RELAZIONE sulla relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune

22.11.2018 - (2018/2099(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Ioan Mircea Paşcu


Procedura : 2018/2099(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A8-0375/2018
Testi presentati :
A8-0375/2018
Testi approvati :

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune

(2018/2099(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il trattato sull'Unione europea,

–  vista la posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio dell'8 dicembre 2008 che definisce norme comuni che disciplinano il controllo delle esportazioni di attrezzatura e tecnologia militare[1],

–  viste le conclusioni del Consiglio del 20 dicembre 2013, del 26 giugno 2015, del 15 dicembre 2016, del 22 giugno 2017 e del 28 giugno 2018,

–  vista la relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune,

–  vista la relazione annuale sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune (2018/0000(INI)),

–  viste le conclusioni del Consiglio sulla politica di sicurezza e di difesa comune del 25 novembre 2013, del 18 novembre 2014, del 18 maggio 2015, del 27 giugno 2016, del 14 novembre 2016, del 18 maggio 2017, del 17 luglio 2017 e del 25 giugno 2018,

–  visto il documento dal titolo "Visione condivisa, azione comune: un'Europa più forte – Una strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea", presentato dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) il 28 giugno 2016,

–  viste le dichiarazioni congiunte dell'8 luglio 2016 e del 10 luglio 2018 dei presidenti del Consiglio europeo e della Commissione e del Segretario generale della NATO,

–  viste la serie comune di 42 proposte approvata dal Consiglio dell’Unione europea e dal Consiglio della NATO il 6 dicembre 2016 e le relazioni del 14 giugno e del 5 dicembre 2017 sui progressi compiuti nella loro attuazione e vista la nuova serie di 32 proposte approvata da entrambi i Consigli il 5 dicembre 2017,

–  visto il documento di riflessione della Commissione sul futuro della difesa europea del 7 giugno 2017,

–  vista la sua risoluzione del 12 settembre 2013 sulle strutture militari dell'UE: situazione attuale e prospettive future[2],

–  vista la sua risoluzione del 12 settembre 2017 su una strategia spaziale per l'Europa[3],

–  vista la sua risoluzione del 22 novembre 2016 sull'Unione europea della difesa[4],

–  viste le sue risoluzioni del 23 novembre 2016, sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune (conformemente alla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune)[5] e del 13 dicembre 2017 sulla relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune[6],

–  vista la sua risoluzione del 16 marzo 2017 sulle implicazioni costituzionali, giuridiche e istituzionali di una politica di sicurezza e di difesa comune: possibilità offerte dal trattato di Lisbona[7],

–  vista la sua risoluzione del 5 luglio 2017 sul mandato per il trilogo sul progetto di bilancio 2018[8],

–  visto il concetto di potenziamento delle capacità di dialogo e di mediazione dell'Unione europea, approvato il 10 novembre 2009,

–  visto il documento dal titolo "Piano di attuazione in materia di sicurezza e difesa", presentato dal VP/AR il 14 novembre 2016,

–  vista la sua risoluzione del 13 giugno 2018 sulle relazioni UE-NATO[9],

–  vista la comunicazione della Commissione del 30 novembre 2016 sul piano d'azione europeo in materia di difesa (COM(2016)0950),

–  visto il nuovo pacchetto Difesa presentato dalla Commissione il 7 giugno 2017 nel comunicato stampa "Un'Europa che difende: La Commissione apre il dibattito sulla transizione verso un'Unione di sicurezza e di difesa",

–  vista la sua relazione annuale sull'attuazione della strategia globale dell'UE – anno 2,

–  viste le sue risoluzioni del 14 dicembre 2016 sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune[10] e del 13 dicembre 2017 sulla relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune[11],

–  visto il piano d'azione dell'UE sulla mobilità militare, pubblicato il 28 marzo 2018,

–  viste le conclusioni del Consiglio – Rafforzare il partenariato strategico UE-ONU sulle operazioni di pace e la gestione delle crisi: priorità per il periodo 2019-2021, approvate il 18 settembre 2018,

–  visto il premio Nobel per la pace assegnato all'Unione europea nel 2012 per il fatto di aver contribuito per oltre sei decenni al progresso della pace, della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani,

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per gli affari costituzionali (A8-0375/2018),

A.  considerando che gli Stati membri decidono di definire progressivamente una politica di difesa comune, che potrebbe portare ad una difesa comune in conformità delle disposizioni di cui all'articolo 42 del TUE, rafforzando in tal modo l'identità europea e la sua indipendenza al fine di promuovere la pace, la sicurezza e i progressi in Europa e nel mondo;

Contesto strategico dell'Unione

1.  osserva che l'ordine mondiale basato su regole viene messo sempre più in discussione, nel vicinato dell'UE e altrove, a livello sia politico-militare che, più di recente, a livello commerciale-economico; osserva che tali sfide sistemiche sono accompagnate dal continuo deterioramento del contesto internazionale strategico, che è esposto a conflitti e a violenza interstatali e intrastatali, terrorismo, fallimenti di Stati e attacchi ibridi e informatici contro le fondamenta delle nostre società, nonché gli effetti dei cambiamenti climatici e disastri naturali; riconosce che la difesa dell'ordine internazionale fondato sulle norme, del diritto internazionale e dei valori sostenuti dalle democrazie liberali dovrebbe essere la priorità principale e dovrebbe essere portata avanti senza compromessi;

2.  sottolinea che queste sfide sono troppo vaste per poter essere affrontate singolarmente in modo efficace dagli Stati; sottolinea che è essenziale che l'UE affronti queste sfide in modo rapido, coerente, efficace, con una sola voce e di concerto con alleati, partner e altre organizzazioni internazionali; osserva che la politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) è uno degli strumenti utili per rispondere a molte di queste sfide, ma che dovrebbe essere, tuttavia, utilizzato in maniera più efficiente e in linea con altri strumenti esterni e interni al fine di consentire all'UE di contribuire in modo decisivo alla gestione delle crisi internazionali e esercitare la sua autonomia strategica; sottolinea che sono in atto le istituzioni della PSDC nonché i suoi molteplici strumenti ed esorta gli Stati membri a farne uso senza ulteriore indugio;

3.  ricorda che la sicurezza degli Stati membri dell'UE è profondamente interconnessa; sottolinea la necessità di trovare una visione comune delle minacce a livello di tutti gli Stati membri dell'UE; riconosce che la complessa natura di queste sfide, poiché i vari Stati membri sono toccati in misura diversa da sfide diverse, lascia spazio alla discussione su come gestire tali sfide collettivamente, in uno spirito di solidarietà;

4.  sottolinea che il terrorismo jihadista, che già colpisce il Medio Oriente, il Sahel e il Corno d'Africa, si sta diffondendo verso l'Africa occidentale, l'Asia centrale e l'Asia sud-orientale; sottolinea che questa minaccia duratura richiede una strategia continua e ben coordinata a livello di UE per tutelare i cittadini e gli interessi dell’UE e sostenere le regioni colpite;

5.  osserva che le recenti attività e politiche da parte della Russia hanno ridotto la stabilità e modificato il contesto di sicurezza e sottolinea che l'UE e gli Stati membri devono conseguire un approccio più comune e strategico nei confronti della Russia;

6.  sottolinea con preoccupazione che l'utilizzo dell'agente nervino Novichok a Salisbury nel marzo 2018 è stato il primo attacco di questo tipo sul territorio europeo dalla seconda guerra mondiale e ha successivamente causato la morte di un cittadino dell’UE; esorta il Consiglio europeo ad adottare misure restrittive nei confronti di coloro che sono responsabili dell'utilizzo e della proliferazione di armi chimiche;

7.  sottolinea che l'occupazione della Russia in Ucraina è ancora in corso, che gli accordi di Minsk, senza i quali non vi può essere soluzione al conflitto, non sono stati attuati e che l'annessione illegale e la militarizzazione della Crimea stanno continuando; esprime profonda preoccupazione per il fatto che le eccessive esercitazioni e attività militari da parte della Russia e le sue tattiche ibride, tra cui il terrorismo informatico, notizie false e campagne di disinformazione e il ricatto economico ed energetico stiano destabilizzando i paesi del partenariato orientale e dei Balcani occidentali, e vengano inoltre mirate alle democrazie occidentali incrementando le tensioni al loro interno; è preoccupato per l'elevata volatilità che caratterizzerà il contesto di sicurezza dell'UE negli anni a venire; ribadisce l'importanza strategica dei Balcani occidentali per la sicurezza e la stabilità dell'UE e la necessità di concentrare l'attenzione e rafforzare l'impegno politico dell'UE verso la regione, anche con il rafforzamento del mandato delle missioni della PSDC dell’UE; è fermamente convinto che, per superare la vulnerabilità dell'UE, sia necessario rafforzare l'integrazione e il coordinamento;

8.  osserva che questo bisogno di cooperazione è stato riconosciuto sempre più negli ultimi anni e accoglie con favore i progressi compiuti in questa direzione, ad esempio l'istituzione di una cooperazione strutturata permanente (CSP), sebbene i risultati concreti debbano ancora essere debitamente valutati; ritiene che l'UE dovrebbe altresì potenziare il dialogo e la cooperazione con i paesi terzi nella sua regione con le organizzazioni regionali e subregionali;

9.  evidenzia, tuttavia, che ad oggi la cooperazione è ancora in fase di sviluppo e che occorre fare di più per assicurare che l'UE e gli Stati membri colgano i frutti di una cooperazione profonda, continua e di lungo termine in materia di difesa;

10.  sottolinea i vantaggi pratici e finanziari derivanti dall'ulteriore integrazione delle capacità di difesa europee; sottolinea che attraverso il lavoro completo e affidabile da parte di tutti i soggetti interessati è possibile incrementare il raggio d'azione e l'efficienza della spesa per la difesa senza un aumento della spesa stessa;

11.  osserva che la difesa degli Stati membri dell'UE dipende in primo luogo dalla loro volontà politica e dalla loro capacità militare di assumersi le proprie responsabilità in un contesto strategico incerto; sottolinea l'importanza dell'alleanza transatlantica per la sicurezza e la difesa delle democrazie europee e nord-americane; esprime, tuttavia, preoccupazione per l'attuale stato di questa relazione ed esorta tutte le forze politiche e sociali responsabili su entrambe le sponde dell’Atlantico a rafforzare ulteriormente questa relazione decisiva, invece di minarla; evidenzia il bisogno di evitare che le recenti difficoltà nei rapporti commerciali si ripercuotano sull'alleanza di sicurezza transatlantica; sottolinea che un'autonomia strategica ben definita promuoverà la sicurezza europea nonché le relazioni UE-NATO; ribadisce, alla luce di tale scenario, la maggiore necessità di una cooperazione in materia di difesa a livello europeo e di concentrare le risorse sulle priorità principali;

12.  sottolinea che il multilateralismo a cui l'Europa è profondamente legata viene sempre più messo in discussione dagli atteggiamenti degli Stati Uniti e di altre grandi potenze mondiali; ribadisce l'importanza del multilateralismo nel mantenere la pace e la stabilità, in quanto rappresenta uno strumento per promuovere i valori dello Stato di diritto e affrontare questioni globali;

PSDC – la via da seguire

13.  ritiene che degli investimenti più cospicui nella sicurezza e nella difesa siano una questione urgente per gli Stati membri e per l'UE e che la solidarietà e la cooperazione in materia di difesa dovrebbero diventare la norma, come previsto dalla strategia globale dell'UE (EUGS); accoglie con favore i progressi raggiunti finora nell'attuazione delle disposizioni di sicurezza e di difesa previste dalla strategia globale dell'UE; ritiene inoltre che questi progressi rendano possibili importanti modifiche strutturali in futuro;

14.  chiede agli Stati membri di puntare all'obiettivo del 2 % del PIL per la spesa per la difesa e di spendere il 20 % del proprio bilancio per la difesa negli equipaggiamenti indicati come necessari dall'Agenzia europea per la difesa (AED), nonché nella ricerca e nello sviluppo ad essi correlati;

15.  accoglie con favore la creazione di una rubrica specifica per la difesa nella proposta di quadro finanziario pluriennale (QFP) della Commissione e, in particolare, l'elaborazione di una linea di bilancio con la quale verranno finanziati i progetti del Fondo europeo per la difesa e i progetti di mobilità militare; è dell'avviso che queste decisioni, con ogni probabilità, richiederanno una gestione centralizzata della difesa a livello della Commissione; sottolinea che i fondi di tale linea di bilancio dovrebbero essere utilizzati soltanto a scopi di difesa, senza alcuna politicizzazione, poiché la sicurezza è indivisibile e dovrebbe essere coerente con le esigenze infrastrutturali e di capacità degli Stati membri e in linea con le aspirazioni dell'UE per l'autonomia strategica;

16.  osserva la sempre maggiore rilevanza che la mobilità militare va acquisendo all'interno dell'agenda di difesa europea; sottolinea che la mobilità militare è uno strumento strategico fondamentale nell'attuale contesto di minacce, essenziale sia per la PSDC che per gli altri impegni multilaterali degli Stati membri, inclusa la NATO; sottolinea l'importanza di adattare le reti esistenti alle esigenze di mobilità militare; accoglie dunque con favore l’inclusione della mobilità militare non soltanto nella proposta del nuovo meccanismo per collegare l'Europa ma anche nella cooperazione strutturata permanente (CSP) e il suo ruolo centrale nella cooperazione UE-NATO; evidenzia la necessità di coordinare adeguatamente i diversi progetti, anche con gli alleati, per assicurare che producano i risultati desiderati; accoglie con favore la proposta della Commissione di destinare, nel prossimo QFP (2021-2027), 6,5 miliardi di EUR a progetti di mobilità militare attraverso il meccanismo per collegare l'Europa;

17.  osserva, tuttavia, che un approccio strategico complessivo ben definito in materia di difesa europea sarà determinante perché tutti questi elementi si integrino bene fra loro e che il modo migliore per fare ciò è tramite un Libro bianco sulla sicurezza e la difesa dell'UE;

18.  esorta a definire orientamenti precisi per disporre di un quadro correttamente definito per la futura attivazione e attuazione dell'articolo 42, paragrafo 7 del TUE; chiede dunque l'elaborazione e l'adozione di un Libro bianco sulla sicurezza e la difesa dell'UE che garantirà che i processi di sviluppo di capacità presenti e futuri si basino sugli interessi di sicurezza dell'UE;

19.  accoglie inoltre con favore la proposta del VP/HP, con il sostegno della Commissione, di uno strumento europeo per la pace, che finanzierà parte dei costi delle attività di difesa dell'UE, ad esempio le missioni di mantenimento della pace nell'Unione africana, i costi comuni delle proprie operazioni militari della PSDC e lo sviluppo delle capacità militari per i partner che sono esclusi dai finanziamenti di bilancio ai sensi dell'articolo 41, paragrafo 2, del TUE; riafferma la necessità di evitare la duplicazione con altri strumenti esistenti; osserva, in particolare, l'ambiziosa inclusione e l'ampliamento del meccanismo Athena per il finanziamento comune delle missioni e delle operazioni della PSDC, una richiesta avanzata dal Parlamento da tempo; chiede di migliorare il controllo finanziario di tutte le missioni future e di procedere tempestivamente a valutazioni di impatto;

Capacità per la sicurezza e la difesa dell'Unione

20.  sottolinea che l'UE deve applicare l'insieme completo di strumenti politici disponibili, dal potere di persuasione al potere di coercizione e da misure a breve termine a politiche a lungo termine; ribadisce l'importanza di sviluppare le capacità civili e militari necessarie, anche mediante la messa in comune e la condivisione, per affrontare le ampie sfide di sicurezza in Europa, intorno all’Europa e nella sua periferia, come indicato nella strategia globale dell'UE; ricorda che la strategia globale dell’UE incoraggia la realizzazione di una profonda cooperazione di difesa all'interno dell'Unione;

21.  ritiene che gli Stati membri dell'UE debbano adoperarsi per migliorare le capacità militari, per coprire l'intero spettro di capacità terrestri, aeree, spaziali, marittime e cibernetiche, compresi i facilitatori strategici, per fare della PSDC dell’UE una forza credibile; sottolinea la necessità di investire in intelligence, sorveglianza e ricognizione, comunicazioni via satellite e accesso autonomo allo spazio e osservazione permanente della terra per valutare meglio le minacce interne ed esterne;

22.  riafferma il ruolo dell'UE in quanto garante della sicurezza marittima globale e sottolinea l'importanza di sviluppare pertinenti capacità militari e civili; accoglie con favore, a tale riguardo, l'adozione nel giugno 2018 della revisione del piano d'azione della strategia per la sicurezza marittima dell'Unione europea;

23.  reputa essenziale che l'UE e la NATO intensifichino la condivisione di intelligence per consentire l'attribuzione formale degli attacchi informatici e, di conseguenza, permettere di imporre sanzioni restrittive ai responsabili di tali attacchi;

24.  riconosce la dimensione strategica del settore spaziale per l'Europa e la necessità di migliorare le sinergie tra i suoi aspetti civili e di sicurezza/difesa; sottolinea la necessità di utilizzare le capacità spaziali, tenendo conto anche del più ampio contesto geopolitico e della PSDC, sottolineando nel contempo che i programmi spaziali dell'UE sono di natura civile;

25.  accoglie con favore gli interventi dell'UE a favore del consolidamento della sua ciberresilienza istituendo un quadro comune di certificazione della cibersicurezza, rafforzando l'agenzia dell'UE per la cibersicurezza e attuando rapidamente la direttiva (UE) 2016/1148 sulla sicurezza delle reti e dell'informazione[12] (direttiva SRI);

26.  ritiene che l'interferenza nelle elezioni di altri paesi attraverso operazioni cibernetiche mini o violi il diritto delle persone di prendere parte al governo del loro paese, direttamente o attraverso rappresentanti scelti liberamente, come sancito nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, e che tale interferenza da parte di altri Stati costituisce una violazione del diritto internazionale persino in assenza di utilizzo della forza militare, minaccia all'integrità territoriale o minaccia all'indipendenza politica;

27.  ritiene che le capacità di difesa e sicurezza dell'Unione potrebbero essere migliorate facendo miglior uso dei quadri di cooperazione militare e di difesa attuali, quali i quartieri generali del corpo multinazionale dell'UE pronto all'intervento e i gruppi tattici dell'UE, rafforzando senza duplicare simili iniziative all'interno della NATO; è dell'avviso che ciò contribuirà al continuo sviluppo delle forze armate nazionali e verso l'obiettivo di raggiungere interoperabilità, sostenibilità, flessibilità e schierabilità maggiori;

28.  accoglie con favore l'istituzione del programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa, volto a sostenere la competitività e la capacità di innovazione dell'industria di difesa dell'UE con 500 milioni di EUR fino al 2020; chiede una rapida attuazione di tale programma;

29.  ritiene che il programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa contribuirà a stimolare la competitività, l'efficienza e la capacità d'innovazione dell'industria della difesa dell'Unione che comprenderanno, fra l'altro, la progettazione, la creazione di prototipi, le prove, la qualificazione e la certificazione di prodotti di difesa, così come lo sviluppo di tecnologie in seno a un consorzio che include PMI e società di media capitalizzazione, centri di ricerca e università, e la collaborazione fra Stati membri, che contribuiscono tutti all'autonomia strategica dell'UE e al rafforzamento della base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB); sottolinea che le dimensioni interne ed esterne della PSDC dell'Unione possono beneficiare dello sviluppo di un mercato unico della difesa;

30.  accoglie con favore la proposta di un regolamento che istituisce un Fondo europeo per la difesa (FED) e i cospicui finanziamenti proposti dalla Commissione per il prossimo QFP; chiede di tenere conto dei primi insegnamenti tratti dall'attuazione del programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP), del progetto pilota e dell'azione preparatoria sulla ricerca in materia di difesa; sottolinea che gli esiti delle discussioni relative al programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa sono stati parzialmente presi in considerazione ed esprime l'auspicio che si raggiunga un accordo sulla proposta il prima possibile per migliorare l'industria europea della difesa e la sua capacità di cooperare con i suoi partner;

31.  mette in evidenza che gli obiettivi strategici di sicurezza e di difesa dell'UE possono essere conseguiti soltanto con un coordinamento più stretto delle necessità e dei requisiti di sviluppo di capacità a lungo termine sia delle forze armate che delle industrie di difesa degli Stati membri; osserva che sia il piano di sviluppo delle capacità (CDP) che la revisione coordinata annuale della difesa (CARD) possono contribuire in modo importante al raggiungimento di questo obiettivo;

32.  ribadisce che l'AED dovrebbe essere l'agenzia esecutiva per le azioni dell'Unione nell'ambito della politica europea delle capacità e degli armamenti, laddove previsto dal trattato di Lisbona; sottolinea che le spese amministrative e operative dell'AED dovrebbero essere sostenute dal bilancio dell'Unione; accoglie con favore le lievi modifiche apportate al bilancio dell'AED, ma evidenzia che le maggiori responsabilità dell'AED nel contesto, fra l'altro, della cooperazione strutturata permanente (CSP), della revisione coordinata annuale della difesa e del Fondo europeo per la difesa richiedono finanziamenti adeguati;

33.  ricorda la necessità di agevolare l'organizzazione di maggiori formazioni ed esercitazioni congiunte tra le forze armate europee, promuovendo l'interoperabilità, la standardizzazione e la capacità di preparazione per affrontare un ampio spettro di minacce, sia convenzionali che non convenzionali;

34.  accoglie con favore le recenti misure di rafforzamento delle missioni civili della PSDC quale parte essenziale dell'approccio congiunto dell'UE, in particolare lo sviluppo di capacità e reattività delle missioni civili della PSDC e l'accento posto sul rafforzamento dell'efficacia nell'affrontare le sfide nell'ambito del nesso interno-esterno; sottolinea che il Consiglio e la Commissione nel prossimo QFP dovrebbero incrementare gli investimenti nella prevenzione dei conflitti civili, il che contribuisce a rafforzare il ruolo dell'UE quale attore internazionale; chiede un adeguamento delle strutture e delle procedure della PSDC, in modo da dispiegare e dirigere missioni e operazioni civili e militari più rapidamente e in modo più efficace e integrato;

35.  invita l'UE e gli Stati membri a privilegiare sempre la mediazione come primo strumento di risposta alle crisi emergenti e sostenere gli sforzi di mediazione di altri partner; sottolinea la necessità che l'UE promuova attivamente i negoziati pacifici e la prevenzione dei conflitti tra i suoi partner internazionali;

Cooperazione strutturata permanente

36.  ritiene che l'attuazione di una CSP inclusiva sia un passo fondamentale verso una cooperazione più stretta fra Stati membri in materia di sicurezza e difesa; riconosce che la CSP è un progetto a lungo termine giuridicamente vincolante, compresa una serie di impegni molto ambiziosi e di progetti di cooperazione; sottolinea la necessità di un allineamento totale tra le attività della CSP, le altre attività della PSDC, in particolare gli obiettivi definiti dal TUE, e le attività con la NATO; ritiene che la CPS dovrebbe essere un fattore trainante per lo sviluppo di capacità per entrambe le organizzazioni;

37.  chiede agli Stati membri partecipanti di presentare progetti con una dimensione europea strategica, rispondendo alle carenze in termini di capacità individuate nell'UE e rafforzando la base industriale e tecnologica di difesa europea; chiede agli Stati membri che partecipano alla CSP di essere più ambiziosi e di tenere conto fino in fondo del grado di valore aggiunto europeo quando presentano proposte per altri progetti CPS;

38.  mette in risalto lo stretto legame della CPS con la revisione coordinata annuale sulla difesa e con il Fondo europeo per la difesa per potenziare le capacità di difesa degli Stati membri;

39.  accoglie con favore la decisione del Consiglio che stabilisce un insieme di regole di governanza per i progetti della CSP e chiarisce molte delle questioni rimaste irrisolte riguardo ai dettagli sulla sua attuazione; osserva, tuttavia, che saranno necessari eventuali stanziamenti di bilancio supplementari per coprire le spese amministrative del Servizio europeo per l'azione esterna SEAE e dell'AED per permettere loro di assolvere le loro funzioni di segretariato della CSP;

Missioni e operazioni della PSDC

40.  prende atto del contributo delle missioni e delle operazioni della PSDC alla pace e alla stabilità internazionali ma si rammarica del fatto che l'efficienza di tali missioni possa ancora essere messa a repentaglio da debolezze strutturali, contributi non uniformi da parte degli Stati membri e non idoneità all'ambiente operativo; constata che lo sviluppo della PSDC richiede soprattutto la volontà politica degli Stati membri, basata su interessi e priorità comuni, come pure la creazione di strutture di cooperazione istituzionali; è convinto che la missione UE di lunga durata nell'ambito della PSDC, EUFOR BiH / Operazione Althea, continua a fungere da deterrente come segno tangibile dell'impegno dell'Unione nel paese e nella più ampia regione dei Balcani occidentali; ritiene pertanto fondamentale continuare il suo mandato esecutivo e sostenere gli effettivi attuali (600 unità), perché le attuali condizioni di sicurezza potrebbero nuovamente destabilizzarsi per l'aumento delle tensioni e l'attuale politica etno-nazionalista;

41.  riafferma l'importanza strategica del partenariato tra l'UE e l'Africa, sulla base dei loro stretti legami storici, culturali e geografici; sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione, anche in materia di sicurezza; sottolinea, in particolare, l'importanza del processo di regionalizzazione dell'azione PSDC nel Sahel, che associa le attività civili e militari dell'UE al fine di rafforzare le capacità di cooperazione dei cinque paesi del G5 Sahel;

42.  osserva che la situazione geopolitica nel Corno d'Africa è caratterizzata da una crescente competizione, alla luce della sua importanza per il commercio globale e per la stabilità regionale; accoglie dunque con favore il perdurare dell'operazione Atalanta, di EUCAP Somalia e di EUTM Somalia, in quanto contribuiscono alla stabilizzazione della regione; evidenzia tuttavia che la PSDC può essere soltanto parte di una soluzione alle molteplici sfide della regione e osserva la continua importanza di un approccio globale;

43.  accoglie inoltre con favore le attività delle missioni e operazioni dell'UE nella regione del Sahel, EUCAP Sahel Mali, EUCAP Sahel Niger nonché EUTM Mali, e il contributo che apportano alla stabilità regionale, alla lotta contro il terrorismo e contro la tratta di esseri umani e alla sicurezza della popolazione locale;

44.  prende atto dei risultati della recente relazione della Corte dei conti europea su EUCAP Sahel Niger e EUCAP Sahel Mali, che ha evidenziato i problemi riguardanti la formazione del personale, i posti vacanti, la sostenibilità e gli indicatori di prestazione, problemi che sono suscettibili di intaccare altre missioni civili; accoglie con favore la rapida risposta del SEAE, che ha affrontato le questioni sollevate al fine di aumentare l'efficacia delle missioni civili della PSDC; accoglie con favore il coinvolgimento della Corte dei conti europea nello svolgimento degli audit delle missioni e delle operazioni della PSDC e incoraggia l'elaborazione di ulteriori relazioni speciali su altre missioni e operazioni;

45.  sottolinea il contributo continuo dell'EUNAVFOR MED operazione SOPHIA a favore di un ampliamento degli sforzi dell'UE per lo smantellamento del modello di attività del traffico e della tratta di esseri umani nel Mediterraneo centrale e meridionale e per la prevenzione dell'ulteriore perdita di vite umane in mare;

46.  accoglie con favore l'istituzione e la piena capacità operativa della capacità di pianificazione e di condotta militare (MPCC) per missioni e operazioni non esecutive dell'UE (missioni di addestramento); sottolinea la necessità di concedere tempestivamente alla MPCC il mandato di pianificare e condurre tutte le operazioni militari della PSDC in futuro ed eliminare alcuni ostacoli allo schieramento di gruppi tattici dell'UE; chiede una cooperazione rafforzata fra la MPCC e la capacità di pianificazione e condotta civile (CPCC), nel contesto della cellula comune di coordinamento del sostegno, al fine di massimizzare il coordinamento delle sinergie civili e militari e la condivisione delle competenze, quale parte di un approccio più integrato e globale alle crisi e ai conflitti; chiede il rafforzamento della MPCC, al fine di aumentare le sue capacità di comando e di controllo per le operazioni esecutive e aumentare le sinergie con le missioni civili;

47.  sottolinea la necessità di applicare la prospettiva di genere all'azione della PSDC dell'UE considerando il ruolo che le donne svolgono nella guerra, nella stabilizzazione al termine dei conflitti e nei processi di pace; sottolinea la necessità di far fronte alla violenza di genere quale strumento di guerra nelle regioni in situazioni di conflitto; evidenzia che le donne sono colpite in maniera più grave dalla guerra rispetto agli uomini; invita l'UE e i suoi partner internazionali a coinvolgere attivamente le donne nei processi di pace e stabilizzazione e ad affrontare le loro specifiche esigenze di sicurezza;

48.  chiede la rapida attuazione dell'iniziativa di potenziamento delle capacità a sostegno della sicurezza e dello sviluppo (CBSD) per migliorare l'efficacia e la sostenibilità delle missioni e delle operazioni della PSDC e consentire all'UE di rafforzare le capacità di sicurezza e di difesa dei suoi paesi partner;

49.  esorta il SEAE e il Consiglio a intensificare gli sforzi in atto per migliorare la sicurezza informatica, in particolare per le missioni della PSDC, tra l'altro adottando misure a livello di UE e di Stati membri per mitigare le minacce alla PSDC, ad esempio rafforzando la resilienza tramite l'istruzione, la formazione e le esercitazioni, e semplificando l'offerta di istruzione e formazione per la difesa informatica dell'UE;

50.  ritiene che l'UE e i suoi Stati membri si trovino a far fronte a una minaccia senza precedenti sotto forma di attacchi informatici sponsorizzati da Stati nonché criminalità e terrorismo informatici; ritiene che la natura degli attacchi informatici li renda una minaccia che esige una risposta a livello di UE; incoraggia gli Stati membri a fornirsi assistenza reciproca in caso di attacco informatico lanciato contro uno di loro;

Relazioni UE-NATO

51.  sottolinea che il partenariato strategico tra l'UE e la NATO è fondamentale per affrontare le sfide di sicurezza cui l'UE e il suo vicinato devono far fronte; sottolinea che la cooperazione UE-NATO dovrebbe essere complementare e rispettosa delle specificità e del ruolo di ciascuna istituzione, considerando che 22 dei 28 Stati membri dell'UE sono anche membri della NATO; sottolinea che le due organizzazioni hanno caratteristiche ben distinte e che la loro cooperazione deve essere portata avanti nel pieno rispetto dell'autonomia e delle procedure decisionali di entrambe e basarsi sui principi della reciprocità, lasciando impregiudicata la specificità della politica di sicurezza e di difesa di ciascun Stato membro; è convinto che un'UE e una NATO più forti si rafforzerebbero a vicenda, creando più sinergie e migliorando l'efficacia della sicurezza e della difesa di tutti i partner; sottolinea che il partenariato strategico UE-NATO è fondamentale tanto per la PSDC dell'UE, in fase di evoluzione, quanto per il futuro dell'alleanza, nonché per le relazioni tra l'UE e il Regno Unito dopo la Brexit;

52.  accoglie con favore i principali pilastri della nuova dichiarazione UE-NATO adottata al vertice NATO a Bruxelles il 12 luglio 2018 e sottolinea che la riuscita dell'attuazione della dichiarazione congiunta dipende dalla volontà politica di tutti gli Stati membri durante l'intero processo; pur riconoscendo i risultati tangibili nell'attuazione delle 74 azioni congiunte, ritiene che siano necessari sforzi ulteriori per quanto riguarda l'attuazione pratica dei molti impegni già sottoscritti, soprattutto nell'ambito della lotta alle minacce ibride, della sicurezza informatica e delle esercitazioni congiunte; osserva in particolare il coinvolgimento dell'AED nell'attuazione di 30 azioni;

53.  sottolinea che gli sforzi riguardanti la mobilità militare dovrebbero costituire una priorità e contribuire a un'attuazione efficace delle missioni e operazioni della PSDC e alla posizione di difesa dell'alleanza; incoraggia pertanto entrambe le organizzazioni a continuare a collaborare alla mobilità militare il più strettamente possibile, anche attraverso lo sviluppo di requisiti militari comuni per agevolare un rapido spostamento di forze ed equipaggiamenti militari in tutta Europa, tenendo conto delle sfide multidirezionali provenienti principalmente da Sud e da Est; si appella alla Commissione affinché questi sforzi siano sostenuti dagli investimenti necessari e, ove opportuno, dalla necessaria legislazione; sottolinea la necessità di agevolare le procedure amministrative per lo spostamento transfrontaliero delle forze di risposta rapida all'interno dell'UE;

54.  evidenzia, in questo ambito, la complementarità dell'UE e della NATO e l'esigenza di garantire che le iniziative multinazionali per lo sviluppo di capacità intraprese dall'UE e dalla NATO siano complementari e che si rafforzino reciprocamente;

55.  sottolinea l'importanza della cooperazione e dell'integrazione nell'ambito della sicurezza informatica non solo tra gli Stati membri, i partner chiave e la NATO, ma anche tra i diversi soggetti presenti nella società;

Partenariati PSDC

56.  sottolinea che i partenariati e la cooperazione con i paesi e le organizzazioni che condividono i valori dell'UE contribuiscono a una PSDC più efficace; accoglie con favore i contributi dei partner della PSDC alle missioni e alle operazioni dell'UE attualmente in corso che contribuiscono ad accrescere la pace, la sicurezza e la stabilità regionali;

57.  ritiene essenziale continuare ad approfondire la cooperazione con i partner istituzionali, inclusi l'ONU, la NATO, l'Unione africana e l'OSCE, nonché con i partner bilaterali strategici come gli Stati Uniti; raccomanda che i partenariati della PSDC siano portati avanti negli ambiti dello sviluppo della resilienza dei partner e della riforma del settore della sicurezza (SSR);

58.  sottolinea l'importanza del partenariato UE-ONU nella risoluzione dei conflitti internazionali e nelle attività di consolidamento della pace; invita sia l'UE sia le Nazioni Unite a rafforzare il meccanismo consultivo comune del comitato direttivo UE-ONU sulla gestione delle crisi per sfruttare appieno il potenziale del loro partenariato mettendo in comune la loro legittimità politica e le loro capacità operative;

59.  ritiene fermamente che l'UE debba mantenere il più stretto partenariato possibile in materia di sicurezza e di difesa con il Regno Unito dopo la Brexit;

Dimensione parlamentare

60.  sottolinea l'importanza fondamentale del controllo parlamentare in materia di sicurezza e difesa a livello nazionale ed europeo quale elemento costitutivo di ogni ulteriore progresso in questo settore e incoraggia, in tale contesto, i soggetti parlamentari a collaborare più strettamente, eventualmente cercando nuove o migliori forme di cooperazione allo scopo di garantire un controllo parlamentare continuo a tutti livelli; ricorda l'importanza della partecipazione della società civile e dei cittadini ai futuri dibattiti sulla sicurezza europea;

61.  osserva, pur compiacendosi dei progressi generali raggiunti per quanto riguarda la PSDC dalla presentazione della strategia globale dell'UE, che le strutture parlamentari a livello dell'UE, istituite in un'epoca in cui l'ambizione e le attività dell'UE in materia di sicurezza e difesa erano piuttosto limitate, non sono più adeguate a fornire il controllo parlamentare necessario in un'area strategica in rapida evoluzione che richiede la capacità di risposte tempestive; rinnova pertanto il suo precedente appello a promuovere la sottocommissione per la sicurezza e la difesa a commissione a pieno titolo e a dotarla delle competenze necessarie a contribuire a una vigilanza parlamentare ampia della PSDC, tra cui CSP, AED e qualsiasi altra azione della PSDC prevista dai trattati; ritiene che la promozione da sottocommissione a commissione debba essere la conseguenza del passaggio da una gestione ad hoc della difesa e della sicurezza a livello della Commissione a un modello più specializzato, che tiene conto della crescente complessità degli sforzi da gestire;

62.  osserva che vari Stati membri hanno recentemente chiesto un Consiglio di sicurezza dell'UE e ritiene che tale concetto debba essere ulteriormente definito, prima che possa essere effettuata una valutazione del suo valore aggiunto;

63.  ribadisce il suo invito a creare una forma di riunione dei ministri della difesa in seno al Consiglio, presieduta dal VP/AR; riconosce che una maggiore integrazione europea dovrebbe anche significare un maggiore controllo democratico attraverso il controllo parlamentare; sottolinea pertanto la necessità di rafforzare il ruolo del PE in questo settore, segnatamente attraverso una commissione a pieno titolo sulla sicurezza e la difesa, integrata da riunioni interparlamentari congiunte tra i rappresentanti dei parlamenti nazionali e i parlamentari europei;

64.  sottolinea che qualsiasi futura convenzione o conferenza intergovernativa, che stia preparando una modifica dei trattati UE, dovrebbe prendere in considerazione l'istituzione di una forza europea dotata di effettive capacità di difesa per il mantenimento della pace, la prevenzione dei conflitti e il rafforzamento della sicurezza internazionale, conformemente alla Carta delle Nazioni Unite e ai compiti previsti all'articolo 43, paragrafo 1, del TUE;

°

°  °

65.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale della NATO, alle agenzie dell'UE nei settori spaziale, della sicurezza e della difesa nonché ai parlamenti nazionali degli Stati membri.

  • [1]  GU L 335 del 13.12.2008, pag. 99.
  • [2]  GU C 93 del 9.3.2016, pag. 144.
  • [3]  GU C 337 del 20.9.2018, pag. 11.
  • [4]  GU C 224 del 27.6.2018, pag. 18.
  • [5]  GU C 224 del 27.6.2018, pag. 50.
  • [6]  GU C 369 dell'11.10.2018, pag. 36.
  • [7]  GU C 263 del 25.7.2018, pag. 125.
  • [8]  GU C 334 del 19.9.2018, pag. 253.
  • [9]  Testi approvati, P8_TA(2018)0257.
  • [10]  GU C 238 del 6.7.2018, pag. 89.
  • [11]  GU C 369 dell'11.10.2018, pag. 47.
  • [12]  GU L 194 del 19.7.2016, pag. 1.

PARERE DI MINORANZA

Relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune (2018/2099(INI))

Commissione per gli affari esteri, relatore: Mircea Paşcu

Parere di minoranza presentato da Sabine Lösing e Miguel Urban Crespo a nome del gruppo GUE/NGL Takis Hadjigeorgiou

La relazione sostiene un'Unione militare dotata di maggiori capacità ed elogia tutti i recenti programmi e strumenti militari dell'UE: il Programma di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP), il Fondo europeo per la difesa (FES), il Fondo europeo per la pace (EPF) (nuovo meccanismo Athena), la cooperazione strutturata permanente (CSP), la mobilità militare — frontiere aperte per la libera circolazione delle truppe e delle attrezzature. Sostiene tutti i tipi di forze di combattimento (gruppi tattici/brigate, forze dell'UE in attesaUE, forza permanente di Spearhead Europe). La relazione invoca una politica di difesa e militare intesa come fonte dell'identità europea.

Siamo contrari alla relazione in quanto:

  chiede la realizzazione di una profonda cooperazione in materia di difesa, compresa l'intelligence e la sorveglianza e una maggiore cooperazione con la NATO;

  sostiene l'aumento della spesa per la difesa e dei contributi finanziari del bilancio dell'UE a favore di un vero e proprio bilancio della difesa dell'UE, compreso un fondo per la difesa nel prossimo QFP a vantaggio dei profitti delle industrie della difesa;

  chiede un quadro vincolante per la clausola di difesa reciproca di cui all'articolo 42, paragrafo 7, che vada oltre l'articolo V della NATO;

  accoglie con favore l'EPF, ossia l' estensione del meccanismo Athena e la cooperazione militare con i paesi terzi; intende coprire tutti i costi delle operazioni militari, compresa la messa in opera, le attrezzature e il trasferimento di armamenti, al di là di qualsiasi controllo parlamentare, approvando che ciò potrebbe portare a maggiori conflitti e violenze anziché alla pace;

  è a favore di un'area militare Schengen (6,5 miliardi di EUR) a copertura dei costi dei progetti di infrastrutture civili;

Esigiamo:

  un'interpretazione in senso stretto dell'articolo 41, paragrafo 2, che vieta di usare il bilancio dell'UE per operazioni militari o di difesa;

  la cessazione di tutti i programmi dell'UE relativi al settore militare e della difesa;

  un radicale disarmo (anche nucleare) nell'Unione europea e a livello mondiale.

PARERE della commissione per gli affari costituzionali (2.10.2018)

destinato alla commissione per gli affari esteri

Relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune
(2018/2099(INI))

Relatore per parere: Paulo Rangel

SUGGERIMENTI

La commissione per gli affari costituzionali invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  accoglie con favore la creazione dell'Iniziativa europea d'intervento (IEI), l'istituzione della cooperazione strutturata permanente (CSP) e il rafforzamento del Fondo europeo per la difesa (FED), come importanti misure per rafforzare la sicurezza e la difesa dell'Unione, in stretta cooperazione e piena complementarità con la NATO; prende atto della creazione della IEI quale risposta rapida alle crisi che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza dell'Unione europea, sottolineando nel contempo che essa non deve ostacolare la creazione dell'Unione europea della difesa, anche se non rientra nel quadro giuridico dell'UE;

2.  osserva che vari Stati membri hanno recentemente chiesto un Consiglio di sicurezza dell'UE e ritiene che tale concetto debba essere ulteriormente definito, prima che possa essere effettuata una valutazione del suo valore aggiunto;

3  chiede il pieno sviluppo dei gruppi tattici dell'UE ed è del parere che il requisito dell'unanimità in seno al Consiglio per lo schieramento dei gruppi sia in contraddizione con la loro funzione di capacità di reazione rapida militare al fine di rispondere a crisi e conflitti emergenti nel mondo;

4  sottolinea la necessità di potenziare ulteriormente le capacità dell'intelligence autonoma dell'UE, in particolare tramite il potenziamento del Centro dell'Unione europea di intelligence (INTCEN); approva, inoltre, la creazione di un'unità di intelligence europea efficiente che consenta una cooperazione in materia di intelligence, in particolare per una strategia comune per contrastare la criminalità organizzata e il terrorismo, e che garantisca l'accessibilità e l'interoperabilità dei dati tra i servizi d'intelligence con la polizia, tenendo pienamente conto delle esigenze di protezione dei dati dell'UE;

5  accoglie con favore l'inaugurazione di una sede operativa permanente e l'aumento del bilancio dell'Agenzia europea per la difesa (AED);

6.  ribadisce il suo invito a creare una forma di riunione dei ministri della difesa in seno al Consiglio, presieduta dal VP/AR; riconosce che una maggiore integrazione europea dovrebbe anche significare un maggiore controllo democratico attraverso il controllo parlamentare; sottolinea pertanto la necessità di rafforzare il ruolo del PE in questo settore, segnatamente attraverso una commissione a pieno titolo sulla sicurezza e la difesa, integrata da riunioni interparlamentari congiunte tra i rappresentanti dei parlamenti nazionali e i parlamentari europei;

7  sottolinea che qualsiasi futura convenzione o conferenza intergovernativa, che stia preparando una modifica dei trattati UE, dovrebbe prendere in considerazione l'istituzione di una forza europea dotata di effettive capacità di difesa per il mantenimento della pace, la prevenzione dei conflitti e il rafforzamento della sicurezza internazionale, conformemente alla Carta delle Nazioni Unite e ai compiti previsti all'articolo 43, paragrafo 1, del TUE;

8.  sottolinea che le dimensioni interne ed esterne della PSDC dell'Unione possono beneficiare dello sviluppo di un mercato unico della difesa;

9.  ritiene che questo mercato sia parte integrante della politica di sicurezza dell'UE e necessiti di orientamenti chiari per l'esportazione di armamenti e materiale militare sviluppati con il sostegno del bilancio dell'Unione;

10.  osserva che, al di fuori del quadro della PSDC, la creazione di un autentico organismo di protezione civile dell'UE e le esigenze della Guardia di frontiera e costiera europea (EBCG) possono favorire lo sviluppo di tale mercato al fine di sfruttare le sinergie, di realizzare economie di scala e di ridurre la capacità in eccesso;

11.  sottolinea che in un ambiente di sicurezza globale in continua evoluzione l'Unione europea deve essere in grado di garantire in modo autonomo la sicurezza dei suoi cittadini, segnatamente assicurando agli Stati membri risorse adeguate per la difesa; sottolinea tuttavia che un'intensa cooperazione tra l'Unione europea e i suoi alleati più stretti, come il Regno Unito e gli Stati Uniti, è della massima importanza, evidenziando nel contempo che le conseguenze istituzionali rilevanti di tale cooperazione non dovrebbero essere trascurate.

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

1.10.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

16

4

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Mercedes Bresso, Elmar Brok, Richard Corbett, Pascal Durand, Esteban González Pons, Danuta Maria Hübner, Diane James, Ramón Jáuregui Atondo, Alain Lamassoure, Jo Leinen, Maite Pagazaurtundúa Ruiz, Markus Pieper, Paulo Rangel, Helmut Scholz, Pedro Silva Pereira, Barbara Spinelli, Kazimierz Michał Ujazdowski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Max Andersson, Enrique Guerrero Salom, Cristian Dan Preda, Jasenko Selimovic

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Ruža Tomašić

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

16

+

ALDE

Maite Pagazaurtundúa Ruiz, Jasenko Selimovic

NI

Kazimierz Michał Ujazdowski

PPE

Elmar Brok, Esteban González Pons, Danuta Maria Hübner, Alain Lamassoure, Markus Pieper, Cristian Dan Preda, Paulo Rangel

S&D

Mercedes Bresso, Richard Corbett, Enrique Guerrero Salom, Ramón Jáuregui Atondo, Jo Leinen, Pedro Silva Pereira

4

-

ECR

Ruža Tomašić

GUE/NGL

Helmut Scholz, Barbara Spinelli

NI

Diane James

2

0

VERTS/ALE

Max Andersson, Pascal Durand

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

12.11.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

40

13

5

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Michèle Alliot-Marie, Petras Auštrevičius, Bas Belder, Elmar Brok, James Carver, Lorenzo Cesa, Aymeric Chauprade, Javier Couso Permuy, Arnaud Danjean, Georgios Epitideios, Knut Fleckenstein, Eugen Freund, Michael Gahler, Tunne Kelam, Wajid Khan, Eduard Kukan, Arne Lietz, Barbara Lochbihler, Sabine Lösing, Andrejs Mamikins, Ramona Nicole Mănescu, David McAllister, Francisco José Millán Mon, Clare Moody, Pier Antonio Panzeri, Ioan Mircea Paşcu, Alojz Peterle, Tonino Picula, Julia Pitera, Cristian Dan Preda, Jozo Radoš, Michel Reimon, Jean-Luc Schaffhauser, Anders Sellström, Alyn Smith, Jordi Solé, Dobromir Sośnierz, Jaromír Štětina, Charles Tannock, Miguel Urbán Crespo, Ivo Vajgl

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Andrea Bocskor, Neena Gill, Igor Gräzin, Rebecca Harms, Marek Jurek, Othmar Karas, Juan Fernando López Aguilar, Antonio López-Istúriz White, Urmas Paet, Bodil Valero, Mirja Vehkaperä, Marie-Christine Vergiat

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Eleonora Evi, Rupert Matthews, Miroslav Mikolášik, Liliana Rodrigues, Flavio Zanonato

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

40

+

ALDE

Petras Auštrevičius, Igor Gräzin, Urmas Paet, Jozo Radoš, Ivo Vajgl, Mirja Vehkaperä

EFDD

Aymeric Chauprade, Eleonora Evi

PPE

Michèle Alliot-Marie, Andrea Bocskor, Elmar Brok, Lorenzo Cesa, Arnaud Danjean, Michael Gahler, Othmar Karas, Tunne Kelam, Eduard Kukan, Antonio López-Istúriz White, David McAllister, Ramona Nicole Mănescu, Miroslav Mikolášik, Francisco José Millán Mon, Alojz Peterle, Julia Pitera, Cristian Dan Preda, Anders Sellström, Jaromír Štětina

S&D

Knut Fleckenstein, Eugen Freund, Neena Gill, Wajid Khan, Arne Lietz, Juan Fernando López Aguilar, Andrejs Mamikins, Clare Moody, Pier Antonio Panzeri, Ioan Mircea Paşcu, Tonino Picula, Liliana Rodrigues, Flavio Zanonato

13

-

ENF

Jean-Luc Schaffhauser

GUE/NGL

Javier Couso Permuy, Sabine Lösing, Miguel Urbán Crespo, Marie-Christine Vergiat

NI

James Carver, Georgios Epitideios, Dobromir Sośnierz

VERTS/ALE

Barbara Lochbihler, Michel Reimon, Alyn Smith, Jordi Solé, Bodil Valero

5

0

ECR

Bas Belder, Marek Jurek, Rupert Matthews, Charles Tannock

VERTS/ALE

Rebecca Harms

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

Ultimo aggiornamento: 6 dicembre 2018
Note legali - Informativa sulla privacy