECR

Urszula Krupa, Bolesław G. Piecha, Jadwiga Wiśniewska

GUE/NLG

Lynn Boylan, Stefan Eck, Kateřina Konečná, Estefanía Torres Martínez

NI

Zoltán Balczó

PPE

Pilar Ayuso, Cristian-Silviu Buşoi, Birgit Collin-Langen, Angélique Delahaye, José Inácio Faria, Francesc Gambús, Elisabetta Gardini, Jens Gieseke, Julie Girling, Françoise Grossetête, Andrzej Grzyb, Giovanni La Via, Jeroen Lenaers, Peter Liese, Norbert Lins, Miroslav Mikolášik, Alojz Peterle, Stanislav Polčák, Renate Sommer, Adina-Ioana Vălean

S&D

Biljana Borzan, Paul Brannen, Nessa Childers, Caterina Chinnici, Miriam Dalli, Seb Dance, Jytte Guteland, Karin Kadenbach, Jude Kirton-Darling, Susanne Melior, Rory Palmer, Massimo Paolucci, Pavel Poc, Christel Schaldemose, Damiano Zoffoli

Verts/ALE

Marco Affronte, Margrete Auken, Bas Eickhout, Benedek Jávor, Michèle Rivasi, Davor Škrlec

4

-

EFDD

Julia Reid

ENF

Sylvie Goddyn, Joëlle Mélin

GUE/NLG

Anja Hazekamp

1

0

EFDD

Piernicola Pedicini*

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

* Correzioni di voto: Piernicola Pedicini avrebbe voluto votare a favore

  • [1]  GU L 309 del 24.11.2009, pag. 71.
  • [2] Pe'r et al, 2017, Centro tedesco per la ricerca integrativa sulla biodiversità (iDiv).
  • [3]  Divisione statistica delle Nazioni Unite, 2016

ALLEGATO: LETTERA DELLA COMMISSIONE PER IL CONTROLLO DEI BILANCI

IPOL-COM-CONT D (2018)17649

On. Czesław Adam Siekierski

Presidente della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

Parlamento europeo

Bruxelles

Oggetto: Parere di CONT sotto forma di lettera del presidente (articolo 53, paragrafo 3, del regolamento) sulla relazione d'iniziativa di AGRI - Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura - 2018/2037(INI) - COM (2017)0713

Egregio onorevole Siekierski,

La commissione per il controllo dei bilanci invita la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, competente per il merito, a tener conto dei seguenti elementi nella sua relazione d'iniziativa sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura.

Reddito dei fattori

1.   sottolinea che, in base ai dati comunicati dalla DG AGRI[1], il valore aggiunto e la produttività del settore hanno registrato un lieve calo nel 2016, pur attestandosi a livelli nettamente superiori rispetto a quelli del periodo 2005-2009, e che, secondo la DG AGRI, è difficile identificare che cosa esattamente abbia causato il declino complessivo del reddito dei fattori dopo il 2013 tra tutti gli elementi sul lato del volume della produzione o del valore/prezzo ed eventi come la crisi del settore lattiero-caseario del 2015;

Struttura equa della spesa per la PAC

2.   ricorda la struttura insostenibile della spesa per la PAC: il 44,7 % di tutte le aziende agricole dell'Unione aveva un reddito inferiore ai 4 000 EUR l'anno, e nel 2016 in media il primo 10 % dei beneficiari del sostegno diretto della PAC ha ricevuto il 60 % circa dei pagamenti; osserva che la ripartizione dei pagamenti diretti rispecchia in larga misura la concentrazione dei terreni, dato che il 20 % degli agricoltori detiene anche l'80 % dei terreni; è preoccupato per l'elevata concentrazione di beneficiari e sottolinea che occorre trovare un migliore equilibrio tra piccoli e grandi beneficiari;

3.   ribadisce la sua opinione secondo cui i pagamenti diretti potrebbero non svolgere pienamente il loro ruolo di rete di sicurezza per stabilizzare i redditi agricoli, in particolare per le aziende agricole di minori dimensioni, dato lo squilibrio nella distribuzione dei pagamenti;

4.   è del parere che i redditi delle aziende agricole di maggiori dimensioni non abbiano necessariamente bisogno dello stesso livello di sostegno delle piccole aziende agricole per stabilizzare i redditi agricoli in tempi di volatilità dei redditi, dato che possono beneficiare delle economie di scala, che possono renderli più resilienti;

5   sottolinea l'importanza di garantire un equo tenore di vita in tutte le regioni e in tutti gli Stati membri e di assicurare l'attività agricola in tutte le parti dell'UE, ivi comprese le zone soggette a vincoli naturali; ritiene che, al fine di garantire condizioni di parità nel mercato unico, senza effetti distorsivi sul mercato interno, i pagamenti a titolo del sostegno accoppiato facoltativo debbano continuare in quanto strumento per mantenere la produzione nei settori vulnerabili e per contrastare difficoltà specifiche, in particolare quelle derivanti dallo svantaggio competitivo strutturale delle zone svantaggiate;

Semplificazione

6.   invita la Commissione e gli Stati membri che attueranno la politica a prevedere una reale semplificazione delle procedure e anche della documentazione richiesta per accedere ai finanziamenti, senza per questo venir meno ai principi di controllo e monitoraggio; invita a prestare particolare attenzione al supporto amministrativo ai piccoli produttori per i quali i finanziamenti rappresentano una condizione imprescindibile alla sopravvivenza della loro attività;

Sviluppo rurale

7.   sottolinea che quasi tutti i progetti di sviluppo rurale che la Corte ha sottoposto a audit nel 2016 hanno utilizzato un sistema di rimborso dei costi sostenuti e osserva che nel periodo di programmazione 2014-2020 gli Stati membri possono utilizzare, in alternativa, un sistema di opzioni semplificate in materia di costi che prevedono tabelle standard di costi unitari, somme forfettarie e finanziamenti a tasso fisso, e che tale sistema limita efficacemente il rischio di prezzi eccessivi;

L'inverdimento deve evolversi

8.   esprime particolare preoccupazione per il fatto che, secondo la relazione speciale n. 21/2017 della Corte dei conti, "è improbabile che l'inverdimento, quale attualmente applicato, apporti benefici significativi per l'ambiente e per il clima, principalmente a causa [...] del fatto che gli obblighi di inverdimento non sono in genere impegnativi e rispecchiano in gran parte normali pratiche agricole" così come la mancanza di obiettivi quantificati[2]; conseguentemente, "l'inverdimento comporta quindi un reale cambiamento delle pratiche agricole solo in una parte molto limitata della superficie agricola dell'UE";

9.   lamenta il fatto che, inserendosi nel quadro dei pagamenti basati sulle superfici, i regimi di inverdimento nell'attuale concezione del programma potrebbero accrescere gli squilibri nella distribuzione del sostegno della PAC; invita, in tal senso, la Commissione a considerare l'idea di seguire le raccomandazioni formulate dalla Corte nella relazione speciale n. 21/2017;

Regime a favore dei giovani agricoltori

10.  osserva che, alla luce delle enormi disparità nello sviluppo del settore agricolo nell'UE, un problema fondamentale è rappresentato dalla sfida demografica, che rende necessarie politiche volte ad affrontare la scarsità di giovani agricoltori in modo da garantire la sostenibilità a lungo termine dell'agricoltura nell'Unione;

11.  è particolarmente preoccupato per il fatto che la Corte, nella relazione speciale n. 10/2017 sul sostegno ai giovani agricoltori, osservi che, nel caso dei pagamenti diretti, l'aiuto per i giovani agricoltori:

a)   non si basa su una valida valutazione delle esigenze;

b)   non rispecchia l'obiettivo generale di incoraggiare il ricambio generazionale;

c)   non viene nemmeno sempre erogato ai giovani agricoltori bisognosi; e

d)   viene talvolta erogato ad aziende in cui i giovani agricoltori svolgono solo un ruolo secondario;

12.  si rammarica che, per quanto riguarda il sostegno fornito ai giovani agricoltori attraverso i regimi di sviluppo rurale, la Corte sia giunta alla conclusione che le misure si basano, in linea generale, su una valutazione vaga delle esigenze e che non vi è un vero coordinamento tra i pagamenti del primo pilastro e il sostegno ai giovani agricoltori del secondo pilastro;

Misure da adottare

13.  invita:

a)   la Commissione ad analizzare attentamente le cause alla base del calo complessivo del reddito dei fattori dal 2013 a questa parte e a definire un nuovo obiettivo chiave di prestazione per il prossimo QFP, corredato di indicatori di risultato e di impatto, al fine di attenuare le disparità di reddito tra gli agricoltori;

b)   la Commissione a continuare a essere vigile riguardo ai controlli effettuati e ai dati comunicati dalle autorità degli Stati membri e a tenere conto di tali risultati nella ripartizione dei suoi oneri di audit sulla base di valutazioni del rischio;

c)   gli Stati membri, nonché i beneficiari e le loro associazioni, a sfruttare appieno le possibilità offerte dal sistema di opzioni semplificate in materia di costi nel campo dello sviluppo rurale;

14. invita:

a)   la Commissione a preparare e definire, per la prossima riforma della PAC, una logica di intervento completa per le azioni dell'UE in agricoltura legate al clima e all'ambiente, compresi valori-obiettivo specifici basati su una comprensione scientifica aggiornata dei fenomeni in causa; tale riforma dovrebbe essere guidata in particolare dai seguenti principi:

i.   al fine di beneficiare dei pagamenti PAC, gli agricoltori dovrebbero rispettare un unico insieme di norme ambientali di base fissate a livello europeo, che includano le buone condizioni agricole e ambientali e gli obblighi di inverdimento, i quali dovrebbero andare oltre gli obblighi stabiliti dalla normativa ambientale; accoglie con favore, a tale riguardo, la logica dell'approccio del "bilancio incentrato sui risultati" della Commissione; ritiene pertanto che un futuro sistema di fornitura debba essere maggiormente orientato ai risultati;

ii.   le esigenze specifiche e locali connesse all'ambiente e al clima possono essere affrontate in modo appropriato mediante un'azione programmata aggiuntiva e mirata in modo più efficace concernente l'agricoltura;

iii.   qualora venga loro offerta l'opzione di scegliere da un elenco stabilito dai colegislatori per l'attuazione della PAC, gli Stati membri dovrebbero essere tenuti a dimostrare, prima dell'attuazione, che le opzioni scelte sono efficaci ed efficienti in termini di conseguimento degli obiettivi strategici, in particolare quelli relativi alla sicurezza alimentare e alla qualità degli alimenti, alle misure di azione per l'ambiente e per il clima e al loro impatto sulla salute, alla gestione del territorio e del paesaggio e alla lotta contro lo spopolamento nell'UE;

15. invita la Commissione a:

a)   effettuare una valutazione globale di tutte le politiche e gli strumenti esistenti della PAC che possono essere combinati per aiutare i giovani agricoltori e per individuare gli ostacoli nell'accesso alle aziende agricole già esistenti o nella creazione di aziende agricole nuove per i giovani agricoltori, che possono essere affrontati nella prossima revisione della PAC;

b)   garantire che nell'ambito della riforma agraria continuino a migliorare le condizioni generali dello sviluppo rurale, come stabilito, tra l'altro, nella dichiarazione di Cork del 2016, al fine di assicurare il successo dei programmi a sostegno dei giovani agricoltori;

c)  inserire nella legislazione relativa alla PAC per il periodo successivo al 2020 (o imporre agli Stati membri di indicare, conformemente alle disposizioni della gestione concorrente) una chiara logica d'intervento per gli strumenti della politica miranti al ricambio generazionale in agricoltura;

d)   garantire che attraverso la legislazione proposta relativamente alla PAC per il periodo successivo al 2020, la Commissione e gli Stati membri (conformemente alle disposizioni della gestione concorrente) migliorino il sistema di monitoraggio e valutazione.

Distinti saluti

 

Inge Gräßle

  • [1]    (Relazione annuale di attività del 2016, pagina 15 – ICP 1: reddito dei fattori in agricoltura per lavoratore a tempo pieno).
  • [2]    "Inverdimento: un regime di sostegno al reddito più complesso, non ancora efficace sul piano ambientale", pagine 6 e 53.

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

16.5.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

32

5

6

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

John Stuart Agnew, Clara Eugenia Aguilera García, Eric Andrieu, José Bové, Daniel Buda, Nicola Caputo, Matt Carthy, Jacques Colombier, Michel Dantin, Paolo De Castro, Albert Deß, Herbert Dorfmann, Norbert Erdős, Luke Ming Flanagan, Beata Gosiewska, Anja Hazekamp, Esther Herranz García, Jan Huitema, Peter Jahr, Ivan Jakovčić, Jarosław Kalinowski, Zbigniew Kuźmiuk, Philippe Loiseau, Mairead McGuinness, Ulrike Müller, James Nicholson, Maria Noichl, Laurenţiu Rebega, Bronis Ropė, Maria Lidia Senra Rodríguez, Ricardo Serrão Santos, Czesław Adam Siekierski, Maria Gabriela Zoană, Marco Zullo

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Franc Bogovič, Paul Brannen, Elsi Katainen, Gabriel Mato, Susanne Melior, Momchil Nekov, Annie Schreijer-Pierik, Ramón Luis Valcárcel Siso, Thomas Waitz

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Birgit Collin-Langen

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

32

+

ALDE

Ivan Jakovčić, Elsi Katainen, Ulrike Müller

ECR

James Nicholson, Laurenţiu Rebega

EFDD

Marco Zullo

GUE/NGL

Matt Carthy, Luke Ming Flanagan

PPE

Daniel Buda, Birgit Collin-Langen, Michel Dantin, Albert Deß, Herbert Dorfmann, Norbert Erdős, Esther Herranz García, Peter Jahr, Jarosław Kalinowski, Gabriel Mato, Annie Schreijer-Pierik, Czesław Adam Siekierski, Ramón Luis Valcárcel Siso

S&D

Clara Eugenia Aguilera García, Eric Andrieu, Paul Brannen, Nicola Caputo, Paolo De Castro, Susanne Melior, Momchil Nekov, Maria Noichl, Ricardo Serrão Santos, Maria Gabriela Zoană

Verts/ALE

Thomas Waitz

5

-

ECR

Beata Gosiewska

EFDD

John Stuart Agnew

GUE/NGL

Anja Hazekamp, Maria Lidia Senra Rodríguez

Verts/ALE

José Bové

6

0

ALDE

Jan Huitema

ECR

Zbigniew Kuzmiuk

ENF

Philippe Loiseau, Jacques Colombier

PPE

Mairead McGuinness

Verts/ALE

Bronis Rope

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

Ultimo aggiornamento: 28 maggio 2018
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