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Procedura : 2006/2235(INI)
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Ciclo del documento : A6-0039/2007

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A6-0039/2007

Discussioni :

PV 15/03/2007 - 4
CRE 15/03/2007 - 4

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PV 15/03/2007 - 5.12
CRE 15/03/2007 - 5.12
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P6_TA(2007)0083

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Giovedì 15 marzo 2007 - Strasburgo
Poteri locali e cooperazione per lo sviluppo
P6_TA(2007)0083A6-0039/2007

Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 15 marzo 2007 sui poteri locali e la cooperazione per lo sviluppo (2006/2235(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visto l'articolo 179 del trattato CE,

–   vista la dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentati dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea "Il consenso europeo"(1) del 20 dicembre 2005, che definisce la titolarità e il partenariato il principale principio comune, si impegna a sostenere il decentramento e il buon governo e incoraggia "un maggiore coinvolgimento delle autorità locali",

–   visto il regolamento (CE) n. 1905/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 recante adozione di uno strumento di finanziamento della cooperazione allo sviluppo(2),

–   visto l'Accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000(3), modificato dall'Accordo che modifica l'Accordo di partenariato, firmato a Lussemburgo il 25 giugno 2005(4) ("l'Accordo di Cotonou"), e in particolare gli articoli 4, 28, 30, paragrafo 2, 43, paragrafo 4, e 58, paragrafo 2,

–   vista la Carta del Congresso dei poteri locali e regionali dell'Europa (CPLRE) approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 14 gennaio 1994, in occasione della 506a riunione dei Delegati dei Ministri,

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle Regioni, del 25 gennaio 2006, dal titolo "Il Programma tematico 'attori non statali e autorità locali nello sviluppo ", che ribadisce il fatto che le autorità locali sono attori a pieno titolo dello sviluppo e propone di coinvolgerli "nel processo di sviluppo anche attraverso il dialogo ed il sostegno finanziario" (COM(2006)0019),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale europeo, del 12 ottobre 2005, "Strategia dell'Unione europea per l'Africa: verso un patto euroafricano per accelerare lo sviluppo dell'Africa", i cui principi sono stati ripresi dal Consiglio europeo del 15-16 dicembre 2005, con la quale la Commissione si impegna a sostenere la decentralizzazione e il rafforzamento delle capacità delle autorità locali, sottolineando l'importanza strategica del partenariato e dei gemellaggi tra città e comuni dell'Europa e dell'Africa al fine di sostenere il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) e favorire le condizioni necessarie alla loro realizzazione (COM(2005)0489),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale europeo, del 20 ottobre 2003, su governance e sviluppo, che considera la governance tra i settori prioritari della cooperazione europea (COM(2003)0615),

–   vista la nota orientativa della Commissione indirizzata ai servizi della DG DEV e alle delegazioni nei paesi ACP-ALA-MED e PECO (Africa, Caraibi e Pacifico - America Latina e Asia - Mediterraneo e Europa centrale e orientale) del 23 dicembre 1999 (DEV/1424/2000), che raccomanda la partecipazione a monte degli attori decentrati alla formulazione delle politiche e alla programmazione e propone una guida operativa all'attenzione delle delegazioni di tutti i paesi in via di sviluppo (PVS),

–   visto il regolamento (CE) n. 1659/98 del Consiglio del 17 luglio 1998, relativo alla cooperazione decentralizzata(5),

–   vista la linea di bilancio B7-6002 intitolata "cooperazione decentralizzata", destinata a promuovere tale approccio nell'insieme dei PVS,

–   visto il parare del Comitato delle Regioni del 16 novembre 2005 sulla "Cooperazione decentralizzata nella riforma della politica di sviluppo dell'UE" (CdR 224/2005),

–   vista la dichiarazione finale dei capi di Stato e di governo sugli OSM in occasione della sessantesima Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel settembre 2005, che sottolinea "il ruolo importante delle autorità locali per il conseguimento degli OSM",

–   vista la relazione A/59/354 del Segretario generale delle Nazioni Unite, presentata alla 59a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 13 settembre 2004, che riconosce il ruolo delle autorità locali e delle reti mondiali delle autorità locali, in particolare la CGLU (Città e governi locali uniti) come uno dei principali partner delle Nazioni Unite per le problematiche dello sviluppo e le questioni umanitarie a livello locale,

–   vista la dichiarazione finale dei Ministri e dei rappresentanti dei governi in occasione del 4° Forum mondiale dell'acqua (Messico, 16-22 marzo 2006), in cui si afferma che un'efficace collaborazione con le autorità locali costituisce un fattore chiave per affrontare le sfide e conseguire gli OSM in materia di risorse idriche,

–   vista la dichiarazione del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg (26 agosto - 4 settembre 2002), che ritiene essenziale rafforzare il ruolo e le capacità della autorità locali per garantire lo sviluppo sostenibile,

–   vista la dichiarazione finale della Conferenza delle Nazioni Unite sugli insediamenti umani (Habitat II) a Istanbul (3-5 giugno 1996), che riconosce alle autorità locali il ruolo di partner più vicino agli Stati per la realizzazione dell'Agenda delle Nazioni Unite sugli insediamenti umani,

–   vista la dichiarazione sull'ambiente e sullo sviluppo del secondo Vertice mondiale "pianeta terra" di Rio de Janeiro (13-14 giugno 1992), che sottolinea il ruolo determinante delle autorità locali per la realizzazione dell'Agenda 21, adottata dai paesi firmatari della prima dichiarazione,

–   vista la dichiarazione del Congresso fondatore della CGLU (Parigi, 2-5 maggio 2004), in cui tremila sindaci e rappresentanti locali per conto delle autorità locali del mondo intero si sono impegnati a realizzare gli OSM a livello locale e ad operare per rafforzare l'autonomia e le democrazie locali nonché per promuovere la cooperazione tra le città a favore dello sviluppo,

–   vista la dichiarazione finale degli Stati generali del Consiglio dei comuni e delle regioni d'Europa -Innsbruck, 12 maggio 2006 - e il capitolo "Dal locale al globale" di detta dichiarazione, che sottolinea il ruolo dell'Europa e delle autorità locali nel mondo,

–   visto l'articolo 45 del suo Regolamento,

–   vista la relazione della commissione per lo sviluppo (A6-0039/2007),

Le competenze e il plusvalore delle autorità locali per la cooperazione allo sviluppo

A.   considerando che il conseguimento degli OSM è una delle priorità dell'UE e che il ruolo essenziali dei poteri locali per la realizzazione di questi obiettivi è stato riconosciuto dalle Nazioni Unite e, in particolare, dal Segretario generale delle Nazioni Unite che, in occasione del Vertice del Millennio nel 2005 ha dichiarato: "Com'è possibile sperare di conseguire gli OSM senza realizzare dei progressi in settori come l'istruzione, la lotta contro la fame, la salute, l'accesso alle risorse idriche, le condizioni sanitarie e la parità di genere? Alle città e ai governi locali spetta un ruolo fondamentale in tutti questi settori [...]. Se i nostri Obiettivi sono mondiali, è a livello locale che è richiesta una maggiore efficacia",

B.   considerando che attualmente sarebbero necessari 110 anni per conseguire gli OSM fissati per il 2015 e che l'esperienza delle autorità locali nei diversi settori dello sviluppo, quali la gestione delle risorse idriche, la lotta contro l'Aids, la politica di genere, la gestione dei rifiuti, la coesione sociale e lo sviluppo economico locale, dovrebbe essere riconosciuta dall'UE come un apporto necessario al conseguimento degli OSM,

C.   considerando che ogni bambino, al momento della nascita, ha diritto di essere registrato all'anagrafe, che le amministrazioni svolgono un ruolo fondamentale al riguardo e che questa prassi ha un rapporto diretto con l'applicazione delle relative norme in materia di diritti dell'uomo che tutelano i minori dallo sfruttamento attraverso il lavoro,

D.   considerando che la buona governance è uno degli altri obiettivi prioritari dell'UE e che la democrazia locale e la decentralizzazione costituiscono il nocciolo stesso della governance democratica secondo il suddetto "Consenso europeo" sullo sviluppo,

E.   considerando che tra 20 anni il 60% della popolazione mondiale sarà insediato nelle città e che queste dovranno di conseguenza impegnarsi maggiormente per il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni più sfavorite,

F.   considerando che le autorità locali nel mondo devono acquisire esperienza attraverso:

   - progetti da collettività a collettività finanziati o promossi dalle stesse autorità locali europee sotto forma di partenariato con le collettività del Sud da oltre trent'anni,
   - progetti da collettività a collettività finanziati dall'UE nel quadro dei programmi URB-AL (America latina), Asia URBS (Asia), e in misura minore MEDA (Mediterraneo meridionale), ACCESS (Europa centrale e orientale), TACIS (Europa orientale e Asia centrale) e CARDS (Balcani), e i Programmi pluriennali di microrealizzazione (PPMR) nei paesi ACP,
   - programmi nazionali o regionali di cooperazione a sostegno della decentralizzazione o dello sviluppo locale in cui le autorità locali e le loro associazioni intervengono come operatori, con il sostegno dell'UE e di altri finanziatori (Nazioni Unite, agenzie bilaterali, Banca mondiale o banche regionali di sviluppo, ecc.),

G.   considerando che le autorità locali possiedono la legittimità politica necessaria, le conoscenze e l'esperienza di gestione delle problematiche locali nonché la possibilità di mobilitare attorno a sé gli altri attori locali,

H.   considerando che malgrado il riconoscimento dell'importanza della partecipazione delle autorità locali al processo di cooperazione, sancito dall'Accordo di Cotonou rivisto e dal "Consenso europeo" sullo sviluppo, non è stato ancora messo a punto nessun meccanismo permanente per garantire la partecipazione di tali attori al dialogo con la Commissione in Europa e nei PVS; considerando tuttavia che tale meccanismo esiste per gli attori non statali,

In Europa

I.   considerando che le autorità locali rappresentano attualmente un attore competente e attivo già da molto tempo negli aiuti allo sviluppo: esse possiedono un'esperienza ultratrentennale in tutti i settori inerenti allo sviluppo urbano e al settore rurale e continuano ad accrescere le proprie attività, sempre più diversificate, costituendo in tal modo una rete di solidarietà che si estende ai cinque continenti; considerando che attualmente tali azioni sono molto spesso sostenute e finanziate dai diversi paesi,

J.   considerando che le associazioni nazionali e regionali delle autorità locali europee svolgono un ruolo sempre più significativo in termini di informazione, rafforzamento delle capacità e del dialogo e possono divenire pertanto uno dei "canali privilegiati" dell'UE e degli altri partner dello sviluppo per assicurare la partecipazione delle autorità locali che esse rappresentano al dialogo con la Commissione in Europa,

K.   considerando che i governi locali europei e le loro associazioni svolgono un ruolo determinante per informare, mobilitare e sensibilizzare l'opinione pubblica in seno all'UE su base locale, coinvolgendo direttamente i cittadini; considerando che tutto ciò contribuisce all'affermazione dei valori di solidarietà e di aiuto allo sviluppo, come dimostra la "Campagna delle città per il Millennio", lanciata nel mese di luglio 2005 dalla CGLU con il sostegno delle Nazioni Unite; considerando che in questo quadro la sezione europea della CGLU, il Consiglio dei comuni e delle regioni d'Europa (CCRE) ha mobilitato dall'aprile 2006 le città europee per la promozione e il conseguimento degli OSM,

L.   considerando che i progetti e i programmi locali di sensibilizzazione allo sviluppo, avviati in un numero crescente di comuni e di regioni, non si limitano ad azioni puntuali ma fissano, per contro, un programma integrale di formazione e di informazione per le popolazioni a livello locale,

M.   considerando che le autorità locali sono attori-chiave dello sviluppo, in grado di svolgere un ruolo di dinamizzazione e di coordinamento degli agenti economici e sociali presenti a livello locale,

N.   considerando i vincoli di gemellaggio esistenti tra le città europee e le città del Sud, che attualmente non ricevono alcun sostegno finanziario da parte dell'UE, mentre le iniziative di cooperazione delle città europee nei confronti delle città omologhe dei paesi del Sud sono sempre più numerose,

O.   considerando che le popolazioni immigranti in Europa svolgono un ruolo importante nella cooperazione allo sviluppo grazie al loro plusvalore legato alle potenzialità di cui sono portatrici, alle loro competenze e alla vicinanza con il loro paese d'origine; considerando in tale contesto che la cooperazione decentralizzata rappresenta un settore di intervento privilegiato e appropriato per le organizzazioni attive nel campo della solidarietà internazionale provenienti dalle fila dell'immigrazione per quanto concerne sia le attività attuate nei propri paesi d'origine sia i progetti educativi di sviluppo e di sensibilizzazione nel paese d'accoglienza,

Nei paesi in via di sviluppo

P.   considerando che la "cooperazione decentralizzata", come è stata definita dall'UE successivamente alla Quarta convenzione di Lomé (Lomé IV), firmata il 15 dicembre 1989, sottolinea la volontà di non adottare ulteriori decisioni in materia di aiuto ai PVS con i soli paesi terzi bensì la volontà di coinvolgere le autorità locali nelle scelte politiche così come nell'attuazione degli aiuti al fine di renderli più efficaci e vitali; considerando che la scommessa è quella di trasformare in maniera sostenibile le modalità della cooperazione europea, partendo dalle attese delle popolazioni affinché i progetti possano meglio soddisfare le necessità reali;

Q.   considerando che la partecipazione e l'attuazione delle politiche di sviluppo, principi prioritari dell'UE, passano attraverso il coinvolgimento delle autorità locali, che, in funzione della loro ripartizione sull'insieme del territorio, possono assicurare una politica di vicinato e comunicare le aspettative delle loro popolazioni nella quotidianità, in particolare nelle regioni più remote,

R.   considerando che le autorità locali dispongono di un'esperienza maturata concretamente in loco in tutti i PVS, in settori talmente diversi quali l'igiene, l'istruzione, la salute, l'alloggio, la promozione delle donne nelle istanze decisionali locali, i sistemi di informazione sulle droghe, la gestione del turismo, la conservazione del patrimonio storico urbano, lo sviluppo dei servizi sanitari locali, la gestione delle risorse idriche, i trasporti pubblici,

S.   considerando che la decentralizzazione e le riforme statali in corso di attuazione nella maggior parte delle regioni del mondo contribuiscono a fare in modo che le autorità locali si affermino come una forma di governo distinta e rappresentativa, con nuove responsabilità in molteplici settori d'azione politica, che sono essenziali per la lotta contro la povertà e per conseguire gli OSM, come ad esempio le cure sanitarie primarie, le risorse idriche, l'igiene, l'accesso all'istruzione, la protezione dell'ambiente, lo sviluppo economico locale, la prevenzione dell'HIV/AIDS e la parità di genere,

T.   considerando che il coinvolgimento dei poteri locali può contribuire al rafforzamento della democrazia locale e alla democratizzazione della gestione degli aiuti a livello locale; considerando altresì il ruolo che possono svolgere a tal fine le associazioni nazionali dei poteri locali nei paesi del Sud,

U.   considerando che, laddove sono dotate di una legittimità elettorale, la funzione strategica delle autorità locali, poste a pari distanza tra governo nazionale e società civile, ne fa l'intermediario ideale per favorire la concertazione tra i diversi partner dello sviluppo, fondamentale per assicurare aiuti efficaci e coordinati,

V.   considerando che le autorità locali, con la loro presenza sul territorio più tangibile rispetto a quella dello Stato centrale o dei finanziatori internazionali, offrono uno specifico valore aggiunto, possono controllare meglio l'impatto locale delle strategie di sviluppo nazionali e internazionali, e quindi sono in grado di apportare un aiuto più adeguato alle specificità dei territori che amministrano,

W.   considerando che con l'ausilio di strumenti idonei le autorità locali potrebbero costituire un quadro stabile che consenta ai nuovi attori di esprimersi, organizzarsi e adeguarsi alle esigenze del partenariato europeo,

X.   considerando che la conoscenza specifica del territorio che amministrano rende le autorità locali un elemento essenziale nella lotta contro la povertà e le disparità,

Y.   considerando, ad esempio, che nella regione latino-americana il rapido sviluppo del fenomeno di urbanizzazione ha fatto delle politiche urbane il nodo centrale delle tematiche di sviluppo e delle città e delle metropoli urbane gli interlocutori privilegiati dei governi per quanto concerne la gestione dei principali problemi sociali (migrazione, gioventù, povertà, occupazione),

Z.   considerando che occorre promuovere il dialogo tra le autorità locali e gli attori non statali per l'elaborazione e la concretizzazione degli interventi finanziati dalla Comunità per lo sviluppo locale,

AA.   considerando che la partecipazione delle autorità locali dei PVS esige un processo di appropriazione delle strategie di cooperazione allo sviluppo che richiede, tra l'altro, un potenziamento del loro accesso all'informazione, degli strumenti organizzativi e dei meccanismi di rappresentazione, delle loro capacità di dialogo e di proposta sulle politiche di cooperazione, di partecipazione alle istanze nazionali, regionali e internazionali di dialogo e concertazione,

AB.   considerando che la CGLU ha un ruolo da svolgere ai fini della strutturazione e della presentazione delle necessità dei poteri locali dei PVS,

AC.   considerando che, nonostante tali competenze in materia di sviluppo, il ruolo delle autorità locali nello sviluppo è stato finora sottostimato e sottoutilizzato,

Fornire alle autorità locali gli strumenti per svolgere il loro ruolo nel conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio

1.   ricorda che da tempo la Commissione opera per assegnare alle autorità locali un ruolo di partner a pieno titolo nell'aiuto allo sviluppo e che gli ultimi impegni sono stati i seguenti: per gli ACP, l'Accordo di Cotonou; per l'insieme dei PVS, la base morale del summenzionato "Consenso europeo per lo sviluppo" del 2005;

2.   riconosce che la partecipazione delle autorità locali alle politiche di sviluppo è indispensabile per il conseguimento degli OSM e per garantire la buona governance; ritiene infatti che l'attuazione delle politiche di sviluppo costituisce un progresso significativo verso una maggiore trasparenza e una maggiore democrazia negli aiuti allo sviluppo e consente di elaborare progetti e programmi più efficaci e più vitali in funzione delle reali necessità dei beneficiari ;

3.   insite sull'importanza del partenariato Nord-Sud e Sud-Sud tra le autorità locali e le loro associazioni rappresentative per contribuire al rafforzamento della buona governance e alla realizzazione degli OSM;

4.   chiede alla Commissione di sostenere e rafforzare la cooperazione diretta che le autorità locali europee attuano con i loro partner internazionali; chiede, in particolare, di assicurare una continuità, anche finanziaria, delle reti di solidarietà create dai programmi URB-AL, Asia URBS e altri, la cui scadenza è prevista al più tardi per il 2007, e che costituiscono autentici impegni assunti nei confronti delle popolazioni;

5.   sottolinea che i principi di titolarità, partecipazione e buona governance implicano un approccio multiplo, in cui i diversi partner dello sviluppo, che si tratti di paesi terzi, di autorità locali o di attori non statali agiscono in maniera complementare e coerente;

6.   sottolinea che i governi locali devono mobilitare intorno a sé tutti gli altri attori locali (università, agenti sociali, ONG di sviluppo, imprese ecc.) ed incentivare la partecipazione dei cittadini nella vita pubblica;

7.   invita gli enti locali a cooperare con gli organismi internazionali alla vigilanza delle attività industriali e agricole, onde prevenire il lavoro minorile e collaborare alla costruzione e manutenzione di idonee infrastrutture scolastiche attraverso personale didattico adeguatamente formato nonché trasporti e pasti gratuiti, facendo in modo che tutti i bambini possano frequentare la scuola;

8.   ritiene tuttavia fondamentale saper distinguere la specificità delle autorità locali rispetto agli "attori non statali": settore di competenza, legittimità e controllo democratico, esperienza in materia di gestione degli affari locali, coinvolgimento nell'attuazione delle politiche pubbliche;

9.   si compiace per il riconoscimento politico e per i fondi specifici assegnati alle autorità locali attraverso il suddetto strumento di cooperazione allo sviluppo (SCS): a) le autorità locali partecipano a monte alla definizione delle strategie di cooperazione dei PVS, all'elaborazione dei programmi geografici e tematici, alla loro attuazione e alla loro valutazione; b) una quota pari al massimo al 15% dei programmi tematici "attori non statali e autorità locali" può essere assegnata direttamente alle autorità locali; c) le autorità locali europee saranno integrate in un dialogo politico strutturato con le Istituzioni comunitarie e gli altri attori di sviluppo al Nord;

10.   invita la Commissione a fare riferimento nei futuri strumenti di finanziamento della cooperazione allo sviluppo e nei futuri testi legislativi al ruolo delle autorità locali e alle loro associazioni rappresentative come "partner politici" garantendo loro la partecipazione a tutte le fasi del processo di cooperazione, nonché un accesso diretto ai finanziamenti comunitari;

11.   chiede alla Commissione di precisare nei documenti strategici per paese le modalità e i meccanismi per coinvolgere maggiormente le autorità locali, le loro organizzazioni rappresentative e i partner della società civile in tutte le fasi del processo di cooperazione (dialoghi e formulazione di documenti strategici, programmazione, attuazione, revisione, valutazione) e di informarne le delegazioni dell'UE per assicurarne l'applicazione;

12.   invita la Commissione e il Consiglio a riconoscere le associazioni delle autorità locali del Sud come valida interfaccia tra le autorità locali, da un lato, e i governi degli Stati membri e l'UE dall'altro, per definire le strategie e le modalità di attuazione delle politiche di sviluppo;

13.   deplora che finora le autorità locali siano state associate solamente all'attuazione dei progetti e non all'elaborazione delle politiche di sviluppo nei PVS come pure nei paesi ACP, nonostante la revisione dell'Accordo di Cotonou che inserisce al centro del partenariato il dialogo politico con le autorità locali; si impegna, di conseguenza, ad effettuare un monitoraggio politico preciso con le associazioni degli eletti in merito all'attuazione dello strumento SCI sia in seno all'UE che nei PVS, segnatamente attraverso un esame dei documenti strategici per paese, e si impegna altresì a informare le autorità locali in merito alle nuove opportunità che sono loro offerte e, in caso di difficoltà in loco create dalle autorità locali, di trasmettere l'informazione alla Commissione;

14.   sottolinea al riguardo che la predetta Nota orientativa della Commissione del 23 dicembre 1999 proponeva all'attenzione delle delegazioni di tutti i PVS una guida operativa, in cui indicava chiaramente come coinvolgere le autorità locali e gli attori non statali in ogni fase del processo di cooperazione e raccomandava "la partecipazione a monte degli attori decentrati alla formulazione delle politiche e la programmazione" e che continua a rappresentare un'utile guida per l'attuazione dei nuovi strumenti di sviluppo;

15.   si compiace che nella sua suddetta Comunicazione del 25 gennaio 2006 di cui sopra la Commissione ribadisca che le autorità locali sono attori a pieno a titolo dello sviluppo e progetti "il coinvolgimento degli attori non statali e delle autorità locali nel processo di sviluppo, anche attraverso il dialogo ed il sostegno finanziario"; sottolinea che, conformemente alle nuove disposizioni dello strumento SCS, la loro partecipazione all'elaborazione delle strategie nazionali e dei programmi geografici sarà indispensabile, in quanto è qui che si definiscono gli orientamenti politici della cooperazione comunitaria; deplora di conseguenza che in questa stessa Comunicazione la Commissione limiti la possibilità di partecipazione delle autorità locali e la consideri secondaria, secondo il principio della sussidiarietà rispetto ai programmi geografici; ritiene pertanto che la cooperazione delle amministrazioni locali con il governo centrale accrescerà l'efficacia dell'aiuto allo sviluppo e consentirà di rendere più efficace l'impiego delle risorse assegnate oltre a far pervenire l'aiuto ai più bisognosi;

16.   sottolinea la necessità di instaurare un dialogo e una consulta permanente tra l'UE e le autorità locali e le loro associazioni rappresentative a tutti i livelli - nazionale, regionale, mondiale - in particolare associandole a titolo di osservatori alle istanze di dialogo tra l'UE e i paesi partner, quali l'Assemblea parlamentare paritetica e il Consiglio dei Ministri ACP-UE, allo stesso titolo dei rappresentati degli attori non statali;

17.   chiede che le autorità locali e le loro associazioni rappresentative possano beneficiare di finanziamenti diretti e appropriati: a) da un lato, nel quadro dei programmi geografici dello strumento DCECI, dato il ruolo svolto nel governo locale e l'importanza della loro partecipazione per la realizzazione degli OSM; b) dall'altro nel quadro del programma tematico "Attori non statali e autorità locali", in quanto il rafforzamento delle loro capacità di dialogo e di partecipazione al processo di cooperazione (organizzazione e rappresentazione, definizione dei meccanismi di consultazione, di dialogo e di lobby) in Europa e nei PVS richiede un sostegno finanziario maggiormente adeguato alle loro nuove responsabilità;

18.   chiede pertanto alla Commissione, nel quadro della revisione degli strumenti di sviluppo prevista nel 2008-2009:

   di fare della decentralizzazione e dell'azione delle autorità locali un settore in cui si concentra l'aiuto comunitario nei PVS;
   di assegnare una quota significativa degli aiuti di bilancio dell'UE destinati ai PVS per i programmi geografici direttamente alle autorità locali, in consultazione con i governi centrali, al fine di migliorare la gestione degli aiuti nei PVS, rafforzare la democrazia locale e migliorare l'accesso delle popolazioni ai fondi comunitari, conformemente ai principi sanciti nel Consenso europeo per lo sviluppo,
   di aumentare la dotazione della linea di bilancio relativa al programma tematico "Attori non statali e autorità locali", considerato il ruolo globale che questi ultimi svolgono nel conseguimento degli OSM, in particolare il ruolo delle autorità locali nella fornitura di servizi pubblici locali,
   di velocizzare gli aiuti destinati allo sviluppo delle capacità del governo locale dei paesi ACP e allo scambio di informazioni in base all'Accordo di Cotonou, specie attraverso la Piattaforma di governo locale dei paesi ACP e i suoi aderenti, inclusa la rapida esecuzione della richiesta di fondi sostenuta dal comitato degli ambasciatori ACP nell'ottobre 2003;
   di sostenere, nel caso in cui la decentralizzazione non sia un aspetto cruciale, l'azione delle autorità locali attraverso un sostegno alla politica di decentralizzazione del paese, sia in termini di capacità, di disponibilità di fondi, di aiuti di bilancio, di sostegni legislativi o di altro tipo;
   di mettere a punto dei meccanismi idonei a dare una caratteristica territoriale all'aiuto settoriale, affinché le autorità locali possano svolgere il ruolo che loro spetta attraverso le leggi sul decentramento, in quanto aggiungono un plusvalore per l'attuazione dei programmi settoriali, segnatamente nei settori della salute, dell'istruzione e dei servizi pubblici essenziali, settori dove esse sono spesso escluse;

19.   sottolinea l'importanza di un dialogo strutturato tra le autorità locali europee e le istituzioni comunitarie, come definito dallo strumento di cooperazione allo sviluppo, affinché le autorità locali europee dispongano di un quadro nel quale possano cooperare e dialogare efficacemente con le istituzioni e gli altri attori dello sviluppo;

20.   chiede alla Commissione di istituire un partenariato con una piattaforma di associazioni rappresentative delle autorità locali attive nel settore della cooperazione, sul modello di Concord (Confederazione europea delle ONG operanti nel settore dell'emergenza e dello sviluppo), per favorire il dialogo e la cooperazione con le istituzioni comunitarie, coordinare la cooperazione tra le autorità locali e assisterle nell'attuazione delle politiche di sviluppo, e in particolare rafforzare le capacità dei suoi membri;

21.  21 chiede alla Commissione di istituire un osservatorio mondiale della democrazia locale e della decentralizzazione, in partenariato con le organizzazioni delle autorità locali, al fine di:

   assicurare il monitoraggio della partecipazione delle autorità locali al processo di cooperazione con l'UE (dialogo politico, formulazione delle strategie di sviluppo, programmazione, attuazione, valutazione) e informare le Istituzioni sulle difficoltà incontrate in loco,
   definire una cartografia mondiale della governance locale in cui figurino i progetti, gli attori, i bilanci utilizzati dalle autorità locali in tutto il mondo al fine di facilitare il coordinamento, la coerenza e le sinergie tra i diversi partner della governance locale,
   creare strumenti di informazione e di sostegno per la partecipazione delle autorità locali al processo di cooperazione europea, come informazioni aggiornate sulle nuove opportunità loro offerte successivamente alla riforma delle sovvenzioni, aiuti tecnici alla presentazione di offerte e di proposte, ecc.;
   monitorare e analizzare il rispetto delle norme sulla democrazia e i diritti dell'uomo, specie quelle aventi un nesso specifico con la democrazia locale e il buon governo come sancite dalle relative norme della CE e dalle norme di diritto internazionale, ad esempio quelle dell'ONU, dell'Unione Africana, del Commonwealth ecc.;

22.   chiede alla Commissione di promuovere azioni di carattere strutturale tese a incentivare e sostenere la decentralizzazione e il rafforzamento delle capacità locali nei paesi partner, coniugate a una maggiore democratizzazione e partecipazione dei cittadini;

23.   propone di utilizzare i meccanismi di revisione delle strategie di cooperazione, compresa quella dell'Accordo di Cotonou, per verificare i progressi nella partecipazione delle autorità locali ai processi di cooperazione e per vigilare affinché siano eliminati gli ostacoli giuridici, politici e organizzativi alla partecipazione delle autorità locali al processo di cooperazione;

o
o   o

24.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai parlamenti e ai governi degli Stati membri.

(1) GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1.
(2) GU L 378 del 27.12.2006, pag. 41.
(3) GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3. Accordo modificato da ultimo dalla decisione n. 1/2006 del Consiglio dei ministri ACP-CE (GU L 247 del 9.9.2006, pag. 22).
(4) GU L 209 dell'11.8.2005, pag. 27.
(5) GU L 213 del 30.7.1998, pag. 6. Regolamento modificato da ultimo dal regolamento (CE) n. 625/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 99 del 3.4.2004, pag. 1).

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