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Procedura : 2006/2542(RSP)
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B6-0148/2006

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PV 15/03/2006 - 4.4

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P6_TA(2006)0084

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Mercoledì 15 marzo 2006 - Strasburgo
Diritti dell'uomo nel Ciad
P6_TA(2006)0084B6-0148/2006

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione dei diritti dell'uomo nel Ciad

Il Parlamento europeo,

–   visto l'accordo di partenariato ACP/EU, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000 (Accordo di Cotonou), e in particolare l'articolo 8 dello stesso, dedicato al dialogo politico,

–   visto lo scambio di opinioni, svoltosi in occasione della riunione del 20 febbraio 2006, della sua commissione per lo sviluppo,

–   vista la risoluzione d'urgenza sulla situazione in Sudan approvata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 21 aprile 2005 a Bamako (Mali)(1),

–   viste le sue risoluzioni del 16 settembre 2004 sulla regione del Darfur in Sudan(2), e del 12 maggio 2005 sulla situazione in Sudan(3),

–   visto il resoconto della sua delegazione ad hoc recatasi in Sudan e nel Ciad dal 2 al 7 settembre 2004,

–   vista la sua risoluzione del 14 giugno 2001 sulle elezioni presidenziali nel Ciad(4),

–   vista la sua risoluzione del 20 gennaio 2000 sulle violazioni dei diritti dell'uomo in collegamento con il progetto di estrazione petrolifera e di costruzione di un oleodotto in Ciad-Camerun(5),

–   visto il documento "Strategia di cooperazione e programma indicativo 2002-2007", ratificato dal governo della Repubblica del Ciad e dalla Commissione l'11 febbraio 2002,

–   vista la sua risoluzione del 18 giugno 1998 sul progetto comune Ciad-Camerun e viste le violazioni dei diritti umani perpetrate nel periodo da ottobre 1997 a marzo 1998(6),

–   vista la risoluzione n. 1590 (2005) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 24 marzo 2005, sulla creazione della Missione delle Nazioni Unite in Sudan (MINUS),

–   vista la decisione adottata il 20 ottobre 2005 dal Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana e concernente l'aumento del numero degli effettivi della Missione africana di osservazione in Sudan (AMIS), passati dai 300 uomini del 2004 agli attuali 6.964,

–   vista la relazione sulla situazione nel Darfur presentata il 12 gennaio 2006 dalla commissione del Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana,

–   vista la decisione presa il 12 gennaio 2006 dal Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana e concernente la proroga del mandato dell'AMIS fino al 31 marzo 2006,

–   visto l'accordo firmato l'8 febbraio 2006 a Tripoli fra il Ciad e il Sudan a seguito delle tensioni verificatesi fra i due paesi,

–   visto l'insieme delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in materia, in particolare la risoluzione n. 1593 (2005) del 31 marzo 2005 sulla situazione in Sudan, e vista la relazione della commissione d'inchiesta internazionale sul Darfur destinata al Segretario generale delle Nazioni Unite, conformemente alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite n. 1564 (2004),

–   visto il piano d'azione per il Darfur concordato fra le Nazioni Unite e il governo sudanese il 5 agosto 2004,

–   vista la relazione delle Nazioni Unite del 26 aprile 2005 sulla situazione in Sudan,

–   visto l'accordo firmato nel 1999 fra il Ciad e la Banca mondiale sul programma di gestione dei redditi petroliferi,

–   vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli,

–   vista la legge n. 001/PR/99 della Repubblica del Ciad, dell'11 gennaio 1999, concernente la gestione dei redditi petroliferi,

–   vista la relazione della sua commissione per lo sviluppo e la cooperazione, del 22 febbraio 2001, sul progetto di costruzione di un oleodotto Ciad-Camerun, corredata del resoconto della visita effettuata in Ciad e nel Camerun da una sua delegazione dal 23 al 30 marzo 2000,

–   visti l'articolo 90 e l'articolo 91, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.   rammentando che le elezioni presidenziali nel Ciad dovrebbero svolgersi nel maggio o giugno 2006,

B.   considerando che le elezioni legislative previste per aprile-maggio 2006 sono state rinviate,

C.   considerando che l'Assemblea nazionale del Ciad ha deciso la revisione della legge di cui sopra sulla gestione dei redditi petroliferi,

D.   considerando che la Banca mondiale si è impegnata nei confronti del Ciad a lottare contro la povertà, creare le basi per una crescita sostenibile e offrire l'opportunità di migliorare le prospettive di sviluppo,

E.   considerando che il governo del Ciad vuole destinare il 10% del fondo per le generazioni future all'amministrazione del territorio e alla sicurezza e che, di conseguenza, la Banca mondiale ha bloccato l'erogazione dei fondi stanziati a favore del Ciad dall'Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA), dell'ordine di 124 milioni di dollari, e destinati al finanziamento di otto progetti in corso di esecuzione, il cui valore totale è pari a 297 milioni di dollari,

F.   considerando che il governo del Ciad ha reagito alla decisione della Banca mondiale firmando accordi con la Cina e con Taiwan per lo sfruttamento di altri giacimenti petroliferi situati nel suo territorio,

G.   considerando che il Ciad è uno dei paesi più poveri del mondo e che soltanto il 27% della sua popolazione ha accesso all'acqua potabile,

H.   rammentando che il Ciad possiede notevoli risorse nel settore agricolo, dell'allevamento, della pesca e, soprattutto, nei settori minerario e petrolifero, cui vari Stati e compagnie multinazionali guardano con grande interesse,

I.   sottolineando che le condizioni di vita sono estremamente difficili per gli effetti congiunti della guerra, della siccità e della carestia, e che le istituzioni e le infrastrutture del paese sono gravemente degradate,

J.   considerando che circa l'80% della popolazione del Ciad è analfabeta e che è esposta a tutti i problemi di precarietà alimentare dovuti al clima, nonché a malattie idriche ed epidemie,

K.   considerando le restrizioni alla libertà di espressione, testimoniate dalla chiusura, a due riprese, di Radio FM Liberté ad opera del ministero degli Interni,

L.   esprimendo la propria inquietudine per le minacce di cui sono oggetto nel Ciad le associazioni per la tutela dei diritti dell'uomo,

M.   considerando l'espropriazione di terreni senza alcun indennizzo di cui sono vittime i contadini che vivono nelle regioni petrolifere,

N.   dichiarandosi allarmato per le varie incursioni armate lungo la frontiera orientale del paese, dove il Sudan viene accusato di armare e finanziare i ribelli, come pure per i frequenti episodi bellici fra Ciad e Sudan,

O.   considerando che il governo sudanese, la milizia dei janjaweed e i movimenti ribelli sono oggetto di un'inchiesta, avviata il 6 giugno 2005 dal Tribunale penale internazionale, per crimini commessi nel Darfur in violazione del diritto internazionale,

P.   dichiarandosi allarmato per le conclusioni formulate l'11 dicembre 2005 da Juan Méndez, Consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la prevenzione dei genocidi, stando alle quali le missioni in Sudan delle Nazioni Unite (MINUS) e dell'Unione africana (AMIS) sono in realtà fallite, dal momento che le violazioni dei diritti dell'uomo non solo non diminuiscono ma sono addirittura in aumento,

Q.   considerando che la crisi nel Darfur rappresenta una prova determinante per il Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana,

R.   considerando che i membri dell'Unione africana non dispongono di risorse umane, materiali e finanziarie sufficienti, né del mandato necessario, per far fronte a una siffatta situazione in un'area così vasta,

S.   considerando che, per il periodo dal 1° luglio 2005 al 30 giugno 2006, le risorse finanziarie necessarie all'AMIS rafforzata ammontano a 252,4 milioni USD, ovvero al 54% della dotazione totale, e che al 31 ottobre 2005 i fondi ricevuti erano pari a soli 65,4 milioni USD, ovvero a un quarto dell'importo totale necessario,

T.   considerando che i fondi ricevuti sinora nel quadro dell'AMIS rafforzata sono pressoché esauriti e che le limitazioni finanziarie sono tali che l'Unione africana ha dovuto ridurre le indennità versate agli osservatori militari,

U.   considerando che è necessario un ulteriore importo di 4,6 milioni di dollari per coprire altre linee di bilancio e finanziare la missione fino al 31 marzo 2006,

V.   considerando che il 3 febbraio 2006 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha sollecitato l'elaborazione di piani volti a sostituire nel Darfur le forze dell'Unione africana con quelle delle Nazioni Unite,

W.   considerando che il passaggio dalle forze dell'Unione africana a un'operazione delle Nazioni Unite nel Darfur è ormai inevitabile, così come lo è lo spiegamento di forze molto più consistenti, in grado di far fronte agli attacchi ai civili e di disarmare le milizie dei janjaweed,

X.   dichiarandosi preoccupato per i crescenti attacchi contro villaggi nel Ciad e contro campi e operatori umanitari nel Darfur occidentale, attacchi che rendono la regione estremamente pericolosa per le associazioni umanitarie internazionali, di cui sono alcune operano attualmente nelle zone di frontiera,

Y.   considerando che il conflitto del Darfur, che è ancora in atto, ha causato varie migliaia di morti, circa 1.650.000 sfollati e 200.000 profughi rifugiatisi nel Ciad e che sono quasi 2.500.000 le persone colpite dal conflitto,

Z.   considerando che, a seguito degli attacchi, gli sfollati nel Ciad hanno per lo più perso gran parte dei propri raccolti e vivono in ricoveri di fortuna, e considerando altresì il pericolo di gravi carestie alimentari a causa dell'esaurimento delle riserve di cibo,

AA.   considerando il deteriorarsi della situazione dei diritti dell'uomo nel paese, come testimoniano i persistenti atti di violenza, le restrizioni alla libertà di espressione, le esecuzioni extragiudiziali perpetrate dalle forze dell'ordine, nonché la povertà e i maltrattamenti di cui sono vittime innanzitutto le donne e i bambini,

AB.   considerando che il 24 gennaio 2005 l'Unione africana ha deciso di creare un gruppo di esperti giuridici incaricati di esaminare "le opzioni disponibili" per tradurre in giudizio l'ex dittatore del Ciad Hissène Habré, rifugiato in Senegal dal 1990,

1.   manifesta la propria preoccupazione per la situazione generale nel Ciad, in particolare per quanto riguarda i diritti umani;

2.   rammenta con preoccupazione che la popolazione civile, già colpita dalla siccità e dalla carestia, non trae alcun beneficio dalla succitata legge n° 001/PR/99 e dai miliardi di dollari provenienti dalla vendita del petrolio e sottolinea che le ricchezze petrolifere del Ciad devono in primo luogo andare a beneficio della popolazione del paese;

3.   condanna il fatto che il 10% dei redditi petroliferi sia stato prelevato dal fondo per le generazioni future e successivamente destinato ai cosiddetti "settori prioritari", fra cui ormai rientrano le spese militari;

4.   chiede al governo del Ciad di indicare in modo chiaro e trasparente come vengono utilizzate le entrate derivanti dal petrolio;

5.   chiede al governo del Ciad di destinare tali entrate allo sviluppo, in particolare all'approvvigionamento di acqua potabile, alla sanità e all'istruzione, nonché all'organizzazione delle elezioni;

6.   chiede al governo del Ciad di stabilire il piano annuale per lo sviluppo del paese e di renderlo pubblico;

7.   prende atto della disponibilità di principio del governo del Ciad di tener conto del parere della comunità internazionale, ma insiste sulla necessità di un dialogo più profondo e di un approccio aperto;

8.   si compiace per la creazione di un ministero dei Diritti umani nel Ciad e chiede ai suoi responsabili di collaborare con la società civile e di concretizzare il programma d'azione nazionale concernente la politica a favore dei diritti umani; invita parimenti la Commissione a seguire tale processo da vicino;

9.   invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a fare pressioni sul governo del Ciad affinché rafforzi lo Stato di diritto e ponga termine al clima di impunità e alle violazioni dei diritti dell'uomo perpetrate in particolare nei confronti di quanti si oppongono al progetto di revisione della succitata legge n° 001/PR/99;

10.   chiede al governo del Ciad di porre fine al reclutamento coatto di giovani soldati nelle forze armate governative;

11.   esprime la propria inquietudine dinanzi agli atti di rappresaglia compiuti dalle forze dell'ordine e dalle bande armate nei confronti della popolazione e di militanti dell'opposizione; esorta le forze dell'ordine e l'esercito ad astenersi da qualsiasi abuso nei confronti della popolazione civile e a porre fine alle azioni delle bande armate;

12.   chiede all'AMIS di procedere a cambiamenti immediati per migliorare la protezione dei civili e dimostrare che è effettivamente in grado di tutelare la popolazione nel Darfur;

13.   invita il Consiglio, la Commissione, gli Stati membri, le Nazioni Unite e l'Unione africana a esercitare tutte le pressioni possibili sul governo sudanese affinché cessi di compromettere l'efficacia delle operazioni dell'AMIS;

14.   chiede con insistenza al Consiglio, alla Commissione, agli Stati membri, alle Nazioni Unite e all'Unione africana di mettere a disposizione dell'AMIS - che risente di gravi problemi finanziari, logistici e di altro tipo - risorse finanziarie, materiali e militari molto più consistenti;

15.   condanna gli attacchi sferrati da metà dicembre 2005 dalle milizie dei janjaweed, che in alcuni casi potrebbero agire con l'appoggio del governo sudanese, in particolare con l'ausilio di elicotteri da combattimento, contro 40 degli 85 villaggi della regione ciadiana di Borota, a sud del distretto di Adré, successivamente abbandonati dai loro abitanti, oggi ormai senza dimora;

16.   plaude all'accordo fra il Ciad e il Sudan concluso l'8 febbraio 2006 a Tripoli e invita i due Stati a rispettare pienamente gli impegni assunti;

17.   invita i governi del Ciad e del Sudan a sorvegliare con maggiore rigore il commercio delle armi leggere e di piccolo calibro nella regione;

18.   sottolinea la gravità del problema che rappresentano nel Sudan meridionale le mine terrestri e le munizioni inesplose (UXO); invita il Consiglio, la Commissione, il governo del Ciad e quello del Sudan, le Nazioni Unite e gli altri attori a procedere senza indugi alla bonifica delle zone minate, a fornire assistenza alle vittime e a sensibilizzare la popolazione sui rischi, per bonificare le strade e consentire agli sfollati e ai profughi di far ritorno alle loro abitazioni;

19.   invita con insistenza il governo del Ciad a rispettare il dibattito democratico sulla situazione nel paese e sul progetto concernente attività di estrazione petrolifera nella regione di Doba;

20.   chiede al governo del Ciad di stabilire al più presto, nel rispetto degli obblighi costituzionali, il calendario ufficiale delle prossime consultazioni elettorali, non solamente delle elezioni presidenziali ma anche di quelle legislative, e di garantire l'imparzialità della commissione nazionale elettorale indipendente;

21.   è convinto che la consultazione elettorale non possa svolgersi in modo efficace e trasparente in una situazione che vede minacciati i più elementari diritti di espressione;

22.   chiede all'Unione europea, sempre che le necessarie condizioni siano soddisfatte, di inviare una missione di osservazione elettorale nel Ciad per seguire e agevolare il buon svolgimento delle elezioni;

23.   chiede con insistenza al governo ciadiano, ricordando la relazione di "Transparency International" del 18 ottobre 2005, stando alla quale il Ciad è uno dei paesi finanziariamente meno trasparenti, di lottare contro il fenomeno della corruzione e di porvi fine al più presto, dando prova di trasparenza nella spesa pubblica;

24.   incoraggia il governo a compiere attività d'informazione sullo svolgimento delle elezioni e a favorire il buon andamento della campagna elettorale in modo pacifico e democratico;

25.   chiede con insistenza che siano incoraggiati importanti e urgenti progressi economici e sociali, in particolare nei settori dell'istruzione e della formazione, della sanità e dell'assistenza sociale;

26.   auspica che tali sviluppi siano accompagnati da progressi per quanto riguarda il consolidamento della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani, in particolare della libertà di espressione, di associazione e di stampa;

27.   chiede al governo del Ciad di creare le condizioni favorevoli per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del Millennio stabiliti e adottati dalle Nazioni Unite;

28.   chiede al governo del Ciad di porre fine agli atti di sottomissione e di segregazione delle donne e allo sfruttamento del lavoro minorile, ponendo fine, in particolare, al reclutamento coatto di giovani soldati;

29.   ritiene che il rispetto dei diritti umani e del pluralismo politico sia una condizione indispensabile per permettere alla popolazione di difendere i propri interessi legittimi e di partecipare al processo decisionale e, in ultima analisi, per combattere la povertà;

30.   invita il Consiglio, la Commissione e la comunità internazionale a continuare a fornire la propria assistenza umanitaria e il proprio aiuto allo sviluppo ai profughi del Sudan e alle popolazioni che li hanno accolti nel Ciad, nonché a coinvolgere anche in futuro la società civile sudanese e quella ciadiana come partner della pace;

31.   invita tutte le compagnie petrolifere a conformarsi pienamente all'Iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive e ai principi internazionali in materia di sicurezza volontaria; invita la Commissione a vigilare su tale processo nel quadro della sua politica in materia di responsabilità sociale delle imprese;

32.   chiede che Hissène Habré, ex dittatore del Ciad rifugiato in Senegal dal 1990, sia finalmente tradotto in giudizio in Africa, o estradato e tradotto in giudizio in Belgio, in vista di un processo giusto ed equo, conformemente alla Convenzione internazionale contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti delle Nazioni Unite;

33.   chiede all'Unione africana di assumersi i propri impegni nel quadro del processo a carico di Hissène Habré, onde evitare le critiche della comunità internazionale;

34.   invita la Commissione ad avviare un dialogo politico strutturato, ai sensi dell'articolo 8 dell'accordo di Cotonou, e ad informare la sua commissione per lo sviluppo sui progressi e i risultati di tale dialogo;

35.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, al Consiglio dei ministri ACP-UE, ai presidenti, ai governi e ai parlamenti del Ciad e del Sudan, alla Banca mondiale, nonché all'organizzazione non governativa "Associazione ciadiana per la promozione e la difesa dei diritti dell'uomo" (ATPDH).

(1) GU C 272 del 3.11.2005, pag. 43.
(2) GU C 140 E del 9.6.2005, pag. 153.
(3) Testi approvati, P6_TA(2005)0178.
(4) GU C 53 E del 28.2.2002, pag. 404.
(5) GU C 304 del 24.10.2000, pag. 211.
(6) GU C 210 del 6.7.1998, pag. 210.

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