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Procedura : 2001/2045(COS)
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Ciclo del documento : A5-0076/2002

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A5-0076/2002

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P5_TA(2002)0179

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Giovedì 11 aprile 2002 - Strasburgo
Strategia dell'Unione nei confronti della Cina
P5_TA(2002)0179A5-0076/2002

Risoluzione del Parlamento europeo sulla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo: strategia UE nei confronti della Cina: attuazione della comunicazione del 1998 e future iniziative per una politica comunitaria più efficace (COM(2001) 265 – C5&nbhy;0098/2001 – 2001/2045(COS))

Il Parlamento europeo,

–  vista la comunicazione della Commissione (COM(2001) 265 – C5&nbhy;0098/2001),

–  vista la comunicazione della Commissione - Un quadro strategico per rafforzare le relazioni di partenariato (COM(2001) 469),

–  vista la relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sull'attuazione della comunicazione "Sviluppare una partnership globale con la Cina" (COM(2000) 552),

–  vista la sua risoluzione del 12 giugno 1997 sulla comunicazione della Commissione su una politica a lungo termine per le relazioni Cina-Europa (COM(1995) 279)(1),

–  vista la comunicazione della Commissione "Sviluppare una partnership globale con la Cina" (COM(1998) 181),

–  viste le conclusioni del Consiglio del 29 giugno 1998 che aderiscono alla suddetta comunicazione,

–  visto l'accordo bilaterale UE-Cina del 19 maggio 2000 che ha aperto la strada all'adesione della Cina all'OMC,

–  visti i numerosi progetti di cooperazione UE-Cina, in particolare, ma non esclusivamente, nel campo dei diritti umani,

–  vista la sua risoluzione del 20 gennaio 2002 sulla situazione dei diritti dell'uomo in Cina(2),

–  vista le decine di migliaia di cittadini cinesi che trafficanti criminali trasportano ogni anno dall'Asia e dall'Europa orientale nell'Unione europea,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Cina, su Hong Kong, su Macao, sul Tibet, sullo Xinjiang e su Taiwan,

–  vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1992 sulla situazione in Tibet(3),

–  vista l'allocuzione pronunciata al Parlamento europeo da Sua Santità il Dalai Lama il 24 ottobre 2001,

–  vista la sua risoluzione del 5 luglio 2001 sulla candidatura di Pechino a ospitare i giochi olimpici del 2008(4),

–  visto il quarto vertice UE-Cina svoltosi a Bruxelles il 5 settembre 2001,

–  visto lo scambio di opinioni sulle relazioni UE-Cina tenutosi al Parlamento europeo il 12 settembre 2001,

–  viste le discussioni svoltesi in Cina durante le visite della delegazione del PE per le relazioni con la Repubblica popolare cinese nel novembre 2000 e della delegazione cinese al Parlamento europeo nel settembre 2001,

–  vista la decisione adottata dalla Quarta conferenza interministeriale dell'OMC a Doha, nel Quatar dal 9 al 14 novembre 2001 sull'ammissione della Cina e del Taipei nell'OMC,

–  vista la riunione del 7 gennaio 2002 dell'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (SCO) sulla strategia contro il terrorismo,

–  visto l'articolo 47, paragrafo 1, del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per gli affari esteri, i diritti dell'uomo, la sicurezza comune e la politica di difesa e il parere della commissione per l'industria, il commercio estero, la ricerca e l'energia (A5&nbhy;0076/2002),

A.  considerando che vi è necessità di una cooperazione costante, rafforzata tra l'UE e la Cina, basata su un dialogo serrato, che tenga conto dei rispettivi ampi interessi,

B.  considerando che una politica nei confronti della Cina deve necessariamente tener conto dei seguenti tre elementi principali: considerazioni economiche, ruolo della Cina nella politica mondiale e problemi di ordine e sicurezza regionali, nonché sviluppo dei diritti umani e creazione di uno Stato di diritto,

C.  considerando che la Commissione europea ha esaminato le modalità per promuovere il partenariato UE-Cina, e considerando che il Parlamento europeo sostiene pienamente la posizione dell'UE, in particolare quale è stata espressa nei vertici UE-Cina, svoltisi annualmente sin dal 1998, che hanno creato una piattaforma per imprimere un'accelerazione alla relazione UE-Cina; e considerando che si svolgono dialoghi e riunioni in sede separata tra i funzionari competenti di ambo le parti su numerosi temi di interesse reciproco,

D.  considerando che un quadro generale per il dialogo politico tra l'UE e la Cina è stato formalizzato per la prima volta nel 1994 mediante uno scambio epistolare,

E.  considerando che le esperienze finora positive sul piano politico, sociale, economico e culturale di Hong Kong e Macao rappresentano un inizio significativo e concreto di tale dialogo e cooperazione,

F.  preoccupato nondimeno per il fatto che il governo cinese sembra determinato a separare di forza dai genitori 11 000 bambini nati in Cina continentale da residenti permanenti di Hong Kong, trasferendoli sul continente,

G.  considerando che i Giochi olimpici che si svolgeranno in Cina nel 2008 potrebbero dimostrarsi una grossa opportunità per l'approfondimento della cooperazione in tutti i campi se la Cina porrà fine alle violazioni dei diritti dell'uomo e compirà progressi sostanziali nella democratizzazione del suo sistema politico,

H.  considerando che la situazione dei diritti umani in Cina suscita tuttora gravi preoccupazioni, dal momento che si continuano a violare le libertà fondamentali e a ricorrere alla tortura, a maltrattamenti, detenzioni arbitrarie ed esecuzioni per punire il dissenso pacifico e le comunità religiose,

Introduzione

1.  approva la comunicazione della Commissione;

2.  approva i progressi compiuti nell'ambito dello sviluppo delle relazione UE-Cina negli ultimi tre anni;

3.  prende atto della risposta positiva della Cina alla comunicazione ed esorta la Cina a prendere i necessari provvedimenti concreti per dimostrare la sua disponibilità ad affrontare un'ampia gamma di problemi che sono altamente importanti per l'UE;

4.  si compiace del sostegno della Cina alla lotta internazionale contro il terrorismo e, in particolare, del suo recente riavvicinamento all'India sulle questioni della sicurezza reciproca, nonostante le dispute territoriali di vecchia data e la sua lunga amicizia con il Pakistan; ma sottolinea che le misure antiterrorismo non possono mai giustificare violazioni dei diritti umani, ad esempio la repressione di gruppi etnici e di comunità religiose;

5.  si compiace dell'impegno preso dalla Cina di aiutare a ricostruire l'Afghanistan e ritiene che tale progetto potrebbe costituire una base esemplare e concreta di cooperazione tra la Cina e la UE;

6.  ricorda la sua risoluzione del 13 giugno 2001 sul documento di lavoro della Commissione "Prospettive e priorità del processo ASEM (Incontro Asia-Europa) nel nuovo decennio"(5); sollecita il governo cinese ad adottare un atteggiamento più favorevole nei confronti di un allargamento dell'ASEM in tempi ravvicinati, soprattutto per quanto riguarda l'India e altri paesi;

7.  riconosce che negli ultimi anni il partenariato tra l'UE e la Cina si è sostanzialmente rafforzato su un piede di parità e a vantaggio reciproco; rileva che per consolidare i rapporti di partenariato è comunque necessario ancorare e sviluppare ulteriormente il dialogo in campo politico, economico, scientifico e culturale;

8.  prende atto della necessità di un intenso dialogo culturale tra l'Europa e la Cina; propone in tale contesto che le università degli Stati membri creino/espandano le proprie facoltà di sinologia e invita la Commissione ad esaminare la possibilità di ampliare i programmi esistenti, ad esempio Tempus, al fine di promuovere progetti di scambi universitari reciproci;

9.  riconosce che l'inizio di una rappresentanza democratica nei comuni costituisce un aspetto positivo sulla strada verso la democrazia partecipativa sia a livello regionale che statale;

10.  non insisterà mai abbastanza sul fatto che l'UE nutre un profondo interesse per una Cina stabile, prospera, aperta che adotti la democrazia, i principi del libero mercato, e lo Stato di diritto, e che deve perseguire politiche atte ad aiutare la Cina ad assecondare gli sforzi in tale direzione;

11.  prende atto della crescente intensificazione del dialogo tra l'UE e la Cina in materia di stato di diritto, società civile e democrazia; tale dialogo dovrebbe essere accompagnato da iniziative e misure statali e/o private come ad esempio lo scambio di allievi e studenti, la formazione di gruppi di contatto di parlamentari e una rafforzata comunicazione culturale;

12.  sottolinea l'importanza delle esperienze positive delle autonomie regionali e speciali di Hong Kong e Macao nell'ampliare e approfondire la cooperazione tra l'UE e la Cina nei settori politici, culturali, economici e sociali;

13.  invita il governo cinese a facilitare il ricongiungimento dei bambini nati in Cina continentale con i genitori residenti permanenti di Hong Kong, in conformità con le conclusioni della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti del bambino e della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e culturali;

Scambi

14.  si congratula con la Cina per la sua recente adesione all'OMC, ed esprime il suo sostegno per i progressi compiuti finora nelle sue riforme economiche e sociali; sottolinea peraltro che un progresso molto più significativo nell'applicazione dello Stato di diritto in Cina è essenziale alla piena integrazione della Cina nel mercato globale;

15.  è pienamente consapevole del fatto che l'adesione all'OMC rappresenta un importante sviluppo nelle relazioni della Cina con il resto del mondo e che modificherà sia l'attuale sistema commerciale cinese che la Cina stessa; rileva che i prossimi anni misureranno la capacità del regime di adattarsi all'evoluzione dei Paesi vicini, ma è del parere che il progresso economico possa realizzarsi soltanto se si accompagna ad un progresso politico e sociale; si attende che la Cina dimostri di essere in grado di trattare in maniera soddisfacente i problemi sociali e legati al lavoro che insorgeranno in conseguenza dell'adesione all'OMC; esprime la convinzione che a più lungo termine l'UE, gli USA, il Giappone ed altri paesi industriali debbano progettare e realizzare, insieme alla Cina, soprattutto programmi destinati alle regioni rurali e svantaggiate, al di fuori dei centri urbani in fase di "boom" economico, al fine di combattere la crescente disuguaglianza e di creare possibilità di istruzione e formazione per la maggioranza della popolazione cinese, che vive appunto in tali zone;

16.  riconosce tuttavia che, nonostante il miglioramento delle prospettive economiche per molti cinesi, non si è attenuata l'esigenza di una maggiore ristrutturazione economica e di una più equa distribuzione geografica dello sviluppo economico per contenere la minaccia di una disoccupazione e di un disagio sociale ancora maggiori in futuro;

17.  si preoccupa per il costante aumento dei conflitti sociali dal 1998 e ingiunge alla RPC di autorizzare la creazione di sindacati indipendenti nonché di costituire il più rapidamente possibile un sistema di protezione sociale in particolare nei confronti delle persone senza occupazione il cui numero crescerà in seguito all'adesione della Cina all'OMC;

18.  prende atto dell'affermazione formulata in documenti comunitari e da taluni funzionari sul fatto che l'imminente adesione del paese all'OMC abbia creato un ambiente economico dinamico in Cina trasformando la sua economia in una economia indirizzata verso le esportazioni. Si rende tuttavia conto che il potenziale della Cina si basa su un vasto territorio e su una popolazione ove soltanto gli abitanti delle regioni più ricche situate sulla costa formano un mercato, entrambe caratteristiche di una "economia continentale" orientata sulla domanda interna per cui le autorità cinesi debbono perseguire politiche efficienti di coesione interna;

19.  è consapevole del fatto che con l'adesione all'OMC, le norme e le procedure OMC definiranno un nuovo contesto di relazioni economiche e politiche della Cina con gli Stati Uniti e la UE (e anche Hong-Kong, Macao e Taiwan) e la Cina dovrà separare il commercio dal governo, il che comporterà un profondo mutamento nell'impostazione dello sviluppo economico del paese;

20.  plaude quindi agli accordi di cooperazione che la UE ha con la Cina in materia di sicurezza sociale, visto l'elevato tasso di disoccupazione già esistente in Cina e probabilmente destinato ad aumentare;

21.  prende atto che la Cina e l'UE sono già importanti partner commerciali e si compiace della continua crescita degli scambi UE-Cina e del crescente livello di investimenti diretti dell'UE in Cina; si attende che l'attuazione, da parte della Cina, delle sue condizioni di adesione contribuisca in modo significativo a ridurre le barriere agli scambi commerciali e agli investimenti e porti a relazioni commerciali più equilibrate;

22.  prende atto dei successi conseguiti dagli attuali programmi come lo "Scholarship 2000 Project programme" UE-Cina e il "Junior Managers Project Programme" tra l'UE e la Cina, volti a favorire gli scambi reciproci nel settore della tecnologia e del know-how, che devono comunque essere ulteriormente approfonditi;

23.  rileva che il consolidamento delle relazioni UE-Cina e l'espansione generalizzata del dialogo UE-Cina rendono ampiamente obsoleto l'attuale accordo commerciale e di cooperazione tra l'Unione europea e la Cina, e chiede alla Commissione di presentare proposte per un accordo di partenariato aggiornato, in linea con lo sviluppo di una strategia comune dell'UE coerente e globale nei confronti della Cina;

24.  riconosce il ruolo di primo piano della Cina assieme ai paesi del G-77 e chiede al governo cinese di espletare tale ruolo nell'ambito dell'OMC pur rispettando le legittime preoccupazioni economiche dei paesi confinanti;

25.  è seriamente preoccupato per gli elevati livelli di inquinamento provocati dalle industrie della Cina e si attende che quest'ultima adotti misure serie per tutelare l'ambiente; sottolinea che commercio e ambiente sono una componente essenziale dell'accordo OMC ed esorta il governo cinese a svolgere pienamente un ruolo costruttivo nella promozione dello sviluppo sostenibile, come richiesto dall'accordo OMC, sia all'interno della Cina che a livello mondiale; si compiace dell'ampia disponibilità del governo cinese a collaborare per la tutela ambientale nonché delle molteplici attività svolte dall'insieme delle ONG attive in questo campo; invita pertanto la Commissione ad assicurare alla Cina, in modo particolare in materia di tutela dell'ambiente, assistenza e know-how sufficienti; chiede al governo cinese di portare avanti e rafforzare il suo dialogo e la cooperazione con l'UE sulle questioni ambientali a livello mondiale, ad esempio il cambiamento climatico;

Taiwan

26.  è persuaso che l'adesione dell'UE alla politica di "una sola Cina" sia direttamente connessa con il suo impegno per una soluzione pacifica della controversia mediante negoziati, dialogo e misure volte a creare fiducia senza minacce di ricorso alla forza, e pertanto non può accettare che la Cina si riserva il diritto di utilizzare la forza militare nelle sue controversie con Taiwan;

27.  richiama l'attenzione di ambo le parti sul fatto indiscutibile che una soluzione pacifica alla questione di Taiwan è determinante se si vuole rafforzare e mantenere a medio e lungo termine la stabilità politica ed economica della regione;

28.  ritiene in questo contesto che la partecipazione di Taiwan all'ASEM potrebbe costituire un passo avanti per la ripresa di un autentico dialogo tra Pechino e Taipei nella prospettiva dello sviluppo di relazioni attraverso gli stretti;

29.  riconosce l'importanza del processo democratico in corso a Taiwan e prende atto dei risultati delle elezioni parlamentari del dicembre 2001; sollecita le due parti a impegnarsi in colloqui quanto prima possibile;

30.  sottolinea che qualsiasi accordo tra la Cina e Taiwan potrà essere raggiunto soltanto su una base mutualmente accettabile; è del parere che il futuro delle relazioni tra le due Cine dipenderà dalla volontà di entrambe le parti di dimostrare flessibilità e dalla loro capacità di dar prova d'immaginazione nel proporre iniziative per la ripresa del dialogo; è del parere che, visti i risultati raggiunti da Taiwan per quanto riguarda la creazione di un sistema democratico completo del pluralismo sociale e dello Stato di diritto, la volontà e il consenso dei 23 milioni di abitanti di Taiwan dovrebbero essere rispettati e tenuti in considerazione alla luce di una soluzione auspicabilmente pacifica tra le parti;

31.  deplora il fatto che nel novembre 2001 gli Stati membri dell'UE non hanno concesso i visti al Presidente Chen Shui-Bian per recarsi in Europa; sollecita il Consiglio e gli Stati membri dell'UE ad onorare il loro impegno per quanto riguarda il diritto fondamentale alla libertà di circolazione e a rilasciare al Presidente e a tutti gli alti funzionari di Taiwan i visti richiesti per effettuare visite private nell'Unione europea;

32.  approva le recenti iniziative della RPC nel senso dell'instaurazione di legami attraverso gli stretti e l'auspicio espresso di poter attivare quanto prima possibile servizi postali, collegamenti commerciali, aerei e navali diretti attraverso gli stretti in modo da promuovere tutti i tipi di scambi e altre misure atte ad infondere fiducia;

33.  rileva che nel novembre del 2001 Taiwan ha ridotto le restrizioni sugli investimenti diretti nella RPC e progetta di adottare ulteriori misure di liberalizzazione a partire dall'inizio del 2002, ivi compresa l'introduzione di collegamenti commerciali diretti; rileva tuttavia che Pechino deve ancora reagire a tale misura; sollecita la RPC a rispondere favorevolmente, particolarmente in vista dell'assolvimento degli impegni contratti sia dalla Cina che dal 'Taipei cinese' a seguito della loro adesione all'OMC e nell'interesse di un miglioramento delle relazioni attraverso gli stretti;

34.  sollecita la Commissione a onorare senza indugio il suo impegno ad aprire un ufficio d'informazione dell'UE a Taipei;

Diritti umani

35.  rileva che la Cina ha firmato e ratificato le convenzioni dell'ONU sui diritti economici, sociali e culturali e sollecita la Cina a ratificare anche la convenzione dell'ONU sui diritti civili e politici;

36.  appoggia il dialogo sui diritti umani tra l'UE e la Cina in quanto utile strumento per impegnare la Cina su questa materia, ma deplora che esso debba ancora portare a risultati tangibili in molti campi e resta estremamente preoccupato per la situazione generale dei diritti umani in Cina; incarica pertanto la sua divisione dei diritti dell'uomo di elaborare una relazione annuale sull'evoluzione dei diritti dell'uomo in Cina che sarà discussa dalla sua commissione competente; incarica altresì quest'ultima di vegliare a che la Commissione e il Consiglio siano adeguatamente rappresentati e partecipino pienamente alle discussioni su queste relazioni;

37.  sollecita la Commissione e gli Stati membri a esercitare un controllo più efficace sui prodotti originari della Cina, facendo chiaramente presente alle autorità cinesi che l'UE non può assolutamente accettare prodotti provenienti da campi di lavoro forzato; invita la Cina a porre fine a tale pratica;

38.  sollecita la Commissione a proporre al prossimo vertice UE-Cina un maggior numero di programmi ad hoc comuni volti a promuovere la democrazia e la società civile, a sviluppare lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti dell'uomo e a sostenere i media indipendenti;

39.  esprime la sua indignazione per il numero sempre più elevato di esecuzioni in Cina e dei collegamenti tra esse e la fornitura di organi destinati ai trapianti e chiede al governo cinese di abolire la pena di morte, ridurre il numero delle esecuzioni ed accelerare le riforme giudiziarie al fine di eliminare l'uso della tortura e la violazione dei diritti dell'uomo nel paese; condanna inoltre "l'uso diffuso e sistematico della tortura contro dissidenti politici, attivisti tibetani, lavoratori migranti, persone accusate di avere violato la politica di un figlio unico per famiglia, e minoranze religiose, sociali ed etniche, come documentato da un rapporto di Amnesty International del febbraio 2001;

40.  prende atto con preoccupazione delle rigide norme imposte dalle autorità cinesi ai media e alle comunicazioni elettroniche; invita il governo cinese ad eliminare le restrizioni che limitano l'accesso dei cittadini ad Internet;

41.  chiede alla Commissione e al Consiglio di garantire che, in tutte le loro relazioni con il governo cinese, quest'ultimo cooperi pienamente con le competenti autorità nell'UE e anche in quei paesi, segnatamente dell'ex Unione Sovietica, che servono da vie di transito, per eliminare l'emigrazione illegale di cittadini cinesi verso l'UE, non solo per evitare qualsiasi forma di traffico, sfruttamento e sofferenza di esseri umani, ma anche per eliminare attività criminose;

42.  invita la Cina a cogliere l'opportunità delle Olimpiadi del 2008 per seguire le norme internazionali in materia di diritti dell'uomo e intensificare la cooperazione generale; chiede che venga creato un meccanismo di controllo per garantire che la Cina adempia i propri obblighi internazionali in materia dei diritti dell'uomo in preparazione di questo avvenimento; ricorda l'importanza della conservazione del patrimonio architettonico di Pechino in occasione della realizzazione dei grandi lavori di infrastruttura per le Olimpiadi;

43.  invita il governo cinese a riconoscere e rispettare pienamente i fondamentali diritti politici, sociali e culturali delle minoranze religiose, etniche e di altro genere nonché le loro specificità culturali compresa la libertà di culto;

44.  ribadisce la sua opinione secondo cui una maggiore libertà economica non può produrre vantaggi duraturi se non è accompagnata dalle libertà e dai diritti umani fondamentali, enunciati nelle varie convenzioni ONU e in altri accordi e convenzioni internazionali, ivi compresi quelli che si riferiscono alla tutela dell'ambiente globale, che la Cina ha ora firmato;

45.  sollecita la Cina a rispettare i suoi obblighi quale firmataria della convenzione CITES e a rivolgere maggiore attenzione al trattamento crudele e inumano inflitto agli animali;

Tibet

46.  ribadisce la sua richiesta, formulata nella precitata risoluzione del 15 dicembre 1992 riguardante l'autonomia del Tibet, e invita il governo cinese ad accettare il piano del Dalai Lama articolato in cinque punti quale base per i negoziati sul Tibet;

47.  per quanto riguarda il Tibet, è consapevole del fatto che recentemente si è avuto un leggero allentamento delle restrizioni religiose imposte a impiegati governativi di livello inferiore, studenti e lavoratori di società statali; rileva tuttavia che sia nella regione di Xinjiang che nel Tibet la libertà di religione continua ad essere rigorosamente limitata e che le persone sospettate di attività o simpatie nazionalistiche sono ancora soggette a restrizioni particolarmente dure; è inoltre estremamente preoccupato per il gran numero di suore e monaci ancora detenuti e per il permanere del problema della libertà religiosa, politica e culturale; richiama l'attenzione sull'importanza della tutela dell'ambiente naturale e del patrimonio religioso e culturale del Tibet; lancia un appello al governo cinese affinché rispetti e tuteli l'identità religiosa e culturale del popolo tibetano;

48.  accoglie favorevolmente a questo riguardo la ferma posizione di Sua Santità il Dalai Lama per quanto riguarda la realizzazione di un autentico governo autonomo per il Tibet in seno alla Repubblica popolare cinese attraverso negoziati pacifici; condivide la sua profonda preoccupazione per la distruzione sistematica dell'ambiente, delle tradizioni, della cultura e della religione tibetane, per il costante peggioramento della situazione politica del popolo tibetano e per il deterioramento della situazione riguardante i diritti dell'uomo nel Tibet; sostiene l'appello lanciato nel suo discorso pronunciato dinanzi al Parlamento europeo, il 24 ottobre 2001, affinché su Pechino vengano esercitate con urgenza pressioni internazionali; sollecita, a questo riguardo, la Cina a porre immediatamente fine al piano controverso di una immigrazione su vasta scala nel Tibet, con particolare riferimento alle 20.000 persone che dovrebbero trasferirsi nella regione di Dulan nella Provincia di Quinghai; invita il governo cinese a riprendere i negoziati diretti con Sua Santità il Dalai Lama o i suoi rappresentanti senza condizioni preliminari, al fine di definire un autentico nuovo statuto di piena autonomia per il Tibet, con le sole eccezioni della politica estera e della difesa;

49.  ribadisce il suo invito al Consiglio affinché designi un rappresentante speciale dell'UE per gli affari tibetani, in modo da contribuire efficacemente alla soluzione pacifica della questione, agevolando la ripresa dei negoziati e cooperando con il governo tibetano in esilio;

50.  ribadisce il suo invito alla Commissione, al Consiglio, agli Stati membri e alla comunità internazionale in generale affinché esaminino attentamente la possibilità di riconoscere il governo tibetano in esilio quale rappresentante legittimo del popolo tibetano qualora le autorità di Pechino e il governo tibetano in esilio non dovessero firmare, al termine di negoziati organizzati sotto l'egida del Segretario generale delle Nazioni Unite, un accordo su un nuovo statuto per il Tibet;

o
o   o

51.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, al governo della Repubblica popolare cinese e all'Assemblea nazionale del popolo cinese.

(1) GU C 200 del 30.6.1997, pag. 158.
(2) GU C 304 del 24.10.2000, pag. 209.
(3) GU C 21del 25.1.1993, pag. 78.
(4) GU C 65 E del 14.3.2002, pag. 365.
(5) GU C 53 E del 28.2.2002, pag. 227.

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