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Procedura : 2000/2117(COS)
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Ciclo del documento : A5-0373/2000

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A5-0373/2000

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P5_TA(2001)0034

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Giovedì 18 gennaio 2001 - Strasburgo
Partecipazione equilibrata di donne e uomini al processo decisionale
P5_TA(2001)0034A5-0373/2000

Risoluzione del Parlamento europeo sulla relazione della Commissione sull'attuazione della raccomandazione 96/694 del Consiglio, del 2 dicembre 1996, sulla partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini al processo decisionale (COM(2000) 120 - C5-0210/2000 - 2000/2117(COS) )

Il Parlamento europeo,

-  vista la relazione della Commissione (COM(2000) 120 - C5-0210/2000 ),

-  vista la raccomandazione 96/694/CE del Consiglio,

-  visti l'articolo 2, l'articolo 3, paragrafo 2, l'articolo 13, l'articolo 137, paragrafo 1 e l'articolo 141, paragrafo 4 del trattato CE,

-  viste le sue precedenti risoluzioni basate su relazioni elaborate dalla commissione per i diritti della donna e le pari opportunità a partire dal 1984, e in particolare la sua risoluzione del 2 marzo 2000 sulle donne nel processo decisionale(1) ,

-  vista la dichiarazione finale della Conferenza delle Nazioni Unite tenutasi in Messico nel 1975,

-  viste la Conferenza di Vienna sui diritti dell'uomo e la Piattaforma d'azione facente seguito alla Quarta Conferenza mondiale sulle donne svoltasi a Pechino il 15 settembre 1995,

-  vista la risoluzione del Consiglio del 27 marzo 1995 sulla partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini al processo decisionale(2) ,

-  vista la dichiarazione ministeriale di Parigi del 17 aprile 1999 sulle donne e gli uomini al potere,

-  visti la sua risoluzione dell'11 febbraio 1994(3) e il suo parere del 24 maggio 1996(4) sulla rappresentanza delle donne nel processo decisionale, basate su relazioni della commissione per i diritti della donna e le pari opportunità,

-  visto il lavoro svolto dalla rete europea "Donne e processi decisionali” negli anni 1992-1996,

-  visti il Terzo e il Quarto programma d'azione europeo (1991-2000) per le pari opportunità per le donne e gli uomini,

-  visto il documento finale della Conferenza delle Nazioni Unite "Pechino + 5" svoltasi a New York nel giugno 2000,

-  visto l'articolo 47, paragrafo 1, del suo regolamento,

-  vista la relazione della commissione per i diritti della donna e le pari opportunità (A5-0373/2000 ),

A.  considerando che i diritti delle donne sono parte integrante dei diritti umani,

B.  considerando che le donne, pur costituendo almeno la metà dell'elettorato in quasi tutti i paesi e pur avendo ottenuto il diritto di votare e di ricoprire cariche pubbliche in quasi tutti gli Stati membri dell'ONU, continuano ad essere gravemente sottorappresentate fra i candidati a cariche pubbliche,

C.  considerando l'importanza non solo di aumentare la partecipazione delle donne ai processi decisionali ma anche di elevarne la funzione nella società,

D.  considerando che le donne devono far fronte alla duplice responsabilità dei compiti e degli obblighi familiari, da un lato, e dei propri impegni professionali, dall'altro,

E.  considerando che l'assenza di parità tra uomo e donna, nonché i ruoli di genere dominanti, affondano le loro radici in strutture antiquate e in atteggiamenti tradizionalisti,

F.  considerando che è riconosciuto che la sottorappresentanza delle donne negli organi decisionali costituisce un serio ostacolo allo sviluppo democratico dell'Unione europea, alla sua coesione e, complessivamente, alla sua competitività,

G.  considerando che la quota di donne in posizioni decisionali nell'industria e nei sindacati europei è estremamente bassa, il che contribuisce sicuramente all'assenza di parità sul mercato del lavoro,

H.  considerando che a livello nazionale ed europeo è stata pienamente riconosciuta la necessità di promuovere la partecipazione delle donne al processo decisionale quale condizione di democrazia,

I.  considerando che le istituzioni pubbliche e private dovrebbero stabilire obiettivi realistici per la correzione degli squilibri di genere e sostenere la parità delle opportunità per gli uomini e le donne,

J.  rammaricandosi profondamente del permanere di disparità e discriminazioni sia nella politica che nelle istituzioni pubbliche e private, nonostante le numerose enunciazioni politiche, dichiarazioni ed espressioni d'impegno a livello nazionale, europeo e internazionale,

K.  constatando che il trattato di Amsterdam, avendo creato la necessaria base giuridica, consente azioni positive e misure orizzontali di "mainstreaming” delle questioni di genere per proseguire la lotta contro le ineguaglianze in tutte le politiche,

L.  considerando che le retribuzioni delle donne continuano ad essere inferiori a quelle degli uomini per un lavoro di pari valore,

M.  considerando che la rappresentanza delle donne nelle assemblee politiche elettive ha dimostrato di essere influenzata positivamente dal sistema elettorale di rappresentanza proporzionale rispetto al sistema maggioritario,

N.  considerando che, a livello europeo, la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini nei posti di potere e nei centri decisionali si pone come una questione che attiene al principio di democrazia e figura nella Carta dei diritti fondamentali,

O.  considerando che la rappresentanza delle donne in campo politico è migliorata in misura modesta dalle elezioni europee del 1999, ma che le donne sono tuttora sottorappresentate nella sfera decisionale amministrativa e politica delle istituzioni dell'UE,

P.  rallegrandosi dell'esempio dato da questo Parlamento , nelle cui file la rappresentanza femminile è in costante crescita, avvicinandosi al 30% dopo le ultime elezioni,

Q.  considerando che il completamento della democrazia presuppone la cooperazione e la codecisione dei due sessi in tutti i settori, secondo criteri di parità e solidarietà,

R.  considerando che la partecipazione paritaria delle donne al processo decisionale non è solo un'esigenza di giustizia o democrazia ma anche una condizione necessaria affinché gli interessi delle donne siano presi in considerazione, per dare giusta attenzione alle loro preoccupazioni e alle loro esperienze aventi una specificità di genere,

S.  considerando che una condivisione più equa del lavoro e delle responsabilità genitoriali tra le donne e gli uomini favorisce una maggiore partecipazione delle donne alla vita pubblica,

T.  constatando che la considerazione dei principi, delle idee, dei valori e delle esperienze propri delle donne può contribuire alla ridefinizione delle priorità politiche, inserendo temi nuovi nell'agenda politica, e può offrire nuove prospettive per i problemi politici tradizionali,

1.  ribadisce la raccomandazione 96/694/CE del Consiglio, del 2 dicembre 1996, per quanto riguarda la necessità di istituire un'azione integrata per combattere la disuguale rappresentanza degli uomini e delle donne nelle istituzioni dell'UE e in ogni organo decisionale, e l'invito a stabilire una strategia europea integrata e specifica e un'impostazione comune per il raggiungimento di tale risultato;

2.  ribadisce le sue precitate risoluzioni dell'11 febbraio 1994 e del 2 marzo 2000 nonchè il suo summenzionato parere del 24 maggio 1996;

3.  ribadisce la necessità di una strategia globale e integrata dell'UE e di misure positive per la promozione di una partecipazione equilibrata dei due sessi nelle istituzioni democratiche e in tutti i centri decisionali;

4.  ribadisce la necessità di mobilitare tutti gli attori della vita economica e sociale per il raggiungimento di una divisione paritaria delle responsabilità tra gli uomini e le donne nella sfera pubblica e in quella privata, nella vita economica, politica e familiare;

5.  ribadisce l'importanza di raggiungere l'obiettivo di una pari partecipazione degli uomini e delle donne al processo decisionale per rafforzare la democrazia, tenendo conto degli interessi di tutta la società, e promuovere il suo corretto funzionamento;

6.  sollecita la promozione e la sistematica raccolta e pubblicazione di dati statistici comparabili a livello nazionale ed europeo e l'armonizzazione dei metodi di ricerca degli Stati membri, in modo da ottenere un quadro più chiaro della rappresentanza uomo/donna nel processo decisionale, poiché la diffusione di queste statistiche contribuisce a sviluppare la consapevolezza delle problematiche di genere e favorisce il progresso in questo campo;

7.  sollecita la promozione di un equilibrio di genere in tutti i settori politici e in tutti i comitati a livello di UE e a livello nazionale e internazionale, equilibrio che dovrebbe consistere in una rappresentanza non inferiore al 40% per ciascun sesso;

8.  ribadisce l'importanza di contrastare gli stereotipi di genere fin dalla più tenera età e di dare sia alle femmine che ai maschi la possibilità, in tutto l'arco della vita scolastica, di discutere i ruoli di genere; ribadisce inoltre l'importanza del fatto che le donne siano formate ad assumere posizioni di comando e a prendere decisioni, a parlare in pubblico e ad autoaffermarsi; sottolinea altresì la necessità di avviare campagne di sensibilizzazione e di incoraggiare la partecipazione delle donne alla scena politica;

9.  sottolinea la necessità che gli uomini vengano coinvolti negli sforzi per una maggiore parità, poiché la parità nei processi decisionali può essere raggiunta solo mediante una cooperazione tra i due sessi;

10.  richiama la necessità di istituire strutture e strategie comuni per far rispettare il principio delle pari opportunità (ad esempio un ministero per le pari opportunità);

11.  ribadisce l'importanza che vi siano più donne in posizioni decisionali nelle imprese e nei sindacati; esorta pertanto le industrie e le confederazioni sindacali europee a partecipare attivamente agli sforzi volti a incoraggiare le donne che desiderano avanzare nella carriera, nonché a adoperarsi contro gli stereotipi di genere sul lavoro;

12.  sollecita la creazione di una rete europea per la promozione delle donne nel processo decisionale e di una rete di comitati nazionali per le pari opportunità;

13.  invita i governi, in particolare quelli dei paesi in cui la partecipazione delle donne agli organi decisionali è inferiore al 30%, a riesaminare l'impatto differenziale dei sistemi elettorali sulla rappresentanza politica di genere negli organismi elettivi e a prendere in considerazione un adeguamento o una riforma di detti sistemi nonché, se necessario, ad adottare provvedimenti legislativi o ad incoraggiare i partiti politici a introdurre sistemi di quote, come il sistema “cerniera”, e/o a prendere altri provvedimenti per favorire una partecipazione equilibrata;

14.  sottolinea la necessità di rivedere le strutture e le procedure dei partiti per eliminare tutte le barriere che, direttamente o indirettamente, creano discriminazioni a danno della partecipazione delle donne;

15.  riconosce che i paesi con un'economia in fase di transizione e con una cultura democratica recente, come sono molti dei paesi candidati all'adesione, necessitano di particolare attenzione e sostegno a causa dei diversi contraccolpi negativi che il processo di transizione ha sulla vita delle donne;

16.  chiede ai governi e alle istituzioni dell'UE di tenere debito conto dell'equilibrio fra uomini e donne in sede di nomina di rappresentanti e di formazione di organismi internazionali o comitati di mediazione e negoziazione, soprattutto quando si tratta di procedure per ripristinare la pace o per risolvere conflitti;

17.  sottolinea l'assoluta necessità di adottare misure appropriate che consentano di conciliare la vita familiare e professionale degli uomini e delle donne, attraverso una gestione flessibile dell'orario di lavoro e migliori servizi di assistenza per i bambini e le altre persone non autosufficienti;

18.  chiede alle parti sociali di promuovere la partecipazione delle donne alle loro strutture e nei posti ad alta responsabilità;

19.  invita gli Stati membri dell'UE a porre all'ordine del giorno della prossima CIG modifiche al trattato volte a favorire l'equilibrio di genere nelle istituzioni dell'UE e in tutti i centri decisionali;

20.  incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alle altre istituzioni dell'UE ed ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) GU C 346 del 4.12.2000, pag. 82.
(2) GU C 168 del 4.7.1995, pag. 3.
(3) GU C 61 del 28.2.1994, pag. 248.
(4) GU C 166 del 10.6.1996, pag. 269.

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